Alla bottega tutto proseguì tranquillamente, fino al pomeriggio, fra un cliente e l'altro.
Poi, arrivò Marta e la sua richiesta mi incuriosì.
"È per caso una richiesta dei due scienziati?" con un sorriso divertito e curioso, mentre prendevo i vasetti.
"Quanti te ne occorrono?"

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Garion portò una mano alla bocca, trattenendo il respiro.
Allora cercando di non far rumore si alzò e corse via, eccitato alla follia ma anche spaventato.
Mentre Destresya finì di lavarsi.

Finii di lavarmi, mi asciugai ed uscii dal bagno, diretta alla mia camera.
Qui, indossai un vestitino semplice, che potevo tranquillamente portare in casa, e mi diressi verso il giardino, sedendomi poi sulla poltroncina aspettando il pranzo.

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"Si, sono per quei due studiosi..." disse annuendo Marta a Gwen "... hanno portato ben 11 scimmie, o come le chiamano loro... mi occorrono almeno una quindicina di vasetti di frutta... sono già agitati quei due..."
"E perchè mai?" Chiese la zia.
"Perchè hanno perduto una delle loro scimmie, ora sono solo dieci..." Marta "... quando hanno scaricato le casse con le gabbie, lasciandole per qualche minuto davanti allo spiazzo, qualcuno deve averla portata via... ed ora stanno dando di matto quei due..."
"Prima qualcuno uccide le pecore del signor Campus..." pensierosa la zia "... poi anche la scimmia dei due studiosi... chi può essere interessato ad uccidere degli animali?"

Stewart portò il vassoio col ciba a Destresya, ovviamente posando rapide occhiate su quel suo abito succinto che mostrava molto delle forme della bella padrona di casa.

"Cavoli" esclamai, sentendo quante scimmie avevano portato qui.
E anche ai vasetti di pesche che gli servivano.
"Perduta? Di già?" chiesi, con tanto d'occhi, mentre impilavo le cassette di legno con dentro i vasetti.
Guardai la zia.
"Questo è ancora più strano. Le pecore di Campus erano già qui da prima, ma le scimmie sono appena arrivate. Peraltro, l'ipotesi riguardo l'atto intimidatorio non è più plausibile, visto che le pecore non c'entrano nulla con quella scimmia."

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"Magari si tratta di qualcuno che odia gli animali indistintamente..." disse la zia a Gwen.
"Sarà qualche branda di cani randagi." Fece Marta, per poi prendere i vasetti di frutta, pagare ed andare via ancora seccata.

Marta andò via.
"Io non sono affatto convinta che si tratti di un cane randagio, assolutamente no. Non è possibile! E poi, scusami, le pecore sono state trovate lì, ma la scimmia? Se un cane l'avesse aggredita sarebbe stata ancora lì, ma è proprio scomparsa, dunque qualcuno deve averla presa."

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Sorrisi a Stewart, osservando il pranzo che mi portava.
Beh, si poteva fare di meglio, ma non era male.
La nostra cuoca sapeva il fatto suo, dopotutto.
Mi godetti il mio pranzo in santa pace.
"Ma il signorino dorme ancora?" chiesi sbuffando a Stewart.

"Magari i cani" disse la zia a Gwen "l'avranno azzannata e poi portata via. Essendo un branco l'avranno mangiata dopo averla uccisa. Forse la scimmia ha cercato di scappare ed i cani l'avranno inseguita ed uccisa altrove..."

Quella sera il castello era in festa, mio padre il Duca e ricco possidente, aveva dato un ricevimento per il fidanzamento di una delle mie due sorelle.
Io e Colette avevamo accalappiato il malcapitato che stavamo mettendo sotto torchio.."E dite, Conte di Torsion, voi preferite le bionde, le more o le rosse?" ridendo Colette seduta al trono mentre io osservavo la gente che ballava allegramente e mia sorella Seline, ovvero la festeggiata.
"Oh Colette, non siate pettegola" con fare duro e remissivo "Così faremo scappare il futuro sposo, dico bene Conte di Torsion, e poi certo non vorrà mettersi nei guai se dovesse dire una mora come voi invece che una rossa come Seline". Dopo questo futile dibattito egli se ne andò da Seline e io osservai Colette.."Non la lascerà mai per te, sto facendo l' impossibile, anche se a mio avviso nostro padre gli permette troppe confidenze nel nostro castello".

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"Stop, buona la prima" udii.


Oh, finalmente la scena del film era finita per oggi, ma chissà quanto sarebbe durata questa serie tv. A dire il vero questa cittadina che ci ospitava era davvero allegra e mi trovavo bene, e poi dimorare in questo antico castello proprio tra la cittadina e l' inizio del bosco e la brughiera non era affatto male.
Andai in camerino e tolsi i pesanti vestiti, indossai un vestito molto più leggero e, ovviamente, alla moda e decisi di andare a mangiare con Colette in un ristorantino del paese e forse ci sarebbe scappato un po' di shopping.
Fu così che le scrissi un sms e le diedi appuntamento fuori, con la mia Ferrari saremmo arrivate presto...ovviamente il cavallo lo lasciavo per la serie tv, ma le lezioni prese mi erano servite per un bel giro nel bosco e nella brughiera, un' attrice doveva saper fare tutto.

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Ci pensai su.
"Non so, mi sembra strano, è troppo forzato... Mi dispiace molto, chissà cosa penseranno adesso che, al loro arrivo qui, hanno già avuto un problema..." sospirando.

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"Temo di si, signora." Disse annuendo Stewart a Destresya. "Pare sia alquanto pigro suo nipote." Osservò.
Ad un tratto arrivò un'auto davanti al cancello della villa.
Non una qualsiasi, ma della polizia locale.
Stewart andò a vedere e tornò poi dalla bella padrona.
"Signora, si tratta dello sceriffo Swan..." il vecchio "... vuol riceverlo subito o preferisce cambiarsi?" accennando al suo abito succinto.

Le riprse della nuova puntata di quella serie tv erano finite da circa un paio d'ore, quando Altea vide arrivare Colette dove lei la sta aspettando con la sua Ferrari.
Era un nuvoloso pomeriggio di Aprile, con quell'angolo di campagna racchiusa dai platani, dai pioppi e dai cespugli fluenti di bacche selvatiche, il tutto racchiuso dalle lontane montagne azzurrognole che facevano da sfondo a quello scenario campestre e caratteristico.
Le due ragazze ora potevano rilassarsi e prendersi una bella pausa.
Raggiunsero un pub del posto, dall'aspetto tipico e con un nome alquanto bizzarro.
Sull'insegna infatti compariva il nome "Il Monachello".
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"Beh, anche loro però..." disse la zia a Gwen "... portare qui tutte quelle scimmie. Per farne cosa poi? Mah..." scuotendo il capo.
In quel momento entrò Patrick, il garzone della pizzeria lì vicino.
"Hai sentito la novità, Gwen?" Ridacchiando il ragazzo dai capelli rossi e dall'insopportabile risolino fisso sulla sua faccia. "Qualcuno ha denunciato allo sceriffo la morta di alcuni animali."
"E la cosa ti diverte?" Chiese la zia.
"Mah!" Ridendo il ragazzo.

Colette arrivò subito e salì sulla Ferrari "E' divertente il fatto abbiano voluto dare ai personaggi femminili i nostri veri nomi...almeno non ti chiamerò con un nome sbagliato".
Osservavo il paesaggio attorno a noi "E' molto bello qui, penso di acquistare una tenuta quando questa lunga serie tv sarà finità, la brughiera mi affascina molto".
Parcheggiammo di fronte un pub e guardai l' insegna.."Che nome strano, dai entriamo qui".
Osservai il pub, certo non era un luogo di lusso ma molto caratteristico della zona.
Ci accomodammo e aspettai arrivasse un cameriere.

"Sono scienziati, studiano gli animali, me l'ha detto Marta! Li ho visti entrare in albergo, prima!" risposi prontamente.
Poi, arrivò Patrick, il garzone della pizzeria.
Un mio caro amico dai capelli rossi che a volte i turisti scambiavano per mio fratello.
Solo che a volte era insopportabile.
Tipo adesso.
"È una cosa orribile Patrick, non dovresti riderne" con la fronte corrugata "Sono solo dei poveri animali, non hanno colpe..."

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"Un nome curioso, stravagante..." disse Colette ad Altea guardando l'insegna "... sarà qualcosa nota alla gente del posto." Facendo spallucce.
Le due entrarono e si sedettero ad uno dei diversi tavoli liberi.
Arrivò un cameriere che si fermò a guardarle.
"Accidenti..." disse incredulo ed emozionato "... ma voi... voi siete le famose attrici di quella serie tv! Io non mi perdo neanche una puntata!" Esclamò.

"Beh, ora allo sceriffo tocca scoprire chi è interessato ad uccidere degli animali." Disse divertito Ptrick che non riusciva a smettere di ridacchiare con la sua voce stridula.
La zia lo fissava infastidita.
"Gwen..." ancora il ragazzo "... secondo me è stato un licantropo!" Divertito.

Ci sedemmo e dissi a Colette "Io invece voglio sapere il significato, lo sai sono curiosa per natura".
Arrivò il cameriere e non mi stupii della sua reazione "Si siamo noi...piacere di fare la tua conoscenza" sorridendo e guardando Colette "Ti ringraziamo, il merito del nostro successo è dovuto a voi spettatori, ma toglimi una curiosità, perché questo locale si chiama "Il monachell"? E' dovuto al caso o vi è un motivo" incuriosita.

Continuavo a guardare Patrick scuotendo la testa.
Era impossibile...
"Smettila di dire scemenze..." commentai annoiata "Non devi lavorare, tu?" con una smorfia.

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"Bah, che scansafatiche!" scossi la testa, con disprezzo.
Possibile che quel ragazzino non sapesse fare altro che dormire?
Non avevo davvero parole.
Ma poi qualcosa mi colpì, una macchina si era fermata davanti alla villa.
Sorrisi nel vedere che era la macchina della polizia locale.
Oh, ecco il mio bello sceriffo che veniva a farmi visita.
Non c'erano stati sospetti su di me per la morte del vecchio, ma era sempre una cosa buona avere un poliziotto dalla mia parte.
E che poliziotto, era un uomo d'altri tempi che mi faceva sempre girare la testa.
"Oh, no no!" dissi a Stewart "Invitalo qui a prendere il caffè con me!" con un sorrisetto diverito.

Il cameriere si sentiva ingalluzzito stando fra due attrici famose, nonchè bellissime donne come Altea e Colette.
"Oh, il nome..." disse "... si, abbiamo usato come nome per il pub una vecchia leggenda locale..." annuendo.

"Si si, vado vado..." disse Patrick a Gwen continuando a ridere forte.
Infine andò via.
"Che idiota quel ragazzo." Commentò la zia.
Il pomeriggio continuò pigro, tra un cliente e l'altro nella bottega, fin verso il crepuscolo.

"Una leggenda locale...ce ne parleresti per favore? Dicevo prima a Colette ne ero interessata...e poi portaci qualcosa di tipico del posto" sempre più attenta ed incuriosita, osservando il locale per vedere se riportava qualcosa appunto di questa leggenda o altro.

Swan entrò e naturalmente rimase a fissare Destresya in quel suo vestitino essenziale, povocante e che non faceva nulla per coprire buona parte del suo bellissimo corpo.
"E' sempre un piacere, signora." Disse lo sceriffo. "Spero di non disturbala. Sono passato a salutarla essendo arrivato da queste parti... un paio di persone hanno denunciato la morte dei loro animali e qualcuno teme possa essere colpa di una banda di cani randagi... sto pattugliando la zona..." guardandola.
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Alzai gli occhi in su, mentre andava via.
"Bah... È un po' alla buona, ma non è cattivo..." commentai, con tono svogliato.
Giunse finalmente il crepuscolo.
"Credo possiamo chiudere ormai, zia" notando il cielo notturno fuori.


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Era un pub molto caratteristico, tipico del posto e della tradizione locale.
"Si, certo..." disse il cameriere ad Altea "... si tratta di una vecchia leggenda... secoli fa un ragazzino figlio di un barone nacque deforme... fu allora chiuso in un monastero Benedettino poco lontano da qui... aiutava i monaci nei vari lavori ed essi gli davano da mangiare... il ragazzino però sviluppò molto presto dei poteri particolari, visto che sapeva prevedere gli eventi futuri... la sua fama crebbe nei villaggi vicini e molti andavano al convento per chiedere sul futuro al ragazzo... in breve, pur non avendo mai preso i voti, tutti lo chiamarono il monachello, per via del saio che usava per coprirsi." Sorridendo ad Altea che beveva.

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"Si, ma io resterò ancora un pò per l'inventario." Disse la zia a Gwen. "Tu vai pure, tranquilla." Sorridendole.

"Oh... Sei sicura di non volere una mano? Finirai prima se ti aiuto" annuendo con convinzione.
Non mi dispiaceva nemmeno star qui ad aiutarla e potevo anche rimanere.

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Ascoltai con interesse la storia.."Sembra proprio una storia di altri tempi, e tu ci credi o secondo te è solo superstizione?" pensando per un attimo e assaggiando il buon vino "Quindi se esprimo qui un desiderio si avvera, peccato io non ne abbia per ora...ma mi auguro porti fortuna allora alla gente del posto, siete tutti così ospitali qui" osservando il locale "Tu, come ti chiami? Non conosciamo nessuno qui in questo posto".

"No, tranquilla, vai pure, Gwen." Disse la zia. "Io farò tutto con calma." Sorridendole.



"Io mi chiamo Pitt." Disse il cameriere ad Altea. "La leggenda? Mah, non ci ho mai pensato... beh, se anche fosse vera è comunque accaduta secoli fa..." sorrise "... beh, ora che abbiamo due clienti belle e famose come voi, la cena è gratis!" Portò così alle due attrici birra, panini e stuzzicherie varie.
Tutto offerto dalla casa.

Sorrisi a Colette e arrivò la cena "Grazie Pitt...davvero buona" assaggiando i panini "Dicci" deglutendo "Dove possiamo andare dopo cena, non usciamo molto, stasera ci siamo volute dare un diversivo...cosa si fa qui a Casarignone o dove si va?" prendendo la pinta di birra scura "Non abbiamo spasimanti vedi? E vogliamo pure passare innosservate, vero Colette?" accarezzandomi i capelli biondi.

Annuii.
"Okay, allora vado alla pizzeria!" le comunicai.
Poi, uscii dal negozio e andai alla pizzeria di fornire, dall'altra parte della strada.
Entrai e venni subito avvolta da quel buonissimo profumo fragrante di pizza.
Il locale era pieno il giusto perchè non si creasse confusione.
Allora scelsi un tavolo libero e mi sedetti, in attesa di ordinare.

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Fissai negli occhi il bell'ufficiale, lasciando che il mio sguardo attraversasse impunemente tutto il suo corpo, così amabilmente fasciato dalla divisa.
Sorrisi a quelle parole, accavallando le gambe dall'altra parte, senza smettere di fissarlo.
"Oh ma com'è gentile il mio sceriffo preferito a preoccuparsi per me.." fissandolo con un sorrisetto sornione.
"Prego, si sieda qui accanto a me.." chinandomi in avanti e battendo la mano sulla seggiolina accanto a me, mostrando in modo velato quella scollatura aperta e provocante.
"Può concedersi una pausa, non crede?" fissandolo nuovamente tutto "Che gusto c'è a vivere se si lavoro sempre?" facendogli l'occhiolino.

"Voi non passate certo inosservate." Disse divertito Pitt ad Altea ed a Colette. "Purtroppo qui a Casarignone non c'è molto da fare la sera. Gli unici locali sono una pizzeria e questo pub... la gente non esce molto... è una cittadina tranquilla..."
"Che allegria..." finendo la sua birra Colette.
Nel pub era accesa la tv e stavano dando un programma di divulgazione scintifica/archeologica.
"Quello lo conosco..." Colette indicando l'uomo sullo schermo "... è il dottor Minsk... un giovane scienziato che gira il mondo per risolvere i grandi misteri e gli enigmi più ostici... ora si trova su un'isoletta delle Flegeesi, per svelare l'autenticità che si cela dietro una vecchia leggenda..." sospirò "... però, che fusto... ha il fascino dell'uomo di cultura... oltre ad un gran bel fisico... è da giorni su quell'isoletta e con la barba lunga è ancora più bello..." fissando la tv come rapita dal carisma di quell'uomo.
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Gwen arrvò in pizzeria e subito Patrick si avvicinò al suo tavolo.
"Ehi, ciao..." disse ridendo "... cosa ti porto di buono?" Con il taccuino per l'ordinazione.

Ed ecco che di nuovo Patrick tornava continuando a ridere.
Alzai gli occhi in su.
"Una Quattro Stagioni e un'aranciata in lattina" risposi, già pregustando la pizza.

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Swan sorrise e si sedette accanto a Destresya, naturalmente gettando più di uno sguardo su quello spettacolo di scollatura e di gambe accavallate che lei così generosamente offriva all'aitante sceriffo.
"Massì, qualche minuto di pausa non mi farà certo male..." disse, mentre le sue mani erano vicinissime alle cosce di lei "... lei invece cosa mi racconta? Non ha animali qui in villa, giusto? uindi non corre il rischio che qualcuno li ammazzi." Divertito, facendole l'occhiolino.

"Eh si, noto la vita è molto tranquilla qui a Casarignone, e noi non possiamo muoverci perché domani il lavoro ci aspetta, ma mi sto rilassando e divertendo ugualmente".
Poi Colette iniziò ad esultare osservando la televisione, parlava tutto d' un fiato ed io osservavo le figure scorrere, lo scienziato ed archeologo e la sua bella figura "Si, direi un uomo davvero affascinante...direi ci sta...bello, affascinante, colto e studioso..ma si trova su un' isola flegeese e noi siamo qui, quindi irraggiungibile, poi se lo seduco facciamo peggio della storia della serie tv".
Ascoltai però per un attimo cosa narrava quello scienziato, osservai i suoi occhi, provai ad immaginarlo senza barba...magari poi si rivelava un uomo futile e sciocco, era facile osservare una persona in tv, dal vivo era tutt' altro.