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Icarius guardò Clio e sorrise.
“Non ti immaginavo fra i volontari...” disse alla ragazza “... anche se qualcosa mi diceva che ci avresti provato.” Ridendo piano. I marinai completarono la gara all'arma bianca e da essa uscì vincitore Palos, che così si unì a Clio e a Sammone per scendere a terra insieme ad Icarius. “Bene, prepariamoci dunque.” Fece questi. “Capo, porta con te anche Cq...” disse Pepino “... potrebbe esservi utile.” |
Sorrisi ad Icarius.
"Non ci ho solo provato.." divertita "Me lo sono guadagnato centrando la moneta..." strizzando l'occhio a Icarius. Poi decisero l'ultimo membro della piccola spedizione, e scendemmo a terra. |
Elv interveni` e io gli ressi il gioco.
"Si capitano, possiamo andare noi a prenderlo, che problema c'e`" sorridendo. |
Icarius, Clio, Sammone, Palos ed il piccolo droide Cq lasciarono la Divina Misericordia e col favore delle tenebre si incamminarono attraverso il porto di Nolhia.
“Hai in memoria le mappe del posto, Cq...” disse Icarius al droide “... indicaci dunque un posto sicuro per dormire, ma comunque ben frequentato in modo da poterci ricavare qualche prima informazione.” “Subito, signore.” Fece il robottino. Cominciò così a consultare le mappe in memoria. “Affermativo, signore.” Dopo qualche secondo. “Non distante da qui, alla periferia della città, vi è la locanda Il Germanico.” “Ottimo.” Annuì Icarius. “Facci strada.” Il gruppetto raggiunse così la locanda. Vi entrò e prese posto ad uno dei tavoli. Il luogo era ben frequentato. |
Mi guardavo intorno, curiosa e spaesata.
Quasi non avevo realizzato di essere davvero libera, libera dalla libertà di Maruania. Quante volte avevo pensato che sarebbe stato bello scappare, dimenticare la lotta e vivere lontano da tutti, dove le leggi non erano assurde come nella mia città. Quante volte ho pensato a quanto sarebbe stato facile. Ma naturalmente non avevo mai osato farlo, il mio posto era lì, per combatterla. E ora per seguire quella nave, che sapevo essere nemica di Maruania quanto me, avevo la possibilità di vedere posti nuovi ed incredibili. Entrammo in una locanda e prendemmo posto. Rammentai con un sorriso che dovevo prendere il dolce per Hold, sulla via del ritorno. |
Il battello saliva sempre più su.
I segnalatori di quota sembravano come impazziti ed a bordo tutto cominciò a tremare, come se la nave stesse per sbriciolarsi. La gente gridava, i membri dell'equipaggio tradivano timore, persino paura, mentre i Corvi non accennavano a terminare il loro inseguimento. “Oltre tremila piedi, capitano...” disse il timoniere “... tremiladuecento... tremilatrecento...” “Ancora...” ordinò il capitano. Il battello saliva sempre più in alto. Ad un tratto i Corvi cominciarono a subire gli effetti di quell'azzardo. Uno di essi esplose in volo e gli altri, temendo il peggio, si ritirarono. Tutti esultarono a bordo. Ma neanche il tempo di gioire ed il battello prese fuoco. “Alcuni propulsori vanno a fuoco!” Gridò uno dei contrabbandieri. Poi un forte boato e Dacey perse i sensi. |
“A quest'ora” disse Gurenbarba “troverete ogni bottega chiusa.”
“Siamo pirati, no?” Sorridendo Elv. “Quando mai abbiamo usato porte e permessi per prendere ciò che ci interessa?” “E sia, ma fate in fretta!” Sbottò il capitano. “Ho fame, maledizione!” “Faremo in un attimo.” Ridendo Elv. “Andiamo, Tina?” Rivolto a Gwen. |
Finalmente il capitano si convinse. Annuii ad Elv quando mi chiamo` e lo seguii, prima fuori dalla mensa e poi giu` dalla nave.
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“Arriva il locandiere...” disse Icarius ai suoi compagni “... lasciate parlare me...”
Il locandiere arrivò e li salutò cortesemente. “Carne, vino e pane bianco.” Ordinò Icarius. “Inoltre ci occorrono stanze. Andrà bene qualsiasi sistemazione. Naturalmente la dottoressa avrà camera singola.” Indicando Clio. “Dottoressa?” Ripetè il locandiere. “Si, siamo degli studiosi” annuì Icarius “giunti qui a nome della Scuola Cattedrale di Afragolignone per alcune ricerche su testi e miti antichi.” “Ah, benissimo.” Sorridendo il locandiere. “Nolhia è città ricca di storia e di arte.” |
* Tutto continuava a tremare senza sosta, sembrava che non ci fosse alcuna speranza.
Udivo la voce spaventata del timoniere tenere la conta man mano che si saliva di quota. I miei occhi erano sempre rivolti verso il capitano, sarebbe stato l'artefice di un portentoso salvataggio e colui che aveva firmato la condanna a morte per tutto noi? D'un tratto la prima ipotesi parve quella corretta, i Corvi si stavano ritirando, la gente esultava. Scioccamente mi lasciai illudere a mia volta,lasciandomi sfuggire un sorriso sollevato. Poi ci fu il caos,il vero caos. Prima sotto forma di puzza do bruciato, poi come fumo che annebbiava la vista infine come fiamme che ci circondavano. Mi portai una mano alla gola, non riuscivo a respirare. Riposi il pugnale nello stivale e tentai di coprirmi il volto ma inutilmente. Svenni, con ancora la pistola saldamente in pugno.* |
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