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Risi piano alle sue parole "un bravo cantante non può annoiare un'amante della musica come me" dissi sorridendo sincera. "Mi farebbe piacere se continuaste" dissi mettendomi comoda sul letto col volto rivolto verso la finestra.
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Un nome vale l'altro.
No. Non era così. Non era assolutamente così. Lasciai appena andare una breve risata beffarda, quasi isterica e abbassai lo sguardo, mentre riprendevo a mangiare scuotendo la testa. Va bene il volto, ma il suo nome? Perché celarlo? Cos'era che nascondeva e che io non dovevo sapere? Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Altea con il suo costume mascherato prese un taxi che la portò sull'Asse Mediano.
Percorsero alcune miglia, fino a quando dal battistrada cominciò ad apparire la vasta brughiera. Dopo un po' si intravide un antico ed isolato maniero, con la sua sinistra sagoma. https://s-media-cache-ak0.pinimg.com...3653f6df92.jpg |
Presi quel taxi e percorremmo l' Asse Mediano quando ad un tratto vidi quello che a mio parere era il carcere..."Scusate, ma è un castello antico quello?" facendo finta di non sapere ma dovevo accertarmi fosse quello.
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“Beh, contenta voi...” disse sorridendo appena Pavel a Nyoko, per poi ricominciare a cantare.
Lo faceva con gli occhi chiusi, la testa poggiata contro il muro e la braccia incrociate dietro la nuca. Cantava della brughiera, del suo verde infinito, gli spazi selvaggi e misteriosi e di tutti i suoi segreti. |
Lui continuò a mangiare ed a bere, per poi alzare lo sguardo su Gwen che era rimasta in silenzio, a parte quella risata.
“Quindi...” disse “... per ridi?” |
Ascoltavo cantare quel ragazzo immaginandolo alla finestra. Mi lasciavo cullare dalla sua voce e dalla descrizione della brughiera, facendo sparire tutto il terrore che mi aveva provocato. Sentivo il cuore battere forte, ma era un battito più piacevole e sereno. Non vedevo nulla, nemmeno le sagome, ma riuscivo a vedere con l'occhio della mente, sentendomi sempre più rilassata e coccolata. Appoggiai la schiena alla parete del letto e continuai ad ascoltare quella voce fantastica, deliziandomi ancora e ancora, con un sorriso stampato in volto che pareva non volersi cancellare più. Nessun barone malvagio, nessun anziano incatenato, solo io e Pavel, la sua voce e la mia cecità.
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Lo guardai, quando mi chiese perché ridessi.
"Perché un nome non può valere un altro, è..." mi interruppi e sospirai "Non ha senso" conclusi, prendendo del cibo dal piatto, con un movimento stizzito. "Nascondere un nome nome non ha senso..."mormorai. Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk |
Capitolo IV: Caccia allo scorpione
“La folla è una bestia e con le bestie non si ragiona. La massa, come gregge, attende solo di essere condotta.” (Seneca) L'ebbrezza di quella notte di Carnevale saliva sempre più nelle strade del villaggio. Manciate di coriandoli dagli infiniti colori piovevano intense da ogni dove, poi uova, sacchetti d'acqua e persino di schiuma fredda in una folle lotta tra maschere e costumi. Dai balconi e dalle finestre donne abbigliate per l'occasione si sporgevano e partecipavano così a quell'accanita battaglia di colori e frastuono con grandine di coriandoli e nastri colorati, secchi d'acqua fredda con petali di fiori e trombette impazzite. Tutti lottavano, subivano e si divertivano. Tutti intorno a loro. Ma Icarius e Clio erano ben distanti da tutto ciò. Appartati e soli, nella notte e dietro un muro tra piante ed alberi, mentre il resto del mondo impazziva per il Carnevale. Loro invece erano ben più folli, ma per altro. Lui alzò i suoi occhi azzurri su quelli chiari di lei, leggendone il piacere, l'eccitazione, il desiderio. “Lo so...” disse in un gemito lui. Un attimo dopo, però, si udì un grido che inizialmente sembrò perdersi nel festante casino generale. Ma poi quel grido tornò ed echeggiò ancora, senza avere nulla di allegro, matto e spensierato. Un grido che urlò qualcosa. Qualcuno era morto. https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/p...1487010661.jpg |
Quei baci, quel momento unico solo nostro.
Sentivo il cuore battere, sempre più forte, folle d'Amore e di eccitazione. Bramoso e avido di quella felicità che solo le sue labbra potevano regalarmi. La sua presenza era inebriante, il suo desiderio nutriva il mio, e da esso ne traeva compimento. A quelle parole, i miei occhi si fecero più intensi. Lo volevo, disperatamente, li, nascosti da tutti, in quella notte magica. Ma poi qualcosa ci destò da quella meravigliosa intimità. Un grido. Un grido di morte. "È terribile!" Dissi a Icarius "Forse dovremmo andare a vedere!". |
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