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La battaglia non poteva essere finita.
No, non ora, devo ancora abbattere quel maledetto aereo, pensai. Quell'aereo che si era portato via il sorriso di Geris, il suo sguardo pulito. Ma mi sbagliavo, i caccia, soddisfatti forse, se ne andarono lasciandoci soli in quell'angolo di cielo. Un cielo che piangeva il nostro amico. E allora realizzai quello che era successo. Sentii un dolore squarciarmi il petto, e un urlo insistere perché lo liberassi. Ma non potevo lasciarmi andare, i miei gradi mi obbligavano a portare a termine la missione. Li odiai, in quel momento. Vorrei dire che ci si abitua a perdere un fratello, ma non è così. Ogni volta fa male, come se con lui fosse precipitata una parte di noi. Ancora ricordavo la battaglia in cui Neko era caduto. E ogni volta che mi tornava in mente mi appariva surreale. Ricordavo ancora il rombo del suo motore, la scarica di colpi che l'avevano colpito. Le sue parole, il suo addio. Il mio sguardo che seguiva la sagoma sparire sotto di noi. Il fuoco. Eppure non soffrii come mi sarei aspettata, non sentii il cuore dilaniato perché era talmente a pezzi dall'essere incapace di nutrire emozioni. Ero rimasta così, apatica e catatonica per mesi dopo il giorno in cui gli avevo confessato il mio amore. Anche se l'avevo riabbracciato dicendogli che ci avrei provato, che avrei provato a stargli accanto e far finta di niente, ero cambiata. Ero insensibile e apatica, sempre in prima fila per le missioni più rischiose. Aspettavo, aspettavo che la Morte si ricordasse di me e venisse a prendermi, che l'adrenalina del combattimento mi rendesse viva. Camminavo, mangiavo, combattevo, ma era come se il mio cuore non battesse. Dunque non riuscii neanche a soffrire più di tanto per la sua morte, non riuscivo a provare niente in quel periodo. Erano stati poi i ragazzi della squadriglia a riportarmi alla vita. Loro certo non potevano rattoppare il mio cuore, ma il loro affetto, la loro vicinanza e complicità mi avevano fatto rinascere e guarire del tutto. Anche se il mio cuore continuava ad essere a pezzi, almeno riuscivo a provare emozioni. Cosa che maledissi in quel momento, mentre il dolore mi attraversava. Un dolore genuino e chiaro, come lo era lui. La voce di Kostor mi riportò alla realtà, avrei voluto andare con lui, piantare lì tutto e andare dal mio fratellino là sotto, il cui sorriso non avrei più rivisto. Ma avevo una squadriglia da portare a casa. "Qurt.." chiamai via radio "Aiutalo.." ordinai. Un ordine che sarebbe pesato poco al pilota, dato che tra tutti era quello più legato a Geris, sapevo che non avrebbe avuto il coraggio di chiederlo, ma anche che desiderava andare con Kostor. "Riportate Geris alla base, voi due.." dissi "Lo onoreremo come merita.." mormorai, mentre sentivo ormai le lacrime rigarmi le guance. "Andiamo ragazzi.." dissi agli altri "Torniamo alla base.." dissi soltanto, voltando il mio aereo. Il prezzo di quella missione era stato troppo alto. "Ma non finisce qui.." dissi, contenendo a stento la rabbia. Non vedevo l'ora di scendere da quell'aereo, prendere a pugni qualunque cosa mi si parasse davanti, e bere fino a dimenticare. |
“Si, avete ragione.” Disse Leones a Dacey. “Siamo tutti nella stessa barca e remare contro non gioverà a nessuno di noi.”
In quel momento tornò Guisgard. “Ancora a poltrire?” Il militare ai quattro. “Su, dobbiamo metterci al lavoro.” Guardò Dacey. “Ho trovato una vecchia biblioteca dall'altra parte del borgo. Sicuramente troveremo un libro di storia con cui potrete esercitarvi. Dovete saper conoscere tutti i membri della famiglia reale. Andiamo, il lavoro ci aspetta.” “Noi cosa faremo?” Chiese Leones. “Scrivete alla Gran Baronessa” rispose Guisgard “ed avvertitela che siete su una pista interessante, ma nulla di più. Non dovete in alcun modo far trapelare nulla, soprattutto riguardo a questo nostro soggiorno ad Evangelia.” “Parlate come chi teme di essere trovato da qualcuno...” fece Fines. E Guisgard si limitò a fissarlo con uno sguardo enigmatico. |
Fermer fissò Gwen per alcuni istanti senza dire nulla.
“Forse la mia era solo una battuta...” disse infine sorridendo “... o magari una frase buttata lì, per conoscere meglio la mia assistente ed infermiera...” il sorriso era svanito “... o forse era ciò che pensavo esattamente in quel momento...” i suoi occhi erano in quelli di lei “... anche adesso ho la forte sensazione che mi stiate... tentando? E' la parola giusta?” |
Lo ascoltavo senza abbandonare quell'espressione, fra il serio e il sorridente.
" 'Conoscere meglio', dite?" Il mio cuore era come impazzito quando i suoi occhi erano nei miei. "Giusta? Dipende. Se lo pensate é perché forse qualcosa ve lo ha fatto pensare, posso sapere cosa?" sempre con gli occhi nei suoi. |
Una biblioteca, uno dei miei luoghi preferiti. La calma, la cultura e il sapere racchiusi in una sola stanza.
Mi alzai subito con un sorriso per poi ragionare che ero una cameriera, che ne sapevo di biblioteche, quindi mi limitai ad annuire e seguire Gusigard dopo aver salutato gli altri tre. << Allora signore che faremo? Tutto il giorno rinchiusi a leggere? Fortuna che so leggere! La mia vecchia padrona odiava l'ignoranza sapete? E ha istruito tutti i suoi domestici, tutti quanti me compresa... E non per peccato di modestia ma, indovinate chi era l'allieva migliore?>> rivolsi un sorriso al militare. Non stavo raccontando una bugia completa, adattavo solo la realtà. Ero davvero la più studiosa tra le mie sorelle. |
“Noi il capitano neanche lo abbiamo visto.” Disse Palos a Marwel.
“Già, mi chiedo che tipo sia...” fece Icarius “... non certo un militare tradizionale... è pur sempre un legionario...” In quel momento arrivarono Gaynor, Park e Zac. E la diva subito salutò la giovane dagli occhi verdi, per poi rivolgersi ad Icarius. “In verità” disse questi “non ne ho avuto il tempo... prima quel caporale e poi quell'ufficialessa ci hanno fatto capire subito l'aria che tira in questo posto... ma è vero, vi sono debitore, come lo sono con Marwel... ma forse non conviene a due ragazze di mettersi contro i legionari per prendere le difese di un cadetto.” “Oh, ma voi siete miss Gaynor, la diva del momento!” Esclamò Palos. “Cavolo, solo ora vi riconosco!” |
"Vestita così e senza trucco è già tanto che mi abbiate riconosciuta, soldato..." risposi con un sorriso.
"In quanto a voi" rivolgendomi al cadetto dagli occhi azzurri "non mi siete debitore di nulla, l'avrei fatto per chiunque e lo rifarei altre cento volte. Odio la grettezza in ogni sua forma e di sicuro odio ancor di più chi se la prende con i più deboli..." |
“Per ora direi di incamminarci.” Disse Rodian ad Altea. “E' giorno e sfrutteremo la luce per raggiungere la stazione. Se ci dirà bene magari troveremo un mezzo di fortuna.”
“State attenti, ragazzi...” fece il vecchio cieco “... che il Cielo vi aiuti...” I due lasciarono la casa e si incamminarono verso la stazione che però era distante da lì. Altea, nonostante le difficoltà di quella situazione, era presa dai suoi vecchi ricordi e dalle sensazioni che essi lasciavano in lei. Quegli occhi azzurri ed irriverenti, il suo fare da ragazzo maledetto e tormentato, la sua insofferenze alle regole che invece erano così importanti per l'aristocrazia rendevano quella figura quasi un dolce tormento per Altea. Dov'era ora? Questo lei continuamente si chiedeva, mentre il mondo intorno a lei, il suo mondo, crollava sotto l'ombra rossa di Canabias. http://www.centrosangiorgio.com/piag...e_martello.jpg |
Salutammo l' anziano uomo, feci una carezza al cane e guardandolo risposi solo.."Grazie...di esservi fidato di noi, staremo attenti ma pure voi dovete esserlo, vi fidate troppo della gente..non vorrei approffittassero di voi".
Fu così che iniziò il nostro cammino per raggiungere il Meridian Express, non capivo..continuavo a pensare a quel passato...forse non ero diversa da lui, pure io odiavo quel mondo frivolo, ma di aristocratici a modo ve ne erano..mio nonno, mio padre ne erano l' esempio. Sospirai guardando Rodian.."Dobbiamo camminare in fretta, ti seguo...penso in azioni militari forse te la cavi meglio di me...e dobbiamo fare in fretta...quei maledetti di Canabias potrebbero valicare il confine come nulla". |
La squadriglia di Clio ritornava al forte.
La fabbrica era stata riconquistata ed in breve la sorveglianza privata arrestò gli scioperanti superstiti e li inviò a Città di Capomazda, in una delle tante prigioni che pullulavano di traditori, sovversivi, anarchici ed anticlericali. Il volo di ritorno fu silenzio. Un silenzio a tratti insopportabile. Avvistarono il forte ed atterrarono. E subito i meccanici li aiutarono a scendere dagli abitacoli. Saltata giù dal suo caccia, Clio trovò ad attenderla Tesua. “Conto tre caccia mancanti...” disse. Ma in quell'istante si intravidero altri due nel cielo, quello di Kostor e di Qurt. “Preparate un aeroimorchiatore...” fece Pintos. “Chi?” Chiese Tesua. “Geris...” rispose Pintos. “Com'è accaduto?” Tesua a Clio. “Sono stati gli scioperanti?” |
Femer riuscì a staccare lo sguardo dagli occhi di Gwen, che sembravano a tratti quasi intimorirlo.
“Un mio vecchio amico” disse, infilandosi il camice bianco “diceva che nulla è più provocante per un uomo di una ragazza dallo sguardo pulito quando decide poi di accenderlo...” fissandola di nuovo “... e quando il vostro sguardo si accende io ho la netta sensazione che mi tentiate...” lo sguardo di lui scorse, rapido ma deciso, su tutta la figura di lei. Stava guardando Gwen come si guarda una donna. Una bella donna. |
Guisgard e Dacey si incamminarono verso la biblioteca, con la ragazza che con un vivo entusiasmo raccontava il suo amore per la cultura, naturalmente velando il tutto con qualche bugia.
Ovviamente doveva continuare a recitare quel suo ruolo. “Una ragazza in gamba dunque ho incontrato...” disse lui, con una lieve irriverenza “... che gioiello di cameriera... bella, intelligente e colta...” si voltò a fissarla “... magari il figlio della padrona ci avrà pure provato, no? O non ne aveva la vostra padrona?” Con tono provocatorio. |
Staccó i suoi occhi dai miei, quasi fosse intimorito.
Non avrei mai pensato di fare questo effetto a qualcuno. Risi piano poi alle sue parole, cercando di nuovo il suo sguardo. "Siete serio?" con un'espressione divertita. Vidi poi i suoi occhi percorrere il mio corpo, uno sguardo veloce, ma deciso e non so cosa avrei dato per sapere cosa stava pensando in quel momento. |
“Naturalmente...” disse Icarius fissando Gaynor “... non ho certo pensato che l'abbiate fatto per me. Non mi aspetto nulla da questo posto e da chi lo frequenta. E comunque vi ho ringraziato come avrei fatto con chiunque altro.”
“Non badate al mio amico...” Palos a Gaynor “... non si è ancora ambientato...” |
“Oh, che onore...” disse Rodian ad Altea “... vossignoria si degna di rivolgersi a me dandomi del tu... e naturalmente mi concede la grazia di fare altrettanto.” Ridendo.
Ma ad un tratto i due fuggitivi intravidero del fumo in lontananza. |
<<Beh ve l'ho detto, sono una che impara in fretta, è sempre stato un punto a mio favore.>>
Sostenni la sua occhiata per poi arrossire leggermente. Su una tale domanda non ero pronta. Non sapevo proprio che dire, che inventare. A palazzo avevo sempre chi mi controllava, non avevo certo tempo per pensare ai ragazzi. Certo durante le feste e i balli ne avevo conosciuti e molti ma nessuno aveva catturato la mia attenzione. Nessuno aveva fatto brillare i miei occhi e battere forte il mio cuore. E questo mio padre lo sapeva.Per questo mai aveva detto nulla su proposte di matrimonio o fidanzamento, ne erano arrivate anche per me, non solo per mia sorella, questo lo sapevo ma mio padre le aveva cestinate tutte. E mi aveva resa felice perché significava che mi conosceva davvero bene. Tornai al presente, alla mia conversazione con Guisgard. <<Io ecco...Io pensavo a lavorare, nient'altro>> |
“Certo che sono serio...” disse Fermer a Gwen, per poi sorridere “... e voi lo siete quando assumete quello sguardo?” Fissandola.
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Guisgard rise a quelle parole di Dacey.
“Certo, come no...” disse sarcastico “... avete riflettuto un bel po' prima di rispondermi. Eh, ne ho sentite di storielle su voi cameriere... chissà perchè, ma accendete sempre le fantasie dei vostri padroni. Ma tranquilla, non vi giudicherò di certo. Anche perchè poi dubito vi importi della mia opinione.” Indicò la strada. “Ecco, siamo quasi arrivati alla biblioteca.” |
Sorrisi leggermente alla sua domanda.
"Assolutamente sí" risposi io a mia volta, continuando a guardarlo. Il problema era che non lo facevo consapevolmente; mi era sempre stato detto che avevo un modo particolare di guardare la gente negli occhi ed evidentemente era vero, solo che appunto non era una cosa consapevole. "Non pensavo che il mio sguardo vi mettesse soggezione" dissi, guardandolo con cuiositá. |
Cercai di trattenere un controllo..lo stesso al laghetto quando mi voleva provocare..."Forse ho preso un abbaglio...forse pensieri lontani mi hanno fatto pensare vicino a me ci fosse una altra persona a salvarmi...avete ragione, meglio darci del voi e tenere un distacco..o prendete troppa confidenza che non voglio darvi" dissi seccamente guardandolo torvo, non mi stava simpatico ma era l' unico modo per uscirne viva.
Poi vedemmo del fumo..."Meglio ci avviciniamo lentamente, non si sa mai che potrebbe essere ed acceleriamo il passo". Mi posi davanti e iniziai a camminare forte per vendetta. http://i68.tinypic.com/2h4gx7p.jpg |
Lo fulminai con lo sguardo stringendo i pugni e dissi a denti stretti, visibilmente irritata.
<<Osate ancora mettere in dubbio la mia onestà e potrete dire addio ai vostri soldi. Una cameriera non è una prostituta. Non so che genere di donne frequentiate voi, e non voglio saperlo, ma non pensiate che io sia come loro. E ora se non vi dispiace, preferirei parlare d'altro>> e a passi lunghi raggiunsi la biblioteca entrandoci e lasciando che la porta si chiudesse dietro di me senza neanche aspettare Guisgard. |
“Soggezione...” disse Fermer a Gwen “... non direi soggezione... no, cosa trasmette il vostro sguardo lo definirei diversamente da soggezione...” rise, forse per rompere l'imbarazzo e l'atmosfera di quella situazione che probabilmente stava diventando troppo sensuale “... mi auguro che non guardiate così anche i pazienti, o ci ritroveremo legionari in fila tutti i giorni che si danno malati...”
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"Io non 'frequento' questo posto, ci sono da soli due giorni... e scommetto che tanto ci durerete voi, con questo fare altezzoso. Da oggi in poi, se avrò mai il piacere di incrociarvi di nuovo, per me sarete il Duca..."
Rivolta al suo compagno aggiunsi "Se continua così, dubito si ambienterà mai..." |
Mentiva.
Sapevo che mentiva. Si vedeva da come aveva distolto lo sguardo prima. Decisi comunque di non andare oltre. "Vi interesserá sapere, comunque, che mi é stato spesso detto fin da piccola che avevo un modo particolare di guardare la gente negli occhi, dunque ahimé non é una cosa che posso controllare, anche se magari voi pensate il contrario" dissi sorridendo sempre guardandolo negli occhi, per poi dirigermi verso la mia stanza a cambiarmi con la solita camicia e la gonna, per iniziare una nuova giornata di lavoro. Era cosí strana quella situazione, l'atmosfera che si era creata in quella stanza, il mio cuore impazzito e il respiro intermittente, ma soprattutto il suo comportamento era sempre piú incomprensibile. http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:A...AZUoY7nPHZpLCQ |
Guisgard restò a fissare Dacey che irritata entrò nella biblioteca senza neanche aspettarlo.
Il militare allora la seguì e le fece poi cenno di sedersi ad uno dei banchi liberi. “Suvvia...” disse sorridendo “... non volevo mica offendervi. Anzi, era un complimento, sapete? Ho detto che le cameriere accendono le fantasie dei loro padroni, non che poi le soddisfino. Pensate davvero che per interpretare una principessa avrei scelto una ragazza qualunque? Ovvio che mi hanno colpito i vostri occhi puliti, il viso aggraziato ed i vostri modi. E se volete saperla tutta sono in qualche modo lieto di sapere che il figlio della vostra padrona non ci abbia provato, o che comunque voi gli abbiate dato il benservito. Posso essere sincero? Mi sta anche un po' antipatico quel tipo.” Facendole l'occhiolino. |
Tornare al forte fu difficile nonostante il cielo sereno.
Niente battute scherzose, niente racconti epici o ragazzi che si pavoneggiavano per le proprie manovre. Solo silenzio, un silenzio insopportabile. Ma era forse preferibile quel silenzio alle domande, domande a cui bisognava rispondere. Scossi la testa alle parole di Tesua, mentre il mio sguardo avvistava i due caccia di Kostor e Qurt. "No, dei valchiria.." risposi, meccanicamente "Anzi, uno in particolare, con un teschio e una rosa.." tra i denti "Ne abbiamo abbattuti due.." tagliai corto. Quella era la parte peggiore, dover essere lucida e razionale quando ne avrei fatto volentieri a meno. |
“Ah, ecco...” disse Rodian ad Altea “... si è scoperto che milady ha un amore segreto...” ridendo.
Si avviarono poi verso il fumo. “Facciamo attenzione” raggiungendo la nobile che camminava velocemente “o potremmo avere sorprese... e cercate di starmi accanto, se volete rivedere il vostro spasimante.” Avanzarono nella boscaglia, fino a quando videro una casa, dal cui comignolo usciva il fumo. “Un'altra casa...” mormorò Rodian “... chi vi abiterà?” |
Mi sedetti fingendo di sfogliare un libro qualsiasi, non avevo alcuna voglia di starlo a sentire.
Cercai di ignorarlo ma udii comunque le sue parole e per quanto mi costasse ammetterlo, riuscì a strapparmi un sorriso. Alzai gli occhi e lo guardai. <<Se può farvi sentire meglio non c'era nessun figlio e nessun padrone. Lavoravo per una donna, vedova e con due figlie piccole. Ora possiamo andare avanti. Cosa devo imparare?>> |
“Il Duca...” disse divertito Palos “... un soprannome azzeccato, miss!” Rivolto a Gaynor.
“Spiritosi...” scuotendo il capo Icarius “... e cosa ci fa una diva dello spettacolo in mezzo al deserto fra i soldati? Pubblicità? Promozione? O quelle stupide trovate che talvolta gli artisti fanno per guadagnarsi le simpatie del pubblico?” |
Mi fermai a quelle parole e ripresi il cammino lentamente, Rodian mi raggiunse e dissi con indifferenza.."Perchè il saccente Rodian non ha una ragazza che lo starà aspettando?" e lo guardai maliziosamente.
Poi mi voltai verso la direzione del fumo..."Oh si..sembra abitato questo posto eh...potremmo evitarlo...eppure io sono convinta non sono da sottovalutare queste case come segnali..ogni tappa della stazione..ci porterà al treno..nulla è per caso..andiamo a bussare". A quelle parole risi leggermente, qui avevo preso da mia madre e le sue solite usanze e salotti di nobildonne e nobiluomini che si dedicavano ai segnali e ogni forma di esoterismo od occulto...e da cui, da cattolica me ne tenevo lontano. Raggiungemmo la casupola e bussai e dissi sottovoce.."Sempre la storia narrata all' anziano, magari qui potremmo trovare un aiuto per andare al Meridian Express." |
“Un Valchiria” disse Tesua a Clio “con un teschio ed una rosa...” pensieroso “... sarà bene che informiamo il capitano...” e fece cenno alla ragazza di seguirlo.
Poco dopo partì l'aereorimorchiatore per recuperare ciò che restava dell'aereo di Geris. E mentre Clio e Tesua si avviavano verso la caserma centrale, incrociarono Sullos. “Ehilà...” questi rivolto alla ragazza “... tornati? Ho novità riguardo la storia del caccia senza emblemi.” Si accorse dello sguardo di Clio. “Ma cos'è successo?” |
"Vi può sembrare strano, cadetto, ma io non ho bisogno di pubblicità, soprattutto non rintanandomi in una base militare in guerra, in mezzo al deserto... sono qui in veste di 'regalo' per i soldati, la sera mi esibisco al saloon per rallegrarli un po'. Poi, sono qui anche per studiare la vita militare, c'è in vista una grossa produzione proprio su questa stupida guerra... Come vedete, soldato, avete sbagliato soggetto..."
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Non avevo alcuna voglia di vedere il capitano, volevo togliermi quella maledetta giacca, correre fino a non avere più respiro e prendere a pugni la parete.
Ma mi limitai ad annuire. Non potevo fare altrimenti, i gradi avevano delle responsabilità che i legionari non avevano, essere lucida in un momento del genere era una di quelle. Una di quelle che odiavo di più. Sulla strada per l'ufficio del capitano incontrai Sullor, che come al solito aveva novità interessanti, sapevo che era la persona giusta a cui affidare quel compito. Ma lui si accorse che c'era qualcosa. "Geris.." sospirai soltanto, per poi scuotere piano la testa. "Che novità?" chiesi, sperando fossero abbastanza interessanti da distrarmi. |
Marwel ascoltò il battibecco tra Miss Gaynor e Icarius e ogni tanto lanciava qualche occhiata divertita a Palos, poi, con la gentilezza e la dolcezza che la contraddistingueva, parlò alla dama: "dicevo a questi nobili soldati che se fossi bella come voi il Capitano non mi farebbe attendere tanto a lungo".
Non avrebbe mai potuto intraprendere la carriera di Miss Gaynor, poichè era piuttosto timida e l'ultima cosa che voleva era attirare l'attenzione su di se. Però era certa di voler attirare quella di Icarius, anche se non lo dava a vedere. "Io devo andare a torturare qualche soldato per far si che il Capitano mi riceva" disse stringendosi nel mantello, poi si rivolse a Gaynor e ai cadetti "vi auguro una buona giornata Miss Gaynor e anche a voi. Ricordate che i miei bambini vi aspettano". |
Gwen era a cambiarsi nell'altra stanza, indossando camice e cappellino.
“Interessante...” disse Fermer ad alta voce, in attesa che l'infermiera fosse pronta “... allora immagino che guardiate ogni altra persona nel modo in cui guardavate me.” Rise piano. “E sia, dunque mi sembra ovvio che non c'erano propositi di tentazione nei vostri sguardi per me.” Divertito. |
Guisgard sorrise.
“Eh, devo dire mi sento sollevato.” Disse a Dacey. “Ora so che non c'è un odioso giovane ed impettito borghese a cui vorrei rompere il muso.” Facendole l'occhiolino. Si avvicinò poi ad uno degli scaffali e cercò un testo. “Ecco...” tirando fuori un libro “... un bel libro di storia...” si sedette accanto a lei ed aprì il libro “... trovato ciò che ci serve...” mettendo davanti alla ragazza una foto “... questa era la famiglia reale di Animos...” leggendo ciò che era scritto sotto la foto “... c'è sua Altezza Reale Talcos Kentos... la regina Ippiav... due dame di compagnia, ossia Leyana Valenka e Rajad Semarta... l'Infante Augustey... e le due figliolette... Dacey e Marian.” Guardò Dacey accanto a lui. “In effetti la vostra somiglianza con la principessa è davvero molto forte... sono certo che anche la Gran Baronessa ci cascherà.” Ma vedere quella foto a Dacey scatenò antichi ricordi della sua vita passata. Rivide in un attimo immagini e momenti trascorsi con la sua famiglia. E calde lacrime, senza che se ne accorgesse, bagnarono il suo bel viso. https://www.denrus.ru/upload/resize_...e0cdfc6b04.jpg |
Lo ascoltai mentre mi cambiavo e scossi la testa.
"Come immaginavo, mi avete fraintesa" raggiungendolo e avvicinandomi "Ho detto che mi capita di guardare a fondo e intensamente una persona" guardandolo "Non che guardo voi come gli altri. C'é una bella differenza." |
Scossi la testa senza comprendere perché mai Guisgard avrebbe dovuto fare a pugni con quell'ipotetico ragazzo.
Mi concentrai quindi sulla lezione. Un ripasso su tutte le famiglie nobiliari e i loro stemmi mi sarebbe stato di certo utile per quanto fossi preparata. Invece davanti i miei occhi trovai quella foto. Sentii il cuore chiudersi in una morsa di dolore. Le mie mani andarono a sfiorare ogni figura. Mio padre, mia madre, i miei fratelli e le mie uniche due amiche. Ora erano tutti morti. I miei occhi iniziarono a vacillare, l'immagine si fece sfocata e poi sul volto del mio fratellino cadde una mia lacrima. Ci misi qualche minuto a reagire, totalmente devastata dal dolore. <<Scusate... Io... Dopo tutta la gente morta durante l'attacco aereo... Pensare che sono morti anche loro.... Non so, sono sensibile sull'argomento>> la mia giustifica era palesemente inconsistente ma il mio cervello non voleva collaborare, fisso sulla mia famiglia perduta . |
A quella rivelazione di Clio, Sullor chinò il capo.
“Non mi abituerò mai” disse “all'ingiustizia di questo mondo... lui forse era l'unico fra noi a non voler morire, a voler sopravvivere a tutto questo... ed invece è toccato a lui essere il primo...” guardò poi la ragazza “... si, novità sui due tipi che erano nell'hangar dell'aereo senza emblemi...” “Ne discuterete dopo.” Intervenne Tesua. “Ora c'è da informare il capitano.” E fece cenno a Clio di seguirlo. Intanto, a centinaia di chilometri di distanza, uno stormo di Valchiria era atterrato in una futuristica base militare, da cui sventolava la bandiera rossa con la scure ed il martello. E tra quegli aerei vi era quello sulla cui coda era impresso il simbolo del teschio con la rosa. L'abitacolo si aprì e saltò fuori un agile ed aggraziato pilota. E subito alcuni meccanici si avvicinarono. “Il maggiore Gouf vi attende a rapporto.” Uno di quelli al pilota, che annuì. Raggiunse allora la caserma, senza togliersi il casco, fino a trovarsi davanti a due soldati. E finalmente il pilota tolse il casco, mostrando il suo volto. “Sergente Viktoria a rapporto.” Disse ai due soldati. “Sono attesa dal maggiore Gouf.” http://cdn.movieweb.com/img.news.top...LhWNOM_1_b.jpg |
“Studiare la guerra...” disse Icarius a Gaynor, per poi sorridere quasi beffardo “... la guerra non si studia... non è quella dei film...”
In quel momento videro atterrare l'aereorimorchiatore con i resti di un caccia abbattuto. Era quello pilotato dal povero Geris, distrutto dal misterioso Valchiria col teschio con la rosa come emblema. “Ecco...” indicandolo il cadetto dagli occhi azzurri “... ecco la guerra, miss diva...” rivolto poi a Gaynor “... in quelle lamiere ora ci sarà da estrarre il corpo senza vita di un legionario... questa è la guerra. E non va studiata, né amata e neanche odiata. Va solo combattuta.” “Ehi...” mormorò Palos, per cercare di alleggerire la tensione “... mi è venuta un'idea geniale... perchè non accompagniamo noi Marwel dal capitano?” “Sei un illuso se credi riceverà due reclute come noi...” fissandolo Icarius. “Si, invece.” Annuì Palos. “Ci riceverà se ad accompagnarci verrà anche miss Gaynor.” Icarius allora guardò prima Marwel, poi Gaynor. |
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