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Fyellon restò un momento pensieroso.
“Un'armatura non può possedere dei poteri” disse “ma può essere fabbricata e forgiata con una tale maestria da rendere le abilità di chi la indossa ancora più efficaci!” Fissò Altea. “I nemici di Tylesia saranno anche dei fortissimi cavalieri, ma sono certo che con quell'armatura io potrei tenere loro testa. Dobbiamo prenderla e condurla a Tylesia, milady. Dobbiamo trovare il modo di sottrarla a quel fabbro...” camminò per la stanza, in preda ad una vivace agitazione “... siete disposta ad aiutarmi? A fare qualsiasi cosa per prenderla?” |
Guardai stupita Fyellon...era incomprensibilmente agitato, non l'avevo mai visto cosi, era sempre tranquillo e pacato..."E voi Fyellon, vi sentite pronto e degno di indossare tale armatura? Se è cosi valorosa deve appartenere a un cavaliere nobile di spirito, ma non sottrarrò mai qualcosa che non mi appartiene, penso dovremmo...conquistarcela. In qualche modo, voi mi state dicendo di rubare qualcosa da questo maniero, mi spiace ma non sono d'accordo con Voi questa volta...".
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Fyellon fissò Altea ed un lampo attraversò i suoi occhi.
“Io credo” disse “che sia tutto un trucco. Loro affermano che consegneranno quella corazza al vincitore della prova, ma mentono. Sanno bene che nessuno può riuscirci. Tutti ignorano cosa realmente ci sia nel labirinto. Io credo si tratti di una grossa trappola. Quella corazza è destinata a restare qui per sempre. E a noi invece occorre per salvare Tylesia... milady, dobbiamo riuscire a prendere quell'armatura... ed io ho un piano, ma ho bisogno del vostro aiuto...” |
Polidor si avvicinò a Cavaliere25.
“Non possiamo unire costoro in matrimonio...” mormorò “... non siamo dei veri monaci... sarebbe sacrilegio...” “Allora cosa facciamo?” Domandò Tieste. In quel momento, un falco giunse su uno degli alberi del cortile. Era Alberico. |
Il rumore della pioggia, che batteva sui rami intrecciati che rivestivano l'accesso della grotta, sembra come voler scandire il tempo.
Il tempo che pareva essersi fermato dal loro ingresso in quella caverna. Il respiro di Sheylon addormentato donava sicurezza e tranquillità a quell'ambiente. “Sono qui, tranquilla...” avvicinandosi Guisgard a Talia ed avvolgendo entrambi nel suo mantello “... temo che questo fuoco impiegherà un bel po' per scaldare questa grotta...” Sheylon si svegliò ed emanò un brontolio. “Tranquillo!” Fece Guisgard. “Vuoi che non sia in grado di scaldarla da me? Non abbiamo bisogno della tua pelliccia!” Fissò Talia e rise di gusto. Accomodò poi meglio il mantello su di loro. “Eh, questa grotta mi ispira non poco...” guardandosi intorno “... sai che una grotta ha infiniti significati? Allora... per prima cosa, una grotta è sempre consacrata a San Michele... e lui è il protettore dei cavalieri... poi ci sono tante leggende di eroi ed eroine rifugiatisi in una caverna... Tristano e Isotta, Walter e Hiltugunt...” All'ombra di quella quercia, Guisgard se ne stava con quel suo libro in mano e tutti gli altri erano seduti intorno. “Lancillotto” fece lui “era il Primo Cavaliere e l'amante perfetto e poteva essere vinto solo con la magia e il tradimento...” “Ed io chi sono?” Fece una delle orfanelle del convento. “Mmm...” fissandola Guisgard “...vediamo...” “Vorrei essere Ginevra...” mormorò lei. “Allora sei Ginevra.” Sorridendo lui. “Anche io voglio essere lei!” esclamò un'altra di quelle fanciulle. “Pure io!” “Si e io pure!” “Nessuno ci vieta di avere tante Ginevre!” Ridendo lui. “Anzi, devo dire che la cosa non mi spiace affatto!” “E noi chi siamo, Guisgard?” Chiese uno dei suoi fratelli. “Ci sono tanti Cavalieri della Tavola rotonda!” Fissandoli lui. “Ne troveremo uno per ognuno!” “Tu non giochi, Talia?” Domandò una di quelle orfanelle. “Magari toccherà anche a me fare una Ginevra...” continuando a leggere il suo libro lei. “E allora?” Chiese una di quelle. “Ginevra non è tra le mie eroine preferite...” facendo spallucce Talia “... anzi, non saprei nemmeno come comportarmi nei suoi panni...” “Tranquilla, nessuno ha pensato di darti quel ruolo...” sfogliando il suo libro Guisgard. Talia lo fissò e gli fece la linguaccia, per poi chiudere il libro ed alzarsi. “Talia è adatta a fare la Dama del Lago!” Fece uno dei fratelli. “Sta sempre nel Tempio!” Tutti risero. “Dove vai?” Le chiese Guisgard. “Non vuoi giocare con noi?” “No, il maestro mi attende...” senza voltarsi lei “... non ho tempo per giocare...” salutò gli altri e corse al Tempio. “Ehi, Guisgard!” Chiamandolo una delle fanciulle. “qui c'è scritto che Lancillotto vinse un torneo e offrì la corona di reginetta a Ginevra... ti tocca scegliere! Devi scegliere la vera Ginevra!” Guisgard annuì ed intrecciò alcuni rami fioriti per farne una coroncina da dare all'ambita regina. Il pomeriggio trascorse presto e la sera si affacciò limpida al Casale degli Aceri. Talia era ancora nel Tempio, quando udì dei rumori. “Sei ancora qui?” Entrando Guisgard. “Si, ma manca poco...” accendendo le candele lei “... tra un po' ho finito... mi aspetti?” “Devo aiutare il maestro a spaccare la legna...” “Capisco, non importa...” sistemando l'altare “... vi siete divertiti a giocare?” “Si...” mormorò lui “... è bello giocare ai cavalieri ed alle dame...” Talia sorrise. “Abbiamo anche giostrato...” giocherellando con i tacchi contro una colonna lui “... con tanto di corona per la regina...” “Allora c'erano tante corone, visto le diverse Ginevre.” Sarcastica lei. “No, solo una corona...” disse lui “... un'unica e stupida corona...” e corse via. Talia si voltò e lui non c'era più. Ma Guisgard aveva lasciato accanto a lei la corona che aveva intrecciato per la vera Ginevra. Quel ricordo sembrò fluttuare sulle parole di Guisgard, per poi perdersi nel rasserenante rumore della legna che si consumava. Lui aveva lo sguardo sul fuoco ed il viso adagiato tra i capelli di lei. “Vuoi che ti suoni qualcosa, Talia?” Domandò lui, con una luminosa ed improvvisa malinconia brillare nei suoi occhi. “Magari ci farà compagnia un po' di musica...” e prese la sua ocarina. Cominciò a suonare, mentre il fuoco disegnava screziati e danzanti bagliori negli occhi di lei. Ad un tratto smise di suonare ed uno strano silenzio scese nella grotta. Un silenzio scalfito solo dal battito del cuore di Guisgard, che Talia, essendo con la schiena contro il petto di lui, avvertì chiaramente. Lasciò allora scivolare a terra l'ocarina e strinse a sé la ragazza. “Tu sei la cosa più importante che ho...” sussurrò “... sei il mio passato, il mio presente ed il mio futuro... sei ogni mio desiderio, ogni mia speranza e l'unico sogno che ho... io... ti proteggerò sempre, Talia... da tutto e da tutti...” Quelle parole sembrarono echeggiare tra il tintinnio della pioggia e lo scricchiolio della legna che si consumava, impreziosendosi nel sognante luccichio della pietra al collo di Talia. |
Mi sedetti un attimo su una panca a rifllettere...certo se quella armatura sarebbe andata al vincitore, doveva essere indossata da Parsifal...ma loro avevano deciso di sconfiggere l' Avvilente Costumanza, mentre noi eravamo qui perchè partiti per salvare Tylesia...e dovevamo tentare il tutto per tutto per riuscirci anche nel nostro piccolo..."D'accordo Fyellon, ma a patto che prima mi indichiate esattamente il vostro piano, solo dopo vi darò la mia risposta" scostando il capo e sorridendogli...
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Quando udii quelle parole nel vento capii che ciò che stavo ascoltando era qualcosa di davvero importante, perchè la mia vista si era offuscata. Quelle enigmatiche parole echeggiavano nella mia testa. Quando finalmente ripresi i sensi, raccontai a Parsifal ciò che avevo udito: "Dobbiamo essere... come il vento... Dobbiamo entrare ed uscire da ogni luogo: una volta che avremo trovato la strada che ci condurrà alla prova, dovremo ricordare come uscire... altrimenti resteremo bloccati in questo labirinto infernale."
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Fyellon si avvicinò ad Altea.
“Milady...” disse “... dobbiamo usare ogni mezzo per raggiungere quella corazza... ascoltatemi, ecco il mio piano... voi siete una splendida ragazza... dovete andare nella fucina e fingervi interessata al lavoro di Insegrid... poi vi mostrerete attratta da quella corazza, chiedendogli ogni suo segreto... dovete convincerlo a liberarla dalle borchie che la tengono ferma... poi al resto penserò io... voi dovete solo affascinarlo... fingervi attratta da lui... così finirà col fidarsi di voi e vi mostrerà la corazza libera dalle borchie... e a quel punto ci penserò io... allora, cosa ne dite?” |
A quelle parole sgranai gli occhi...."Mi state dicendo che dovrei corteggiare messer Insegrid?? Il solo pensiero mi ripugna...voi mi state proponendo di fare la dama civettuola invece di essere voi il cavaliere coraggioso e prenderla con la vostra spada?? Ovvero la bellezza fa più danni della spada?" scoppiai in una risata...."Ci sto, ma sono sicura che falliremo, non sono dama da amoreggiare col primo che capita...andiamo in questo luogo".
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Parsifal e Lilith allora ripresero il loro cammino.
Ad un tratto ai due apparve, per un momento, come un'ombra che fuggiva via. Poi una risata di fanciullo perdersi nel silenzio e nell'oscurità di quel luogo. Alla fine, in fondo al cunicolo, i due ragazzi videro una debole luce oscillare in quall'Ade di mistero ed inquietudine. |
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