Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 18-10-2011 01.30.42

Tyler fece un passo avanti ed accennò un inchino col capo.
Lord Tudor rispose annuendo.
“Si, controllate ogni cosa.” Disse poi il duca rivolgendosi a Melisendra. “Il vostro messaggero partirà stasera stessa. La vostra camera è sempre pronta ad ospitarvi. Ricordate che voi siete la padrona qui al Belvedere.” Sorrise. “Per qualsiasi problema con quei documenti, sir Hagus è a vostra disposizione, milady.”
Il duca allora salutò la dama e insieme al fedele Hagus lasciarono la stanza.
“Resteremo qui per molto?” Chiese Tyler alla ragazza. “Non ne vedo il motivo. Non sappiamo in che stato si trovi Trafford Bridge… ci sarà da lavorare…” si avvicinò a lei “… dimmi la verità… hai paura, vero? Paura di andare a vivere da sola laggiù?” La fissò negli occhi. “Che fine ha fatto la ragazza che non temeva di uscire a cavalcare sola con me? La rivoluzione ti ha scossa così tanto?”

Guisgard 18-10-2011 01.52.31

Dopo che Lyo, Daniel e Marco avevano lasciato Carrinton Hall, Altea scese di corsa nel cortile.
E a quelle sue parole, lord Carrinton la fissò con uno sguardo di ghiaccio.
“Il fatto che io tenga a voi non è in discussione, milady.” Disse alla dama irlandese. “Sapete benissimo che vi anteporrei a qualsiasi altra donna di questo mondo, ma questa è una questione d’onore. Quel gaglioffo ha insultato il mio onore… mi ha colpito ed è mio diritto chiedere soddisfazione…” e dopo un attimo di esitazione, il suo sguardo mutò e la sua mano prese quelle di Altea “… mi vedete con occhi diversi… cosa intendete dire? Come appaio ora al vostro cuore?”

“Non esiste una donna simile!” Disse con astio la donna. “Non esiste! E dunque la tua ricerca è vana!” E la sua risata echeggiò nella sala.
“Pensavo fossi tu quella donna...” mormorò il nobile “… ti credevo come Alcesti... pronta a dar la vita per quest’amore...”
“L’amore non esiste, sciocco!” Con astio quella bellissima donna. “Il visconte di Assex era innamorato di me... avrebbe dato tutto per me, eppure la tua spada ha saputo spaccare in due quel suo cuore che sembrava vivere solo per me! E così, ora il tuo onore è salvo!”
Angry entrò in quel momento nella sala.
“Chiama il cocchiere, Angry!” Ordinò la donna. “Ho bisogno d’aria! D’aria! Questa casa mi soffoca! Al mio ritorno voglio più luce!”
“Si, milady.” Mostrando un lieve inchino la vecchia governante.

Quel ricordo attraversò come un lampo il cuore e lo sguardo di Carrinton.
Poi, i suoi occhi tornarono sul bel volto di Altea.

Guisgard 18-10-2011 02.09.48

Monsieur restò inizialmente turbato dalle parole di Elisabeth.
“Va bene, proseguiamo…” mormorò “… ma con prudenza…”
L’uomo, infatti, aveva ormai compreso che Elisabeth possedeva una sensibilità non comune.
Forse sarebbe accaduto qualcosa da lì a poco.
I due galopparono per un miglio o due.
“Da che parte sto?” Voltandosi verso Elisabeth dopo un lungo silenzio. “Beh, mi sembra ovvio… dalla mia, madame!” Accennò un lieve ed enigmatico sorriso. “Dio non ha certo bisogno di alleati… quanto ai profani, beh, loro hanno già tutto l’aiuto che può fornirgli qualche satanasso dell’Inferno…” scosse divertito il capo “… voi donne siete quanto di più enigmatico esista a questo mondo… non comprenderò mai quando provate astio, quando gelosia o quando solamente invidia… il mondo per me, madame, è bianco o nero… sono un uomo pratico… quanto a voi, avete sprecato con quella domanda la possibilità di scalfire questa mia maschera.” La fissò e scoppiò a ridere.
Intanto il crepuscolo si era già fatto annunciare.
La boscaglia era divenuta fissa e Monsieur decise di fermare lì i cavalli.
“Continuare col buio sarebbe da sciocchi.” Disse smontando da cavallo. “Ci accamperemo qui, madame.” Aiutando Elisabeth a scendere. “Aiutatemi a raccogliere un po’ di legna secca per stanotte… la notte è fredda da queste parti…”

Melisendra 18-10-2011 02.42.49

Feci cenno a Tyler di sedersi.
Mi accomodai alla scrivania e sparpagliai i documenti sul tavolo, leggendo prima un foglio e poi un altro, cercando di memorizzare quel lungo elenco di nomi e proprietà. C'era una descrizione completa del feudo, un elenco preciso di tutto ciò che apparteneva alla mia famiglia e una stima delle rendite annuali. Su quei fogli erano annotate le dimensioni delle proprietà e i nomi dei mezzadri, dei collaboratori e dei servitori che erano legati da vincoli di vario genere a quelle terre. Chiunque avesse compilato quei documenti era stato molto preciso... non gli era sfuggito nemmeno uno spillo. Perfino i contenuti delle cassapanche del castello erano segnati con dovizia di particolari. Qualcuno si era preoccupato di segnalare i punti di confine con altre proprietà e scrivere una breve descrizione delle dispute che in passato i Wendron avevano avuto col vicinato. Come avrei potuto ricordare tutto?
Sollevai lo sguardo dai fogli e cercai di riordinarli.
"Tyler..." mormorai, mentre le mie mani accarezzavano la pergamena. Sollevai lo sguardo e incrociai i suoi occhi "Sono cambiate molte cose... la rivoluzione mi ha fatto comprendere quanto poco sapessi della vita prima che ne fossi travolta... perciò voglio essere preparata a qualunque cosa mi si presenti... ma non temere: non ti tratterrò qui nell'ozio. Domani partiremo per Trafford Bridge." Ero dubbiosa, ma non c'era motivo per indugiare oltre. A quanto pare disponevo di tutte le informazioni che potevano servirmi. "Mancano alcune informazioni... non c'è scritto niente sugli uomini che mio padre aveva assoldato per occuparsi della sicurezza del castello... ho bisogno di un elenco di nomi di uomini fidati. Non vorrei che i repubblicani pensassero di infiltrare le loro spie tra le guardie di mio padre. E l'elenco dei mercantili autorizzati ad attraccare al porto... è semplicemente ridicolo questo numero... se le potenzialità della posizione e della corrente è quella di cui si parla, penso che dovremo intensificare il traffico... penso che diffonderemo la voce che lady Melisendra Du Blois accoglierà profughi e patrioti di Animos nella baia di Trafford Bridge..." ci avevo riflettuto e poteva funzionare "E chissà che il misterioso Giglio Verde e i suoi uomini non accettino una simile ospitalità."

Guisgard 18-10-2011 02.47.35

Giselle aveva un pallore cadaverico e tremava quasi senza sosta.
Fissò Cavaliere25 senza riuscire a dire nulla.
Poi, come destatasi, mormorò:
“Questa Bibbia… chi è stato a darvela?” Aprì allora il Testo Sacro e mostrò al giovane il biglietto che lei stessa aveva trovato fra quelle pagine un momento prima.

“La morte è spesso consolazione per i sofferenti e premio per i devoti.
Bisogna essere forti perché essa è liberazione.
Ma è sempre meglio vivere.
Coraggio.”

Recitava quel biglietto.
E come unica firma vi era il simbolo di un fiore.
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Guisgard 18-10-2011 03.15.06

Tyler fissò Melisendra ed ascoltò ogni sua parola.
“Già… sei cambiata…” accennando un sorriso “… sei cambiata… ora non sei più la ragazzina viziata e ribelle di un tempo… ora sei una donna…” si avvicinò alla scrivania “… si, controllare il porto è come mettere occhi ed orecchi su tutti i battelli che giungono da Calais…” Tyler era diventato un marinaio e quelle sue parole tradivano tutta la sua esperienza e conoscenza “… devo farti i complimenti… vuoi trasformare Trafford Bridge in un avamposto contro i ginestrini e in una tappa nuova per i profughi… ma questo, lo sai, attirerà i repubblicani sulle tue terre… comunque, controllerò io tutti gli uomini e ne assolderò degli altri se sarà necessario… quanto al misterioso Giglio Verde... c’è qualcosa che non ti ho detto… tempo fa, quando giunsi qui a Camelot… ero in cattive acque… affamato, senza soldi né onore… decisi allora di rubare per sopravvivere… e pensai che il posto meno pericolo fosse una chiesa… visto che gli unici soldati erano statue di Angeli… ma fui scoperto… il prete mi bloccò cogliendomi alla sprovvista… ma poi riconobbe il marchio sui miei vestiti… erano ancora quelli che mi aveva dato tuo padre… <<conosci i signori i Du Blois?>> Mi domandò. Io annuii. Mi chiese allora di tutti voi… io raccontai della rivoluzione e della vostra probabile morte… ma egli mi zittì, spiegandomi che un suo penitente, l’uomo chiamato Giglio Verde, aveva tratto in salvo uno di loro… mi diede allora del denaro e mi lasciò andare…” fissò la finestra che dava sulla campagna “… io lo credetti un visionario e scappai via, senza dar credito alle sue parole… non chiesi il suo nome… ma ricordo il suo volto… e quei suoi occhi luminosi ed azzurri…”

Melisendra 18-10-2011 03.44.03

"Come?" Mi si illuminarono gli occhi. Una traccia. Potevo ancora sperare di liberare Giselle. "Allora andremo a visitare quest'uomo... spero che la deviazione non ci porti troppo lontano... come hai detto tu, ci sarà tanto lavoro da fare a Trafford Bridge." Sorrisi. "Inoltre..." aggiunsi, un po' tetramente. "Devo assolutamente confessarmi... è da tanto che non assolvo i miei doveri spirituali."
C'era una cosa che avevo urgente bisogno di confessare. Forse avrei ricevuto l'assoluzione, forse no. In fondo non ero veramente pentita. Mi sforzai di sorridere.
"Sia ben chiaro... non desidero tradire il Giglio Verde, ma ho bisogno di lui per liberare Giselle... e per avvicinarmi abbastanza a Missan..." Strinsi il pugno e lo battei stizzosamente sui documenti ben impignati, che attutirono il colpo. Un'ombra passò sul mio viso, ma la scacciai subito.
"Cambiata, dici? Penso di essere sempre la stessa, caro Tyler... penso di aver convogliato tutte quelle energie in qualcosa di più utile e concreto di quanto facessi prima... non vorrei che ci rimanessi male nello scoprire che sono ancora la testarda di un tempo!"

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Guisgard 18-10-2011 04.06.08

Tyler prese una mappa che si trovava accanto a quei documenti.
“Per Trafford Bridge dobbiamo prima risalire da Ovest…” seguendo il tragitto con un dito “… questo ci porterà dunque a tagliare in due il villaggio… la chiesetta dove trovai quel prete era poco fuori il centro abitato… non ci porterà via molto tempo… da lì poi prenderemo la strada maestra che porta a Camelot, dove noi però devieremo circa cinque miglia prima verso la costa…”
In quel momento Tyler alzò gli occhi e si ritrovò con lo sguardo in quello di Melisendra.
“Allora sono lieto che tu sia rimasta la testarda e ribelle di un tempo…” sorridendo “… infatti mi ero ripromesso di domarti, ricordi?”
Ad un tratto un rumore fece voltare di scatto Tyler.
“Perdonatemi…” intimorita una cameriera.
“Da quanto sei lì?” Fissandola Tyler.
“Sono appena arrivata, messere…”
“Non è vero…” scuotendo il capo Tyler “… ti ho sentita… sei lì da qualche istante.”
“Ecco…” quasi balbettando lei “… in verità… non volevo disturbare ed attendevo qui sulla porta… posso servire questa tisana?”
Tyler annuì, senza però distogliere il suo sguardo da lei.
In quel momento entrò lord Tudor.
“Ancora sveglia, milady?” Stupito il duca. “Capisco l’eccitazione per la vostra nuova dimora, ma credo sia meglio per voi riposare.”
“Si, sua signoria ha ragione…” fece Tyler fissando Melisendra “… domani ci attende un lungo viaggio. Meglio andare a letto.”
I servi di lord Tudor allora mostrarono una stanza per gli ospiti a Tyler ed in breve il Belvedere cadde in un sonno profondo.
Ma non Tyler, animato com’era da inquietudini ed ansie.
“Chi era quel prete?” Pensava nel suo letto. “E in che modo è legato al Giglio Verde? Già, il Giglio Verde… dove sarà in questo momento…?”

Guisgard 18-10-2011 04.40.37

Gaynor tentava di parlare a quel ragazzo dalla pelle mora, ma questi non rispondeva nulla, limitandosi a fissarla con i suoi occhi d’ebano.
“Shamarc non può rispondervi, milady.” Disse all’improvviso una voce entrando nella stanza. “Egli ha fatto voto al Profeta di non rivolgere parola a nessun altro uomo di questo mondo, al di fuori del suo padrone.” Fissò allora il giovane Shamarc. “Non sei un buon Anfitrione… devo ricordarmi di non lasciarti mai con i miei ospiti…”
Il giovane mutò espressione ed un lampo di terrore attraversò i suoi occhi.
“Non temere, Shamarc…” tranquillizzandolo il suo misterioso padrone “… il tuo compito non è quello di essere cortese… ma solo di obbedire ai miei ordini…” Shamarc fece un inchino col capo “… ora vai pure…”
Un attimo dopo il giovane dalla pelle mora uscì dalla stanza.
“Perdonatemi se non ero presente al vostro risveglio, milady…” disse l’uomo avvicinandosi al tavolino e riempiendo due calici con l’elisir poggiato su di esso “… ma non penso possiate lamentarvi della mia ospitalità… siete fortunata… visto che voi sola siete sopravvissuta dell’equipaggio di quella nave.”
Era un giovane uomo, dai capelli bruni ed abbigliato alla maniera dei marinai dei porti persiani.
I suoi modi erano di una gentilezza quasi ostentata, mentre i suoi lineamenti, per quanto era possibile vedere, apparivano regolari e gradevoli.
Indossava infatti una benda a mo di maschera, che copriva la parte superiore del viso.
Da essa però fuoriuscivano due occhi azzurri che, sotto l’alone della lampada che illuminava la stanza, assumevano inquieti ed enigmatici riflessi di una indefinita bellezza.
“Il nettare degli dei è l’ideale, mia bellissima Sherazade…” offrendo uno dei due calici a Gaynor “…per brindare alla vostra bellezza ed alla mia fortuna nell’avervi qui nel mio eremo…”
http://www.affinities.net/wikimg/13526/DonJ.jpg

elisabeth 18-10-2011 08.04.42

" Satanasso, Monsieur la natura non e' opera del Satanasso......potete guardare il sorgere del sole o il tramonto dove il purpureo del cielo si fonde col velato pianto della luna ?.....simile bellezza ed equilibrio non puo' far pensare al maligno........Dite che mi sono giocata una possibilita' ?.....il bianco e il nero mio Signore, sono una risposta degna sia per un profano che per un chierico.......la luce e le tenbre, il giorno e la notte.....degno di un animo in equilibrio, ricordate che l'uomo non cammina sulle mattonelle di un pavimento a scacchi....cammina sul quel filo che e' il bordo tra una mattonella bianca e una nera...........siete stato molto esaustivo Monsieur !!...In quanto a noi donne, se voi uomini foste piu' attenti sapreste perfettamente quello che sono i nostri pensieri.......e' una questione di sensibilita', un piccolo dettaglio Signore......".....Mi feci aiutare nello scendere da cavallo, mani sicure mi poggiarono a terra....distolsi lo sguardo dal suo viso cosi' improvvisamente vicino al mio e seguii il suo consiglio...cominciai a cercare legna per il fuoco..." So quanto puo' essere fredda la notte in un bosco, e' questo il mondo in cui vivo e' la mia casa e la mia famiglia........credetemi Monsieur, gli atteggiamenti degli uomini possono gelare piu' di quelli di madre terra...."......mi misi in ginocchio e ammucchiai con cura la legna raccolta unendo un mucchietto di foglie secche......I rumori del bosco di notte erano cosi' famigliari alle mie orecchie che riempirono il mio animo di pace.......

Altea 18-10-2011 08.47.00

"Come vi vedo milord?" guardandolo fisso negli occhi scuri, ora ancora di più del colore delle tenebre "con quella paura e quel timore che provavo appena vi incontrai. Il vostro onore? E' per voi onore uccidere delle persone per una offesa...allora io che dovrei fare? sono stata ferita non fisicamente ma con le parole da molte persone. Siete stato testimone quando Lady Sophia mi sbeffeggiò per le mie origini, infangando anche il nome dei miei genitori e del mio popolo. Fate come volete, ma io me ne andrò da questa dimora. Non approvo questi metodi, e ora offendetevi pure, ma questo è il mio pensiero. Ma io non sono nessuno per potervi impedire cosa fare." Pensai di recarmi presso milady Kate Stewart, forse era la soluzione migliore, quella casa mi opprimeva, nessun cambiamento estetico avrebbe potuto cambiare il clima che si respirava e io stavo troppo vicino al milord, e questo incuiteva i miei pensieri anche se in modo positivo. Poi dissi un' ultima parola "stanotte ci sarà luna piena" e con un gesto toccai l'amuleto che egli mi regalò ed entrai in casa, avviandomi verso le mie stanze per scrivere a Lady Kate. Ormai non era nemmeno più mio interesse sapere del mistero del quadro.

cavaliere25 18-10-2011 09.35.57

Guardai la donna e dissi in chiesa è successo qualcosa dissi avevo trovato una bibbia e la nascosi sotto la mantella e a un certo punto mi trovai davanti una figura che mi disse che ero un ladro era una statua che si era risvegliata da una nicchia della cappella non so chi era so solo che mi sono spaventato molto in quel momento dissi guardando la donna non capisco cosa voglia dire quel biglietto e quel disegno continuai a dire e aspettai

Daniel 18-10-2011 16.15.58

<<Non ci penso neanche una volta a farti uccidere!>>
Presi un librone che avevo rubato a casa di Altea e lo sbattei con violenza dietro la nuca di Lyo che svenne e cadde da cavallo..
Marco mi guardava sbigottito..
<<Non possiamo lasciarlo andare Marco mi capisci? Se ci va muore! Ora torniamo indietro a prendere Lady Altea e scappiamo a casa di Lady Kate..>>
Caricai Lyo sul mio cavallo e ritornai per l'ennesima volta indietro..
Arrivato sotto casa Di Lady Altea, Lord Carrinton non c'era più.. Salii di sopra e trovai Altea che scriveva..
<<Non c'è tempo per le parole su andiamo..>> Negli occhi avevo paura perchè non sapevo neanch'io quello che stavo facendo..

Altea 18-10-2011 16.20.49

Lord Carrinton se ne era andato sbattendo la porta, senza proferire una parola, rivoli di lacrime scendevano dal mio volto ambrato, quasi offuscavano le parole che stavo scrivendo per unirsi a loro, il candore delle mie lacrime con il nero dell'inchiostro, lo stesso colore degli occhi del cavaliere che per la prima volta in vita mia mi stava facendo piangere.
Ad un tratto sentii la porta aprirsi piano piano e vidi di nuovo quel giovane scudiero..."Che fate qui nuovamente? Di che parole state parlando." Non avevo pace in quelle terre, sospirai

Daniel 18-10-2011 16.32.53

Mi avvicinai e le posai un mano sulla spalla..
<<Su andiamo via da questo posto..>>

Altea 18-10-2011 16.36.27

"come mai tenete cosi tanto a me e alla mia sorte? non mi conoscete nemmeno. Sentite, dobbiamo solo avviarci senza farci scoprire nelle scuderie, li si trova il mio fido Darkmoon. E dovete scortarmi fino a casa di Lady Kate, cosi nessuno potrà seguirmi. Questa casa non mi appartiene più purtroppo, non riesco a starci" sorrisi al ragazzo, mi fidavo di lui.

Daniel 18-10-2011 17.49.42

<<Non ripetetelo due volte..>>
La presi per mano e la trscinai rasente al muro fino alle cucine.. Mi guardai intorno.. Non c'era nessuno.. Ancora una volta le mie doti di ladro mi tornarono utili.. Riuscimmo ad arrivare fino al giardino..
<<Dobbiamo strisciare..>> dissi a voce bassissima
Strisciammo fino alle scuderie.. Arrivati dentro il buoi era padrona.. A tentoni mi avvicinai a una finestra e la aprii.. La flebile luce della luna filtrò e illumino Altea.. Perchè la stavo aiutando? Neanche la conoscevo.. Non c'è tempo per pensare..
<<Andiamo?>> le dissi con dolcezza

Altea 18-10-2011 18.17.11

"Messere i miei complimenti, che abilità avete, sapete pure io sono famosa per questi scatti felini, sapete quante volte mia madre mi sgridava perchè uscivo di sera in giardino a guardare la volta celeste senza destare nessuno nel sonno". Arrivammo nella stalla, il ragazzo aprì la finestra come per indicare la libertà e la luna fece capolino, una bella luna piena ed argentea inondava il mio viso e presi in mano quel ciondolo, finzione o realtà? cosa vi era di vero nella storia di quel ciondolo? Chiesi solo una cosa...in quel momento pensai agli altri e chiesi di dare a Lyo e Lord Carrinton il giusto comportamento per domani mattina e che le vite di entrambe potessero essere salvate.
Salii in groppa a Darkmoon, e raggiunsi il ragazzo. ovviamente mi ero premurata a portare un mantello per celarmi. Temevo che qualcuno potesse riconoscermi

Daniel 18-10-2011 18.44.01

La dama salì sul cavallo e io presi le redini.. Furtivamente uscimmo da una porticina secondaria non sorvegliata e prendemmo il mio cavallo su cui c'era Lyo.. Marco non si vedeva.. Dove cavolo era finito? Altea guardava inorridita Lyo..
<<Vi spiego dopo.. Ora andiamo via..>>
E così Io e Altea lanciammo i cavalli al galoppo verso la dimora di una dama sperando che l'accogliesse..
<<In qualunque caso.. Casa mia è sempre a vostra disposizione..>> le dissi con un sorriso

Altea 18-10-2011 18.54.11

Inorridii nel vedere Lyo riverso sul cavallo di quel ragazzo, ma preferii non fare domande come disse egli, non vi era tempo. "Potete chiamarmi Altea comunque...a casa vostra? e dove è casa vostra? penso dimorate presso Lord Tudor.Non ho ancora avuto di conoscere il milord, nonostante tutti ne parlino."

Melisendra 18-10-2011 19.14.16

Mi ero ritirata nelle mie stanze, dopo aver affidato i documenti a Tyler e aver salutato calorosamente il buon Lord Tudor.
Mi infilai sotto le coperte e faticai a prendere sonno.
Quella notte sognai il palazzo di Beauchamps e il piccolo tempio di pietra seminascosto dall'edera, dove mi nascondevo a leggere libri. Vi avevo trascorso le liete ore della mia giovinezza. Quando mi svegliai ero riposata e pronta a mettermi in viaggio.
Non avevo fatto preparare alcun bagaglio eccetto una piccola borsa in cui avevo accuratamente celato i gioielli di mia madre. Mi vestii con abiti dai caldi colori autunnali e mi coprii con un pesante mantello da viaggio.
Sentii la mancanza di Giselle.
Scesi nel piazzale di fronte al palazzo, dove la servitù aveva preparato tutto per la partenza. Ero pronta ad accomiatarmi da Lord Tudor.
Scrutai le persone lì radunate, cercando Tyler.

Daniel 18-10-2011 21.31.19

<<Dimoro presso Lord Tudor è vero ma ho sempre una casa.. Più o meno..>> dissi ripensando malinconicamente alla vecchia Torre..

Altea 18-10-2011 21.37.29

"Vi ringrazio giovane scudiero, non conosco ancora il vostro nome, ma è meglio mi tenga lontana dalla vostra dimora, nemmeno vi conosco. Non prendetela come una offesa ovviamente" e a un tratto passammo davanti alla residenza di Lord Carrinton, dal palazzo si vedevano dietro le tendi flebili luci, segno che il milord era in dimora. Più avanti si trovava la residenza di Lady Kate.

Talia 18-10-2011 23.11.21

Li avevo seguiti a debita distanza, scivolando silenziosa come un gatto da un albero all’altro. Finché, ad un tratto, Tafferuille si fermò e si voltò a fronteggiare il vecchio capocomico...
Io mi acquattai dietro la base nodosa di un grande albero e rimasi in ascolto, le orecchie tese e l’animo in subbuglio.
Tafferuille iniziò a parlare... la sua voce profonda e musicale riempiva l’aria, facendo vibrare ogni singola corda del mio animo: capii subito che mi ero sbagliata, capii subito che quel discorso non avrebbe portato a ciò che temevo potesse rivelare quanto piuttosto a ciò che speravo di riuscire ad ottenere...
Essien esitava, si muoveva a scatti, era agitato e preoccupato, era perplesso... ma ciò che mi colpì davvero fu la capacità dialettica del misterioso Tafferuille, il suo saper far leva sui punti giusti, il suo velato alludere a qualcosa che ad Essien stava fin troppo a cuore: il bene della compagnia...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 38804)
“Ci occorre un giusto scenario…” fissandolo Tafferuille “… il Théatre Royal di Ostyen!”

Quelle parole giunsero naturali, come il logico risultato di un ragionamento ineccepibile... e la reazione di Essien fu più che ovvia: sgomento, incredulità, spavento... ma Tafferuille parve non notarlo e di certo non si perse d’animo... pronunciata da lui, quell’idea folle, sembrava avere un senso... detto da lui, con quel tono fermo e calmo, sembrava la soluzione più ovvia...
E, inconsciamente, un leggero sorriso mi si allargò sul volto.
Tafferuille...
Chi era davvero Tafferuille?
Chi si celava sotto quella scorza dura e apparentemente impenetrabile?
Li osservai ancora per un istante, Essien e Tafferuille... e qualcosa di indefinito prese a muoversi in me: Ostyen... Saremmo andati ad Ostyen, dopotutto... Sapevo che il futuro mi attendeva ad Ostyen, così come il passato... e quell’idea che tante e tante volte avevo accarezzato nella mia mente, quel proposito che mi aveva invaso l’anima quasi inquinandola, iniziò in quel momento a prendere una sua forma definita, iniziò ad avere dei contorni, iniziò ad apparirmi realizzabile...
All’improvviso mi riscossi.
Arretrai di molti passi, sempre in assoluto silenzio, e solo quando fui certa che nessuno dei due uomini mi avrebbe ormai notata, mi voltai e presi a correre verso il carrozzone.
“Eccoci qua!” dissi agli altri, facendo teatralmente ingresso a passo lento nel gruppo e sventolando il panierino di vimini nel quale avevo confusamente gettato qualche fiore strappato in corsa “Sono stata a cogliere i fiori che mi servono per la prossima scena... quelli che dovrò donare a Renart! E ora che abbiamo tutto e tutto è a posto possiamo cominciare con le prove!”
Mi lisciai il vestito con la mano libera, sistemai meglio i fiori nella piccola cesta e sorrisi, con l’aria più innocente e candida che possedevo.

Guisgard 19-10-2011 00.59.16

Tutto al Belvedere era pronto per la partenza di Melisendra.
La ragazza scese nel cortile e vi trovò lord Tudor ad attenderla.
“Ragazza mia…” sussurrò emozionato il vecchio duca “… per il legame che avevo con vostro padre e con…” esitò “… vostra madre, voi mi siete cara come una figlia… in qualsiasi momento questo palazzo è casa vostra. Rammentatelo sempre.” Le baciò teneramente la fronte. “Mi raccomando, in voi scorre l’ultimo sangue dei Du Blois… siatene sempre orgogliosa… vi occorre una scorta, milady?”
“No, milord.” Disse Tyler avanzando verso di loro. “Penserò io a madame Melisendra. L’ho sempre fatto, sin da quando ero al servizio della sua nobile famiglia.”
Lord Tudor fissò prima quel giovane, poi Melisendra.
“E sia…” abbozzando un sorriso “… milady, credo siate in ottime mani… forse le migliori... che il Cielo vi assista, vi guidi e vi risparmi.”
“Appena vorrai, partiremo.” Disse Tyler avvicinandosi a Melisendra.
I cancelli del Belvedere si aprirono ed una nuova vita spalancava le sue porte davanti alla giovane signora di Beauchamps.

Guisgard 19-10-2011 01.05.35

Intanto, Altea, Daniel e Lyo, ancora privo di sensi, giunsero nella dimora di lady Kate.
La donna era impegnata con i suoi giardinieri nel suo giardino.
“E queste?” Domandò ad uno di loro.
“Sono le rose inviatevi da sir Guisgard, milady.”
“E lui?” Chiese la donna al giardiniere. “Non… non ha lasciato alcun biglietto per me?”
“Ha solamente detto che queste rose arrivano direttamente dalle Fiandre, coltivate da un fioraio di sua fiducia.” Rispose il giardiniere. “Esse sono quelle che vi aveva promesso per il vostro giardino.”
“Capisco…” delusa la dama “... a volte penso che quell’uomo si giovi di essere uno dei migliori partiti del regno... ah…” sospirando.
“E le rose, milady?”
“Disponetele nelle anfore di Maiolica.” Ordinò la dama.
Nel frattempo uno dei servitori si avvicinò ad Altea, Daniel e Lyo.
“Desiderate, miei signori?” Chiese loro.

Guisgard 19-10-2011 01.22.37

Lord Carrinton era tornato nel suo palazzo.
Se ne stava su una sedia con il calice ricolmo di vino ed il cuore pieno di inquietudini.
Il suo bel viso era una maschera di sudore ed i lunghi capelli scendevano disordinati sul collo e sulle spalle.
Il viso di Altea gli appariva in ogni istante.
Il suo sorriso, l’eco delle sue parole, il profumo dei suoi capelli.

“Ho bisogno di nuovi abiti…” disse lei mentre si spazzolava i capelli “... lord Tudor darà un nuovo ricevimento ed io non voglio sfigurare... del resto sono la più bella dama di Camelot...”
Carrinton la fissava stando in piedi accanto alla finestra.
“Tu non mi ami...” mormorò.
“Che sciocchezze.” Con indifferenza lei.
In quel momento entrò Angry con un nuovo abito.
“Mettilo pure sul letto, Angry...” indicò lei alla governante.
“Siete bellissima, milady.” Sorridendo questa.
“Dillo allora al tuo padrone...” alzandosi lei ed avvicinandosi al letto “... lui che invoca l’amore… mio caro, l’amore non esiste... la bellezza si... ed è mia.” E rise. “Angry, fa portare i miei vestiti a Carrinton Hall.”
“Che vuol dire?” Domandò Carrinton.
“Che mi trasferisco là.” Rispose lei. “Tranquillo, reciterò la mia parte di moglie devota e perfetta... ma voglio la tua tenuta di caccia... Angry, aiutami ad indossare il mio abito.” Ordinò poi alla sua fedele governante.
Carrinton uscì dalla stanza stizzito.
“Che sciocco…” sussurrò lei.
“Non badateci, milady.” Disse Angry. “Voi siete la più bella, la più raffinata dama di Camelot... nessuna prenderà mai il vostro posto.”
“Giuramelo, Angry.”
“Lo giuro, mia signora...” fissandola la governante “... io non permetterò mai a nessuna di prendere il vostro posto... sia in queste terre, sia nel cuore di lord Carrinton...”

Carrinton, dopo quel ricordo, ebbe un sussulto e lanciò il bicchiere contro la parete, frantumandolo in più pezzi.
Corse allora verso le scuderie e prendendo il suo cavallo migliore galoppò poi verso Carrinton Hall.
Entrò nel cortile e chiamò Altea più volte.
“Non è più qui, milord.” Uscendo nel cortile Angry. “Quella donna ha lasciato questa casa insieme a quel cavaliere ed i suoi scudieri.”
Carrinton ebbe un impeto di rabbia.
“E’ come tutte le altre, milord…” avvicinandosi a lui Angry.
“Sta zitta!” Facendosi indietro lui.
E, rimontato a cavallo, galoppò via da Carrinton Hall.

Melisendra 19-10-2011 01.49.16

"Milord, spero di poter ricambiare la vostra ospitalità e di potervi presto invitare a visitare le terre di mia madre..." mi inchinai "Spero vogliate porgere i miei saluti alla vostra pupilla e a vostro nipote." Sorrisi. "Vi invierò mie notizie e non esiterò a consultare la vostra saggezza, poichè so per certo che avrete sempre ottimi consigli da offrirmi... Vi ringrazio dal più profondo del mio cuore." I miei occhi esprimevano il sincero affetto che provavo per quell'uomo che mi aveva aiutata in quei momenti di difficoltà.
Montai a cavallo e mi sistemai il cappuccio sulla fronte.
"Possiamo andare, Tyler... fatemi strada..." Temevo che, se avessimo esitato oltre, i miei timori avrebbero preso il sopravvento.
Varcammo i cancelli e improvvisamente, cullata dall'andatura del mio cavallo, percepii di nuovo quella strana sensazione di solitudine e libertà.

Guisgard 19-10-2011 01.57.32

Melisendra e Tyler galoppavano nella verdeggiante campagna ormai densa di quella foschia che sembra celare e confondere i desideri con le illusioni.
In breve giunsero al villaggio.
“Mi dicesti di voler incontrare quel prete di cui ti parlai.” Disse Tyler. “Sei sempre della stessa idea? O preferisci andare direttamente a Trafford Bridge?”

Melisendra 19-10-2011 02.17.21

Ero assorta nei miei pensieri, quando Tyler mi rivolse la parola.
"Come dici?" scossi la testa. "Ah, ma certo... sì, prima cercheremo quel prete e poi ci dirigeremo a Trafford Bridge..."
Riflettei un attimo, cercando di mettere in ordine le idee.
"Pensi che lo troveremo? Al momento è l'unico indizio che abbiamo sull'esistenza del Giglio Verde... e l'unico collegamento che possiamo sfruttare per arrivare a lui... vale la pena provare a mandargli un messaggio..."

Guisgard 19-10-2011 02.53.21

“A cosa stai pensando?” Chiese Tyler a Melisendra. “Ti sento lontana e distratta…” la fissò per qualche istante “… quel prete…” continuò “… è dunque per questo che vuoi incontrarlo… tu giustamente temi i repubblicani e ti guardi le spalle da loro… ma anche quell’uomo ed i suoi seguaci poterebbero essere pericolosi... il Giglio Verde… forse, cercando di avvicinare un uomo simile si rischia solamente di attirare la sua collera…” spronò di colpo il suo cavallo, per aumentare l’andatura “… ma, come si sa, sei tu che comandi… sei la padrona, mentre io sono solo un tuo sottoposto, poco più che un servo… andiamo, ti condurrò da quel prete…”
Superato così il centro abitato, i due si ritrovarono di nuovo in piena campagna, per avvistare poco dopo un’antica ed austera sagoma, circondata da cipressi e olmi, in uno spiazzo racchiuso da un vecchio muro di età tardoantica.
Quella forma strana e silenziosa, dalle murature consumate dal tempo e dalle intemperie, immersa in quell’angolo di vecchia Inghilterra, apparve così davanti ai due giovani.
“Ecco la chiesa dove incontrai quel prete…” mormorò Tyler, col volto di un condannato graziato dal suo boia, che fissa il patibolo a cui era stato destinato.
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Melisendra 19-10-2011 03.27.12

"Tyler... so bene che può essere pericoloso, ma Giselle corre pericoli assai peggiori..." sospirai "Quando la smetterai di credere che io pensi a te come un qualunque servitore? Sai anche tu che non è così."
Smontai da cavallo e osservai l'edificio silenzioso.
"Bè, se non altro sappiamo che questo prete ti ha lasciato andare grazie allo stemma dei Du Blois... dunque non credo ci sia niente di cui aver timore... inoltre... credo sia giunto il momento di mondare la mia anima dei peccati che la macchiano..." mi incamminai verso la porta dell'austero edificio.
Appena vi entrai fui investita da un intenso profumo di incenso e i miei occhi dovettero abituarsi alla tenue luce delle candele votive.
Mi inchinai di fronte all'altare e gettai indietro il cappuccio che mi copriva, lasciando solo il velo a celarmi il capo.
Mi segnai, domandandomi ancora una volta se c'era stata una qualche ragione che mi aveva trattenuta dal rivolgere a Dio le mie preghiere, durante quei terribili mesi. Il crocefisso di pietra rimase muto e freddo di fronte ai miei occhi, mentre vi cercavo conforto. Forse avevo smesso di credere.

Guisgard 19-10-2011 03.55.22

La navata era immersa in un’austera penombra.
Sull’altare un solenne crocifisso in pietra, forse di età romanica, sembrava quasi intimorire ed ammonire, mentre ai suoi due lati si trovavano, rispettivamente, la statua della Vergine col Bambino e quella dell’Arcangelo Michele che trafiggeva il maligno.
Le poche candele lasciavano sulle pareti della navata inquieti bagliori, che sembravano giocare con le ombre che prendevano forma in quell’incerto alone.
Melisendra però non era l’unica ad affidare la propria sorte all’Altissimo.
La voce di una donna recitava, quasi a cadenza regolare, una litania dedicata alla Madre di Dio.
“Vergine Venerabile… prega per noi… Vergine Prudentissima… prega per noi… Vergine Potente… prega per noi… Vergine Clemente… prega per noi...” e quelle invocazioni sembravano l’unica cosa capace di scandire il tempo che dominava in quel luogo “… Stella del Mattino… prega per noi… Salute dei malati… prega per noi… Torre del Cielo… prega per noi… Torre di Davide… prega per noi… Casa d’Oro… prega per noi…”
La voce terminò di recitare la litania e si avvicinò all’altare.
Si inginocchiò fissando Melisendra e mostrandole un lieve sorriso.
Era una monaca.
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Guisgard 19-10-2011 04.03.30

Giselle ascoltò il racconto di Cavaliere25 e poi nascose con attenzione la Bibbia sotto la paglia della cella.
“Mi raccomando, non dite ad alcuno di questa Bibbia e soprattutto del misterioso biglietto che c’era al suo interno.” Disse Giselle al giovane servitore di Missan. “Forse non tutto è perduto…”
In quel momento ritornò Mercien.
“Tutto bene qui, ragazzo?” Chiese a Cavaliere25. “Ti ha dato noie la prigioniera?”

Guisgard 19-10-2011 04.07.07

“Vi racconterò una cosa di me, madame…” disse Monsieur ad Elisabeth, mentre ammucchiava la legna secca che aveva raccolto “… io mi stupisco raramente di qualcosa o di qualcuno… tutto ciò che mi circonda mi è indifferente… ma c’è ancora qualcosa che riesce a turbarmi… e cioè quando vedo compiere una buona azione… lo so, ora sorriderete, ma, vedete, io nutro pochissima stima per i miei simili e mi sorprendo dunque quando vedo qualcuno compiere un gesto di generosità o di amore… del resto, come diceva Platone, la maggior parte degli uomini sono malvagi…” la fissò, accennando un sorriso “… immagino ciò che state pensando ora… ma, vi dirò, questo mio modo di vedere le cose mi rende immune da tante situazioni che spesso affliggono o mortificano la maggioranza delle persone… io non posso essere tradito, perché non mi fido di nessuno… non posso essere abbandonato, perché sono un solitario… questo fa si che io non venga né amato, né odiato… ecco, forse io mi posso definire uno dei rari casi di libertà assoluta… la libertà, infatti, trova i suoi limiti nella convivenza con gli altri, perché la mia libertà termina dove inizia la vostra… ma io, essendo solo, non ho limiti, né vincoli verso alcuno.”
Accese allora il fuoco e fece cenno alla donna di prendere posto accanto alla fiamma.
“Il nostro amico taverniere ha pensato bene di fornirci di qualche provvista per il viaggio…” aprendo la borsa che aveva con sé “… pane, formaggio, vino e frutta… una degna cena, non vi pare?”
La fiamma si era ben avviata e Monsieur fece scogliere un po’ di quel formaggio sul pane, per poi scaldare i loro animi col vino del taverniere.
La notte era stranamente silenziosa e le loro ombre sembravano danzare davanti ai bagliori del fuoco.
Il volto di Monsieur appariva ancora più enigmatico ed indefinito, illuminato com’era da quella inquieta fiamma.
Ed Elisabeth vide nel suo sguardo una misteriosa ed intensa luce, che attraversava i suoi occhi e rendeva ancora più indecifrabile quel misterioso uomo.


Guisgard 19-10-2011 04.14.53

Qualche istante dopo, Essien e Tafferuille ritornarono al carrozzone.
Il capocomico aveva l’aria pensierosa e lo sguardo basso, come chi era preda di un’illogica, e quindi incontrollabile, paura.
Tafferuille era invece insolitamente allegro.
Scambiò qualche battuta con Gobert, ormai già con indosso i panni di Arlecchino, e sussurrò qualcosa a Fantine, facendola sorridere e sospirare come solo le spontanee e nello stesso tempo maliziose popolane sanno fare.
Le prove cominciarono ed ognuno, in quell’aria spensierata e gioiosa, impersonò al meglio il proprio ruolo.
La giornata passò così abbastanza velocemente.
La compagnia allora si preparò per lo spettacolo.
Il suo ingresso nella cittadina, come sempre scenografico e roboante, aveva attirato l’attenzione degli animi semplici che vi abitavano.
C’era dunque molta attesa e curiosità per lo spettacolo.
Questo avvenne nella piazza centrale di Cardien, dove per l’occorrenza le autorità avevano dato il permesso di montare un baraccone munito di palcoscenico, sfondo e sipario.
Il pubblico accorse in massa e nonostante l’incerta platea predisposta per accoglierlo, restò abbastanza calmo, allontanando così una delle paure più concrete che affliggeva il povero Essien.
E così, in quell’improvvisato scenario, cominciò la commedia L’amante spadaccino.
Arlecchino e Ragonda inaugurarono la scena, impersonando una vecchia coppia che con il proprio dialogo decantava le gioie e i dolori dell’amore.
Poi fu il turno di Brighella nei panni del furbo servo di Renart, che con le sue astuzie era riuscito ad attirare Colombina sul suo balcone per incontrare il suo innamorato padrone.
Toccò allora ad Essien, nei panni di Pantalone, aprire la seconda parte della commedia con uno dei suoi proverbiali monologhi, questa volta incentrato sugli amori giovanili e sui guai che spesso causano.
“Tocca a te, Talia!” Disse Gobert da dietro il sipario alla ragazza. “Affacciati dal balcone e attacca col tuo monologo alla Luna per invocare il tuo Renart!”
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Melisendra 19-10-2011 04.15.37

Mi lasciai cullare da quella litania.
Quando mi si avvicinò rimasi ne fui quasi turbata. Quel luogo sembrava non avere niente a che fare col mondo reale, quella pace e quel silenzio interrotto solo dalla preghiera, sembrava riflettere una sorda eco.
"Perdonate, Sorella, se disturbo i vostri esercizi spirituali, ma mi domandavo se in questa chiesa posso trovare un prete che ascolti la mia confessione..."

Altea 19-10-2011 08.16.25

Arrivammo nella bella residenza di Lady Kate, ella era moglie di un duca, e rimase vedova giovane, a differenza delle altre dame che Lady Sophia ospitava nella sua casa, ella si sposò per amore. Ma era una donna molto esuberante, estrosa ma di buon gusto e di buon onore. Ella mi aveva sempre avuto in simpatia, pensai più volte che frequentasse la dimora di Lady Sophia per facciata, per non destare problemi di rapporti tra la nobiltà, ma più volte tra loro si scatenavano liti profonde. Era anche dama di buon gusto e amava circondarsi di cose belle.
Mi rivolsi allo scudiero "Forse è meglio che vi allontaniante, cosa penserebbe Lady Kate se vi vedesse con...Lyo steso sopra il vostro cavallo. Grazie di tutto, spero di rivedervi presto".
Ad un tratto arrivò un servitore chiedendomi di presentarmi " I miei omaggi, vorrei parlare con Lady Kate, ditele sono la contessa Altea Costance O' Kenninghton e scusatemi per l'ora tarda". Scesi da cavallo per mostrarmi meglio, ella era solita chiamarmi "contessa", il mio titolo nobiliare, ma io non amavo mai farne sfoggio. Mentre aspettavo guardavo da lontano la dimora dei Carrinton, mi rivolsi alla luna piena sperando che il milord si rinsavisse per l'indomani mattino, quel duello era insensato. Poi trasalii "che sciocca, dovevo chiedere allo scudiero dove si sarebbe tenuto quel duello, sentii solo parlare dei tre Arcangeli".

cavaliere25 19-10-2011 09.31.08

No dissi guardando Mercien tutto tranquillo la prigioniera non a detto una parola dissi guardando Giselle

brianna85 19-10-2011 10.04.02

era tardi molto tardi sul tavolo un piccolo bagliore ...un unica candela accesa in tutta la casa, presi un foglio e scrissi una lettera al mio amato theo.
mio caro theo mi hai chiesto in sposa e subito dopo un figlio ed io non ti ho dato risposta,ero terrorizzata mi sono rinchiusa nelle mie stanze per giorni per riflettere ed oggi ho preso coscienza delle tue parole,ne sarei onorata di divenire tua moglie. firmai la lettera e mi accasciai sulla scrivania e mi addormentai


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 13.53.56.

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