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Annuii alle parole di Leones restando quindi in piedi per raggiungere insieme agli altri la stanza da letto del borghese. Finalmente lontano da orecchie e occhi indiscreti.
<< Signori, é un piacere fare la vostra conoscenza >> mormorai in risposta alla presentazione. Educata ma non invadente. Ecco come mi era stato insegnato. Ero però dispiaciuta che quei due volti non fossero di persone conosciute nella mia infanzia. Dalla presentazione fui colpita dal titolo del giovane. Pupillo di mia zia. Mi chiesi quale merito avesse per essere chiamato così. Le parole di Guisgard risuonarono nella mia mente: La Baronessa vi troverà un nobile come marito... Questo mi tornò in mente guardando il baronetto Levet. |
Leggevo ma ovviamente sentivo mille sguardi di uomini addosso..alzai il quotidiano per non farmi vedere. Poi voltandomi mi accorsi i borghesi e Diana non vi erano più e tornai dentro..mi avvicinai al bancone rassegnata..sarei dovuta andarci sola e dissi al taverniere.."Quel vostro amico..che mi portò qui..disse poteva portarmi al forte..potete chiamarlo? Volevo aspettare il Capitano ma forse ora avrà da fare" certo la mia paura era di incontrare Rodian.
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Ripensavo al sogno e avevo la sensazione che avesse un significato bene preciso. E se avesse predetto l'arrivo di soldati di Canabias qui ad Evangelia?
Comunque fosse, mi alzai, sistemai il letto ed uscii dalla camera, cercando Fermer. |
La corsa sfrenata per sfuggire alle fiamme, il sibilo degli aerei e il rumore dei proiettili. Poi canti gioiosi e festeggiamenti. Evangelia aveva vinto quella battaglia, ma la guerra era ancora in atto e presto l'allarme avrebbe suonato nuovamente.
Avevano trovato un'altra sistemazione per il ferito e Marwel non aveva lasciato il suo capezzale nemmeno per un secondo. Era stanca e aveva una gran fame, ma era troppo preoccupata per lui e la sua testa la stava torturando. Voleva vedere quel neo. "Dovreste riposare..." sussurrò al pilota. |
“In verità” disse Anty a Clio “nei giorni scorsi solo una volta ho visto qualcuno al vecchio capannone che non fosse il tipo zoppo. Si, si trattava proprio di quell'uomo, quel Guisgard... veniva dal deserto... parlottò con Orko e poi andò verso il borgo. Dopo di allora più nulla di sospetto.”
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Riflettei sulla parole di Anty.
"Mmm..." Pensierosa "Quindi l'aereo è sempre stato lì, l'avresti visto volare via nel caso... Ma ora il magazzino è distrutto quindi avrà bisogno di un nuovo hangar..." Sospirai "Lo troverò, grazie Anty.." Sorrisi alla ragazza. Così, mi avviai verso gli hangar per uscire in ricognizione. |
Il vecchio Diacono guardò Dacey con attenzione, mentre Levet le sorrideva.
“Io ho veduto alcune foto della principessa, risalenti alla sua adolescenza” disse questi “e devo dire che milady somiglia in maniera convincente a lady Dacey.” “Somigliare non vuol dire nulla.” Fece il diacono. “Anche tutte le altre donne che pretendevano di essere lei avevano una certa somiglianza con sua altezza. Ma poi si sono comunque rivelate delle imbroglione.” I suoi occhi erano in quelli della ragazza. “Vi pregherei” poi ai tre borghesi “di evitare simili titoli nel rivolgervi a questa ragazza. Sua altezza è un titolo che spetta solo alla vera principessa.” “Ritenete dunque che ella non lo sia?” Chiese Leones. “Infatti.” Annuì il diacono. “Costei non può essere la principessa Dacey, che io vidi in fasce durante il mio ministero a corte.” Nel frattempo, al pianterreno, Altea parlava al taverniere sul modo di raggiungere la base legionaria. “Verso Mezzogiorno” il taverniere a lei “quel mio amico verrà qui a mangiare. Allora gli chiederemo di condurvi al forte.” |
Gwen lasciò la sua camera ed andò in cerca di Fermer.
Lo trovò nell'androne della caserma, mentre conversava con altri militari. |
Marwel ed il misterioso pilota erano in una delle camera della caserma centrale.
“Non ho voglia di riposare...” disse lui “... sono fermo in questo letto da troppo tempo e per spostarmi devo usare una sedie a rotelle...” tolse le lenzuola “... vi prego, Marwel, aiutatemi ad alzarmi... voglio provare a camminare fino alla finestra, ma le gambe le sento ancora pesanti... permettetemi di appoggiarvi a voi, vi prego...” |
Il giovane sembrava gentile e propenso a credermi ma il vecchio, comprensibilmente aveva delle dimostranze.
Quando parlò dell'ultima volta che mi aveva vista alzai un sopracciglio. << Perdonate Eminenza>> esagerai il titolo apposta per compiacerlo, << ma sono passati tanti anni da quella volta... É naturalmente che io non corrisponda più a ciò che ricordate... Ponetemi delle domande magari potrò farvi capire che non sto mentendo su ciò che sono >> |
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