Camelot, la patria della cavalleria

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Dacey Starklan 07-12-2015 00.51.05

Le bombe. La distruzione. La morte.

La morte. L'esecuzione. Mia madre.

Il mio cuore era stretto dal dolore di quei ricordi ma non aveva tempo per dedicarsi solo a loro, la paura dell'attacco mi attanagliava lo stomaco.

<<Mamma...>> mormorai credendo di udire la sua voce, forse nient'altro che un sibilo di bomba unito alla mia fantasia e speranza.

Una mano strinse la mia, con fermezza, una mano rude e decisa, la mano di Guisgard. Rapida, grazie a quel tocco, ripresi il controllo. La mia mano che stringeva quella del capitano cose se fosse l'unica ancora a cui potevo aggrapparmi.

La corsa fuori dalla locanda e la desolazione. Un senso di vuoto e smarrimento serpeggiava nell'aria.

<< Che disastro >> gli occhi fissi sulle macerie.

Guisgard 07-12-2015 00.54.25

Il misterioso pilota ascoltava e fissava Marwel in silenzio, mente lei gli parlava dei suoi occhi.
“Sono felice che i miei occhi somiglino un po' ai vostri...” disse infine lui “... i vostri occhi infatti sono i più belli che io abbia mai visto...” accennò un vago sorriso “... nel buio che avvolge il mio passato e la mia anima, il verde che illumina il vostro sguardo è la sola cosa bella che posso guardare senza aver paura... paura di non essere più nessuno... un fantasma venuto da un passato che non esiste più...” stringendo le coperte nei pugni con rabbia.

Clio 07-12-2015 00.55.07

"Ricevuto, Tesua.." Annuii.
"Avete sentito ragazzi?" Via radio agli altri "Vediamo di levarci di torno sti maledetti... Uno su tutti..".
Così, la battaglia continuò.
Avevo usato Elas e Dimos.
Ora invece provai una manovra diversa, fatta di finte, tranelli, manovre al limite e colpi senza pari.
Manovre che i miei uomini erano abituati a fare, che ripetevano in allenamento talmente tante volte da risultare automatiche.
Era uno schema, in cui ognuno aveva il suo ruolo.
C'era chi distraeva, chi colpiva, chi schivava, chi difendeva le spalle.
Imprevedibile e letale.
Diretto non solo al caccia col teschio, anche se prevalentemente, ma anche a tutti gli altri, soprattutto a quelli che avrebbero dovuto dargli manforte.

Guisgard 07-12-2015 00.58.30

E mentre Gaynor parlava con Park, nell'hangar arrivò un altro legionario.
“Park...” disse Lyon “... servono altri aerei. Il capitano Goz ha dato ordine di far decollare anche tutte le reclute che abbiano esperienza di volo.”
“Ma è una pazzia!” Esclamò il vecchio pilota. “Sarà una carneficina!”
“Lo sarà lo stesso.” Replicò Lyon. “Tra breve saranno fatti venire qui tutti i cadetti. Preparate gli aerei.”

Lady Gaynor 07-12-2015 01.00.07

"Ecco Park... come vedete, non c'è più tempo da perdere..."

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Guisgard 07-12-2015 01.01.58

“Ben fatto.” Disse Fermer a Gwen.
Ad un tratto arrivò un altro soldato.
“Legionario Rodian...” disse.
“Si, eccomi.” Fece Rodian. “Ero a farmi medicare.”
“Presto, servi agli hangar.” L'altro.
“Arrivo.” Annuì Rodian. “Grazie, infermiera.” A Gwen. “Dottore.” Salutando Fermer, per poi andare via con l'altro legionario.
“Quel Rodian deve essere nuovo...” mormorò Fermer “... non l'ho mai veduto prima alla base...”

Marwel 07-12-2015 01.03.52

Marwel sorrise ascoltando le sue parole, poi si accorse che un velo di rabbia cercava di aggrapparsi al cuore del pilota e lo vide vide stringere le lenzuola, stropicciandole appena.
"No, non siete un fantasma" sussurrò riprendendo la sua mano, senza stringerla "avete solo dimenticato, ma nulla è perso, ne sono certa".
L'allarme del borgo non cessava di suonare e il sibilo degli aerei si faceva sempre più vicino.
Evangelia era diventata una trappola mortale per i suoi abitanti e a Marwel vennero in mente i suoi bambini, sicura che stessero dormendo serenamente in comodi e caldi letti, lontani dalla guerra, lontani dalla morte.
Avrebbe voluto dar loro il bacio della buonanotte e rimboccargli le coperte, per poi leggere una storia e aspettare di vedere le loro palpebre calare sulle luminose iridi.
Aveva dovuto prendere una decisione e fino a quel momento era convinta fosse stata la scelta giusta.
Ora aveva uno sconosciuto a cui pensare, che forse tanto sconosciuto, infondo, non era.

Guisgard 07-12-2015 01.06.48

“Venite...” disse Leones prendendo il braccio di Altea ferma sull'uscio “... venite, il taverniere può portarci in un posto sicuro...”
“Si...” annuì il taverniere “... ho una cantina... se bombardano il borgo lì saremo al sicuro... presto, non abbiamo molto tempo.” Avviandosi con la moglie e gli altri due borghesi.
“Capitano, Diana...” chiamò Leones, mentre il militare e la principessa erano fuori “... venite, in cantina saremo al sicuro...”

Lady Gwen 07-12-2015 01.07.47

Arrivò un altro legionario a chiamare Rodian e quello andò via.
"Sì, lo è" risposi a Fermer "Lo ha detto lui stesso poco fa e attribuisce all 'inesperienza la ferita che aveva alla mano" ridendo piano.

Altea 07-12-2015 01.10.35

Sentii il braccio di Leones, lo seguii verso la cantina..era incredibile..ero sfuggita alla disfatta di Chevral e ora non volevo vedere quella di Evangelia..ricordai le parole di Rodian al laghetto.."Invece di pioggia qui cadranno le bombe presto"..che caso.


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