Camelot, la patria della cavalleria

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Daniel 07-02-2012 16.01.50

ebbi un sussulto..
<<COSA? La.. cosa??>>
Isolde.. Lì? La causa di tutti i nostri mali?
Senza pensarci due volte contattai col pensiero Elisabeth e le urlai:
"Isolde è La prima consigliera di stò posto! Dove sei?"
Ero sconvolto..
Guardai il medico e gli dissi
<<Isolde è la causa di questo -e gi mostrai la mano- e di molte altre ferite.. Esterne e interne.. è una creatura orribile..>>
Non poteva essere..

elisabeth 07-02-2012 16.51.08

Mentre cercavo di farmi accompagnare da Daniel..........mi investii un vento di aria gelida....era talmente forte che le vibrazioni fecero cadere il mantello dalle mie psalle e ogni foglia del mio vestito cambio' colore..il verde era sparito..ora apparivano come il colore dell'autunno......Daniel.....Isolde che c'entra Isolde.......dove sono.....non lo so il palazzo e' cosi' grande.....solo un attimo Daniel solo un attimo......Incominciai a correre salendo scale e percorrendo lunghi corridoi ..sino a quando non aprii una porta.....

Daniel 07-02-2012 17.51.42

Elisabeth mi diceva un attimo ma non arrivava...Il tempo scorreva.. Decisi di andare via.. Scesi da letto e correndo via urlai al medico..
<<Grazie di tutto!>>
Corsi su e giù per scale e corridoi.. Arrivai ad un enorme porta di legno Nero.. La varcai... All'interno una grandissima stanza con volte a crocera e colonne composite.. Una ventina di navate al cui interno si trovavano libri di ogni genere.. Alla fine della navata centrale sotto un enorme rosone di tutte i colori inciso di strani segni c'era un leggio.. Mi avvicinai.. Sopra v era posato uno strano libro.. La copertina era azzurra come il cielo.. Decisi di aprirlo.. Al solo tocco ebbi la sensazione di attraversare mille epoche passate e di andare in quelle future.. Non mi piaceva quel posto.. Ad un certo punto la porta si chiuse.. Decisi di mantenere la calma e mandando l'immagine di dove ero dissi a Elisabeth:
"Aiuto.."

Guisgard 07-02-2012 19.38.50

Il chierico, appena usciti fuori, si voltò verso Cavaliere25.
“Siamo diretti a caccia, amico mio…” disse col suo tono severo “… a caccia di bestie! Quelle vere! Hai paura?” E gli diede un crocifisso di legno da mettere al collo. “Indossalo.” Fissandolo negli occhi.
Un attimo dopo si avviarono verso la casa dell’uomo che era con loro.

cavaliere25 07-02-2012 19.44.02

indossai il crocifisso che mi diede il clerico e dissi no non ho paura non ho avuto paura dei lupi che erano assetati di sangue posso anche venire a ciaccia di anima dannate e guardai serio il monaco

Guisgard 07-02-2012 20.34.50

Daniel corse via come il vento, per poi ritrovarsi in una grande sala piena di libri.
Poco dopo il suo ingresso, la porta di quella stanza si aprì ed entrò una donna: era lady Soyo.
“Ancora tu?” Fissandolo. “Dovevi essere a farti medicare, per poi comparire davanti ai carcerieri! Ma come vedo, sei già guarito… e sia, ti porterò io in prigione!” Ed estrasse la spada.
Un attimo dopo la porta si aprì ed entrò qualcuno.
“Cosa accade qui?” Chiese Vigros il medico.
“Il vostro paziente è guarito” rispose Shoyo “ed ora io lo porterò dove merita di stare… al fresco!”
“Guarito?” Sorridendo il medico. “Vi sbagliate, milady… devo ancora sistemargli la mano…” si voltò verso Daniel “… andiamo, ragazzo...”

Guisgard 07-02-2012 20.53.38

Elisabeth, investita da quelle sensazioni, corse via, lasciando cadere a terra il mantello datole da Reas.
Il capitano della guardia restò sorpreso per un istante da quella reazione della donna, per poi lanciarsi al suo inseguimento.
Elisabeth però entrò in una stanza dove erano riuniti alcuni cavalieri.
“Forse avete scambiato questa stanza per le cucine o la dispensa!” Disse uno di loro.
“Come osate entrare cosi?” Alzandosi in piedi un altro di quelli.
Al centro della sala stava seduto colui che sembrava essere il loro superiore.
“Vedo che la nostra regina” ridendo sir Kojo “permette ai prigionieri di correre a loro piacimento per il palazzo… e di abbigliarsi in maniera equivoca… siete forse un’attrice di pantomima? Magari per spettacoli… particolari?”
E tutti i suoi scoppiarono a ridere.
In quel momento nella stanza giunse Reas.
“E’ con voi questa donna, capitano?” Domando Kojo.
“Si, milord.”
“Beh, dovreste portarle in camera le donnine che ingaggiate per le vostre notti, capitano.”
E di nuovo i suoi cavalieri risero.
“Badate a ciò che dite, milord.” Replicò Reas. “I soldati di Tylesia non pagano le donne per ottenerne i favori… a differenza di altri…”
“Vi chiedo scusa per l’equivoco, amico mio…”
“Non siamo amici, milord.” Fissandolo Reas. “Venite, milady…” prendendo Elisabeth e avviandosi verso la porta.
E di nuovo Kojo e i suoi risero forte.
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Guisgard 07-02-2012 21.04.10

Chantal aprì la porta e i soldati entrarono.
“Veniamo dalla Fortezza di Santa Lucia, milady…” disse colui che sembrava essere il capo di quelli “… stiamo cercando sei evasi… si tratta di due bande, ciascuna formata da tre individui…” ma in quel momento si zittì “… voi chi siete?” Domandò a Vayvet.
Nel frattempo il fuggiasco si era strappato un lembo della camicia e si era fasciato il capo all’altezza della fronte, per coprire il più possibile il volto.
“Io…” mormorò…” io sono… sono il padrone di casa… e lei è mia moglie…” indicando Chantal.
Il soldato fissò la ragazza.
“E’ così, milady?” Domandò a Chantal.

Altea 07-02-2012 21.20.17

Da quel magnifico terrazzo avevo visto tutto...ero fuori, e avevo assistito a una scena bellissima. Lady Elisabeth vi ho visto ricoperta di petali di rosa, mentre parlavate con quel cavaliere, vi ho visto scappare ed egli inseguirvi nel buio della notte rischiarato dalla eterea Luna, che protegge tutti gli innamorati, quasi avendo paura di perdervi...è bastato uno sguardo.

Daniel 07-02-2012 21.22.42

Ad un certo punto entrò Lady Shoyo ma grazie a Virgos riuscii a scappare..
<<Grazie mille - gli dissi quado eravamo fuori- posso farvi una domanda? Che ha di sbagliato quella donna?>>

Talia 07-02-2012 23.29.36

Quelle parole urtarono il mio cuore e la mia mente con una forza tale da ferirli, forse irrimediabilmente...
‘E... odio anche te...’
Non lo aveva detto a voce molto alta, eppure mi parve quasi che stesse gridando...
‘E... odio anche te...’
Anche me... anche me!
Era stata sempre la più terribile delle mie paure, quella... l’idea che in quella vita che Guisgard odiava e che tentava di dimenticare fossi compresa anche io... quel pensiero era stato a lungo il mio incubo, il mio tormento...
Spalancai gli occhi e lo fissai... senza parole... lo fissai voltarsi e fuggire via, spinto da tutta quella rabbia forse troppo a lungo repressa...
Avrei voluto mettermi a gridare... e, da qualche parte, la mia anima lo stava facendo davvero, piangeva e gridava, si dimenava... io invece non mi mossi: ero certa che, se avessi tentato anche un solo passo, le mie gambe avrebbero ceduto sotto il peso di quel dolore.
Lo osservai mentre se ne andava...
‘E... odio anche te...’
Quelle parole mi risuonavano in testa, gridavano nelle mie orecchie... non riuscivo a non pensarci... e calde lacrime presero a rigarmi le guancie, sempre più copiose, sempre più disperate...
‘E... odio anche te...’
Chiusi gli occhi...
“Io no...” mormorai infine, e le mie parole si persero nel vento “Io no! Io ti ho sempre amato, invece... forse persino troppo!”

Guisgard 08-02-2012 00.12.46

Il chierico, l’uomo e Cavaliere25 imboccarono il sentiero e penetrarono nel cuore della selva.
Il nuovo giorno era spuntato e i raggi del Sole nascente filtravano nel lussureggiante mondo che circondava i tre.
“Pensate che mia figlia si salverà, padre Nicola?” Domandò l’uomo al chierico.
“Possiamo solo confidare in Dio.” Rispose questi.
“E’ solo una bambina…”
“Devi essere forte.”
Altre parole non furono dette.
Dopo un pò, i tre giunsero davanti ad una casa.
E quando padre Nicola si avvicinò, seguendo l’uomo, alla porta, dall’interno si udì un grido disumano, da far rabbrividire.
“Prima di entrare” disse padre Nicola a Cavaliere25 “fatti il segno della Croce.”

Guisgard 08-02-2012 00.32.37

Vigros portò via Daniel da quella stanza sotto gli occhi attenti di Shoyo.
“Lady Shoyo intendi?” Chiese a Daniel mentre si allontanavano. “A me basta che appartenga a quella compagnia di cavalieri… La Legione del Tulipano Imperiale… non mi piacciono e dunque cerco di evitarli… e anche tu dovresti… hai visto di cosa sono capaci, no? E sei stato fortunato che ti abbiano mozzato solo una mano e non anche la testa…”
Giunsero così di nuovo nell’infermeria.
“Ora stenditi su quella brandina…” disse Vigros mentre prendeva alcuni dei suoi attrezzi “… vediamo cosa si può fare per quella tua mano…” cominciò allora a sfogliare un grosso volume “… è più facile che un qualsiasi metallo si muti in oro…” mormorò “… o che la cera prenda vita?” Fissò Daniel e abbozzò un sorriso.
“Dai, dammi il polso mozzato…” avvicinandosi all’apprendista con una ciotola ed alcuni utensili.
Arrotolò del filo di ferro attorno ad una sfera d’argento e lo fissò al polso di Daniel.
Dopo ricoprì il tutto con cera calda e quando questa cominciò a raffreddarsi la lucidò con una miscela di porcella ed estratto minerale.
Finito ciò, fece ispirare dei sali a Daniel e questo cadde addormentato.
Al suo risveglio il giovane apprendista si ritrovò con entrambe le mani.
“E’ in tutto simile all’altra mano…” spiegò Vigros “… solo che è di cera… ovvio non puoi articolarla come se fosse vera, ma nessuno noterà la differenza con l’altra mano… ah, cerca di stare lontano dalle fonti di calore, o si scioglierà come accaduto alle ali del mitico Icaro!” E rise di gusto.

Guisgard 08-02-2012 00.42.57

Altea era rimasta a fissare la scena dalla finestra della sua stanza.
E rimase lì fino a quando Elisabeth e il capitano della guardia non rientrarono nel palazzo.
Un attimo dopo altre figure attraversarono il parco sotto lo sguardo di Altea.
Era lady Shoyo con alcuni dei suoi cavalieri.
“Quei nuovi arrivati non mi piacciono…” disse lei.
“Pensate sempre che siano spie, milady?” Domandò uno dei cavalieri che erano con lei.
“Non lo so…” mormorò lei.
“Forse bisognerà avvertire lord Goxyo…”
“Si, sarà meglio di si…” annuì Shoyo “… la regina è stata troppo clemente, invalidando le nostre decisioni… e a lord Goxyo questo non piacerà…”

Guisgard 08-02-2012 01.53.49

Guisgard correva tra rabbia e delusione.
E corse fino a quando ebbe fiato, fermandosi davanti ad un albero, per poi cominciare a tirare pugni contro la sua corteccia.
Ansimava e biasimava se stesso.
“Sarebbe stato meglio per tutti…” mormorò “… se non fossi mai tornato…”
Ad un tratto un brontolio.
“Cosa vuoi tu?” Voltandosi verso la sua tigre. “E non fissarmi così!” Tirò un altro pugno contro la corteccia. “Sapevo di essere solo… sapevo che non avrei avuto nessuno dalla mia parte…” fissò di nuovo la tigre “… si, voglio essere solo… voglio dipendere solo da me stesso… e da solo partirò per ritrovare quel cane di Fyellon…” poggiò la schiena contro il tronco e si lasciò cadere ai piedi dell’albero. “Ora voglio solo dimenticarmi di tutto e tutti… e poi partire, andare via e non tornare mai più qui…”
Sheylon grugnì.



Il vento.
Se si sa ascoltarlo saprà sempre narrare qualcosa.
Di mondi lontani, di gioie e dolori, di sogni e desideri, di paure e speranze.
Le sue parole sembravano accarezzare i capelli di Talia, attraversando la sua tristezza, sussurrandole qualcosa.
E sotto quel vento, gli alberi del Casale parevano chinarsi e fargli eco col fruscio delle loro foglie.
Fruscio che diventava come musica che accompagnava il racconto del vento…

Un Cielo sterminato, attraversato da un oceano di nuvole gonfie e lucenti, si mostrò ai suoi occhi.
Ma, ad un tratto, quelle nuvole, come forgiate e rese livide dal vento, mutarono forma e si mostrarono per quel che erano davvero.
I raggi del Sole, investendole, lasciavano su quelle nuvole sfolgoranti bagliori che andarono a disegnare centinaia e centinaia di cupole dorate.

E dopo le cupole, si mostrarono infinite torri, palazzi, bastioni e cattedrali.
Un’incommensurabile città, magnifica e superba, si mostrò agli occhi della ragazza.
Una città arroccata in cima ad una rupe, circondata da una verde laguna alimentata da centinaia di piccole cascate di acqua calda.
Le sue cupole erano di ambra verde pallida, le guglie d’oro purissimo e d’argento scintillante, i camminamenti merlati lastricati di porcellana e agata, le mura, investite dalla luce solare riflessa sulla laguna, di infinite e mutevoli tonalità policrome.


Fu un attimo, infinitesimale e sfuggente.
Una visione che attraversò la mente e il cuore di Talia.
Poi qualcosa la destò definitivamente da quella misteriosa visione.
“Talia, cosa fai qui?” Domandarono i suoi fratelli, da poco svegliatisi. “Ma tu hai pianto!” Accorgendosi delle sue lacrime.
“Cosa ti è successo, Talia?”
“Forse sei ancora spaventata per essere stata da sola al castello?” Domandò uno dei fratelli.
“Forse hai nostalgia del maestro?” Fissandola un altro di loro. “Vero, sorellina?”
“O di Fyellon…” fece un altro ancora “… manca anche a tutti noi…”
“Aspettate!” Esclamò un altro. “Forse è stato Guisgard a farla piangere! Lui è una testa calda, un egoista e un prepotente! Dov’è ora?”
E proprio in quel momento tutti loro udirono dei passi.
Era Sheylon che ritornava dal bosco, dove era scappato via Guisgard.
Ma la tigre era ritornata sola.
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Chantal 08-02-2012 10.41.57

“Io…” mormorò…” io sono… sono il padrone di casa… e lei è mia moglie…” indicando Chantal.
Il soldato fissò la ragazza.
“E’ così, milady?” Domandò a Chantal.


Chantal guardò imperterrita prima il fuggiasco,poi portò gli occhi sulle guardie.
“E’ così, milady?” ..“E’ così, milady?” .....“E’ così, milady?” .....
Quella domanda si infrangeva come un'eco sulle frastagliate scoscese della sua ragione.
Esitò molto a lungo prima di rispondere,come a voler raccogliere tutte le forze nella sua voce.
In realtà,la verità era tutto ciò che avrebbe dovuto dire,e la verità era che quei fuggischi si erano insinuati in casa,avevano tenuto in ostaggio le donne,e chissà per quanto ancora le avrebbero minacciate.
Nei suoi pensieri si accavallarono molte risposte a quella domanda.
“E’ così, milady?"
Ancora le risuonavano nella mente.
Per un momento Chantal si spostò col pensiero e con lo sguardo sulla governante,alla ricerca nei suoi occhi,o in un qualunque cenno da parte sua, della risoluzione a tutta quella vicenda e,forse,anche la saggezza per dare una risposta a quella domanda,ma la donna,ancora impaurita e scossa,sembrava come incapace di qualunque espressione del volto,di qualunque reazione del corpo.
Chantal rabbrividì improvvisamente,e sbiancò come un'anima esangue,aveva avvertito che su di lei ricadeva ogni responsabilità delle azioni che avrebbero seguito a quella risposta.
Si allontanò un poco dalle guardie,sentiva i loro occhi addosso e l'impazienza dell'attesa di un suo cenno,ma Chantal aveva bisogno di trovare la risposta in qualcosa di più importante della verità stessa,ed ora,quel qualcosa di importante,ricadeva negli occhi e nel volto di un uomo ferito,un fuggiasco sfuggito alla legge,un assassino di suoi simili che però...però..aveva avuto pietà di lei,risparmiandole quell'atroce violenza che sarebbe certamente venuta dal suo complice a turbarla per sempre..
Si ritrovò,cosi,ad aver mosso i suoi passi incoercibilmente verso il fuggiasco,questi giaceva comunque ansimante e sofferente poco distante dal fuoco.
Chantal,allora,temporeggiò.
Andò prima vicino al fuoco per governarlo,quando la fiamma fu viva,alta e sufficientemente forte da riempire con le sue lingue di fuoco tutta la stanza,come a spezzare le tenebre della notte appena trascorsa,si voltò verso l'uomo ferito,gli tolse dalla fronte la benda usata per celare i suoi tratti scoprendogli totalmente la fiaccia,gli prese,poi, il volto tra le mani,costringendolo a guardarla negli occhi.
E così la ragazza rimase per indefiniti istanti,senza parlare,solo penetrando gli occhi del fuggiasco.
Questi ebbe un sussulto,sudò freddo più di quanto la ferita non lo avesse costretto a farlo,fissò gli occhi della ragazza che erano immobili su di lui,e tremava.
Un uomo forte e robusto,un uomo dal sangue freddo ed assassino,stava tremando nel poggiare gli occhi in quelli di una sciocca ed ingenua fanciulla che in nome della verità era in procinto di tradirlo.
Chantal lo fissava,penetrandogli l'anima con i suoi occhi,con il suo sguardo implacabile che non lasciava trapelare la minima esitazione,il minimo timore.
E,sempre scrutandolo negli occhi,mentre ancora gli reggeva il volto nelle mani,la ragazza rispose alle guardie.
"Si.E' così."
Seguirono silenzio e fermezza.
Anche l'aria aveva smesso di vibrare a quell'affermazione.
Ma Chantal aveva voluto pronunciare quelle parole senza mai staccare i suoi occhi da quelli del fuggiasco.
Ed in essi,ora ricercava la salvezza.

Talia 08-02-2012 11.27.35

Quelle immagini mi attraversarono la mente ed il cuore prese a battermi forte... sogni premonitori, visioni... avevo sempre avuto quel dono, fin dalla più tenera età... ma ora... era dal giorno della morte del Maestro che la mia mente, chiusa dal dolore e dai sensi di colpa, non si apriva a tal punto...
Rimasi scossa da ciò che vidi...
Quella città mi era apparsa bellissima come un sogno, eppure un vago senso di disagio mi tormentava il cuore... perché?
Mi chiesi che luogo mai poteva essere quello... mi chiesi dove si trovasse... e soprattutto mi chiesi come mai quella visione era stata mandata a me, perché se c’era una cosa che avevo imparato circa quel mio ‘dono’ era che non vedevo mai niente per caso, ma per tutto ciò che veniva mandato alla mia mente c’era una ragione...

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43584)
“Talia, cosa fai qui?” Domandarono i suoi fratelli, da poco svegliatisi. “Ma tu hai pianto!” Accorgendosi delle sue lacrime.
“Cosa ti è successo, Talia?”
“Forse sei ancora spaventata per essere stata da sola al castello?” Domandò uno dei fratelli.
“Forse hai nostalgia del maestro?” Fissandola un altro di loro. “Vero, sorellina?”
“O di Fyellon…” fece un altro ancora “… manca anche a tutti noi…”
“Aspettate!” Esclamò un altro. “Forse è stato Guisgard a farla piangere! Lui è una testa calda, un egoista e un prepotente! Dov’è ora?”

L’arrivo dei miei fratelli mi riscosse da quei pensieri...
“Sto bene!” dissi, asciugandomi in fretta gli occhi e sforzandomi di sorridere.
“Volevo parlare con voi, anzi...” soggiunsi dopo un momento, anche per cambiare discorso “Ho pensato molto questa notte... e credo che l’offerta del Vescovo sia molto generosa! Non trovate? La vita qui è stata bella, meravigliosa... ma ora, che il Maestro non c’è più, le cose sono cambiate... e probabilmente qui non avreste più nessun futuro! Dovete pensare a questo... e decidere... ciascuno secondo il proprio cuore! Ed ora ditemi... cosa vi ha consigliato la notte?”

Citazione:

Originalmente inviato da Guisgard (Messaggio 43584)
E proprio in quel momento tutti loro udirono dei passi.
Era Sheylon che ritornava dal bosco, dove era scappato via Guisgard.
Ma la tigre era ritornata sola.

Mi voltai di scatto e lo vidi...
Sheylon avanzava verso di noi, silenziosamente.
Feci così segno ai miei fratelli di aspettare e mi diressi verso la tigre, fermandomi proprio di fronte alla fiera.
“Sheylon...” mormorai inginocchiandomi, in modo che il mio viso si trovasse proprio di fronte ai suoi occhi, ed iniziando a carezzarlo delicatamente “Cosa ci fai qui da solo, Sheylon? Si è arrabbiato anche con te? Lo so... è testardo e orgoglioso... lo è sempre stato!”
Sospirai, e di nuovo sentii gli occhi bruciarmi forte... ma repressi le lacrime.
“Io lo so quello che devo fare, Sheylon!” sussurrai di nuovo “Lo so! Ma ho paura!”
Per qualche attimo rimasi così... carezzando ritmicamente la tigre, i miei occhi fermi nei suoi, tentando di trarre dalla fiera tutta la forza che mi occorreva per fare ciò che era necessario...
Infine mi alzai e tornai a guardare i miei fratelli...
“C’è una cosa che devo fare con urgenza!” dissi loro “Immediatamente... poi parleremo di nuovo del vostro futuro!”
Li raggiunsi, li osservai per un istante con un sorriso che sperai risultasse rassicurante, poi li oltrepassai e mi diressi verso il Casale.

cavaliere25 08-02-2012 11.41.57

mi feci il segno della croce e poi dissi chi abita in questa casa domandai poi guardai l'uomo e dissi state tranquillo signore andrà tutto bene

Altea 08-02-2012 12.23.38

Fui destata da dei passi sul viale di quelle magnificenze, fuori vi era silenzio e mi abbassai per non farmi notare, ma potevo udire chiaramente le parole di Lady Shoyo...la nostra vita era di nuovo in pericolo.
Uscii silenziosamente dalla stanza, iniziai a camminare per il corridoio, ma i miei passi si sentivano, non sapevo nemmeno dove stessi andando e dove andare, ero alla ricerca di Elisabeth, temevo per lei e per il suo adorato "figlio"...come è brutto sentirsi impotenti. Mi fermai un attimo, potevo sentire il mio cuore battere forte...avevo paura. Questo non era buon segno, non potevo avere paura...la paura trasforma anche le cose positive in quelle negative, non facendo trovare una via d'uscita. Dovevo trovare la Regina, e parlarle e raccontarle ciò che avevo sentito, avevo letto nei suoi occhi qualcosa di celato e misterioso. Ma dove trovarla?

Daniel 08-02-2012 14.03.37

Mi risvegliai dopo molto tempo.. Avevo di nuovo la mia mano.. La guardai stupefatto..
<<Grazie mille!>> dissi guardando Vigros..
<<Ora.. Cosa faccio mi nascondo? In prigione non ci vado..>> Sarei scappato?

elisabeth 08-02-2012 18.14.38

Speravo di trovare Daniel in quella stanza ero entrata come una furia.....rimanendo senza parole alla vista di Cavalieri che si riunivano, avevano degli abiti diversi da quelli di Reas.......e anche il loro modo di ridere e di parlare non somigliava al suo.....avevo il viso in fiamme " Mi spiace Signori, non volevo disturbare il vostro riposare......anche perche' non vi sarei di nessun aiuto ne' per la cucina....ne' per il vostro letto...."...stavo tornando indietro sui miei passi quando Reas.......venne a tirarmi fuori da problemi seri.....e la breve discussione tra lui e un altro pari...mi fecero intendere che li' ci si divideva in due fazzioni.....un unico luogo due eserciti......uscita fuori da quella stanza e lontana dall'essere udita....mi rivolsi a Reas..." Mi avete coperta le spalle.......prendendovi cura della mia salute e in quella stanza vi siete schierato dalla mia parte.....voi lo sapete che potrei essere condannata...qualcuno ritiene che io sia una spia,anzi che io , mio figlio e la mia amica lady Altea siamo delle spie........avete involontariamente aiutato tre probabili candidati alla pena capitale..........ascoltate...non sentite nulla ?...."......Lo presi per mano e chiudendo gli occhi seguii quel suono....." Reas questi sono i passi di Altea......credo che dovro' andarle incontro.....se e' uscita dalla stanza c'e' un motivo serio....per quanto riguarda voi credo di avervi procurato gia' abbastanza guai........la regina deve essere una donna molto fortunata per vervi al suo fianco..."...

Altea 08-02-2012 18.29.06

e correvo per quel corridoio...ricordavo le parole di Elisabeth...questo corridoio sembra allungarsi...era vero più correvo e più sembrava non avere fine, fino a quando vidi della luce, e delle figure e mi fermai subito, un sorriso sul mio volto...Elisabeth e quel cavaliere del giardino.
"Elisabeth...è successo qualcosa di tremendo.." parlavo affannatamente per la corsa, la paura..."Lady Shoyo e il suo compagno hanno intenzione di imprigionarci...dobbiamo fuggire da questo palazzo o parlare con la regina"

Guisgard 08-02-2012 19.06.15

Quel lungo silenzio.
Quegli attimi fatti d’incertezza, timore, paura.
Vayvet si era sentito, in quei lunghi momenti, come perso, smascherato.
Cercò di pensare in fetta.
Prendere la ragazza come ostaggio e cercare così una via di fuga.
Ma anche in quegli istanti di vibrante tensione, il fuggiasco aveva tentato comunque di restare lucido.
Era ferito.
Non poteva fare molto.
Allora tutta la sua vita gli attraversò il cuore e la mente.
Forse era giunta la fine.
Poi le parole di Chantal.
Ormai insperate.
Ma finalmente giunte.
“Non vi basta la parola di un gentiluomo, capitano?” Voltandosi Vayvet verso il capo di quelle guardie. “Volete forse chiederlo anche al buon prete che ci unì in matrimonio? O magari al testimone delle nozze?”
“Era per assicurarmi, messere…” spiegò il militare “… sto solo facendo il mio dovere… purtroppo quei fuggiaschi sono pericolosi, sono bestie…”
“Comprendo, capitano.” Accomodandosi meglio sulla sedia Vayvet. “Ma, vedete, mia moglie è particolarmente impressionabile e vedervi piombare così in casa, chiedendo poi di quei fuggitivi...”
“Ma voi siete ferito, messere!” Esclamò il capitano.
“Si, un incidente di caccia…” minimizzando Vayvet “… ma nulla di che, grazie al Cielo… mia moglie saprà accudirmi…” fissando Chantal.
“Allora non abbiamo altro da fare qui.” Fece il capitano. “Lascerò comunque due uomini nei paraggi… questa casa è isolata e dunque rappresenta l’ideale per quei maledetti.”
“Vi ringrazio, capitano.” Sorridente Vayvet. “Mi sentirò più sicuro sapendo dei vostri uomini qui intorno.”
Le guardie uscirono e Vayvet tirò un sospiro di sollievo.
Un attimo dopo, Monty e Haro uscirono dai loro nascondigli.
“Dannati…” mormorò Monty “... sembravano quasi intenzionati a non voler andare più via… che il diavolo li porti!”
“Cosa facciamo con quelle due sentinelle, capo?” Domandò Haro.
“Ci penseremo, tranquillo…” rispose Vayvet “… siete stata brava…” rivolgendosi poi a Chantal “… si, davvero brava…”

elisabeth 08-02-2012 21.59.10

Quel rumore di scarpe in quel corridoio lungo e solitario....si materializzo' vicinoa a me e a Reas ....come un raggio di sole in un giorno di passata tempesta...era Altea....che aveva dandirne di cose terribili....." Capitano Reas vi presento la mia amica Lady Altea e come avete udito con le vostre orecchie siamo in guai seri.....ora abbiamo du e strade..scappare o presentarci alla regina.....il punto e' che devo riunirmi con Daniel....non esco di qui se non lo porto con me......altro punto....Ho sentito delle vocine strane correndo in questi corridoi....due eserciti....e Isolde.....mi cara Altea, conosciamo gia' la stupenda creatura........vedete Reas, credo che noi siamo solo il pretesto perche' qualcuno possa sovvertire l'ordine delle cose...........e non credo di essere disposata a sacrificare la mia vita..per far contento qualcuno che neanche conosco....."........

Chantal 08-02-2012 22.13.19

rispose Vayvet “… siete stata brava…” rivolgendosi poi a Chantal “… si, davvero brava…”


"Siete stata brava.."Ripetè Chantal nella sua mente mentre si abbandonava ad un sospiro e si sollevava per raggiungere la governante, la quale era rimasta interdetta di fronte all'affermazione della ragazza.
Mosse pochi passi,in quel frangente si accomodò i capelli,li raccolse e li annodò con una stringa improvvisata,poi,volgendosi verso la governante,previo un abbraccio lungo e rassicurante,le domandò se se la sentisse di andare a prelevare dell'acqua fresca,sebbene questo comportasse raggiungere il pozzo.
E l'operosa donna annuì.
Chantal guardò Vayvet dritto negli occhi e a voce bassa,come se parlasse a se stessa disse:"Credete davvero che sia stata brava?"Poi spalancò la finestra,il sole mattutino scaldava la profumata aria della capmagna ed i vapori che provenivano dal fiume conferivano al mattino una carezzevole vellutatezza.Chantal chiuse gli occhi e si abbandonò per qualche istante alla freschezza ed alla dolcezza di quel giorno sorto così affannosamente,respirò profondamente e sospirò alle nuvole che correvano veloci sospinte dal vento un pensiero,uno dei mille che le attraversavano il cuore,inudibile ed inafferrabile a chi era con lei in quella stanza.
Lasciò la finestra aperta e ritornò presso il focolare,una guizzante fiamma faceva capolino tra due tronchetti di faggio che ardevano e profumavano di linfa aromatica,Chantal sentì quel fuoco rasicurante, e il fresco venticello proveniente dalla valle del Calars e che penetrava in casa sembrava portare sulla sua scia una promessa di libertà.
Dalle bianca tenda filtrava una luce candida e i suoi ricami creavano,sotto le movenze delle volute che si generavano col soffio d'aria fresca,delicate immagini che si proiettavano nella stanza,e giocavano a ombre che si rincorrevano.
Mentre si abbandonava a questi giochi di luce,Chantal s 'accorse che un raggio di sole feriva gli occhi del fuggiasco,così la ragazza si frappose tra l'uomo e la fonte luminosa,perchè non giungesse a infastidirlo.
E quella posizione fu tanto gradita anche alla ragazza,poichè i raggi diretti sorti da est la investivano di spalle riscaldandole piano e con delicato tepore la schiena e le braccia.
Tuttavia,non rimase così a lungo,ma andò verso il ferito per esprimergli una richiesta.
"Consentite alla mia governante di raggiungere il pozzo e prelevare acqua fresca."Disse con sicurezza.Poi, guardando uno dei complici,colui che aveva sorvegliato fuori,prima,e ritornando con lo sguardo al ferito:"Siate generoso,ordinate loro di lasciarla fare serenamente,vi do la mia parola che ella non tradirà,pertanto,non raggiungerà le guardie per denunciarvi."
Vayvet sembrò guardarla con sospetto,allora Chantal cercò di rassicurarlo:"Comprendo il vostro disappunto,messere,ma è mattino,e dell'acqua fresca gioverà a noi tutti."
Intanto,Chantal prelevò da una cesta di fianco al focolare delle nocciole e le mise ad abbrustolire,poi ritornò vicino al ferito,senza toccarlo apprezzava che non era più sudato,e che la ferita non aveva sanguinato molto, dato che le bende apparivano solo lievemente macchiate.
Guardò l'uomo mentre gli porgeva il lembo di camicia che egli stesso s'era strappato per coprirsi il volto e che la ragazza gli aveva tolto,adagiandolo presso le sue mani.
Poi asserì:"Ho certezza che lascerete la mia casa di vostra volontà,ed io pregherò il Cielo che vi sostenga e protegga tutti noi.Avete ritenuto cosa sciocca da parte mia affidarvi alla protezione della mia catenina,ma dovete all'intercessione della Vergine la vostra vita."Poi si voltò di nuovo verso il fuoco e prelevò in un panno una manciata di nocciole tostate.."Non è molto,ma io e la mia famiglia avremmo dovuto intraprendere un viaggio questa mattina,pertanto,le vivande sono state prelevate dal fattore.Ciò di cui mi nutrirò io,da ora sarà anche il vostro cibo,se vorrete esere grato al Cielo con me di questo di cui mangeremo".
E si diresse verso la credenza in cerca di un arnese per sgusciare i frutti.
E quando fu di ritorno domandò:"Vi fa ancora male la ferita?"
Chantal ostentava sicurezza e disinvoltura,ma nel suo cuore si agitavano ancora paura ed inquietudine.Evitò volutamente di meditare sulla risposta data alle guardie onde tormentarsi oltre,pur essendo certa di non aver agito in nome della giustizia,ma non se l'era sentita di condannare quell'uomo,e sperava che le sue percezioni potessero condurla alla fine di quella orrenda vicenda di orrore e di sangue
Ma quando,muovendosi nella stanza,vide sul tavolo da pranzo ancora i petali di anemoni non raccolti,e lievemente appassiti,fu assalita da un profondo senso di angoscia e solitudine da farle inumidire gli occhi.
Fu allora che,alzando lo sguardo su quell'uomo,Monty,che aveva tentato di usarle violenza,ebbe un profondo senso di smarrimento che le fece mancare il fiato e sbiancare in viso improvvisamente.

Altea 08-02-2012 22.55.17

Elisabeth, appena iniziò a parlare il mio cuore si placò in quiete. Mi presento il cavaliere e parlò ancora di quella donna..Isolde...e due eserciti..ricordavo vagamente le visioni sul Calars di quel giovane boscaiolo.
"I miei omaggi sir Reas" mi presentai a quel cavaliere il quale sembrava come l'ombra di Elisabeth "penso che la mia amica vi abbia spiegato tutto ciò che vi è accaduto" cercavo di parlare sottovoce "sembra siamo in pericolo, ho sentito dal giardino la voce di Lady Shoyo con l'uomo che ci accolse appena arrivati..sembrano convinti noi siamo delle spie, e ci vogliono togliere di mezzo, siamo in pericolo."
Era incredibile, pensai, come quella città dalle guglie luminescenti, che ostentava una bellezza da far venire i brividi celasse misteri cosi oscuri.

Guisgard 09-02-2012 00.25.42

VI Quadro: La regina Destefya

("Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.")

(Dante Alighieri, "Divina Commedia, Inferno")



Nigros osservò Daniel e sorrise nel vederlo felice.
“Fuggire?” Ripeté il medico. “E dove? E’ impossibile fuggire da questo palazzo… i cavalieri del Tulipano Imperiale lo sorvegliano notte e giorno… sorvegliano tutta Tylesia ormai…” si alzò e cominciò a passeggiare nella stanza “… forse possiamo trovare una soluzione… potrei chiedere a sua maestà una grazia… massì! Seguimi, ragazzo!”
I due, allora, si diressero verso la sala del trono, dove il medico chiese di essere ricevuto dalla sovrana.
“Mi raccomando…” disse a Daniel “… ora che la regina ci riceverà, tu lascia parlare me… e intervieni solo se sarai interrogato…”
Qualche istante dopo, la porta si aprì e un servitore fece cenno ai due di entrare.
Sul trono li attendeva la regina.
“Salute a voi, vostra maestà!” Esordì con un inchino Nigros. “Perdonatemi se giungo così al vostro cospetto…”
“Sapete bene, dottor Nigros” lo interruppe lei “che attendevamo i vostri risultati in merito a quella certa faccenda…”
“Perdonatemi, maestà, ma non ho ancora ultimato le mie ricerche…” rispose il medico “… e proprio per questo sono qui… ho bisogno di un aiutante e questo giovane sembra possedere le abilità e le capacità adatte…”
“Tu sei il ragazzo ferito ad una mano, vero?” Rivolgendosi a Daniel la regina. “Qual è il tuo nome e qual è la tua storia?”
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Guisgard 09-02-2012 00.30.44

Reas condusse via Elisabeth.
Aveva uno sguardo carico di rabbia.
“Non so cosa mi abbia trattenuto…” mormorò “… se non avessi giurato a sua maestà…” fissò poi Elisabeth “… si, ho un debole per le cause disperate…” cercando di ingoiare la rabbia e sorridere “… detto tra noi, la mia vera vocazione è quella di prendere le difese delle donne ormai condannate!”
La donna prese poi la mano del capitano e accennò di una sua compagna.
Pochi istanti dopo, Altea li vide e li raggiunse.
“Calmatevi, milady!” Fece Reas, dopo aver ascoltato le sue parole. “Nessuno può imprigionarvi qui senza il volere della regina.” Fissò allora di nuovo Elisabeth. “Due eserciti? In verità dovrebbe essercene uno soltanto… ma in realtà uno dei due ha instaurato una vera e propria dittatura sulla città…” restò poi stupito “… avete nominato lady Isolde? Come la conoscete?”

Guisgard 09-02-2012 00.59.47

Vayvet acconsentì alla richiesta di Chantal e permise alla governante di andare a prendere dell’acqua fresca.
“La ferita va meglio…” mormorò, senza distogliere mai lo sguardo dalla ragazza “… se quei soldati avessero chiesto il nome di mia moglie? Io lo ignoro… e sarei stato scoperto per questo…” si alzò, anche se a fatica e si avvicinò alla ragazza “… provate davvero così tanto disprezzo per me e per i miei compagni? Al punto da temere anche di rivelare il vostro nome?” Restò a fissarla per alcuni istanti, poi scosse il capo e si avvicinò alla finestra. “Tranquilla, al massimo tra un paio di giorni andremo via… così dimenticherete in fretta le nostre facce…” ma proprio in quel momento, Vayvet sussultò. “Presto…” disse a Chantal “… fate finta di niente… le guardie non sono la fuori e probabilmente stanno entrando in casa… continuate a recitare la vostra parte…” e tornò a sedersi.
La porta dopo qualche istante si aprì e Monty entrò nella stanza.
Aveva le mani sporche di sangue.
“Cosa è accaduto?” Domandò Vayvet.
“Quelle due guardie…” mormorò Monty “… mi fissavano in uno strano modo…”
“Cos’altro hai combinato, imbecille?” Alzandosi Vayvet.
“Capo… mi provocavano ed alla fine io…”
Entrò Haro.
“Capo, questo idiota ha ucciso le due guardie a sangue freddo…” raccontò “… gli avevo detto di non fare idiozie… non c’era motivo, ma lui le ha aggredite per il solo gusto di ucciderle…”
“Stupido, pezzo d’asino!” Gridò Vayvet e prendendo Monty per il bavero.
Poi lo colpì più volte.
Restò allora a fissarlo.
“Che motivo avevi di uccidere quei due soldati?” Urlò. “Presto verranno altri due soldati per il cambio di guardia e allora scopriranno tutto! Imbecille!” Sbuffò e restò a riflettere. “Haro… va con lui e nascondete i due cadaveri… partiremo appena farà buio… qui non possiamo più stare…”
“Ma la tua ferita, capo?” Fece Haro.
“Fate come vi ho detto.” Ordinò Vayvet. “Si rivolse poi a Chantal. “Voi o la vostra governante verrete con noi… ci serve qualcuno come ostaggio…”
Proprio in quel momento ritornò la governante.
Aveva udito le ultime parole di Vayvet e per la disperazione lasciò cadere a terra il secchio con l’acqua appena presa.

Guisgard 09-02-2012 01.06.59

Padre Nicola, l’uomo e Cavaliere25 entrarono così in quella casa.
Attorno ad un focolare acceso trovarono alcune donne a recitare i Divini Misteri del Santo Rosario.
Nel vedere il chierico, una di quelle si buttò ai suoi piedi in lacrime.
“Salvate la mia bambina, padre…”
“Possiamo solo confidare in Dio, figlia mia…” disse padre Nicola alzando da terra la donna.
In quel momento un altro urlo disumano si udì in casa.
“Vattene prete!” Gridò una voce tanto spaventosa quanto grottesca. “Questa casa è mia!”
Padre Nicola, allora, quasi incurante di quel terribile monito, preparò ciò che aveva portato con sé.
Indossò la stola viola e baciò il Crocifisso che aveva al collo.
Prese poi una boccettina di acqua benedetta e fece cenno all’uomo e a Cavaliere25 di seguirlo.
“Quando saremo in quella stanza” fissando il boscaiolo “farai tutto ciò che ti dirò… non ascoltare ciò che ti dirà invece il demone… esso tenterà di impressionarti, impaurirti, di farti vacillare… mischierà la verità alla menzogna per vincerti… ma tu lo ignorerai…”
Un attimo dopo, padre Nicola aprì la porta e i tre entrarono nella stanza, dove trovarono uno spettacolo agghiacciante: una bambina, dai lineamenti orrendamente deformati e sfigurati, legata nel letto.
E nel vedere i tre, cominciò a fissarli con uno sguardo carico di primordiale odio…
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Guisgard 09-02-2012 01.33.59

Talia si diresse così verso il Casale e Sheylon accennò a seguirla, per poi fermarsi davanti alla porta.
“Talia era strana…” disse uno dei fratelli agli altri “… è accaduto qualcosa…”
“Forse ha litigato con Guisgard…” fece un altro di loro “… quel dannato ha portato solo disordine e casini!”
“Ragazzi, il Casale è nostro!” Un altro ancora. “Lui non ha più diritti qui! Affrontiamolo e cacciamolo via!”
“Si!” In coro quasi tutti.
“Ma prima occupiamoci di nostra sorella…” disse il primo che aveva parlato “… è lei la nostra priorità… siete decisi riguardo al vescovo?”
“Si, tu ci hai ripensato invece?”
“No, ma arruolandoci chi resterà poi con Talia?”
“Nestos!” Rispose uno di loro. “Lui non è tagliato per la vita militare e quindi resterebbe qui con lei.”
Intanto, nel Casale, appena entrata Talia trovò Nestos.
Stava sfogliando un libro.
Lui aveva sempre amato leggere le storie degli antichi eroi mitologici e quelle dei cavalieri.
Sin da piccolo, mentre gli altri suoi fratelli si allenavano alle discipline cavalleresche, lui andava nella biblioteca a leggere i libri che il maestro teneva conservati.
Guardò Talia e cominciò a gesticolare…

(E’ andato via, vero? E’ partito di nuovo? Ho fatto bene a non affezionarmi di nuovo a lui…)

elisabeth 09-02-2012 08.02.08

Altea era in pieno fermento, voleva andar via da li'...voleva tornare alla sua vita e io desideravo la stessa cosa.....fu' improvviso ebbi come un mancamento e comincia a vorticare in quel corridoio....porte che si aprivano e si chiudevano con fragore e il viso di Isolde ..... che a tratti semmbrva sorridermi e a tratti no........mi vidi al fianco di Daniel, lui era dalla regina, ci era riuscito....ora stava alla sua maturuta'.......sussurrai al suo orecchio....." Daniel tesoro spiega alla ragina chi sei mantenendo il tuo riserbo sulla tua vera natura, evita che si insospettisca sulla nostra presenza nella sua citta'..ci serve il suo aiuto....ricorda che sono al tuo fianco".....Girai quindi in senso orario e la mia mente si fermo' li' dove aveva incominciato il suo viaggio....".....Reas..forse non vi abbiamo detto veramente tutto, ci siamo imbarcati sul Carrozzone.....dovevamo solo vivere dei momenti particolari sul letto del fiume caldo, strane circostanze ci hanno indotto a prendere su creatute abbandonate sulla riva....una di queste e' Isolde, ha raccontato delle cose assai strane......e' cosi' il fiume ci ha rifiutato e una tempesta credibile solo al mare ha frantumato il nostro Carrozzone, solo alcuni di noi si sono salvati e francamente non so neache chi...se non mio figlio Altea e un giovane che abbiamo lasciato nel bosco...era svenuto e abbiamo deciso di noj portarlo allo scoperto.....dovete sapere che un onda di straordinaria grandezza ci ha riportato al dila' delle colonne...nessuno a fatto nulla per oltrepassare le porte oltre il fiume, so bene che non e' concesso...............Isolde.....la cosnosco da parecchie lune, tante quante voi non immaginate e vi assicuro che in lei una volta c'era un animo buono...oggi in lei non vi e' luce alcuna.....non so che ruolo abbia in questa corte, ma e' veramente pericolosa.......il punto e' che raccontare questa storia non sara' facile......perche' tra me e Isolde c'e' una storia rimasta in sopseso........mio figlio e' al cospetto della regina, spero solo riesca a mantenere la calma e che la mia saggezza si posi sulle sue labbra e fermenti nella sua mente.........Reas...non so come andra' a finire tutto questo...ma sappiate che vi ringrazio almeno per averci ascoltato...."......in tutto questo mio racconto avevo trattenuto la mano di Altea...avevo bisogno di sentire la vicinanza di una persona amica, di qualcuno che mi aveva dimostrato di aver messo a repentaglio la sua vita per mio figlio.......una donna si unisca ad una donna quando al tremor dell' inizio dell'inverno si devono accendendere i fuochi....perche' essi daranno inizio alla luce


Altea 09-02-2012 08.28.55

Vidi Elisabeth barcollare, cadde e in preda a uno strano delirio ricordi e presagi si insinuarono nella sua mente, le tenevo stretta la mano per darle coraggio, per farle sentire la mia presenza "Elisabeth...andrà tutto bene...tutto bene, andremo via da qui vedrai" guardai Reas "ho visto un cancello in oro fuori dal giardino, come possiamo uscirne?"

cavaliere25 09-02-2012 09.30.06

guardai quella bambina se si poteva chiamare cosi poi guardai il clerico e dissi signore ma che li è successo a questa povera bambina ? e la guardai e dentro di me pensai che vita orrenda che sta facendo questa persona e rimasi in silenzio

Chantal 09-02-2012 10.51.07

“La ferita va meglio…” mormorò, senza distogliere mai lo sguardo dalla ragazza “… se quei soldati avessero chiesto il nome di mia moglie? Io lo ignoro… e sarei stato scoperto per questo…” si alzò, anche se a fatica e si avvicinò alla ragazza “… provate davvero così tanto disprezzo per me e per i miei compagni? Al punto da temere anche di rivelare il vostro nome?”

"Sapete perchè non vi ho rivelato il mio nome?"Disse la ragazza fissandolo negli occhi."Proprio perchè vi ostinate a ritenere,ingiustamente, che io disprezzi voi ed i vostri compagni."
Esitò qualche momento,poi riprese con severità:"Voi..voi..credete di poter riversare sul cuore delle persone l'odio ed il disprezzo che ricade dai vostri occhi!"
Infine si voltò,dandogli le spalle e stringendo i pugni mentre chinava il capo come chi,rimasta delusa ancora una volta,cede alla rassegnazione.
"Non sono io a disprezzare voi,milord,ma voi a disprezzare me!"Disse con audacia la ragazza senza voltarsi per guardarlo negli occhi,ma con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte che penetrava nella casa attraverso la finestra.
Ma quando fece per voltarsi e ritornare a guardare l'uomo in volto comparve nuovamente Monty.

Aveva le mani sporche di sangue.
“Cosa è accaduto?” Domandò Vayvet.
“Quelle due guardie…” mormorò Monty “… mi fissavano in uno strano modo…”
“Cos’altro hai combinato, imbecille?” Alzandosi Vayvet.
“Capo… mi provocavano ed alla fine io…”
Entrò Haro.
“Capo, questo idiota ha ucciso le due guardie a sangue freddo…” raccontò “… gli avevo detto di non fare idiozie… non c’era motivo, ma lui le ha aggredite per il solo gusto di ucciderle…”


Chantal fu colta da un repentino mancamento,la sua fronte si corrugò in mezzo agli occhi,cercò un sostegno,vi era la sedia su cui sedeva Vayvet,si appoggiò alla spalliera stringendo fortemente con le mani quell'appiglio,e la presa era così tenace che le braccia le si irrigidirono.La ragazza lasciò cadere la testa in avanti,in preda allo sconcerto ed all'orrore.
Improvvisamente le lacrime le affiorarono agli occhi,lacrime di rabbia,lacrime di amarezza e delusione,poi,sentì venir meno le sue forze,le gambe le tremavano ed il cuore le batteva a ritmi soffocanti e convulsi,cadde,così, in ginocchio,lasciando scivolare le mani dalla sedia,oramai non più capaci di mentenersi salde ad essa.
"Ancora una volta ho fallito miseramente.."Disse tra le lacrime la ragazza."Ancora..ancora,..ancora.."Ripeteva senza rassegnazione e scuotendo la testa.
"Mi sto sporcando le mani di sangue,mi sto rendendo assasina al pari vostro..."Singhiozzando."Lo capite questo?"Alzando la voce verso Vayvet,e lasciandosi cadere sul pavimento.
"Lo capite questo?"Ripetè a voce soffocata la ragazza,mentre si portava le mani al volto e si copriva gli occhi.
"Due uomini..due guardie..morte a causa della mia incoscienza...Dio mio..potrai mai perdonarmi per questo?"Sussultava in preda ai singhiozzi la ragazza.
Rimase così,accasciata sulle ginocchia,incapace di una qualunque reazione,piangendo e disperandosi.Avvertendo i respiri sempre più affannosi allagati dalle lacrime che con incoercibile irruenza si riversavano dalla sua disperazione.
"Se non avessi...se non avessi..."A voce rotta tentava di dire mentre si addossava tutte le colpe di quei due omicidi.
Ma era totalmente incapace di realizzare quanto si stava verificando tra Vayvet ed i suoi complici.

“Stupido, pezzo d’asino!” Gridò Vayvet e prendendo Monty per il bavero.
Poi lo colpì più volte.
Restò allora a fissarlo.
“Che motivo avevi di uccidere quei due soldati?” Urlò. “Presto verranno altri due soldati per il cambio di guardia e allora scopriranno tutto! Imbecille!” Sbuffò e restò a riflettere. “Haro… va con lui e nascondete i due cadaveri… partiremo appena farà buio… qui non possiamo più stare…”
“Ma la tua ferita, capo?” Fece Haro.
“Fate come vi ho detto.” Ordinò Vayvet. “Si rivolse poi a Chantal. “Voi o la vostra governante verrete con noi… ci serve qualcuno come ostaggio…”


Chantal neanche le sentiva più le parole rivoltele,era solo in collera con se stessa per l'aver permesso,inconsciamente e scioccamente,che si consumasse un ulteriuore dramma al prezzo del sangue di due innocenti.

Melisendra 09-02-2012 11.57.08

Le vesti e i monili che indossavo mi erano assai d'impaccio nei movimenti. Sospirai, ma non protestai. Avevo percepito qualcosa, mentre ero assorta in giardino in quella profonda meditazione.
"Ti prego, Heyto..." mormorai, seguendo il giovane "So che c'è qualcosa di cui sono all'oscuro... vite spezzate... una profonda e cupa disperazione... Ti prego... dimmi cosa sta succedendo..."
Poi mi balenò un ricordo lontano e mi soffermai di colpo.
C'era un tempio sul fiume, vicino alle grotte abitate da me e dalle mie sorelle. Gli uomini vi facevano sacrifici per ottenere la nostra benevolenza. All'epoca eravamo forti e potenti. Bambini conducevano capretti candidi, a cui avevano dorato corna e zoccoli... il sangue di quegli innocenti scorreva sull'altare e cadeva al suolo, evocando spiriti ctoni.
"Heyto..." gli strinsi il braccio "questa sembra la preparazione per un sacrificio... Dimmelo! Hai la mia parola che non disubbidirò, ma se sto andando incontro al Destino, preferisco guardarlo in faccia!"
Fissai bene i miei occhi nei suoi, mentre la mia voce sferzava l'aria e risuonava nella sala vuota.
Il vento spalancò una finestra e ci fece sobbalzare. La sua carezza era gentile sul mio volto, come a volermi rassicurare.
"Non mentirmi... chiedo solo di conoscere la verità."

Guisgard 09-02-2012 15.44.23

Reas ascoltò la storia raccontata da Elisabeth.
“Vi condurrò davanti a sua maestà…” disse il capitano “… e lì racconterete ogni cosa… però, sono sincero… non comprendo le vostre parole su lady Isolde… ella è una donna straordinaria… l’unica vera amica della nostra regina… sono certo che vi sbagliate sul suo conto… ad ogni modo vi prego di non farne parola alla regina di questo vostro rancore verso lady Isolde…” si voltò poi verso Altea “… il cancello che avete visto non conduce fuori dal palazzo… no, quel cancello porta direttamente al cuore di questo palazzo…”
Fece allora segno alle due donne di seguirlo.
Giunsero così davanti alla sala del trono.
“Puoi annunciarci a sua maestà?” Chiese Reas ad un servitore.
“Sua maestà ha concesso udienza a messer Nigros.” Spiegò il servo. “Abbiate la compiacenza di attendere qualche istante, sir Reas.”

Altea 09-02-2012 15.50.42

Rimasi perplessa ascoltando quel cavaliere, dunque quel cancello non portava ad una uscita...ma era una sorta di entrata, non capivo più nulla.
E Isolde?? Ancora ricordo ciò che successe al mio maestro, il fatto che poi non ricordasse più nulla, ma preferei tacere. Era meglio parlarne con la Regina, volevo conoscerla meglio e cosi lo seguii aspettando udienza.

Guisgard 09-02-2012 16.17.00

Heyto fissò Melisendra.
Per un istante si specchiò nei lucidi occhi di quella ragazza.
Poi sospirò qualcosa, come se stesse provando un dolore senza fine.
“Si, Melisendra… sarai sacrificata… sacrificata per il bene di molti…”
Chinò il capo.
Ordinò poi ai servi di preparare la carrozza.
E di nuovo si udì quella musica.
Si diffondeva come una solenne sinfonia per il tutto il palazzo ed il giardino.
Alcuni istanti dopo, la carrozza attendeva Melisendra e Hayto.
Da una delle finestre, il padrone fissò quella scena ed una gran pena s’impossessò del suo cuore.
La carrozza abbandonò poi il palazzo.
Per tutto il tragitto Heyto non disse nulla.
Alla fine arrivarono al porto.
Un vascello li stava aspettando.
Heyto condusse così Melisendra a bordo.
“Quando partiamo, capitano?” Chiese il musico.
“Tra poco, messere.” Rispose il capitano. “Domani è Venerdì ed il Calars sarà clemente.”
Hayto annuì e fece cenno a Melisendra di seguirlo verso le loro cabine.
“Ah, messere…” fece il capitano “… c’è una novità…”
“Cosa succede?” Voltandosi Heyto.
“Abbiamo un passeggero a bordo…”
“Come sarebbe?” Stupito Heyto. “Sapete che il mio signore non vuole estranei. Chi è questo passeggero? Perché vuol dirigersi oltre il Calars?”
“Non lo so, messere…” fece il capitano “… so che è un soldato di ventura che vuol rifarsi una vita… ha pagato una cifra che non potevo rifiutare, ma ha assicurato che non darà problemi… credo di potermi fidare di lui…”
“Badate che ogni cosa ricadrà su di voi.” Disse Heyto.
Il capitano annuì.
Heyto e Melisendra allora raggiunsero le loro cabine.
Poco dopo, il misterioso passeggero giunse presso la nave.
“Salute a voi, capitano…” salutando il comandante della nave che stava sul ponte.
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Guisgard 09-02-2012 16.30.43

Padre Nicola fissò Cavaliere25 senza rispendere nulla.
Cominciò allora il rituale.
Si segnò e benedisse la bambina, i due che erano con lui, ossia l’uomo e Cavaliere25, per poi spargere l’Acqua Santa per tutta la stanza.
A contatto con l’Acqua Benedetta, la bambina cominciò a gridare, bestemmiare e maledire il prete.
“Figlia mia…” in lacrime l’uomo.
“Uscite!” Ordinò padre Nicola a questi. “Basteremo io e questo ragazzo!” Indicando il boscaiolo.
L’uomo obbedì.
“Scioglimi e ti darò piacere, prete!” Disse la bambina con quella sua voce grottesca e spaventosa. “Liberami e ti darò il mio corpo!”
Padre Nicola, incurante, continuava a recitare il rituale romano contro gli esorcismi.
E più recitava, più la bambina si contorceva e gridava.
Poi fissò Cavaliere25.
“Io so cosa vuoi tu!” Gridò al boscaiolo la bambina. “Liberami e ti darò ciò che vuoi! Ti renderò felice! Ricco e potente! Ti darò la donna che ami! Liberami e avrai tutto ciò che desideri! Liberami, ti prego!”


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