Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 14-05-2012 17.03.33

"Fyellon...come potete parlare cosi di gente che nemmeno conoscete? Perchè dovete giudicare la moglie di quel ragazzo? A me sembra, invece, insoddisfatta del suo matrimonio e non possiamo giudicare i suoi sentimenti, non conosciamo nemmeno il ragazzo che dovete salvare...invece non vedo molta sincerità nel locandiere. Ah dimenticavo...il comandante dei cavalieri mi ha detto e confermato, che la strada per Tylesia era..quella a Levante e dopo questa impresa per ritornarci avremmo da attraversare un sentiero molto impervio".
Detto questo aprii la porta della stanza, facendo un cenno a Fyellon per salutarlo, appena entrata mi sedetti sul letto riflettendo. Tutta questa situazione non mi convinceva, più che altro non mi convinceva Fyellon, da quando aveva preso quella corazza era cambiato..la montagna dei Sette Spiriti, la volevo vedere.
Aprii piano la porta e scesi le scale, per fortuna nessuno vi era nella locanda, vi regnava uno strano silenzio. Uscii e vidi un sentiero che portava verso la Montagna e iniziai a salire, sembrava quasi che profanare quel posto portasse a qualche specie di punizione, infatti Barius fu punito ma era salvo, quindi qualcosa di benevolo ci doveva essere.
Vidi un cunicolo che portava all'entrata, e entrai nella Montagna, l'aria era pesantemente umida..mi guardavo attorno ma era tutto buio, i miei occhi dovevano ancora abituarsi a quella oscurità...e proferii a voce bassa.."Messer Barius, dove siete?"

Talia 14-05-2012 17.08.55

“Oh, Margel...”
Quelle parole della ragazza mi avevano colpita... la abbracciai, dunque, e mi sedetti con lei...
“Mi dispiace così tanto, Margel...” mormorai “Così tanto...”
E proprio in quel momento la mia mente corse a Guisgard... mi chiesi dove fosse e che cosa fosse accaduto, pregai che stesse bene...
Ma ci fu ben poco da poter aggiungere, perché udii la porta aprirsi e qualcuno entrare...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46377)
“Come state, milady?” Domandò questa a Talia.
“Forse è meglio non uscire...” disse Fernand “... in paese c'è un po' di agitazione...”
“Sono giunti alcuni cavalieri dai lunghi mantelli” fece il locandiere “... sembra stiano cercando qualcuno...”
“Oh, mio Dio!” Esclamò Margel. “Stanno cercando Delucien!”
“No...” scuotendo il capo il locandiere “... cercano una fuggitiva...”
E tutti fissarono Talia.

Avvertivo i loro sguardi su di me... sguardi seri, pungenti, inquisitori...
Sospirai... poi lentamente la mia mano lasciò andare quella tremante di Margel ed io mi alzai in piedi, fronteggiandoli.
Il primo istinto sarebbe stato quello di fuggire, il primo desiderio quello di essere lontana da lì, lontana da quegli sguardi indagatori, ma vicina a lui...
Esitai, incerta... incerta su che cosa dire e su che cosa fare... incerta se mentire o dire la verità...
“E’ vero...” sussurrai infine “E’ vero, è me che cercano! Mi cercano perché... perché, seguendo il cuore, fuggii da ciò che mi era stato imposto. Sono fuggita e fuggirei di nuovo, non ho paura di ammetterlo! Però adesso sono riusciti a separarmi da lui, ed anche se...” la mia voce tremò forte ed i miei occhi, istintivamente, corsero alla finestra “Anche se io non so dove sia ora, una cosa la so: so che mi ritroverà!”
Per qualche attimo calò il silenzio... tremavo, ma mi imposi di recuperare il controllo: strinsi le mani a pugno, quindi, ed inspirai profondamente...
“Non voglio causarvi danno!” dissi, voltando le spalle alla finestra e tornando a fronteggiare loro “Ma vi prego, vi imploro... non consegnatemi! Solo questo vi chiedo. Ed io prenderò il mio cavallo e galopperò via... non sentirete più parlare di me e potrete dire di non avermi mai neanche vista! Vi prego...” protesi le braccia e le mani e feci mezzo passo in avanti, in cerca delle loro “Vi prego, miei signori... Vi supplico con tutto il cuore!”

Guisgard 14-05-2012 17.09.05

Altea aveva raggiunto da sola la Montagna dei Sette Spiriti.
Entrò nella caverna usata dagli antichi Sanniti, fino a raggiungere un antro semisepolto da un vistoso crollo.
Ad un tratto, una voce la raggiunse da una piccola fessura apertasi tra le pietre.
“Chi... chi è la?” Mormorò qualcuno. “Chi... chi é? Fyellon... Fyellon, amico mio... siete tornato?”

Altea 14-05-2012 17.28.52

Camminavo lentamente, ricordavo che Fyellon disse la Montagna era franabile, come poteva una Montagna cosi maestosa e dal nome cosi imponente essere cosi fragile?
Ad un tratto sentii una voce e vidi una apertura, camminavo piano, ovunque vi erano le tracce del crollo, e vidi un leggera penombra dal cunicolo..un ragazzo era steso e vi erano delle pietre vicino a lui.
"No, non sono Fyellon....non ho la voce di un uomo, messere" dissi quasi sorridendo "mi chiamo Altea e sono giunta alla locanda assieme a Fyellon, state bene messer Barius? Davvero non riuscite a uscire...Fyellon mi ha detto non siete ferito gravemente. Questa fessura è piccola ma se riuscissi a togliere delle pietre potrei entrare tranquillamente. Cosa ne dite, voi conoscete bene questa Montagna...ma non vi lascerò solo..io sarò qui...perchè nessuno viene qui ad aiutarvi moralmente?...mi duole il cuore vedervi abbandonato da tutti."

Guisgard 14-05-2012 17.29.18

Margel prese le mani di Talia, per poi abbracciarla forte.
Ed anche la moglie di Fernand fece lo stesso.
“Non siate sciocca...” disse proprio il marito “... nelle vostre condizioni fuggire equivale a consegnarsi... non sono cavalieri comuni...”
“Come fai a dirlo?” Chiese sua moglie.
“Ho visto le tuniche sotto i lunghi mantelli...” rispose lui “... hanno combattuto in Terrsanta...”
“Dobbiamo nasconderla!” Disse Margel.
“Per il momento resterà qui!” Fece la moglie di Ferand.
“Presto cominceranno a perquisire ogni casa...” disse questi “... cominciando proprio dagli edifici pubblici, come locande e botteghe...”
“Allora come faremo?” Chiese la moglie.
“La nasconderemo alla festa!” Disse all'improvviso qualcuno entrando.
“Delucien!” Gridò Margel, andandogli incontro.
“Anche noi ci nasconderemo lì...” fece lui “... con i costumi saremo al sicuro... la festa è sacra per San Michele e nessun cavaliere oserebbe violarla...”
“Ma a te stanno dando la caccia anche i Taddei...”
“Si, ma anche i grandi di Capomazda sono devoti al Santo Arcangelo di Dio...”
“E' un rischio troppo grande...” disse il locandiere.
“Ma è anche l'unica possibilità...” fissandolo Delucien.
“Milady...” disse Margel a Talia “... ora resterete qui... vedrete, sarete al sicuro... io preparerò i costumi con cui nasconderci... torneremo presto...”

elisabeth 14-05-2012 17.41.55

Sembrava che Reas fosse stato ingoiato da una bolla enorme di sapone....
era li' inebetito da cio' che avveniva..ma sembrase fosse incapace di avere alcuna reazione.......per quanto riguardava il monaco, non lo toccava nulla, potevo essere il diavolo in persona....mi avrebbe chiuso la porta infaccia, senza crearsi problemi...........sentirmi inerme, forse era la parola piu' fuori luogo....ma stranamente mi sentivo spiazzata......che fare ?......." Bene...caro il nostro monaco...non avete paura di nulla..ne' di me che sono una strega ne' di lui che e' un valente Cavaliere.......ci chiedete cosa vogliamo......ma il mio compagno d'avventura e' stato chiaro sin dall'inizio..solo riparo per una notte........e perdonatemi se mi sbaglio.....ma il ricovero per una notte, da buon Cristiano quale siete, non dovrebbe essere negato a nessuno.....".....Non avevo piu' nulla da giocarmi.........

Guisgard 14-05-2012 18.16.35

Il monaco ascoltò Elisabeth e restò a fissarla a lungo.
Poi scosse il capo e fece segno a lei e a Reas di entrare.
Tirò allora una corda e questa fece scattare la vecchia serratura.
Il portone si aprì e i due poterono entrare nel vecchio monastero.
Qui trovarono il monaco che fece loro segno di sedersi accanto al fuoco.
In una pentola bolliva una minestra.
“Parlavate di una guerra...” fece Reas.
“Si, ma a voi non interessa.” Disse il monaco. “Del resto siete solo semplici viaggiatori, no?” Riempì allora due ciotole con quella minestra e le offrì loro.
“Siete marito e moglie?” Domandò poi. “Anche se ne dubito... sareste male assortiti... una strega ed un cavaliere...”

elisabeth 14-05-2012 18.28.27

Lo strano sortilegio e' la vita stessa.....dopo qualche occhiataccia ...il monaco ci fece entrare.....Reas seduto accanto al fuoco riprese la parola, quanti miracoli in cosi' poco tempo.......ma l'astuto monaco, non diede risposta alla sua domanda....anzi, offrendoci una scodella di calda minestra..ci fece un' insolita domanda........." Siamo dei viaggiatori ed e' corretto avere delle informazioni su cosa accade nel territorio....potremmo cosi' evitare di finire nel posto giusto al momento sbagliato, anche perche' ho sentito parlare di una citta' speciale....si dovrebbe chiamare Tylesia.....voi la conoscete?....e per togliervi dall' imbarazzo..sappiate che siamo marito e moglie........dovete comprendere che gli opposti si attraggono e io da buona strega......ho stregato magicamente il bel cavaliere.......sapete, noi donne ne sappiamo una piu' del diavolo....."....con occhi dolci e mani tremanti...mi rivolsi a Reas...." Amore caro.....mangiate un po di questa deliziosa minestra.....quando riprenderemo il cammino dovrete avere lo stomaco pieno...".....

Talia 14-05-2012 18.41.13

L’abbraccio di Margel e quello della moglie di Fernand, e poi subito le loro parole mi sorpresero e mi commossero...
“Oh, no...” mormorai subito “No, vi prego! No, è troppo pericoloso! Voi non capite... non sapete... quei cavalieri farebbero di tutto per riprendermi! Tutto! No, io non ve lo posso permettere!”
Ma loro non mi dettero ascolto, tanto erano già presi dal fare congetture e piani... poi, all’improvviso, una nuova voce nella stanza... Delucien...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 46383)
“Milady...” disse Margel a Talia “... ora resterete qui... vedrete, sarete al sicuro... io preparerò i costumi con cui nasconderci... torneremo presto...”

Sospirai...
“Aspettate...” mormorai ancora... ma i loro passi erano già rapidi nel corridoio, poi per la scala ed al piano di sotto...
Sospirai di nuovo... sentivo come se mi mancasse l’aria...
Feci qualche passo per la stanza e stavo per tornare verso la finestra quando mi bloccai... i cavalieri erano per strada... deviai verso il letto, dunque, e qui mi accasciai con le testa tra le mani...

Guisgard 14-05-2012 19.05.29

Tutti uscirono, lasciando così Talia da sola.

Talia se ne stava sul suo letto a fissare la finestra ed il Sole del pomeriggio che allungava le ombre su Suessyon.
Sospirava e giocava con le mani sulle lenzuola.
Ad un tratto un'ombra le si avvicinò alle spalle e prima che potesse voltarsi, qualcuno le mostrò un mazzetto di fiori di campo.
“Sono magici...” sussurrò Guisgard “... da dare alla più bella...”
Lei sorrise appena.
“Cos'hai?”
Lei si voltò e pianse.
“Perchè piangi?” Stringendola lui, nonostante l'iniziale resistenza di lei. “Sei stata coraggiosissima oggi... ed ora che tutto è passato, piangi?”
“Ho...” mormorò lei asciugandosi gli occhi “... ho avuto paura oggi... si, tanta paura, ma non potevo farlo vedere davanti alle altre... no, altrimenti sarebbe stato peggio...”
“Si, i monaci hanno raccontato tutto al maestro...” fece lui “... quel cinghiale era stato ferito da alcuni bracconieri e questo ha reso quell'animale ancora più furioso... sei rimasta calma e hai fatto si che anche le altre ragazze non si facessero prendere dal panico...” e con un dito asciugò le sue lacrime.
“Non diventerai mai Lancillotto!” Voltandosi lei.
“No?”
“No, visto che impieghi tanto a salvare chi ti aspetta!”
“Beh, Lancillotto aveva una lista lunga da persone da salvare...” dandosi arie lui.
“Davvero?”
“Già...”
“Pensavo che la regina Ginevra avesse la priorità su tutti gli altri...” fingendosi imbronciata lei.
“Tu sei la regina Ginevra?” Stupito lui. “Non pensavo fosse la tua eroina preferita... e questo è molto interessante...” sorridendo lui.
“Scemo!” Tirandogli una gomitata lei, per poi correre via.
Un attimo dopo, Guisgard la rincorse.
Lei allora correva davanti, ridendo e prendendolo in giro, mentre lui le correva dietro.
Ad un tratto la raggiunse e i due ragazzi rotolarono giù per un dolce pendio.
“Ed ora, sir Lancillotto?” Ridendo lei. “Non è conveniente, sapete? Se lo sapesse il re...”
Lui la fissò senza dire nulla.
“Ho avuto paura oggi...” facendosi seria lei “... paura che tu non arrivassi... poi quando ti ho visto arrivare e gridare per attirare l'attenzione di quel cinghiale... non sapevo se essere felice o meno... poteva ucciderti...”
“E' andato tutto bene, no?” Sfiorandole con un dito la bocca. “Ora non pensare più a quei brutti momenti... io ci sarò sempre...”
“Ho sentito la tua voce...” sussurrò lei “... questo mi ha salvata...”
Ed il Sole del tardo meriggio disegnò indefiniti e sfuggenti bagliori nei loro occhi.
Bagliori nei quali, i due ragazzi, videro riflessa l'uno l'immagine dell'altra.

All'improvviso si udì un rumore provenire da fuori, che fece svanire quel ricordo tornatole alla mente.
Talia non poteva vedere e questo aumentò ancora di più la sua ansia.
Ansia che divenne prima angoscia e poi, infine, paura.
I rumori divennero più chiari e riconoscibili.
Provenivano dalla finestra.
Ad un tratto una sagoma incappucciata emerse dal buio, affacciandosi al davanzale della finestra.
Scrutò la stanza avvolta nella penombra, come colui che cerca tra le ombre della notte qualcosa di riconoscibile.
E ad un tratto si accorse di Talia.


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