Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 10-04-2018 18.38.21

Tutto era tranquillo in quel salottino ora, forse la risata proveniva da fuori sicuramente, o forse era solo il ricordo di quel momento, una suggestione.
Rimasi così ad occhi chiusi quando ad un tratto una voce maschile suadente e penetrante entro in me..le sue mani sul mio seno, un brivido mi attraversò.."Oh si..sono tua, vieni mio amato, possiedimi e prima non è stato nulla con quel ragazzo..tu sei il padrone dei miei pensieri, anima e corpo".
Il mio collo fu attraversato da una carezza e le mie mani seguivano quel tocco.."Il mio corpo brama molto di più, di averti per me, fammi tua..stanotte e per l' eternità".

Ad un tratto entrò Salamano e la mia mano sfiorava il collo fino a scendere sui seni bianchi, il cuore pulsava di desiderio, un desiderio che mi lacerava lo stomaco e le viscere, volevo averlo, sentirlo in me...era lui...bello e unico.
Le gote arrossate e presi il ventaglio e sorrisi forzatamente a Salamano.."Si grazie per la tisana, appoggiatela pure sul tavolino" e rimasi stesa sulla poltrona godendomi quell' attimo di desiderio, quel fremito che batteva fino alla testa e mi dava una sensazione ambigua.
Bevvi la tisana e poi mi alzai.."Meglio io vada a dormire, domani è un altro giorno" ma le mie membra erano ancora accaldate e vogliose delle sue mani, di tutto di lui.

Guisgard 11-04-2018 00.13.46

Senza accorgersene il vecchio Stuarto si ritrovò fuori dalla stanza, quassi issato di peso da una forza invisibile, mentre la sua bella padrona sul letto si auto infilzò con la spada del suo stalliere.
Lui entrò dentro di lei, la penetrò, in quell'intimo e profondo contatto che in breve accese i corpi dei due.
Lys così, liberato il suo stallone, lo montò con slancio, desiderio, passione, lanciandolo in un galoppo forsennato.
In sella al suo vigoroso cavallo, la signora sussultava, gemeva, godeva sotto il suo vigore, il suo scalciare, le sue spinte, le sue impennate.
In pochi istanti i loro corpi nudi iniziarono a sudare, quasi scivolando l'uno sull'altra.
La loro pelle era bagnata, unta, arrossata da quel continuo strofinarsi reciprocamente, strusciare l'una sull'altro.
Le loro mani erano strette, mentre lei si muoveva sopra di lui, sobbalzando con forza,cattiveria, come a voler testare la forza, la durezza, la resistenza del suo stalliere, che come un vero e fedele stallone si prestava magnificamente ad ogni virtuosismo erotico e sessuale della sua padrona.
Sotto di lei la guardava mentre si scatenava, si sbatteva, fissava quei seni e meravigliosi e sodi muoversi in maniera giunonica, sinuosa, quasi ipnotica.
Quei seni sudati oscillavano, pendevano, con i capezzoli rosati e turgidi andavano su e giù, davanti agli occhi appannati di Aegos che impazziva davanti a quello spettacolo mozzafiato.
Alzò appena la testa, senza mostrare titubanza nel penetrare e sostenere la sua signora, raggiungendo i seni di lei, accarezzandoli con la lingua salata e sussultando al suo orecchio parole sconce, sozze, immorali per farla eccitare e scatenare ancora di più.
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Roze rise a quelle parole di Gwen.
“L'eternità può essere noiosa come null'altro al mondo...” disse Tatiana “... poi se ti ci metti anche tu con i tuoi giochetti...” sarcastica a Roze.
“La nostra Gwen non si aspetta nulla di che...” ridendo Nikolaj “... un vecchio... magari sarà così... potrebbe essere uno degli oscuri maestri o dei cancellieri anziani... chissà... a breve lo scopriremo...”

Lady Gwen 11-04-2018 00.16.56

Ridacchiai alle parole di Tatiana.
Poi guardai Nikolaj.
"E invece tu cosa ti aspetti? Avanti, su, non essere timido. Tutti siamo curiosi di saperlo..." con tono melenso e sarcastico.

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Guisgard 11-04-2018 00.26.09

Nikolaj rise fissando Gwen.
“Io mi aspetto...” disse esitando “... in verità mi aspetto poco o nulla... forse un burocrate, o magari qualche vecchio tronco rinsecchito, pallido da star male e dall'alito fetido per i lunghi secoli di eccesso... ecco cosa mi aspetto... spiacente di avervi deluso...” con un inchino teatrale.

Lady Gwen 11-04-2018 00.30.55

Dopotutto, non mi aspettavo nulla di diverso da Nikolaj, ma ovviamente non glielo avrei detto.
"Vuoi un applauso?" sarcasticamente e batteri le mani una volta sola "Accontentato" con un sorriso falso.
Poi suonai la piccola campanella in argento sul tavolino per chiamare Marko.
"Prepara un calice" dissi al ragazzino.
In effetti, da quando era arrivato Elv non avevo ancora mangiato, se così potevamo dire, ed iniziavo a sentire un po' di languorino.

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Guisgard 11-04-2018 00.36.09

Nikolaj sorrise ironico.
Poi Marko annuì a Gwen.
Prese un calice e si presentò davanti a lei, inginocchiandosi poi davanti alla giovane padrona e porgendole il calice, in attesa dei suoi ordini.

Lady Gwen 11-04-2018 00.46.38

Ridacchiai appena.
"In piedi, ragazzino. Non c'è bisogno di esagerare..." facendolo alzare.
Presi poi il piccolo coltellino che gli facevo sempre portare alla cintola e lo incisi lungo l'avambraccio.
Lo vidi stringere forte le labbra, che diventarono bianche per lo sforzo di non esprimere il dolore del gesto.
Poi, posi sotto il calice e quando lo riempii a sufficienza, guarii il taglio.
"Mangia qualcosa e poi vai a dormire" sorridendogli.
"Vi chiederei se vogliate favorire, ma non voglio togliere questo piacere ai vostri giovani adepti. E poi, c'è sempre qualcuno che preferisce cenare nel proprio privè..." sarcasticamente, riferendomi implicitamente a Nikolaj, e a volte neanche Ivan disdegnava con Aleria.
Sorseggiai poi piano e con calma il caldo e vischioso liquido dal prezioso calice, sentendomi subito rinvigorita.

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Guisgard 11-04-2018 00.58.58

Marko strinse la bocca e chiuse gli occhi mentre Gwen incideva il suo braccio e poi faceva scorrere il sangue nel calice.
Fatto ciò risanò la ferita e congedò senza entusiasmo il giovinetto che pallido andò via.
Quel viscido e rosso nettare rigenerò il corpo della bella vampira, dandole calore e ridestarne le membra.
Gli altri la guardarono con avidità e già col desiderio di fare altrettanto con i loro succubi.
Ma il rumore di una carrozza davanti al palazzo attirò subito la loro attenzione.
"Eccolo..." disse Ivan.

Clio 11-04-2018 01.02.46

Era qualcosa di divino, di paradisiaco, di celestiale... anche se in realtà era peccaminoso, oscuro, bestiale.
Ma non mi importava, o meglio, era quello che volevo.
Non desideravo la redenzione, né la Grazia, desideravo solo il piacere, la lussuria, il godimento più assoluto.
E quello, quello era il mio paradiso.
Quelle spinte vigorose, quei gemiti sempre più forti, quell'ardore incontrollato, forte, intenso, quello sguardo che si rifletteva nel mio, un azzurro che sembrava tingersi di rosso tanto era lo sforzo della passione.
Il modo impetuoso in cui si muoveva, in cui lanciava il suo corpo in quella cavalcata selvaggia, il suo respiro accelerato, la sua virilità sempre così salda, sicura, forte in me, mi mandavano completamente in estasi.
Quando poi mi afferrò i seni e iniziò a stringerli, toccarli, tenendoli fermi da quella corsa impazzita, altre scariche di piacere intenso e assoluto si diramavano in me.
Calde e intense scariche che rendevano il mio corpo il più devoto tempio del piacere, del desiderio, della lussuria sfrenata.
Abbassai lo sguardo folle su di lui, e lo vidi, quello sguardo, quell'espressione così persa, così rapita, così preda dei miei stessi istinti, delle mie stesse passioni, dei miei stessi tumulti, così impetuosi da riuscire a farmi perdere ogni senno.
E lo persi, il senno, lo persi il controllo.
La vista di quello sguardo, il piacere sempre crescente che dal mio sesso invaso dal suo si diramava in ogni parte di me, i suoi gemiti, il suo ardore, il mio desiderio... era troppo.
Il mio sguardo mutò ancora, giungendo ad essere quasi rosso dalla passione.
Mi lasciai andare, completamente, mi lanciai in quella cavalcata come se avessi abbandonato le briglie del mio stallone e avessi iniziato a lasciarmi condurre da lui, al galoppo, il più sfrenato dei galoppi, su e giù dalle colline, in un movimento estatico, continuo, folle.
Così mi muovevo sopra di lui: sempre più intensamente, sempre più velocemente, con un piacere che cresceva sempre di più in me.
E gridai, gridai, gridai senza quasi accorgermene.
Mi aggrappavo alla spalliera del letto e mi muovevo con una frenesia e una bramosia che non erano seconde a null'altro al mondo, era una corsa disperata ed estatica, un crescendo infinito che poteva finire solo sulla vetta più alta e allora correvo, ancora e ancora, galoppavo sul mio meraviglioso stallone sempre più veloce... e gridavo, perchè null'altro potevo fare quando un piacere così grande, così immenso, così folle si impossessava di me, mi faceva sua, mi sconvolgeva, mi rapiva, mi estasiava, mi dominava, mi divorava.
Oh sì, questa è la vera vita... sorella mia, non sai che ti perdi.

Lady Gwen 11-04-2018 01.02.58

Quasi mi divertivo a sorseggiare lentamente quel nettare caldo, solo per il gusto di vederli lì, tutti avidi e affamati, mentre già pregustavano la loro cena.
Un rumore di carrozza poi intervenne a rovinarmi i giochi.
Finii il sangue e poggiai il calice sul tavolo.
Poi mi alzai e andai al portone per accogliere il nostro ospite, curiosa di chi avrei trovato.

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