"E io mi aspettavo questa condizione" ribattei, ridacchiando poi.
"Io mi chiamo Gwen" mi presentai allora, con un sorriso "Tu?"

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"Io Rick, vicesceriffo qui a Valenzan." Disse lui a Gwen. "Ma non ho certo intenzione di restare in questo buco di paese per sempre! No no, ho grandi progetti!" Annuendo tutto impettito. "E dimmi, Gwen... ti tratterrai a lungo qui a Valenzan? Lavori a un articolo?"

Sorrisi divertita vedendo com'era impettito Rick nell'ammettere di avere grandi progetti, era legittimo, dopotutto.
"Non so, in realtà. Lavoro da fotografa come libera professionista ed ho voluto staccare dalla città per un po'. Di solito mi occupo di un settore decisamente più "artistico" di questo" ammisi.

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"Interessante." Disse Rick cercando di darsi un tono pur di impressionare Gwen. "Beh, ora tieniti forte perchè stai per conoscere la mia teoria..." lui facendole l'occhiolino "... a mio parere i 2 ragazzi hanno fatto bagordi, qualche birra o forse persino uno spinello e poi... zac! Caduti nel Lagno. Infatti il ragazzo non ha segni di aggressione. E probabilmente sarà così anche per la ragazza."

Ascoltai la sua idea e non mi sembrò del tutto campata in aria.
"Potrebbe darsi" confermai "Del resto, dalla dinamica sembra qualcosa di simile" ragionando.
"Anche se sarebbe terribile morire così a quell'età."

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"Sapevo che la mia idea ti avrebbe convinta, Gwen." Disse soddisfatto Rick.
"Rick!" A un tratto una voce alle loro spalle. "Quando hai finito di farti bello cosa ne diresti di tornare in ufficio? Chiedo troppo?"
"Ehm... si, sceriffo..." imbarazzato Rick "... volevo dire... no, non chiede troppo... vado..." lanciò un'occhiata a Gwen e andò via.
"E lei..." avvicinando lo sceriffo alla ragazza "... ne ha ancora per molto con quelle foto? Cosa ne dice se ora noi altri continuiamo con il nostro lavoro? Ci da il permesso?" Sarcastico lui.

"Speriamo convinca anche lo sceriffo" divertita.
Lupus in fabula, il capo arrivò, richiamandolo all'ordine, ma del resto non aveva torto.
"Accidenti, se voleva il mio permesso poteva chiedere prima, Sceriffo" scherzai, allontanandomi dalla scena.

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"Molto spiritosa." Disse lo sceriffo a Gwen. "Dove va? Ci lascia così? Avanti, mi faccia dare un'occhiata alla sua macchina fotografica." Con tono fermo lui alla ragazza.

Accennai un sorriso sornione, avvicinandomi a lui.
"Vuole darsi alla fotografia? Non è male, come hobby" considerai, immaginando che non avesse gradito le foto che avevo scattato.

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"Molto divertente..." disse lo sceriffo a Gwen, prendendo la sua macchina fotografica "... ha un bellissimo occhio, sono sicuro farà carriera..." guardando le foto scattate "... ha tutto per sfondare... cinica, fredda, determinata... aggiungerei anche civettuola visto come giocava con Rick." Guardando la ragazza. "Questa per ora la tengo io. E ringrazi che non la sbatto dentro." Indicando la macchina fotografica.

Risi di cuore.
"Io lo faccio già, per carriera, se non le dispiace."
Quello che disse dopo, però, non mi piacque proprio.
"Senta, io con questa attrezzatura ci lavoro e dato che a volte collaboro coi giornali ho fatto solo il mio dovere. Con quale pretesto ritiene di dovermi privare dei miei strumenti? Pensa di poterselo permettere solo per un distintivo?" determinata e senza intenzione di gettare la spugna.

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"Lei non poteva stare qui, non poteva fare foto e a mio parere non potrebbe neanche lavorare nell'ambito del giornalismo." Disse con tono duro lo sceriffo a Gwen. "Vuole contestare la mia autorità? Ottimo, cerco giusto un pretesto per sbatterla dentro." Fissandola. "Ora, se non c'è altro, avrei da fare."
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"Il lavoro che io posso o non posso svolgere non è affar suo" col medesimo tono.
"Dovevo immaginarlo che venire qui in aperta campagna sarebbe stato un errore, vista la gente che ci trovo" scuotendo la testa.
Rozzi campagnoli, ecco cos'erano.
"Sa che non è autorizzato a requisire un oggetto, se non vi è poi un procedimento penale, né flagranza di reato? E non mi sembra che fotografare una scena per scopi lavorativi lo sia, a meno che lei non abbia un articolo dei codici di Diritto da mostrare" con tono diretto.

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Lo scriffo guardò Gwen negli occhi.
Poi, con gesto improvviso tirò fuori le manette e un attimo dopo portò la ragazza verso l'auto.
"Dopo la campagna conoscerà anche le celle del nostra cittadina." Disse lui.
La caricò in macchina e poi salì anche lui.
Mise in moto e partirono.
"Vediamo se una notte al fresco le cambierà i bollenti spiriti." Lui guidando e guardando Gwen dallo specchietto retrovisore, visto lei era seduta dietro e ammanettata.

Sgranai gli occhi scioccata.
Ma sul serio, o stavamo scherzando?
"Lei è davvero pazzo!" sbottai, mentre mi trascinava in auto.
Pazzo non rendeva l'idea, avevo in mente talmente tanti insulti che la metà bastava.
Poco ma sicuro, nel momento in cui fossi tornata autonoma e soprattutto libera, avrei lasciato questo maledetto posto nel giro di un istante.
Intanto, speravo di non dover ricorrere al mio avvocato.

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Gwen fu messa nella cella dell'ufficio dello sceriffo.
"Questa permanenza in cella le farà bene." Disse lui. "Poi se vuol darmi ancora del pazzo, beh, non avrò problemi a rinfoltire la lista dei suoi reati."
In quel momento arrivò Rick.
"Ehi, Gwen!" Stupito questi.
"Rick, se la signorina dovesse, per un qualsiasi motivo, ritrovarsi fuori da questa cella senza che sia stato io a ordinarlo tu prenderai il suo posto, chiaro?"
"C... certo, sceriffo..." farfugliò Rick.
"Bene, torno allemie indagini." Lo sceriffo, per poi uscire.
"Ma cosa diavolo hai combinato, Gwen?" Perplesso Rick.

"E io non mi farò problemi a riempire le tasche mie e del mio avvocato, se mi costringerà a portarla in tribunale" ribattei.
Quando arrivammo in ufficio, mi chiuse in cella.
Non immaginavo che sarebbe mai successo, sul serio, ero scioccata.
Arrivò Rick e lo sceriffo andò via.
"Chiedilo allo psicopatico del tuo capo" dissi a basa voce "Mi ha preso la fotocamera e poi mi ha pure arrestata, dicendo che non potevo stare lì a fotografare. Oh ma è sicuro che fuori da qui lascerò questo maledetto posto e mi farò sentire, una volta arrivata in città" con rabbia.

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"Già, le foto..." disse Rick a Gwen "... avrei dovuto immaginarlo..." scuotendo il capo "... dai, lo sceriffo non è cattivo... magari sbollita la rabbia ti lascerà uscire... devi capirlo, la morte dei 2 ragazzi ha gettato la cittadina nel caos... non era mai successo nulla del genere qui... a memoria d'uomo qui a Valenzan non è mai sparito, nè morto nessuno in circostanze così misteriose." Scuotendo il capo. "Pare sia dal Medioevo che da queste parti non viene ucciso nessuno, ma a quei tempi c'erano leggende ovunque. Avrai sentito che queste parti si raccontava quell'antica e famosa leggenda, vero? Quella sui Taddei."

"Ah, certo ed io ero il capro espiatorio" sarcastica , andando avanti e indietro come un leone in gabbia.
Era davvero un bene che fossi qui dentro, fossi stata fuori probabilmente mi sarei beccata una denuncia per aggressione a pubblico ufficiale.
"No, mai sentita" dissi distrattamente, riguardo la leggenda sui Taddei.

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"Beh, non è che io creda a quelle vecchie storie..." disse Rick sedendosi alla scrivania "... no di certo... forse i vecchi del paese... o i più sciocchi o impressionabili..." guardando Gwen "... vuoi del caffè? O magari qualcosa da mangiare?"
In quel momento un uomo entrò nell'ufficio dello sceriffo.
"Salve..." disse "... vorrei... testimoniare..."
"Riguardo a cosa?" Rick.
"Alla morte dei 2 giovani..."
"Davvero? Ha visto com'è accaduto?"
"No..."
"E cosa ha visto?" Chiese febbrile Rick.
"Un'auto..."
"Che auto?"
"Era molto veloce... io ero sulla stada, in auto con mia moglie..." spiegò l'uomo "... l'auto ci ha sorpassati quasi facendo la barba alla carrozzeria della mia macchina, correva come un dannato... come se avesse tutti i diavoli dell'Inferno alle costole!"
"Ok ok..." fissandolo Rick "... arrivi al punto... cosa ha visto?"
"L'ho detto, l'auto..."
"E cosa centra quell'auto con i 2 ragazzi morti?" Domandò perplesso Rick.
"Io e mia moglie avevamo fatto colazione al ristorante Albas... quello fuori mano..."
"Si, lo conosco." Annuì Rick. "Continui."
"Ecco, dicevo..." mormorò l'uomo "... io e mia moglie facevamo colazione lì... credo fossero le 09.00... più o meno... e dai vetri del ristorante... visto io e mia moglie avevamo preso un tavolo vicino alla finestra... dicevo, dai vetri abbiamo visto i 2 ragazzi passare con le loro bici... a quell'ora la strada è isolata e oltre quell'auto veloce nessun'altra macchina era passata... e l'auto correva proprio nella direzione imboccata dai 2 giovani..."
"Mi sembrano solo sue supposizioni..." deluso Rick "... nulla lascia credere che quell'auto sia coinvolta con la morte dei 2 ragazzi. Al massimo avrebbe meritato una multa per eccesso di velocità." Sentenziò Rick.

Sorrisi alla donna, che sembrava molto gentile.
"Lo trovo incantevole questo paesino, stavo giusto cercando un posto dove fermarmi per un po' e ho visto il suo cartello come un segno!" le sorrisi.
"Questa bottega è piena di oggetti affascinanti la ringrazio molto dell'opportunità!" divertita.
"Ma naturalmente che può darmi del tu, ci mancherebbe!".

La donna sorrise a Destresya e le mostrò il suo negozio, con tanti oggetti caratteristici e d'antiquariato.
"Gli orari non sono rigidi" disse lei "ma la paga per adesso, pur sufficinte, non è altissima, ma col tempo penso di poter ampliare la clientela e magari aumentare anche il tuo stipendio." Sorridendo a Destresya.
In quel momento la porta del negozio si aprì ed entrò una donna.
"Buongiorno." Salutando. "Hai sentito la notizia?" Rivolta poi alla padrona della bottega. "Pare abbiano trovato 2 ragazzi morti nel Lagno."
"Cosa?" Stupita la proprietaria. "E cosa è accaduto loro?"
"Ancora non si sa." La nuova arrivata.

Non capivo perchè prima nominare quella leggenda, e poi fare la parte di quello che non ci credeva.
Bah.
Stavo per rispondere, ma entrò un tipo, dicendo di avere informazioni sui ragazzi.
Questo era davvero interessante, infatti rimasi in ascolto.
Tuttavia, l'uomo non disse granché, limitandosi a farfugliare di un'auto.
Certo, poteva essere che fosse di qualcuno che aveva buttato i ragazzi fuori strada, ma concordavo con Rick pensando che fosse una testimonianza un po' debole.

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L'uomo venuto a portare la sua testimonianza andò via e Rick inserì nel'archivio la sua deposizione.
"Ora tutti verranno a dire la loro..." disse il giovane vicesceriffo guardando Gwen dietro le sbarre "... in questa cittadina non è mai successo nulla e adesso davanti a questa tragedia ognuno vorrà essere coinvolto." Sbuffando.
Pochi minuti dopo si sentì arrivare l'auto dello sceriffo.
Un istante e l'uomo entrò nell'ufficio.

"Molto triste che la gente tratti due ragazzi morti come fenomeni da baraccone" commentai, incredula di fronte a tale e tanta spettacolarizzazione.
Un attimo dopo entrò il bastardo che mio aveva chiusa qui dentro, infatti guardai altrove incrociando le braccia, chiusa nel mio mutismo.

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"Sceriffo..." disse Rick "... ho qui la dichiarazione di un testimone sulla morte dei ragazzi nel Lagno..." dando allo scriffo il foglio con la dichiarazione.
"Beh..." leggendo lo sceriffo "... da quel che ha dichiarato quel tipo non mi pare abbia visto molto... comunque, metti tutto a verbale."
"Si, sceriffo." Annuì Rick.
Lo sceriffo poi guardò Gwen in cella.
"Sbollita la maleducazione?" Rivolto alla ragazza. "Le celle fanno miracoli." Sarcastico, per poi accendersi una sigaretta.

Lo guardai al suo commento.
"Lei invece spiritoso come sempre, noto" magari avrebbe fatto bene anche a lui una notte al fresco per sbollire la spiritosaggine, ma questo lo tenni per me, almeno per il momento.

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Il negozio era proprio bellissimo, con un sacco di cose antiche e affascinanti.
Sorrisi alla donna, quando mi parlò della paga.
"Non si preoccupi non mi serve poi molto per vivere, e questo non mi sembra un paesino poi così caro!" con un sorriso bonario.
Quando poi entrò una donna, pensai si trattasse della mia prima cliente.
Invece si mise a parlare con la donna.
Non potei fare a meno di sentire quella notizia, che mi colpì prodondamento.
"Ma è terribile!" riuscii solo a dire, anche per non risultare invadente.
"E dire che questo sembra un posto così tranquillo!".

Lo sceriffo mostrò una smorfia sarcastica, per poi fissare Gwen.
"Se promette di tenere a freno la lingua e la curiosità, di rispettare la legge e i suoi rappresentanti, io la farò uscire." Disse. "Allora? Che ne dice, signorina so tutto io?"
Nello stesso istante, alla bottega di antiquariato, Destresya aveva appena sentito della trgedia riguardante i 2 giovani nel Lagno.
"Si, questo è stato sempre un luogo tranquillo." Annuì la propritaria del negozio. "Io non ho mai sentito nulla del genere in passato. Neanche un furto."
"Si, forse l'ultimo crimine" intervenne l'altra donna appena arrivata "mipare risalga a oltre un secolo fa."

Lo fissai.
"Io non ho offeso nessuno, anzi, lei mi ha recato un danno senza alcun capo d'accusa. Ma farò finta di non stare pensando niente in questo momento" commentai.

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"Lei era in un luogo chiuso al pubblico, ha scattato foto senza essere autorizzata e in più ha mancato di risptto alla stella sulla mia divisa." Disse lo sceriffo a Gwen, indicandole la stella sulla sua uniforme. "Potrei tenerla qui per un bel pò e magari mandarla da un giudice in un bel processo. E' interessata a frequentare un tribunale? In caso contrario mi dia rassicurazioni sulla sua condotta e forse potrei chiudere un occhio."

"Sì, come vuole, come vuole" tagliai corto.
Perchè era di quei poveri deficienti che pretendevano di avere ragione perchè qualcuno gli aveva dato un minimo di autorità.
E la stella su di lui era più ridicola di quanto lo sarebbe stata su un bambino di cinque anni a carnevale.


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Lo sceriffo guardò Gwen poco convinto.
"E sia." Disse. "Rick, fa uscire la nostra ospite." Al vicesceriffo, per poi sedersi alla sua scrivania per leggere il referto medico sui 2 giovani morti nel Lagno.
Rick prese le chiavi e fece uscire Gwen dalla cella.

Alla fine il bastardo si decise e fui finalmente libera.
Per tutto il traffico non ne sarebbe manco valsa la pena, nemmeno una notte, pensai con sarcasmo.
Appena fui fuori mi arrivano dunque per recuperare la macchina fotografica e andarmene via da lì prima possibile, sperando di convincermi a restare in quel paesino sperduto almeno per la notte.

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Come volevasi dimostrare, il paesino era tranquillo, e quello era una vera rarità.
Mi incuriosì molto, però, quello che disse la cliente.
"Un secolo fa? Accidenti, e che cosa era accaduto?" chiesi

Gwen fu finalmente fuori dalla cella e poi dall'ufficio dello sceriffo.
La giornata era più fresca, ormai Settembre inoltrato, il cielo di un azzurro terso attraversato solo da chiarissime nuvole bianche.
Aveva anche recuperato la sua macchina fotografica ma poco dopo essere uscita dall'ufficio dello sceriffo sentì il clacson di un'auto.
"Mi scusi..." disse qualcuno dal finestrino abbassato di una macchina "... è questo Valenzan? Sono nel posto giusto?"
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"Un secolo fa alcuni ragazzini furono aggrediti e trovati sgozzati." Disse la donna a Destresya. "Si pensò a un lupo, ma poi non ci furono più altre aggressioni e la gente dimenticò."

Una volta che misi le mani sulla mai adorata macchina mi sentii finalmente bene e quando fui fuori dall'ufficio dello sceriffo mi sentii anche meglio.
L'aria tiepida e non più estiva di Settembre mi riempì i polmoni.
Che bella la libertà e quanto la davamo per scontata, troppo spesso.
Specie quando incontravamo pessimi soggetti.
Il fatto che fosse lo sceriffo stesso era solo un minuscolo ed irrilevante dettaglio.
Stavo cercando di capire come fare a rimettere insieme i pezzi, quando una voce giunse al di là del finestrino.
"Le darò una risposta affermativa se mi darà un passaggio per recuperare la mia auto" con aria divertita.

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"Certo." Disse divertito l'uomo in auto a Gwen. "Saltì a bordo!" Facendole segno di salire.

Sorrisi e salii senza troppi complimenti.
Gli indicai poi il punto in cui avrei trovato la mia auto e cioè poco distante da dove erano stati rinvenuti i corpi di quei poveri ragazzi, prima che la mia disavventura in questo ridente paesino avesse inizio.
Incredibile che avessi avuto a malapena il tempo di sistemare la valigia in albergo e subito quello sceriffo psicotico mi avesse fatta finire dentro.
A ripensarci c'era quasi da ridere istericamente.
"È a Valenzan per lavoro?" chiesi curiosa.

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