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A quelle parole, udendo la sua voce calda e profonda il mio volto guardò oltre la grata..."Un servo irrequieto e impudente, e pure impavido...sarete in grado di aprire questa grata? Il mio cuore freme di ardore, desidera il calore delle vostre mani e delle vostre labbra...e forse di più.." come avrebbe aperto la grata di ferro per entrare nella stanza.
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Arrivò l’idromele e al secondo sorso il mondo mi sembrò un posto migliore e lievemente più roseo di quanto non mi sembrasse un attimo prima.
I miei condottieri stavano per tornare, mi sarei persa in quel mondo solo nostro e tutto sarebbe andato per il verso giusto. Al terzo sorso ero più rilassata, e non facevo che pensare al loro ritorno, a come gli avrei accolti a quanto mi stavano mancando i n quel momento di solitudine. Averli lontani era davvero uno strazio, la loro mancanza insopportabile. Giunse l’ancella e l’accolsi con un sorriso, che si spense immediatamente come quella aprì bocca. “Cosa vuol dire che non si trovano?” tuonai “Trovateli e portateli da me, le navicelle hanno dei sensori, rintracciateli, ovunque essi siano!”. Ero furibonda, che voleva dire che non c’erano? Come osavano restare lontano da me? Possibile che non fossero tornati subito indietro una volta finito l’attacco? E se si fossero perduti o fossero caduti? Il cuore iniziò a battere fortissimo, sempre di più, in modo incontrollato. No, era impossibile! Erano i migliori condottieri della galassia, dopotutto. Ero certa che nessun pericolo era troppo per loro. Allora dov’erano? Allora perché erano lontani da me? “Trovateli!” gridai, fuori di me, alle ancelle presenti nella stanza. |
Sorrisi leggermente.
Ottima risposta, capitano "O magari speravo che tu potessi rinfrescarmi la memoria... Ma se non vuoi..." con tono caldo, mentre alzavo lo sguardo su di lui, ancora seduto sulla poltrona ed io sdraiata sul divano. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'ancella annuì a Clio ed uscì.
Dai vetri si vedevano le luci delle fiamme ardere nella notte. Molte delle costruzioni di Brazzen non esistevano più. La capitale per metà era stata cancellata, mentre l'altra metà era quasi tutta avvolta dal fuoco. Hiss strinse le mani attorno alle grate di ferro. Un ferro freddo che cozzava con l'ardore delle sue mani. Tentò di smuovere quella porta, tirandola e scuotendola, senza però riuscirci. Allora infilò un braccio e con la mano arrivò a lambire la lingerie di Altea all'altezza del petto. Elv rise, continuando a guardare Gwen. Tutta. “Beh...” disse con falsa indifferente e sempre pià crescente eccitazione “... dovrei riaccompagnarti alla vasca... magari potresti cominciare a riempirla con nuova acqua calda, no?” |
Hiss cercava di aprire la grata ma non ci riusciva, la sua forza era tanta ma era impossibile a meno che non avesse avuto degli arnesi per farlo.
Ad un tratto sentii la sua mano calda sfiorare la lingerie all' altezza del seno e sorrisi e dissi a bassa voce senza formalità.."Stai cercando di aprire la grata facendo breccia sul mio cuore? Sul mio ardore per te e sui miei sentimenti? Ebbene sei riuscito nel tuo intento" e feci scattare la chiavetta aprendo la grata. |
Sorrisi maliziosamente.
Allora senza dire nulla mi alzai e tornai in bagno, per riempire la vasca con altra acqua calda. Poi tolsi la vestaglia e mi immersi, in attesa che lui mi raggiungesse in bagno. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Accadde quel giorno
Il tempo passava, lento, inesorabile.
I sorsi di idromele ormai avevano raggiunto un numero indefinito, ma il suo effetto era ora immutabile. Sentivo il prezioso liquido scorrermi in tutto il corpo, ma nulla di più. Ogni minuto che passava era interminabile. Dopo un po' il mio sguardo si ritrovò a vagare fuori dalla finestra: si vedevano ancora i bagliori delle fiamme. Attendevo notizie, che però non arrivavano, né sui miei condottieri, né sulla situazione della capitale e nemmeno sulle tracce del nemico. Allora decisi di alzami, lentamente, l'abito nero a scaglie faceva uno strano rumore ad ogni mio passo, una specie di fruscio metallico, leggero e costante. Mi diressi verso il terrazzino dal quale normalmente parlavo al popolo. Ciò che vidi mi lasciò senza fiato, senza parole. Sgranai gli occhi davanti a tanta distruzione, e piano dentro di me inizio a crescere un sentimento di vendetta, furore atavico, odio senza pari. La mia terra che sanguinava era come una ferita sul mio braccio. Essa era parte di me, il suo dolore era il mio dolore, il suo benessere era il mio benessere. Avrei trovato quei nemici e li avrei sbaragliati senza alcuna pietà, nessuno poteva permettersi di colpire così il mio popolo impunemente. L'avrei fatto con o senza di loro. Restai lì, a fissare quelle fiamme per un tempo infinito in cui contemplai nella mia mente ogni modo che avevo di usare la mia natura divina per risanare tutta quella distruzione. Nel mio sguardo severo lampeggiavano lampi di odio, e desiderio di vendetta. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...542d7281cb.jpg |
Altea finalmente fece scattare la serratura della grata.
La porta si aprì e Hiss fu a pochissimi passi da lei. Allora entrò guardandola. Prima negli occhi, poi ovunque. A lungo e più volte. Si avvicinò alla bella padrona e le accarezzò i lunghi capelli, poi il viso. Una carezza lenta e sensuale. Poi la baciò. Un bacio caldo, impresso sulle labbra di lei, mentre subito, piano, la sua lingua si fece spazio, penetrando nella sua bocca ed assaporò la lingua di lei. Elv rise eccitato. Vide allora Gwen alzarsi ed andare nel bagno, a riempire la vasca. La spiò di nascosto, mentre si spogliava e nuda si immergeva come una sirena in quell'acqua calda. Calda al punto che in breve tutta la stanza si appannò. Clio si affacciò dal suo terrazzo e vide quello scenario di distruzione e morte. Poi, tra le fiamme della notte vide arrivare due navicelle. Erano quelle di Capitan Fiore e di Don Taddeon. |
Lentamente Hiss entrò e con delicatezza accarezzò i miei capelli e mi lasciai andare, coinvolgere da quella carezza, dall' effetto che le sue mani così forti ma delicate provocano sul mio corpo, facendolo fremere dall' estasi di quel momento.
Tutto si fermò, i rumori non esistevano più, tutto era ovattato dal torpore dei sensi di quelle carezze. Poi quel bacio improvviso e intenso, le mie labbra che si aprivano accogliendo quel gioco di labbra e lingue che si univano. Mi strinsi a lui più forte, sentii i suoi muscoli forti e guardai i suoi occhi chiari, inquieti e pieni di desiderio. Mi staccai da lui osservandolo e sorrisi e sfuggii sedendomi su una poltroncina, accesi la piccola lampada e lo guardai...con uno sguardo accogliente e provocatorio. http://static.qnm.it/www/fotogallery...-e-modella.jpg |
Mi immersi in acqua e sorrisi divertita.
"Ti sto aspettando, capitano... Puoi anche smetterla di spiare da dietro la porta..." dissi, perché sì, me ne ero accorta "Qui dentro è tutto così vaporoso..." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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