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Il taverniere era chiaramente contrariato di trovarci nella sua locanda, lo dava a vedere nel modo in cui ci guardava e nel modo in cui ci parlava, infastidito.
Per un attimo credetti che ci avrebbe mandato via in malo modo, quando continuò a negare le richieste di Calesa per fortuna arrivò una donna, forse la moglie dell’oste, che sembrava più gentile. Le sorrisi per ringraziarla, un thé lo avrei preso ben volentieri. Decisi di prendere posto in una delle tavole in attesa di essere serviti e fu allora che il taverniere sfoderò l’ultima frase. “ Una sola?” Lo guardai spostando poi lo sguardo su Cales quindi alzai le spalle, quando meno per non far soddisfazione all’oste di vedermi infastidita dalla cosa. “ Ci adatteremo, non temete.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Parlai piano, m forse non abbastanza.
Guardai la donna, il cui tono era cambiato. Era pacato, quasi dolce. Ma di quel dolce stucchevole che non ti piace, anzi disgusta quasi. Guardai il cocchiere, guardai lei. Poi annuii. Ero certa al mille per cento che Elv fosse innocente e dovevo fare di tutto per scagionarlo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il taverniere annuì quasi seccato e tornò in cucina.
“State tranquilla, mi adatterò io a dormire su una sedia.” Disse Cales a Dacey. “Sono abituato ad arrangiarmi, essendo spesso in viaggio per i miei studi.” Sorridendole. Tutto sembrava normale nella taverna, anche se diversi degli altri clienti continuavano a fissare i due giovani. “Vedete quel simbolo alla parete?” Cales a Dacey indicando la stella a cinque punte incisa nel muro. “L'ho già incontrato, una volta per una ricerca sui miei studi antropologici... è una simbologia molto antica ed in diverse culture ha un valore magico... secondo le leggende infatti serve a tenere lontani i lupi mannari...” parlando alla ragazza a bassa voce. “Benissimo.” Disse Justine sorridendo a Gwen. “Allora andate a riposare e raggiungetemi nel mio alloggio. I miei soldati vi condurranno da me. A più tardi.” Guardando la ragazza. Hiss sorrise ad Altea e si godette la carezza di lei sul suo collo. Allora chiamò un servitore ed ordinò da mangiare, chiedendo però anche delle candele oltre il cibo ed il vino. “Una serata tutta nostra è l'ideale dopo quella estenuante ed avvilente battuta di caccia...” portando le mani sul collo e sulle spalle della brigantessa, per poi cominciare a massaggiarla. |
Annuii con un respiro profondo.
Quella donna mi piaceva sempre di meno, ma dovevo stare calma ed accondiscendere il più possibile per poter liberare Elv. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il giardiniere riportò Gwen a casa, dove avrebbe potuto riposare.
Le preparò qualcosa da mangiare, visto era digiuna da diverse ore. “Mangiate qualcosina e poi riposate.” Disse lui. “Vedrete che starete meglio.” |
“ Una sedia? Sarei oltremodo crudele se vi lasciassi dormire su una sedia.
Sono sicura che troveremo una soluzione più comoda per entrambi... Vi svelerò una cosa che non dico normalmente ma... nella mia infanzia ero solita dormire in una stanza sola con una decina di persone vicino.” Rammentando per una volta sola la vita che avevo fatto da bambina, prima di arrivare a casa dello zio. Mi ero confidata perché pensavo di potermi fidare di Cales e della sua discrezione. “ Siete sorprendente. Avete una conoscenza così vasta del mondo e di ogni materia possibile. Invidio il vostro sapere e mi sento onorata quando mi rendete partecipe di tali nozioni. Ho studiato ma di fronte a voi non sono minimamente paragonabile. Confesso di aver già visto quel simbolo, in un libro, ma purtroppo non ne ricordavo il significato, fortuna che ci siete voi che avete ovviato alla mia dimenticanza.” Conversando cosi amabilmente in quella strana taverna piena di persone particolarmente interessate a noi, come testimoniavano le diverse occhiate che ricevevamo. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Tornammo a casa e il giardiniere fu dolcissimo nel prepararmi qualche cosa da mangiare.
Gli sorrisi. "Siete molto gentile" poggiandogli una mano sulla spalla "Mangiate anche voi, dobbiamo tutti essere in forze per affrontare questa situazione..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Anche io sono stato abituato a dividere casa e stanze con più persone.” Disse Cales a Dacey. “Mio padre era un salumiere ed avevo una sorella ed un fratello. Bisognava dare tutti una mano e far fronte alle varie difficoltà.” Annuendo. “Quanto al mio sapere, in verità non c'è un limite alla conoscenza e sono certo voi vi intendete di diverse cose di cui invece io invidio tutto o quasi.” Sorridendole.
Arrivò il taverniere e con modi bruschi posò un grosso piatto ovale al centro del tavolo, con dentro alcune verdure stufate ed insaporite con del lardo fuso. Lasciò poi del pane, formaggio e qualche fetta di salame, insieme ad una brocca d'acqua. “Si, quel simbolo è molto antico...” mormorò Cales appena andato via il taverniere “... essendo di natura magica e legato ai miti dei licantropi potrebbe influenzare la suggestione di qualcuno...” Arrivò anche la taverniera con del thè caldo. |
“ Credo che questa sia la prima volta in cui mi parlate di voi.
Ora riesco a vedervi come qualcosa di più che soltanto un abile studioso inviato dal Duca per aiutarci.” Fummo interrotti dall’arrivo del locandiere e alla vista del cibo realizzai di essere parecchio affamata. “ Oh beh, suppongo di sapere alcun cose che non conoscete voi...” Con uno sguardo leggermente ironico mentre prendevo del pane e lo spezzavo a metà. “ I lupi mannari... quel simbolo sarebbe più utile contro il nostro assassino più che contro essere leggendari che popolano le fantasie contadine.” Forse un po’ cinica ma ciò che avevo visto negli ultimi mesi mi aveva resa fin troppo realistico e avversa alle fiabe mitologiche. La realtà mi bastava e avanzava. Ringraziai anche la donna della locanda per il thé, una bevanda che apprezzavo particolarmente. “ Mio zio mi ha insegnato a non perdermi in fantasie... mia madre lo ha fatto e non ha avuto una bella vita...” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Il giardiniere annuì a Gwen e si sedette con lei a mangiare.
“Vedrete che non è nulla...” disse “... messer Elv è innocente e presto sarà rimesso in libertà.” Ad un tratto si udirono dei rumori fuori in strada. “Siete così, come dire...” disse Cales fissando Dacey “... non so... calma, fredda... mi date l'idea di riuscire a farvi scivolare tutto addosso, di non mettervi mai in gioco davvero... di non mettere mai davvero il vostro cuore in ciò che fate, quasi indossaste uno scudo per evitare di farvi guardare troppo dentro...” riempiendo i loro bicchieri d'acqua “... perdonate, facevo psicologia da quattro soldi e magari sono stato anche inopportuno... vi prego, fingiamo che non abbia tetto nulla.” Sorridendo un po' imbarazzato per essersi aperto troppo e bevendo un po' d'acqua. “Si... riguardo a quel simbolo si... potrebbe avere un certo ascendente su un eventuale maniaco...” fissando il muro con quel simbolo. Il taverniere passò accanto al loro tavolo in quel momento. “Brutta storia quella della nuova vittima della bestia...” rivolto all'uomo. Quello si voltò di scatto e tutti nel locale guardarono i due giovani in un modo strano. |
Ci sedemmo a mangiare.
"Lo so" annuendo. Ad un tratto si uscirono dei rumori in strada ed io mi alzai per vedere cosa stesse succedendo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen raggiunse la finestra e guardò fuori, vedendo una nutrita folla davanti ai cancelli della casa.
Gridavano ed agitavano delle mazze, dei picconi e dei rastrelli. “Morte all'assassino...” disse uno di loro “... morte alla bestia!”Urlò. Altri urlavano. “Ce l'hanno con Elv...” il giardiniere a Gwen “... credono sia lui l'assassino... vogliono entrare qui... finiranno per linciarci!” |
Il nome della perla
Gli sorrisi con fare enigmatico ma era proprio uno scudo per non dimostrare quanto le sue parole avessero fatto centro.
“ Ho imparato ad adattarmi alle situazioni, ad essere malleabile e si, forse mi lascio scivolare tutto addosso ma è servito per sopravvivere a momenti difficili, prima che andassi a vivere con mio zio. Credo che quel passato mi abbia segnata più di quanto mi piace ammettere.” Ci stavamo spingendo su argomenti più personali, dimenticando per un attimo le nostre indagini. “ Messere... non dovete scusarvi con me, siete stato sincero ed avete espresso un vostro pensiero. Vi prego di non sentirvi mai in imbarazzo con me, potete dire o domandare ciò che preferite. Dopotutto siamo una squadra vero?” Servendogli del vino e facendo lo stesso nel mio bicchiere. In realtà non avevo molta voglia di quella bevanda ma ci tenevo a fare una sorta di brindisi al nostro sodalizio. Colsi al balzo le parole di Cales verso l’oste e aggiunsi. “ Tutta la città è atterrita e...” Fui ammutolita dallo sguardo che il locandiere rivolse a me e Cales e al contempo tutto gli altri avventori. “ State bene signori?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quello che vidi mi terrorizzò.
La folla era impazzita ed inferocita. Erano armati neh modi più disparati ed inveivano contro Elv. Il fatto che lo avessero arrestato non voleva dire per forza che fosse colpevole! E infatti non lo era. "Esiste un'uscita secondaria, per andarcene senza essere visti?" gli chiesi "Secondo me dovremmo andare subito al palazzo a parlare adesso con quella donna, non possiamo aspettare domani!" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Qui entro non amiamo discutere di certe cose.” Disse seccamente il taverniere ai due giovani.
“Vi fanno paura, buonuomo?” Fissandolo Cales. “Non le amiamo e basta.” Sentenziò il taverniere. “Eppure tutti ne parlano nella zona.” Insistè Cales. “Allora siete duro di comprendonio?” Alzandosi uno di quelli seduti ai tavoli. “Queste storie non vogliamo sentirle.” “Se volete parlarne andate a farlo fuori di qui.” Uno altro dei presenti. Cales allora guardò Dacey. |
Fin dal nostro arrivo qualcosa nei modi del taverniere mi aveva lasciata perplessa ed ora vederlo tanto scontroso non mi sorprese fin troppo.
Però non capivo cosa lo spingesse a irrigidirsi tanto non appena si affrontava la questione che ormai coinvolgeva tutto il paese. Mi faceva strano che nessuno ne parlasse quando in città tutti discutevano della Bestia. Non solo il taverniere poi ma anche gli altri presenti nel locale erano contrari . Uno persino si alzò parlando con tono brusco a Cales. Non mi piaceva affatto quella situazione. Poggiai una mano su quella del naturalista, per invitarlo a tacere e non fomentare le reazioni di quella gente. “ Vi chiedo scusa.. è molto curioso. Credo che ora toglieremo il disturbo e finiremo la nostra cena in camera.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Portai l'uomo in un piccolo disimpegno poco distante dall'ingresso, arredato con dei braccati di un rosa antico misto ad avorio, che lo rendeva particolarmente accogliente.
"Ebbene, vi ascolto, messere!" con un sorriso cordiale e uno sguardo affabile, mentre mille domande si alternavano nella mia mente. Resto ad ascoltarlo senza cambiare mai espressione, nè perdere quel velato sorriso con il quale lo avevo accolto. Interessante, molto interessante. Oh io non vedevo l'ora di conoscere quei signori, altrochè! "Ma naturalmente, messere, neanche da dirlo..." con un cenno del capo in segno di assenso e intesa. "La discrezione è la prima regola della casa, dunque potete restare tranquillo che nulla muterà dalla precedente gestione, per questi galantuomini di cui mi parlate.." sorridendo "A parte che, chissà, magari servirò loro un vino migliore di chi mi ha prceduto!" con un sorrisetto complice, lasciando volutamente l'ambiguità della frase. Oh sì, ero sempre più curiosai di scoprire chi fossero questi uomini di cui mi parlava. |
“Si, presto...” disse il giardiniere a Gwen “... presto, venite con me...”
Uscirono dalla casa e raggiunsero il cortile che si trovava dietro l'abitazione. Qui vi era un cancelletto che dava verso il costone. Lo attraversarono e si ritrovarono in un vicoletto laterale. Da qui arrivarono al palazzo presbiterale sorvegliato da due guardie. “Si, andatevene.” Disse un altro di quelli seduti ai tavoli. Cales annuì a Dacey e prendendo il loro thè salirono insieme nella camera affittata. “Strana gente...” disse Cales chiudendo la porta e guardando poi Dacey “... i loro modi, il tono usato, gli occhi con cui ci guardavano, le espressioni sui loro volti... tutti segni evidenti... avevano paura... sono spaventati a morte. E credo siano molto superstiziosi. Come se il non parlarne tenesse lontano da loro la bestia, o presunta tale. In questo punto del bosco, lontano dalla città, senza i soldati a proteggerli, questi uomini e queste donne hanno solo la superstizione a proteggerli da ciò che credono sia la bestia.” |
Uscimmo tramite un cancelletto laterale ed in breve giungemmo al palazzo, dove spiegai a due guardie la situazione.
"Eravamo attesi per domattina, ma è un'emergenza" impaziente io. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“ Non possiamo biasimarli però...”
Chiudendo con cura la porta della stanza per poi tornare al mio thé. “ Come avete ben detto qui siamo lontani dalla città e la paura gioca con queste persone e le loro insicurezze.” Poggiai la tazza ormai vuota e incrociai le dita tra loro. “ Ma il loro atteggiamento potrebbe anche derivare da qualcos’altro... magari sanno qualcosa e per questo hanno paura . Penso sia opportuno tentare di parlare nuovamente al locandiere domani mattina, magari senza altre persone intorno.” Non ero pronta ad arrendermi al primo ostacolo e se avessimo incontrato nuova opposizione si poteva sempre mostrargli gli ordini che lo zio ci aveva lasciato. “ Avete fatto bene comunque a tastare il terreno” Aggiunsi poi mentre scioglievo i capelli e li pettinavo sommariamente con le dita, spostandomi dal tavolo dove stavo seduta per guardare fuori dalla finestra. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
“Perfetto, madama.” Disse l'uomo a Destresya. “Si tratta delle più alte cariche cittadine. Voi le accoglierete come si conviene, con cortesia e discrezione, riservando loro i servigi migliori e tutto ciò che domanderanno. Questo è un anticipo che loro vi offrono per la vostra affabile disponibilità. Naturalmente avrete sempre amici in questa città.” Lasciando sul tavolino un sacchetto con diversi Taddei d'oro.
Le due guardie guardarono Gwen ed il giardiniere. “Emergenza...” disse uno dei militari “... che emergenza? E' tardi, tornate domani.” In modo brusco. “Si, domattina riproveremo a parlare con il taverniere o sua moglie.” Disse annuendo Cales a Dacey, guardandola mentre si pettinava i capelli rivolta verso la finestra. La ragazza guardava il bosco buio ed infinito, sotto un cielo scintillante di stelle nitide ed ammalianti, con le sagome maestose delle alte montagne che si stagliavano contro l'oscurità misteriosa di quei luoghi. Ad un tratto la ragazza vide uscire qualcuno dalla taverna. Un vecchio mendicante cacciato via dal taverniere. Aveva con sé una fisarmonica e si sedette sopra la staccionata che recintava l'aia. Cominciò a cantare: “Da sempre boschi e foreste hanno alimentato le paure più profonde ed intense dell'uomo... niente potrebbe terrorizzarci di più che qualcosa di mostruoso possa emergere dall'oscurità fra i tronchi aggredirci, trascinarci via e mangiarci via... |
I soldati ci guardarono e poi risposero in modo brusco.
Non si poteva neanche avere un problema adesso? Allora raccontai quale fosse l'emergenza. "Fateci entrare, vi prego..." insistetti. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
C'è una cosa positiva nel constatare che le più alte cariche cittadine fossero uomini, avevano un punto debole, e io intendevo sfruttarlo.
"Oh potete starne certo, messere..." con un elegante cenno del capo "Avranno il trattamento migliore, le ragazze migliori, e la consapevolezza di essere avvolti dalla maggior segretezza possibile!" sorridendo e lanciando solo un'occhiata compiaciuta all'anticipo, come a sottolineare che mi fidavo, e che lo facevo quasi come un favore, più che per soldi. "C'è altro che posso fare per voi?" chiesi, infine, guardando l'uomo. |
Da sempre amavo perderti ad osservare le stelle e così stavo facendo quella sera, approfittando della scura quiete che offriva il bosco.
“ Qualcuno è stato meno fortunato di noi...” Notando una persona che veniva fatta uscire dalla taverna . Se avessimo continuato a insistere cercando di farli parlare penso che ci avrebbero cacciato davvero fuori...” L’uomo che vedevo dalla finestra si fermò e prese a intonare una canzone che sembrava ricalcare gli ultimi avvenimenti nel bosco. “ Avete sentito ? Anche lui non si fa problemi a parlare ...o meglio cantare della Bestia.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
I due soldati risero, quasi schernendo Gwen ed il giardiniere.
“Andatevene e tornate domani.” Uno dei due militari. Ad un tratto dal portone arrivò un terzo militare. “Che succede qui?” Chiese. “Nulla di che.” Uno dei due soldati. Il nuovo arrivato allora guardò Gwen. “Eravate attesa forse?” A lei. “Nulla, milady.” Disse l'uomo a Destresya. “I mie omaggi.” Ed andò via. Intanto gli ospiti della serata continuavano a venire, scegliendosi le varie ragazze. Ad un tratto una carrozza scura si fermò davanti al palazzo, attendendo che qualcuno ricevesse coloro che erano a bordo. Cales raggiunse Dacey alla finestra e si affacciò per guardare giù. Nel farlo il suo viso si lasciò accarezzare dai lunghi capelli scuri di lei. Una sensazione molto gradevole che lui assaporò per un lungo istante. “Ehi, voi...” disse poi al mendicante di sotto “... aspettatemi, vi raggiungo.” Prendendo la sua giacca. “Vado a parlare con quel tipo, Dacey... di certo non posso invitarlo qui, dunque lo raggiungerò io... come si dice? Se Maometto non va alla montagna, la montagna allora va da Maometto.” Sorridendole. |
Niente, nulla da fare.
Ci schernivano, addirittura. Poi però arrivò un terzo soldato, che sembrava più ragionevole. Allora anche a lui spiegai che eravamo attesi l'indomani negli alloggi della donna, ma avevamo un'emergenza, nella speranza che almeno lui ci ascoltasse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il nome della perla
Mi appoggiai al davanzale dopo aver aperto la finestra così da poter udire meglio la canzone e fu così che Cales poté comunicare con il suonatore.
“ Siete sicuro di voler andare?” Mormorai dubbiosa, quella era solo una canzone dopo tutto. Così mi voltai trovandomi di fronte a Cales. Rimasi a fissarlo per qualche secondo di troppo quindi tornare a sedermi vicino al tavolino. “ Volete che venga di sotto con voi?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"É stato un piacere, messere!" con un leggero cenno del capo.
Lo lasciai andare, non vedendo l'ora di tornare dai miei ospiti, in modo da poter carpire le informazioni che mi servivano. Lo accompagnai all'ingresso, congedandolo, e vidi una carrozza nera ferma lì davanti. Chissà, magari era qualcuno di importante. Ormai ero lì, decisi di andare ad accoglierlo io stessa. Così, mi avvicinai con aria sicura. "Benvenuti..." con voce calda, rassicurante, alla volta dell'abitacolo. |
Cales si preparò e poi guardò Dacey. “Certo...” disse “... se vuoi venire potete farlo, naturalmente... andiamo?”
Scesero così insieme, raggiungendo il retro della taverna. Era buio fuori ed un sottile vento spirava tra gli alberi secolari che infittivano il bosco intorno a loro. Ad un tratto i due giovani videro il vecchio accanto alla staccionata. Destrasya raggiunse la carrozza scura e da essa scese una figura alta, avvolta da un lungo mantello nero, dal bavero alto e sporgente, con un largo cappello corvino sul capo. Guardò la donna con i suoi occhi grigi e penetranti. “I miei omaggi, madama.” Disse con voce impersonale. “Prego...” indicandole di fargli strada. “Venite.” Disse il soldato a Gwen. “Voi no. Aspettate qui.” Al giardiniere. Allora condusse Gwen all'interno del palazzo, in una struttura laterale, lasciandola ad aspettare in un salotto. Allora una porta si aprì ed arrivò qualcuno. Era Justine abbigliata con una lingerie molto sensuale. “Benvenuta...” sorridendo a Gwen “... ti aspettavo...” sedendosi su un divanetto ed accavallando le gambe davanti a lei “... chiedevi di me?” Guardandola lasciva. http://www.lukeford.com/luke-ford-im...na-samson2.jpg |
Mi alzai in piedi e gli porsi il braccio con un sorriso.
“ Andiamo allora!” Solo a cena avevo detto che eravamo una squadra dunque era giusto che partecipassi anche a quel momento . Tornammo al piano di sotto e poi fuori, trovando il musicista appoggiato alla staccionata. “ Buonasera... mi chiamo Dacey, lui è Cales. Siamo rimasti colpiti dal testo della vostra canzone.” Decisa ad andare subito al cuore della questione. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La figura che scese da quella carrozza mi incuriosì immediatamente.
Era alta, nera, elegantemente abbigliata. La squadrai rispettosamente, per poi annuire alle sue parole. "Seguitemi, prego..." con un cenno della mano, avviandomi verso l'ingresso. "Come possiamo soddisfare i vostri desideri, milord?" con voce calda e rassicurante "Come sapete la nostra casa è il tempio della discrezione, oltre che del piacere..." sottolineai, sempre più curiosa. |
Il mendicante era un uomo anziano, magro, dal volto rugoso ed allungato, la barba bianca, i capelli crespi e dello stesso coloro.
Era abbigliato in malo modo ed aveva con sé la sua fisarmonica. Guardò Dacey e Cales. Prima lei, poi lui. “Non abbiate paura...” disse il naturalista “... vogliamo solo sapere della vostra canzone...” dandogli delle monete. “E' una vecchia canzone...” il mendicante prendendo il denaro “... da piccolo la udivo spesso...” “Solo una canzone?” Cales. “Si...” “Cosa si dice qui della bestia?” “La nascondono...” fissandoli il vecchio “... la nascondono fra loro...” |
La figura vestita di nero seguì Destresya fin dentro il palazzo, senza essere visti da nessuno.
“Siete molto generosa, milady...” disse lui alla padrona “... vi è in questo luogo una ragazza bella come voi? Con il colore dei vostri occhi? Il medesimo suono della vostra voce e la stessa sfumatura dei vostri capelli? Non ci sarebbe prezzo per una donna come voi...” fissandola intensamente. |
Gli sorrisi, guardandolo negli occhi, senza timore di sostenere quello sguardo.
Dopotutto la mia posizione in quel momento mi imponeva di recitare un ruolo ben definito, che andava preparato a regola d'arte. "Infatti non sono in vendita.." con un'aria maliziosa ed enigmatica "Milord è molto galante, vi troverò la ragazza migliore che ho, con i colori che avete richiesto... volete intanto accomodarvi nella nostra camera migliore e sorseggiare dell'ottimo vino?" accomodante. |
Il soldato mi fece entrare, lasciando fuori il giardiniere.
Mi fece accomodare in un salotto e dopo un po' entrò la donna. Mi imbarazzò tremendamente il modo in cui era vestita, se così si poteva dire. Mi imbarazzava il suo modo di fare, di parlarmi. A quel punto, le raccontai tutto, cercando di ignorare tutto ciò che mi infastidiva in lei. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...c8f0ef77ea.jpg |
Avvicinandomi potei notare che il musicista era un anziano signore dall’aspetto emaciato, probabilmente un mendicante che suonava in cambio di qualche moneta.
Trovai dunque astuto che Cales gli porgesse del denaro per invogliarlo a parlare e così l’anziano musico ci raccontò come la sua canzone facesse parte della tradizione popolare, accompagnandolo sin dall’infanzia. Era solo una canzone dunque, come avevo temuto fin dall’inizio e sulle prime pensai che quella conversazione si stava rivelando solo una perdita di tempo per noi. Una seconda domanda di Cales e la conseguente risposta però mi fece rivalutare il mio pensiero. Finora avevamo ipotizzato che le persone nella locanda non erano desiderosi di parlare della Bestia per via di superstizioni e paura ma ora sembrava profilarsi una nuova opzione. Non parlavano per omertà. Non parlavano perché sapevano qualcosa, forse addirittura chi fosse la Bestia, e la nascondevano volontariamente. Se davvero le cose stavano così, se davvero il musicista mendicante aveva ragione, allora bisognava incalzare gli abitanti del villaggio fino a farli cedere. Ma c’era anche da domandarsi quanto fosse affidabile quel vecchietto. “ Chi lo nasconde? E dove? Dobbiamo trovare la Bestia, e fermarla. Diteci ciò che sapete.” Più informazioni avevamo più sarebbe stato facile per noi capire se in mezzo a qualche fantasia del vecchio si nascondevano invece verità preziose. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La camera era rischiarata dalla flebile luce delle candele, sospirai a quel dolce massaggio e poi stappai del vino rosato frizzante e lo versai su due bicchieri, porgendone uno ad Hiss.."Non essere avvilito" con voce bassa "Lo so non dovremmo parlarne, ma mi chiedevo una cosa..hanno visto quell' animale sopra un albero, deve essere agile e scattante..non pensi? Sai, dovremmo fare un giro di perlustrazione da soli..e se Justine e Ruspon sviassero la pista giusta?" poggiando la mano sul suo petto e poi giocherellando coi bruni capelli sorridendogli.
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Justine ascoltò ogni parola di Gwen sempre con quel suo enigmatico sorriso.
“Comprendo...” disse con tono annoiato “... la gente sa essere davvero ignorante quando vuole... se anche il tuo amico fosse l'assassino, non vedo in che modo dovresti c'entrare tu...” guardandola tutta, con uno sguardo che infastidiva Gwen, mettendola in profondo imbarazzo “... ma tu puoi salvare il tuo amico... se solo le volessi...” ridendo appena “... quella battuta di caccia è stata estenuante... ti va di massaggiarmi il collo per favore?” L'uomo dagli occhi grigi guardò per un lungo istante Destresya, per poi annuire. “Un vero peccato...” disse “... vorrà dire che per stanotte mi accontenterò... mandate due ragazze... le migliori che avete.” Ed entrò nella camera destinata a lui, ad attendere e sorseggiare vino. Cales guardò Dacey a quelle parole del mendicante. “Si, la nascondono per paura...” disse il vecchio alla ragazza “... si illudono che ignorandone l'esistenza possano poi essere al sicuro... ma la bestia ha già ucciso qui e continuerà a farlo... è sempre stato così... da secoli ormai...” “Secoli?” Fissandolo Cales. “Ma cosa dite? Le aggressioni risalgono a mesi fa... e da poco meno di un anno che è comparsa questa bestia...” “No, ragazzo mio...” scuotendo il capo il mendicante “... è così da sempre... ma poi hanno fatto finta di dimenticare, di non ascoltare le grida d'aiuto di chi vive qui da sempre...” Hiss prese il bicchiere offerto da Altea e cominciò a sorseggiarlo pensieroso. “Si, se davvero era fra i rami” disse mentre lei gli accarezzava il petto lasciato scoperto dalla camicia aperta “allora significa che è un animale agile... forse un felino... l'ipotesi che sia fuggito da uno zoo o forse un circo è sempre più attendibile a questo punto... ma mi fa pensare la descrizione... i testimoni affermano abbia un colore grigiastro, che lo rende come trasparente... mettendo in conto che la paura può giocare brutti scherzi, probabilmente hanno visto un pelo chiaro, tra il grigio ed il bianco... tipo una lince o una tigre siberiana...” finì il suo vino “... so che sospetti di Justine e di Ruspon, ma non vedo che vantaggio possano avere da tutto ciò... anzi, hanno tutto l'interesse ad uccidere la bestia... magari prima di noi... poi ovvio che bisogna tenere gli occhi aperti... io non mi fido di nessuno..." |
Faticavo a capire e anche Cales.
Davvero gli attacchi avvenivano da anni, decenni, addirittura secoli senza che se ne sapesse nulla? Scossi la testa, incredula, mentre ascoltavo l’anziano mendicante, che però pareva molto sicuro delle sue parole. “ Perché nasconderla invece che cercare di ucciderla? Perché non chiedere aiuto ? Perché chiudere gli occhi dinanzi a un tale pericolo e lasciare che la gente venga comunque uccisa?" Proprio non riuscivo a capacitarmene, trovavo tutto troppo assurdo. " Voi sapete dove si trova la Bestia? É tempo che venga stanata. Basta nasconderla!" |
Annuii piano, la gente era terribile quando voleva.
Cercavo si ignorare il suo sguardo perché mi imbarazzava, ma non riuscivo a non pensarci, perché mi dava fastidio. Rimasi senza parole a quella richiesta, anche se non lo diedi a vedere. "Mi spiace, signora... Non sono esperta, non posso aiutarvi..." dissi. Il che era vero, ma più di ogni altra cosa non volevo che fosse lei a chiedermelo. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
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