Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 13-02-2012 02.05.15

Sentivo parlare all'interno della Stanza Reale, quando la porta mi si aprì e fui condotta davanti alla Regina..Reas mi presentò, mi inchinai "Ci siamo già conosciute maestà" stavo parlando quando venni immediatamente fermata da quelle parole...Lady Isolde. Mi voltai di scatto, era lei, bellissima in un abito sontuoso, mille pensieri mi tornarono in mente e l'ultimo...quel ricordo del maestro con lei, che mai più vidi..."Non voglio vedere questa donna in questa stanza" dissi in tono di disprezzo...le parole mi uscirono spontanee di bocca e rimasi perplessa.

Guisgard 13-02-2012 02.07.39

Quelle parole sussurrate da Melisendra, con una dolcezza che al cavaliere parve infinita e quasi ultraterrena, restarono a lungo, come un eco, nella mente di Fyellon.
Si voltò poi a fissare il Calars e i caldi fumi che salivano dalle sue acque.
Allungò la mano e giochicchiò in quel temperato alone, come se fosse uno dei veli che avevano avvolto Melisendra, rapendola e portandola via.
Si avvicinò allora al capitano e chiese notizie su di lei e sul suo misterioso padrone.
“Statene fuori, cavaliere.” Rispose il capitano. “Ricordate la vostra promessa… nessuna domanda e nessuna intromissione…”
Heyto e Melisendra, intanto, avevano raggiunto la cabina della ragazza.
“Dovresti riposare, Melisendra.” Disse il musico.
Diede poi ordine ad alcune ancelle di servire loro da mangiare e da bere.
“Sei turbata o solo sconfortata?” Chiese Heyto alla ragazza, una volta congedate le ancelle. “Cosa cela il tuo cuore? Cosa volevi chiedermi?”

Guisgard 13-02-2012 02.49.50

A quelle parole di Altea, la regina la fissò indispettita.
“Milady, vi ricordiamo che siete al cospetto della regnante di Tylesia!”
“Maestà, vi chiedo di scusare lady Altea…” disse Reas “… è ancora scossa per il viaggio travagliato che ha affrontato.”
“Sir Reas, badate che non tollereremo più questo genere di comportamento.” Risentita la regina.
Reas mostrò un inchino alla regina.
“Oh, vostra maestà non ha motivo di adirarsi…” fece Isolde “… il lungo viaggio, come ben spiegato dal nostro sir Reas, di certo ha scosso i nostri ospiti… forse la dama” indicando Altea “mi ha confuso con qualcun altro… io infatti non conosco nessuno di loro, ma, da come ho compreso, essendo amici del nostro valente capitano allora di certo meritano una degna ospitalità.”
“Vi ringrazio, milady.” Disse Reas.
“Sono io a ringraziare voi, capitano.” Sorridendo Isolde. “Anche se dovrei essere indispettita, mio buon cavaliere…”
“Indispettita?” Stupito Reas.
“Si, mi prometteste una passeggiata presso le caserme reali, dove addestrate i nostri soldati.” Rispose Isolde. “Oppure devo pensare che anche voi riteniate le donne poco adatte a visitare quei luoghi? Perché, magari, finiamo col distrarre i vostri uomini dal loro dovere di bravi soldati?”
“Sono vostro debitore per quella promessa, lady Isolde.” Sorridendo Reas.

Altea 13-02-2012 08.09.52

A quelle mie parole la Regina si adirò, per un attimo credetti che mi avrebbe portato fuori dalla stanza e ordinato alle Guardie di portarmi in cella...non mi credeva??sembra amica di Isolde, ma la meraviglia fu scoprire che Isolde proclamasse di non conoscermi..o fingeva di non conoscermi.
Non risposi, solo vidi che stava spudoratamente invitando Reas a fare una camminata con lei e guardai Elisabeth.
"Maestà Vi chiedo scusa per la scortesia, forse ho preso un abbaglio, ella assomiglia moltissimo e porta lo stesso nome di una milady in viaggio con noi e...che ha fatto del male a una persona mia cara. Ora scusatemi, chiedo congedo". Uscii dalla stanza e tornai correndo verso il giardino, stavo cercando il chierico, egli forse sapeva chi fosse quella donna, era un uomo interessante e sembrava conoscere mille verità, e iniziai a incamminarmi in quel luogo stupendo tra alberi fioriti e arcate in fiore e profumate alla sua ricerca.

Talia 13-02-2012 10.30.07

Ruotai gli occhi su Guisgard, quando mi raggiunse, e lo osservai con sguardo glaciale per qualche istante... aveva pericolosamente barcollato per arrivare fino a me e si era poi appoggiato al bancone, quasi faticasse a stare in piedi... non lo avevo mai visto in quel modo.
E tuttavia, nonostante una irrefrenabile voglia di prenderlo a schiaffi si stesse facendo strada in me, non gli dissi niente.
Rimasi semplicemente in silenzio, fissandolo... gli occhi fiammeggianti, furenti.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43683)
“Cosa diamine ci fai qui?” Rivolgendosi a lei. “Dovresti essere al Casale a quest’ora…”
“Eh, amico mio…” avvicinandosi lo zingaro col quale aveva gareggiato e dandogli una pacca sulla spalla “… si vede che si annoiava la tua amica da sola!” E scoppiò a ridere.
Ma, con un pugno rapido e improvviso, Guisgard lo colpì facendolo cadere pesantemente su di un tavolo, che lo zingaro frantumò.
A quel punto scoppiò una rissa generale.

Accadde tanto in fretta non riuscii a bloccarlo...
L’uomo colpito da Guisgard cadde tanto pesantemente contro un tavolo da romperlo, al che subito altri due uomini si lanciarono sul cavaliere... in breve fu il caos.
Io indietreggiai, schiacciandomi contro il bancone... abbassai gli occhi e notai che Sheylon non era più vicino a me...
“Fateli smettere!” implorai allora il proprietario della taverna, lanciando una rapida occhiata a Guisgard per poi tornare a guardare lui “Voi siete il padrone di questo posto, no? E allora, per l’amor del Cielo, fateli smettere!”

Melisendra 13-02-2012 12.37.54

"Come, Heyto? Come avverrà?" Domandai, senza addolcire la pillola. "Devi dirmi come intendete sacrificarmi... il vostro scopo, forse... Ma soprattutto come intendete farlo!"
I miei bracciali tintinnarono. Mi sentivo le gote pallide e un lieve tremore nella voce acuta.
"Non mi ribellerò... Ci ho pensato. E forse questo è l'unico modo che ho per tornare a casa... Quindi puoi dirmi tutto, ogni orribile dettaglio, e io non tornerò indietro. Farò quel che chiedete."
Feci una pausa.
"C'è niente di più gradito di un sacrificio in cui la vittima stessa si offre senza riserve?" Tacqui, facendo appello a tutto il mio coraggio.

cavaliere25 13-02-2012 14.05.48

stavo iniziando a volergli bene a quel clerico infondo non era cattivo anzi era come un padre nei miei confronti pensai dentro di me mentre rientravamo a casa da quella avventura demoniaca

elisabeth 13-02-2012 16.32.35

Come potevo sperare di essere presa in considerazione........avrei voluto incenerire Isolde, forse sarebbe cambiato poco ma almeno per me sarebbe cambiato molto......mio figlio era stato messo nelle mani del cerusico....c'era sempre qualcuno che mi portava via un bene prezioso....speravo solo che fosse in buone mani.......levai il mio braccio dalle psalle di Daniel......e mi rivolsi alla Regina...." Pensate che io sia una stolta ?....pensate che io voglia mettere la mia testa sotto la mannaia del boia per simpatia verso di lui ?......sapete una cosa........il tempo e' il malanno del mondo ma solo perche' alla fine dimostra a tutti delle grandi verita' e anche per voi ci sara' il tempo.....per capire, spero solo che non sia troppo tardi...."....mi accorsi solo allora della comparsa di Altea e quella di Isolde........la buona e brava Isolde, che amabile creatura, non conosceva nessuno di noi......o forse sperava che nessuno di noi fosse sopravvissuto alla tragedia del carrozzone...vuoi vedere che eravamo una sorpresa anche per lei ?.......come al solito stava manipolando il povero Reas....e Altea al ricordo del suo maestro volo' via dalla sala Reale......io invece ero li', come se non avessi piu' neanche un'identita'.........speravo che Reas fosse diverso..ma in realta' gli uomini erano tutti uguali e questo Isolde lo sapeva bene....cosi' in un attimo in cui il silenzio sembrava regnare......" Isolde sorella cara..possibile tu stia vivendo uno stato di amnesia ?......c'eravamo viste dopo tanto tempo sul Carrozzone e non abbiamo avuto neanche il tempo di parlare serenamente delle nostre vite....visto che la tragedia ci ha coinvolte......Altea e il suo maestro, eravamo insieme ricordate ?..io sul ponte e voi sotto coperta....".....cosi' le andai incontro e l'abbraccia....sussurrandole all'orecchio " Spero che il mio grande amore per me ti riporti in mente tutto l'accaduto".....

Guisgard 13-02-2012 19.34.46

Altea corse, così, verso il parco che fronteggiava il palazzo reale.
L’aria era fredda e il cielo limpido e solo alcune guardie e qualche servitore animavano quel luogo.
Altea si guardò intorno, ma non c’era traccia del chierico menestrello.
Ad un tratto, nel parco giunsero due cavalieri accompagnati da una donna: erano lady Shoyo e due dei suoi.
E appena riconosciuta Altea, le si avvicinarono.
“Incantevole il palazzo reale, vero?” Fece la donna guerriera. “Ora poi che voi e i vostri compagni avete avuto la protezione di sua maestà…” la fissò con astio “… ma ricordate che la forza è di chi possiede armi… un regno appartiene a chi è capace di difenderlo… e i veri signori di Tylesia siamo noi Cavalieri del Tulipano Imperiale! Tenetelo bene a mente!”
I cavalieri che erano con lei si abbandonarono ad una sonora risata.

Guisgard 13-02-2012 19.38.41

Padre Nicola e Cavaliere25 attraversarono così la selva e giunsero nella loro dimora.
Il chierico accese il fuoco nel camino e mise a bollire dell’acqua per poi preparare un infuso.
“Questo ci farà bene…” porgendo una tazza di quello al boscaiolo.
Si sedettero così davanti al fuoco.
“Sai cosa diceva Sant’Ireneo?” Fissando Cavaliere25. “Che la più grande vittoria del diavolo non è stata quella di far mangiare il Frutto dell’Eden ad Adamo ed Eva… no, la più grande vittoria del maligno è stata quella di convincere l’uomo della sua inesistenza… e difendersi da un nemico del quale si ignora l’esistenza… è quasi impossibile…”

Guisgard 13-02-2012 19.51.21

Isolde fissò Elisabeth ed accennò solo un sorriso.
“Chiunque voi siate, milady…” con tono amichevole “… vi do il benvenuto a Tylesia.”
“La nostra dama” fece la regina guardando Isolde “parla di grandi verità. Verità che a suo dire noi ignoriamo e che presto, invece, ci verranno mostrate con nostro danno.”
“Io credo, vostra maestà, che ella mal conosca i nostri costumi.” Rispose Isolde. “In verità non credo di aver compreso il senso delle sue parole…” si voltò di nuovo verso Elisabeth “… forse ha perduto qualcuno di caro… e per questo, posso immaginare, abbia smarrito il senno… è abbigliata in maniera discutibile ed anche i suoi modi tradiscono origini non certo aristocratiche… ma non credo meriti biasimo… forse, invece, solo pena…”
“Maestà…” facendo un passo avanti Reas “… lady Elisabeth è ancora scossa per la tragedia del naufragio…”
“Naufragio?” Ripeté Isolde. “Ella è giunta navigando il Calars?”
“Si, milady.” Annuì Reas.
“Ma ciò è impossibile!” Esclamò Isolde. “Nessuno può giungere qui risalendo il Calars! Esso è il confine tra Tylesia ed il resto del mondo!”
“Eppure è così.”
“E’ ciò che vi ha detto lei, capitano!” Fissandolo Isolde.
“Si ed io le credo.”
“Le donne sanno confondere gli uomini, capitano…”
“Cosa avete da dire per discolparvi?” Domandò la regina ad Elisabeth.

Guisgard 13-02-2012 20.02.59

Heyto ascoltò le parole di Melisendra senza però guardarla mai in viso.
Il musico, infatti, teneva gli occhi bassi sulla sua cetra, accarezzandola delicatamente e liberando un suono lento e malinconico.
“Non mi hai parlato del luogo da cui provieni, Melisendra…” mormorò “… sai, a volte ho provato ad immaginarlo… forse anche a sognarlo… deve essere un mondo bellissimo se è riuscito a concepire una creatura come te…” finalmente la fissò “… solo in te, dolce amica, ho visto la vera purezza… forse sei un Angelo… un Angelo smarrito che ora ignora il ricordo del Paradiso… e forse ritornerai nel tuo Paradiso… ma per raggiungere il Paradiso, bisogna spesso attraversare l’Inferno… e all’Inferno ora sei destinata, Melisendra… perché è lì che ti stiamo portando…”
La ragazza in quel momento, fissando Heyto, si accorse che dolorose lacrime scendevano sul suo volto.

Altea 13-02-2012 20.10.18

Percorrevo velocemente quel giardino, mi chiedevo se avessi fatto bene a lasciare Elisabeth ma esigevo parlare con il chierico, ma non lo trovavo...avevo avuto un'altra visione? Quando fui fermata dalla donna guerriero, si mise davanti a me con aria di sfida con alcuni cavalieri del Tulipano, non sapevo se destestavo più quella donna o Isolde..."La spada deve essere usata per un giusto ideale milady, voi per cosa la usate? per diletto?? o perchè vi sentite forte con essa...non mi fate paura sapete, e dite pure ai vostri cavalieri, se posso chiamarli tali, che le loro sonore risate mi stanno infastidendo..e ora se permettete, sono venuta a fare una sana passeggiata nel giardino, la vostra presenza non mi è gradita" detto ciò me ne andai, non sopportavo che mi si incolpasse per cose non fatte e ricordai le trame contro di noi ascoltate la scorsa notte, solo che la Regina non aveva creduto. Camminavo, ma dove stavo andando in questo palazzo pensai??

Guisgard 13-02-2012 20.13.22

Lo zingaro frantumò il tavolo col suo peso e un attimo dopo i suoi compagni lasciarono i loro posti per raggiungere Guisgard.
Il cavaliere era quasi stordito dal vino e fu facile preda per quegli zingari.
“Tenetelo fermo, questo bastardo…” alzandosi l’uomo che aveva rotto il tavolo “… ora gli daremo una bella lezione…” e lo colpì allo stomaco con un pugno.
Guisgard si accasciò a tossire, per poi alzare di scatto la testa e colpire con una gomitata uno dei due che lo tenevano fermo.
Tentò di colpire anche l’altro, ma aveva bevuto troppo ed un capogiro lo fece quasi cadere a terra.
Gli zingari allora lo raggiunsero e cominciarono a prenderlo a calci, fino a stenderlo sul pavimento.
“State indietro, milady!” Disse il locandiere a Talia, cercando di proteggerla dal clamore generale. “Meglio non immischiarsi negli affari degli zingari. E poi” aggiunse “non voglio farli arrabbiare ancora di più… mi distruggerebbero il locale…”
Con Guisgard a terra, lo zingaro che lui aveva mandato contro il tavolo estrasse un lungo coltello.
“Ora ti farò un bel disegno sul viso, maledetto…” afferrandolo per il collo “… così la tua passione per le donne avrà un duro colpo…”
E proprio quando la lama dello zingaro era vicino al volto di Guisgard, accadde qualcosa.
Un ruggito, simile ad un sordo boato, ammutolì e zittì tutti i presenti.
Sheylon con un balzo raggiunse il suo padrone e fece indietreggiare con la sola presenza quegli zingari.
La tigre, però, si lanciò contro quello che impugnava il coltello e lo fece cadere a terra.
Lo zingaro gridava per la disperazione e per la paura, ma nessuno osava avvicinarsi a quella belva.
Guisgard tentò di alzare la testa, ma riuscì solo a tossire.
Sheylon allora gli si avvicinò, lasciando lo zingaro con la camicia lacerata e qualche graffio sulla pelle.

Chantal 13-02-2012 21.49.22

I cavalli procedevano nella foresta e tutto intorno ai quattro fuggitivi, man mano che l’imbrunire avanzava, assumeva forme inquietanti e sconosciute.
“Da cosa fuggiamo?” Ripeté Vayvet senza però fissare Chantal. “Forse dal mondo… un mondo che non ci ha mai accettati veramente…” strinse la mano contro la ferita, come a voler attutire gli scossoni provocati dall’andatura del suo cavallo “… come voi, del resto… neanche voi ci accettate, visto che mi avete negato anche il vostro nome…” accennò un sorriso “… ma lo comprendo… io vi ho negato la libertà… così saremo pari…”

Chantal chinò il capo a quelle parole,dentro di lei si affacciarono un senso di smarrimento e di mortificazione.
Si,fu mortificata da quel dire,da quei pensieri così espressamente rancorosi..
"Neanche voi ci accettate.." Il suono di quelle parole urtava violentemente contro la sua concezione di amore,e quella frase sembrava scomporsi in tante breccioline di pietra lanciate a sommergerle il cuore.
La ragazza si strinse nella cappa di velluto ancor più forte,aveva ancora più freddo,guardò un momento la cupa foresta intorno,le parve desolata e desolante,poi,nonostante l'aria gelida,si scoprì il volto abbassando il cappuccio del suo mantello,e col suo cavallo si avvicinò di più accanto all'uomo ferito.
Ogni volta che tentava di parlargli col cuore,la ragazza faceva in modo che lui potesse guardarla negli occhi,come se i suoi occhi fossero capaci di una verità impronunciabile o sfuggevole alle parole.
Quando vi si fu accostata molto vicino,tanto che i due cavalli camminavano allo stesso passo,questi si voltò verso di lei e Chantal trovò la forza di controbattere a quel dire tanto spigoloso quanto rammaricante.
"Io credo che siate in errore,milord.Fuggite da qualcosa che vi appartiene e che è meraviglioso.Non si aprono tutte queste bellezze ai vostri occhi?Questi boschi vi appartengono,le sue creature vi appartengono,la Luna di questa notte che si sta mostrando così generosamente vi appartiene.E voi,voi,milord..appartenete a tutto questo...Gli uomini..fuggire dagli uomini..fuggire da chi non vi accetta...fuggire da me..perchè?Non è amore che vorreste nutrire e ricevere?Non è verità che vorreste perseguire?"
Gli occhi di Chantal si fecero accesi di orgoglio e lucidi di certezza mentre riprendeva:"Smettete di fuggire,milord,ed abbracciate la vita...gli uomini sono coraggio,così come le donne sono creazione.Non siete diverso dai vostri simili,ed io,milord..io che credete disprezzi voi e i vostri compagni..io non sono diversa da voi..certo,disapprovo spezzare la vita e abusare della forza,ma il disprezzo,milord,non può esistere,non può appartenere a me come a voi.."
Esitò un momento,volgendo lo sguardo al Cielo,poi riprese.."Amare l'inamabile.. solo questo può renderci davvero diversi a questo mondo.Solo questo.."
Chantal s'accorse che Vayvet non la guardava più in volto,come contrariato dalle sue parole,o forse,cosa più terribile,disturbato da esse e dalla presenza stessa della ragazza,ma questa,pur conscia di quello che stava vivendo,pur capace di essere solo una prigioniera in balia della furia di quei fuggiaschi era come desiderosa di sfidare la sua sorte e,forse,i pensieri di quell'uomo,allora arretrò un poco col suo cavallo e si fermò.
Il fuggiasco fu costrtto a fare lo stesso,poichè sorvegliava a vista la ragazza,e Chantal,al chiarore della luce della Luna,con gli occhi fermi,sicuri e percettibilmente lucidi,immobile e con le redini strette nelle mani esortò Vayvent a guardarla:"Guardatemi,milord.Guardatemi in volto...Ritenete davvero di dover scappare da me?Ritenete davvero di non essere accettato da me?Eppure..io vi ho dato fiducia quando non vi ho tradito con le guardie."
Ma l'uomo,appena udite queste parole,riprese a cavalcare voltando le spalle alla ragazza.
Chantal,allora,prese a seguirlo,si sentiva delusa,affranta,e sola.
Sola in quella notte fredda e buia,in quei luoghi ululanti di tenebre,accanto a quegli uomini così distanti,così impenetrabili..

Monty rise forte.
“Una volta in salvo” rivolgendosi a Vayvet “cosa ne faremo di lei, capo?” Fissò Haro e rise forte. “Seguiremo le regole, no? Le regole che abbiamo sempre rispettato… la tireremo a sorte per vedere chi la possiederà per primo!”

Quell'uomo,la sua voce,i suoi pensieri,la inquietavano,la turbavano e le faceva gelare il sangue.
Chantal rabbrividì solo udendone il tono della voce,le sensazioni che quell'uomo,Monty,suscitava in lei dopo l'accaduto nel giardino di casa la rendevano totalmente incapace di seguirne anche solo il ragionamento.
Rabbrividiva così tanto ad udirne la voce,a ritrovarselo a guardare,che non aveva neppure udito ciò che aveva detto.
La fanciulla si nascose di nuovo il volto nel cappuccio,aveva freddo,ma il freddo le proveniva non solo dal gelo di quella notte ma dall'ignoto verso il quale stava procedendo.

Ad un tratto Vayvet aumentò il passo e raggiunse una radura irregolare.
“Passeremo qui la notte.” Voltandosi verso gli altri, che erano rimasti più indietro di qualche passo.
“Non temere piccola…” mormorò Monty avvicinandosi a Chantal “… presto io e te ci divertiremo non poco… e vedrai che quando avrò finito con te, perderai quell’aspetto da brava ragazza che ti hanno cucito addosso…”
Giunti anche i tre nella radura, il gruppo si apprestò a trascorrere lì la notte.
Haro accese un piccolo fuoco, giusto per scaldarsi, mentre Monty raccolse qualche frutto per la cena.
“Haro…” fece Vayvet “… farai tu il primo turno di guardia… poi toccherà a Monty…”
Poco dopo, i due fuggiaschi si addormentarono, mentre Haro si sistemò presso una roccia e cominciò il suo turno di guardia.

Chantal li seguiva ammutolita,stringendosi nelle braccia ed avvolgendosi nella cappa per riscaldarsi,ancora una volta aveva subito con disappunto la volgarità di Monty,ma era rimasta in silenzio,e sempre a testa china,solo una volta aveva cercato lo sguardo di Vayvet,come se sentisse che quel fuggiasco fosse diverso dagli altri,e nei suoi occhi aveva ricercato un briciolo di compassione.
Ma gli occhi di Vayvet erano impenetrabili,fermi,severi,inespressivi di misericordia.
Mentre i tre si accordavano sui ruoli,Chantal raccolse delle erbe e delle foglie da offrire al suo compagno di viaggio in quel viaggio tanto oscuro.
La ragazza si sedette un po' scostata da tutti,poggiò la schiena ad un albero,e per ricercare un po' di calore prese ad accarezzare una zampa anteriore del suo cavallo,come se,a sentirlo vicino a lei,fosse più protetta e rassicurata,meno abbandonata a se stessa.
Poi chiuse gli occhi cedendo al freddo..

La radura era avvolta in una nebbiolina leggera e muschiata che si poggiava su ogni cosa,e sulle acque del lago la bruma sembrava galleggiare e fluttuare come una nuvola venuta a baciare lo specchio cristallino.
Chantal immergeva i piedi nell'acqua resa fredda dalla gelida aria notturna.
Tremava scossa dai brividi,ma come un'incoercibile volontà di afferrare e raggiungere qualcosa di sfuggevole,si addentrava nelle acque abbandonando la riva.
Poi,come rapita dalla scia della Luna,aveva preso a seguirne la via,camminando nelle acque sempre più discosta dalla sponda,fino a ritrovarsi immersa fino alla vita,mentre la veste le fluttuava intorno,in quelle acque rese argentee dai bagliori della regina della notte e mosse leggermente da uno zefiro leggero e carezzevole.
Assorta nei suoi pensieri e col nao sollevato alla luna,Chantal sembrava non curarsi delle profondità del lago.
D'un tratto emerse dalle acque il fuggiasco,con indosso ancora la camicia lacerata a rendere esposta la ferita,:"Siete impazzita,milady?"Nuotando verso la ragazza."Le acque sono profonde ed ancor più minacciose di notte."Afferrando,poi,la raggazza e cercando di tirarla fuori.
"Lasciatemi!"Rispose la ragazza col petto ansimante ed il cuore che la percuoteva come un tamburo impazzito.
"Lasciatemi qui,lasciatemi seguire questa scia argentea che mi condurrà alla città dei Cieli."Fece la ragazza svincolandosi dalla presa del ferito.
"Annegherete,se non uscirete da queste acque.Vi impongo di tenervi salda a me e farvi condurre a riva!"Rispose l'uomo mentre affannosamente la trascinava per le braccia.
"No.Non potete fare questo!Lasciatemi,vi prego..lasciatemi andare.."Gridava la ragazza cencando di scostarsi e liberarsi dalla stretta dell'uomo.
Ma questi la attraeva sempre più a sè e la teneva afferrata per la vita trascinandola nelle acque con tutta la sua forza per impedirle di rimanere sommersa e per ricondurla a riva.
"Vi ho detto di lasciarmi!"Continuando ad implorare la ragazza con tutta la voce in gola,e liberatesi le mani cercava sempre più di respingerlo lontano da lei con tutta la forza del suo esile corpo.
"Lasciatremi andare! Lasciatemi.."In lacrime la raggazza e percuotendogli il petto con forza e con disperazione pur di liberarsi dalla sua presa.
"Non siate sciocca!Le acque sono gelide,morirete se non tornate subito a riva!"Stringendola più forte a sè l'uomo ed immobilizzandola per trarla fuori dalle acque.
Ma più questi la costringeva a rimanere aggrappata a lui e più la ragazza lo percuoteva al petto con i pugni per liberarsi.
Ad un tratto la ferità del fuggiasco si aprì sotto quei colpi e quelle percose e prese a sanguinare come un rivolo sotto le mani di Chantal.
Il fuggiasco,allora,lasciò la presa liberando la ragazza e si costrinse il petto con le mani per tamponare la ferita,ma il sangue colava copioso,e l'uomo sentiva venir meno le sue forze dal dolore e dal dissanguamento,tanto che il suo viso si contraeva e si incupiva attimo dopo attimo.
Chantal era libera,ora,libera da quell'uomo,libera di seguire la scia sulle acque e raggiungere la città dei Cieli,ma da argentea che era dapprima,ora quella via luminosa rifletteva i rossi bagliori del sangue,e come gocce di rubino scintillanti ai raggi della luna avvolgeva la ragazza ed il fuggiasco
Chantal guardò Vayvet,la sua camicia era porpora di sangue,poi guardò alla sua sottoveste,anche questa,da bianca,era divenuta porpora di sangue in quelle acque che accoglievano i lamenti e le sofferenze di Vayvet.
Ad un tratto Vayvet cercò di chiamare la ragazza,ansimante,per invocare il suo aiuto.Chantal aveva paura,tanta paura,e più l'uomo respirava affannoamente e più lei si portava lontano da lui,verso il cuore di quelle nere acque,incapace di tornare indietro,come rapita dal cuore del lago.
Poi,Vayvet s'accasciò,privo di sensi,ed il suo corpo esangue venne pian piano sommerso dalle acque,fino a non riemergere più.
Allora Chantal emise un grido di orrore che echeggiò per tutta la radura.

Fu un attimo,un attimo in cui Chantal aveva ceduto al sonno,forse per la stanchezza,o per il rigore delle temperature invernali.
Si svegliò di soprassalto,il cuore le batteva così forte che se lo sentiva in gola,ma era stato tutto un sogno.
Un sogno.Null'altro.
Forse a causa della nostalgia di casa,della mancanza di quell'abbraccio che solo la governante le sapeva offrire,e dei suoi rassicuranti racconti,per questo aveva sognato di voler raggiungere la città dei Cieli,o forse,lei desiderava davvero raggiungere un mondo sospeso,fatto di amore,luce e buoni sentimenti,ove ognuno raggiunge gli ideali del proprio cuore e vive nelle meraviglie dei sogni e dei desideri,sposando la gioia.
O,forse,solo un presagio,un presagio che lei,o Vayvet potessero essere in pericolo.
Comunque,quel sogno l'aveva scossa e turbata.Si alzò in piedi,accarezzò il muso del suo cavallo e si guardò intorno.
Vayvet dormiva poco lontano da lei.La figura inquietante di Monty era molto più distante,ed Haro sonnecchiava a capo chino vicino al fuoco.
Chantal aveva tanto freddo,nè quel fuoco acceso nè il suo caldo mantello di velluto la scaldavano.
Ripensò al sogno,ripensò alla strada fatta,ripensò ai fuggiaschi cercando di immaginare dove fossero diretti,ma non trovva risposte.
Deiderava scappare,fuggire via,per quanto sarebbe sfuggita a quegli uomini brutali e scaltri?
Allora respirò forte,e cercò di non farsi abbandonare dal coraggio.In cuor suo credeva a Vayvet e nutriva speranza che sarebbe stato lui stesso a liberarla.Allora fece qualche passo dai toni di una passeggiata notturna,annuasava la fresca aria della notte alta e cercò un varco tra le cime degli alberi per scorgere il firmamento,ma la foschia celava tutte le stelle,allora chinò il capo a scrutare le zolle del terreno e le foglie secche che scricchiolavano sotto i suoi passi.
Ad un tratto,tra una fitta maglia di radici,scorse un fiore.Era una fresia bianca che brillava sotto un raggio di luna in quella buia notte,sembrava una luccicante pietra con i suoi petali candidi e luminestenti..
Chantal si chinò a raccoglierla,nell'annusarla i suoi pensieri furono avvolti dal olce e delicato profumo di quel fiore che sbocciato sotto una coltre di brina,lasciò che i suoi petali le sfiorassero le guance e sospirò,abbandonandosi ad un sorriso.
Se quel fiore aveva vinto il rigido inveno,anche lei avrebbe superato quelle difficoltà.
Poi tornò indietro,verso il suo giaciglio.Vayvent dormiva ancora,nessuno dei tre s'era accorto della sua momentanea asszenza.Raggiunse piano,senza fare il minimo rumore Vayvet,per non svegliarlo,si chnò di fianco al fuggiasco che dormiva coperto fino al collo dalla sua giubba,sembrava avere la fronte corrugata da chissà quali pensieri infelici.
Chantal lo scrutò a lungo,l'uomo respirava serenamente,come se,pur inquietato dai pensieri,il sonno fosse sopraggiunto per lui come un amico che rinfranca.
Allora Chantal gli poggiò sul petto la fresia,proprio all'altezza che celava la ferita.
"Non vi farà più male.."sussurrò la ragazza con un filo di voce impercettibile,forte del fatto di non essere udita,e sfiorando leggermente il tessuto della giacca che l'uomo s'era appoggiata addosso.."non vi farà più alcun male questa ferita,ve lo prometto.."
Gli accomodò meglio la giubba sollevandogliela fino al mento per proteggerlo dall'umidità della notte e,infine, ritornò a poggiarsi al tronco dove aveva legato il suo cavallo,e adagiatasi sulla nuda terra,riprese con dolcezza ad accarezzare la zampa del suo compagno,mentre questi scuoteva lentamente la testa e sollevava lo zoccolo come a volerle rispondere con la sua gestualità.

Daniel 13-02-2012 22.34.41

Isolde! ì? In una stanza in mia presenza? Urlai a Elisabeth in mente:
"Tienimi fermo o la ammazzo!"
Poi mi avvicinai e facendo l'inchino più profondo e buffo che potevo dissi
<<Salve milady mi presento sono Daniel..>>
Una donna più falsa e bugiarda di lei non l'avevo mai vista..

Guisgard 14-02-2012 01.17.36

Altea aveva affrontato faccia a faccia Shoyo e i suoi cavalieri.
La donna guerriera restò a fissare Altea allontanarsi.
“Sciocca ragazza…” mormorò.
“Volete che le sia data una lezione, milady?” Chiese uno dei suoi cavalieri.
“No, meglio evitare ogni tipo di problema…” rispose Shoyo “… ne parlerò direttamente a lord Goxyo…”
Altea, intanto, allontanandosi aveva raggiunto una piccola edicola in marmo.
Nel mezzo c’era un bassorilievo raffigurante Afrodite che piange Adone.

“Piange la regina quel suo bell’amor ormai perduto.
Piange ogni notte, dove ogni suo sogno lei ha venduto.
Ripensa ella al passato, a quella scelta triste e dolorosa.
Guarda nel buio e cerca uno sguardo e una mano gioiosa.
Fissa la Luna e conta mille volte ogni stella nel firmamento.
Piange e poi ripensa, maledicendo quel suo vano pentimento.”

“Salute a voi, milady.” Mostrando un lieve inchino Fin Amor. “Vedo che amate questo nostro parco e tutte le meraviglie che vi sono in esso. Come questa edicola di classicheggiante bellezza… fu fatta costruire dalla nostra regina pochi giorni dopo la sua incoronazione…”

Guisgard 14-02-2012 01.46.07

Chantal, dopo quell’inquietante sogno, era tornata ad adagiarsi presso l’albero dove aveva lasciato il suo cavallo.
Ad un tratto sentì dei gemiti e dei lamenti.
Era Vayvet che si agitava nel sogno.

Correvano i cavalli.
Correvano per la campagna.
Correvano sotto gli speroni dei cavalieri che li cavalcavano.
E giunti al castello, quei cavalieri chiesero del loro signore.
“Quali notizie, Lorenz?” Chiese Vayvet.
“Tutto sembra perduto, milord…”
“Il Conte ha deciso, dunque…”
“Si, milord…” annuì Lorenz.
“La terra non è più nostra...”
“Possiamo ancora combattere...” cercando di spronarlo Lorenz “... molti uomini si stanno armando per seguirci!”
“No, no...” quasi zittendolo Vayvet “... il nostro tempo è finito... incontrerò Grippus... lui è il braccio destro del Conte...”
“Non andate da solo...”
“Devo.” Voltandosi Vayvet. “Raduna tutti gli uomini e scioglili da ogni voto... seguiranno il Duca... questo eviterà ogni altro spargimento di sangue...”
“Non accetteranno di abbandonarvi!”
“E’ un ordine.” Sentenziò.
Un’ora dopo, Vayvet col suo cavallo raggiunse l’accampamento di quelli che assediavano il castello.
Chiese di Grippus e fu condotto al suo cospetto.
“Saggio…” nel vederlo il braccio destro del Conte “... saggio ad arrendervi...”
“Accetto ogni condizione...” fissandolo Vayvet “... liberate lady Ghirelya...”
“Solo quando firmerete la rinuncia ad ogni pretesa sulle terre di Nagoya...”
“Cosa devo fare?”
“Tornate al castello” rispose Grippus “e portatemi il documento di rinuncia firmato da voi.”
“Libererete lady Ghirelya?”
“Avete la mia parola…” fissandolo Gruppus.

Vayvet allora saltò su.
Ansimava e si guardava intorno confuso.
Poi respirò forte e cominciò a calmarsi.
Quel sogno l’aveva come svuotato.
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Guisgard 14-02-2012 02.09.02

Isolde, guardando Daniel, accennò solo un lieve sorriso, tradendo indifferenza e quasi una punta di fastidio.
“Salute a voi, messere.”
Nigros allora prese la parola:
“Maestà, ora chiedo di potermi ritirare. Devo ancora insegnare molto al mio nuovo apprendista.”
“Si, andate pure.” Fece la regina. “E siate un buon discepolo, giovane Daniel, così da non tradire la fiducia e la benevolenza che vi abbiamo mostrato.”
Nigros e Daniel, così, lasciarono la sala del trono.
Il medico condusse il giovane mago nel suo laboratorio.
E lì, attraverso una porta laterale, lo portò in una stanza molto più grande.
Armi di ogni genere e di ogni tradizione erano esposte, insieme a corazze, stoffe e drappi dai rari e spettacolari disegni.
Icone Sante erano ovunque e in fondo alla stanza faceva bella mostra un pesante sarcofago fatto di bronzo e ceramica smaltata.
Impressa su di esso stava l'immagine di una superba corazza.
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elisabeth 14-02-2012 08.11.46

Stavo quasi per credere che Isolde non ci avesse riconosciuti, ma fu solo un momento un momento straordinario quasi riuscissi a rivivere gli ultimi momenti del nostro naufragio......Nigros stava portando via Daniel e fiche' era protetto da lui nulla poteva succedergli..........che buffa la vita c'era sempre qualcuno o qualcosa che miportava via gli affetti, ma se anche il mio cuore ne stava piangendo, il fatto di essere sola mi rendeva piu' forte......se Isolde si fosse impossessata della mente della Regina usurpandola anche il mio Regno ne avrebbe sentito le conseguenze.......avevo un apsetto pococ Signorile era vero, una donna vestita di fradice foglie non era po presa in grande considerazione...ma Reas, riusciva a restarmi accanto....lo guardai incredula quando cerco' di difendere la mia causa davanti alla Regina, c'era allora un uomo che riusciva a non cadere tra le braccia amorevoli di Isolde......ma la Regina mi fece una domanda e mi voltai a risponderle....".....E' cosi' Maesta, il Carrozzone su cui eravamo saliti e' stato letteralmente sfasciato da onde anomale, ci siamo ritrovati tra assi di legno e uomini urlanti......il Calars e' un fiume e la violenza delle sue onde ci ha fatto pensare al rifiuto del fiume stesso.....forse c'eravamo spinti troppo arrivando alle porte di un mondo a molti sconosciuto......ma vi dissi appena arrivata che il fiume ha solo negato ad alcuni di noi di passare oltre...perche' un'altra onda ci ha fatto passare tra le colonne e ci siamo riparati nel bosco.......il resto lo conoscete gia'.....il trattamento subito non e' stato dei mogliori, ma il vostro senso di giustizia ha compensato quei momenti..........Per quanto riguarda voi Lady Isolde, non giudicate mai le persone dal loro modo di vestire esse potrebbero sorprendervi....e anche se a voi puo' sembrare assurdo.....avete difronte una Regina......le foglie marce che indosso sono vive ma non ai vostri occhi...."........fare magie...non mi conveniva, ma una cosa potevo......soffiai lievemente verso la Regina....un soffio fatto di tempo...fatto di ricordi e portai alla sua mente solo la visione del nostro naufragio nulla di piu'.....Isolde sarebbe stata per lei una prossima sorpresa......" Vi ringrazio Reas.....vi ringrazio per avermi creduta...."...

Altea 14-02-2012 08.47.05

Continuai a camminare a passo deciso, sentivo il loro vociferare, sapevo che stavano parlando di me ma non me ne curavo finchè vi fu solo il silenzio e ad un tratto mi bloccai davanti a un bellissimo bassorilievo..lo riconoscevo...era la Dea Venere e il bel Adone, e vi era una scritta

"Piange la regina quel suo bell’amor ormai perduto.
Piange ogni notte, dove ogni suo sogno lei ha venduto.
Ripensa ella al passato, a quella scelta triste e dolorosa.
Guarda nel buio e cerca uno sguardo e una mano gioiosa.
Fissa la Luna e conta mille volte ogni stella nel firmamento.
Piange e poi ripensa, maledicendo quel suo vano pentimento.”

Rimasi per un attimo sgomento e poi...quella voce mi destò..il Cappellano pensai, mi voltai ed era li, come se apparisse come un fantasma.
"Messer Fin, stavo cercando proprio voi...sono felice di incontrarvi. Avevo bisogno di parlarvi...questi versi? sono bellissimi, ma anche tristi. La Regina...sembra una Regina che prova dolore."

Talia 14-02-2012 10.37.49

“Cosa?”
Mi voltai di scatto alle parole del locandiere...
“Ma voi non potete... non potete lasciare che...” la mia voce tremava forte e non riuscii a terminare la frase.
Quegli uomini, intanto, avevano accerchiato Guisgard e lo stavano pestando. Io tentai di andare verso di loro, volevo fermarli, volevo fare qualcosa... ma l’uomo mi teneva contro il bancone, tentando forse di proteggermi... iniziai a tremare...
Poi, d’un tratto, accadde qualcosa...
Un poderoso ruggito di Sheylon fece sussultare tutti, la tigre balzò tra Guisgard e gli zingari, lanciandosi poi su quello che impugnava il coltello e facendolo finire a terra...
“Sheylon, no!” urlai, divincolandomi dalla stretta del locandiere e facendomi un poco avanti “Lascialo, Sheylon... lascialo!”

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43740)
Lo zingaro gridava per la disperazione e per la paura, ma nessuno osava avvicinarsi a quella belva.
Guisgard tentò di alzare la testa, ma riuscì solo a tossire.
Sheylon allora gli si avvicinò, lasciando lo zingaro con la camicia lacerata e qualche graffio sulla pelle.

Chiusi gli occhi un istante, quando la tigre lasciò l’uomo, e respirai profondamente per riprendere il controllo...
“Siete stato fortunato!” dissi poi, tornando a guardarli ma senza riuscire a celare una viva nota di disprezzo nella voce gelida “A Sheylon non piacciono i coltelli... e meno ancora se sono puntati verso il suo padrone!”
Poi Guisgard tossì...
Voltai quindi le spalle agli zingari e corsi verso di lui...
“Incosciente!” gli mormorai, inginocchiandomi vicino a lui “Dovrei... dovrei essere arrabbiata con te! Farmi spaventare così... io... io ti...”
Ma, incrociando il suo sguardo, tacqui.
“Andiamo...” dissi allora, con un sospiro ed un sorriso fuggevole “Ce la fai ad alzarti?”
Facendo attenzione, quindi, gli passai un braccio intorno al torace e lo aiutai a rimettersi in piedi e, un po’ sostenendolo e un po’ sospingendolo, ci avvicinammo al bancone.
“Queste sono per la stanza!” dissi al locandiere, facendo tintinnare sul bancone alcune monete “E... vi prego, potreste portarmi di sopra una bacinella d’acqua ed alcune bende? Fredda, l’acqua!” soggiunsi dopo appena un istante, lanciando un’occhiata obliqua a Guisgard “Che è, comunque, più di quanto si meriti!”
Così dicendo ci avviammo verso la scala...
“Andiamo Sheylon!” chiamai, salendo i primi gradini.

Melisendra 14-02-2012 11.24.31

"No, Heyto... non piangere. Se questo è il mio destino, sono pronta. Io sono come l'acqua che scorre nel letto del fiume... e non desidero altro che tornare ad esso. Io appartengo a queste acque... e se c'è solo una possibilità per me di tornare là... sono pronta ad affrontare ciò che chiami Inferno... qualunque cosa pur di ritornare a casa. Ho un debito verso il mondo che mi ha allontanata e forse questo viaggio mi aiuterà a pagarlo." Asciugai con il mio velo le lacrime di Heyto e posai la mia mano sulla sua. "Suona la tua dolce musica e lascia che il destino tessa la sua tela..."
Mi coprii nuovamente col velo e mi incamminai verso il ponte, lasciando Heyto alla sua musica, che sapevo l'avrebbe confortato. In cuor mio non ero più spaventata. Non c'era altro che quieta rassegnazione e una sorta di impazienza per ciò che doveva avvenire. Speravo ardentemente che, una volta abbracciata la fine, sarei tornata al Blu. Forse mi sarebbe stato concesso.
Il ponte superiore era quasi deserto. I marinai erano indaffarati sul ponte inferiore. Mi sedetti in un luogo riparato, da cui potevo guardare l'acqua che si increspava. Mi tolsi un bracciale di giada e lo gettai in acqua, come offerta. Scorsi un volto a me caro e un triste sorriso, poco prima che il bracciale venisse inghiottito dalle onde. Erano lì.
"Non andate via..." Sapevo che mi avrebbero seguita, ma solo per un tratto, fin dove gli sarebbe stato consentito dalle nostre regole. Sospirai, cercando di scorgermi di più per rivederle.

cavaliere25 14-02-2012 15.14.55

mentre sorseggiavo quel infuso ascoltai attentamente il clerico di ciò che parlava poi dissi da quanto tempo vivete da queste parti ? domandai sorridendo

Daniel 14-02-2012 16.41.16

Nigros mi portò in una grande stanza piena di armi e armature di ogni genere.. Sul fondo della stanza c'era un pesante sarcofago fatto di bronzo e ceramica smaltata.. Impressa su di esso stava l'immagine di una superba corazza.. Accanto al sarcofago una bellissima spada di cristallo Nero.. Era come se una forza misteriosa e arcana mi spingesse a impugnare quella spada.. La sfiorai leggermente e 1000 anni e oltre di guerre e battaglie si riversarono nella mia mente.. Sangue, dolore, violenza e morte.. Mi staccai dalla spada ma ne ero di nuovo attratto.. La impugnai ignorando le sensazioni che provavo.. riuscivo a maneggiarla come se fosse fatta di legno.. Mi avvicinai a Nigros con la spada in mano e dissi:
<<Cos'è questa? E quello? >> dissi indicando con la spada il sarcofago..

Guisgard 14-02-2012 19.18.25

La regina osservò con attenzione Elisabeth.
I loro sguardi restarono così, l’uno nell’altro, per diversi istanti.
E qualcosa fu captato dalla regnante.
Di questo ne fu certa Elisabeth.
“E sia…” fece la regina “… potete andare…” fissando Elisabeth e Reas.
Il capitano salutò con un inchino la regina e portò fuori dalla sala Elisabeth.
“Forse è il caso che vi cambiate, milady…” disse il capitano “… non è conveniente essere così abbigliati qui nel palazzo. Venite con me, prego…”
E la condusse presso alcune giovani dame di compagnia della regina.
“Capitano Reas, che piacere!” Correndo quelle verso il militare.
“Posso chiedervi una grazia, ragazze?”
“Quale, capitano?” In coro quelle.
“Vogliamo rendere degna della sua bellezza questa dama?” Indicando Elisabeth. “Sono certo che qui c’è qualcosa che possa mettere in risalto il fascino della nostra lady Elisabeth.”
“Chi è lei?” Domandò una delle ragazze.
“E’ con voi forse?” Chiese un’altra.
“E’ appena giunta al palazzo” spiegò Reas “e stasera deve essere degna di partecipare alla cena voluta da sua maestà.”
Le ragazze allora presero diversi abiti fino a quando ne trovarono uno adatto ad Elisabeth.
E quando l’ebbe indossato, la maga dei boschi tornò dal capitano Reas che attendeva in un’altra stanza.
“Siete incantevole, milady…” sorridendo il militare “… del resto, con questo freddo quelle foglie rischiavano di cadere e lasciarvi scoperta.” Ridendo di gusto.
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Guisgard 14-02-2012 19.21.31

Fin Roma sorrise e mostrò un inchino ad Altea.
“Volevate parlarmi?” Fissandola. “Ebbene sono qui, milady.”
Fece allora cenno alla ragazza di sedersi con lui su una panchina.
“La regina di Tylesia…” mormorò il chierico mentre le sue dita sfioravano la sua lira “… dite che è triste? Perché? Cosa vi fa pensare ciò, milady?”

Guisgard 14-02-2012 19.39.38

Melisenda fissava le acque del Calars, senza però riuscire a vedere nulla.
La nave solcava il fiume, sospinta da un freddo e silenzioso vento, dirigendosi verso un ignoto destino.
Pian piano la vegetazione che circondava il fiume diventava sempre più folta e lussureggiante, mentre sconosciuti profumi venivano dagli alberi che ne infoltivano le sponde.
L’imbrunire si faceva strada nel cielo e sulla boscaglia, mentre ormai solo Venere illuminava il crepuscolo morente.
“E’ di nuovo sul ponte…” mormorò Fyellon, osservando Melisendra dalla prua.
“Si, ma cercate di non pensarci, messere.” Fece il capitano. “E’ una schiava ed appartiene al suo padrone.”
“Dove viene condotta?” Domandò il cavaliere. “E chi è il suo padrone? Perché non si mostra? E’ su questa nave?”
“Cavaliere, vi ricordo la vostra parola d’onore.” Fissandolo il capitano.
“E sia…” sospirò Fyellon “… beh, ditemi almeno dove approderemo.”
“Risaliremo il Calars.” Rispose il capitano.
“E cosa troveremo?”
“Voi cosa cercate?”
“Io? Un luogo per ricominciare.” Fissando la sera Fyellon.
“Fuggite dunque da qualcosa, cavaliere?” Domandò improvvisamente Heyto, arrivato quasi di sorpresa tra i due.
“Solo da una vita che non ha più nulla da darmi.” Fissandolo Fyellon.
“E chi vi dice che oltre il Calars troverete qualcosa di diverso?”
“Forse l’istinto…” rispose il cavaliere “… chissà che non trovi ciò che tutti bramano…” per un attimo guardò verso Melisendra “… qualcosa per cui valga la pena di ricominciare…”
“Presto questo viaggio finirà” disse Heyto “e le nostre strade si separeranno per sempre. Vi auguro di trovare ciò che meritate, cavaliere.” E si allontanò.

Guisgard 14-02-2012 19.48.19

Nigros restò sorpreso e turbato.
Daniel stava impugnando quella bellissima e misteriosa spada.
“Dove l’hai trovata?” Domandò al giovane. “Dimmi la verità!”

La selva...
Sterminata e verdeggiante, intrisa di mille colori e profumi, mentre le forme degli alberi sembravano mutare sull’orizzonte sterminato...
“Daniel...” una voce di ragazza “... Daniel… li senti? Io si... sono ovunque, ci circondano... devi ribattezzarmi... devi farlo... altrimenti sarò inservibile... Daniel... il battistero della cattedrale...”
“Giada!” Chiamò un cavaliere dal superbo aspetto.
Daniel lo riconobbe: era quello raffigurato sul sarcofago.
E quella voce svanì in un eco infinitesimale che si disperse nel cuore di Daniel.

“Ehi, parlo con te!” Scuotendolo Nigros. “Cosa fai, dormi?” Tolse la spada dalle mani di Daniel e a fatica, come se fosse di pietra, la rimise accanto al sarcofago. “Non devi toccare nulla quando vieni in questa stanza. Ricordalo.”

Guisgard 14-02-2012 19.52.31

“Sono l’ultimo monaco rimasto in questo luogo desolato…” rispose padre Nicola alla domanda di Cavaliere25 “… i miei confratelli sono tutti morti ormai…” si alzò e andò in un’altra stanza, per poi tornare alcuni istanti dopo.
“Se vuoi restare qui” fissando il boscaiolo “indossa questo. Così sembrerai un monaco e sarai protetto dalle forze del male.” Lanciandogli un vecchio saio.
Prese poi la scatola appartenuta a Jovinus e Plautus.
“Davvero conoscevi chi possedeva questa scatola?” Domandò a Cavaliert25.

Guisgard 14-02-2012 20.06.13

Spaventati dalla tigre, tutti i presenti arretrarono verso le pareti della locanda, mentre alcuni zingari, temendo il peggio, scapparono dalle finestre.
Talia aiutò Guisgard ad alzarsi, sotto gli occhi del locandiere e di Sheylon.
Il cavaliere tossì ancora per un po’.
I due si avviarono verso le scale, seguiti dal felpato e sicuro passo della mangiatrice d’uomini.
“Sto bene…” mormorò Guisgard dopo alcuni scalini “… non ho bisogno di nulla… e poi l’hai detto tu… non merito nulla, no? Tu piuttosto…” voltandosi verso Talia “… cosa ci fai qui? Dovresti essere al Casale insieme ai tuoi fratelli…”
Giunsero davanti alla stanzae subito il cavaliere, sostenuto fino a quel momento dalla ragazza, si lasciò cadere poi sul letto, mentre Sheylon si stese davanti alla porta.
Un attimo dopo la figlia del locandiere portò la bacinella d’acqua e le bende.
Restò però davanti all’uscio, intimorita com’era dalla presenza di Sheylon.
“Ho…” mormorò visibilmente impressionata dalla tigre “… ho portato l’acqua e le bende… l’acqua è fredda… come avete chiesto…”

Melisendra 14-02-2012 20.17.43

Non ero convinta che se ne fossero andate, quindi scesi la scala e mi recai sul ponte inferiore. Non c'era altra luce che quella della luna. C'era una scaletta lì.
Mi liberai di tutti i miei veli, rimanendo solo con pochi gingilli e una veste leggera che sfiorava appena il suolo. Scesi verso l'acqua, fino a rimanere seduta a poca distanza dalla superficie liscia dell'acqua.
"Sono certa che mi sentiate..." Dissi ad alta voce. "E' tutto diverso da come l'immaginavo... e avevate ragione voi. Non avrei dovuto ribellarmi... permettere che il mio amore andasse ad abbracciare un mortale, che i miei pensieri si facessero così densi e pesanti, che tutto questo mi trascinasse lontano..." Strinsi a me le ginocchia, mentre parlavo come se fosero state lì. FOrse erano davvero lì.
"Non ho rinnegato niente di quello che ero... vorrei che capiste che mi sono solo trasformata, come l'acqua... che ghiaccia e si scioglie nuovamente, per tornare nel nostro fiume. Siamo fatte di questo, vero? Siamo il mutamento, ma rimaniamo sempre le stesse." Vidi un guizzo a poca distanza da me.
"E se potessi tornare... forse non è troppo tardi..."
Mi chinai per osservare meglio, con le mani appoggiate alla piattaforma.
Guardai in basso. Uno scintillio.
Ero così vicina alla superficie che i miei capelli la sfioravano.
"Siete voi? Mostratevi..."

elisabeth 14-02-2012 20.21.29

Lunghi interminabili istranti in cui i nostri occhi si scontrarono le immagini del naufragio furono disegnate nella mente della Sovrana......Cosi' fu e cisi' fu detto......Fui consegnata alle cure di Reas.....fuori dalla porta della sala del trono, Reas si decise che era ora di cambiare abbigliamento, e cosa a cui non ero abituata fui coperta da tessuti ricchi e i miei capelli presero forma in una bellissima acconciatura....ero affascinata da tutte quelle ragazze che si muovevano intorno a me con grande naturalezza.....una volta pronta mi fu indicata la stanza in cui mi attendeva il Capitano.....una volta in sua presenza, il suo complimento mi fece sorridere.....".....Vi ringrazio Capitano, vi siete preso cura di me e delle mie povere foglie, pero' potevate stare tranquillo non mi avrebbero abbandonato, mi chiedo cosa ne pensate voi di tutta questa storia.......infondo solo qualche ora fa ero una perfetta sconosciuta.....il vostro canto ha fatto si che vi donasse una creatura dei boschi, mi sa che non canterete piu'...."...questa volta fui io a ridere di gusto......in genere sonogli uomini a regalare fiori alle donne.....e invece mi sembro' giusto omaggiare il mio accompagnatore.....chiusi le mie mani a coppa e quando le aprii c'era una magnifica rosa bianca....".....Reas, questa e' un dono della regina dei boschi......desidero che stasera la portiate con voi sulla vostra giubba, non e' molto ma vi proteggera', sara' in grado di farvi mantenere lucido in qualsiasi momento, amate molto la vostra Regina e so che sarete una delle poche persone che la difendera' rendendo libero questo Regno.......non sono una povera visionaria come sostiene Lady Isolde, vi assicuro che non ho mai mentito ne a voi ne' a sua Maesta........ma adesso se mi offrite il vostro braccio , possiamo andare aquesta favolosa cena, anche se non so dove sia andata la mia amica Lady Altea......".......e cosi' misi la mia mano sul suo braccio......

Altea 14-02-2012 20.35.39

Il cappellano mi invitò a sedermi, e cosi feci, la pietra era fredda come il vento che soffiava da est sempre in quel giardino.."Ovunque leggo odi tristi in questo giardino..e poi è vuoto, un giardino cosi bello di fiori dovrebbe essere pieno di allegria, gente invece è solo e non può donare tutta la sua bellezza". Rimasi un attimo in silenzio..."Comunque, vi ero venuta a cercare perchè volevo sapere qualcosa su...lady Isolde, la conoscete?"

Chantal 14-02-2012 23.58.17

Chantal, dopo quell’inquietante sogno, era tornata ad adagiarsi presso l’albero dove aveva lasciato il suo cavallo.
Ad un tratto sentì dei gemiti e dei lamenti.
Era Vayvet che si agitava nel sogno.

Quell'uomo,era come un impenetrabile forziere di pensieri,schivo,riservato,totalmente incapace di affidare fiducia al mondo intero.Silenzioso e pieno di rancore,eppure,i suoi occhi sembravano essere attraversati da una luce che Chantal desiderava carpire e scindere in scintille che mostrano la purezza della sua fonte.
Ora se ne stava in balia del sonno e di chissà quali immagini che gli attraversavano l'anima.E sembrava innocuo.
La ragazza vedeva in quell'espressione,resa fragile dalla naturalezza di ciò che la dlineava,una velata bontà che le appariva come una grezza gemma che nel cuore possiede lo splendore della bellezza.
Chissà,forse si ingannava,forse il fatto che quell'uomo,nel sonno,sembrasse più "umano",più indifeso,la traevano in errore.
Eppure,non s'era mai ingannata,e nel vederlo,adesso,così in preda ai suoi affanni,disarmato della sua forzata brutalità,voleva davvero ritenere essere lui diverso da uno spietato fuorilegge.
Voleva credere alle sue sensazioni Chantal,e fidarsi di lui.
La ragazza lo vedeva agitarsi ed inquietarsi mentre cercava di dormire e provava un profondo senso di tristezza in cuor suo,ma anche di tenerezza per quell'uomo dal volto tanto provato dalla vita e dai suoi dissapori.
Avrebbe voluto svegliarlo,rassicurarlo,pronunciargli parole di conforto,offrirgli il calore di una carezza insorta dalla sua mano,ma egli era stato così scostante,tanto era pieno di disprezzo dal ritenersi giudicato da lei stessa.
Chantal pensò d'aver sbagliato tutto,d'aver agito con incauta istintività,e mille dubbi la tormentavano,ma ora contava ciò che sarebbe accaduto in futuro a lei ed a quei fuggiaschi,e mentre cercava di penetrare in quei lineamenti corrugati e,a tratti,persino belli,di quell'uomo che si dimenava affannosamente nel suo agitato sonno, vide che stava per destarsi.

Vayvet allora saltò su.
Ansimava e si guardava intorno confuso.
Poi respirò forte e cominciò a calmarsi.
Quel sogno l’aveva come svuotato.

Chantal s'apprestò un poco all'uomo che le appariva visibilimente scosso.
Nen essendo stata capace di riaddormentarsi,la ragazza lo aveva visto e sentito agitarsi nel sonno molto a lungo,percependo che i suoi pensieri fossero ben più vividi ed inquietanti di quanto lei potesse immaginare.
Rimase lungamente in disparte per discrezione,e per evitare di creare disagio o di violare l'intimità di quei momenti di abbandono durante i quali il fuggiasco aveva ceduto ai ricordi di un inquieto sogno,forse, e s'era agitato rimanendo interamente in balia della confusione.
Solo quando s'accorse che,prendendo ad inspirare forte e frequentemente,questi si stesse calmando,Chantal gli si fece più vicino.
L'uomo ansimava ancora,però,ed accortosi della presenza della ragazza si tirò su cercando un contegno che gli facesse nuovamente assumere la sua aria di sicurezza e padronanza.
In quel frangente vide la fresia scivolargli dal petto.Rimase qualche istante smarrito,come perplesso,la guardò che s'era posata al suo fianco sfiorandogli appena la mano,fece quasi per raccoglierla,ma come un impeto improvviso si impossessò di lui,come una volontà di respingere tutto ciò che è fragile e delicato.
E Chantal si mortificò in cuor suo,vedendo l'avversità che egli voleva palesare anche dinnanzi ad una piccola cosa bella a lui riservata.
Vayvet riassunse in breve la sua espressione di indifferenza.
Ma i suoi occhi lo tradivano,il suo sguardo dichiarava turbamento ed inquietudine,tuttavia Chantal lo rispettò col silenzio.
Poi,gli occhi dell'uomo si fecero inclementi nel guardare con severità la ragazza,tanto ch'ella avvertì un senso d'imbarazzo e di disagio per l'essersi accostata tanto a lui,fece,così,per scostarsi,ma qualcosa di incoercibile la tratteneva,come a non voler abbandonare quell'uomo in balia del suo tormento,allora tese appena la mano,come a volergli indicare di non fare sforzi,di rimanere ancora sdraiato e cercare di rilassarsi.Cercò parole di delicata attenzione,al fine di indurlo a ritrovare serenità,ma l'imbarazzo si accresceva in lei,tanto che si affacciava al suo cuore un senso di soggezione.Poi,si fece coraggio e domandò:"E' a causa della ferita che avete avuto un sonno agitato,milord?Vi ho visto affannarvi durante esso."
La ragazza pronunciò queste parole a capo chino,era tanto vicina all'uomo da comprendere che questo avrebbe potuto destare in lui solo disappunto.
Molti pensieri le balzarono alla mente in quel frangente,e cercò di sradicare da essi il timore d'essere fraintesa e ritenuta invadente ma,in fondo,non si curava di questo,ciò che realmente l'aveva turbata era stato il vedere quell'uomo agitarsi in sonno e non comprendere cosa realmente gli attraversasse il cuore fino a turbarlo.
Chantal gli aveva parlato senza guardarlo,e questo le aveva suscitato come un pensiero di avversione percepito da quell'uomo,decise,così,di scoprirsi il volto,lasciò cadere il cappuccio sulle spalle,scoprendo un viso che sbiancava sempre più ad ogni tentativo di interloquire col fuggiasco,ed il suo pallore s'andava accentuando man mano che le ciocche dei capelli,rese lucide e dai riflessi malva dal candore della luna,le si accomodavano sul volto e sul collo,libere dal copricapo.
Allora si accostò ancora un poco e,con voce molto flebile si sentì di dire:"Vayvet,.."Ma,appena udito il nome pronunciato dalla sua bocca Chantal ebbe come un sussulto,si ritrasse,così,e sollevando appena la mano interponendola tra le sue labbra e il volto dell'uomo in segno di scuse,come chi ha commesso un'imprudenza grave,si riprese:"Vi chiedo perdono,milord,non avrei dovuto pronunciare il vostro nome.."Poi cercò invano di coprirsi nuovamente col cappuccio,ma era così terrorizzata che le mani le tremavano,allora inspirò profondamente e,guardandolo ancora negli occhi concluse il suo pensiero domandando con un filo di voce:"Vi fa male la ferita?"

Talia 15-02-2012 10.50.49

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43774)
I due si avviarono verso le scale, seguiti dal felpato e sicuro passo della mangiatrice d’uomini.
“Sto bene…” mormorò Guisgard dopo alcuni scalini “… non ho bisogno di nulla… e poi l’hai detto tu… non merito nulla, no? Tu piuttosto…” voltandosi verso Talia “… cosa ci fai qui? Dovresti essere al Casale insieme ai tuoi fratelli…”

I miei occhi si spostarono su di lui e per un attimo gli lanciai un’occhiata torva... ma poi, quasi incapace di trattenermi, sorrisi e scossi appena la testa.
“Io sono esattamente dove devo essere!” mormorai.

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43774)
Giunsero davanti alla stanzae subito il cavaliere, sostenuto fino a quel momento dalla ragazza, si lasciò cadere poi sul letto, mentre Sheylon si stese davanti alla porta.
Un attimo dopo la figlia del locandiere portò la bacinella d’acqua e le bende.
Restò però davanti all’uscio, intimorita com’era dalla presenza di Sheylon.
“Ho…” mormorò visibilmente impressionata dalla tigre “… ho portato l’acqua e le bende… l’acqua è fredda… come avete chiesto…”

“Grazie!” dissi gentilmente, precipitandomi verso la porta, così da non dover costringere la ragazzina ad avvicinarsi a Sheylon più di quanto desiderasse.
“Sai...” soggiunsi poi, sorridendole “Non devi avere paura, Sheylon è cattivo... però odia i prepotenti!”
Probabilmente non l’avevo convinta, ma mi parve che mi sorridesse appena uscendo e richiudendosi la porta alle spalle.
Ed io, allora, girai a mia volta le spalle alle porta ed osservai Guisgard.
Se ne stava steso sul letto con gli occhi chiusi e la testa leggermente all’indietro... per qualche attimo rimasi immobile, fissandolo... chiedendomi se stesse davvero sprofondandoo in una sorta di dormiveglia o se, semplicemente, non avesse intenzione di parlarmi.
Lentamente mi avvicinai, dunque, appoggiai la bacinella e le bende su di un piccolo e sgangherato tavolino e mi sedetti sul bordo del letto...
“Gli altri hanno lasciato il Casale...” iniziai a dire, la voce bassa e suadente “Sua Grazia, il Vescovo, li ha arruolati tutti nella sua Guardia... beh, quasi tutti... ho affidato Nestos e, forse, Brand a padre Anselmo...” sospirai “Avevo dato a Nestos una lettera per te... una lettera nella quale ti spiegavo tutto... temevo che non ti avrei rivisto tanto presto! Temevo che... beh, te n’eri andato dicendo quanto mi odiavi... ed io...”
Mi interruppi... lui era sempre immobile, anche se avevo la vaga sensazione che mi stesse ascoltando...
Sospirai profondamente e mi sforzai di cambiare tono...
“Avanti, adesso...” dissi, bagnando una benda nell’acqua gelida e poi strizzandola bene... il ricordo della sua reazione di poco prima mi tornò alla mente, allora, e mi fece sorridere...
“Sai...” dissi, sfiorandogli appena i capelli con la punta delle dita “Se, con tutte le botte che ti sei preso, tamponassi i lividi con l’acqua calda, domani mattina probabilmente staresti peggio di ora... l’acqua fredda, invece, pur essendo poco piacevole, ti farà stare bene domani!”
Sorrisi, e la mia voce si fece appena più dolce...
“Aventi, cavaliere... è ora di dimestrarmi il tuo valore: vediamo che cosa ti hanno fatto!”

Parsifal25 15-02-2012 11.19.46

Lo spettacolo che si parava dinanzi agli occhi era magico. Non avevo mai visto nulla del genere, la corrente del fiume condizionava la vegetazione circostante come un pittore sulla sua tela. I miei occhi si illuminarono di meraviglia e commozione..... ringrazio Iddio per tutto ciò.

Andava calando la notte ed era giunto il momento di accamparsi ed abbandonare la corrente del fiume poichè sapevamo che dopo il venerdì diveniva pericoloso. Non cfredo che avremmo avuto difficoltà a proseguire il viaggio a cavallo.

Nel preparare il fuoco mi accorsi che sul fiume andava pogiandosi una strana imbarcazione; sicuramente vittima della maledizione del Calars. Abbandonaì la postazione e mi diressi a cavallo verso quello strano mezzo di trasporto, forse poteva esserci qualcuno o qualcosa di importante che avevano dimenticato gli sventurati naufraghi. Era giusto controllare e riportare oggetti di valore o altro alle rispettive famiglie.

cavaliere25 15-02-2012 13.35.27

presi il saio e lo indossai e dissi grazie mille si li conoscevo quei due frati mi erano simpatici avevano una meta da raggiungere quella di costruire una loro chiesa e visto che non li rivedrò piu porterò avanti io la loro missione voi che ne pensate dissi rivolgendomi al monaco

Guisgard 15-02-2012 15.55.32

Melisendra era vicinissima all’acqua.
Poteva quasi specchiarsi, mentre il leggero e delicato calore che saliva dal Calars le accarezzava il volto.
Ad un tratto, tra la schiuma e le increspature vide qualcosa.
Forse degli occhi, poi qualcosa simile a dei volti.
E quei volti giunsero, agli occhi della ragazza, quasi a sorriderle.
Ma, all’improvviso, qualcuno, con una morsa d’acciaio, le afferrò un polso.
“Cosa volete fare?” Tirandola a sé Fyellon. “Queste acque sono profonde e lo stacco di temperatura vi causerà di certo una paralisi alle gambe! Se volevate fuggire” fissandola negli occhi “avete scelto il modo sbagliato!”

Guisgard 15-02-2012 16.07.07

Reas sorrise a vedere quella rosa.
“Siete molto abile, milady!” Disse ad Elisabeth. “Dove avete imparato questo trucco? E’ illusionismo, vero? Però, siete davvero brava! Se non fossimo scientificamente certi che la magia e tutto il resto non esistono, beh, penserei proprio a quella dopo il vostro giochetto!”
Prese allora la mano di Elisabeth e la condusse nella sala destinata alla grande cena.
Giunti i due, vi trovarono solo pochi degli invitati.
Tra questi c’erano Shoyo e Kojo, entrambi con gli abiti ufficiali della Compagnia del Tulipano Imperiale.
Nel vedere Elisabeth ed il capitano, lanciarono loro enigmatiche occhiate.


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