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“Era la stanza delle prigioniere.” Disse Icarius a Clio. “E non sono stato io a spogliarti...” fissandola “... c'era Senora per questo... ammesso tu mi creda...” sorrise enigmatico “... quanto al tuo ruolo, deciderà il comandante...”
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"Ah, interessante..." Mormorai, sorridendo piano "Senora? È un bel sollievo, non è che mi vada a genio essere spogliata mentre sono incosciente...." Con un sorriso forzato "Ma lo trovo ancora meno sensato..." Alzai le spalle "Ma tant'è... Meglio così..." Sorrisi, sinceramente.
"Il Comandante?" Risi appena, sorpresa "E lui cosa pensa della mia presenza qui?" Con gli occhi nei suoi "Dici che lo incontrerò prima o poi?". |
“Lui...” disse piano Icarius “... lui... non so... non parla di queste cose...” sorridendo “... ma sono lieto tu ora sia più tranquilla, riguardo al fatto che nessuno qui ti abbia visto nuda...” con gli occhi in quelli di Clio “... ora è meglio che io vada... vorrai riposare immagino...”
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Elv entrò nel letto di Gwen e i due finti coniugi si ritrovarono vicini sotto le coperte.
“Ero passato a vedere che tutto fosse in ordine.” Disse Gurenbarba. “Si, tutto tranquillo...” annuendo Elv e stringendo a sé la ragazza “... mia moglie sa che ci sono io a proteggerla.” “Naturale.” Ridendo il capitano. “Tienila ben stretta... è bella e ci sono molti uomini su questa nave...” con tono cupo. Li guardò un altro istante e poi uscì. “Carogna...” mormorò Elv. |
"Molto più tranquilla, direi..." Ricambiando il suo sguardo.
"Oh.." Esclamai piano, sorpresa, anche se in realtà non avrei dovuto esserlo. Eppure non mi piaceva mai quando se ne andava. Ed era strano. Ma ovviamente aveva molte cose da fare. "Certo.." Sorridendo "Curioserò in questa stanza..." Vagamente divertita "In attesa delle direttive del capitano.." Senza togliere gli occhi dai suoi. "Grazie.." Sussurrai piano "Sono felice di essere rimasta...". |
“Anche io...” disse Icarius a Clio “... ah, il tuo vestito rosso... se vuoi puoi riaverlo... l'ho lasciato nella mia cabina... non è lontana da qui... in fondo al corridoio... è...” piano “... è aperta se vuoi... buon riposo...” ed uscì.
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Elv mi strinse a se` e mi ritrovai contro il suo petto nudo e i nostri corpi vicini sotto le coperte.
Era vero, c'era lui a proteggermi. Non ero sua moglie, ma non sarei stata qui se lui non mi avesse protetta e gli dovevo tutto. "Lascialo stare, vuole solo provocarti. Spera che tu perda il controllo cosi` da poterti rigirare la cosa contro. Non dargliela vinta, Elv" dissi piano, facendolo voltare verso di me e guardandolo negli occhi. |
Elv si voltò a guardare Gwen.
Erano vicinissimi, lei contro il suo petto nudo. Poteva sentirne i muscoli ed il respiro profondo. “E' meglio” disse lui piano “che torni al mio giaciglio...” sospirò. |
Gli sorrisi, con gli occhi nei suoi, e poi risi appena. "Dici il vestito che ho preso dai camerini del Palazzo del Governo?" Divertita "Sì, in effetti forse non mi stava male... Ma lo trovino un tantino.. Come dire.. Eccessivo da essere portato in pubblico..." Con un sorriso.
Poi a quelle parole sulla sua cabina non dissi nulla, limitandomi a non distogliere lo sguardo e trattenere il fiato. Quando uscì, restai appoggiata alla porta per un lungo istante. Poi presi un profondo respiro e sorrisi. Mi sentivo diversa quando ero con lui, ma non come se stessi recitando o che cosa.. Era più una parte di me che non conoscevo, e riusciva a sorprendermi. Decisamente... Risi tra me per un momento, poi decisi di fare come avevo detto e curiosare nella stanza. Dopo un po', però, pensai che riposare non sarebbe stata una cattiva idea. Così presi una camicia da notte in seta grigia con inserti di pizzo e purissime perle da uno dei cassetti, posai Damasgrada sul comò, e mi misi a letto. |
La stanchezza fece addormentare Clio quasi subito.
Il cielo era sterminato e pareva confondersi col mare. Gonfie nuvole scivolavano via come isole perdute, mentre i gabbiani lambivano lo scafo della Divina Misericordia. Lei era sul ponte, contro il parapetto, col vento che gonfiava i suoi capelli ed i suoi vestiti. “Le angurie sono buone e dissetanti...” disse Hold mentre giocava a carte col Cappellano. Ma non era il prete che Clio aveva visto. Poi la vedetta gridò qualcosa. Ed in lontananza apparvero nuvole nere. “Una burrasca!” Urlò qualcuno. “Dov'è Icarius?” Correndo per il ponte Pepino. “Non si chiama Icarius.” Fece Hold, giocando il Re di Coppe. “Lo troveranno lo stesso...” mormorò il Cappellano, giocando a sua volta la Donna di Coppe. Poi Damasgrada cominciò a vibrare fortissimo. Un grido e dalle nuvole nere emerse una spaventosa nave con la prua a forma di teschio. http://www.gdrzine.com/wp-content/up..._harlock_2.png Clio si svegliò di colpo. Era il cuore della notte. |
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