Camelot, la patria della cavalleria

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Lady Gwen 17-05-2018 16.39.14

Andammo al pozzo, ma dentro era crollato completamente.
"L'unico passaggio alternativo era attraverso un albero, ma non sarebbe arrivato a raggiungerlo, poiché sarebbe morto prima. Dunque deve esserci un altro passaggio qui da qualche parte, magari lo ha trovato, ma poi potrebbe essere rimasto bloccato ed impossibilitato ad avvertirci. Dunque direi di cercare tracce di un passaggio qui, visto che il pozzo è inaccessibile."

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Altea 17-05-2018 16.43.46

La situazione diventava sempre più strana e pure un po' sopra le righe e mi avvicinai lui.."Ma scusate, Milord Senza Nome" ironica "Perché vi stupite? Avete detto di essere il padrone del Palazzo, può essere sia vero..beh a dire il vero gli Afragolignonesi se ne sono andati via da anni e anni...troppi anni direi, sapete nelle segrete del castello baronale vi stava l' ultimo degli Afragolignonesi? Un uscianese, ma mi hanno detto era morto..so che vendicava le sue terre qui a Chanty e voleva il barone morto, e voi perché vi siete avventurato fino qui..." pensierosa.

Dacey Starklan 17-05-2018 16.45.57

Fagianus e la sua lingua lunga.
Lo guardai irritata ma non ebbi tempo di dir nulla prima della domanda del Barone.
Mi sentii accusata dalla sua voce e tentai di balbettare qualcosa.
Dopotutto era mia intenzione parlargliene, se solo non fossimo stati interrotti proprio da Fagianus.

“ È solo un pazzo... non ha importanza...”

Tentai di minimizzare ma non servì a nulla.
Così mi ritrovai a chiedermi perché ancora mi davo tanta pena per quel cavaliere, dopo ciò che aveva fatto.

“ Avrà ciò che merita... se questo è il vostro volere.”


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Guisgard 17-05-2018 16.54.29

“E sia...” disse Nikolaj a Gwen “... sarà meglio però dividerci... tu ed Elv cercate qui, io ispezionerò altre zone della torre...”
“Buona idea.” Annuì Elv.
Nikolaj andò via e i due vampiri cominciarono a cercare in quei sotterranei.
Dopo un po' Elv chiamò Gwen, indicandole una parete ammuffita.
“Qui le pietre fanno un rumore diverso...” lui battendo un pugno sul muro “... sembra vuoto dietro...”



“Si, avete ragione...” disse lui ad Altea “... forse è meglio se vi racconto tutto...” invitandola a sedersi su una vecchia panca traballante ma ancora resistente “... io come detto vengo da Afragolignone e non sono mai stato prima d'ora qui a Sygma... da un mio antenato morto secoli fa ho ereditato questo castello e sono venuto qui per vederlo e prenderne possesso... non conosco quel vecchio e credo sia completamente pazzo... mi fa tenerezza ed allora ho voluto fargli credere di essere il suo padrone... quanto al mio nome...” sedendosi accanto a lei “... l'ho tenuto nascosto proprio perchè qui odiano noi Afragolignonesi...” vicinissimo al bel viso di lei.
Il medaglione al collo di Altea vibrava, emanando come un senso di calore mentre gli occhi azzurri del cavaliere erano in quelli verdi di lei.



Il barone annuì a Dacey e congedò Fagianus.
Lui allora sfiorò il bel viso di lei con una carezza.
“Pagherà non per essere un fuorilegge, ma solo perchè ha osato toccarti...” disse pianissimo, accarezzandole poi le labbra.
Vi erano servi non lontano da loro, paggi e giardinieri, ma quell'attimo rubato era solo loro.
Durò un istante, ma gli occhi di Minsk vagarono non solo nello sguardo di Dacey, ma su tutta la sua figura.
Squillò allora una tromba.
Un suono tetro e prolungato.
Era il segnale che una condanna a morte era stata decisa.

Dacey Starklan 17-05-2018 16.59.28

In quel momento mi sentii speciale, sapendo di avere un uomo accanto disposto persino a farne morire un altro, solo per me.

“ C’è solo un uomo che può toccarmi...”

Avvertendo una scarica di eccitazione nel dirlo, che il leggero bacio non riuscì a prosciugare, anzi, andò ad alimentare ancora di più.
La mia anima oscura , vicino a Lui, sapeva sempre prendere il sopravvento.
E poi il suono, la condanna ormai decisa.
Lasciai che quel suono mi entrasse nelle orecchie, diventando quasi una dolce melodia.
La morte dopotutto non era altro che una oscurità eterna.




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Altea 17-05-2018 17.03.07

Annuii seria e mi sedetti in quella panchina traballante e lui si fece avanti raccontandomi tutto...ebbi un fremito, forse il suo antenato era l' amante della Rosa Nera e deglutii.."Forse voi assomigliate al vostro antenato" ed io sapevo era così, quante volte l' avevo visto e lui mi aveva pure posseduta..i suoi occhi azzurri e i capelli bruni e lunghi come i suoi.
Era vicino, troppo vicino al mio volto, il medaglione vibrava e bruciava ma stavolta per qualcuno di tangibile, la mia bocca era terribilmente vicina alla sua ma ebbi un tremito di paura e bisbigliai appena.."E voi, sfidereste tutti...pure un uomo orrendo e geloso che mi hanno costretto a sposare, che mi ha rinchiusa nelle segrete, mi ha picchiata e mi sta braccando come fa con gli animali...mi salvereste da lui se foste innamorato di me?" parlavo per bocca mia o della Dama Nera ma sapevo che quel respiro caldo e il suo volto vicino a me mi turbava come non mai.

Lady Gwen 17-05-2018 17.08.24

Annuii e ci dividemmo.
Io ed Elv cercammo, fin quando non trovammo delle strane pietre, apparentemente vuote dietro.
"Sì infatti" guardandole "Nikolaj!" chiamai, per cercare tutti e tre di capire se fosse la strada giusta.

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Clio 17-05-2018 17.18.58

Ero persa, completamente persa in quel tripudio di sensi, di godimento assoluto, di corpi e anime che si intrecciavano.
Io ero la regina della perversione, avevo fatto della lussuria sfrenata il mio stile di vita, avevo ricercato il piacere in ogni sua forma... eppure, eppure non avevo mai provato qualcosa di così intenso, di così assoluto e travolgente.
C'era qualcosa in quella danza infuocata, in quella cavalcata selvaggia, in quell'amplesso senza freni, qualcosa di più forte, di più intenso.
Era come se l'intero mondo si fosse racchiuso in quella stanza, nello sguardo di lui, in quell'abbraccio.
Non desideravo altro che non fosse lui, non desideravo che essere sua, che sentirlo in me, che vedere il suo sguardo fisso nel mio, che sentire i suoi gemiti, che percepire il suo corpo nel mio, sul mio, addosso al mio, ovunque, i suoi pensieri, tutti, fino all'ultimo.
Li feci miei, violandoli, scoprendoli, scrutandoli senza permesso, con irruenza e determinazione.
Erano miei dopotutto, tutti, lui stesso era mio, mio e mio soltanto.
Quella consapevolezza mi guidò nella sua anima, fino ai suoi pensieri più segreti che mi investirono come un fiume in piena, come una corrente così forte che era impossibile arrestarla.
Mi amava.. mi amava e mi odiava... possibile?
Lo guardavo con gli occhi spalancati, increduli, la mente ottenebrata dal piacere, da quelle grida così incontrollate che sembrava fossi sul punto di arrivare al culmine da un momento all'altro, mentre invece la tortura meravigliosa ed appagante avrebbe potuto continuare ancora, e ancora, e ancora, all'infinito.
Era questo l'amore?
Questo non desiderare altro se non lui?
Questo legame così forte che sembrava unire i nostri corpi, le nostre anime e ogni altra cosa di noi?
Era amore quella sensazione a cui non sapevo dare un nome?
Come potevo saperlo io?
A me l'amore non interessava, non l'avevo mai cercato né voluto, volevo il piacere, l'appagamento, volevo godere appieno ogni istante, ogni momento questo sì, ma non avevo mai pensato ad altro.
Eppure.. eppure c'era qualcosa di inspiegabile in quel momento, qualcosa che rendeva quell'amplesso diverso da qualunque altro mi fossi mai concessa in quegli anni.
Qualunque cosa fosse, dopotutto, era meraviglioso.
Lui era meraviglioso.
Si fermò, strappandomi ai miei pensieri, che erano confusi e arruffati a causa di tutto quel godimento incontrollato.
Lo guardai negli occhi, come non l'avevo mai guardato, come non avevo mai guardato nessuno.
"Aegos..." sussurrai solo, col cuore in gola, incapace di dire altro, incapace anche solo di pensare parole diverse dal suo nome in quel momento.
Perché il suo nome era tutto il mio mondo in quel momento, non esisteva nient'altro che l'oceano racchiuso nei suoi occhi.
Ma quando si chinò per baciarmi, sentii tutto il mo corpo fremere, il cuore scoppiare nel petto e una sensazione nuova e incredibile attraversarmi l'anima.
Ero sua... ero davvero sua!
Volevo essere sua, sì, non desideravo altro.
Era qualcosa di così strano, eppure così bello, così unico, rendeva quel momento così speciale, come se non fosse un sollazzo tra una padrona lussuriosa e il suo servo, ma molto di più.
Ed era bellissimo.
Poi le sue parole, così vogliose, messaggere di altro piacere, ancora più intenso, ancora più folle.
"Oh si.." sussurrai sulle sue labbra, per poi guardarlo negli occhi, per poi voltarmi, con il busto abbassato fino a toccare il letto e il bacino alzato verso di lui, che si muoveva lascivo e voglioso, come ad invitarlo a fare scempio del mio corpo.
A farmi sua, solo sua... in quel momento esistevamo solo noi, solo noi.
E per la prima volta io non avrei desiderato nulla di meglio al mondo.

Guisgard 17-05-2018 17.26.36

Il barone rispose a quelle parole di Dacey con uno sguardo intenso e profondo.
Il nero dei suoi occhi raggiunse l'ambra di quelli di lei, come il mare che ingoia il fiume, come le onde sovrastano gli scogli, come le valanghe sommergono intere vallate.
In quello lo sguardo le infinite ed ardenti immagini di quella notte proibita appena trascorsa ripercorsero la mente di Dacey e non solo.
Anche tutto il suo corpo, lasciando lenti brividi lungo la sua pelle.
“Lo so...” disse pianissimo lui “... sei solo mia... da sempre... e lo sarai per sempre...”
Un rullo di tamburi interruppe quel momento.
Poi un lungo istante di silenzio.
Uno squillo di tromba.
La sentenza era stata eseguita.
Reddas era morto e Minsk era salvo.



Quelle parole di Altea, i suoi occhi verdi, il volto bianco, i lunghi capelli chiari.
Il tono della sua voce, basso e morbido come una carezza, il suo profumo e la vicinanza a quel cavaliere dagli occhi azzurri.
Lui la guardò.
Guardò i suoi occhi, le sue labbra, per un istante persino la bella scollatura.
“Io...” disse vicinissimo a lei e con gli occhi caldi e di un chiarore profondo.
“Padrone!” Arrivando all'improvviso il custode. “Avrete un pranzo davvero succulento!” Ridendo. “Mia moglie ha tirato fuori il suo vecchio ricettario e per voi sta preparando un piatto buono come pochi!” Annuendo soddisfatto.



Gwen chiamò Nikolaj, ma il vampiro non rispose.
“Sarà salito ai piani di sopra per cercare...” disse Elv “... vieni, cerchiamo noi di capire cosa nasconde questo muro... poi avvertiremo Nikolaj...” cominciando a picchiare forte sulle pietre che subito di sgretolarono, mostrando un cunicolo scavato nel terreno.
“Trovato!” Esclamò Elv.

Lady Gwen 17-05-2018 17.28.59

Annuii ed iniziammo a scavare.
Scavammo, scavammo, e infine riuscimmo a trovare il cunicolo.
"Bene, andiamo, magari troveremmo davvero Ivan, o almeno lo spero, vivamente."

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