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Quel cane era peggio di un felino feroce.."La mia spada" il viso si arrossò di collera visto era il dono di mio padre e lo stavo prendendo a pedate quando udii una voce e mi guardai in giro...ansimai..sentivo il mio respiro forte nella caverna in penombra.."No..non mi conviene?" risi "E' lui che mi ha aggredito..quella spada è importante per me..e io mi sono difesa..ora che volete fare di me? Farmi uccidere dal vostro molosso? O uccidermi voi stesso...comprendo quel contadino mi abbia preso in giro dicendomi qui vi stava un frate...un frate eroico che non aveva codardia ed era rimasto qui contro tutti...come me..ed altri...avanti...uccidetemi..vi sfido" e cercavo di focalizzare la figura alzando le braccia quasi in segno di resa..pensai fosse stata una fortuna mettere in salvo suor Matilde e i bambini e non portarli qui ma avrei potuto strozzare quella persona che mi stava minacciando.
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" Ci pensi? Se ci ha dato già una moneta d'oro solo per uno spettacolo per strada... chissà quando guadagneremo domani!" esclami entusiasta una volta che la mia pancia fu riempita da un piatto caldo e sostanzioso.
" Magari ci fosse più gente del genere... spero proprio che una volta arrivati alla Capitale i guadagni aumentino. Sono stufa di andare in giro a elemosinare " ammisi ripulendo per bene il piatto e sorseggiai poi del vino. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Ascoltai le parole di Mimmone con attenzione, ma non vi scorsi nulla che potesse far credere in uno slancio d'amore. Piuttosto, vi riconobbi l'usuale discorso sull'aristocrazia e su come egli la ritenesse l'unica classe sociale degna di guidare un popolo. Discorso, questo, che poteva divenire pericoloso se udito dalle orecchie sbagliate, vista l'aria che tirava nella capitale.
Presi in mano il cesto indicato da Mimmone, pensando che in altri tempi mio marito mi avrebbe fatta raffigurare come la primavera... Adesso, il freddo che albergava nel suo cuore faceva si che mi vedesse come l'inverno. Una cupa malinconia mi assalì, velandomi il cuore e gli occhi. "Va bene così?" Chiesi al pittore, sperando facesse in fretta. L'entusiasmo inizale era del tutto svanito.. Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Il padre di Nyoko non disse nulla.
Salirono sulla carrozza e partirono verso casa. "È sia..." disse all'improvviso l'uomo a sua figlia "... se davvero è ciò che vuoi, allora prenderemo quel ragazzo come valletto. Ma bada bene sarà per un mese di prova. Se durante questo periodo io riterro' quel tipo poco adatto allora lo manderemo via. Chiaro?" |
Salimmo sulla carrozza quando improvvisamente lo sentì parlarmi. Ciò che disse mi lasciò molto contenta e sorrisi calorosamente.
"Oh, grazie padre" dissi cercando le sue mani per poterle stringere. "State tranquillo. Non vi deluderà. Lo sento" dissi posando una mano sul petto sentendo il mio cuore battere d'emozione. Inviato dal mio LG-K120 utilizzando Tapatalk |
Zordone e Sbizzone restarono visibilmente turbati per l'improvviso suono della campanella, mentre Lione scrutava le rovine intorno a loro quasi in cerca di una possibile e razionale spiegazione.
Ozillonne invece appariva è eccitato da quella misteriosa situazione. "Invece potrebbe proprio trattarsi di un fantasma..." disse ai suoi compagni di viaggio "... magari lo spirito inquieto di un cappellano ghigliottinato, o forse quello di un nobile suicidatosi per sfuggire a messer boia!" Con fare teatrale, quasi fosse sul palcoscenico scimmiottando Shakespeare. "Andiamo a vedere dunque, amici miei. E chissà che dall'Aldila non venga inviato per noi un messo per arcane rivelazioni!" "Un momento, capo..." all'improvviso Leandro che era accanto a Clio "... e se questo maniero diroccato fosse l'insospettabile covo dei famigerati Beati Fragoli?" |
"Si, molto obbediente..." disse Elv quasi sussurrando, senza smettere di accarezzare con le dita il rosato capezzolo di Gwen.
E più quelle dita indugiavano in quella lenta e sensuale carezza, più la ragazza sentiva il suo capezzolo diventare turgido. "E ti piace esserlo, vero?" Aggiunse lui, inebriato dal vino e dalla bellezza di lei, tanto che la sua mano cominciò a toccarle tutto il seno nudo. |
Osservai attentamente gli altri membri della compagnia, ognuno con le sue reazioni.
Dal canto mio ero d'accordo con l'entusiasmo scenico di Ozzillone, anche se dubitavo ci fosse un fantasma in quelle rovine abbandonate. Ma era senz'altro un buono scenario in cui fantasticare di storie da portare poi sul palcoscenico. Così lo seguii entusiasta e sempre più curiosa. Poi quelle parole di Lelandro, e lo guardai perplessa. "I Beati Fragoli?" chiesi, incuriosita "Non li ho mai sentiti.. chi sono?". |
A quelle parole di Altea dalla penombra della grotta apparve una figura.
Indossava un lungo e venerabile saio, stretto in vita da una corda di canapa. Aveva una lunga barba bianca, il viso austero e lo sguardo accigliato. Si aiutava con un lungo bastone di legno e nell'altra mano aveva un vecchio breviario. Era un frate. |
Ad un tratto apparve un anziano frate...a fatica camminava ma era austero e mostrava un grande orgoglio..deglutii..aveva bisogno di un molosso? Già lui sembrava difendersi con quello sguardo.
"Oh scusate..io non volevo essere offensiva e violenta, ma ho avuto paura..ci danno la caccia i soldati e siamo miracolosamente arrivati fin qua..io, suor Matilde e i bambini dell' orfanotrofio di San Giovanni, li ho messi in sicuro laggiù". Mi sedetti sul tronco di un albero.."Io sono Altea...mi hanno detto solo voi siete rimasto qui, siete un eremita? Potete aiutarci...o aiutarmi...frate..posso sapere il vostro nome?" accennando un leggero sorriso. |
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