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Cavaliere25 ruppe le sbarre e liberò il passaggio attraverso la finestra.
Tieste e Polidor subito osi lanciarono fuori dalla cella. “Ora” disse il falco al boscaiolo “una volta usciti tutti, rimettete le sbarre a posto, in modo che le guardie non arrivino ad immaginare il modo in cui siete evasi.” “Sei molto furbo, falchetto!” Esclamò Tieste. “Certo, molto più di te!” Fissandolo il rapace. “E ora presto, andiamo!” |
Ascoltavo Reas...come se parlasse un corpo senza anima, a Tylesia erano tutti con la Regina, una statua che rappresentava il bene piu' prezioso, dov'erano finiti i sentimenti, l'Amore, l'odio...l'orgoglio...dov'erano fini gli uomini di Tylesia...Reas mi stava letteralmente trascinando verso il palazzo......ma un canto di dolore arrivo' sino al centro della mia anima...riprcorse armonica ogni corda del mio essere..." Reas, fermatevi......parlate di Sogni e non avete sentimenti......come potete pensare di avere ancora un sogno se non provate nulla........Ascoltate, vi prego Ascoltate......fatelo col cuore e non con le vostre orecchie...qualcuno nonostante tutto sta soffrendo e non importa a nessuno, volete difendervi.........dovreste difendervi dalla vostra Regina....e' lei che deve cambiare o non avrete scampo i nemici di Tylesia avranno terra fertile.........".......Reas aveva donato la sua vita alla Regina...fedele a lei mi avrebbe uccisa se avesse pensato fossi una sua nemica.....ma la vera nemica di tilesia era proprio il suo sovrano....
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Guardai sbigottita sir Orco..."quattro duelli? e chi mai avrebbe voluto vincere l'Avvilente Costumanza e perchè?" pensai tra me.
Ad un tratto arrivò il servitore che ci annunciava di avviarci verso il maniero per la colazione, e mia sorpresa fu sapere che vi era lady Arya, ma notai una certa rabbia nel volto del marito. Entrammo nella sala e trovammo ad aspettarci una bellissima dama, mi avvicinai meglio per vederla. |
[QUOTE=Guisgard;45470]
“Distruggerete Tylesia?” “Si...” “Perché?” “Perché ha peccato.” “E in che modo?” “Negando la verità.” “E i suoi abitanti?” “Chi non perirà, sarà disperso.” “Cosa accadrà ai miei tre figli?” “Se resterete qui, nessuno dei tuoi figli perirà.” “Posso fare altro?” “Si, pregare.” “Per chi?” “Ciascuno preghi per il suo prossimo.” “Andate via ora?” “Si.” [QUOTE] Era una visione di quello che era successo? Andai dall'uomo e gli dissi: <<Chi erano?? Ditemi chi erano! Tylesia? perchè vogliono distruggerla?>> Dovevo fermarlI! |
L'uomo fissò Daniel.
“Quei cavalieri non sono di questo mondo...” disse “... appartengono a La Lacrima di Cristo e stanno marciando verso Tylesia... quella città è condannata... in essa è custodito un magnifico ed inimmaginabile tesoro... un tesoro che La Lacrima di Cristo vuole strappare dal ventre di Tylesia, per poi dare alle fiamme ogni pietra ed ogni mattone della città...” |
“Ma cosa state dicendo?” Voltandosi Reas verso Elisabeth. “Voi parlate così perché non conoscete l'animo della nostra sovrana! Ella è la donna più buona e sensibile del mondo! Sono stato uno sciocco a condurvi qui e a parlarvi del suo dolore!”
“Dolore?” All'improvviso una voce. “La nostra amata regina soffre?” Kojo rise di gusto. “Cosa volete?” Con astio Reas. “Forse vi ho disturbato, capitano?” “Il palazzo è grande” fece Reas “e non c'è motivo che mi seguiate...” “Non seguivo voi.” Con un ghigno Kojo. “Assolutamente. Stavo cercando invece lady Elisabeth...” “Perchè?” “Suvvia...” ridendo Kojo “... che domande fate? Io non ho problemi a raccontarvi dei miei desideri, ma potrei turbare la nostra dama...” fissò poi Elisabeth “... non è vero, milady? Avanti, ditelo al capitano che anche voi desiderate la mia compagnia... almeno quanto io desidero voi...” |
Altea, Parsifal, Lilith, Redentos e Fyellon furono condotti, insieme ad Orco e a Insegrid, nella Sala Est.
Qui trovarono una bellissima donna ad attenderli. “Abbiamo ospiti al castello...” sorridendo lei “... che meraviglia...” “Non esserne troppo lieta!” Esclamò Orco. “Sono solo di passaggio!” In quel momento arrivò anche Nanzia. “Figlia mia, come stai?” “Mamma!” E le due si abbracciarono. “Ho fame, servite in tavola!” Ordinò Orco, come se la felicità di Arya lo infastidisse. “Vi fermerete dunque poco al castello, signori?” Domandò Arya ai nuovi arrivati. “In verità” rispose Fyellon “sembra che a vostro marito dispiaccia la nostra presenza...” Orco lo fissò. “Mi sbaglio, milord?” Chiese Fyellon. “C'è una legge per sostare qui...” fece Orco “... non potete restare al castello senza soddisfarla.” “Che legge?” Domandò Redentos. “Dovete affrontare l'Avvilente Costumanza...” rispose Orco. “No!” Gridò Arya. “Non possiamo imporre loro questo giogo! E' come mandarli al macello!” “Zitta tu!” Le intimò Orco. |
Lilith era spaventata.... cercava protezione e venne verso di me, ed io risposi:
"Non temere Lilith, ti starò vicino..... non permettero che ti succeda qualcosa". Quell'Orco si meritava il nome che portava, era veramente un essere umano simile con un istinto da bestia..... Gli venne chiesto chi furono i sfortunati che hanno patito una tale pena..... credevamo che erano in due, ma invece erano ben quattro. Iniziaì, a pensare che il prezzo che veniva messo in gioco era veramente alto. Tornaì nei miei pensieri, cercando di capire in cosa si erano imbattuti. Subito dopo, ci venne annunciata l'ora della colazione avrebbe presenziato il banchetto anche la moglie di codesto essere. Non sembrava contento. Ci dirigemmo alle sale e la donna che apparve era veramente incantevole..... e dai lineamenti gentili, ci accorse con un grande calore...... ma come poteva essere andata in sposa ad un uomo del genere. Gustaì la colazione con molta svogliatezza.... il mio pensiero era ancora rivolto a quella gogna e le sue povere vittime, fin quando Fyellon non irruppe con una sorta di sberleffo ai danni di Orco. Affermò che al più presto saremo andati via, ma Orco lo fermò poichè prima di andar via..... bisognava affrontare una prova.... l'Avvilente Costumanza.... finalmente la verità sarebbe spuntata fuori. Ascoltaì con attenzione come venne pronunciata e lo sguardo di Orco, finchè non chiesi: "Perdonate, nobile Signore.... è possibile sapere in cosa consiste.... la prego, ci narri di codesta tradizione".... lanciaì questa richiesta con cognizione, poichè potevamo aspettarci sicuramente un no. Ma avevo un piano..... |
Il Sole iniziava a indorare le cime dei cipressi che, lambiti dalla fresca brezza mattutina, si muovevano in un dolce brusio, quasi volessero destarsi dalle ultime ombre lasciate dagli spiriti notturni, per cantare al dolce risveglio della natura.
Ad un tratto la principessa, scossa da una voce che la chiamava, guardò verso gli appartamenti che davano sul giardino e si alzò di scatto. “Arrivo!” Disse ad alta voce Chymela. “Arrivo, cara balia!” Questo fece sussultare il giovane che era accanto a lei, appoggiato ad uno di quei cipressi, perché la parola “arrivo” di Chymela chiudeva ogni loro incontro. “Ora devo scappare...” fissandolo lei “... a presto...” Andros la guardò andare via mentre una velata malinconia, come ogni volta, gli scese sul cuore. La ragazza non si era mai ritrovata in una condizione d'animo simile a quella in cui versava ogni volta tornava da uno dei loro incontri nel giardino. Si sentiva completamente avvolta da una toccante e meravigliosa atmosfera di un nuovo mondo. Come un velo, magico e mutevole, che si posava sul suo cuore. Un velo che, se si fosse sollevato, le avrebbe mostrato un mondo sconosciuto, incantato e durevole, animato da scenari e sogni di straordinaria bellezza. Appena ritornata nella corte, tentò però subito di ammansire quelle sensazioni e quello stato d'animo. E ciò non risultava quasi mai complicato, perché tutti erano abituati al suo sguardo perso in fantasticherie, in pensieri incantati e sognanti. Capomazda le appariva come un luogo incantato, ricco di orizzonti e sfondi da favola, dove la vita si mostrava come una quotidiana meraviglia. Ma più di tutto due cose nei racconti di Andros avevano affascinato Chymela: una promessa e un tesoro. Una promessa celata in un'antica profezia e un tesoro racchiuso in un mistico Giardino fatato. http://i2.listal.com/image/1157903/500full.jpg Guisgard restò incuriosito da quella richiesta di Talia. Perchè voleva visitare quella sala? E come conosceva quel luogo? Poi, dopo qualche istante, disse al vecchio guardiano di entrare. Questi allora servì loro quell'infuso con dei biscotti. “Avete riposato bene, miei signori?” Domandò ai due. “Si, grazie...” fece Guisgard. “Sapete, non rammentavo di quei vezzeggiativi fra voi, miei signori.” Guisgard lo fissò incuriosito. “Certo, ricordo l'amore che l'arciduca nutre per le arti classiche” continuò il vecchio “ma non sapevo dell'affabile nomignolo dato a voi, milady.” Guisgard guardò Talia, poi di nuovo il vecchio. “Oh, mi riferisco al nome della musa...” comprendendo lo stupore di Guisgard “... Talia... è così, vero, che chiamate vostra moglie?” Rise. “Eh, ma che sciocco! Sono proprio un vecchio sciocco! Magari quel vezzeggiativo lo usate nell'intimità, mio signore!” “Ehm... già...” mormorò Guisgard...” “Non imbarazzatevi, milord!” Esclamò divertito il vecchio. “Suvvia, vi ho visto crescere! Ricordate quando giocavate sulle mie ginocchia?” Guisgard annuì con un sorriso forzato. “Ehm...” cercando di cambiare discorso “... io e mia moglie vorremo fare un giro per il palazzo...” “Siete i padroni qui, miei signori.” Sorridendo il vecchio. “Volete il mio permesso per visitare casa vostra?” Guisgard sorrise. “Però devo dirvelo, milord...” “Cosa?” “Mi sembrate un po' freddino...” con fare sarcastico il vecchio “... si, insomma... avete al vostro fianco questa bellissima ragazza e non vi ho ancora visto darle un degno bacio... sapete che alla corte di Capomazda attendono un erede, no?” Rise nuovamente. “E sia...” alzandosi dalla sedia “... credo di avervi imbarazzati abbastanza... portate pazienza con questo vecchio e stolto servitore, miei signori... la vostra visita ha rallegrato le mie solitarie e malinconiche giornate... ora col vostro permesso mi ritiro... vi auguro una piacevole passeggiata nello splendore di questo palazzo...” ed uscì dalla stanza. |
Orco fissò Parsifal.
“Volte conoscere in cosa consiste l'Avvilente Costumanza?” Domandò il padrone del castello. “Ciò è possibile solo ad una condizione, cavaliere...” “Quale condizione?” Domandò Fyellon. “Una volta conosciuta l'Avvilente Costumanza...” rispose Orco “... non c'è scampo... bisogna affrontarla... accettate dunque tutto questo?” Fissandoli Orco. |
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