Sentii ovunque le sue carezze leggere, ma appassionate.
Sorrisi divertita al suo sussurro e lo baciai con più foga, mentre abbassavo lentamente la zip dei pantaloni.
Allora, la mia mano scivolò nell'esiguo spazio fra la stoffa ruvida e spessa dei jeans e quella più sottile dei boxer, chiudendosi con delicata impazienza attorno alla sua virilità, mentre ancora lo baciavo con trasporto e i miei capelli ricadevano su di lui.

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"Tu credi ai vampiri? Non può essere.. E poi un politico che è deputato si fa pure una pessima immagine".

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Aegos guardò il cellulare e sorrise.
"Beh, dipende..." disse a Destresya "... a volte gli stallieri possono essere molto fortunati..." fissandola con sguardo carico di desiderio.
Ad un tratto sentirono dei passi sulle scale.
"Zia..." Garion zoppicando ed appoggiandosi alla ringhiera "... mi sento un pò meglio col piede..." sorridendo.

Quel gesto di Gwen, con la mano nei boxer di Elv a stringergli la virilità fecero sorridere il giovane zoologo.
"Che cattiva ragazza sei..." disse divertito ed eccitato sulla bocca di lui, che poi fece sua con un bacio virile e carico di voglia "... stupiscimi, ragazza di campagna..." ridendo piano, tra sussurri e gemiti sulle labbra di lei, mentre quella cascata di capelli rossi avvolgevano entrambi, racchiudendoli in quel bacio appassionato.

Lo guardai e sorrisi.
"Oh si.." guardandolo tutto da capo a piedi "Dipende dalle loro padrone, no?" avvicinandomi a lui con voce calda e sensuale, ricambiando lo sguardo carico di desiderio.
Erano due giorni che qualcosa ci interrompeva.
E infatti anche in quel momento arrivò qualcuno, il ragazzino.
Certo che aveva un tempismo niente male.
"Bene piccolo, vuoi fare merenda?" cercando di fingere di essere gentile, come sempre.

"In effetti è cusrioso come un uomo sobrio e razionale come Romanov finisca in una simile faccenda..." disse Swan ad Altea.
Ma prima che lui bussasse arrivò un'auto.
Era Minsk, col suo collaboratore.
Il noto presentatore tv raggiunse i tre e presentò loro Maday, il suo collaboratore.
"Cosa ci fa qui?" Swan.
"Ciò che fa lei, ossia lavoro." Sorridendo Minsk, per poi guardare Altea.
Il maggiordomo aprì e li fece entrare tutti in casa.
Qui c'era Romanov, un uomo di mezz'età, ben vestito, con capelli e baffi curati ed i modi gentili.
"Grazie di essere venuto, sceriffo..." fece Romanov "... e grazie anche a lei, professor Minsk... sono disperato..."
"Ci racconti tutto, dall'inizio..." fissandolo Minsk.

"Si, zia..." disse sorridendo Garion a Destresya "... mi aiuti a scendere?" Chiese con voce tenera a sua zia.

Ricambiai il suo sorriso e il suo bacio voglioso.
Gemiti, sussurri e baci si susseguivano nello spazio delle nostre labbra, di continuo, in un flusso ininterrotto.
Allora il mio tocco sulla sua virilità si intensificò, mentre i miei baci si spargevano fra il suo collo ed il suo petto, con lenta sensualità e caldo desiderio.
Il miei baci poi raggiunsero di nuovo le sue labbra, fin quando morsi queste ultime, succhiandole poi ed assaporandole a lungo.

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Ad un tratto arrivò Minsk. Immaginai l'astio di Swan visto lui voleva essere l'unico a svelare questa faccenda. Infatti lui era il poliziotto, Minsk non c'entrava con questa storia ma notai il suo sguardo.. Ancora su di me.. Così enigmatico.
Entrammo nella villa e ci accolse Romanov, il quale era veramente un uomo normale e ora disperato. Mi misi vicino a Swan per ascoltare ciò che era successo.

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Quei momenti intimi ed ardenti presero i due giovani, rubandoli dal resto del mondo.
Ma ad un tratto Gwen ed Elv sentirono passare a tutta velocità l'auto dello sceriffo, seguita da un'altra mcchina.
"E' accaduto qualcosa..." disse lui a lei "... qualcosa di molto importante... forse un nuovo omicidio..."

"Certo caro!" sorrisi, cercando di apparire dolce e gentile.
Allora salii i gradini della scala, presi il ragazzo sotto il braccio e lo aiutai a scendere.
"Va meglio, cucciolo?" gli dissi, dolcemente.

Romanov fece sedere tutti loro ed ordinò al maggiordomo di servire da bere.
"Ecco la mia storia..." disse "... sono sposato da due anni... mia moglie è giovane e bella... una bellissima Rumena che assunsi come cameriera e di cui poi mi sono innamorato, sposandola appunto... siamo stati sempre felici... sei mesi fa abbiamo avuto un bambino..."
In quel momento arrivò una donna anziana.
"Signore, sua moglie è in camera." Mormorò.
"Grazie, Sina..." annuì Romanov "... puoi andare." Congedandola. "Scusate, è Sina, la mia governante. E' una di famiglia ormai, essendo al mio servizio da anni. Arrivò qui con la mia prima moglie. Dopo il nostro divorzio ha deciso di restare qui con me."
Altea ascoltava come tutti il racconto di Romanov.

Il tempo sembrava essersi fermato per sempre, solo per noi due, diventando ardente ed appassionato.
Ma poi, sentimmo la macchina dello sceriffo sfrecciare poco distante da noi.
Infatti mi voltai.
"È diventato impossibile vivere qui..." scuotendo la testa, mentre subito mi rivestivo per andare a vedere.

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Rumena.. Certo I vampiri abitano in Romania come Dracula.. Certo pure di seconde nozze, magari ora voleva farsi una terza.. "Avete un bambino, è con la madre ora?" sorridendo ingenuamente.

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Anche Elv, come Gwen, si rivestì in fretta.
Poi presero l'auto e seguirono la direzione presa dalla macchina dello sceriffo.
Arrivarono alla villa di Romanov, dove ovviamente senza invito non potevano entrare.

Seguimmo in fretta la macchina dello sceriffo Swan, fino ad arrivare fuori dalla villa di Romanov.
"Accidenti... È la villa del deputato Romanov, non possiamo entrare e non sappiamo cos'è successo..." sbuffando.
"Ci serve una scusa... Ma quale?"

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"No, il bambino è nella mia stanza." Disse Romanov ad Altea. "La madre è sola in camera sua. Lei vede il bambino pochissime volte al giorno per allattarlo. E mai restando sola con lui. Infatti..." si bloccò.
"Cosa?" Chiese Swan.
"Ci racconti tutto..." Minsk.
"Si, scusate..." visibilmente scosso Romanov "... Nicoleta... è il nome di mia moglie... lei non può stare sola col bambino... giorni fa infatti... che Dio ci aiuti..." agitato "... giorni fa... Sina l'ha sorpresa chinata sul bambino... aveva la bocca sporca di sangue... mentre il piccolo... il piccolo aveva un taglio sulla gola..." e scoppiò a piangere "... aiutatemi, vi prego!" Disperato.
Minsk allora restò un lungo istante pensieroso.
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"Non ne ho idea..." disse Elv a Gwen.
Poi videro un contadino sul ciglio della strada.

Stavo ancora pensando a come entrare, quando vidi un contadino sulla strada.
"Chiediamo a lui" dissi, scendendo dalla macchina.
Mi avvicinai all'uomo.
"Salve. Abbiamo visto lo sceriffo qui, cos'è successo?"

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Garion sorrise a sua zia e con lei prese a scendere le scale.
Scendeva piano, un gradino per volta, appoggiandosi a Destresya.
Quel contatto gli piaceva, anche se appariva imbarazzato.
Più gradini scendevano, più lui si appoggiava a lei, sentendo il corpo sodo, il suo profumo eccitando, in balia di infinite fantasie morbose suscitate anche dal ricordo di averla vista nuda nel bagno in atteggiamenti più che equivoci.

Aiutai il piccolo a scendere i gradini, uno per uno, tenendolo stretto a me.
Era così morbido e piccolo, con quegli occhioni dolci che quasi quasi mi sentivo in colpa dei terribili propositi che avevo circa la sua sorte.
Quasi... naturalmente.
Quel piccolino era in lizza per l'eredità del vecchio bavoso, e io avevo lottato fin troppo per la mia posizione.
Avrei trovato un modo per sbarazzarmi di lui, e dare la colpa al serial killer era sempre l'idea migliore.
"Su, ora ce la fai a camminare fino al divano, tesoro?" gli chiesi, una volta a piano terra.
"Perchè non accendi la tv così sentiamo le notizie su tutto quello che sta succedendo in città, intanto che prendo una merendina?" facendo una carezza al piccolo.

"Eh, brutto affare..." disse il contadino a Gwen "... un uomo non dovrebbe mai sposare una straniera... mogli e buoi dei paesi tuoi..." recitò "... brutta storia davvero..."
"Ma cosa è accaduto?" Chiese Elv.
"Nulla di buono..." il contadino scuotendo il capo "... unamadre può volere il male di suo figlio solo se è posseduta dal demonio..." facendosi il Segno della Croce.

Osservai prima Swan e poi Minsk, notai lo sguardo dello scienziato perplesso "Signor Romanov, ma lei pensa sua moglie sia una vampira...il bambino è vivo? Ha sentito dei fatti di cronaca e le vittime sono sgozzate e poi decapitate, forse suo figlio stava per essere vittima dell' assassino ma la presenza poi di sua moglie e della governante ha fatto scappare il killer".

Aggrottai la fronte.
"Non capisco... Cosa c'entrano la moglie e il figlio del deputato? È successo loro qualcosa? Ancora quell'assassino?"

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Garion annuì a Destresya.
Raggiunse zoppicando il divano ed accese la tv, mentre attendeva che sua zia portasse la merenda.
In tv al telegiornale stavano dando la terribile notizie riguardante la moglie dell'onerevole Romanov.

Andai in cucina a prendere la merenda per il piccolo e stappai una bottiglia per me e Aegos, che non faceva mai male.
Quando tornai di là col vassoio sentii le notizie alla tv.
"Accidenti, che brutta storia!" posando il vassoio sul tavolino davanti a Garion, per poi fargli una carezza, versare del vino e portarlo ad Aegos.
"Tu cosa ne pensi di questa storia? E del tipo che è venuto qui prima?" fissando la mia bella guardia del corpo.

"Ovvio che non credo ai vampiri..." disse Romanov ad Altea "... ma trovare mia moglie china sul bambino, con la bocca sporca di sangue e col collo di lui sanguinante... beh... la cosa è inquietante, non trova?" Agitato. "E comunque Sina l'ha trovata così. E lei accusa mia moglie di vampirismo."

"La moglie d Romanov..." disse il contadino a Gwen "... quella donna Rumena... è una vampira! Ha cercato di mordere suo figlio!"

Garion si godette la carezza di Destresya, ma poi la bella zia andò ad offrire da bere ad Aegos, lasciando solo il nipote sul divano.
"Che in questo paese" disse Aegos a lei "c'è troppa superstizione..." bevendo "... e quel Minsk mi sembra molto furbo..." fissandola "... la signora ha forse paura?" Con tono basso.
Garion li fissava, nutrendo perverse fantasie in cui lui e l'aitante guardia del corpo abusavano sessualmente della bella ereditiera.
Scene lussuriose che attraversarono la mente del ragazzino.

"È molto strano.. Davvero strano.. Lei sceriffo cosa pensa" mi sentii di dare prima voce a lui ma sapevo Minsk sarebbe intervenuto ugualmente.

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"Beh, per prima cosa voglio interrogare la sua governante" disse Swan a Romanov "e capire cosa ha davvero visto. Poi naturalmente sua moglie."
"Purtroppo Nicoleta" fece Romanov "non vuole parlare con nessuno, ma solo col suo confessore."
"Ecco..." divertito Minsk "... ora immagino che il prete farà ricorso al Segreto Confessionale per non dirci nulla." Scuotendo il capo.
Sev era in silenzio vicino ad Altea.

Mi appoggiai lievemente sulla spalla di Aegos, sorseggiando il mio bicchiere di vino.
"Sì, troppa superstizione..." annuii "Ci mancano i vampiri adesso!" alzando gli occhi al cielo.
"Sì, quel Minsk ancora non ho capito perchè è venuto proprio da me..." alzando le spalle, pensierosa "Ma devo dire che alla fine mi ha incuriosito con la storia della sorella gemella!" ridacchiai.
Poi quelle parole, basse e calde.
Lo guardai negli occhi con un sorrisetto malizioso.
"Oh si.. molta paura..." sussurrai, fissandolo eccitata "Fortuna che ho la mia guardia del corpo a proteggermi..." guardandolo tutto, con passione e desiderio.

Aggrottai la fronte ascoltando i tre uomini "Signor Minsk, se è una vampira sarà pure anticristo no? Solitamente..." rivolta poi a Romanov seriamente "Ma forse la sua governante nutre del risentimento verso Nicoleta? Lei ha divorziato per questa donna? Mi scusi ma ogni dettaglio è importante, se vuole parlo io con sua moglie.. Tra donne sa com'è".

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Aegos guardò negli occhi Destresya, finendo il suo bicchiere e sorridendo perverso.
“E' preferibile allora” disse “che la signora oggi non esca di casa, che si chiuda in camera ed io penserò a sorvegliare la villa, in modo che nessun mostro o lupo cattivo giunga per mangiarla...” fissandola tutta, con occhi lascivi.
Garion dal divano sentiva qualcuna delle loro parole e ciò alimentava ancor più le sue fantasie immorali.

"No, nessun risentimento." Disse Romanov ad Altea. "Sina è affezionata a tutti noi."
"Io credo..." fece Minsk alzandosi in piedi "... che l'amica dello sceriffo non debba intromettersi." Indicando Altea.
"Ma cosa dice?" Fuorioso Swan.
"Ho solo detto la verità..." Minsk "... vuol forse farci credere che lei non nutre interesse verso questa donna e viceversa? Tutto lo dice... ha dei capelli di lei intrecciati nella stella sull'uniforme, sceriffo..." tirando via il lungo capello biondo ed annusandolo "... stesso profumo del balsamo usato dalla nostra bella attrice. Inoltre entrambi avete gli abiti intrisi dell'aroma tipico dei sigari fumati dal nostro sceriffo, i quali hanno reso pregno il suo ufficio del loro sapore. Segno che entrambi siete stati là. Inoltre sui pantaloni dello sceriffo c'è una piccola macchia di caffè e doveva essere molto fresca quando la bella attrice si è seduta sulle sue gambe, visto che la stessa macchia ha lasciato il segno sulle natiche della sua gonna."
"E' stupefacente!" Impressionato Romanov. "Ha dedotto tutto ciò solo osservado lo sceriffo e la signora Altea?"
"Si." A lui Minsk.
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Mi avvicinai vicino a Minsk e sentii tutto.. "Mi scusi, lei è uomo di cultura.. E questo cosa ha a che fare con questo caso... Vi è qualche problema.. Io sono libera sentimentale e pure lo sceriffo. Pure lei è fuoriluogo qui.. Dopo il suo documentario nella Isola delle Flegee. È geloso di qualcosa signor Minsk.. Bene mandate lo sceriffo a fare gli interrogatori, io e lei rimarremo qui col signor Romanov" osservandolo con odio.

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Sbarrai gli occhi e impallidii, guardando Elv.
"Ma... Non può essere... Avanti, adesso crediamo anche ai vampiri?" esibendomi in una risatina nervosa.
Insomma dai, Carpazi, Conti sanguinari... No, decisamente no.

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Minsk sorrise sornione ad Altea.
"Dico solo, cara signora, che avendola accanto lo sceriffo potrebbe, come dire? Si, essere distratto." Disse. "Io lo sarei se avessi un'assistente come lei." Guardandola. "Ma per un'indagine così delicata occorre invece essere lucidi. Cosa vuol farci... noi uomini non lo siamo mai in presenza di voi belle donne. E' risaputo che le più grosse sciocchezze gli uomini le hanno fatte per le donne... dalla Guerra di Troia, alla caduta di Cesare, fino ai giorni nostri." Divertito.

"Eppure è così." Disse il contadino a Gwen. "Quella donna ora vive chiusa in camera sua, senza poter stare col bambino."

Guardai Elv con aria sconsolata.
Avevamo passato la fase del licantropo, ma ora non potevo accettare anche i vampiri, mi rifiutavo di crederlo.
Mi allontanai con Elv.
"Ti prego dimmi che non ci credi" gli dissi speranzosa.

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