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Si spogliò e ammirai il fisico perfettamente scolpito e gli presi lentamente la mano ridendo..era un gioco sensuale intrigante.
Lo accomodai sul letto e lo feci stendere ma poi con un gesto veloce lo legai alle sbarre del letto con la cintura e poggiata su di lui risposi.."Mi dipingi con le parole del tuo cuore" mentre la mia bocca scivolava lenta sul collo verso il petto e fino alla sua intimità giocandoci e lo guardai maliziosamente sussurrando.."Vediamo se sai liberarti o ti fai soggiogare da una donna..". |
Ascoltai Corcionne, lasciandomi cadere stancamente su una sedia.
Fissavo un punto del muro, come se avesse tutte le risposte che cercavamo. Ma era sciocco, perchè non era così. Non lo era affatto, nessuno aveva le risposte per quegli strani fenomeni, tantomeno un oggetto inanimato. "È davvero tutto così assurdo..." sospirai, guardando per un momento Icarius accanto a me. |
L'infermiera annuì e portò da mangiare e da bere a Gwen.
“Quando vorrà parlare col dottore mi farà sapere.” Disse ed andò via. |
Hiss si fece legare docilmente da Altea, divertito ed intrigato da quel gioco malizioso.
Poi lei si sedette su di lui, cominciando a baciarlo ovunque, fino a raggiungere la sua virilità. La scrittrice allora cominciò a sentire i gemiti di lui, sempre più forti, folli, insopportabili. “Ohhhh... Altea... mmmmhhhh...” disse lui gemendo e stringendo i polsi contro la cintura che lo teneva legato al letto “... mmmhhh...” cercando di resistere a quella meravigliosa tortura. |
“Io voglio uscire in strada per dare un'occhiata e capire cosa davvero sta succedendo...” disse Icarius a Clio, Corcionne e le due dottoresse.
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Parlare, parlare, parlare...
Basta parlare. Volevo mangiare, stare abbastanza bene da andarmene e poi... Poi beh, avrei visto più avanti. Iniziai a mangiare con fame, ma cercai di non mangiare troppo velocemente e mangiando e bevendo potevamo iniziare a ragionare molto meglio sul da farsi. Avrei cercato Elv, scoprendo che era tornato a casa mia? Chi poteva saperlo. In ogni caso, probabilmente io ci sarei tornata, contadini o no. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Sentirlo in mio possesso era qualcosa di appagante, in quel momento sapevo era solo mio.
Continuai quel gioco sul suo corpo perfettamente scolpito, un gioco fatto di baci, carezze e giochi di lingua sensuali e proibiti. Poi sempre su di lui iniziai a slegarlo lentamente, presi i suoi polsi e li baciai dolcemente e li posi sulla guancia e sussurrai lentamente..."Sono tua ora..questo è l' Amore...possedere e concedere". https://www.salernonotizie.it/wp-con.../10/amanti.jpg |
Annuii a quella parole di Icarius, alzandomi dalla sedia.
Lo guardai attentamente, arrossendo lievemente. "Vengo con lei, signor Hero.." dolcemente "Cercheremo di scoprire cosa si cela dietro questi fenomeni così strani". |
Quel gioco aveva ossessionato e tormentato Hiss.
Così, quando Altea lo liberò, lui si avventò su di lei, baciandola e stringendola con ardore. La fece stendere e si chinò su di lei. Cominciò a baciarle i seni, a succhiarle i capezzoli a lungo. A lungo. Poi iniziò a scendere sempre più, raggiungendo con la bocca le gambe di lei. Ed allora prese ad assaporare il suo fiore. |
Gwen consumò con gusto quel pasto, mentre la mattinata volgeva alla fine ormai.
Un tenero Sole scaldava appena col suo torpore la stanza. |
“Perfetto.” Disse Icarius a Clio. “Andiamo, dottoressa.”
E raggiunsero l'auto di lei, per poi partire. Per le strade c'era il caos. Semafori in tilt, così come la stazione, i pullman ed i taxi. Inoltre quei petali non cessavano di volteggiare nell'aria, sotto un cielo cupo ed irreale. |
Stavolta era il mio turno, mi prese con ardore e io mi sottomisi dolcemente al suo volere, la sua bocca assaporava i seni fino a scendere nella parte più intima di me, presi le sue mani e le strinsi forte, sempre più forte come era il piacere che mi dava...all' apice del piacere iniziai a gemere e sospirare forte..."Ancora di più..morirei qui ora tra le tue braccia, e il mondo fuori..può pure crollare" e ogni mia ultima difesa cedette lasciando le gambe stringere il corpo di Hiss col solo desiderio di sentirlo dentro me e sussurrai quasi timorosa "Mi ami?".
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Finii di mangiare quando la mattinata volgeva al primo pomeriggio.
Non era proprio esaltante stare qui a far nulla, ma mi presi alcuni minuti ad osservare il Sole oltre la finestra, mentre finivo di sorseggiare il succo di frutta che mi avevano portato. C'era di nuovo quel torpore, quello che stamattina presto avevo seguito, con la sua voce di seta. Però, non era lo stesso. Era più come il calore delle coperte quando ci si sveglia al mattino, piuttosto che come il torpore che ci fa addormentare la notte. Ed era strano. Ma piacevole. Tante cose erano strane, da qualche ora a questa parte. E nel frattempo, mi ero chiesta tante cose, tipo se qualcuno mi avesse riconosciuta, qui in ospedale, o magari nessuno, dopo un anno, ricordava più di una cameriera scomparsa. Stranamente, però, sperai che non fosse così. Perché che sarebbe successo se mi avessero trovata? Non avrei più rivisto Elv, con le possibilità di rivederlo già basse di loro, ma così sarebbe stato ancora peggio. E poi, sarebbe stato rischioso per Elv, lo avrebbero trovato e arrestato. No, non doveva assolutamente andare così. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Hiss a lungo indugiò fra le gambe di Altea, con le labbra, la lingua e persino le dita.
A lungo ne assaporò tutto. Poi sollevò lo sguardo. “Oh, si... ti amo...” disse piano. E la prese. La fece sua e cominciò a possederla con foga. Al punto che il letto prese a cigolare forte. |
Mentre Gwen era preda di quei pensieri la porta si aprì ed entrarono il dottore e due poliziotti.
“Questi due poliziotti vogliono farti qualche domanda.” Disse il medico a lei. |
Stavo per indirizzare un "Vedo che non ha perso le speranze" al dottore, ma mi pietrificai quando vidi i poliziotti.
Li ha chiamati lei, vero dottore? Se sono certa. Faremo i conti, fuori da qui, può starne certo. Non dissi nulla, perché non sapevo che dire, ma li guardai in attesa che parlassero. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Quella parola meravigliosa aprì una porta magica dove apparivano solo i nostri sogni e desideri.
E poi lo sentii entrare in me e iniziò a possedere il mio corpo e la mia mente..urlavo forte dal piacere, il mio corpo sudato dalla frenesia si muoveva in movenze sensuali..era un amplesso passionale e dolce come lo era Hiss..raggiunsi l'apice del piacere e urlai.."Ti amo pure io..ripetilo..voglio lo senta il mondo intero come mi ami" stringendomi a lui. |
I due poliziotti si avvicinarono al lettino di Gwen.
“Salve...” disse uno dei due “... vogliamo rivolgerle qualche domanda... cominci col dirci il suo nome, dove abita e cosa ci faceva da sola in quella casa isolata.” |
Si unirono più e più volte.
Con impeto si amarono, sudando, godendo e gemendo follemente. Le lenzuola era bollenti, i loro corpi umidi ed il letto cigolava continuamente sotto il sussultare di quei due amanti famelici. “Si, ti amo...” disse gemendo Hiss, possedendo forte Altea “... ti amo... e sto impazzendo...” prendendola più e più volte. |
Bene.
Qualcosa di più facile? No okay, al nome potevo arrivarci. Il resto... "Mi chiamo Gwen. Sono tornata da due giorni in città. Non ero sola. Ero..." eh, con chi ero?, questo era il bello "Ero col mio ragazzo... prima. Prima che se ne andasse. È una vecchia casa di famiglia." Solo qualche mezza bugia qua e là, vi sfido tutti ad individuare quale. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Più ci concedavamo l' un l' altro più continuavamo a concederci in modo passionale e folle ma pure romantico.
Sorrisi alle parole di Hiss.."Pure io ti amo...da impazzire...hai visto, non sei un donnaiolo ora, o non mi diresti queste parole" con voce bassa, suadente e affannata dal piacere e dal forte trasporto e impeto di quei momenti così forti e potenti. Afferrai i suoi capelli bruni e lo accarezzai in viso e lo baciai sulle labbra più e più volte, dolcemente e passionevolmente..."Tesoro, quanto tempo siamo qui...ore, giorni, anni, secoli...io rimarrei sempre qui" giocando coi capelli e asciugando la sua fronte, imperlata di sudore che rendevano i suoi occhi azzurri splendenti. |
Salimmo in macchina, e ci dirigemmo verso la città, che appariva sempre più assurda ai nostri occhi.
Quel panorama così irreale, così incredibilmente preda di mutamenti senza senso si stagliava intorno a noi, come se quella macchina fosse l'ultimo posto sano rimasto sulla faccia della terra. Lanciavo di tanto in tanto lo sguardo verso Icarius al mio fianco arrossendo al ricordo di quando, poco prima, la mia mano aveva sfiorato la sua. Era incredibile quanto la cosa mi fosse sembrata così naturale, come fosse la cosa più normale del mondo, come se l'avessi fatto ogni giorno, o come se non potessi fare altro se non quello. Mi chiedevo cosa stesse pensando mentre scrutava il mondo scosso da quegli strani fenomeni intorno a noi. Quali pensieri attraversavano quegli occhi così azzurri? Sospirai lievemente, cercando di concentrarmi su ciò che accadeva di assurdo intorno a noi, più che sulle strane sensazioni che mi provocava la sua vicinanza. "Sembra tutto così assurdo..." sussurrai, guardando fuori dal finestrino per poi voltarmi a cercare lo sguardo di Icarius. "Cosa ne pensi di tutto questo?" gli chiesi, con una voce preoccupata e incerta. https://i.pinimg.com/564x/0b/a9/7c/0...afc104f361.jpg |
I poliziotti ascoltavano che Gwen con il dottore che assisteva a quella serie di domande.
“E questo ragazzo...” disse uno dei due poliziotti alla ragazza “... perchè è andato via? C'è stato un litigio fra voi? E' andato via arrabbiato? Nel bel mezzo della campagna?” |
Erano soli in quel cottage, sotto le lenzuola calde ed intrise del loro odore.
Altea se ne stava sul petto di Hiss, persa nei suoi occhi chiari e profondi. Lui sorrise ed annuì alle parole di lei. Ma ad un tratto accade qualcosa. Si sentì un tonfo sordo che proveniva da fuori. |
“Non so cosa pensare...” disse Icarius a Clio, mentre la loro auto attraversava le confusionarie strade cittadine “... questo cielo è così inquietante...” fissando le nuvole alte e dense, con fulmini che si vedevano in lontananza “... e poi tutti questi uccelli appollaiati sugli elettrodotti...”
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Calma, dovevo mantenere la calma.
"Sì, abbiamo discusso e lui è andato via" risposi semplicemente, senza un tono preciso. E sicuramente loro mi avrebbero detto che volevano sapere il motivo. Ed io cosa avrei risposto? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
“Il motivo di questa lite...” disse uno dei due poliziotti a Gwen “... qual'è stato? Lui si è comportato in modo violento? Ha minacciato? Molestato? Qual'è il suo nome?”
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"No" risposi subito, immediatamente.
Mentendo. Anche se non era in sè quando lo aveva fatto, ma comunque non avrei detto la verità. "La sua famiglia non approva del tutto che stia con me, per questo siamo venuti qui da Afragolignone. Abbiamo discusso animatamente su questa cosa e lui è andato via" mentii di nuovo. Sembrava abbastanza credibile come storia e anche se non lo fosse stata, non erano affari loro. "Si chiama Elv." Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Lo guardavo, con uno strano sorriso.
Era così strano vedere qualcuno guidare la mia macchina, ma aveva insistito dicendo che ci sapeva fare, e io avevo accettato di buon grado. Perché... beh, trovavo davvero intrigante osservarlo mentre guidava. Poterlo sbirciare mentre guardava la strada tutto pensieroso, mentre scrutava quell'assurdo cielo che ci si stagliava davanti, oppure fissare quella mano così pericolosamente vicina alla mia coscia, posata distrattamente sul sedile del passeggero. Sentivo la pelle più vicina a quella mano infiammarsi nonostante la breve distanza tra di noi impedisse un vero contatto. Diamine, sei ossessionata da quella mano! Sì, l'averla così vicina, ricordarmi di quando l'avevo sfiorata, mi creavano strane sensazioni che faticavo ad ammettere a me stessa. Oh, forse più di una volta lui si accorse che la stavo fissando, nonostante distogliessi lo sguardo immediatamente ogni qualvolta i suoi occhi si posassero su di me. E lo facevano, oh se lo facevano. Di tanto in tanto, certo, ma ogni volta mi provocavano un leggero rossore e un sorriso lievemente imbarazzato. Dovevo sembrargli molto sciocca ad arrossire mentre il mondo intorno a noi andava in pezzi, e probabilmente lo ero a distrarmi con quelle sensazioni dell'animo invece di concentrarmi sul pericolo incombente. Ma non potevo farci niente, dannazione... era più forte di me. Cercai tuttavia di dominarmi e di ricompormi. Su, Clio, da brava... Sospirai appena, mi voltai verso Icarius e sorrisi lievemente. "Sì, maledettamente inquietante...." sospirai scuotendo piano la testa "Il comportamento di quegli uccelli mette i brividi.." stringendomi nelle spalle come se davvero avessi i brividi di freddo "Dobbiamo riuscire a scoprire che cosa succede..:" sussurrai poi, preoccupata. |
“Non si lascia la ragazza che si ama da sola in una vecchia casa nel bel mezzo della campagna...” disse il poliziotto a Gwen.
“Ora però vi chiedo di interrompere le vostre domande.” Fece il medico. “La ragazza deve riposare.” “Un'ultima domanda...” l'altro poliziotto “... questo Elv ha un cognome?” |
“Già...” disse Icarius annuendo a Clio.
L'auto continuava a girare per le strade rese così caotiche da quegli strani accadimenti. Poi ad un tratto la mano di lui nell'inserire la marcia sfiorò la coscia di lei, casualmente. |
"Non penso che debba interessare agli altri il modo in cui il e il mio ragazzo ci comportiamo reciprocamente" ribattei scocciata.
Quasi sospirai di sollievo quando li mandò via, ma non se ne andarono. "Plus. Elv Plus" aggiunsi, con tono secco, sperando che se ne andassero. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Tutto intorno a noi era caos, non c'era una sola cosa nel mondo chiuso fuori dalla macchina che stesse al suo posto.
Eppure, ero distratta, per quanto assurdo potesse sembrare distrarsi davanti a uno spettacolo simile. Eppure continuavo a voltarmi verso il sedile accanto al mio, osservando di tanto l'espressione così azzurra e intensa di Icarius e cercando di indovinare i suoi pensieri. Ah, sicuramente più concentrati dei tuoi, questo sicuro... Sì, lui sembrava assorto da quegli strani fenomeni, non come me che ero rapita e distratta dalla sua presenza, dalle sensazioni che mi dava la sua vicinanza. Quella mano così vicina che mi ossessionava, quegli occhi che catturavano continuamente il mio sguardo, quel sorriso che mi lanciava di tanto in tanto facendomi fare mille congetture su cosa stesse pensando, cosa stesse provando, quali emozioni albergassero nel suo animo, cosa si nascondesse dietro quell'azzurro e cosa nascondesse quel sorriso. Ero lì, persa in quelle sensazioni, quando sentii un leggero contatto e per poco non sussultai. La sua mano, proprio come la mia poco prima, nel cambiare marcia mi aveva sfiorato. Tuttavia stavolta aveva trovato la mia coscia avvolta nella leggera calza di seta, e la mia pelle si infiammò all'istante. Quel calore, quel brivido, quell'intenso fremito non si limitò alla coscia, ma salì sempre più fino a raggiungere le parti più segrete del mio essere, facendomi spalancare gli occhi per lo stupore. Possibile? Possibile che un simile sfioramento fortuito potesse tanto? Mi voltai per un istante a cercare l'azzurro intenso degli occhi di Icarius, con le gote lievemente arrossate, e solo allora mi accorsi che avevo preso la sua mano tra le mie. Così, senza pensarci, senza rendermene conto, senza badarci quasi. Avevo preso quella mano tra le mie, come fosse la cosa più normale del mondo. E forse... chissà, magari lo era davvero. |
“E' affar nostro se poi dopo una lite una ragazza tenta il suicidio.” Disse seccamente il poliziotto.
Poi Gwen rivelò il nome completo di Elv. “Bene, lo cercheremo.” Il poliziotto. Poi col suo compagno andarono via. “Ora cerca di riposare.” Il medico a Gwen. |
Clio prese la mano di Icarius nella sua, così senza accorgersene.
Lui allora si voltò a guardarla, con i suoi occhi chiari e profondi. La guardò a lungo, senza dire nulla. |
Guardai il poliziotto in tralice.
Per un attimo, ebbi paura quando disse che lo avrebbero cercato, ma in effetti non avevo detto nulla di pericoloso o compromette, dunque non dovevo preoccuparmi. Tuttavia, quando fui sola, non riuscii ad allontanare l'ansia e la paura che potessero fargli qualcosa. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Tutti andarono via, anche il medico e Gwen restò da sola nella sua stanza.
Era quasi Mezzogiorno e fuori il cielo era cupo, malinconico e grigio. Un grigio innaturale, inquietante. |
Avrei detto che fosse Mezzogiorno, anche se il Sole non era visibile.
Il cielo era cupo, innaturale, inquietante. Come quando lui era andato via e tutto questo era iniziato. Mi mancava che mi stringesse, mi mancava potermi avvicinare a lui e baciarlo dolcemente. Mi mancava terribilmente. Sospirai rassegnata abbassando la testa sul cuscino quando sentii scorrere le prime lacrime, ma forse, sarebbe stato meglio sfogarmi piuttosto che tenermi tutto dentro. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
La tristezza, lo sconforto, la solitudine attanagliarono il cuore di Gwen, mentre la luce di quel giorno grigio lambiva la stanza.
Restare lì non avrebbe risolto nulla, né avrebbe riportato Elv da lei. Questo Gwen lo sapeva bene. |
Sapevo che non avrei trovato Elv rimanendo qui, ma a quanto pareva il dottore doveva dare il suo permesso.
Decisi comunque di tentare. Mi asciugai le lacrime e poi tirai il campanello per sapere se finalmente potevo andarmene da qui. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
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