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Gli occhi della donna nei miei..quella espressione e le sue parole..parole che preannunciavano qualcosa di grave..pericoloso..un essere di cui nessuno voleva parlare.
Poi arrivò uno dei villani e la mandò via malamente, io mi voltai e le sorrisi annuendo col capo..non era una pazza...lei era la saggezza. E caso strano pure la figlia del locandiere mi avvertiva di andarmene e subito e fu così che entrammo nella locanda. Vidi il tavolo imbandito e mi voltai di scatto verso il villano incrociando le mani..."Non so nemmeno il vostro nome di grazia!!" dissi piuttosto seccata "e ricordate solo pochi possono ordinarmi cosa devo fare..voi mi ordinate di mangiare? Detenete la saccenza di poter definire pazza una anziana donna? Oh no...voi non siete nessuno per farmi rimanere qui e se non vorrete subito fornirmi un cavallo...me ne vado a piedi o dovrò usare metodi più bruschi? Non vorrei macchiarmi di un delitto inutile, la spada" indicando il fodero e toccando l'elsa "deve essere estratta per le giuste cause ovvio..non per le persone come voi." Detto questo mi avviai verso le scale.."Tra poco scendo e darò i soldi al locandiere, vi aspetto col cavallo o come detto me ne andrò via a piedi". Salii in camera, presi le vesti e le misi dentro alla sacca e ridiscesi, appoggiai delle monete sul bancone e guardai se fuori vi era l'uomo con un cavallo. http://i60.tinypic.com/2aj1d0n.jpg |
La mia corsa verso l'altare fu arrestata da Daizer.....stava diventando il mio Angelo protettore...la Messa ...ma io non volevo sentire la Messa....appena arrivati infondo mi sistemo tra lui e una colonna.......e che diamine aveva paura che scappavo ?......" Daizer , scusami...ma io mi ero accorta che il prete era pronto per la Messa......ma forse era meglio se io avessi fatto qualche domanda a questa bella gente......spariscono...riappaiono.........magari lo insegnano anche a me.......mi avete trascinata via come una ragazzina che fa i capricci......sono offesa....e....."......e dovetti smettere Daizer impassibile alle mie rimostranze...mise una moneta nel paniere e prese qualcos'altro in un altro paniere......" Hai visto ?....sarà sicuramente un dolcetto te lo lascio....".....alle mie parole Daizer...mise sotto il mio naso..cosa aveva preso...era un osso ..un piccolo frammento di osso......lo presi tra le mani...." O ...ecco....potrebbe essere pollo ?.......strane usanze, un osso di pollo per una moneta...una coscia andrebbe meglio........."..incominciai a rigirarlo tra le miei dita....era strano, quello non era pollo......." E se fosse umano ?.......potrebbe, e ho paura che lo sia......"..pensai alla ragazzina, pensai alla ragazza del Borgo......ma nessuna delle due aveva mutilazioni......La messa era finita....e la gente incominciava ad andare via...fermai una Donna " Perdonate la mia curiosità....potrei vedere cosa avete preso dal cesto ?.....ho fatto solo una scommessa con mio marito........io dico che e' pollo e lui dice che e' coniglio......potrebbe essere anche gatto.....insomma...le dispiace ?..."......feci il sorriso più splendente che potevo........mentre la mano di Daizer sul mio fianco e la sua dolorosa pressione..mi fece comprendere il suo disappunto....
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Eilonwy così ritornò al palazzo di Galatea.
Qui vide l'invito al ballo e si rattristò per non poterci andare, data la maledizione che le impediva una vita tranquilla e normale come tutti. Ma proprio in quel momento la fata entrò nella sala. “Salute a te, piccola mia.” Disse sorridendo Galatea. “E' già finito il tuo giro ad Afravalone? Eppure è una città sterminata. Forse ti serviranno altri giri per visitarla tutta.” La fissò con attenzione. “Sei triste... cos'hai?” Intanto, poco fuori il palazzo della fata, Boyke ed i suoi compagni avevano seguito Eilonwy. “E così qui vive quella ragazza...” mormorò Boyke “... informatevi a chi appartiene questo palazzo... voglio sapere tutto su quella ragazza...” “Si, certo...” annuì uno dei suoi “... ora però sarà meglio tornare in città... il capo vuole che si assista al duello tra quel cavaliere che ha comprato come schiavo e il capitano dei soldati del re... andiamo, Boyke...” “Si...” annuì questi, lanciando però un ultimo sguardo verso il palazzo di Galatea. Poi quei mercenari galopparono via. |
“Non c'è nessun cavallo per voi, milady.” Disse il locandiere ad Altea. “Siamo gente povera ed ognuno possiede poche cose che usa per andare avanti. Se volete lasciare questo luogo, allora dovete farlo a piedi. Attraverso la foresta.”
“Ma non possiamo lasciarla partire così...” fece la figlia del locandiere “... è troppo pericoloso...” “Sta zitta!” Fissandola suo padre. “E torna da tua madre! Ha bisogno d'aiuto!” E la ragazza obbedì. “Fui io a portare qui milady...” fece il villano “... io ed il mio amico... dunque è giusto che sia io a condurla ora fuori dal borgo... signora...” fissando Altea “... non possiedo che un carro. Lo uso per i miei lavori nei campi, ma sarò lieto di condurvi con quello fuori dal borgo. Il mio nome è Marriot... partiremo appena lo deciderete...” |
La donna sorrise ad Elisabeth.
“Non sapete” disse “che è scortese chiedere agli altri cosa hanno preso dal cesto delle offerte?” Le accarezzò dolcemente il viso. “Non vi sono due cose uguali, in modo, così, che si possa pescare ciò che è destinato a noi.” “In effetti” sottovoce Daizer ad Elisabeth “non è carino chiederlo...” Poi, uno dei boscaioli, mettendosi davanti al gruppo che usciva dalla chiesa, prese la parola: “Il Borgomastro ci sta aspettando. Terrà un discorso a casa sua. Andiamo tutti là.” E il gruppo lo seguì. “Cosa vogliamo fare noi?” Chiese Daizer ad Elisabeth. “Andiamo con loro dal Borgomastro? O preferite tornare alla locanda? Forse la bambina starà per svegliarsi. Anche se” aggiunse il contrabbandiere “io avrei una voglia matta di sapere cosa dirà ora il Borgomastro. Magari capiremo dove erano finiti costoro fino alla messa.” |
"Be ecco....Milady....sono triste per due motivi! Il primo, che è una sciocchezza rispetto al secondo, è che mi sarebbe piaciuto partecipare a questo ballo. Il secondo è che prima di giungere ad Afravalone, viaggiavo con un bellissimo cavaliere dai capelli neri e gli occhi azzurri di nome Riccardo.....ma....ma...forse è morto!...Sono molto preoccupata per lui!" dopo aver detto questo guardai la finestra che dava sul giardino.
Poi ripresi a parlare: "Mi chiedete perchè ho finito il mio giro! E' molto semplice!.....Il sole in inverno tramonta piu' velocemente e poi....e poi.....c' era un certo Boyke che mi infastidiva. Era un mercenario....non mi stupirei se mi avesse seguita, dato che faceva di tutto pur di rimanere con lui e i suoi compari!". Guardai la maga per aver da lei una risposta. http://imageshack.com/a/img841/9708/aysl.png |
Galatea sorrise a quelle parole di Eilonwy.
“Mia cara, è normale che gli uomini si interessino a te.” Disse. “Sei una bellissima ragazza ed il tuo portamento è regale. Non a caso sei una principessa. Ma hai occhi profondi. Quelli del tuo cuore. E dunque sei in grado di riconoscere gli uomini mossi da sinceri sentimenti. Per questo non devi rattristarti. Quanto al ballo... in verità ci sarebbe una soluzione... magari andarci fino a quando farà buio... potrai vedere così tutto ciò che rende meravigliosa una nobile corte...” ma in quello stesso momento qualcosa turbò Galatea. Sul suo volto Eilonwy vide apparire come un velo d'inquietudine. “Sta per accadere qualcosa...” mormorò la fata, portandosi le mani sulla fronte “... qualcosa di terribile...” come se stesse leggendo gli eventi prossimi “... qualcosa ad Afravalone...” |
La gente, poco a poco, cominciò a riempire i posti a sedere dell'ippodromo.
In breve, a dispetto di quanto avessero previsto le autorità al corrente del duello, la popolazione era accorsa in gran numero per assistere a quell'evento. Clio, nonostante i suoi doveri ed ideali, dentro di sé ben sapeva che Karel era fra la folla a guardarla. Ma riconoscerlo in quella calca era cosa davvero difficile. Due occhi però fissavano il bel capitano del re. Occhi chiari, di una giovanissima adolescente. Si muoveva incuriosita fra gli spettatori e più di una volta quel suo sguardo candido si era posato su Clio. Aveva un velo attorno al capo, tenuto fermo da un piccolo cappellino e solo il suo giovane volto restava scoperto. Indossava un lungo abitino blu, stretto in vita da una cintura. L'espressione era seria, ma lo sguardo tradiva smarrimento. Eppure sembrava non aver timore di quella ressa, dove ognuno cercava di accaparrarsi i posti migliori per assistere al duello. E finalmente, annunciati dal vivace mormorio della folla, arrivarono i mercenari. Gufo fece il suo ingresso trionfale e subito cercò con lo sguardo Clio. La vide e con un cenno del capo la salutò. “Ci si rivede, dunque.” Disse alla ragazza con un ghigno stampato sul volto. “Oggi è il gran giorno. Al di là di tutto, vi rammento la mia piccola scommessa, mio bel capitano. Cercate dunque di non uscire troppo malconcia da questo duello.” Koim lo raggiunse e con lui vi era anche Guisgard. “Vi presento il mio campione, capitano.” Fece Gufo, indicando poi quel cavaliere a Clio. “Ehi, un momento...” mormorò Guisgard “... come sarebbe a dire capitano?” “Ti presento lady Clio...” sorridendo lo Scarlatto “... capitano dei soldati del re.” “Vuoi dire...” stupito il cavaliere. “Si.” Annuì il mercenario. “E' il tuo avversario.” “Vuoi scherzare?” Fissandolo Guisgard. “Credi che abbia la faccia di chi scherza, idiota?” Sbottò Gufo. Il cavaliere allora scoppiò a ridere. “Cosa diavolo hai da ridere?” Guardandolo il mercenario. “Questa è bella!” Esclamò divertito Guisgard. Gufo continuava a fissarlo. “Vuoi dunque che io mi batta con lei?” Fece il cavaliere. “Già.” Mormorò Gufo. “Tu devi essere pazzo!” Esclamò Guigard. “Si, proprio pazzo! Completamente pazzo!” E riprese a ridere. “Poche storie, cane!” Ringhiò il mercenario. “Preparati a batterti con lei!” “Io non combatterò mai contro una ragazza.” Sentenziò il cavaliere. “Neanche per tutto l'oro del mondo.” “Sei il mio schiavo, rammentalo!” Gridò lo Scarlatto. “Se questo è l'unico modo che hai trovato” mormorò Guisgard “per tentare di portartela a letto, beh, devi avere un bel po' di problemi allora.” “Estrai la spada e battiti con lei, lurido bastardo!” Ordinò il mercenario. “Avrei una mezza idea su come usare la mia spada ora...” guardandolo negli occhi Guisgard. “Canaglia!” Colpendolo al volto Gufo. Guisgard, allora, si toccò la guancia colpita e portò la mano sull'elsa della sua spada. Koim e gli altri mercenari subito lo circondarono, puntandogli contro le loro spade. “Battiti tu con me, maledetto...” con tono di sfida Guisgard a Gufo “... uno contro uno, da uomo a uomo... senza i tuoi leccapiedi a difenderti...” “Un giorno ti ucciderò, cane...” con astio il mercenario. “Potrebbe non essere tanto facile...” replicò Guisgard. "Allontanatevi da lui..." comandò Gufo ai suoi. Questi obbedirono e subito Guisgard, estratta la spada, si lanciò verso lo Scarlatto. Il mercenario però fu lesto a prendere la sua spada, bloccando il colpo del cavaliere. "Sei solo un folle" ridendo Gufo "se pensi di potermi uccidere..." E i due restarono così, spada contro spada, ciascuno con gli occhi in quelli dell'altro. http://31.media.tumblr.com/d1195d983...csqyo1_500.jpg |
Sorrisi alla mia madrina.
"Grazie Lady Galatea, anche voi siete bellissima. Ma non avreste una pozione che mi rende umana fino a mezzanotte?.....Tipo come Cenerentola! Qualcosa di terribile ad Afravalone? Di che si tratta?" dissi le ultime frasi con preoccupazione. Una scossa come quella di un fulmine mi scese per la schiena. Poi vidi l' incantatrice destarsi da questa sua visione profetica. La guardai turbata e spaventata. Cosa stava succedendo? E perchè stava succedendo tutto questo? http://imageshack.com/a/img843/8408/y2ag.jpg |
Il tono del Gufo Scarlatto divenne incalzante e incline al duello. Pronunciò parole che non dovevan mai esser dette in mia presenza, soprattutto quando nel mio animo entrano in equilibrio il mio dovere da cavaliere e la maledizione che lo attanaglia.
Un manto di ombre e mi ritrovai' faccia a faccia con colui che aveva enunciato il patto.....Le fattezze di Reienhaearth si rivelarono: "Gufo Scarlatto......hai un gran coraggio nell'affermare che il mio portatore non è uomo da rispettare un patto. Lui è il Mietitore. L'accordo che hai fatto con lui......implicava che il suo intervento vi sarà dato.....quando ingaggerete battaglia. Appena i tamburi suoneranno le ultime ore della quiete prima della tempesta. Sarà al vostro fianco. " "Non osar sfidare gli esseri sovrannaturali......mortale". Nella locanda adibita a caserma......il tempo sembrava essersi fermato. L'aura che il corpo di Parsifal emanava, non presagiva nulla di buono. Il potenziale che andava sprigionando.....era quasi impossibile non temerlo, costui, veramente non è umano...... Non volevo ingaggiare un combattimento con un mio compagno di ventura, pian piano mi voltai' e tornai' verso il mio cavallo. Dovevo entrare in qualche biblioteca o nella Cattedrale della Capitale......forse, tra i sacri testi, i mosaici e rosoni avrei' potuto trovar qualche messaggio. Usci' dalla "caserma" e mi incamminai' verso "Il Campanile della Caduta"......o meglio, l'arcano XVI http://img.webme.com/pic/m/massimoumax/torre.jpg |
Non risposi a Gufo Scarlatto, limitandomi a fissarlo con sufficienza.
L’importante è crederci, povero illuso… E adesso che fanno? Alzai gli occhi al cielo, nel vedere la reazione del mercenario. Possibile che fossero tutti così ottusi? Quando vennero alle mani, per poco non scoppiai a ridere. Guardai Astin e con un cenno del capo gli ordinai di dividerli, con i miei uomini. Erano molti più di loro, non avrebbero trovato difficoltà. “Adesso basta!” Tuonai, e la mia voce imperiosa risuonò nell’ippodromo. “Gufo Scarlatto, se non sapete farvi rispettare dai vostri uomini, e lasciate che si discutano i vostri ordini non è affar mio.. ma avete un accordo con me, e vi converrà rispettarlo..” i miei occhi erano ghiaccio puro. “Abbiamo una guerra da combattere, mi state facendo perdere fin troppo tempo con la vostra totale mancanza di disciplina..” sguainai la spada “Vi rammento che avete infranto la legge, e qui non potete nascondervi dietro le gonne dei senatori… Vi ho concesso quest’unica possibilità, perché solo collaborando saremo in grado di battere i nostri nemici, tiratevi indietro, e vi farò arrestare dai miei uomini all’istante per vilipendio dell’autorità… insieme al vostro schiavo, così potrete regolare i vostri conti in cella..”. Mi allontani di alcuni passi “Ma preferirei porre fine a questa storia una volta per tutte… così imparerete a capire chi comanda in questa città..” allargai le braccia “Sto aspettando!”. Possibile che quei dannati mercenari dovessero sempre portare guai? |
I miei occhi si spostavano dal locandiere, alla figlia e dal villano che disse di chiamarsi Marriot.
Udii attentamente le loro parole, vidi il volto spaventato della fanciulla...era ovvio mi trovavo in qualche pericolo. Sorrisi scuotendo il capo.."Vi sono alcune contraddizioni...ebbene..prima di tutto mi dite l'unica via è la foresta, ma messer Marriot mi disse non potevo continuare perchè la foresta era impervia piena di rovi e quindi era meglio venire qui..in questo borgo.." e mi voltai verso il villano seria "e mi volete far credere non vi sia altra strada? E da dove uscite in questo borgo? Da dove vengono a portarvi merce e altre cose, da dove vengono gli stranieri...laggiù vi è una strada..non ho bisogno del vostro carro, saprò andarmene sola e per quella strada...non la foresta anche se io ho saputo pure attraversato il deserto" e il mio pensiero andò a Tyssen e al Cavaliere e mi toccai il pendaglio...dovevo essere forte. Mi voltai, e vidi la anziana donna nuovamente e mi osservava.."Ecco, potete andarvene, chiederò consiglio a quella donna" e guardai il villano con aria di sfida.."ella non è pazza, ha solo paura di voi..o di qualcosa". Mi avvicinai alla donna..."Milady...mi spiace per come siete trattata qui..ma voi dovete aiutarmi..è la paura che vi blocca ma dentro di voi vi è il bene..e quindi per il mio bene vi chiedo di aiutarmi..magari.." e la guardai teneramente "..sapete non ho ancora consumato il mio pasto, vorreste avermi come ospite presso di voi e magari mangeremo allo stesso tavolo?Lontano da occhi e orecchie indiscrete...la vostra compagnia mi farebbe piacere". Aspettai la risposta della donna...ma ero pure dubbiosa..in questo borgo vi era qualcosa che spaventava la gente..appunto l'essere di cui parlava la donna, e probabilmente si era impossessato del borgo e del maniero diventato sua roccaforte...ma si poteva vivere in questo modo? Vivevano nella inettitudine, ma cosa avevo a che fare io con questa storia..era come se mi impedissero di andarmene e non capivo il motivo, in fondo io ero solo una forestiera. http://i61.tinypic.com/25p6dsj.jpg |
“Succederanno due fatti delittuosi...” disse sconvolta Galatea a Eilonwy “... uno è già avvenuto e presto sarà conosciuto anche in questo reame... l'altro... l'altro si realizzerà a breve... e saranno entrambi terribili...” scosse il capo “... e noi non possiamo fare nulla per fermarli...” guardò poi la ragazza “... amica mia...” accarezzandole il viso “... non ci sarà alcun ballo... non più... nessuno sorriderà ad Afravalone oggi... e molti invece grideranno per la paura... e noi non possiamo fare nulla per impedire tutto questo...” aggiunse, per poi restare a fissare preoccupata Eilonwy.
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Gufo Scarlatto, atteso per il duello nell'ippodromo, lasciò andare Parsifal.
“Bada però” disse prima di separarsi dal cavaliere “che se dovessi incontrarti in battaglia saprò ripagare la tua mancata parola...” Parsifal allora, lasciata la caserma dei mercenari, si incamminò verso la biblioteca della cattedrale di Afravalone. Qui, davanti al portico di colonne marmoree, l'oscuro cavaliere vide un diacono intento nella lettura di alcuni testi. “Salute a voi, cavaliere...” accorgendosi di Parsifal “... cosa vi spinge qui? Forse il bisogno di confessarvi? O di comunicarvi?” |
“E sia.” Disse Marriot a quelle parole di Altea. “Vi racconterò tutta la storia che si nasconde in questo borgo. Ma non qui. A casa mia, se verrete. Lì potremo parlare tranquillamente.”
“Non puoi!” Gridò il locandiere. “Ci crederà tutti matti! Tutti poveri pazzi!” “Sono stanco di bugie” fece il villano “e di nascondermi. Per questo voglio raccontare tutto. E voi tutti dovete fidarvi di me.” Guardò poi Altea. “Io ora me ne torno a casa. Se volete davvero sapere la verità, sapete dove trovarmi.” Ed uscì. Altri due che erano nella locanda presero poi la vecchia donna e la condussero a casa sua. “Siete stanca e dovete riposare.” Disse uno dei due. E lasciarono la locanda riaccompagnando a casa la vecchia donna. |
Gli uomini di Clio, così, intervennero per sedare lo scontro tra Guisgard e Gufo Scarlatto.
“Statene fuori” disse ai soldati il mercenario “e lasciate a noi risolvere le nostre faccende.” “Messere...” intervenendo il Maresciallo di Campo “... vi rammento che siete stato voi a proporre questo duello. Dunque se esso non avverrà la responsabilità sarà solo vostra. E naturalmente sarete proclamato sconfitto.” “Il duello si terrà!” Sentenziò Gufo. “Avanti, canaglia! Battiti con lei!” Rivolgendosi poi a Guisgard. “Non vuoi più riscattare la tua libertà? Ti senti in grado di rifiutare il denaro che ti ho offerto?” “E sia...” annuì Guisgard “... mi batterò con questa ragazzina...” disse con tono fermo “... e tu rammenta il nostro accordo... se sopravvivo voglio due Taddei, indipendentemente dall'esito del duello...” “Gufo Scarlatto ha una sola parola.” Mormorò il mercenario. “Ora battiti con lei.” Intanto la folla assisteva divertita a quella scena surreale. Ma tra gli spettatori continuava a muoversi quella giovane ragazza dagli occhi chiari. Ora sembrava un animale in gabbia, tradendo una sorta di agitazione soffusa. Forse la spaventava l'idea di dover assistere ad uno scontro armato fra due sfidanti. Il Maresciallo di Campo chiamò allora a sé i due contendenti. “Nessuno perirà fra voi...” fissando Guisgard e Clio “... per ordine del senatore Bool questo duello non sarà mortale. Terminerà infatti al primo sangue. Il primo fra voi che ferirà l'altro avrà vinto la contesa. Potete cominciare.” Guisgard allora estrasse la spada e guardò Clio. “Cominciamo e finiamola presto con questa farsa...” mormorò, puntando la lama contro il bel volto di lei. |
“Era ora..” esultai.
Picchiai leggermente la spada verso quella del mercenario in segno di saluto. Chiusi gli occhi, e quando li riaprii ero diversa, molto diversa, ma me stessa. Ogni cosa mutò, conoscevo bene quell’emozione, quel fuoco che ardeva dentro di me. Era il furore divino che fioriva nei gladiatori nell'arena, l'ardore del soldato in battaglia. Era come se il mio corpo si muovesse da solo, colpo su colpo. Veloce, mi muovevo intorno a lui, un fendente alla testa, poi un colpo di punta. Mettevo e toglievo misura, ora offrivo, ora sottraevo il bersaglio, ero un gatto, un gatto feroce, un passo avanti, uno indietro, prima in una direzione, poi nell’altra. Era una danza, un’armonia di movimenti, corpi e spade erano un tutt’uno. Un altro colpo, una finta alta per colpire basso, alla coscia. Una schivata, una finta, un altro colpo. Non vi era tregua, non vi erano tempi morti, un colpo, poi un altro, e un altro ancora, stando sempre attenta a non scoprirmi. Sempre serrata, pronta a difendermi. Bastava guardarsi negli occhi per sapere esattamente dove stava per colpire. Un’altra schivata ma contemporaneamente un colpo di punta, ma ancora un fendente, e un colpo alla gamba. Avrei potuto continuare all’infinito. |
Le parole pronunciate da Lady Galatea erano veramente angoscianti. Presi parola per capire meglio la drastica situazione: "E allora cosa consigliate di fare?.....Ma perchè tutto ciò sta accadendo?.....Sembra che debba venire l' Apocalisse di San Giovanni!.....Volete dire che non si è piu' al riparo nel Regno di Afravalone?".
Quindi, questa era la fine del mondo!!! C' erano tre cose da fare domani: 1) Andare nella Biblioteca della Cattedrale di Afravalone; 2) Cercare Sir Riccardo (pregando il Cielo che sia sopravvissuto); 3) Esercitarsi a controllare meglio i poteri del ghiaccio e riprendere gli allenamenti da arciere e da spadaccina. Doveva esserci un modo per far tornare tutto alla normalità! Così proclamai un giuramento: "Lady Galatea! Nel nome di Dio, del Regno del Cristallo di Azarath e del Sacro Codice dei Cavalieri di Camelot, giuro solennemente che io, figlia di Re Bowen Aguillon e della Regina Consel dei Gigli, riuscirò far finire questa serie di catastrofi ed a far ritornare la pace e la giustizia in tutti i regni attaccati dal Principe dei Demoni. Anche a costo della mia stessa vita!". Non avevo alcuna paura e avrei combattuto contro Satana in persona, se fosse stato necessario. http://imageshack.com/a/img809/2445/8yg4.png (LA MIA FAMIGLIA: in alto la Regina Consel dei Gigli con affianco Re Bowen Aguillon. In basso io all' età di 6 anni) |
Fu così che mi trovai nella piazzola sola...le parole di Marriot e la ribattuta del locandiere..e poi presero la donna per riportarla a casa sua.
Mi fermai li a pensare..guardandomi attorno. Qualcuno mentiva? Il locandiere stava recitando la parte...perchè portare la anziana a casa sua. Magari, una volta, andata a casa di Marriot mi avrebbe preso e...anche mentito. "Bene.." pensai tra me e me.."ho pagato il locandiere...quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare...dice il detto...e io non mi fido di quel villano, nemmeno del locandiere e la anziana è solo una povera vittima della paura...devo rischiare? Prendo quella strada...succeda ciò che succeda, scoprirò io la verità." e sorrisi leggermente.."Ma nelle migliori favole non vi erano i cavalieri a salvare le dame". La donna camminava verso me con passo soave il velo azzurro e i tintinnii dei monili sul velo, polsi e caviglie.. era Lei..la donna misteriosa di Petra, quella che sembrava una sacerdotessa. Mi mise una mano avanti..."Niente passi azzardati..di chi ti fidi? Tanto rischi ugualmente...vi è in ballo qualcosa di troppo potente". "Io ho sbagliato..io sono sola.." ribattei cercando di prenderle la mano ma era quasi evanescente. "Tu sei una fervente Cattolica vedo..i membri della tua famiglia hanno e stanno combattendo nella mia Terra in nome di Dio...o della Chiesa?" un sorriso scuotendo il capo.."Se tu fossi stata un uomo ora saresti là, lo sai bene...eppure io..Sacerdotessa del Tempio Sacro di Petra ti sto aiutando, poichè ti ho visto quel giorno..e so tutto di te..passato, ciò che avvenne quel giorno a Petra...e il tuo futuro...abbi Fede...anche la tua Fede e supererai...dimmi a chi credi dei due, senza pensarci troppo, di chi ti fidi". "Della anziana donna" risposi senza esitazioni. "Allora vai senza esitazioni e ricorda...non legarti al Passato, guarda avanti." rispose ella. Si voltò e se ne andò con lo stesso passo lieve. Mi destai da quella visione..scossi il capo..era incredibile. Mi presi di coraggio e attraversai la piazzola, il borgo era piccolo e bussai alla porta della donna e vidi il suo volto osservarmi enigmaticamente. "Non avete risposto alla mia domanda milady..." dissi fermamente. Vicino a lei vi erano altre persone...forse non era del tutto sola. http://i58.tinypic.com/2eg4arc.jpg |
La donna fu dolce e la sua sensibilità nel carezzarmi la guancia mi lasciò senza parole.....l'osso del destino....ognuno prendeva ciò che gli toccava..." Perdonatemi....Signora non volevo offendervi...ma non conoscevo l'usanza..."......mi spostai e lasciai che la gente incominciasse ad uscire fuori dalla Chiesa......sino a quando non furono fermati dal vocione di Ralf il boscaiolo...c'era un'adunanza....tutti cittadini nella grande casa...." Daizer....non ho mica chiesto l'età alla Signora....ho chiesto quale osso avesse avuto in regalo, l'osso del destino...qualcuno ci dovrà pur spiegare cosa significa quello che hai preso tu.......in verità mi preoccupa ciò che succede alla ragazza, ma non posso fare a meno di seguire queste persone, infondo o restiamo o andiamo via, non possiamo rimanere inermi in questo posto....fantastico, ho creduto di dover portare a termine una ricerca....ci sono genitori in preda alla paura al Borgo.......certo...magari non caverò un ragno dal buco...ma devo provarci.....se devo essere sincera non volevo infilarmi in questa storia......ma il destino ha scelto per me.....facciamo così chiediamo ai Frati di dare un'occhiata alla ragazza....e magari ci raggiungono alla riunione di paese....infondo,siamo in quattro gli riferiremo ciò che si saranno persi nel frattempo....."..........andai a cercare i Frati che parlavano con il Prete....era un uomo giovane.....sembrava perennemente con un sorriso stampato in faccia....." Scusatemi so che non e' educato,...ma vorrei parlare con voi....." e così mi distanziai dietro ad una colonna con i due Frati......" Fra Favelius....io e Daizen vorremo seguire l'adunata che ci sarà nella casa grande con tutta la gente del villaggio...ma avremmo bisogno di voi , la ragazza , qualcuno dovrebbe andare a dare un'occhiatina....ha sempre dormito con qualche piccolo incubo ma niente di preoccupante........che ne dite....vi seccherebbe la cosa? "....vidi che da lontano Daizen scuoteva la testa......e che diamine non gliene andava bene nessuna ?.......o c'era dell'altro ?
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Fra' Favelius sorrise ad Elisabeth.
“Non temete, figliola.” Disse il monaco. “Io e Fra' Saverius ora torneremo alla locanda e ci occuperemo noi della bambina. Veglieremo su di lei fino al vostro ritorno.” E tornarono alla locanda. Daizer allora prese Elisabeth e si diressero invece verso la casa del Borgomastro. Era questa un'abitazione un po' più grande delle altre che costituivano il villaggio. Si trovava al centro dell'abitato, con tutte le altre costruzioni quasi addossate tutt'intorno. Lo stile era semplice, essenziale ed austero. Così come apparivano anche tutte le altre case. La gente del villaggio entrò dunque nello spiazzo antistante la casa ed attese, quasi in religioso silenzio, che il proprietario uscisse fuori. Anche Elisabeth e Daizer erano fra di loro. Poco dopo, finalmente, il Borgomastro uscì dalla sua abitazione. Era un uomo alto, dalle spalle larghe ed il volto luminoso. I suoi capelli erano bianchi e l'espressione gioviale. Lanciò un'occhiata verso tutti coloro che lo stavano aspettando e sorrise compiaciuto. Come un oratore soddisfatto davanti al suo uditorio. “Un giorno” esordì l'uomo “la Vergine Maria, turbata da uno strano sogno, si recò da San Bernardo e da San Tommaso per conoscerne il significato. Al racconto della Madre del Signore, San Bernardo si toccò il petto per ben tre volte. San Tommaso invece, nell'udirla, si grattò la fronte quattro volte. Alla fine del racconto la Vergine chiese ai due Santi del suo sogno. San Bernardo, allora, suggerì alla Madonna di scendere sulla Terra e chiedere ad una fanciulla di recitare il Santo Rosario ogni primo Venerdì del mese. San Tommaso, per conto suo, consigliò alla Vergine di apparire ad un gruppo di fanciulli e domandare loro di recitare il Santo Rosario ogni tredici del mese. I due Santi, però, furono concordi nel dire che quando il giorno tredici coinciderà col primo Venerdì del mese, allora la Madonna riapparirà a ciascuno dei veggenti e reciterà con tutti loro il Santo Rosario.” “E' da poco passata la Mezzanotte!” Esclamò uno dei presenti. “Dunque oggi è il primo Venerdì del mese!” “Si...” annuì il Borgomastro. Ma in quel momento una donna, recando il cestino da cui i fedeli avevano raccolto gli oggetti dopo le offerte, disse qualcosa all'orecchio del Borgomastro. “Chi fra voi ha pescato un frammento d'ossa?” Domandò poi l'uomo a coloro radunati fuori casa sua. |
Altea era così giunta alla casa della vecchia donna.
Qui però con l'anziana vi erano ancora i due uomini che avevano voluto accompagnarla nella sua dimora. Erano accanto alla vecchia, tenendola fra loro. “Io...” disse con un fil di voce la vecchia ad Altea “... io posso solo dirvi di andarvene da qui, figlia mia... andarvene subito... altro non so... e non chiedetemi più nulla, vi supplico...” “Avete sentito?” Uno dei due uomini alla bella avventuriera. “Non ha nulla più da dirvi. Dunque andatevene.” “Già...” annuendo l'altro uomo “... non c'è più posto in questo borgo per voi.” “Ora uscite tutti, vi prego...” mormorò la vecchia “... io voglio solo restare sola e terminare di recitare il Santo Rosario...” e presa la sua coroncina cominciò a recitare i Divini Misteri. In quel momento, dall'esterno della casa della vecchia, si udì il rumore di un carro. “Ecco Marriot col suo carro...” disse uno dei due uomini ad Altea “... ora lui vi porterà fuori dal borgo.” |
“Come puoi pensare di poter fermare simili potenze oscure” disse il merlo parlante ad Eilonwy “se tu stessa sei imprigionata dalla maledizione di uno stregone battuto proprio dagli artefici di questi nefasti avvenimenti?”
“Il merlo ha ragione, mia giovane amica...” fece Galatea “... fino a quando su di te ci sarà quella maledizione non sarai mai libera di poter intraprendere una battaglia contro simili nemici.” Guardò il merlo. “Tu cosa ne pensi?” “Sono d'accordo.” Annuì il merlo. “Lo stregone che ha imposto il sortilegio su di lei” indicando col becco Eilonwy “è stato sconfitto dalla malvagia strega Isolde. Ed io posso ben dire quanto siano terrificanti i suoi poteri.” “Allora abbiamo una sola possibilità...” mormorò la fata “... portare te ed Eilonwy presso la Dama del Lagno... ella è forse l'unica che conosce il da farsi... e dobbiamo andarci subito...” |
Il duello cominciò e subito Clio diede sfoggio della sua abilità con la spada.
La ragazza univa la rapidità ad una straordinaria precisione, il tutto con movenze eleganti e aggraziate. La sua spada, leggera ed efficace, sembrava la perfetta compagna di questa novella Clorinda che, con bagliori e riflessi generati dalla sua sottile ma letale lama, pareva muoversi in ideale simbiosi con il braccio di lei. In breve tempo, osservando i due duellanti, Gufo ed i suoi si resero subito conto di aver ampiamente sottovalutato quella ragazza. “Quella lì” disse Koim avvicinandosi allo Scarlatto “sarebbe la ragazza che a tuo dire si poteva battere anche con un fuscello di salice?” Gufo non rispose al sarcasmo del suo luogotenente, sempre attento a seguire l'evolversi della contesa. “Devo ammettere” fece Guisgard parandosi dagli attacchi di Clio “che per essere una ragazza combatti davvero niente male...” respingendo l'ennesimo affondo di lei “... anzi, conosco diversi cavalieri, o presunti tali, che difficilmente ti starebbero alla pari...” spinse indietro la lama della sua rivale “... tuttavia questo duello è durato già troppo per i miei gusti...” abbassò di colpo la sua spada e mise la mano aperta davanti ad un nuovo fendente di Clio, che colpendola gli causò un netto graffio. “Ecco...” alzando la mano insanguinata Guisgard e mostrandola ai presenti “... il primo sangue... ho perduto...” e lasciò cadere la sua spada in terra. “Puoi essere soddisfatta...” fissando poi Clio con un sorriso enigmatico “... ora ci penseranno due volte prima di prenderti in giro...” chiuse gli occhi e si accomodò indietro i capelli che erano calati sulla sua fronte. Voltò allora le spalle e saltò giù dal palco che era servito per il duello. “Il capitano Clio è il vincitore!” Annunciò il Maresciallo di Campo. http://s007.radikal.ru/i302/1012/ee/f0cdb096be57.png |
"Forse avete ragione, ma comunque quando mi sarò liberata da questa coda di pesce giuro che me la pagheranno gli artefici di questa Apocalisse!!!.....Comunque domani vado alla Biblioteca della Cattedrale di Afravalone per fare delle ricerche e a cercare di ritrovare Sir Riccardo se è ancora vivo. Adesso è meglio che torni alla mia vasca tra poco il sole tramonterà. Ormai sono le 14:45....siamo in pieno inverno e siamo molto piu' a Nord del mio regno. Vi auguro un buon pranzo, una bella serata e una dolce buona notte!.....A proposito, domani mattina, dite alle vostre dame di venirmi a vestire all' alba dato che voglio mettermi subito all' opera!" detto questo tornai nei miei appartamenti.
Guardai gli antichi orologi. Era veramente tardi a queste latitudini!!! Mi tolsi l' abito verde-oro con le scarpe d' oro e li misi dentro un cassettone. Dopo qualche minuto in vasca, il maleficio ebbe il suo quotidiano effetto. Ormai solo pochi raggi del sole erano rimasti. Certo che qui siamo proprio vicino al perno del mondo conosciuto! http://imagizer.imageshack.us/v2/800...0/543/h73q.png COLONNA SONORA: http://www.youtube.com/watch?v=70xXy4N2Wes |
Lo sguardo di Parsifal divenne ancora più cupo
"Continui ad inveire sulla mia mancata parola, Gufo. Stai pur certo che non incrocerai la spada con me perché nuove prove ti si presenteranno innanzi. Duelli, lutti e scelte accompagnerrano il tuo passaggio in codesto regno. Quando Angeli Caduti cadranno dal cielo......io sarò al tuo fianco come tuo alleato......" Usci' dalla caserma e viaggiai' verso il Campanile......durante il mio passaggio toccai' il brio della vita che si respirava nel regno: sembravan tutti cordiali, amichevoli e leali come è possibile che la città rischi di capitolare..... Mentre trottavo, nella mia mente tornaron le parole della prima lapide, chissà dove potevano essere le altre. Improvvisamente, mi trovai innanzi ad un'immensa biblioteca che faceva da anticamera alla Cattedrale.....riconobbi il Campanile. Un diacono era vicino a codeste colonne.....leggeva dei testi, in un attimo si accorse della mia presenza.....pronunciò parole ed io risposi "Son qui per uno strano volere....il mio lungo pellegrinare mi ha condotto innanzi alle colonne di codesto Templio.... ( non potevo rivelare la missione, il genere umano deve esser preservato e a suo tempo avvisato )." Scesi da cavallo e mi avvicinai.....la mia aura doveva esser cambiata. La Nemesi non doveva esser rivelata. Avvicinandomi lentamente, pronunciai' i versetti dell'Apocalisse e le mie fattezze tornarono umane. "Cerco risposte e messaggi.....qualcosa di oscuro minaccia il regno e la sua gente. Il mio Signore mi ha chiesto di vegliar sulle 7 Cattedrali del Reame. Fra queste è mezionata la vostra." Chinai il capo e dissi: "Il mio nome è Parsifal, cavaliere del Milite. Chiedo il permesso di poter espletare il mio compito. Confessarmi o comunicare.....non potete farlo.....non mi credereste mai. Non è mia intenzione crear disturbo, anzi, qualora dovessi far qualcosa di sconsiderato mi allontanerò senza batter ciglio. Io parlo per simboli, allegorie e episodi derivanti dalle Sacre Scritture. Potrò sembrarle pazzo....." e sorrisi. |
Sentivo le voci acclamare il vincitore come lontano.
Ma io non avevo vinto, quello schiavo l'aveva fatto apposta. Povero Gufo, ecco cosa succede a delegare le proprie faccende ad un altro. Rinfoderai la spada, è scesi veloce dal campo. Mi avvicinai ai mercenari. "Domattina vi attendo in caserma, con i vostri luogotenenti, verrete messi al corrente dei vostri compiti in questa lotta.." Guardai Gufo e gli altri "Da questo momento, mi aspetto disciplina, serietà e piena collaborazione... Siete qui per questo, dopotutto.. E basate bene che la prossima insubordinazione, come per qualunque soldato dell'esercito di questa terra, verrà punita secondo la legge marziale.. È tutto, signori, siete congedati, potete andare..". Senza aspettare risposta, mi voltai e raggiunsi i miei uomini, per festeggiare con loro. "Allora, canaglie, spero abbiate spillato un po' del nostro stesso denaro a quegli uomini scommettendo sul vostro capitano, visto che mi ritenevano una fanciulla indifesa.." Risi, felice. Il duello non mi aveva dato soddisfazione, non c'è gusto a vincere così, ma infondo nemmeno a combattere contro uno schiavo. Ma avevo molte cose per cui vivere. Chiamai Astin "Ascolta, il principe Karel voleva assistere al duello, nonostante i miei avvertimenti, gli ho detto di confondersi tra voi con la sua scorta, l'hai visto?". |
"Si milady" risposi dolcemente alla anziana donna "seguirò il vostro consiglio e andrò via da questo borgo..sembra che qui ci sia qualcosa di strano".
Udivo la anziana donna recitare il Santo Rosario ma, stranamente, gli uomini che l'avevano portata via ora volevano me ne andassi.."Che modi..avete tanta fretta che me ne vada? Non ambisco certo a vivere in questo posto, certo devo dire che la ospitalità è di casa in questo borgo" e risi di gusto. Vidi arrivare il villano col suo carro e mi avvicinai a lui.."Messer Marriot, avete così tanta fretta pure voi di farmi andare via da questo posto, lo trovo strano" salii sul carro ed esclamai osservando i presenti "sembro quasi una strega mandata al rogo..ditemi Marriot userete la Bibbia o il Libro di Salomone contro di me?" scossi il capo "Avanti partiamo..uscirò da questo borgo" solo non so se viva o meno...fu il mio pensiero. http://i57.tinypic.com/1zl83dj.jpg |
Altea salì sul carro di Mariott e questi partì.
“Nessuno ha fretta di mandarvi via, signora...” disse il villano “... ma voi, sin dal vostro arrivo qui, avete mostrato la voglia di voler ripartire subito... è naturale allora che adesso nessuno più cerchi di trattenervi. Noi non obblighiamo nessuno a restare controvoglia nel nostro borgo.” Uscirono così dal centro abitato. Finalmente, dopo giorni di pioggia, era giunta una meravigliosa giornata di Sole. E l'intera foresta sembrava essersi ridestata con tutti i suoi magnifici colori, suoni e profumi. “Eccoci...” fece il villano, fermando il carro davanti ad uno stretto sentiero “... qui ci separeremo... io andrò nei miei campi a lavorare la terra e voi potete seguire quel sentiero per ritrovare la strada dalla quale siete giunta... vi consiglio di affrettarvi, tra non molto farà buio... seguite sempre il sentiero e non allontanatevi mai da esso... alla fine, dopo un bel po' di cammino, giungerete a Tylesia... addio...” In quel punto la foresta avvolgeva tutto ed il borgo ormai sembrava essere sparito alle loro spalle. L'unica cosa che emergeva da quel lussureggiante scenario erano le alte torri del maniero, che dominava dalla sua austera altura. |
Così fu sancito l'esito del duello.
Il pubblicò restò sorpreso però da ciò che aveva visto ed un fitto mormorio manifestò la delusione della folla per il gesto dello schiavo. “Capitano...” avvicinandosi Astin a Clio “... no, non sono riuscito a riconoscere sua altezza tra la folla...” Ma alcune grida attirarono l'attenzione dei militari. “Canaglia!” Urlò Gufo a Guisgard. “Lurido maiale! Ti farò pentire ti esserti preso gioco di me!” “Smetti di gridarmi nelle orecchie...” con indifferenza il cavaliere, mentre era intento a fasciarsi la mano ferita con un lembo della sua camicia “... sei più fastidioso del bruciore causatomi da questo graffio...” Gufo allora si voltò verso Clio. “Io non prenderò ordini da nessuno!” Con rabbia il mercenario. “Sono qui per combattere e non per farmi insultare da una ragazza!” Ma in quello stesso momento qualcosa distrasse Clio. Si voltò verso la folla, forse per cercare di nuovo gli occhi di Karen. Ma vide altri occhi. Quelli azzurri ed enigmatici della giovane ragazza intravista poco prima del duello. Ora però quegli occhi le apparivano freddi. La ragazza allora fissò anche lei il capitano della Guardia Reale. Ed un ghigno si mostrò sul suo giovane volto. Poi si avvicinò ad una delle torce che segnalavano i posti del pubblico e la prese. Infine, con un gesto rapido e improvviso, appiccò con essa il fuoco ai suoi vestiti. In un momento fu avvolta dalle fiamme e un attimo dopo una terribile esplosione scosse gran parte dell'ippodromo. http://www.pravda.lutsk.ua/abton/spa...ws/34224_1.jpg |
Il diacono fissò Parsifal un po' confuso.
“In verità” disse al cavaliere “non credo di aver compreso le vostre parole, messere. Forse volete incontrare Sua Grazia il vescovo? Ah, forse ora comprendo!” Esclamò all'improvviso. “Se ho ben capito siete qui per arruolarvi nelle milizie ecclesiastiche, giusto?” Sorrise. “Mi sembrate un degno cavaliere e sono certo che la vostra richiesta verrà subito presa in considerazione! Volete incontrare adesso il capitano della Guardia Ecclesiastica, messere?” Ma proprio in quel momento una grossa esplosione fece tremare lo spiazzo davanti alla cattedrale. |
La notte trascorse ed il mattino seguente le dame di Galatea giunsero a vestire Eilonwy come lei stessa aveva chiesto.
La ragazza incontrò poi la fata poco dopo, in una saletta per la colazione. “Eilonwy, ascoltami...” disse “... nella biblioteca della cattedrale non troverai nulla riguardo all'incanto che ti affligge. L'unica possibilità di trovare un rimedio è quello di incontrare la Signora del Lagno. Girare invano per Afragolone non ti servirà a nulla. Finirai per restare imprigionata nella maledizione e divenire un personaggio marginale della tua stessa vita. Non ti saranno concesse altre possibilità di poter incontrare la Signora del Lagno. Ti è già stato fatto un gran dono con questa udienza presso di lei. Altro io non ho più da dirti. Ora devo partire. Sono attesa da un importante viaggio che mi terrà lontana da Afravalone per un po'. Decidi tu che ruolo dare alla tua storia. Se da protagonista o effimero.” Ma proprio in quel momento una terribile esplosione si udì provenire dal centro di Afravalone. “Ecco...” mormorò triste Galatea “... come predetto hanno colpito di nuovo...” |
Per poco non caddi a terra.
Maledetti! Non c'era tempo da perdere. "Astin.." Urlai "fa evacuare la gente nel campo ad est, ma non farla andare via, porta loro provviste e acqua per riprendersi.. Ti manderò dei rinforzi" Mi voltai a cercare gli ufficiali "Amien, pensa ai feriti.. Kor occupati del lato est, Mirtos il lato ovest, Hatrir, Gart voi pensate alle gradinate.. Bisogna sedare le fiamme, presto". Mi allontanai di qualche passo, avvicinandomi ai mercenari "Gufo Scarlatto, basta piagnucolare, è ora di mettersi all'opera, circondate il campo ad est dell'ippodromo, verrà riunita la gente sopravvissuta, ma non devono andare via, potebbero essercene altri.. I miei uomini penseranno alle perquisizioni, Andate..". Corsi dall'altra parte, verso l'incendio, dove altri dei miei uomini attendevano ordini. "Bravi avete dell'acqua, venite con me, raggiungeremo il punto di partenza..." Così, raggiungemmo il punto in cui la ragazza aveva dato fuoco ai suoi abiti. Ora era chiara la dinamica dell'esplosione. Di nuovo gente innocente. Mi venne in mente maria, il giorno seguente era un venerdì, magari aveva scoperto qualcosa sul l'attentato. Dopo aver spento le ultime fiamme, iniziammo a scavare tra le macerie alla ricerca dei sopravvissuti. |
"Dite davvero, messer Marriot, non ero desiderata e io non volevo rimanervi? Io vi consiglio di stare attento alle fanciulle del vostro Borgo..mi sembrano alquanto spaventate, tanto fu la figlia del locandiere, a suggermi subito di andarmene. Stranamente voi uomini non siete spaventati come le fanciulle."
Il carro si fermò di colpo e fui fatta scendere da Mariott e mi indicò il sentiero da prendere con alcune raccomandazioni, non lasciare mai il sentiero e di essere veloce visto l'imbrunire e se ne andò. Mi incamminai e il Sole era tornato, la selva sembrava diversa...sentivo i pofumi forti del bosco in Inverno come la legna e il muschio bagnato, udivo i suoi rumori e assumeva colori forti nonostante gli alberi spogli..in fondo anche l' Inverno aveva il suo fascino. Il Borgo ormai era lontano e non vi era più traccia se non le alte torri del maniero, mi voltai e cercai di evitare di guardarlo. Dovevo rimanere lucida...dovevo fare in fretta..e mi misi a correre per il sentiero per battere la Notte e forse..avrei raggiunto Tylesia. http://i58.tinypic.com/2ymiq81.jpg |
Quando fu mattino e ritornai umana, fui aiutata dalle dame di compagnia di Lady Galatea ad indossare un' abito rosa decorato con finti petali di rosa.
Coco mi appoggiò sulla testa una coroncina di fiori bianchi e rosa ed Aladiah mi fece calzare delle scarpe d' argento. http://imagizer.imageshack.us/v2/500...0/200/hp78.png Poi i miei amici mi portarono da Lady Galatea, la quale mi disse che se non fossi andata subito dalla Signora del Lagno, cioè la strega Isolde, non avrei avuto un' altra possibilità. All' improvviso, proprio quando stavo per dirle qualcosa, sentimmo un' esplosione. Era una di quelle catastrofi predette da lei stessa la sera prima! Alla fine, decisi di prendere parola: "Milady, avete ragione. Sono pronta a partire!!!....Per questo viaggio, però, vorrei che utilizzaste i vostri portali magici, che fanno arrivare in un lampo una persona in un posto. Se questa è l' ultima possibilità che ho per ritornare normale, allora è meglio essere veloci!". Mi girai verso le sue ancelle e dissi: "Di grazia.....portatemi Dante, la mia Spada di Fuoco Fatuo, la mia Borsa Rimpicciolente e il mio arco con la faretra! Partiremo all' istante!!!". COLONNA SONORA: http://www.youtube.com/watch?v=TJunNdEUT_A |
Fu un attimo.
Poi l'Inferno. Il fuoco in brevissimo fuoriuscì dai palchi in legno, dai padiglioni e dai tendoni. Gli steccati che delimitavano lo spiazzo del campo presero fuoco in un baleno. Le fiamme divamparono così ovunque, fino a raggiungere le gradinate in pietra. Per lo spavento la folla cercò subito di lasciare l'ippodromo, lanciandosi verso le uscite in modo caotico e disordinato. Questo causò ancora più problemi e molte persone rimasero schiacciate sotto quella moltitudine che cercava scampo fuori da quel luogo. Ormai l'ippodromo era divenuto una grossa trappola di fuoco, dove molti, scampati all'esplosione, trovarono la morte sotto i crolli delle murature sciolte dal fuoco o gettandosi dall'alto delle gradinate. Furono momenti drammatici per Clio e per i suoi uomini. Gufo ed i suoi mercenari però si rifiutarono di restare con i soldati del re. “Siamo stati assoldati per combattere” disse lo Scarlatto a Clio “e non certo per spegnere incendi o scavare tra le macerie.” E in poco tempo i mercenari lasciarono quell'Averno di fiamme e morte. Quella confusione, però, non per tutti fu un evento drammatico. Guisgard infatti, in quei frangenti, colse una possibilità di fuga. Approfittando allora del disordine, il cavaliere si mischiò alla folla, tentando di lasciare l'ippodromo. “Mamma!” Piangeva qualcuno. “Mamma! Mamma!” Era un bambino che si era perso. “Ehi, ma tu sei quello che mi venne a chiamare ieri!” Riconoscendolo Guisgard. Era infatti il piccolo Favren. Il cavaliere allora lo prese in braccio per portarlo via da quella baraonda. “Un soldato!” Gridò una vecchia nel vederlo. “Salvateci, vi supplico!” Afferrando il suo mantello. Molti si avvicinarono disperati. “Non so come si esca da qui...” fece Guisgard, con in braccio Favren “... seguitemi, ma a vostro rischio...” e si fece spazio tra la ressa. Così, seguito dalla folla, il cavaliere riuscì ad arrivare ad una delle uscite. Qui però alcuni soldati del Clero la sbarravano. “Soldato, libera il passaggio!” Ordinò Guisgard. “Ho avuto ordine dai senatori di non far passare nessuno!” “Libera il passaggio, ti dico!” Urlò il cavaliere. “Da qui si va verso il Senato ed il Palazzo Reale” ribattè il soldato “e nessuno può accedere a quella zona!” Estrasse la spada. “E qui sono io a dare ordini! E per il demonio io...” Ma Guisgard lo tramortì, spingendo poi via lo steccato che bloccava il transito. La gente così si riversò in quel passaggio e lasciò finalmente l'ippodromo. Qualche ora dopo, Clio ed i suoi uomini, aiutati da molti volontari e dalle milizie vescovili, erano riusciti a sedare l'incendio. Ora si scavava tra le macerie. All'improvviso arrivò un soldato a cavallo, che subito andò a parlare con Astin. Questi allora lasciò il suo posto e corse da Clio. “Capitano...” disse il luogotenente “... tra i feriti che sono stati portati qualche ora fa fuori dall'ippodromo... si, insomma... pare ci sia anche sua altezza il principe...” http://images2.fanpop.com/image/phot...05-960-403.jpg |
Qualcuno mi riferì che i mercenari si erano rifiutati di eseguire gli ordini.
L'avrebbero pagata cara, erano lì per la guerra contro i ribelli, e quello era il campo di battaglia. Ma non c'era tempo, avrei riferito ai senatori in un secondo momento. Arrivò un soldato a cavallo. Sbiancai a quelle parole. "Portatemi da lui..." ordinai "immediatamente!". |
Altea a passo svelto intraprese il suo cammino verso Tylesia.
Passarono però diverse ore senza che lei riuscisse ad uscire dalla foresta. Continuò allora il tragitto, sempre seguendo il sentiero. Alla fine, con sua meraviglia, la bella avventuriera si ritrovò di nuovo davanti all'altura dalla quale dominava il misterioso castello visto al borgo. In pratica aveva aggirato il borgo stesso, ritrovandosi dalla parte opposta, in direzione del maniero e non più del centro abitato. Era ormai notte e attorno a lei vi era solo la foresta resa impenetrabile dall'oscurità. E l'unica direzione in cui conduceva il sentiero ora era proprio verso quel cupo castello. |
Galatea sorrise a quelle parole di Eilonwy.
“Sono lieta che tu abbia compreso la priorità di tutto ciò...” disse la fata “... tuttavia non è possibile aprire alcun portale per giungere dalla Signora del Lagno... sarà lei che verrà da te, mostrandoti il suo impenetrabile palazzo.” Battè le mani e le sue dame di compagnia portarono Dante e tutto l'occorrente per il viaggio di Eilonwy. “Parti ora...” continuò Galatea “... prendi Dante e galoppa verso la campagna, fino a quando essa cederà il passo al bosco... lì la Signora del Lagno verrà da te... va, ora... non indugiare oltre... il merlo parlante verrà con voi tre...” |
Il soldato allora condusse Clio verso il Palazzo Reale.
Le strade erano però ricolme di gente che correva gridando spaventata. Molti si avventarono contro i loro cavalli per rubarli e fuggire via. “State indietro, dannati...” disse estraendo la spada il soldato “... state indietro...” Ma quelli erano troppi ed alla fine riuscirono a disarcionare il soldato. Lo percossero forte e poi presero il suo cavallo. Anche Clio fu aggredita da quella moltitudine disperata. E anche lei, infine, per il troppo numero di quelle persone, fu tirata giù dal suo cavallo e disarmata. "Prendete tutto ciò che possiede, oltre al suo cavallo..." gridò uno degli aggressori "... ci frutterà un bel gruzzolo!" |
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