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“Ci mischieremo alla folla e senza dare nell'occhio ci guarderemo intorno, attenti a scorgere ogni cosa possa apparirci interessante.” Disse Adespos a Gaynor.
Poco dopo i due falsi mendicanti entrarono in una Monsperon vestita a festa per il torneo. E la sua campagna era stata adibita a sontuosa arena per la giostra d'armi, ossia come veniva chiamato il torneo. La scena che si mostrava era altamente evocativa e pittoresca. Tra i margini del bosco e la campagna si estendeva un verdissimo prato tutto racchiuso da alti cipressi da un lato e folti cespugli dall'altro. Una parte di questo spazio, che degradava dolcemente fin verso le mura cittadine, era stato recintato per l'occasione da una robusta palizzata. I partecipanti alla giostra avevano accesso alla lizza, in modo da poter procedere due per volta, stando fianco a fianco. All'entrata erano posti due araldi e sette trombettieri. Insieme a loro vi erano altri uomini armati che avevano la duplice funzione di mantenere l'ordine e di accertare l'identità dei cavalieri che entravano in lizza. Su un terrapieno laterale a questo spazio recintato, formato da un'elevazione naturale del terreno, erano stati eretti alcuni notevoli padiglioni. E davanti ad ognuno di questi padiglioni era appeso il blasone del cavaliere che lo occupava. Il padiglione centrale, al posto d'onore, era stato assegnato al Maresciallo Fagan per i suoi meriti cavallereschi ed il riconosciuto valore in battaglia. Oltre la palizzata erano poi state montate alcune tribune in legno destinate agli spettatori. “Voi raggiungete le tribune destinate agli spettatori...” Alvaro ad Altea “... io intanto mi recherò verso i padiglioni per la vestitura. Su, auguratemi buona fortuna.” Sorridendo. http://www.chepstowvoice.co.uk/wp-co...7/ivanhoe2.jpg |
Quasi arrossii quando sentii la sua mano stringere la mia.
Varcammo quella soglia e percorremmo lo sterrato. Ai lati c'erano degli alti e folti cipressi, che facevano quasi da ingresso oltre il cancello. Raggiungemmo una vecchia torre diroccata, la cui merlatura non era più visibile. Mi fece sorridere quel suo racconto, mentre mi accorgevo che la mia mano era ancora stretta nella sua e il Sole mattutino danzava fra le onde dei miei capelli e i lineamenti del mio viso. "È molto bello, qui. Molto suggestivo." http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:A...ZNGqWN8CFOMlzw |
Il padrone, a quelle parole di Gwen, accennò un leggero sorriso, mentre il vento accarezzava i capelli di entrambi con il suo profumato soffio.
Le loro mani erano ancora strette. L'uomo fece qualche altro passo, portando con sé la ragazza, fino ad entrare in ciò che restava di un consumato porticato. Il padrone si chinò e poggiando una mano sul muro logorato dal Tempo e dall'oblio, contò con l'altra tre passi, alla fine dei quali conficcò una pietra aguzza nel terreno come segno. “Dovrebbe essere qui...” disse, per poi cominciare a scavare. Liberò così una piccola buca, all'interno della quale c'era un vecchissimo scrigno di ottone. “Ecco il mio tesoro.” Mostrando lo scrigno a Gwen. |
Sorrise alle mie parole.
Mi accorsi che era molto bello quando sorrideva, mentre il vento leggero e profumato del mattino soffiava fra i nostri capelli, le nostre mani erano ancora strette e noi restavamo lì, mano nella mano, in silenzio. Poi avanzò di qualche passo, portandomi con sè ed entrammo nella torre. Lo vidi seguire un percorso ben preciso. Allora lasciai la sua mano e lui iniziò a scavare, fino a trovare un vecchissimo scrigno di ottone. "È incredibile, lo avete conservato per tutto questo tempo?" chiesi sorpresa e incuriosita. Stavo per chiedergli cosa ci fosse dentro, ma mi bloccai in tempo, per evitare di fare altri danni. Mi sembrava una così tenera, quella di disseppellire quel tesoro. Mi piaceva quel suo lato tenero, umano, mi piaceva quando si lasciava andare e faceva crollare quella maschera, mi piaceva il fatto che avesse deciso di coinvolgermi e portarmi con sè... Inutile negarlo... Mi piaceva lui. |
Ascoltai affascinata quelle spiegazioni annuendo di tanto in tanto, osservandole varie armi che lui indicava.
Alla fine mi rivolsi al mercante. <<Prendo ciò che mi é stato indicato>> |
Raggiungemmo l' arena...si trovava tra la campagna e delle mura di Monsperon, guardai i cipressi e gli alberi..da dove sarebbero arrivati quelli della Freccia Gigliata e soprattutto come sarebbero potuti entrare visto ci si doveva presentare.
Mi avvicinai ad Alvaro, vi era un via vai di scudieri e cavalieri con le loro madrine, gente del popolo che si ammassava solo per guardare. Ma i miei occhi si fissarono sul padiglione centrale..il posto d' onore era, ovviamente, destinato a Fagan..quindi avrebbe combattuto pure lui, a che motivo? Sarebbe stato il colmo..quella fosse stata una messa in scena e alla fine avrebbe vinto lui ciò che era stato promesso, ma per quale motivo? Erano dubbi che dovevo risolvere per poi comunicare il tutto a Solo...a questo punto dovevo fare la doppiogiochista. Guardai Alvaro.."Nella tribuna? Oh no...sarei troppo lontana, voglio rimanere qui tra i padiglioni..consentitemelo ser Alvaro" e presi il fazzoletto verde gigliato in oro.."Questo è per voi...vi porterà fortuna...siate leale e che San Michele vi dia ciò che cercate..andate a prepararvi, io mi aggirerò un pò e poi tornerò qui". Salutai ser Alvaro...non potevo rimanere tra la platea, ma sapevo che Solo e gli altri della Freccia stavano attenti. Fu cosi che, con fare suadente, mi incamminai verso la platea ma mi fermai di fronte il padiglione di Fagan e feci finta di inciampare, mi rialzai e sistemai la gonna e vi era un soldato.."Che distratta! Forse mi sono emozionata nel sapere che, sicuramente, qui si trova il futuro Campione del Torneo..dicono il maresciallo sia imbattibile". |
Il padrone prese lo scrigno, lo puli' dal terreno e lo posò su una bassa pietra.
"Ora vedrai il mio tesoro..." disse a Gwen "... naturalmente non è il tesoro di Porsenna o quello di Alarico, ma per un ragazzino rappresentava tutto il mondo..." lo aprì, pronto a svelarne il contenuto alla ragazza. |
"Benissimo, milady." Disse annuendo il mercante a Dacey. "Farò preparare il tutto dai miei garzoni e lo farò caricare sulla vostra carrozza."
"È stato un onore esservi di aiuto, milady." Il pellegrino alla principessa. "Ma sono io ad esservi debitore per la vostra cortesia e soprattutto per la vostra compagnia." Sorridendole. "Ora credo che il mio compito qui sia concluso. Devo rimettermi in cammino. E se anche non vi vedremo più, non dimenticherò mai la vostra generosità, milady." Con un leggero inchino. Si avvicinò poi al mercante e nel salutarlo gli consegnò un biglietto. L'uomo lo aprì, lo lesse e poi fissò il pellegrino mostrandogli un cenno di assenso. Ed il pellegrino andò via. Dopo un pò i garzoni del mercante avevamo caricato la cassa che conteneva armi e corazza sulla carrozza. "Partiamo subito." Disse il falso valletto a Dacey. |
Il soldato vide Altea che si sistemava la gonna e subito, come un cane attratto dell'osso, si avvicinò alla dama.
"Qui non si potrebbe stare..." disse fissandola "... chi siete? Un'aspirante madrina del Maresciallo?" |
<< No signore, sono io che devo ringraziare voi, credetemi>> gli dissi con un po' di malinconia nel salutarlo.
Sebbene fosse poco più che uno sconosciuto il pellegrino era riuscito a catturare la mia attenzione con i suoi modi e le sue conoscenze. Attesi mentre il mercante faceva caricare dai suoi garzoni tutte le armi e l'insopportabile soldato che mi faceva da valletto, una volta che tutto fu pronto, non tardò di ricordarmi che era ora della partenza. Si tornava nella mia prigione dorata. Salutai con premura la gentile moglie del mercante e quindi l'uomo stesso, dopo aver saldato tutti i conti, aggiungendo in questi anche una spilla che avevo visto essere interesse di Betta. Quindi tutti lasciammo quella casa per partire in vista di Monsperon. |
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