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“Beh, siete stata fortunata...” disse l'antiquario a Clio “... a trovarla per caso intendo... però un modo c'è per saperne di più... potremmo aprirla... aprire l'elsa e leggere il nome dell'armaiolo... volete?”
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“Non credo sia sposato, madama.” Disse il notaio ad Altea. “Non mi ha mai parlato di eventuali moglie e figli. Abita a Nord, precisamente dove non so. E comunque non è vecchio, anzi. Credo sia nel pieno vigore.” Annuì. “Sono lieto che abbiate acconsentito a concedergli un alloggio qui nella vostra dimora. Gli scriverò subito, affinchè arrivi quanto prima.”
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Nyoko ripose la tela in un posto sicuro e ignoto ad occhi indiscreti.
Filax pian piano si tranquillizzò, sebbene l'inquietudine regnava fosse ancora palpabile in quella stanza. Poi, ad un tratto, qualcuno bussò con vigore alla porta. “Sono io...” disse da fuori il capo. |
Qualcuno bussò alla porta e per un attimo mi saltò il cuore in gola:
"Chissà quali cattiverie mi dirà?" mi chiedevo. "Chi sarà il cliente di 'sta volta?" Mi avviai alla porta sistemandomi i capelli ed il vestito. "Prego, accomodatevi" dissi con la voce tremante. |
Mi alzai perplessa. ."Bene ora vi lascio. Così potrete finire la trattativa..a presto".
Mi congedai e chiesi a Petronilla di preparare la carrozza, dovevo recarmi da madame Tessot a ordinare vestiti e la sartoria disponeva di un salottino privato per le clienti e volevo sentire gli ultimi accadimenti. Eppure ero perplessa sul dottore Misk..primo come mai quella veloce risposta se posi la mia idea in carrozza e il dottore abitava lontano..a Nord..secondo appunto il notaio non conosceva il luogo dove abitasse e come avrebbe fatto recapitare la risposta e strano visto il notaio stesso curava i suoi affari in queste zone. Terzo era strano per un giovane non trovare allegria in un luogo..e per ultima si parlava di..una fortuna..nella lettera alla fine. Scacciaii quei sospetti da scrittrice, forse era solo un tipo schivo e riservato. Indossati un vestito da passeggio nero con sfumature violacee e un corpetto lilla..era l' unico vezzo mi permettevo sotto i vestiti neri..io che amavo gli abiti, pizzi e merletti. Indossai un cappellino ed uscii. |
Ringraziai l'uomo, soddisfatta di quell'acquisto.
Finalmente avevo qualcosa di mio, unicamente mio, qualcosa che non derivava dal passato ma che in un qualche modo me lo ricordava. Come un monito. << Un indirizzo?>> replicai dopo quell'istante in cui mi ero distratta, << al momento alloggio all'hotel Savoy ma conto di trovare quanto prima una residenza in città >> spiegai scrivendo velocemente su un bigliettino il numero esatto della mia stanza. Diedi un acconto sulla cifra intera, che avrei completato una volta ricevuto il quadro. Era sempre meglio usare quelle piccole accortezze. Fatto quello uscii dal negozietto. |
Continuavo ad accarezzargli i capelli, mentre lo ascoltavo.
Era così anche per me, forse anche di più, vista la mia "natura", e potevo capirlo. Presi il suo viso fra le mani. "Theris, c'è qualcosa che devi dirmi?" fissandolo "E poi, dove dovrei nasconderlo?" Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Aprire l'elsa.
Si poteva aprire l'elsa? La cosa mi sembrò subito intrigante e affascinante. Scoprire il nome dell'artigiano poteva essere un passo verso la mia identità. Così sorrisi al simpatico negoziante e annui. "Si, certo.." Sorridendo "Apriamola..". Chissà quali tesori nasconde, pensai. |
Altea lasciò il suo palazzo in carrozza, per poi tuffarsi nelle strade cittadine animate da un alone giallastro e fresco, con lunghe ombre che velavano gli alti edifici rinascimentali dalle finestre e balconcini incorniciati da fregi Barocchi affacciati su botteghe e negozi.
Il Sole del primo pomeriggio assumeva riflessi quasi perlati sotto un cielo azzurro e terso, screziato appena da alte nuvole di un bianco vivissimo che naufragavano oltre l'orizzonte cittadino e caotico. La carrozza avanzava con incidere lento per la folla che rigurgitava tra marciapiedi e piazzette, con i tram a cavallo e i gendarmi in sella ai loro destrieri che rallentavano la circolazione. Poi ad un tratto il traffico aumentò e la circolazione si bloccò del tutto. “Perdonate, madama...” disse il cocchiere ad Altea aprendo lo sportellino interno “... ma sembra che oggi ci sia più traffico del solito... chissà perchè mai...” |
Guardavo fuori dal finestrino dalla carrozza...era passato tanto tempo da quando non avevo ammirato il paesaggio artistico e bucolico della città e goduto di quel sole che sembrava ravvivare il mio viso pallido.
Ma la carrozza rallentava e il cocchiere aprì lo sportellino "Non capisco nemmeno io..eppure non vi è alcuna ricorrenza...sentite aspettate in quella piazza, la bottega non è lontana e posso raggiungerla tranquillamente a piedi, cosi capirò pure cosa stia succedendo..non preoccupatevi..non mi succederà nulla" scesi dalla carrozza e lentamente mi addentrai tra quella folla per raggiungere la sartoria, evitavo di guardarmi in giro ma le mie orecchie erano ben tese. |
Dacey lasciò l'antiquariato, ritrovandosi nel bel mezzo di una strada più affollata e caotica del solito.
Simili dimostrazioni di confusione e caos erano solite apparire quando qualcuno della corte imperiale scendeva per le stradine della Città Vecchia, attirando il naturale clamore della folla. Ma solitamente mai nessuno della famiglia imperiale usava attraversare i quartieri dell'alta borghesia o del patriziato, ritenuti abitati solo da meschini individui arricchitisi per fortuna o forse peggio. Dunque quella baldoria era ancora più strana da vedersi in quei luoghi. Dacey vide così una moltitudine di curiosi che accorreva da ogni piazzetta, vicolo o quartiere, con altri che uscivano da ogni porta e persino finestra e carrozze e calessi che sbucavano da ogni angolo. |
“Voglio solo che tu lo nasconda...” disse Theris fissando Gwen negli occhi “... in un luogo sicuro... non voglio mia zia lo trovi, non capirebbe... non ce ne sono molti in giro di questi libelli... la polizia ne ha sequestrati una dozzina solo la scorsa settimana e stamparli non è affatto facile... nascondilo e custodiscilo come un bene prezioso...”
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A passo deciso uscii ma feci fatica a farmi largo tra la folla. Una strana eccitazione si avvertiva nell'aria e la gente si schiacciava lungo le pareti di case e negozi per lasciare il mezzo della strada libero.
Un vociare pareva suggerire l'arrivo di qualcuno di importante. Lo avevo intuito subito, c'era stato un tempo in cui le persone si spostavano per far passare me. Un tempo che avvertivo molto lontano ora. << Che succede?>> chiesi a una donna che mi camminava accanto. |
Una dozzina.
E menomale che non era facile da reperire. "Va bene" annuendo "Va bene, farò come dici" sorridendo e accarezzando il suo viso, mentre pensavo a dove avrei potuto nascondere quel libello. Non era facile con la servitù in giro e tutto il resto, ma avrei fatto del mio meglio. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Il negoziante annuì alla ragazza senza nome e prese poi da un cassetto alcuni utensili.
Cominciò così ad aprire l'elsa della spada. “Ecco...” disse aprendola “... nella parte inferiore della lama, quella che viene bloccata dalla guardia e dalla coccia, solitamente l'armaiolo usa incidere il suo nome... infatti c'è un'iscrizione qui...” mostrandola alla giovane “... però stranamente non reca il nome del maestro che ha forgiato l'arma... no, c'è scritto altro...” E lesse ad alta voce: “Sono Damasgrada la tagliente, nata per un solo e ultimo fendente.” |
Lo guardavo affascinata, mentre armeggiava con quella splendida arma.
Sempre più sorpresa e interessata. Poi quella rivelazione. "Damasgrada.." Sussurrai, rapita "Dite, avete mai sentito questo nome?" al negozietto. Però non avevo l'armaiolo, così non avevo da chi andare. Magari una biblioteca? Pensierosa. |
Altea scese dalla carrozza e si avviò a piedi verso la sartoria, cercando di non farsi travolgere da quella folla così caotica.
Tutto quell'angolo di città pareva animato da una confusione quasi carnevalesca ed infatti Piazza Sant'Antonio aveva l'aspetto di una baldoria folle e rumorosa. Corso dei Fori Aurei era ornato da un'estremità all'altra di palazzi a cinque o sei piani con tutti i loro balconi e le loro finestre gremiti di curiosi ed impazienti spettatori. Così fino al lungolagno. E nell'attraversare quella Babele di carrozze, cavalli e persone, Altea non riuscì a comprendere quasi nulla, dato il festoso e orgiastico trionfo di voci, grida, risate e schiamazzi che avvolgevano tutto e tutti. Dacey invece, anche lei nel mezzo di quel chiasso infinito, cercò di comprenderne il senso fermando una dei passanti. “Pare che stasera ci sarà l'inaugurazione della nuova sede cittadina della Taddeus, la ricca industria di arme Capomazdesi.” Disse la donna. “E' la prima volta che si aprirà una filiale anche qui ad Afragolignone.” http://www.biomed.cas.cz/IBRO-PAIN/i...y/image002.jpg |
Nyoko aprì la porta ed entrò un uomo grosso, poco più alto della media, grasso e sudaticcio.
“Oggi in città c'è il caos...” disse sbuffando e asciugandosi il collo con un fazzoletto sbiadito “... che il diavolo si porti via tutti... aprono una nuova industria e finiremo noi piccoli borghesi a pagare le tasse...” scuotendo il capo “... veniamo a noi... è pronto il quadro?” |
Camminavo a passo veloce, non guardavo nessuno per evitare di essere fermata da qualche passante poco raccomandabile ma non per questo non potevo fare a meno di notare il clima festaiolo per le vie più importanti della città.
Rimasi perplessa, mi fermai un attimo...udii una donna dai tratti esotici chiedere informazioni e una donna le rispose ma non riuscii a comprendere e mi avviai a passo svelto verso la sartoria. Si trovava vicino, vidi l' insegna e fermai un uomo anziano dai tratti nobili che passeggiava col suo bastone.."Milord, scusate cosa sta succedendo? Sono appena tornata da molto e noto questo clima di festa". |
La nuova insegna era stata appena montata sulla sua asta. La guardavo compiaciuta, una grande tavola di legno bruno sagomata, nel cui centro spiccavano le svolazzanti lettere dorate, luccicanti sotto il riverbero del sole pomeridiano. Vi si poteva chiaramente leggere Les Fleurs de Ville, il nome che avevo voluto dare io alla bottega. Non c'era nulla da eccepire, mastro Cecco aveva fatto un ottimo lavoro.
Fare la fioraia mi piaceva molto, il profumo e i colori dei fiori mi mettevano allegria. "Nonna!" Chiamai a gran voce "Bisogna dar l'acqua un po' ovunque, questo caldo è micidiale... io devo uscire per una consegna!" Nonna Marie, un personaggio unico, un incrocio tra un comico ed un filosofo. I suoi motti mi avevano accompagnato per tutta la vita, così come il suo buonumore. Da quando avevo perso i miei genitori, entrambe dividevamo la casa sopra la bottega. "Dai Betty, scendi giù!" Betty era il nomignolo affettuoso che le avevo affibbiato tempo addietro e spesso la chiamavo così. Dovevo consegnare i fiori alla tenuta della marchesa Dor ed ero già in ritardo. Sistemai le ceste sul calesse, aspettando che nonna scendesse per non lasciare la bottega incustodita. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Theris sorrise a Gwen e posò sulle sue labbra rosse un lieve e dolce bacio.
Un attimo dopo la porta si aprì e nella sala entrò una donna. “Zia...” disse Theris guardandola. “Si, caro?” La donna. “Oh, forse ti aspettavi che bussassi? Perdonami, ma non ci ho badato... ma non credo sia grave, no? Cosa mai potevate fare da non poter essere sorpreso da tua zia?” Sorridendo. |
Sorrisi di rimando e risposi al suo dolcissimo bacio.
Peccato che un attimo dopo fummo interrotti dall'arrivo di sua zia. Rivolsi di nascosto a Theris un sorriso un po' contrariato. "No, non disturbate, anzi stavamo proprio andando a fare colazione" prendendo Theris per mano e passando davanti allo spartito, nascondendo il libello nella mia vestaglia. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Dal nome sembra un'arma molto antica...” disse l'omino del negozio alla ragazza senza passato “... forse di origine Normanna o addirittura Longobarda... in queste terre è il periodo aureo per quel che riguarda le spade... ma temo che dovrete compiere una ricerca o consultare qualche esperto di fonti letterarie...” rimontando la bella spada.
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Un'arma molto antica, la cosa iniziava ad affascinarmi.
Così come mi affascinava quel negozio, e tutte le splendide armi che aveva. "Ci ringrazio del vostro aiuto, andrò sicuramente a curiosare in una biblioteca..." Sorridendo. "Ad ogni modo, avete una splendida collezione qui..." Guardandomi attorno "Persino una ragazza come me resta affascinata da tutte questi oggetti..." Sorridendo gaiamente |
La nonna scese lentamente dalla scala in legno cigolante, portandosi dietro uno scialle leggero.
“C'è il Sole ma questo vento fresco di sicuro stasera farà l'aria pungente.” Disse rivolta a Gaynor. “Oggi poi è il giorno di San Luigi, il più lungo dell'anno... da domani le giornate pian piano cominceranno ad accorciarsi... come recita il vecchio antico? Marzo è testa d'Estate, Agosto è testa d'Inverno!” Ridendo. |
Stringendo la mia borsa con entrambe le mani ascoltai la donna.
Sapevo che cosa fosse quell'industria poiché avevo chiesto in merito per decidere se investire parte dei miei soldi in essa. Ancora non avevo preso una decisione al riguardo e sapere dell'inaugurazione mi fu utile. Ci sarei andata, in qualche modo, per farmi un'idea più precisa dell'industria e magari conoscere i proprietari per parlare di affari. Ero una donna diretta e odiavo trattare con gli intermediari. " Vi ringrazio per avermi risposto. Buona giornata" |
“Invece si, zia.” Disse ad un tratto Theris, con tono secco e sfrontato. “Non puoi entrare senza bussare. Lo dico per te...” con un sorriso impertinente.
“Oh, Bontà Divina!” Stupita la zia. “E cosa avrei potuto interrompere?” Fissando poi Gwen. E Theris scoppiò a ridere. |
Alzai gli occhi al cielo con un leggero sorriso a quel botta e risposta dei due.
Anche se lo amavo proprio per questo, dovevo ammetterlo. "Avevate qualcosa da dirci?" alla donna, cercando di stornare l'attenzione altrove, tenendo ancora per mano Theris. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Oh, è il clamore della civiltà moderna, madama.” Disse l'uomo anziano ad Altea. “Dobbiamo rassegnarci, il mondo sta cambiando. Ed anche velocemente. Prima si lamentano che ci sono troppe guerre in giro e poi permettono che una potente industria di tale tecnologia apra una filiale direttamente qui nella capitale. Si tratta della Taddeus, colosso nella lavorazione e produzione di armi, che ha acquistato il Palazzo dei Gigli, facendone la sua sede in città.”
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“Guardatevi pure intorno...” disse l'omino alla ragazza senza nome “... abbiamo armi di ogni genere e tipo. Anzi, immagino che la nostra attività trarrà molti vantaggi da ciò che sta succedendo oggi in città.”
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Rimasi a bocca aperta.."Addirittura..la gente festeggia per l' apertura di una industria di armi..speriamo proprio di non entrare in guerra. Ma la famiglia reale permette tutto questo? L' industria Taddeus...sono di Capomazda? E chi vi è a capo? Purtroppo l' era moderna si evolve ed è giusto sia cosi ma trovo assurdo festeggiare per delle armi...vi sarà qualche avvenimento?" questo fatto mi incuriosiva.
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Sorrisi all'omino, e iniziai a guardami intorno, sempre più affascinata.
C'erano armi di ogni genere, che paradossalmente mi sembrava in qualche modo di conoscere, la mia mente rapida pensava a quale fosse il miglior modo di ultizzarne, la situazione per una, la situazione per un'altra. "Ditemi..." sempre curiosando "Avete qualcosa di particolare?.. voglio dire.." sorridendo "più del resto..". A dirla tutta mi sembravano tutti particolari quegli oggetti, e le armi a maggior ragione. Poi quelle parole mi destarono, e tornai a guardare il vecchietto. "Davvero?" stupita "A che cosa vi riferite?". |
Ringraziata la donna, Dacey riprese a camminare tra una folla sempre più eccitata e chiassosa.
La strada era praticamente bloccata e tutti sembravano come ipnotizzati da quell'evento. Ed infatti, andando oltre, la giovane e ricca vedova si accorse che erano stati montati dei palchi nella piazza, come se dovesse andare in scena uno spettacolo. Come se l'inaugurazione della nuova sede richiedesse anche un roboante spettacolo. |
Mi inoltrai per le strade sempre a fatica fino a raggiungere una piazza che sembrava esser stata trasformata in un palco, come per uno spettacolo itinerante.
Incuriosita mi fermai per capirne di più |
“Beh, si...” disse la zia di Theris a Gwen “... informarvi che stasera avremo ospiti a cena.”
“Di nuovo?” Seccato lui. “Possibile che qui la mondanità non vada mai in ferie?” “Il tuo sarcasmo è del tutto fuori luogo.” Replicò la donna. “Si da il caso che verrà a farci visita lord Corcionne, uno dei gentiluomini più importanti ed in vista della città.” Theris sbuffò. “La tua irriverenza ci metterà nei guai...” la zia. “Non capisci che queste cose ormai sono ammuffite?” Sbottò Theris. “La nobiltà appartiene al passato, come i suoi pregiudizi ed i suoi privilegi.” “Misericordia!” Esclamò la donna. “Non permetterti mai di parlare così davanti alla gente! Soprattutto quando sei in presenza di lord Corcionne!” |
Sospirai silenziosamente con fastidio.
Pure a me seccava il comportamento della zia, ed infatti scoccai un'occhiata a Theris. "Va bene, grazie per averci informati, ora sarà meglio andare a mangiare qualcosa, con permesso" interrompendo quella discussione che temevo sarebbe degenerata. Presi Theris per mano ed uscii dalla sala, allontanandomi. Non era tanto la presenza della donna in casa nostra ad infastidirmi, quanto la sua ostinazione nel voler gestire la nostra vita dal punto di vista sociale. Theris aveva ragione, lei non avrebbe capito. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Si, sono di Capomazda e a dirigere l'intera industria vi è da sempre la nobile famiglia dei Taddei.” Disse l'anziano ad Altea. “Mancava solo una sede nella capitale per farli sentire i più importanti industriali dell'impero. E per mostrare la loro magnificenza, la loro ricchezza e la loro potenza hanno addirittura organizzato un grande spettacolo a cui tutta la cittadinanza potrà partecipare gratuitamente.”
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“All'inaugurazione della nuova sede cittadina dell'industria Taddeus, la più importante produttrice di armi.” Disse l'omino alla ragazza senza passato. “Per l'occasione è stato acquistato il Palazzo dei Gigli, una dimora antica e nobile che sarà il quartier generale della Taddeus qui nella capitale.”
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Il padrone entrò in camera sbuffando e lamentandosi, come al solito. Non mi degnó neanche di uno sguardo.
Mi ordinò con arroganza di mostrargli il dipinto ultimato. "Sì, signore" dissi umiliata. Aprii un armadio dove posavo i dipinti dei clienti. Il dipinto che chiedeva il capo, era per una donna ed il sogno che feci a riguardo, presagioso, non prospettava niente di buono. Lo consegnai al capo quando, in quel momento, mi risuonarono in mente delle strane parole. Istintivamente mi voltai verso il quadro nascosto scorgendo una macchia nera sul telo... |
Sorrisi alle parole dell' uomo.."Uno spettacolo all' aperto quindi...i Taddei..famiglia nobile, hanno preferito una rappresentazione pubblica, alquanto strano..si i tempi stanno proprio cambiando..grazie dell' informazione milord" feci un leggero inchino e mi congedai. Ovviamente la vecchia aristocrazia era legata agli antichi stereotipi, ma sebbene io fossi una donna moderna trovavo tutto questo alquanto singolare.
Sarei passata dopo in sartoria, e seguii la folla per trovare dove mi portasse per quella rappresentazione...forse vi era un motivo per portare delle armi ad Afralignone. |
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