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Taddeus la guardava e la toccava piano, delicatamente, con gli occhi carichi di passione.
Ad un tratto fermò la sua mano e si chinò verso Destresya, verso le sue gambe divaricate. Portò allora il suo viso fra le cosce di lei, raggiungendo il suo sesso, cominciando a giocarci con la bocca e con la lingua. Quella lingua umida e calda che iniziò a giacere fra le labbra di Destrasya. Prima scivolandoci intorno, poi insinuandosi dentro, fuggendo fra di esse e cominciando ad invaderla. Destresya gemeva e godeva, sentendo il suo piacere scandito dal battito di quella lingua contro il suo sesso ormai nagnato di eccitazione e sensualità. Quella lingua era diventata ardente e velocissima. Si muoveva con una rapidità assurda, instancabile, vorace sulle labbra aperte di lei. Batteva forte, infaticabile, assaporando quel sesso famelico e facendola impazzire. |
Ardea guardò stupito Altea.
"Se è questo che lei vuole davvero..." disse "... così sarà... prendo la mia roba... appena lei sarà pronta lasceremo l'albergo." Riprendendo la sua roba e rimettendola nello zaino. |
No, questa storia non mi piaceva e volevo dirla al padrone. Mi spiaceva per Ardea ma sembrava indemoniato da qualcosa di strano. Mi vestii e presi la valigia "Andiamo, il signore non vi pagherà visto il dipinto non è terminato" e uscii dalla stanza andando verso la hall per uscire dall'albergo.
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Uscimmo finalmente dalla dépendance.
"Hai presente quella voce che sentivo? Prima mi ha detto di stare lontana dal libro, ancora prima che ne scoprissimo l'esistenza, ora invece mi ha detto di leggerlo e non capisco cosa voglia..." sospirai. "Inoltre, ho ragione di credere che il libro sia nella nostra suite. Non può essere un caso che la stanza sia intitolata ad Ipazias e che Fatten non ci voglia lo staff dentro." Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Ardea ed Altea lasciarono la stanza ed attraversarono in silenzio il lungo corridoio.
Aveva una strana atmosfera, come qualcosa di sinistro che aleggiava intorno a loro. Di nuovo sentirono le risate di quei bambini e poi i piccoli loro passi che correvano, come se stessero giocando. Poi per un istante Altea sentì il rimore poroso di pagine che venivano sfogliate. Le pagine di un libro. Presero le scale e scesero nella hall, lasciandosi dietro imisteri di quel corridoio. |
"Tesoro, secondo me ti stai lasciando suggestionare da questa storia del libro..." disse Elv "... Fatten è pazzo, completamente andato... quel libro sarà un vecchio testo antico e nulla più... godiamoci questi giorni di vacanza senza farci influenzare da queste storie..." a Gwen.
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Tutto il mondo si era concentrato in quel momento, in quell'istante, mentre lui mi guardava, mi faceva perdere ogni controllo.
Non capivo più niente, guardavo quel viso così bello giocare con il mio sguardo, provocarlo, incatenarlo. Non capivo nulla se non che volevo di più, ancora di più. Poi le sue mani su di me, da farmi perdere ogni controllo. E poi di nuovo quello sguardo, che scese, scese sempre di più. Si insinuò tra le mie cosce aperte, strappandomi un brivido, caldo e bagnato. La sua bocca trovò il mio sesso, e lo assaporò in un modo così abile che mi fece andare ancora più in estasi, ancora di più, ancora di più. Non capivo più nulla, non desideravo altro che perdermi in lui. La sua lingua era delicata e capace, per poi diventare sempre più intensa, sempre più veloce. Impazzivo, gemevo, non capivo più niente. Provavo a muovermi, a spingermi tutta contro di lui, contro il suo viso così vicino, così attaccato, che si insinuava in me. Non capivo più niente, continuavo a muovermi, a gemere, a impazzire. Continuavo a godere, a godere come non mi era mai successo prima. E avrei voluto che continuasse per sempre e nello stesso tempo non riuscivo a sopportare tutto quel piacere. Era meraviglioso, unico. Era folle. Folle. Io lo ero. |
Sospirai.
"Io non so che fare... O sto impazzendo anch'io o c'è qualcosa di più..." mentre premevo due dita sulle tempie. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
La lingua di Taddeus come un serpente penetrò in lei, portando il veleno del piacere, del godimento e della lussuria.
Era intenso, troppo, travolgente, disperato, devastante. Destresya fu sul punto di impazzire, di perdere i sensi. Era legata e bloccata, impossibilitata a muoversi, a fuggire. Poteva solo godere. Ma tutto era troppo forte. Troppo. Perse i sensi, tanto era il piacere. si trovò addormentata e sognò di fare un bagno nella corrente di un fiume verde, sotto una cascata, mentre uccelli dal piumaggio esotico e dal canto ipnotico volteggiavano intorno a lei. "Fantamas..." disse una voce fra le mille e più che la circondavano "... il primo Fantamas... l'origine della malvagità... del male... l'origine di Fantamas... va fermato alla sua nascita..." Si svegliò di colpo. Era ancora in quel letto, non più legata, ma nuda e coperta dalle lenzuola. Dalla camera accanto, ossia il bagno,giungeva lo scroscio di una doccia. |
Elv abbracciò Gwen e la strinse per un lungo istante.
"Sarai anche una superdonna" disse lui accarezzandole il viso con un sorriso "ma sei un pò troppo suggestionabile... vieni, torniamo in camera... vuoi?" |
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