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"Va molto peggio ai chierici." Disse sarcastico Cristiano a Clio.
"Che facciamo?" Chiese Petrone. "Sei certo fossero diretti qui?" "Erano di strada" Petrone "ma sicuramente vedranno il castello è giungeranno a controllare." "Si, hai ragione..." annuì pensieroso Cristiano "... dobbiamo andarcene..." "Dove?" Domandò Petrone. "Credo finiremo con l'accettare il vostro invito..." Cristiano a Clio. |
Il canto di Altea sembrò dare sollievo alla malinconica solitudine di quei detenuti, che la guardavano e le sorridevano in segno di ringraziamento.
Ma il ritorno di due secondini interruppe il canto della finta sguattera. "Su, porta il rancio a sua signoria..." disse sarcastico uno dei due secondini all'altro "... io ti aspetto qui... ed augurargli che possa strozzarsi." Ridendo. L'altro secondino annuì e si recò in fondo al corridoio, dove c'era una cella chiusa da una porta di ferro. |
"Vado a chiamarlo io..." risposi alle ultime parole di Bastiano "Se pensa di dar fastidio, magari parlare con la padrona di casa lo rassicurerà... Con permesso..." terminai per poi uscire in giardino come avevo detto.
Certo era un comportamento un po' strano, ma forse non era altro che un sintomo di eccessivo riserbo. Lo vidi mentre passeggiava tra i fiori, ma era di spalle e così potei scorgere soltanto i suoi capelli scuri e il portamento eretto e sicuro. "Buongiorno, monsieur..." dissi richiamando la sua attenzione. Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Nyoko fu pronta e condotta al pianterreno, dove suo padre la stava aspettando per fare colazione insieme.
"Oggi sarò impegnato per degli affari in città..." disse lui mangiando "... tu invece cosa farai? Ancora lezioni di canto?" |
Guardare il volto ma soprattutto gli occhi grati di quegli uomini era un dono per l' anima.
Poi arrivò un secondino ed ascoltai i loro discorsi e mi feci da parte..Sua Signoria..chi poteva mai essere, qualcuno di importante visto il nome ma non era ben voluto. Vidi il secondino portare il cibo in fondo al corridoio e rimasi indifferente ma la cosa mi incuriosiva.."Questo andirivieni...pulisco e poi devo ripulire..io sono una maniaca della pulizia..ora mi tocca ripulire laggiù in fondo" sorridendo al secondino.."E' un mio vizio". Ovviamente era una scusa così avrei potuto ascoltare almeno visto la cella sembrava blindata e mi misi a pulire sbuffando vicino alla cella. |
Fui condotta da mio padre, che mi accolse con dolcezza. Lo salutai allora e presi a mangiare. "Oh, ultimamente siete spesso in giro" dissi sorridendo alle sue parole. "Beh... Se il canto può essere una fuga dalla noia quotidiana, perché no?" dissi dolcemente e con un pizzico di umorismo.
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Tornati al palazzo, il cavaliere e Dacey si ritrovarono in una piccola ma lussuosa saletta dove Juventen servi' loro la colazione.
Altafonte era stato di parola e sulla tavola vi erano dolci di ogni specie, tutti della più deliziosa tradizione marocchina. "Non dovete scusarvi per prima..." disse lui a lei "... in verità io non sono stato del tutto sincero con voi... infatti il vostro arrivo qui non è stato casuale come può sembrare..." fissandola. |
Gwen, giunto il mattino, nonostante tutto decise di alzarsi, vestirsi e scendere di sotto.
Ma non incontrò Elv. Il giovane signore non stava facendo colazione, nè si vedeva in giro per il palazzo o il cortile. Stranamente infatti sembrava essere sparito. "Buongiorno." Disse Anya saluta do Gwen. |
La colazione era abbondante che sarebbe bastata per molto più che due persone.
E il mio stomaco ne fu davvero felice davanti a quello spettacolo. Presi un paio di dolcetti affamata ma mi raggelai alle parole di Altafonte. " Che intendete?" subito irrigidita e sulla difensiva. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Nell'udire la voce di Gaynor, lui si voltò di scatto, mostrando così finalmente il suo volto.
Era di bell'aspetto, con la pelle chiara e gli occhi azzurri, asciutto nel fisico e vestito di una eleganza non troppo vistosa. Guardò la bella dama e sorrise, chinando il capo in segno di cortese saluto. "Buongiorno, madame." Disse senza che i suoi occhi lasciassero quelli di lei. "Muti fiori screziati di bucolico splendore, ramingo ricordo di tempi e bellezze perdute. Sei tu, oh mia giovinezza, che pur attraversi lunghi giorni resi in bianche notti dalla mia solitudine." Recito', per poi avvicinarsi e sfiorandole delicatamente la mano con un lieve bacio. |
Scesi in sala per fare colazione.
Lui non c'era, non si vedeva in giro e non sembrava fosse sceso a fare colazione. Mi voltai quando Anya mi salutò. "Dov'è il padrone?" chiesi subito. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
L'amico di Orkoross era un bell'uomo, distinto e ben vestito, con dei bellissimi e luminosi occhi azzurri. Mi baciò la mano dopo aver recitato poetici versi, così lo gratificai con un sorriso.
"Monsieur... io sono lady Gaynor e vi do il benvenuto nella mia casa..." Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Un brivido mi corse lungo la schiena a quelle parole di Petrone.
Una storia già vista, una storia dolorosa. Dapprima sorrisi alle parole di Cristiano, poi chinai il capo perchè non riuscii a nascondere la mia espressione rabbuiata. Per quello ci avrebbe seguito: perchè aveva i soldati alle calcagna... non per me. Mi avrebbe lasciato partire così, forse non gli importava. Dopotutto che mi aspettavo? Forse era stato qualcosa per me, ma non per lui, forse mi ero immaginata tutto. Infondo non aveva risposto alle mie domande. Perché avrebbe dovuto? Chi ero io? Nessuno, ecco chi. Solo una ragazza fin troppo facile da baciare. Perché avrebbe dovuto darmi valore? Rialzai lo sguardo, e in esso non vi era traccia della profonda malinconia che mi avvolgeva. Ero un'attrice, dopotutto. Sorrisi, semplicemente. "Ottimo!" annuendo "Petrone potrà essere la nostra guardia del corpo..." guardando gentilmente l'ormone "Dopotutto non abbiamo nessuno che ci difenda..". "Ehi tu.." una voce appannata e boriosa risuonò nel frastuono della locanda, eppure non ci badai. C'erano tante voci, dopotutto, voci di ogni genere. Eppure quella voce tornò a farsi strada tra le altre, fino ad arrivare pericolosamente vicina. "Ehi, bellezza, dico a te.." fece quella voce, e io ancora non ci badai. Quando mi voltai era vicinissimo a me, anzi: erano. Nel tragitto aveva trascinato due compari, così la scena che mi trovavo davanti era la seguente: tre ubriaconi con la bava alla bocca che dicevano cose irripetibili. Cercai di mandarli via, non ci riuscii. Le mie proteste aumentarono unicamente la loro bramosia. Poi accadde qualcosa, uno di loro, quello che aveva parlato, mi prese per un braccio. "Lasciami!" protestai, cercando di divincolarmi. "Avanti, non fare la timida.." biascicò lui, mentre io continuavo a dimenarmi. Gli altri ridevano, ridevano, mentre il mio viso si rigò di lacrime. "Lasciami.." sussurrai di nuovo, cercando di non piangere. "Non hai sentito?" una voce sicura alle loro spalle "Ha detto di lasciarla!". Fu così che lui apparve per la prima volta ai miei occhi, mentre in men che non si dica metteva fuori combattimento quei tre manigoldi. In un attimo mi ritrovai specchiata nei suoi occhi. "State bene, madamoiselle?" mi chiese, con un leggero inchino. Io non potei far altro che annuire, incapace di proferire parola. Allora lui mi prese la mano, e con il movimento più delicato e gentile che avessi mai osservato, la baciò. "Jean Cottereau.." sorrise "Al vostro servizio.." guadandomi negli occhi. Restai lì, impietrita a guardarlo. "Clio.." sussurrai unicamente. Lui sorrise, fece un inchino e si voltò, senza dire altro. Fu allora che mi risvegliai da quel torpore innaturale. "Aspettate.." lo chiamai, facendo un passo verso di lui, che si voltò immediatamente. Lo guardai senza parlare, e lui sorrise, un sorriso dolce e rassicurante. "Grazie.." arrossii "Se non foste arrivato voi io.." arrossii ancora più violentemente e abbassai lo sguardo, per poi rialzarlo timidamente "Grazie..". Lui sorrise. "Siete troppo bella e pulita per questo posto, madamoiselle.." con un leggero inchino "Dovreste sempre essere protetta..". Quel ricordo mi investì come un'onda incontrollata, nel momento meno opportuno. Avevo sperato per un istante, o meglio per più di un istante, di poter ricominciare, di avere davvero la possibilità di poter amare ancora, o forse amare per la prima volta. Dopotutto non mi ero mai sentita così, nemmeno con Jean. Possibile che avessi immaginato tutto? Eppure erano emozioni troppo forti per una sola persona, possibile che non avesse provato nulla lui? Sarebbe venuto con noi, infondo, certo lo avrei scoperto. Sospirai pianissimo, cercando di nascondere al meglio il mio stato d'animo tormentato. |
"Si, bada di fare in fretta." Disse il secondino ad Altea. "E non metterti a parlare col prigioniero." Indicando la porta di ferro dietro cui era imprigionato il misterioso prigioniero.
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Guardai sorpresa il secondino...."Io non parlo con nessuno..fate pure..ma posso portare io il rancio se volete al prigioniero.." guardando la porta di ferro..perché era imprigionato in modo diverso.
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"Dunque" disse il padre di Nyoko "devo dedurre che ti annoi, giusto?" Imburrando il pane. "Devo allora portarti un dono al mio ritorno. Cosa ti piacerebbe avere?"
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Sorrisi alle parole di mio padre. Le giornate erano senz'altro più lunghe dal giorno del mio incidente, e non potevo far molto ferma su una sedia senza vedere nulla. Pensai a quale dono poteva essere più gratificante e mi venne in mente una sola cosa:
Portatemi un libro nuovo, uno di quelli che raccontano una bellissima storia, ricca di avventure e di passione. Me lo farò leggere" dissi sorridente verso di lui. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
"Sono straniero in questo paese" disse Altafonte a Dacey, sorseggiando una tazza di tè "e data l'insolita situazione politica i miei titoli possono valere poco o nulla agli occhi del governo e dell'alta società. Per questo ho bisogno di impreziosire, diciamo così, la mia posizione è la mia immagine con una presenza particolare al mio fianco. Una principessa orientale è l'ideale. Regale e straniera, dunque impossibile da toccare per le autorità di Agnonone." Fissandola.
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"È uscito presto stamani, verso l'alba." Disse Anya a Gwen. "Credo non abbia nemmeno dormito, o comunque dormito pochissimo. È uscito dalla sua stanza e senza neanche fare colazione ha preso il suo cavallo ed è uscito."
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" Volete che finga per voi? " con sguardo acuto verso il Cavaliere.
" Non so quanto io sia portata come attrice ma... posso provarci!" con un sorrisetto mentre prendevo un altro dolce dal vassoio. " Sia ben chiaro che potrò tirarmene indietro in qualsiasi momento e naturalmente mio fratello deve essere d'accordo. Io e lui non ci separeremo per fare un favore a voi" sentenziai tutta seria e senza sorriso. Sorriso che riapparve poco dopo comunque. " Dunque... parlavamo di gioielli no? Io non sono decisamente esperti quindi spero nel vostro consiglio!" L'idea di fingermi una ricca nobile straniera in fondo non era male, anzi poteva avere vantaggi. Sperai che anche Amit la pensasse così. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Era uscito.
Appena Anya finì di parlare, subito mi precipitai fuori, preparai un cavallo io stessa ed uscii a cercarlo. Dovevo sapere. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
"Lady Gaynor..." disse lui fissando la gentildonna "... dalla bellezza e dal vostro portamento immagino siate la signora del palazzo..." sorridendole "... devo dunque ringraziare voi per l'invito e l'ospitalità." Avvicinandosi e mostrando un lieve e cavalleresco inchino. "Permettete che colga e rubi questo fiore per voi?" Raccogliendo un fiore da un cespuglio. "È un narciso..." posandolo delicatamente nella mano di lei "... nel linguaggio dei fiori simboleggia molte cose, come la cavalleria ed anche l'Amore... scegliete voi quale significato sia più affine al vostro animo." Sfiorandole nuovamente la mano con un delicato bacio.
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"A quanto pare" disse Cristiano a Petrone "non abbiamo molta scelta, amico mio..." fissando l'omone.
"Allora raccogliero' quel poco che ci è rimasto." Petrone. "Allora non ci vorrà molto tempo." Ridendo Cristiano. Petrone annuì ed andò via. "Beh, non ci resta che andare dal vostro capo" Cristiano a Clio "ed informarlo della piega presa dagli eventi. Sperando sia contento di ciò." |
Per un momento avevo sperato che una volta soli...
Sospirai. Stupida e sciocca fanciulla. Cercai di nascondere la mia delusione e annuii. "Ma certo.." con un leggero sorriso "Andiamo da Ozillonne..". |
L'atteggiamento dell'uomo mi fece sorridere. Conoscevo lo stereotipo del farfallone romantico che affascina le donne con parole poetiche e dolci gesti... anche Bastiano era stato così, giusto il tempo di conquistarmi ed arrivare al matrimonio.
"Vi ringrazio, monsieur..." risposi ritirando la mano. "Vorrei potermi dire deliziata da queste vostre attenzioni, ma tutto ciò che di bello diviene un semplice modo di fare, rende il complimento monco per tre quarti..." Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
"Niente da fare..." disse il secondino ad Altea "... a quel bastardo ci penso io..." Indicando la porta di ferro "... tu pensa solo a pulire." Con disprezzo.
Aprì allora lo sportellino nella porta e passò all'interno il piatto col rancio ed una brocca di acqua, per poi richiudere il tutto. Allora andò via. |
"Certo." Disse il padre di Nyoko.
Terminò la sua colazione, baciò sua figlia e poi andò via, lasciando il palazzo in carrozza poco dopo. Le governanti allora pulirono in tavola. Ad un certo punto Nyoko cominciò ad udire un fischio giungere dal cortile. |
Immaginavo..ma almeno ci avevo provato ma la mia curiosità era grande.
Vidi il gesto del secondino, io pulivo e quando lui se ne andò mi avvicinai alla porta e pulivo a terra e con lo spazzolone bussai nella porta dove era stato gettato il rancio. Dovevo stare attenta e mi misi a cantare..."Il mio cor desia tutto di voi saper...gabbia dorata è il mio cuore che vuol celare i miei segreti". |
Mio padre acconsentì alla mia richiesta e mi lasciò dandomi un bacio. A quel punto vennero le domestiche a pulire ed io rimasi lì in attesa. Chissà lui dov'era? Poco dopo, un fischio proveniente da fuori, attirò la mia attenzione.
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Altafonte sorrise a Dacey.
"Naturalmente." Disse finendo il suo te. "Vostro fratello se vorrete avrà anch'egli parte a tutto ciò. Quanto ai gioielli, stamani stessa farò venire qui il miglior orafo della città. Sceglieremo così qualcosa di adatto alla vostra bellezza ed al vostro nuovo ruolo." Sorridendo appena. |
Gwen prese un cavallo ed uscì nella campagna.
Il cielo era grigio e cupo, l'aria umida ed odorosa di pioggia, mentre un leggero vento abitava sulle cime degli alberi verdi e spettrali di quel posto. Ad un tratto cominciò a piovere e la ragazza iniziò a bagnarsi. |
" Qualcuno potrebbe dire che siete pazzo. Fare affidamento su due artisti di strada e addirittura comprare loro preziosi..." giocherellando con le dita.
" E esattamente come dovrei comportarmi? Decisamente non ho una educazione principesca... Potrei cadere in errore... " pensierosa. " Mi chiedo perché abbiate preso una simile decisione comunque... siete forse in qualche guaio? Sembrerebbe se vi affidate a una sconosciuta come me." Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il tempo non era un granché, nell'aria c'era odore di pioggia e c'era vento.
Di lui nemmeno l'ombra. Ma lui dove diavolo era finito? Intanto il tempo peggiorava, ad un certo punto iniziò anche a piovere ed io dovetti coprirmi col mantello, sebbene i vestiti e i capelli fossero già inzuppati per la pioggia scrosciante. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Cristiano e Clio raggiunsero Ozillonne e gli altri, mettendoli al corrente degli ultimi sviluppi.
"Beh, la compagnia potrebbe guadagnare un valente e dotato membro tra le sue fila." Disse il capocomico."Purché accettiate le naturali gerarchie che governano la nostra arte." A Cristiano. "Naturalmente." Sorridendo Cristiano. "Anzi, in verità spero vivamente di saper e poter cogliere un pò dei vostri segreti per riuscire, se non ad emularvi, almeno a far mie alcune delle vostre qualità sceniche." "Eh, buon ragazzo." Pieno di sé Ozillonne. "Aspettate un attimo..." intervenne Isolde "... portarci dietro un fuggitivo può causarci grossi guai... soprattutto perché siamo diretti nella capitale, se qualcuno l'avesse scordato..." |
Arrivammo da Ozillonne e fui felice di sentire che era contento del fatto che Cristiano venisse con noi.
Il nobile, del resto, sapeva sicuramente come prenderlo. Poi le parole della solita guastafeste, Isolde. "Beh, le maschere non ci mancano.." dissi, alzando le spalle "Tafferouille usa spesso la sua, non vedo perchè non potrebbe usarne una anche Cristiano in modo da celare il suo viso alla gente.." candidamente. "Che ne pensi, capo?" rivolta verso Ozillonne. |
Lui sorrise a Gaynor ed accarezzò con la mano alcuni fiori di quel cespuglio.
"Un poeta una volta disse..." disse "... un complimento fine a se stesso è l'unico per cui valga la pena di innamorarsi..." con un lieve inchino "... il mio amico Orkoross mi ha parlato di sua cognata... egli invero non è un poeta, nè il suo animo è così volto al romanticismo, eppure dalle sue vaghe descrizioni ella deve senza dubbio essere una donna bellissima... e dato che" guardandola tutta, senza temere di apparire inopportuno "guardandovi mi sembra ovvio poche altre donne al mondo possano starvi alla pari... beh, direi, con mio profondo sconforto, che siate voi colei, dunque felicemente sposata ad uno dei migliori e più bei gentiluomini di Agnonone... per tutto ciò capirete quanto inutile sia il mio complimento ai fini di una qualunque velleità di corteggiamento e di contro quanto invece sia autentico e sincero..." con un cenno del capo. |
Non so bene come, ma mi accorsi della sincerità delle sue parole e ne rimasi turbata. Come aveva detto lui, ero una donna sposata, seppur molto poco felicemente, e certi discorsi non avrei dovuto neanche ascoltarli.
"Monsieur, le vostre parole mi confondono..." gli dissi apertamente "Dovete perdonarmi, ma ritengo opportuno rientrare in casa e non indugiare troppo in simili discorsi... Suvvia, porgetemi il braccio e ditemi il vostro nome, cosicché entrando possa degnamente presentarvi a mio marito..." Inviato dal mio P00C utilizzando Tapatalk |
Quel fischio udito da Nyoko.
Leggero, intenso, insistente. Arrivava da fuori, da una delle finestre della stanza. “Un fischio...” disse una badante entrando “... ma chi è?” Avvicinandosi alla finestra. “Ah, è quel ragazzo...” mormorò. |
Quel fischio insistente, chissà chi lo emanava. Poi una badante mi aiutò a capire e un leggero sorriso mi comparve nel volto. "È Pavel? Cosa sta facendo?" chiusi curiosa.
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La pioggia cominciò a scendere copiosa e subito Gwen si ritrovò in un attimo completamente zuppa e a nulla valse coprirsi col mantello.
A quel punto la ragazza intravide un vecchio capanno probabilmente abbandonato. |
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