Camelot, la patria della cavalleria

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Altea 28-10-2015 14.21.33

Dopo quelle parole io e mio nonno ci guardammo negli occhi seriamente..mentre si udivano le risate e urla di quella simulazione e di quelle frivolezze che non avevano fondamento in quel momento. Lo sguardo si spostò leggermente su quelle persone...ma dove erano arrivati i valori? Era questa la nostra Cherval? Non la riconoscevo più..i ragazzi non riconoscevano i regnanti e se ne andavano ad Evangelia mentre i nobili si divertivano sapendo in quello stesso Palazzo mio padre, il Duca, venne ucciso con il cappio al collo proprio da delle spie di Canabias.
Scossi il capo e seguii mio nonno leggermente perplessa..aveva detto l' invasione era imminente. Non era da lui darsi per vinto e quando diceva qualcosa era perchè aveva elementi fondati per dirlo.
Uscimmo dal salone e mi avvicinai a lui seguendolo.."Sta succedendo qualcosa di grave? E' strana questa vostra improvvisa preoccupazione..forse è meglio andiamo nel vostro salottino privato, saremo più tranquilli". Anche se la mia tranquillità se ne era andata.

Guisgard 28-10-2015 16.34.37

Il soldato lanciò uno sguardo su Gwen che lasciò nella ragazza un senso di disagio.
“Vi ho portato un'aspirante infermiera...” disse ridendo l'uomo della camionetta “... così che possa ricucirvi quando vi spezzettano in mille pezzettini.” Divertito.
“Vattene, feccia.” Il legionario a lui.
“Suvvia, stavo scherzando.” Ridacchiando questi. “Una battuta rianima un posto come questo, no?”
“Vattene, idiota.” Ribadì il legionario.
L'uomo allora risalì sulla camionetta e mise in moto il veicolo.
“Buon divertimento, ragazza mia.” Rivolto poi a Gwen con tono malizioso.
E andò via.
“Seguitemi.” Il legionario fissando Gwen.
Ed entrarono nel fortino.
Era un luogo spartano, sebbene ampio e ben strutturato.
“Vi porto dal comandante della base.” Ancora il militare.
Raggiunsero la caserma principale della base, ma qualcuno si avvicinò loro.
“Cosa cerchi, soldato?” Chiese un ufficiale.
“Tenente Tesua.” Mettendosi sull'attenti il legionario. “Questa ragazza è venuta per ricoprire il ruolo di infermiera, signore. La portavo dal capitano Goz.”
“Il capitano ora è occupato.” Fece Tesua. “Ci penserò io a mostrarle l'infermeria.”
“Si, sissignore.” Il militare, per poi andare via.
“Come vi chiamate?” Domandò Tesua a Gwen.

Lady Gwen 28-10-2015 16.41.57

Il militare mi guardó in un modo strano, che mi fece sentire a disagio. Che strana gente.
Poi la discussione fra i due, che mi fece capire perfettamente chi fossero davvero, soprattutto la malizia nella frase dell'uomo, che mi fece scuotere la testa.
L'ufficiale poi mi condusse dentro l'ampio e spartano edificio, dove incontrammo un tenente, un certo Tesua.
Il capitano non era disponibile e quindi mi avrebbe accompagnato lui in infermeria.
"Mi chiamo Gwen, signore" risposi con voce ferma.

Guisgard 28-10-2015 16.45.10

Dacey si mise a seguire i quattro individui, fino a quando giunsero in una stretta stradina del borgo.
Qui vi era un portoncino che dava in un piccolo cortile, in fondo al quale c'era un'abitazione.
“E' là che vive.” Disse Guisgard.
“Bene, speriamo ci possa aiutare.” Annuì Leones.
Bussarono ed entrarono, trovando un vecchietto intendo a consultare una montagna di libri.
“Salute a voi, signori.” Fissandoli quello. “In cosa posso servirvi?”
“Ci occorre una lezione di storia.” Svelò Guisgard.
“Oh, la storia...” ridendo il diacono “... eh, mai nessun'altra disciplina è stata resa nei secoli così opinabile... cosa vi interessa conoscere, signori?”
“Cosa sapete dell'estinta casata reale del regno di Animos?” Chiese Guisgard.
“Oh, gran tragedia la vide protagonista...” accarezzandosi la barba il diacono “... sapete che feci un sogno? Pochi mesi prima dello scoppio della rivoluzione... sognai un bellissimo giardino di ciliegi... tutto fiorito, con frutti maturi e dolcissimi... e ad un tratto gli alberi vennero abbattuti, uno dopo l'altro... lasciando quel giardino desolato...” scuotendo il capo “... era un sogno premonitore, signori miei...”
“Perchè mai?” Incuriosito Fines.
“Perchè il ciliegio era il simbolo araldico della stirpe reale di Animos...” rispose il diacono.

Dacey Starklan 28-10-2015 16.49.49

Raggiunsi indisturbata il cortile dal quale udito, facendo ben attenzione, buona parte della conversazione . Era incredibile come la mia educazione fosse utile in quel momento. Sapere camminare con leggiadria, senza disturbare e farsi notare, limitarsi a essere una presenza discreta, lo sapevo fare fin da bambina.

Il vecchio diacono iniziò il suo racconto e sentii un po' di tristezza nel contempo.

Guisgard 28-10-2015 16.53.14

Altea e suo nonno Mandus raggiunsero il salottino privato e qui l'anziano uomo si lasciò cadere pesantemente su una poltrona foderata alla moda di Provenza.
“Si, sta succedendo qualcosa, ragazza mia...” disse lui “... Cherval è ormai una polveriera... mentre i nostri nobili, come hai ben visto, giocano simulando la vuota parodia di loro stessi, molti dei nostri contadini e borghesi, sedotti dalla propaganda di Canabias, hanno imbracciato armi proclamandosi partigiani e guerriglieri della libertà. Temo sia tutto pronto per un'imminente invasione della nostra Cherval... quando l'Armata Rossa di Canabias oltrepasserà i nostri confini, noi tutti finiremo nei gulag... ma io ho il mezzo per beffare quei maledetti... infatti quando arriveranno non troveranno né te, né le tue sorelle... voglio infatti che lasciate il ducato quanto prima... stanotte, o domani notte al massimo...”

Altea 28-10-2015 17.02.59

Non vi erano parole per descrivere ciò che stavo provando...in un momento mi passarono davanti tante immagini, la mia infanzia spensierata, i miei amici, la natura di Cherval, e tutto ciò che avevo di bello qui..ed ero stata tradita da Cherval stessa, dalla gente che avevo protetto sempre.."Non posso crederci..ecco perchè quel ragazzo al laghetto, Rodian, mi disse presto Canabias sarebbe venuta ad attaccarci e disse non conosceva nessuna duchessa..un avvertimento?" lo presi nelle mani, erano gelate e mi inginocchiai di fronte a lui, lo vidi stanco "Voi non potete restare qui..vi uccideranno..venite con noi..cosa avete disposto per la nostra partenza?". Trattenni le lacrime, mi avevano cresciuta così..non ero insensibile..ma pratica e piangersi addosso o disperarsi era inutile in questo momento..e se vi era un Dio un domani Cherval sarebbe tornata come prima.

Guisgard 28-10-2015 17.12.25

Suor Ologna si avvicinò al letto di Marwel, sincerandosi delle condizioni della ragazza.
“Non scottate quasi più...” disse la religiosa, toccandole la fronte “... ma cos'è questa pazzia? Se non vi nutrite, né riposate, come farete poi ad occuparvi dei vostri orfani? Già far crescere dei bambini qui è difficile e se poi vi mettete di impegno per ammalarvi allora tutto diventa impossibile.” Prese dello sciroppo e ne diede un grosso cucchiaio alla ragazza. “Ecco, questo vi farà bene. Comunque il piccolo Benjamin sta meglio. Anche lui non scotta quasi più.” Accennando un lieve sorriso.
Le passò poi un vassoio su cui c'erano un piatto di brodo caldo, del pane ed una mela.
“Ora però mangiate qualcosa.” Fissandola la suora.

Guisgard 28-10-2015 17.18.53

“Bene, Gwen, seguitemi.” Disse Tesua alla ragazza.
Attraversarono il cortile, seguiti dagli sguardi interessati di alcuni legionari che facevano la guardia, fino a raggiungere l'infermeria della base.
“Ora vi presenterò al dottor Fermer, l'ufficiale medico responsabile della nostra infermeria.” Spiegò Tesua.
Bussò ed entrò insieme alla giovane.
“Dottor Fermer?” Chiamò Tesua.
“Si, sono qui...” rispose una voce dall'altra stanza.
E lì Tesua e Gwen trovarono l'ufficiale medico.
Era un giovane uomo di gradevole aspetto, intendo a sistemare le etichette di alcuni medicinali.
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Marwel 28-10-2015 17.23.41

Già. Crescere dei bambini in quel borgo soffocato dalla guerra non era di certo facile, per questo venivano abbandonati, ma Marwel non si sarebbe data mai per vinta e li avrebbe fatti diventare uomini e donne forti.
Pensò a Betty e a quanto si stesse preoccupando non vedendola tornare.
Il letto era scomodo e cigolava ad ogni suo minimo movimento, ma almeno era caldo e le coperte non erano troppo ruvide; Suor Ologna le diede dello sciroppo che risultò essere amaro e Marwel chiuse gli occhi e inghiottì il medicinale con fatica, poi le disse che doveva mangiare e il suo stomaco brontolò come se l'avessero chiamato in causa.
Benjamin stava bene a detta sua ed ella pensò che presto sarebbero tornati a casa. Mangiò tutto con calma, senza pensieri per la testa.


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