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Ero felici di quella tavola conviviale anche se sentivo come se mancasse qualcosa.
Forse i miei genitori o forse... Mi concentrai sul pezzo di carne che stavo tagliando, dovevo piantarla con certe fantasie prima che mi rendessero totalmente assorta e sciocca. Mio zio e Pepino dovevano aver sicuramente ragione. " I nobili non sono come te" mi disse una vocina nella mia testa così brindai e bevvi tutto d'un fiato per scacciare quel pensiero. Alzai solo gli occhi al sentite nominare la Marchesa delle Rose, per quanto cercassi di non pensare a quel luogo e al suo proprietario sembrava che il destino tornava sempre a riportare l'argomento alla mia attenzione. << Già sono dei mercanti di fiori, ho detto loro che la Marchesa era occupata ora ma hanno detto che avrebbero chiesto ospitalità a Ser Ehiss. Secondo voi ora staranno dormendo sotto le stelle?>> |
"Sì, so com'è fatto, grazie per avermelo ricordato" sbottai "E comunque avevo già deciso di andarci, l'ho anche detto agli artisti" mettendo via la carta datami da Velvot.
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Mi avvicinai silenziosa ai contadini, e restarono stupiti della mia presenza.
Effettivamente come potevo dargli torto? Ero sbucata fuori dalle tenebre. Ma una volta vicina a loro sorrisi. "No, non sono affatto uno spettro.." vagamente divertita "Come vi ho detto, temo di essermi persa, ero giusto andata da quella parte.." indicando la direzione dell'ossario "Alla ricerca di anima viva, poi vi ho sentiti arrivare.." annuendo con un sorriso. "Quanto al come sono arrivata qui.." indicai un albero poco distante a cui se ne stava tranquillo il mio fedele Ercole. "In sella a quel simpatico destriero.." sorridendo nel vedere il muso dell'animale che si guardava intorno. "Ditemi, dove mi trovo?" chiesi poi ai contadini, prima di rilanciare l'argomento della chiesa che avevano evitato. Ogni informazione mi poteva essere utile. |
“Mah, non è facile dirlo.” Disse Pepino mangiando. “Sarei portato a dire di no, poiché Marchesa delle Rose è un rudere ora ed un posto per riposare lo si trova... ma vedendo la strana reazione di quel cavaliere oggi, beh, non saprei... ha cambiato umore in un attimo, divenendo cupo e scostante...”
“Strana gente i nobili.” Fece lo zio di Dacey. |
“Si, ma dovrai andarci con ben altro atteggiamento.” Disse Costanza a Gwen. “Questo broncio e quell'aria insofferente ti servirebbero a poco, ragazza mia.”
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<< Non avete notato il momento? Ha cambiato umore quando abbiamo iniziato a parlare del Duca morto. E se fosse stato un suo amico? O parente? Magari era solo triste e noi non lo abbiamo capito. Io direi un parente però... Avete notato le civette che erano a decorare l'entrata? Le civette sono il simbolo dei Taddei, l'ho letto in un libro. E se lui ha ereditato quella dimora beh... É solo una questione di logica pensare ad una forma di parentela con il defunto duca. Ho ragione no? Il mio pensiero fila liscio>>
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Alzai gli occhi al cielo e sospirai, agitando le mani.
Io non sarei stata affatto ostile con Rovolin, non ce l'avevo con lui, ma una volta spiegata la faccenda, nemmeno lui si sarebbe trattenuto con Reddas, quindi forse io avrei anche evitato di rivolgere la parola a quel ruffiano. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
“Siamo nel bel mezzo della brughiera, madama.” Disse uno dei contadini a Clio. “E' un tratto desolato, visto che qualche abitazione sorge soltanto un po' più giù.” Indicando la direzione.
“Parlavate di una chiesa...” un altro dei tre “... che chiesa cercavate?” |
“Tu pensi troppo a questa storia.” Disse lo zio a Dacey. “E ciò non è una cosa buona.”
“Però il tuo ragionamento fila...” Pepino alla ragazza “... in effetti Marchesa delle Rose ha orbitato in passato negli interessi dei Taddei. E quelle civette come emblema lo testimoniano. Tuttavia mi sembra esagerato reagire così solo perchè si era nominato il vecchio lord Anione morto.” “Questo cavaliere comincia a starmi antipatico...” mormorò lo zio “... ad ogni trenta e trentuno si parla di lui...” scuotendo il capo. |
Già, la brughiera.
A quell'ora di notte era ancora più affascinante, anche se velata di inquietudine. Poi saltò di nuovo fuori la mia chiesa. "Sì è lì che sono diretta... Mi è stato detto che è una chiesina isolata nella brughiera..." Guardando i contadini "Cerco un chierico di nome Don Nicola". |
<< Voi uomini volete sempre fare i duri e reprimere i sentimenti, ecco perché finite con l'avere un pessimo carattere. Lo stesso varrà per il cavaliere. Triste per la morte di un caro ma troppo orgoglioso per ammetterlo>>
Finii di sparecchiare per portare a tavola un semplice dolce con la panna . << Zio Charlie... Anche non lo conosci! Come puoi decidere che ti é antipatico se neanche sai che volto ha>> ribattei senza batter ciglio |
"Bene, ora ti lascerò dormire vista l'ora." Disse Costanza a Gwen. "Magari un pò di riposo ti farà bene." Sorrise ed uscì dalla stanza.
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Sorrisi appena, per poi scuotere la testa e rimettermi sotto le coperte.
Speravo solo che una bella dormita mi aiutasse a sbollire la rabbia repressa verso Reddas, almeno sarei stata un po' più lucida il giorno dopo, così cercai di dormire. |
"Ah, cercate Don Nicola l'esorcista..." disse uno dei contadini a Clio "... allora dovrete proseguire in quella direzione e giungerete alla sua chiesa... ma fate attenzione, si trova in un punto isolato della brughiera, soprattutto col buio della notte..."
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Un esorcista, addirittura.
Forse potevo usare ciò che avevo visto quella notte al cimitero come argomento di conversazione. La cosa mi incuriosiva sempre di più. I contadini furono gentili ad indicarmi la via, e io sorrisi loro per poi osservare la direzione che mi avevano mostrato. "Sarà maglio che vada, quindi..." sorridendo "Vi ringrazio della cortesia, e non temete, so badare a me stessa.." con un cortese cenno del capo. Mi accomiatai dai contadini, salii in groppa ad Ercole per avventurarmi verso quella misteriosa chiesa. |
"Non lo conosco e non ho intenzione di conoscerlo." Disse lo zio di Dacey.
"In effetti è un bel giovane." Annuendo Pepino. "Ma ha qualcosa di tormentato nello sguardo, qualcosa di inquieto. Chissà cosa lo ha spinto a tornare qui e a volersi insidiare a Marchesa delle Rose... sarà anche bello, ma di certo è alquanto misterioso... mmm... domattina andrò a trovarlo di nuovo. Dopotutto sono stato io il primo ad accoglierlo al suo arrivo, dunque mi sembra giusto che mi occupi di lui in caso di bisogno." |
In breve Gwen si addormentò.
La notte appariva tranquilla, silenziosa e anche il riposo della giovane fu lo stesso. Forse sognò. La carta di Cuori, lo spettacolo è l'arrivo di Reddas. Un sogno che rispecchiava il turbine di emozioni e sensazioni vissute durante la giornata. Poi si svegliò di colpo a causa di alcuni rumori che provenivano da fuori, dalla finestra chiusa. |
Clio in groppa a fido Ercole imbocco' la direzione indicata dai contadini.
Lasciò così il vecchio Cimitero e si addentro' ancor più nella cupa e misteriosa brughiera. Aveva percorso uno scorcio di sentiero, quando cominciò a sentire lo scorrere delle acque melmose del Lagno. Fu in quel momento che udì anche una voce. Una voce che cantava. Sembrava quella di una bambina. |
Mi addormentai subito.
Sentivo di dormire bene, saporitamente, ma i miei sogni erano confusi, influenzati dagli accadimenti di quel giorno. Poi mi svegliai, sentendo alcuni rumori provenire fuori dalla finestra, e poichè questa era vicinissima al letto, mi affacciai senza dovermi alzare, cercando di capire cosa stesse succedendo. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
La notte era tranquilla, e osservavo serena il panorama intorno a me.
Non mi dispiaceva quella solitudine, visti gli ultimi avvenimenti nel palazzo era quasi liberatorio poter stare all'interno della natura incontaminata della brughiera. Ma poi udii qualcosa. Dell'acqua, e immaginai dover essere arrivata nelle vicinanze del Lagno. Il Lagno, quante leggende avevo sentito su di lui. Ma c'era dell'altro, mi resi conto tendendo l'orecchio. Un suono. O meglio, un canto. Il canto di una bambina. Possibile? Una bambina che canta tranquilla sulle rive del Lagno nel cuore della notte? Mi sembrava pressoché impossibile. Eppure il suono era libero nella mia mente. Così, incuriosita, decisi di avvicinarmi e seguire quel suono. Tanto dall'esorcista avrei dovuto presentarmi la mattina, non certo nel cuore della notte. Quindi in fin dei conti avevo tempo per vagare di notte nella brughiera. |
"Chi come noi pesca per mestiere" disse l'uomo a prua "deve per forza uscire di notte in mare." Rivolto ad Altea. "Comunque noi non abbiamo incontrato i pirati. Abbiamo sentito da un altro peschereccio della loro presenza non troppo lontano da qui. Questo è quanto. Poi se volete proseguire allora fate pure. Noi vi abbiamo avvertiti."
Lyon fissò Altea. |
Gwen guardò dalla finestra e si accorse di qualcosa.
C'era un uccello appollaiato su un ramo. E non un uccello qualunque. Si trattava infatti del pappagallo visto nella gabbia sul carrozzone di Velvot. |
Guardai fuori e non potei fare a meno di sorridere.
Su di un ramo c'era infatti appollaiato il pappagallo che avevo visto nel carrozzone. Così, incuriosita, aprii poco la finestra. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
Clio, per quanto quella situazione appariva come minimo improbabile, cominciò a seguire quella giovane voce che cantava.
Si trattava di una semplice e ripetitiva nenia. Alla fine il biondo capitano, in sella al suo Ercole, arrivò sulla sponda del Lagno. Le tenebre regnavano sovrane, tra quello spazio sconfinato, la cupa vegetazione e le stelle che brillavano mute e lontane nel cielo. Il gorgoglio delle acque sembravano il solo suono capace di intaccare il sinistro silenzio che dominava su quello scenario misterioso e primordiale. Infatti la bambina aveva smesso di cantare appena Clio era giunta presso il Lagno. Era china sull'erba a raccogliere fiori. |
Gwen aprì la finestra ed il pappagallo si accorse di lei.
"Milady, milady..." disse gracchiando l'uccello "... milady, milady..." ripeté ancora. Fu in quel momento che la ragazza si accorse che l'uccello aveva un bigliettino legato alla zampa. |
Seguii quel suono, così melodioso e assurdo.
Eppure tutto in quella storia sembrava esserlo, l'uomo nel cimitero, la bestia, la maledizione stessa. E ora quella bambina. Una bambina che con mio sommo stupore vidi essere reale. O forse non era che uno spettro nella notte ma era lì, davanti a me, china a raccogliere fiori. Il Lagno intorno a noi si stagliava col suo primordiale splendore, mentre le stelle si riflettevano sulle acque intense e stanti, producendo affascinanti giochi di luce. Osservai per un istante quello spettacolo, perché poi la bambina distolse la mia attenzione. Eppure aveva smesso di cantare, come se avesse sentito il mio arrivo. Cosa che non era poi tanto assurda considerando il dolce silenzio della notte. Adesso la cosa mi incuriosiva, mi incuriosiva sempre più. Cosa ci faceva lì una bambina? Chi diavolo poteva essere? "Perdonami, non volevo interrompere il tuo canto.." dissi allora, dolcemente. |
Quando aprii la finestra, il pappagallo si accorse di me e infatti mi chiamò, gracchiando.
Mi accorsi poi che aveva un bigliettino legato alla zampa. "Porti un biglietto, vedo... Vieni" sussurrai dolcemente al pappagallo, e quando quello venne, presi il pezzo di carta, curiosa di sapere cosa ci fosse scritto. Inviato dal mio Archos 90 Copper utilizzando Tapatalk |
La bambina restò a fissare Clio per qualche istante, smettendo di raccogliere i fiori che crescevano spontanei sulla sponda melmosa del Lagno.
La piccola aveva lunghi capelli spettinati e crespi, come chi vive presso umidi luoghi vicini a corsi d'acqua. "La canto perché piace tanto alla dama..." disse con un fil di voce la bambina. |
Osservai quella bambina attentamente, quasi non riuscendo a capacitarmi della sua esistenza, del suo essere lì in quel momento.
Tutto era selvaggio e incontaminato, persino lei, persino i suoi capelli crespi e ribelli. Poi quelle parole. La Dama. La Dama del Lagno. Avevo sentito storie su di lei, ero forse finita in una di quelle storie. Quelle in cui tutto può succedere, in cui anche l'irrazionale scorrazza per le strade come fosse la normalità? Ero curiosa. Non ero così razionale da scandalizzarmi. Ciò che andava oltre la mia comprensione mi affascinava, mi incuriosiva, non mi spaventava a priori. "È una bella canzone.." dissi dolcemente alla bambina "La Dama?" azzardai poi "La Dama del Lagno?". |
Avvertivo una certa tensione e rimasi perplessa alle parole dell' uomo del peschereccio. ."Vi
ringraziamo per la informazione" ma Lyon mi fissava..forse voleva una risposta sul da farsi. "Lyon ..è strano..Ovvio devono lavorare ma se sono attaccati non pensano alle famiglie? Certo è che i pirati esistono..ma qui non abbiamo fondatezza ..si dice che un altro peschereccio li abbiano visti..si sta creando un inutile allarmismo..io direi di proseguire..e poi non siamo un mercantile da saccheggiare" dissi sicura. |
Rimasi scioccata dall'affermazione dello zio.
Non volevo conoscerlo. Ah sapeva essere davvero cocciuto quando ci si metteva. << Zio Charlie!>> lo ripresi, << non capisco perché hai già deciso che quel cavaliere non ti piace. É meglio farselo amico, per gli affari intendo. Potrebbe portarci tanti clienti ricci alla bottega>> Parlare di affari era spesso l'unico modo per convincere lo zio a fare qualcosa. << Beh... Ha fatto tanti viaggi, ha visto molte cose... Ci ha raccontato di quella sua prigionia ricordate? Sono cose che segnano una persona, non c'è da stupirsi del suo sguardo... Vorrei vedere voi!>> Ritirai il resto delle cose in tavola perché sentivo il bisogno di alzarmi e far andare via un po' del nervoso che sentivo attraverso il movimento fisico. << Uhm... Uhm... Il primo? I primi, Pepino, i primi. Non te lo dimenticare che c'era anche io e la mia presenza é stata apprezzata>> dissi con un impeto di orgoglio per poi rendermi conto di aver parlar forte tanto che i due uomini mi sentirono chiaramente dalla sala da pranzo. |
Pepino rise a quelle parole di Dacey, mentre suo zio scuoteva la testa.
“Questo cavaliere” disse Charlie “sta diventando una dannata idea fissa per quella ragazza.” “Eh, il fascino dei cavalieri è sempre stato forte sulle donne.” Bevendo Pepino. “In ogni epoca.” “Non dire sciocchezze.” Pulendosi col tovagliolo lo zio. “E' poco più di un'adolescente, non ha certo di pensieri simili.” “Amico mio, le donne crescono molto prima di noi.” Sorridendo Pepino. “Quando noi siamo ancora ragazzi loro sono invece già adulte.” Annuì. “Idiozie.” Seccato lo zio. “Dacey sta solo fantasticando, immaginando chissà quali storie fiabesche. I ragazzi manco li guarda.” “Eh, convinto tu.” Divertito Pepino. “Si, sono convinto.” Annuì Charlie. |
“Come volete...” disse l'uomo a prua ad Altea “... noi vi abbiamo avvertiti. Di più non possiamo fare.” E fece segno ai suoi di proseguire.
Il peschereccio così prese ad allontanarsi. “Sicura che non vi spaventa proseguire?” Chiese Lyon alla dama. |
Restai in cucina e si stavo proprio origliando ma ero troppo curiosa di capire cosa le mie parole avevano scaturito.
Zitta zitta udii lo scambio di battute e rimasi ammutolita. Per mio zio non ero altro che una bambina, non si accorgeva che ero cresciuta e che volevo di più dalla vita che restare sempre in bottega. Per molto tempo, dopo la morte dei miei genitori, in effetti avevo creduto che sarei sempre rimasta a fianco dello zio Charlie, con lui mi sentivo al sicuro e mi voleva bene. Ma ero cresciuta, erano passati gli anni e la mia mente si era mossa desiderosa di novità. Ora mi sentivo sicura di me stessa e non cercavo più mio zio in caso di bisogno, tendevo sempre a trovare la soluzione da me. Ora avevo sogni e aspirazioni più grandi che quelli di fare la cartomante. Ora guadavo fuori dalla finestra e provavo invidia per quelle ragazze che passeggiavano accanto al loro amato. Provavo invidia per Milly, la figlia del panettiere, che sgattaiolava via ad ogni occasione per ricevere un bacio dal garzone del fabbro. E anche io avrei tanto desiderato qualcosa del genere. Ma ero sempre stata quieta non avendo ancora trovato qualcuno che attirasse davvero la mia attenzione m Fino ad ora. << Signori in cucina mi fischiavano le orecchie, non si dovrebbe sparlare di chi non c'è >>ammonii i due con fare naturalmente bonario mentre versavo loro del liquore per terminare il pasto. |
Il peschereccio prosegui'e Lyon mi pose di nuovo il quesito.."Sicura Lyon, non penso possiamo essere loro preda e poi pure questi pescherecci se ne stanno tranquilli..perché dobbiamo temere noi?".
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Gwen aprì il biglietto che così recitava:
“Guarda a sinistra della cintura di Orione. Ci sono le Perseidi, da dove scendono sulla Terra le stelle cadenti. Ne vedrai una, tutta per te. Esprimi il tuo desiderio...” |
Aprii il biglietto.
Ad un certo punto credetti quasi di averlo imparato a memoria, per quante volte lo avevo riletto, sorridendo incantata e rossa in viso. Così presi un pezzo di carta e, guardando le stelle con un sorriso, risposi. Legai poi alla zampa del pappagallo il biglietto, che recitava: "L'arrivo di questo biglietto è già il mio desiderio, e si è avverato..." |
“Allora non origliare e vedrai che le orecchie non ti fischieranno.” Disse lo zio a Dacey, davanti ad un divertito Pepino.
I due gustarono il liquore versato loro dalla ragazza e dopo un po' l'ometto si alzò per andare via. “Bene, amici miei...” mormorò “... la cena era ottima, così come la compagnia. Vi sono debitore di una serata altrettanto piacevole. Ora però meglio che vada, visto è già tardi. Domattina, come detto, vorrei tornare nella brughiera e sincerarmi che il nostro cavaliere abbia il necessario per i suoi comodi.” |
Roteai gli occhi al rimprovero di mio zio e incrociai le braccia.
<< Si si va bene>> mormorai sospirando che più di un sospiro sembrava uno sbuffo. << É stato un piacere anche per noi. É sempre bello per chi cucina quando il cibo viene apprezzato così tanto>> infatti lo stufato era sparito tutto in pochi minuti dalla tavola. << Si, lo avete detto e... >> guardai lo zio ma non mi azzardai a chiedergli per tornare alla brughiera anche quella mattina, << beh se doveste avere bisogno di qualcosa domani... Sapete dove trovarm..intendo dove trovarci>> |
“E sia.” Disse Lyon riprendendo il grosso remo con cui governava la barca. “Proseguiamo. Però, devo dire che mi piacete.” Sorridendo ad Altea. “Siete coraggiosa e non timida e preoccupata come invece appaiono le damine dell'alta società. Ma siete davvero sicura di essere nobile e non invece la figlia illegittima di qualche brigante o avventuriero?” Facendole l'occhiolino.
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