zaffiro |
13-09-2009 22.18.06 |
Benvenuto a Camelot,messere,che il regno si schiuda al vostro sguardo con stupore di un chiarore come d'argento.E che la vostra prima luna sotto questo cielo vi renda ingenuamente commosso come la breve storia di Ciàula che la scorge per la prima volta.
"La scala era così erta,che Ciàula,con la testa protesa e schiacciata sotto il carico,pervenuto all'ultima svolta,per quanto spingesse gli occhi a guardare in sù,non poteva vedere la buca che vaneggiava in alto.Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini. Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno. Ma la chiaria cresceva, cresceva sempre più,come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato. Possibile?Restò,appena sbucato all'aperto,sbalordito.Il carico gli cadde sulle spalle.Sollevò un poco le braccia;aprì le mani nere in quella chiarità d'argento.Grande,placida,come in un fresco,luminoso oceano di silenzio,egli sapeva che cos'era,ma come tante cose si sanno,a cui si è dato mai importanza.E che poteva importare a Ciàula che in cielo ci fosse la luna?Ora,ora soltanto,cosi sbucato,di notte,dal ventre della terra,egli la scopriva.Estatico,cadde a sedere sul suo carico,davanti alla buca..
Eccola,eccola là,eccola là,la luna..c'era la luna,la luna!
E Ciàula si mise a piangere,senza saperlo,senza volerlo,dal gran conforto,dalla grande dolcezza che sentiva,nell'averla coperta là,mentr'ella saliva in cielo,la luna,col suo ampio velo di luce,ignara dei monti,dei piani,delle valli che rischiarava,ignara di lui,che pure per lei non aveva più paura,nè si sentiva più stanco,nella notte ora piena del suo stupore".Da'novelle per un anno',Ciàulo scopre la luna.L.Pirandello
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