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Jean annuì a Clio e si avvicinò alla porta della cappellina, per poi bussare con vigore.
Ma nessuno rispose. L'uomo bussò di nuovo e con ancora più forza, tanto che quella porta di legno dai cardini arrugginiti cominciò a scricchiolare. Poi finalmente si udirono dei passi. “Allora...” disse qualcuno dall'interno “... non vedete la Santa Croce che domina questa cappellina? Non sapete dunque che essa è luogo Sacro ed eremo per i figli della privazione? Andatevene perciò e non disturbate oltre le mie orazioni, sicché per riconoscenza io pregherò per voi.” “Perdonateci se vi disturbiamo, buon eremita...” disse Jean “... ma è questione di vita o di morte...” “E ignorate dunque che le orazioni di un anacoreta sono al di sopra di tutto?” La voce dalla cappellina. “Anche della vita e della morte? Andatevene e San Rocco, a cui sto dedicando le mie preghiere, vi risparmierà le noie che soventi spettano ai disturbatori dei figli della Chiesa.” “Un pio eremita che nega ospitalità a dei viandanti?” Seccato Jean. “Un pio eremita” replicò la voce dall'interno “che invece si difende dalle tentazioni del mondo che recate con voi. Andatevene e non disturbatemi oltre, altrimenti sarò indotto a pensare che la vostra determinazione a seccarmi celi cattive intenzioni. In tal caso ho con me una robusta verga con cui tengo lontani anche i lupi, oltre che i malintenzionati. Su, figlioli, riprendete il vostro cammino e che il Cielo vi benedica.” “Signore...” uno dei soldati a Jean “... e se nascondesse qualcosa?” |
Un chierico meno che ospitale ci ricevette.
Guardai Jean. "Beh, ditegli che siete al servizio del vescovo, no?" alzai le spalle "Magari parlerà con voi..". |
A quelle parole di Clio fu invece Udino a farsi avanti.
“Voi...” disse rivolto a colui che parlava oltre la porta chiusa “... mi ascoltate?” “Siete voi altri che invece non ascoltate me.” Dall'interno della cappellina. “Vi ho detto di andarvene e di non seccarmi oltre.” “Allora indicatemi il passo dei Vangeli” fece Udino “in cui si riporta questo modo di accogliere i samaritani che bussano alla porta del Tempio.” “E con quale autorità voi giungete qui a declamare i Santi Vangeli al cospetto di un eremita che vive più prossimo al Cielo che non alla Terra? E comunque ho udito la voce di una donna. Andatevene vi dico e portate via con voi le vostre tentazioni.” “L'autorità conferitami da Sua Grazia il vescovo.” Lesto Udino. “Ed in nome suo vi chiedo di aprirci, in rispetto al Voto di obbedienza che accettaste nell'atto di indossare gli abiti della Vocazione.” Passarono alcuni istanti di silenzio e finalmente la porta si aprì. E sulla soglia apparve un corpulento frate dall'aspetto accigliato. http://pad.mymovies.it/cinemanews/20...obinhood27.jpg |
Guisgard ascoltò Marwel e la sua triste storia, per poi accogliere il capo della ragazza sul suo petto, mentre calde lacrime bagnavano il bel viso della giovane.
“Non siamo dunque tanto diversi...” disse lui, stringendola “... anche io, come voi, fuggo da sempre... e come voi sono stato costretto a cambiare nome... fuggiamo entrambi da una vita senza amore, rischiando la morte e la solitudine...” con la mano dolcemente le fece alzare il viso, per poi portarle via le lacrime dalle guance con un dito “... vi ho già detto che è un peccato vedere i vostri occhi piangere...” le sorrise “... il vostro cuore è un tesoro inestimabile... conquistarlo è una immensa fortuna... volete davvero offrirlo a chi, come me, è condannato a non poter amare mai? Come un Lancillotto impossibilitato ad essere felice, a raggiungere Ginevra... questo sono, Sophie... e voi siete troppo giovane e bella per appassire nell'aridità di morte che circonda il mio cuore...” le accomodò una ciocca ribelle “... ho rischiato la vita mille volte sulle mura di Maruania, sotto stelle sconosciute, tra i suoi mortai ed il sibilo dei letali Corvi... sono sceso come un Orfeo, un Ulisse, un Enea in un Oltretomba senza pietà, misericordia e Amore per strappare ai demoni di quella città infernale le anime ed i cuori di infelici amanti... perchè? Perchè altri non potevano... e perchè, credo, facendolo riuscivo a far mio un po' di quell'Amore che la maledizione mi aveva negato...” strinse la mano di lei “... non lascerò che vi portino via, Sophie... foss'anche l'ultima cosa che farò... vi porterò via da qui... con la mia nave volante... lontano da queste lande e da coloro che vi stanno cercando... fidatevi di me, vi prego...” fissandola alla luce della lampada che col suo bagliore incerto rendeva i suoi occhi di un azzurro mutevole ed avvolgente. |
Non mi piaceva quello che insinuava e neanche il suo modo insistente di guardarmi.
- Mi offendete con spregevoli illazioni, alludete che non sono fedele a mio marito e io dovrei anche dirvi il mio nome? Voi che volevate anche ucciderci.... Non so perché cerchiate Guisgard e non mi importa. Quell'uomo sapeva fin dall'inizio che ero una donna sposata e come tale mi ha trattata. Per quanto riguarda la sua cabina, ci sono stata ma quando lui non c'era, ci sono stata per cercare di capire chi fosse il capitano dato che sulla nave usava un altro nome... Un po' come voi, anche voi non usate il vostro nome quindi ho un motivo in più per non dirvi il mio. Capitan Nero avete accusato me e mio marito di essere traditori. Noi abbiamo semplicemente fatto ciò che dovevamo, per sottrarci alla minaccia di X. Voi invece avevate un patto con mio marito e non lo avete rispettato... Allora chi è il traditore adesso?- Terminai di parlare con uno sguardo furente. Non era da me quel comportamento, di solito tentavo la via della diplomazia, usavo le parole a mio vantaggio ma questa volta era come se avevo sfogato tutta la mia frustrazione e la mia rabbia repressa su quell'uomo, anche perché nella mia mente era ancora stampata l'immagine in cui lui mi puntava una pistola addosso. |
Sophie continuava a bearsi del calore del suo petto, finchè non le alzò il viso per asciugarle le lacrime e li di nuovo i loro occhi s'incontrarono e Marwel si disse pronta a danzare con il cielo.
Si ritrovò a guardare le sue labbra proferire parole dal suono agrodolce e se ne invaghì, le osservò aprirsi e chiudersi come fosse ipnotizzata dai suoi movimenti. Le chiese se fosse sicura di volersi innamorare di lui e lei pensò che no, non avrebbe mai voluto innamorarsi di lui, era l'ultima cosa al mondo che voleva, ma al cuor non si comanda. "Guisgard, credetemi, non ho scelto io d'innamorarmi di voi. Ho vissuto nella speranza di non dover fuggire più, di non dover soffrire più e poi siete arrivato voi e mi avete rapita e mi avete portata in un sentimento che non conoscevo e di cui tutt'ora non ne capisco la natura. Se potessi rendere la mia vita un po' più facile lo farei, ma non posso, ormai ci sono dentro e je danse." Le promise che non l'avrebbero portata via, che non l'avrebbero ricondotta in Francia e le chiese di fidarsi di lui. Non si fidava di un uomo dai tempi in cui era una bambina e l'unico suo amore era suo padre, il suo adorato genitore. Poi aveva smesso di fidarsi il giorno in cui aveva promesso la sua mano ad uno sconosciuto, che tra l'altro non aveva la fama di brav'uomo, anzi. "Mi fido di voi Guisgard, non chiedetemi perchè. So solo che non voglio tornare la! Una delle mie più fedeli amiche mi raccontava spesso le storie che sentiva su colui che mi avrebbe sposata e... non erano belle storie. Una volta mi raccontò che era stato lui ad uccidere le sue mogli e questo solo perchè non si erano concesse a lui una notte o due. Mi raccontò che era violento con loro ed erano entrambe delle ragazzine quando divennero mogli del nobile più ambito in Francia dopo il Principe. Io non voglio concedermi ad un uomo come lui e so che fine farei se gli negassi il mio corpo." Parlò guardando Guisgard negli occhi, poi sorrise e appoggiò nuovamente il capo sulla sua spalla. "Portatemi dove volete Guisgard, io vi seguirò" |
Alla fine Udino si fece avanti, e riuscì a farsi aprire.
Stavo per parlare e spiegargli perché eravamo lì, ma dalle sue parole compresi che non gli andavano a genio le donne, così lasciai che fossero i due inviati del vescovo a parlare. |
La luce che avevamo visto proveniva da una cappellina e una voce al suo interno ci disse di andare via, quando chiedemmo di entrare.
Dopo molte insistenze e il sentir nominare il vescovo, un uomo appari` sulla soglia. |
Nero sorrise a Dacey.
“Eh, che impeto, che caratterino.” Disse infine, finendo il suo bicchiere. “Una donna come voi è sprecata accanto ad uno come Dension.” Rise. “Ma checché ne dite, madama, io rispetto le scelte altrui. Si, amo troppo la libertà per impormi persino davanti al cattivo gusto di una bella donna nello scegliersi il marito.” La fissò. “Per questo sono al servizio di Maruania.” Chiamò uno dei suoi. “E non temete, rispetterò il patto. Appena avrò messo le mani su Guisgard. E comunque non voglio essere da meno al nostro eroico fuggiasco. Fin quando sarete mia ospite anche io vi offrirò ospitalità nella mia cabina.” Arrivò il soldato. “Conduci milady a bordo della nave.” Ordinò Nero. “Nella mia cabina. Ah, trattatela con tutti gli onori.” “Si, capitano.” |
Rimasi in silenzio, ignorando le sue continue battute e allusioni.
Dunque ero prigioniera di quell'uomo, per un tempo indefinito. Certo mi offriva la sua cabina ma non sarebbe stata altro che una gabbia dorata. - Vi ringrazio ma non posso restare...Mio marito mi starà cercando...- tentai di protestare ma un soldato arrivò a prendermi in custodia. |
Il frate restò sorpreso di vedere uomini armati, donne e chierici che bussavano alla loro porta.
“Salute a voi, signori...” disse a capo chino. “Noto avete smarrito la vostra scortesia.” Fece Udino. “Non è degna di un pastore della Chiesa.” “In verità, monsignore, proprio nell'atto di adempiere al mio mandato pastorale ho cercato di mandarvi via.” Il monaco. “Con rispetto parlando, visto ignoravo la presenza di due pii chierici fra coloro che bussavano alla mia porta.” “Davvero?” Fissandolo Udino. “E in che modo la cattiva maniera si lega ai Proclami dei Vangeli?” “Posso parlarvi in confessione, monsignore?” “Non ho tempo per ascoltare i vostri di certo numerosi peccati, dunque parlatemi in confidenza e sincerità ed io valuterò se riferire o meno a Sua Grazia della vostra condotta. Vi ascolto.” “Ebbene...” mormorò il monaco “... proteggo un fuggiasco... un perseguitato dalla legge...” “Un lestofante?” Sorpreso Udino. “No, monsignore...” scuotendo il capo il monaco “... una vittima... un martire... nonché un povero matto... ma anche i folli sono fatti ad Immagine dell'Altissimo, no?” |
Ascoltai le parole del frate in silenzio, lasciando che fossero gli uomini a parlare.
Così il frate ci parlò di un fuggiasco, e subito sperai parlasse di Icarius, però noi sapevamo che non era solo. E poi un matto? Icarius non sembrava certo un matto. Sperai che i due uomini del vescovo avessero intenzione di indagare a fondo. |
Il frate usci`, docile come un agnellino.
E menomale che dovrebbero essere uomini di chiesa... Disse poi che proteggeva un fuggiasco, un matto... |
“Sciocchezze, invece resterete, madama.” Disse Nero a Dacey, per poi annuire al suo soldato.
Ed il militare portò la ragazza fuori dalla tenda e la condusse all'interno della gigantesca nave nera. Era un luogo sinistro, dove un'atmosfera gotica dominava tra ingranaggi e macchinari che sembravano pulsare una fredda e malvagia energia. I marinai erano tutti vestiti di nero e dalla pelle di un bianco cadaverico, come se fossero prigionieri nel ventre di quel vascello, senza poter uscire mai alla luce del Sole. Dacey fu così portata in una cabina vasta, ma disordinata. Al suo interno vi era un denso ed insopportabile odore di fume ed ovunque c'erano cenere ed erba dallo sgradevole odore allucinogeno. E nell'andare via il militare la chiuse dentro a chiave. |
“Portate a noi quell'uomo.” Disse Udino al frate, con un tono che non ammetteva repliche.
Il frate annuì e tornò sull'ingresso della cappellina. “Venite pure avanti...” chiamando qualcuno ben nascosto all'interno “.. sono amici...” Un attimo dopo, con passo incerto, una figura attempata apparve sulla soglia. Alzò il capo e Gwen subito lo riconobbe: era Elv. |
Sorrisi piano alle parole dell'uomo.
Aveva avuto la mia stessa idea. Così avremmo scoperto di chi si trattava . E poi trasalii. Guardai Gwen con un sorriso radioso. "Molto più che amici..." Mormorai, sorridendo. E attesi di vedere i due innamorati riuniti |
Uno degli uomini disse al frate di mostrarci l'uomo che ospitava.
Il frate lo fece venire avanti e non potei crederci. "Elv" mormorai in un sospiro, mentre prendevo il suo viso fra le mani "Per gli Dei, quanto ti ho cercato" sorridendo. |
Come sempre non potevo fare altro che arrendermi all'evidenza e acconsentire. Seguii il soldato rassegnata mentre osservavo la nave in cui sarei rimasta a tempo indefinito. Tutto intorno a me era cosparso di un'atmosfera spettrale, marinai cadaverici e ambienti freddi e sterili. E la cabina di Capitan Nero non era da meno. Un puzzo inenarrabile permeava nella stanza e la prima cosa che feci fu aprire l'oblo.
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Con un gesto delicato Guisgard portò un dito, lieve, a posarsi sulle labbra di Marwel, come a volerle impedire di esternare ancora paure e timori.
“Nè quell'uomo, né nessun altro a questo mondo potranno farvi del male...” disse pianissimo “... la Divina Misericordia, la mia nave, ci porterà lontano...” accarezzandole il capo “... in cambio, come pegno, mi prometterete di non piangere più e di non negarmi mai il vostro sorriso?” Facendole l'occhiolino. Si toccò poi il petto, verificando la tenuta delle bende. “Le ferite vanno molto meglio ora...” annuendo alla giovane “... posso camminare senza più grande fatica... dobbiamo uscire da qui e raggiungere la nave... solo là saremo al sicuro... abbiamo guadagnato un po' di vantaggio sui nostri inseguitori ma non durerà in eterno... inoltre credo presto sarà buio e dobbiamo spostarci in fretta... la bestia è ancora la fuori e conosce l'odore del mio sangue... ve la sentire di andare ora, Sophie?” |
Elv strinse a sé Gwen e pianse di felicità.
“Eh, se non avessi i circuiti condensati eletromagneticamente direi quasi di essere sul punto di commuovermi...” disse Cq, per poi guardare Clio. “Perchè dite che costui è matto?” Udino al frate, indicando Elv. “Perchè, monsignore, egli afferma di essere un giovane mutato per incanto in un vecchio.” Rispose il frate. “Beh, in effetti...” perplesso Udino. “Però la ragazza sembra conoscerlo bene.” Fece Jean. “Chi è quest'uomo?” Udino a Gwen. “Parlateci di lui.” |
Dacey aprì uno degli oblò per consentire all'aria pulita di entrare.
Fuori il crepuscolo ormai si avvicinava inesorabilmente. Passarono lunghi minuti, poi forse anche un'ora. Infine la ragazza perse la concezione del tempo. Poi, ad un tratto, la porta si aprì ed entrò Nero. “Oh, fate come se foste a casa vostra, madama.” Disse l'uomo, accendendosi una sigaretta. “Vi piace la mia cabina?” Tirando una lunga boccata. “Beh, manca il tocco di una donna, lo ammetto, ma almeno non è banale.” Rise, per poi sedersi su una poltrona dalla fodera sbiadita per il fumo. “Avanti, ditemi cosa gradite mangiare... in vostro onore farò servire qui la cena... contenta?” |
Mi strinse a se` ed io mi sciolsi fra le sue braccia, mentre asciugavo dolcemente le lacrime dal suo viso.
Poi, mi voltai verso gli uomini. In effetti, le loro domande erano lecite. "Costui e` l'uomo che amo ed e` vero cio` che dice, inizialmente fui io colpjta dall'incanto e poi e` toccato a lui. E` tutto a posto, signori" voltandomi poi verso Clio per conferma. |
Mi ero affacciata alla finestra osservando il cielo e avevo perso la cognizione del tempo fino a quando la porta si aprì.
- Nessuno vi ha insegnato a bussare vedo...- dissi voltandomi a Capitan Nero che incurante accese un'altra delle sue puzzolenti sigarette. - Se state in qualche modo insinuando che dovrei riordinare la vostra cabina potete scordarvelo signore. Per quando riguarda la cena non è necessario che vi scomodiate tanto per me, quello che farà il vostro cuoco andrà bene.- Come erano lontani i giorni in cui cucinavo per Dension e la sua ciurma, quanto mi mancavano quei giorni. |
Nero rise alle parole di Dacey.
“Ah, madama madama...” disse guardandola “... ammiro il vostro coraggio, oltre che la vostra bellezza... si, perchè non temete nulla, anche se dovreste... io governo una nave immensa e capace di radere al suolo un'intera città... ho ucciso uomini, donne e persino bambini in anni di viaggi e battaglie... molti mi bollano come assassino, tiranno, criminale ed anche folle... e voi invece? Voi nulla...” divertito “... potrei farvi torturare e violentare da ciascuno dei miei uomini... potrei marchiarvi a sangue come si fa con le schiave, fino a farvi gridare il vostro desiderio per me... ma voi nulla... eh, si, siete coraggiosa... ma vi consiglio di non tirare troppo la corda... mi stupisco io stesso della mia pazienza con voi... ma non abusatene...” fissandola. Bussò qualcuno. “Entra.” Fece Nero. Entrò il cuoco e servì loro la cena. |
Gli gettai addosso un'altra occhiata di disprezzo, crescente ad ogni parola che pronunciava.
- Pensate di farmi paura lodandovi e narrando le vostre prodezze, lanciando minacce... Non siete il primo che mi tratta in questo modo, non mi stupisce che siate il compare di X in effetti... E come allora preferirei la morte, non mi farò toccare da voi o da nessuno dei vostri uomini...- dissi con una gelida calma osservandolo fumare. - Voi credete di poter ottenere tutto solo perché siete un violento ma mi dispiace dirvelo, vi sbagliate... Si ottiene molto più con l'amore che con la violenza e la paura...- Fui interrotta dal cuoco con le sue pietanze e forse fu meglio così. La mia audacia nel parlare con il Capitan Nero nasceva dal fatto che ero stufa di essere minacciata, rapita e segregata da qualche parte, ma era un'audacia effimera. Dentro di me sapevo che era meglio non provocarlo troppo. |
Udino, Jean e gli altri restarono increduli a quelle parole di Gwen.
“Dunque...” disse Jean “... siete vittima di un incanto?” “Si...” annuì Elv “... per questo sono fuggito da lei...” indicando Gwen “... per liberarla dal mio fardello... poi mi sono imbattuto nella nave nera e mi hanno preso a bordo. Volevano farmi confessare... rivelare della Divina Misericordia, ma io ho finto di essere matto... e appena giunti qui sono fuggito... e mi sono imbattuto in questo buon frate...” |
"Ecco cosa ci facevi su quella maledetta nave..." accarezzandogli il viso.
Sospirai, per poi poggiare la testa sulla sua spalla. Non ci credevo ancora di essere di nuovo con lui, di averlo ritrovato ed era la sensazione piu`bella del mondo. |
Osservavo quella scena con le lacrime agli occhi è un largo sorriso.
Ora era tutto chiaro, perché fosse andato su quella nave, perché fosse rimasto lontano da lei. Ero felice per Gwen, terribilmente, e quella felicità mi infuse serenità e speranza. E nel vedere i due innamorati finalmente ricongiunti, mi si strinse il cuore al pensiero del momento in cui avrei potuto riabbracciare il mio Amore. Poi prestai attenzione agli uomini. "Dice il vero.." Annuii "Per quanto assurdo possa sembrare, se siamo stati tutti testimoni, purtroppo..". Poi sorrisi ad Elv. "È bello vedervi, messere... Ci è mancato terribilmente il sorriso di Gwen.." Dissi, sorridendo alla ragazza. "Proseguiamo la ricerca?" Chiesi agli uomini. |
Il cuore batté così forte quando Guisgard le sfiorò le labbra con le dita che ella si paralizzò all'istante, ma poi si sciolse quando lui le chiese semplicemente di non piangere più e di donargli solo sorrisi. Come se fosse un comando, Sophie sorrise a quell'uomo che aveva sciolto ogni paura in lei.
Le disse che stava meglio e che poteva camminare senza far troppa fatica e le chiese se fosse pronta a lasciare il rifugio. Non avrebbe mai voluto separarsi dal suo caldo abbraccio, non avrebbe voluto lasciare quel nascondiglio segreto che rendeva tutto così misteriosamente romantico, ma era giunto il momento cercare una vera via di fuga. "Si, a patto che non mettiate a rischio le vostre ferite. Se dovessero continuare ad aprirsi s'infetterebbero di sicuro e a quel punto non saprei come salvarvi la vita." Raccolse gli unguenti e cominciò a togliere le pietre per poter uscire da li, poi prese il mantello e lo legó al collo di Guisgard "non potete prendere freddo" disse come fosse una madre apprensiva. Quando uscì dal rifugio si sentì investita dalla paura di poterlo perdere e dalla convinzione che non ne sarebbe uscita viva da quella storia. |
“Non temete...” disse Guisgard, mentre Marwel gli allacciava il mantello “... non è così facile mettermi fuorigioco.” Facendole l'occhiolino.
I due lasciarono il loro nascondiglio e si ritrovarono nella vasta boscaglia ormai sul punto di mutare le sue fattezze in ombre. Infatti il crepuscolo era giunto. Guisgard strinse a sé Marwel, per riparare entrambi col montello e si incamminarono su uno stretto sentiero fatto di ciottoli. Prese poi la sua bussola elettromagnetica e cominciò ad orientarsi. “La Nave” mormorò “è a Sud della cittadina, bloccata in una cavità rocciosa...” si guardò intorno “... ecco... verso quelle montagne...” indicando i monti che si stagliavano lungo l'orizzonte inquieto di quelle lande. I due allora seguirono quella direzione, mentre tutto intorno a loro mutava con l'imbrunire ormai inoltrato. Ad un tratto, dalla vegetazione, udirono dei versi. Poi un ringhio. A Guisgard si gelò il sangue. “Affrettiamo il passo, Sophie...” alla ragazza. |
Elv strinse ancora a sé Gwen, dopo aver annuito a Clio.
“Si, riprendiamo la ricerca.” Disse Jean. “E' quasi buio.” Ad un tratto un sibilo dal cielo. Un attimo dopo un velocissimo Corvo sorvolò la zona, accorgendosi di loro. “Maruania!” Esclamò spaventato Cq. |
Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
Annuii a Jean.
"E speriamo di trovarli stavolta..:" con un sospiro. Ma vedere Gwen con Elv mi aveva riempito il cuore di speranza, e ora non avevo più dubbi o paure, ora sapevo che sarebbe giunto il momento in cui l'avrei stretto a me ancora una volta. Ma poi quel rumore mi destò da quei lieti pensieri. Alzai gli occhi al cielo e il mio sguardo mutò. Eccolo lì, il mio nemico. "Maledetti.." Tra i denti "Non aspettatevi che abbiano riguardo per il vescovo o per il suol consacrato..." Avvertii gli altri uomini "È gente senza Dio.." Con disprezzo. "Mettiamoci al riparo..." Guardandomi attorno "Non potremmo raggiungere il Palumb e contrastare con quello il corvo?". |
Il cuoco servì il tutto su un tavolino e poi Nero lo congedò.
“Prego, mangiate pure...” disse poi a Dacey “... avanti, non siate così fredda con me... non sono stato gentile? Vi è stato fatto del male? Qualcuno vi ha mancato di rispetto?” Rise. “Eh, peccato che il nostro Guisgard non si sia innamorato di voi... a quest'ora sarebbe corso in vostro aiuto per liberarvi, nel suo puro stile cavalleresco...” divertito “... mi avrebbe fatto assai comodo... lo avrei acciuffato restando seduto.” Fissandola. “Buon appetito, madama.” |
- Mi tenete prigioniera qui quando invece vorrei essere con mio marito... Scusatemi se non sono sprezzante di gioia- dissi in tutta risposta iniziando a mangiare.
- Toglietemi una curiosità... Perché ci tenete tanto alla cattura di Guisgard?- |
Sorrisi a Clio, per poi stringere ancor piu` forte Elv, come se lo sentissi sempre troppo lontano.
"Giurami sul nostro Amore che non andrai piu` via" sussurrai pianissimo con la voce che tremava, mentre le nostre fronti si toccavano. Poi sentimmo un sibilo. Un Corvo di Maruania ci aveva avvistati, riportandoci alla dura realta`. |
Il sole non aveva illuminato abbastanza a lungo quelle lande da poter permettere a Marwel e Guisgard di viaggiare senza la costante paura di ritrovarsi davanti alla belva. La ragazza si chiese che aspetto avesse: poteva avere l'aspetto di un orso viste le ferite riportate da Guisgard o di un lupo, o, pensò, poteva essere tutte e due le cose messe assieme. Rabbrividì al pensiero di potersi trovar difronte una bestia simile; nessuno le aveva raccontato di quel tipo di animali, nemmeno il suo precettore li aveva mai menzionati e lui di cose ne conosceva. Il miglior insegnante per l'unica figlia femmina del casato di Carassonne.
Non seppe per quale motivo, ma le tornò in mente un pomeriggio, quando per distrazione era caduta inciampando su una radice che era sfuggita dalla morsa della terra e si era procurata un taglio alla caviglia. Ricordò di non aver detto a nessuno di quel piccolo incidente, poichè sapeva che se i genitori avessero saputo che il sangue della preziosa figlia era stato versato a causa di un ramoscello, avrebbero disboscato l'intera foresta. Erano dei genitori molto premurosi, ma solo perchè volevano intatta l'unica cosa che poteva portarli ancora più in alto nella società. In pratica, la dolce Sophie, non era tanto diversa da un gioiello costoso: tanto prezioso e facilmente vendibile. Guisgard l'attirò a se sotto il mantello ed ella si destò dai suoi pensieri; pensò che era già passato troppo tempo da quando aveva guardato gli occhi dell'uomo, infatti aveva il perfetto controllo di se stessa e quasi non era più abituata. Ad un tratto, a spezzare quel pensiero divertente fu un ringhio roco e intriso di malvagità che fece sbarrare gli occhi alla giovane. "Est la bête" sussurrò Sophie mentre affrettava il passo come gli aveva consigliato Guisgard. "Non siamo al sicuro qui..." |
“Presto...” disse Hansiner “... mettiamoci al riparo!”
Ma il Corvo, pur vedendoli, stranamente non aprì il fuoco ed atterrò poco distante. “Non sembra voglia attaccarci...” fece Jean. “Mi chiedo chi lo stia pilotando allora...” mormorò Elv. |
Nero sorrise a Dacey nel vederla mangiare.
“Oh, nulla di personale contro Guisgard, madama...” disse mangiando anche lui “... diciamo che è un modo per guadagnare in fretta... sulla sua testa ci sono due taglie... una da parte di Maruania, una da parte del signor X... e poi...” sorridendo “... poi amo la competizione... è un degno avversario ed io voglio batterlo.” |
Guisgard annuì a Marwel e i due cercarono di aumentare l'andatura.
Poi un fruscio davanti a loro e si fermarono di colpo. Lui allora estrasse l'elsa a forma di fiore stilizzato della sua spada, avvertendo il pericolo. Un attimo dopo la lama di Mia Amata, la spada dei Taddei, era già luminosa tra i misteriosi bagliori del crepuscolo. Attimi infiniti trascorsero, mentre i due fuggitivi sentivano che qualcosa si avvicinava. “Restate immobile, Sophie...” disse piano Guisgard, tenendo stretta Mia Amata “... qualsiasi cosa uscirà da quei cespugli voi non muovetevi...” Le ombre degli alberi si allungavano e tutto si ricopriva di un manto spettrale. Come se i demoni dell'oscurità riprendessero il dominio di quelle lande maledette. All'improvviso qualcosa emerse dalla vegetazione, fissando il cavaliere e la dama con occhi feroci, mentre una spettrale Luna si affacciava nel cielo. http://userimg.tv.com/icon/4/4/22866...44/tv_icon.jpg |
-Pensate di batterlo?- sorrisi appena togliendo lo sguardo dal piatto per un momento, - posso assicurarvi che non sarà facile... Se è scampato ai suoi inseguitori finora ci sarà un motivo non credete? L'unica cosa che forse potrà mai fermarlo è una sola, l'Amore... a meno che non trovi un modo per rompere la sua maledizione... Ma sono cerca che un uomo astuto come voi a già tutto in merito, avrete di certo studiato attentamente il vostro nemico-
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