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Bussarono la porta e Gwen aprì.
“Il padrone chiede di incontrarla.” Disse il vecchio cameriere. “Appena sarà pronta potrà recarsi nella biblioteca al pianoterra, oltre l'androne. Il padrone starà aspettando là.” “Accidenti...” disse lui capendo chi fosse davvero Altea. Allora corse subito fuori dall'acqua, tutto nudo e senza preoccuparsi affatto di esserlo. “Rendetemi la mia roba!” Intimò alla brigantessa. “Subito, dannata ladra!” “Stai tranquilla, cara.” Disse il presbitero a Dacey con il suo tono basso e calmo. “Messer Raspun ha già fatto chiamare i migliori cacciatori di lupi della regione ed ormai i boschi pullulano di trappole. Ma come detto non devi lasciarti impressionare da queste cose. Dovresti pensare a cose più piacevoli.” Sorridendo. In quel momento qualcuno bussò ed entrò poi il cameriere personale del presbitero. “Messer Raspun ha inviato il rapporto circa la cattura dei lupi nell'ultima settimana, eccellenza.” Questi dando il documento al chierico. Il Presbitero subito lo lesse. “Oltre duecento lupi uccisi...” richiudendo il documento il presbitero “... di questo passo non ce ne saranno più in tutta la Sundra... beh, almeno termineranno queste morti misteriose...” “Eccellenza, probabilmente il lupo o i lupi autori delle stragi negli ultimi mesi saranno stati annientati.” Il cameriere. “Si, probabile...” pensieroso il presbitero. |
"Come mi avete chiamata....ladra?" voltandomi offesa e lo ero davvero "Volevo solo divertirmi con voi, milord" gettando i suoi oggetti e vestiti a terra..."Non penso voi siate un affare da essere derubato, per altro si...e voi vi siete lavato nudo davanti a me come nulla fosse" e mi voltai offesa sedendomi su una pietra.
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Presi un gran respiro ed annuii.
Un po' mi inquietava, avevo paura di essere io la causa di quella lite. Ma dovevo farmi conoscere. Una volta pronta scesi e bussai, aprendo appena la porta. http://2.bp.blogspot.com/_1EKv5BXxyK...yrex-large.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Alzai soltanto un sopracciglio senza però controbattere, finendo così il mio thé con calma.
Mi spostai allora dal tavolo ad una sedia di legno con alto schienale prendendo un nuovo gomitolo di lana azzurra da un cestino, insieme ai ferri per fare a maglia. Ero abile nel ricamo e nel cucito, inoltre tale attività riusciva a rilassarmi molto. Avevo quasi terminato una coperta a punto croce, dai toni del mare, che sarebbe stata un regalo per una famiglia povera della comunità. Cercavo di far così la mia parte, vista anche la posizione di mio zio, ma senza mai dare direttamente denaro contante, memore di come lo sperperava mio padre. Trovavo migliore donare qualcosa di davvero utile, un abito, del cibo, utensili per la casa e in questo caso appunto una coperta finemente decorata che sarebbe andata a comporre il corredo di una ragazza sfortunata. Lasciai che mio zio si dedicasse agli affari, impegnata nel mio lavoro e interruppi lo sferruzzare solo quando udii una cifra altisonante. “ Duecento... li avrà sterminati davvero tutti i lupi della zona così.” Non era certo un complimento per Raspun, anzi, biasimavo quel modo di fare. Anche se davvero fossero stati i lupi il problema, ucciderli tutti indiscriminatamente per me non era giusto. “ Ora siamo salvi grazie al prode messere, dovrete congratularvi con lui!” Punzecchiando appositamente lo zio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
L'uomo restò sorpreso dalla reazione di Altea, visto non era consono a quella che sembrava una ladra o peggio una brigantessa.
Lui allora raccolse i suoi abiti ed infilò i pantaloni. “Se non siete una ladra” disse mettendosi la camicia “chi siete allora? Non volevate derubarmi?” “Certo che si!” Ad un tratto una voce. “Noi vi deruberemo eccome!” Ridendo Gozil, con alle spalle i suoi compagni e la pistola puntata contro l'uomo. “Avanti posate tutti i vostri averi e ringraziate Sant'Antonio che non vi freddi all'istante con la mia pistola!” “Ma certo...” scuotendo il capo lui “... una banda di luridi briganti...” fissando Altea “... prego... le mie cose sono ai piedi di quell'albero... servitevi pure...” Gwen bussò e fu fatta entrare. Vide un uomo anziano, ben vestito e dallo sguardo austero seduto ad una scrivania. “Prego prego, entri pure.” Disse spiccio lui. “La nuova maestra, vero? Perdoni, il nome? Non ho buona memoria per i nomi. Venga avanti e si segga.” Indicando una poltrona. “Si, con ogni probabilità è così.” Disse il presbitero a Dacey. “Se la regione, come credo anche io, sarà tornata sicura allora il merito sarà di certo di messer Raspun.” Annuì. “Fallo chiamare.” Ordinando al cameriere. Quello annuì ed uscì. Dopo qualche minuto arrivò un uomo alto e grosso, dallo sguardo incattivito dall'espressione grave del viso rude e marcato. "Eccellenza..." salutando il presbitero "... damigella..." a Dacey. "Benvenuto, messer Ruspon." A lui il presbitero. https://i.pinimg.com/originals/fa/7c...5d4fd999b6.jpg |
Entrai e vidi un uomo anziano seduto ad una scrivania.
"Sì signore, sono io. Mi chiamo Gwen Ygraal" sedendomi di fronte a lui. Non ero del tutto certa che fosse lui l'uomo che avevo visto scendere dalla carrozza, ma l'importante adesso era fare su di lui una buona impressione.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...91721edfb5.gif Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
L' uomo si stava vestendo quando arrivò di soprassalto Gozil puntando la pistola e mi alzai guardando entrambi.."Lasciamolo stare, questo uomo non deve essere derubato" guardandolo negli occhi "Non voglio apparire una ladra davanti a lui, piuttosto volete dirmi cosa fate qui? Non deve essere di queste parti, visto si stava lavando solo e non deve avere nemmeno casa..chi siete?" osservandolo e facendo segno agli altri di fermarsi.
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“ Suppongo che lo sapremo presto...”
Ero ancora scettica per questo preferii non continuare con il discorso, riprendendo a snodare un po’ di gomitolo per continuare la coperta matrimoniale. Dovetti però interrompermi ancora una volta quando la porta si aprì lasciando che Raspun facesse il suo ingresso. “ Messere...” Alzandomi in piedi e facendo un lieve inchino, tornando subito dopo seduta. Proprio non digerivo la presenza di quell’uomo nella mia stessa stanza. “ Abbiamo saputo dei lupi, davvero impressionante...” Mascherando la mia scettica ironia per un complimento. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
L'uomo anziano annuì a Gwen, guardandola in modo spiccio.
Era visibilmente nervoso. Aprì allora una tabacchiera e ne annusò il contenuto, respirando forte. "Quel dannato finirà col farmi ammattire..." disse come se pensasse ad alta voce "... ma veniamo a noi... ha conosciuto Therese? Mi è stato riferito che ha buone referenze. Qui avrà vitto ed alloggio, restando a disposizione dell'educazione della bambina tutti i giorni, eccetto la Domenica dopo aver assistito alla Messa con lei ed un altro giorno settimanale a sua scelta. Domande da pormi?" "Si, damigella..." disse con soddisfazione Raspun a Dacey "... ora tutta la Sundra tornerà un luogo ameno e tutti potranno vivere con tranquillità, come avveniva un tempo." "Dunque lei ritiene che fosse tutta opera di un lupo?" Il presbitero. "Un branco di lupi, eccellenza." Annuì Raspun. "Quelle bestiacce sono ovunque. Ma ora per vederne qualcuno bisognerà attendere parecchio." Ridendo. Gozil rise. "Eh, no..." disse ad Altea "... almeno questa pistola sarà mia... la prenderò per il disturbo di essere sceso verso questa laguna." Divertito. "E voi che non volevate apparire come ladri..." ironico l'uomo ad Altea "... questo siete... vi fingevate per una contadinella, ma in realtà avete presto tirato fuori gli artigli... dopotutto dovevo capirlo subito... siete troppo sveglia e troppo bella per essere una ingenua contadinella..." scuotendo il capo "... complimenti davvero..." "Piantala!" Sbottò Gozil, fissando l'uomo bruno dagli occhi azzurri. https://i.pinimg.com/originals/99/2a...81a7e0def7.jpg |
Gozil prese la pistola all' uomo e quegli mi fissava e pure mi accusava.."Gozil, ritornate a questo uomo la pistola, ha pure una spada, se veramente fosse una persona poco giusta la prenderebbe e ti ammazzerebbe" estraendo Volpe Ambrata e puntandogliela "Avanti" e guardai l' uomo misterioso "Io non vi ho derubato, questo è il mio mestiere...lo avete detto prima che i briganti non derubano uomini come voi no? Infatti io non l' ho fatto...mi chiamano la Duchessa..ma il mio nome è Altea" improvvisamente mi sentii a disagio. Non avevo mai provato una sensazione del genere, anzi era furbo l' uomo visto non scappava.."Per farmi perdonare, vi offriremo alloggio, se volete...mi scuso io..ho sempre pensato fossimo dei briganti gentiluomini, ma il mio Capo ha dei modi grezzi" lanciandogli vampate di fuoco e cercando aiuto in Loi, Briz e Guan.
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Annusò del tabacco e sembrò parlare fra sé.
Forse riferendosi alla persona con cui aveva litigato. Parlò a raffica e in fretta che quasi non riuscivo a seguirlo. "Sì, è una bambina fantastica, molto intelligente e sveglia" sorrisi. Poi chiese le mie referenze. "Ho studiato alla Lowerwood School, avendo la migliore educazione che potessi sperare Altri dieci colpi di verga, sulla nuca stavolta! Nessuna signorina per bene risponde a tono! "Ho trascorso lì otto anni, sette da studentessa ed uno da insegnante Possibile che tu non voglia mai imparare? Sullo sgabello, tutta la notte! "Ho ottime competenze in ogni ambito. Nelle lettere, l'aritmetica, la storia e parlo molto bene francese, in caso Therese dovesse sentirsi più a suo agio." Non era facile convivere ancora con quei ricordi, ma ero rassegnata ad esserne perseguitata finché avessi avuto vita. "È lei il tutore di Therese?" chiesi, più per curiosità. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Io voglio questa pistola.” Disse insistendo Gozil ad Altea.
“Su, capo...” fece Loi “... se Altea vuole lasciarlo andare accontentala... cosa vuoi che faccia una pistola in più o in meno?” “Bah...” gettando la pistola nell'erba Gozil, per poi tornare ai cavalli “... andiamocene.” Seccato. “Strani banditi siete devo dire...” l'uomo raccogliendo le sue cose “... avete un che di picaresco e romantico... quasi folle...” guardando Altea. Il suo sguardo azzurro percorsa tutta la sua intera figura, al punto che lei si sentì quasi messa a nudo da lui. “Altea...” ripetendo lui il nome di lei “... Altea, la duchessa dei boschi... sembra il titolo per una di quelle ballate medioevali tra briganti, leggende ed amori perduti...” sorridendo enigmatico. “Perfetto.” Disse l'uomo a Gwen. “Si, è preferibile conoscere il francese, visto è la seconda lingua qui a Sant'Agata di Gotya.” Annuendo. “Si, sono De Goth, tutore di Therese.” Porgendole la mano. “Benvenuta con noi.” Stringendole la mano. |
"Ottimo" annuendo, nel sapere che proprio il francese era la seconda lingua qui.
"Grazie mille, signore" sorridendo e stringendogli la mano. Era una persona spiccia sì, ma anche molto per bene in apparenza e sentivo che forse non mi sarei trovata affatto male qui. Facevo un lavoro che mi piaceva, la ragazzina era piacevole ed il padrone di casa molto a modo. Tutto davvero ottimo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
De Goth congedò allora Gwen, liberandola da quell'incontro di circostanza, lasciandola libera di tornare alle sue cose e sistemarsi nella sua camera.
Dalla sua finestra, da dove si vedeva il cortile, tornata in stanza Gwen sentì delle voci giungere da sotto. Si udiva la voce di Therese che correva nel giardino. Ma non era sola, visto che una voce giovane e maschile si sentiva con la sua. |
Bastien arrivò, con il suo solito fare spiccio e deciso. Se c’era una cosa che non sopportavo negli uomini era l’essere buoni a nulla, o rammolliti, fortunatamente non era il suo caso, non aveva mai fatto storie quando si trattava di affiancarmi nei miei affari, nè si tirava indietro quando c’erano da portare a termine compiti scabrosi.
Paradossalmente avevo più difficoltà a trovare dei servi che delle serve! Gli sorrisi, indicando con un veloce cenno della mano la ragazza a terra. “Portala nelle segrete, a lei penserò domani...” con fare spiccio, per poi dirigermi verso la mia stanza, dove mi dedicai alla scelta dell’abito, che ricadde su uno nero a righe grigie, un colore che avrebbe fatto risaltare il candore della mia pelle rinvigorita dalla cura di bellezza. Suonai nuovamente il campanellino per chiamare la servetta che si occupava di acconciarmi i capelli, anche lei era giovane e graziosa... per ora. |
Bastien annuì ad Elyse.
Prese la servetta e la portò nelle segrete del castello. Poi la marchesa si preparò, chiamando una servette per i suoi capelli. Quella cominciò a spazzolare i suoi lunghi capelli, sistemandoli ed acconciandoli come la padrona desiderava. |
Mi congedò ed io fui libera di tornare in camera.
Sentii la voce di Therese provenire dal giardino, ma non era sola. Così uscii dalla mia camera e poi fuori nel parco per vedere di chi si trattasse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen lasciò la sua camera e scese nel cortile, dove però trovò solo Therese.
La bambina correva nel cortile, tra gli oleandri ed i ligustri, sotto lo sguardo vigile del vecchio cameriere. “Ehi...” disse la piccola notando Gwen “... vuoi giocare con me?” Avvicinandosi. Il tutore fissava la scena da una finestra. |
Giada arrivò, il suo solito passo leggero, le mani delicate.
Non una parola fuori posto, o meglio, non una parola. Era una di quelle che aveva resistito di più, era al mio servizio da oltre un anno, e non avevo ancora avuto modo di punirla come si deve. O meglio, era successo appena arrivata, uno sguardo di troppo, un commento sussurrato forse, non ricordo bene, ma quel giorno ero in buona e se l’era cavata con qualche cicatrice, anche perché mi eccitava di più l’idea di vedere come avrebbe lavorato da quel momento in poi con il ricordo della punizione (che comunque non era stata certo leggera), che non prendermi subito il suo sangue. Da allora non aveva più parlato, teneva sempre gli occhi bassi, ed era la migliore ad acconciarmi i capelli, tuttavia restavo ancora in attesa di un suo sbaglio, di un passo falso per poterle dimostrare che tutto il suo impegno per restare viva, in realtà non è servito a niente, perché la verità è che non mi serve un pretesto, la verità è che la sua vita mi appartiene, come quella di tutti coloro che vivono sotto questo palazzo, e infondo anche di tutti gli abitanti di Sant’Agata. |
Giada aiutò Elyse a sistemare i capelli, spazzolandoli ed acconciandoli secondo il gusto della padrona.
Fatto ciò rimise a posto spazzole, specchi e fermagli, restando poi immobile ad attendere nuovi ordini della marchesa. Aveva lo sguardo basso, le mani giunte in avanti, aspettando. E con la voglia di andare via da quella stanza il prima possibile. |
Sotto, trovai solo Therese, da sola, ma forse mi ero solo immaginata quella voce.
Acconsentii poi con un sorriso quando mi disse di giocare con lei. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La bambina fu sibito felice di quella risposta di Gwen per giocare con lei.
Allora la finestra sul cortile si aprì ed il tutore di Therese si affacciò. "Damigella Ygraal..." disse a Gwen "... non crede sia opportuno che la bambina le si rivolga dandole del lei o del voi? Therese ha bisogno di un'insegnante, non di un'amica." Con tono fermo. |
Il nome della perla
Era brava, la ragazzina, le sue mani leggere e delicate riuscivano ad acconciare i mei capelli in modo perfetto, senza tirarli mai, tanto che quando avevo voglia di punire qualcuno, non mandavo a chiamare lei.
Mi alzai dalla toeletta, poi mi misi il cappello sulla testa e la guardai, per un lungo istante, lo sguardo basso, le mani giunte, pregustando il momento in cui l’avrei sentita spezzarsi al mio volere, bruciare nella mia perversione. Non vide mai i mei occhi dardeggiare, nè quella luce oscura che vi brillava mentre la guardavo, immaginandola incatenata, ferita grondante di sangue e di lacrime, mentre il catino per la mia vasca si riempiva sempre più. Mi avvicinai a lei apposta, con passo leggero, una vicinanza che la spaventava, ma era brava a nasconderlo. Oh, lo farà un passo falso, lo farà eccome! “Giada!” il mio tono è glaciale, mi concedo una lunga pausa, giusto per gustarmi un po’ il suo terrore, perché io amo leggere il terrore negli occhi delle mie servette, e non solo. “È tutto, puoi andare!” Dissi poi, cogliendo il sollievo che faceva di tutto per nascondete, cosa che mi strappò un sorrisetto divertito. Sospirai e uscii dalla stanza, sarei rimasta a crogiolarmi nella cura del mio aspetto ancora a lungo, ma avevo un castello da amministrare, oltre naturalmente alla città stessa di Sant’Agata, sia mai che la marchesa non ci sia per i suoi cittadini! Così, raggiunsi la sala grande, dove mi avrebbe aspettato Stuardo, il fedele maggiordomo, che sapeva sempre tutto di queste cose. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...07a5c7aa62.jpg |
Quasi sobbalzai quando il tutore si affacciò facendomi quella domanda e ci misi un attimo a riprendermi.
"Oh signore, non mi dispiaceva affatto, posso assicurarglielo. Dopotutto per me non facevaalcuna differenza e può fare tranquillamente, se si trova bene" annuendo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Elyse scese nella sala grande, trovando il fedele Stuarto, appena tornato da Sant'Agata di Gotya.
“Milady...” disse il vecchio servitore “... pare che la furente caccia al lupo degli ultimi mesi sia giunta a compimento... gli uomini di messer Raspun, braccio destro di vostro cugino il barone, hanno quasi cancellato ogni esemplare presenta in queste lande... c'è ottimismo che fra i tanti lupi massacrati ci siano quelli che hanno causato la morte di diverse contadinelle e fanciulli nei boschi attorno a Sant'gata di Gotya...” “Ma può dispiacere a me e rendere il suo relazionarsi alla bambina alquanto ambiguo.” Disse il tutore a Gwen. “Bisogna rispettare i ruoli e le gerarchie. Vuol perdere forse autorità agli occhi della bambina?” Fissandola, mentre Therese tirava la gonna di Gwen per farla giocare con lei. |
Il nome della perla
Mi lasciai cadere stancamente su una poltrona, facendo tintinnare una campanellina perché qualcuno mi portasse del vino.
Ascoltai Stuarto con aria perplessa, per poi scuotere la testa. Tutta quella faccenda non mi piaceva, non mi piaceva per niente, già non era facile trovare servette sempre nuove per i miei bagni, se ci si metteva poi anche questa presunta bestia, era un vero disastro, non che avesse mietuto tante vittime come i miei capricci, ma era sulla buona strada per farmi concorrenza, e ciò non mi piaceva affatto. Ero convinta che queste terre fossero il mio terreno di caccia, e mi urtava particolarmente che qualcuno ci entrasse, facendo poi tutto quel baccano. Certo su di me ci sono leggende, dicerie, ma lasciare cadaveri in giro così, diamine, era davvero un principiante! Eppure, stava terrorizzando la città e tutto attorno, cosa che speravo di girare a mio vantaggio puntando a qualche vittima più importante di una servetta, magari col sangue più raffinato, più nobile... era da un po’ che ci pensavo in realtà, ma la scomparsa di una giovane di buona famiglia crea sospetti, indagini, e io odio che qualcuno venga a frugare il naso nei miei affari! Però quella storia della bestia potrebbe essere un’opportunità interessante per realizzare il mio sogno proibito. Sospirai pesantemente a quelle parole di Stuarto. “Poveri animali...” scuotendo la testa “Non capisco cosa ci trovi la gente ad ucciderli, voglio dire... uccidi un uomo, piuttosto, è immensamente più interessante!”. La vita non aveva grande valore per me, eccetto la mia, è ovvio, ma avevo sempre pensato che af uccidere un animale non c’era molto gusto, era troppo facile, e troppo poco appagante. “Vedremo ora se le uccisioni cesseranno..” sbuffai, sperando vivamente di no, o mi avrebbe scombussolato i piani. “Altre novità dalla città, Stuardo?” Chiesi, alzando gli occhi su di lui. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...679e49f175.jpg |
“Null'altro, milady...” disse Stuarto ad Elyse “... tutti sono troppo presi da questa faccenda... la paura ha i suoi effetti... ah, dimenticavo... vostro cugino il barone ha manifestato il desiderio di farvi visita, milady...”
Infatti il cugino della bella marchesa aveva da sempre l'ambizione di unire i loro titoli e le loro terre in un matrimonio di convenienza. |
Lo guardai, tutto tronfio e compiaciuto per la sua impresa.
Quasi mi dava il voltastomaco. “ Cosa ne farete ora di tutti i lupi uccisi? Addirittura duecento, dico bene?! Una pelliccia per l’inverno o magari un bel trofeo impagliato da mostrare ai vostri ospiti?” Domandai nascondendo nuovamente il tono ironico, sapendo che mi avrebbe risposto atteggiandosi peggio di un pavone che fa la ruota con la coda variopinta. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Non ero affatto d'accordo con ciò che diceva, il fatto che fossi la sua insegnante non voleva dire che dovessi essere un despota.
Io avevo sofferto abbastanza per questo e non intendevo riservare a lei lo stesso destino. Non ce la facevo nemmeno a comportarmi in maniera diversa da com'ero, era più forte di me. "Sono certa di poter affermare comunque la mia autorità" risposi, poggiando una mano sul capo della bambina. "Vieni, Therese. Faremo un'ora di lettura. Mi mostrerai il tuo libro preferito, ti va?" sorridendole e prendendola per mano, diretta in biblioteca. "Quando ero piccola, amavo i libri di avventure, a te quali piacciono invece?" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Guardai Gozil che si comportava come un bambino capriccioso per il regalo non avuto e quelle parole.. Andarcene.
Mi voltai verso il bell' uomo quanto galante, da lui trapelava un ché di romantico e carismatico. Mi guardava e sorrisi.. "Ma noi non siamo come gli altri briganti.. Siamo folli si e pure romantici e sognatori e giusti. È vero il bosco mi appartiene.. Anche se i miei natali sono stati in luoghi molto più lussuosi. È sera tardi, possiamo darvi ospitalità? Dove andrete a dormire.. Il bosco è pericoloso se non lo si conosce". Speravo in una risposta positiva, non parlavo mai con nessuno tranne quelli della banda e mi incuriosiva questo uomo. Inviato dal mio PRA-LX1 utilizzando Tapatalk |
Il nome della perla
Ascoltai Stuarto con aria annoiata, sorseggiando il mio vino pregiato di Solpacus, che mi aveva portato una servetta che si era già dileguata in fretta e furia.
“Bah, vediamo di organizzare qualcosa se proprio ci tiene, anche se preferirei andare io da lui, che non voglio averlo tra i piedi!” Sbuffando, per poi finire il bicchiere e riempirlo nuovamente. “Per quanto riguarda i miei servi, invece?” Con l’aria più Incuriosita. Due dei miei avevano ceduto, iniziato a fare degli strani discorsi ed ero stata costretta a scuoiarli, anche per mostrare agli altri come ci si doveva comportare, così avevo chiesto a Stuarto su procurarmene degli altri. |
Per alcune settimane non accadde nulla.
La bestia non si mostrò e non ci furono aggressioni. Come sospesa in una sorta di incanto, la Sundra sembrava vivere sospesa, tra un'atavica paura ed una sottile speranza di liberazione. Pian piano i sentieri dei boschi tornarono ad essere battuti, i solchi degli sterrati di nuovo videro affondare le ruote di cigolanti carretti e giovani pastorelle riportarono i grassi greggi a brucare nelle praterie a fondovalle. Era un soleggiato pomeriggio di Maggio, in piena Primavera, quando l'alchimia della natura trasforma il paesaggio millenario dei boschi in una vivida ed omogenea massa di verde splendente, screziata degli infiniti colori di un iride fiorito ed i sensi vengono destati da un mare di vegetazione umida, da sottili ed indefinibili odori di terra e verzura. Boschetti selvaggi ricoprivano e macchiettavano profondi conche, un tempo abitati forse da creature di cui oggi nessuno serba più il ricordo. Qui pascolavano pigre le belanti pecore tenute al lazzo dall'abbaiare strenuo di un cane, tutte rivolte all'erba bagnata della valle. Ad un tratto il cane cominciò prima a latrare, poi a guaire. “Buono, Tobia...” disse la pastorella “... buono, su.” Alte e sottili nubi mutavano lente in una foschia chiusa, calda, quasi opprimente. “Tobia, su...” la ragazzina all'uggiolare del suo cane “... buono...” L'animale allora si accucciò con la testa fissa verso alcuni spuntoni bassi di roccia ammantata di muschio e rampicanti, per poi chinare il capo mugolando. “Tobia, cos'hai oggi?” La ragazzina a braccia conserte. Allora da quelle rocce di muschio e rampicanti qualcosa di pesante cominciò a farle quasi scricchiolare. Il cane scappò via, la pastorella restò con occhi increduli, rossi dalla paura, bagnati dal terrore. Per un lungo istante restò così, incapace di capire, di comprendere, di credere. Con uno sforzo riuscì infine a muovere i muscoli tesi ed intorpiditi delle gambe, voltandosi e cominciando a correre a perdifiato verso il bosco, mentre qualcosa di massiccio iniziò a scuotete la terra sotto di sé, inseguendola. La pastorella correva. Inciampò e cadde più volte, come Nostro Signore, tra i rovi, le eriche, le radici degli alberi. Si alzò e riprese a correre, con la gonna strappata, le calze lacerate e la pelle dei piedi sanguinante. Corse, senza riuscire a gridare. Nella sua mente confusa e terrorizzata cercava di recitare un Padre Nostro, un'Ave o Maria ma solo pensieri confusi si rincorrevano alla stessa folle e disperata velocità con cui le sue gambe si muovevano. Vide delle rovine. Una vecchia casa abbandonata, quasi tutta crollata. Un ultimo sforzo e la raggiunse. Non sentiva più nulla alle sie spalle, solo il cuore che batteva impazzito nel suo petto. Arrivò a toccare le rovinate murature della casa diroccata. Si voltò, restando con la schiena contro il muro di pietre squadrate. Non vedeva nulla. Il cuore batteva ancora forte. Comincio a sentire le gambe ed i piedi bruciare per i tagli. Poi un verso indefinito. Cupo, sordo, profondo. Un suono innaturale. Non ebbe il tempo di voltarsi che qualcosa di incredibilmente forte, feroce la issò letteralmente su, sbattendola più volte contro le murature della casa, fracassandole le ossa ed aprendole con profondi squarci la carne. Poi la trascinò via, nel sinistro silenzio in cui il bosco era ora piombato. https://images-na.ssl-images-amazon....oL._SX385_.jpg |
Ruspon lanciò un'occhiataccia a Dacey, mentre suo zio rise di gusto.
“Che infantile fantasia” disse il presbitero “hanno le ragazze, non credete?” “Si, eminenza.” Annuì cupo Ruspon. “Comunque le pelli di così tanti lupi” rivolto poi alla nipote del presbitero “sono una notevole ricchezza. Molti artigiani di Sant'Agata di Gotya faranno a gare per averle e tanti clienti resteranno soddisfatti, damigella. Quanto a me, sono soddisfatto del fatto che da settimane nei nostri boschi non vi sono più aggressioni. Era di certo opera di qualche dannato lupo.” Il vecchio tutore restò a guardare Gwen che si allontanava con la piccola Therese, dirette in biblioteca. “A me piacciono le favole...” disse la bambina “... tu che conosci qualcuna? Mi piace quella di Ardea de'Taddei... messer Elv me la racconta spesso.” “Allora” disse l'uomo bruno ad Altea “voi siete il capo di questa banda immagino. Briganti comandati da una donna... però!” Ridendo piano. “Potrebbe essere la trama di un bel romanzo!” Annuendo. “Si, in effetti comincia a farsi tardi...” guardando il cielo del tardo pomeriggio “... davvero mi dareste ospitalità? E senza derubarmi?” Sarcastico. “Non c'è posto nel nostro covo.” Sbottò Gozil ad Altea. “Ho cominciato a sondare un po' il terreno alla vecchia Locanda del Brigante, marchesa...” disse Stuarto ad Elyse “... lì spesso vi sono forestieri, vagabondi, viaggiatori di passaggio... spesso si incappa in qualche losco individuo... ebbene ho avvicinato tre ambigui giovinastri e forse erano alquanto interessati a prendere servizio qui al castello, milady... naturalmente non ho detto loro tutto, ma non mi sembravano personaggi con molti valori o principi...” |
"A dire il vero è Gozil ma poi seguono sempre me" ed infatti prese la parola ribellandosi.. "Sarà ospite nella mia casetta.. No, non vi deruberemo e voi non svelerete il covo" presentai il resto della banda.. "Avete un cavallo?".
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Abbassai rapida lo sguardo stringendo le labbra, impedendo loro di svelare un sorrisetto sotto i baffi.
Era così divertente vedere il faccione di Ruspon rabbuiarsi. “ Ne sono sicura, come ho detto, siamo tutti grati per il vostro atto coraggioso. Tutti tranne i lupi naturalmente!” Senza smettere di ricamare. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Oh, non conosco questa favola..." con un sorriso dispiaciuto "Ma ne troverò un,altra altrettanto bella da raccontarti" con un sorriso più sicuro.
"Chi è Messer Elv?" chiesi curiosa. Eravamo ormai arrivate in biblioteca e ci raggiravamo lentamente tra gli scaffali ricolmo di antichi volumi. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Annuii a Stuarto.
Conoscevo la Locanda del Brigante, era un posto appena fuori le mura, accessibile tramite una scalinata scavata nella pietra. L’atmosfera era Spartana ma servivano dell’ottima carne e, se sapevi scegliere, anche dell’ottima birra. “Bene, e dove sono questi fantomatici giovanotti?” Chiedo scrutandolo torva “Stavolta voglio esaminarli di persona, non come l’ultima volta che erano dei buoni a nulla!” Sospirosi scuotendo la testa “Portatemeli!! Ordinai. |
L'uomo sorrise ad Altea e salutò il resto della banda.
“Ne avevo uno, ma è finito in una tagliola e ho dovuto sopprimerlo con un colpo di pistola.” Disse. “Dunque ora sono appiedato.” “La mia pistola!” Esclamò Gozil. “Ci sono tagliole ovunque in questi boschi...” lui fissando Altea “... temete molto i lupi da queste parti vedo...” Di nuovo Raspun lanciò un'occhiataccia a Dacey. “Ringrazia la tua buona sorte che sei la nipote del presbitero, altrimenti...” disse fra sé e sé l'uomo. Ad un tratto qualcuno bussò. “Avanti.” Il presbitero. “Eminenza...” entrando un servo “... poco fa, nel bosco...” “Cosa diavolo è accaduto?” Nervoso Raspun. “E'... è stato trovato il corpo di una ragazza...” mormorò “... morta... sgozzata e sbranata...” Il presbitero guardò Raspun. “Pare che qualche lupo sia sfuggito ai vostri cacciatori.” Con occhi di fuoco a Raspun. Questi strinse i pugni per la rabbia. “Va bene.” Disse annuendo felice Therese a Gwen. “Una favola bella allora!” Esclamò, mentre la ragazza fissava i tanti libri sugli scaffali. “Messer Elv è un mio amico. Vuoi conoscere un segreto? Ma solo se prometti di non rivelarlo a nessuno...” “Milady, sono ancora alla locanda...” disse Stuarto ad Elyse “... non sapendo ancora le loro intenzioni ho pagato l'alloggio... ora sono lì...” |
Alle sue parole rimasi in silenzio.. "Mi spiace.. Pensano che i lupi siano la colpa di alcune morti nei boschi.. Che sciocchezze.. I lupi uccidono prede per fame non per gusto di uccidere." sospirai pensierosa a quella rivelazione "Io ho un cavallo, verrete con me.. Guan meglio io e te stiamo all'inizio come sempre e gli altri dietro" feci segno loro di andare a prendere i cavalli e procedere verso il covo.
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Annuii sicura, mentre guardavo i libri a disposizione.
Ne presi uno che narrava fiabe e leggende dei mari con mostri sottomarini e principesse sirene. "Questo andrà benissimo!" mostrando il libro e andando a sistemarci sul morbido tappeto. "Oh certo, non lo dirò a nessuno, tranquilla" annuii, curiosa.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...5b29243a13.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
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