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Elv guardò divertito Gwen.
"Risposta drammatica..." disse "... beh... la tipica situazione da romanzo epistolare o da formazione... io, giovanissimo, poco più che bambino, un giorno scappo da casa e mi imbarco su un cargo che batteva una bandiera sconosciuta... faccio ogni genere di lavoro a bordo, rrivando persino ad ammutinarmi... ed infine divento un pirata... perchè tutto questo? solo per ritrovare mio padre che non ho mai conosciuto." Facendole l'occhiolino. |
Lo ascoltai, con viva attenzione.
"Wow..." dissi pianissimo, quasi fra me e me "Mi dispiace per il fatto di tuo padre... Nemmeno io ho mai conosciuto mia madre..." dissi, davvero dispiaciuta, poi sorrisi appena "Però ha anche un che di avventuroso, tutto quello, ti ci vedo proprio..." ridendo. Ed ora, ecco la parte più succulenta. "Ma adesso arriva il bello, tesoro. Avanti, quinta e ultima risposta, e senza la spintarella del rum" ridendo divertita "Forza capitano, sputa il rospo, senza vergogna" con un occhiolino. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Fu difficile pure per me staccarmi da quella presa salda, il suo sguardo rifletteva un sentimento vero e sano nei miei confronti e tenevo salda la sua mano.
Poi montammo a cavallo e arrivammo al maniero..."Porta i cavalli nella scuderia e strigliali per bene, li voglio lucenti e puliti" guardandolo e tornando a fingere davanti a tutti e avvertii una stretta al cuore. Ma prima di andare via lo guardai negli occhi e poi alzai il volto verso il mio balcone con aria maliziosa. Entrai nel maniero e finsi indifferenza e andai a togliermi i vestiti in camera, ormai era giunto il crepuscolo. Mi accomodai nel bagno orientale e dissi a Samia e Josefa.."Voglio preparate le migliori essenze per me" ed entrai nell' acqua. Rimasi a pensare...chi era veramente Hiss e del perché Bafon temesse tanto per la sua morte, eppure lui non era uno dei ribelli...e quindi perché tanto timore, tanta volontà di salvargli la vita e tenerlo qui al sicuro se non era uno di loro. Sospirai e sorrisi appena...chissà se sarebbe venuto durante la notte, chissà se ci sarebbe riuscito altrimenti. |
I due condottieri erano ormai al limite della sopportazione.
Clio, dea del piacere e del peccato, si era chinata su di loro, sulle loro virilità e le aveva fatte sue, assaporandole con la sua bocca ardente. I due uomini gemettero a lungo, profondamente, con entrambi spinti poi ad accarezzare la bionda chioma della padrona di Brazzen. Ma proprio in quell'istante nel palazzo cominciarono ad udirsi voci confuse e grida di paura. L'energia che alimentava le lampade cominciava a venir meno e la luce nella sala iniziò ad essere incerta. "Ehi..." disse Capitan Fiore, ancora visibilmente eccitato "... che diavolo succede?" Don Taddeo allora guardò dalla finestra accanto a loro e notò lunghe e strane ombra avvolgere il castello. E non si trattava del crepuscolo. "Beh..." disse Elv riempiendosi il bicchiere "... per questa risposta senza sbornia credo occorra un incentivo... magari un pegno da parte tua una volta averla ascoltata... no?" Facendo l'occhiolino a Gwen. Altea si immerse nella sua vasca, tra la schima soffice e profumata. Restò nell'acqua pensierosa. Hiss era il centro di quei pensieri, con tutti i suoi misteri. Intanto era ormai prossima la sera. "Milady..." disse Didas bussando "... cosa gradite per cena?" |
Lo guardai, alzando un sopracciglio.
Poi sospirai appena, quasi in uno sbuffo. "Va bene, d'accordo... Avanti allora, quale sarebbe questo pegno?" chiesi, con tono curioso. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Uscii dalla vasca preparandomi per la notte, indossai un vestito nero e sentii bussare Didas...la cena.
"Fai preparare allo schiavo qualcosa di buono...vediamo come se la cava in cucina" ridendo alla ragazza e le ancelle. "Che sia leggero ma dia forza ditegli, staserà andrò a letto presto, quella cavalcata mi ha sfinito molto". Detto questo mi avviai verso la piccola ma sontuosa sala da pranzo privata e mi misi ad aspettare guardando il fuoco ardere e leggendo un libro ma sorrisi all' idea di vederlo tra i fornelli e che ne sarebbe uscito. |
Elv sorrise.
"Che pegno..." disse a Gwen "... vediamo un pò... quale potrei chiedere?" Guardandola tutta e sorseggiando il suo vino. Uno sguardo profondo, che i suoi occhi neri ed inquieti resero penetrante, sensuale. Il suo sguardo percorse tutta la figura di lei più e più volte. Didas annuì ad Altea. La marchesa raggiunse la saletta e dopo quasi un'ora Didas tornò con un vassoio. "Perdonate, madama..." disse "... lo schiavo ci ha messo un pò per preparare la cena... alla fine credo non abbia avuto tutto questo buon gusto... ha infatti preparato una frittata con salsiccia..." perplessa. |
Se c'è una cosa che non avevo mai sopportato, era l'essere interrotta.
È come se qualcuno o qualcosa si permettesse di interferire nelle mie azioni, la consideravo una grave interferenza con la mia autorità, come se tutto e tutti dovessero sottomettersi al mio volere. Come minimo! E in quel momento, abbandonata totalmente all'estasi che mi dava assaporare quei due uomini, le loro virilità prorompenti, sentire i loro gemiti sempre più forti, saperli al limite, pregustando già il compimento più totale... l'interruzione proprio non ci voleva. E l'ancella, e Kyra, la visione, ora questo erano davvero troppo per la mia pazienza. Che poi quei due ebbero persino l'ardire di distrarsi, e a quel punto non ci vidi più. Li lasciai, e mi alzai con un movimento rapido e leggero. Ad un mio cenno della mano un velo sottile ed etereo mi si arrotolò addosso, coprendo in parte il mio corpo nudo, e mi avvicinai alla finestra. I capelli scarmigliati, lo sguardo intenso e furibondo, le mani ancora umide per quelle carezze proibite, avrei fatto tremare qualunque mortale fosse capitato sul mio cammino. Uscii sul piccolo terrazzino per vedere che cosa diamine stesse succedendo da turbare la mia estasi tanto agognata. |
Didas arrivò con la cena e dovetti trattenere una risata.
Guardai il piatto..."Io..odio....la frittata..le uova, mi danno la nausea e il voltastomaco, ma per chi mi ha preso? Per una volgare donna che frequenta bettole di bassofondo?" guardando Didas....era davvero negato. Mi alzai e fingendo la parte arrivai in cucina con il piatto..."Dove è lo schiavo? Come si è permesso di prepararmi una cena che nemmeno i cani mangerebbero". |
Attesi, nel frattempo che mi guardava.
No, dire che mi guardava era un eufemismo. Mi squadrava attentamente da capo a piedi, con quello sguardo che mi faceva venire i brividi e ribollire il sangue nelle vene. Ma finsi indifferenza. "Cortesemente entro stasera..." con sarcasmo sornione, mentre bevevo. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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