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Altea lesse il giornale, scoprendo la notizia che alla Taddeus ci sarebbe stata una grande mostra, in cui esporre inestimabili opere d'arte ed oggetti preziosi, come la celebre Teca d'Oro.
Ciò avrebbe attirato molti visitatori. E forse anche altro. |
Quella vicinanza, quella stretta, quello sguardo.
Il mio corpo che sembrava prendere fuoco, il respiro che veniva meno e gli sguardi incatenati. Potevo sentire il suo respiro sul mio viso, le sue labbra così vicine. Poi quella domanda, quasi sussurrata, senza però sorridere. "No.." risposi soltanto, con la voce rotta, e gli occhi incatenati si suoi "È tua..". |
“Ditemi...” disse Misk a Gwen “... volete davvero che vi dimentichi? Sincera...”
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Mi alzai quindi quando il professore accettò la mia richiesta.
Aveva ragione anche per me i giardini di mattina erano più belli, forse perché ancora bagnati di sottile rugiada che poi brillava al sole. La nostra passeggiata doveva ancora iniziare che fu subito interrotta dall'arrivo di un servitore e una ragazza. Non compresi una parola di ciò che il domestico disse, ma compresi bene la giovane, nonostante le lacrime e la voce mossa dalle forti emozioni. Era in pena per il suo amato. Mi ritrovai a guardarla in modo distaccato, non sapevo come ci si poteva sentire in una simile situazione. Tuttavia mi dispiaceva vederla tanto disperata. Alla fine il professore le diede un indirizzo e io mi augurai che trovasse lì il suo uomo. Attesi che si allontanasse per riprendere a parlare. " Che storia ..poveretta..." Mormorai poco dopo, " ho avuto l'ennesima conferma che l'amore non porta altro che sofferenza" con un tono deciso e lapidario. " Spero vogliate ancora farmi vedere i giardini... Quando ai miei affari... Sono intenzionata ad investire nella Taddeus, ho già parlato con il proprietario" mi fermai un attimo, " uomo piuttosto ehm particolare. Ora sono in attesa di alcuni documenti prima di decidere" |
"Sì" dissi prontamente.
Poteva sapere quello che pensava lui, ma non come mi sentissi io. http://uploads.tapatalk-cdn.com/2016...027a5cd565.jpg Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Subito apparve in prima pagina la mostra alla Taddeus della Teca d' Oro..avrebbe portato visitatori..e non solo. Pensai quella mostra avrebbe potuto attirare pure chi era interessato al libro che forse erano gli stessi. Dovevo andare cauta..prima di avvisare Trevor dovevo parlarne con lord Taddei..non avrei esposto la Taddeus e i partecipanti alla mostra senza sapere il suo parere. Ne avrei parlato il pomeriggio al the..ecco..dovevo svagarmi invece cadeva sempre il discorso lì. .chissà se mi avrebbe invitato alla mostra..forse mi aveva invitato al pomeriggio al thè per obbligo o cortesia e quel pensiero stranamente mi fece male..come se qualcosa di insolito si risvegliasse in me. Mi ero ripromessa dopo la morte di Antone di chiudermi a riccio.
Pagai..finii l'articolo per recarmi subito da Madama Tessot. |
"Naturalmente..." feci eco ad E'hiss con un sorriso. Mi piaceva l'idea di passare le serate lì, sperai solo che la nonna non avesse troppo da ridire. Se avesse conosciuto E'hiss, probabilmente avrebbe capito il motivo che mi aveva spinto ad accettare. Il sorriso però mi morì sulle labbra quando lo vidi estrarre una pistola da un cassetto.
Mi avvicinai e lo guardai, posandogli una mano sul braccio. "So che non sono affari miei e non sto in diritto di chiedere nulla, ma perché una pistola per andare al cimitero?" Inviato dal mio Z00D utilizzando Tapatalk |
Quegli sguardi.
Incatenati, azzurri, luminosi e carichi di desiderio. Lei stesa e bloccata sotto il corpo di lui, stranamente docile, quasi indifesa, ma sempre bellissima. “Allora se è mia...” disse pianissimo Guisgard, come in un sussurro, mentre intorno a loro sembrava non esserci più nulla “... voglio assaggiarla...” con le labbra vicinissime a quelle di Vivian. Così vicine che il respiro ardente della ragazza arrivava a lambire la bocca del suo padrone. |
Ero come incatenata a quello sguardo.
Come se tutto l'universo si fosse concentrato in quell'istante, in quell'angolo di giardino. Sorrisi a quelle parole, un sorriso enigmatico e vagamente malizioso. "Allora fallo.." Sussurrai, avvicinandomi ancor di più a lui, tanto da sfiorare le sue labbra con le mie. |
Andata via Gwen, Dacey ed Ordifren restarono soli e raggiunsero i bei giardini del palazzo, che il professore, da buon Cicerone, mostrò alla bella ragazza orientale.
Alberi rigogliosi e ben tenuti, circondati da cespugli fioriti ed attraversati da vialetti bianchi scandivano la forma di quel bel verziere, con due grosse fontane dai piacevoli giochi d'acqua guizzante. “L'Amore” disse Ordifren “è spesso immaginato come una favola dagli uomini... ma come tutte le cose di questo mondo nasce dalla volontà di comprensione e dalle affinità comportamentali.” Sorrise. “Perdonatemi, sono un uomo di scienza e non ho il dono della poesia. Vedo l'Amore per quel che è, senza sottovalutarlo, né sopravvalutarlo.” Fissando la ragazza. “Si, credo di aver conosciuto il signor de'Taddei... non saprei come definirlo, in quanto non ho rapporti particolari con lui, dunque evito di esprimere giudizi. Molti lo descrivono come un libertino.” Annuì. “Però so che i suoi affari sono in linea con quelli del regime di questa terra. Io invece sono una persona razionale, poco legato alla politica e per questo critico e disconosco le posizioni della Taddeus circa l'arte e la cultura.” |
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