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Ne dubitavo, fortemente.
"Comunque sarebbero troppe, non una sola..." aggiunsi, mangiando. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius prese la mano di Clio e si avvicinò a lei.
“Si, sono fradici i miei vestiti...” disse lui, per poi guardare la regina negli occhi mentre lei cominciò a togliergli la giubba da arciere. Quei gesti leggeri, lenti, dolci, lasciarono piccoli brividi sulla pelle di lui. Restò così a petto nudo. “Anche tu sei tutta bagnata...” fissando i suoi occhi chiari che scintillavano davanti ai bagliori del fuoco. |
“Magari una ogni sera...” disse lui mangiando “... una domanda alla fine di ogni giorno, se sarai brava...” accennando un leggero sorriso “... se vuoi, naturalmente...” guardando Gwen.
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Lo guardai.
Era davvero assurdo. "Spero tu non tratti così tutte le tue donne... O magari è il trattamento esclusivo per le schiave..." dissi, senza intonazione, guardandolo. "Allora dimmi perché non vuoi rivelarmi il tuo nome." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La giubba scivolò via, cadendo a terra, e scoprendo così il petto di Icarius, ancora umido per la pioggia di poco prima.
Restai lì, estasiata, a guardarlo, mentre le mie mani lo accarezzavano dolcemente, quesi con devozione. Quanto era bello, pensavo, mentre le mie dita appassionate disegnavano ogni linea del suo corpo perfetto. Poi alzai gli occhi su di lui quando mi parlò, e mi avvicinai di un passo, tanto che forse poteva sentire l'umidità del mio vestito sulla sua pelle. "Già, è vero..." sorrisi, senza allontanarmi "Forse dovrei toglierlo.." sussurrai, con voce calda, mentre abbassavo piano una spallina del vestito, e poi l'altra, senza mai distogliere lo sguardo dal suo. http://i63.tinypic.com/4zswf8.jpg |
“Per il semplice motivo” disse lui a Gwen “che non ne ho più uno. Dopo il giorno del mio incidente ho voluto cancellare tutto ciò che ero. Tutto il mio passato. Indosso questa maschera proprio per non avere nulla di distintivo, che possa descrivermi. Sono solo un uomo. Soddisfatta?” Fissandola. “Quanto al tuo essere schiava, non mi sembra che a molte schiave sia permesso mangiare col proprio padrone, no?”
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Soddisfatta?
Ero soddisfatta? No, non lo ero. Non lo ero perché lui non aveva ancora un volto e un nome e veramente pensava di andare avanti così. Lo guardai e allora, in silenzio, allontanai il piatto da me, poi incrociai le braccia. "Se posso, col permesso del padrone" iniziai, con forzato sarcasmo "Vorrei ritirarmi. Buonanotte" conclusi, con durezza, fissandolo. Mi alzai, lasciai la sala e mi chiusi a chiave in camera, sedendomi sul letto a riflettere, mentre accendevo finalmente una lampada che illuminasse la stanza. Quanto doveva essere egocentrico per costringermi quasi ad amarlo mentre lui mi considerava ancora e comunque al pari della servitù? Ah certo, col privilegio di entrare nel suo letto. Non sapevo se ero davvero disposta a farmi del male in questo modo, amando un uomo che mi usava come passatempo e mi teneva relegata per il suo egoismo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Icarius annuì a Clio, per poi sentire, quando si avvicinò a lui, l'umidità del suo abito bagnato ed il calore del suo corpo ardente.
Allora lei smise di accarezzargli il petto, cosa questa che aveva naturalmente acceso il suo desiderio, per cominciare a togliersi il suo abito bagnato. Lui la guardò negli occhi, ma poi quando la spallina fradicia scivolò via scoprendo il suo petto nudo e bagnato, lo sguardo del giovane arciere scese istintivamente sul bel seno di lei, ora libero da quell'abito. “Povera la mia regina...” disse lui piano, con la voce che tradiva la forte eccitazione “... devi essere molto infreddolita...” raggiungendo con un dito il suo capezzolo appena inturgidito, per poi accarezzarlo lentamente e pianissimo. Un gioco di quel dito che toccava sensualmente il capezzolo che a quel tocco, a quel lieve e continuo sfiorare, si faceva sempre più gonfio e sodo. |
Gwen tornò nella sua camera, per poi chiudersi dentro.
Ad un tratto, mentre era in balia dei suoi pensieri e dei suoi dubbi, sentì dei rumori giungere dal cortile. Un rumore di moto lanciata a grande velocità, benchè fosse molto tardi, notte inoltrata ormai. |
Quegli sguardi incatenati l'uno all'altro, rilucevano di infiniti bagliori dati dalle fiamme che imperterrite e silenziose riscaldavano e illuminavano l'ambiente intorno a noi.
Ma ancora più caldi di quelle fiamme erano i nostri corpi, ardenti di desiderio ed eccitazione. Seguii il suo sguardo su di me, beandomene come fosse un elisir a cui era impossibile resistere. Poi la sua mano, che iniziò a farmi impazzire, stuzzicandomi dove non potevo resistere, dove il piacere si diffondeva, implacabile, in tutto il mio corpo. Quelle parole, così appassionate, seppur così innocenti all'apparenza, ebbero solo il potere di accendermi ancora di più. "Molto.." risposi io, stando al gioco "Quest'abito è così fradicio.." sussurrai, mentre lo lasciavo cadere a terra e mi avvicinavo a lui "Ci vorrebbe qualcuno disposto a scaldarmi.." con un sorrisetto malizioso. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...6d021c2a25.jpg |
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