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Altea aveva scoperto che i tre borghesi non erano certo dei campioni di audacia e coraggio.
Tuttavia Poeh sembrava intenzionato ad uscire. Ma aperta la porta della taverna avevano visto la strana agitazione in strada. “Il vecchio mercato va a fuoco...” disse uno dei passanti ad Altea “... un grosso incendio sorto dal nulla...” “Accidenti!” Esclamò il taverniere. |
Quella minaccia per nulla velata riuscì a svegliarmi dal mio intorpidimento. Come se avesse fatto scattare qualcosa in me, stufa di essere sempre comandata da degli uomini, da prepotenti, come quando io e la mia famiglia eravamo prigionieri dei soldati di Canabias.
<< Ma chi diavolo credete di essere voi?>> lo squadrai per bene, con tono di sfida, trovando in me un coraggio finora poco dimostrato. Nel frattempo scorrevo il terreno alla ricerca di qualcosa con cui eventualmente difendermi ma un rumore sinistro, forte quasi come un boato mi fece desistere da quel mio intento e i miei occhi furono catturati dal capannone in fiamme, che stava crollando inesorabilmente su se stesso. " Guisgard" pensai con gli occhi spalancati dal terrore. Non poteva essere rimasto lì sotto, non lui, l'unica persona che mi era rimasta, non poteva essere. Sentii una morsa allo stomaco, dalla disperazione e portai le mani al ventre, chiudendo gli occhi per un istante e quando li riaprii, non potevo crederci, era lui, vivo, che camminava tra il fumo. Al diavolo l'omone e le sue minacce, presi a correre andando incontro al militare. << Siete vivo!>> esclamai con un sorriso sollevato abbracciandolo, in uno slancio dovuto al momento. Approfittai però di quella vicinanza per bisbigliargli all'orecchio, affinché nessun altro sentisse. << Dobbiamo allontanarci subito, l'attrice e l'altro uomo, non so che hanno in mente ma sono pericolosi, datemi retta questa volta>> quindi sciolsi l'abbraccio, restando al suo fianco, sperando che recepisse e prontamente scappasse insieme a me. |
Guisgard e io cominciammo a correre verso l'uscita. Non appena fuori, avvolti in una nube di fumo, sentimmo il capannone crollare. Arrivammo davanti ad Hodog e Diana, ansimanti e coi polmoni che bruciavano. La ragazza corse incontro a Guisgard, abbracciandolo. La mente ragionava in fretta e in un attimo seppi cosa fare. Mi liberai dalla stretta di Guisgard, presi la colt dai pantaloni e gliela puntai contro, arretrando affinché non potesse provare a disarmarmi. "Diana, spostati e torna dov'eri... Hodog, controlla Orko e rendi inoffensiva Diana... Mi spiace, ragazza, sei capitata nel posto sbagliato al momento sbagliato... ma stai tranquilla che non ho intenzione di farti del male... stai buona e non ti sarà torto nemmeno un capello..." guardai Guisgard "In quanto a te, Capitano, niente mosse false... Orko è tutto intero in auto..."
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Marwel si sentì svuotata, inerme e con il cuore intento a lavorare il triplo del solito. Quegli occhi si specchiavano nei suoi in un modo così familiare da lasciarla senza fiato.
"Oh mio Dio..." sussurrò con roca e spezzata da quell'emozione tanto forte. Allungò una mano verso il suo viso, ma la ritrasse prima di poter sfiorare le bianche bende. "Siete ad Evangelia, nella base militare..." disse sedendosi nuovamente. Non riusciva a regolarizzare il respiro e cominciò a girarle la testa, tanto che chiuse gli occhi per qualche istante. "Il mio nome è Marwel e sono qui per aiutarvi" aggiunse riaprendo le palpebre. |
Guardai il taverniere..."Speriamo non ci siano feriti, ma forse avranno già chiamato i pompieri..ma voglio andare a vedere, non preoccupatevi".
Poeh era vicino a me ma lanciai uno sguardo di disapprovazione a Leones..certo volevano rimanere qui perchè temevano di incontrare Guisgard e affrontare la situazione. Dissi a Poeh di seguirmi, d' altronde bastava seguire la folla e il fumo che si vedeva, effettivamente da lontano...il loro ritardo nell' arrivare...speravo non fosse successo nulla...o ad altre persone. Mi stroppicciai gli occhi verdi per della fuliggine. |
“Uh Uh, che ragazza sveglia.” Disse divertito Goz a quelle parole di Gwen. “Eh, sarà anche giovane, ma sa il fatto suo.”
“Nessun discorso di un'infermiera può essere troppo contorto.” Con disprezzo Reddas. “Restate una donna ed il posto di ogni donna è in qualche cucina o seduta ad un tavolo a rammendare calzini e maglie.” Intanto, nella stanza accanto, il misterioso pilota si era definitivamente svegliato. Ma nel fissare i suoi occhi Marwel avvertiva qualcosa. Strane ed intense sensazioni, emozioni familiari, pur senza comprenderne davvero il motivo. Il pilota si portò le mani sul viso bendato. “Il mio volto...” mormorò “... è bendato...” fissò la ragazza “... Marwel...” ripetè “... siete la mia infermiera? Questo è un ospedale immagino... giusto?” Apparve inquieto. “Ma come sono giunto qui? E soprattutto... io chi sono?” |
Tutto accadde velocemente.
Il capannone crollò, ma Guisgard e Gaynor erano corsi fuori in tempo. E nel vederli arrivare Dacey corse verso il militare abbracciandolo. E stretta a lui la ragazza gli sussurrò qualcosa. Poi Gaynor puntò la sua pistola e Hodog afferrò un braccio di Dacey per portarla a sé. Ma trovò invece la mano di Guisgard. “Non provare a toccarla...” disse il militare con occhi di ghiaccio. Guardò poi la diva. “E sia, gli assi per ora li avete in mano voi...” Guisgard a Gaynor “... sono stato un idiota a non capire che facevate il doppio gioco, anche se ne ignoro la ragione... Diana...” alla ragazza “... fate come vi dice... ma non temete, nessuno qui vi farà del male...” spostando lo sguardo sull'omone “... ora voglio vedere Orko... subito.” Rivolto a Gaynor. |
Poeh annuì ad Altea e presero a seguire la gente che andava verso il vecchio mercato.
Il luogo era appena fuori al borgo e per raggiungerlo si attraversava una stradina secondaria. E nel camminare tra la gente, Altea e Poeh udivano i più svariati commenti circa l'incendio. Secondo qualcuno era esploso un ordigno usato dai militari, secondo altri invece si apprestavano ad attaccare ancora il borgo. Altri ancora affermavano che era addirittura precipitato un aereo di Canabias, abbattuto dalle batterie antiaeree della base legionaria. Intanto più si avvicinavano alla zona del mercato, più il cielo diventava rosso e l'aria intrisa di fumo. Ad un tratto qualcuno prese la testa del gruppo. “E' colpa dei legionari.” Disse Agian a tutti loro. “Fidatevi, è causato da loro questo incendio. Appena arriveremo scommetto ne troveremo qualcuno di loro là. Qualcuno di quegli sporchi mercenari.” |
"Considero le vostre parole e i vostri discorsi rozzi, ignoranti e retrogradi meno di zero, perchè è questo che valgono" dissi, parlando con indifferenza e disprezzo, facendo spallucce "Ma comunque vi perdono, perchè sono superiore, soprattutto rispetto ai vostri insulti e perchè non tutti hanno la fortuna di possedere una mente aperta ed evoluta e mi dispiace che voi tale fortuna non l'abbiate" dissi, con un sorriso fintamente dispiaciuto.
Quel balordo era capace perfino di farmi apprezzare Goz, che in fin dei conti era un bonaccione malato di donne e facilmente irascibile sul lavoro. "Ah e ovviamente dovrete sempre pregare che se vi farete male, in futuro, ci sarà sempre il dottor Fermer in infermeria, visto che voi pensate che le donne debbano solo cucinare e lavorare a maglia, quindi potrei anche decidere di non curarvi e lasciarvi abbandonato a voi stesso, se dovessi esserci solo io qui in infermeria. Voi che dite, dottore?" voltandomi sorridendo verso Fermer. http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:A...e3Iz67PPZ5Tn4Q |
Serrai i pugni, trattenendo la rabbia, possibile che il mio destino fosse quello di essere costantemente sotto il tiro di una pistola? Sbuffai leggermente, senza muovermi ulteriormente, dando retta a Gusigard, che prontamente aveva allontanato l'uomo da me. Un armadio ottuso più che un uomo, pensai guardandolo nuovamente con odio. Ma chi più odiavo era lei, la bionda, la cantante, l'attrice, la spia o cosa diavolo era in realtà. Avevo avuto ragione, alla taverna, quando la sua presenza mi dava sospetto. Ah se avessi dato retta alle mie sensazioni allora, forse ora non saremmo stati in questa situazione complessa, di cui non vedevo una fine positiva.
Bisognava togliere la pistola alla donna e mettere k.o l'armadio vivente e io di certo non sapevo farlo. Purtroppo. |
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