Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 07-10-2015 18.16.27

Marwel tornò accanto a Guisgard e lo aiutò con le coperte, affinchè riposasse.
E di nuovo lui le prese la mano.
“Vi siete dunque pentita...” disse in un sussurro “... pentita di avermi rivelato il vostro bel nome...” cercando i suoi occhi che invece lo evitavano “... ditemelo guardandomi allora... ditemi che vi siete davvero pentita, ma fatelo guardandomi negli occhi... fatelo ed io giuro che non lo pronuncerò mai più...”
Ma in quello stesso istante dall'esterno si udì un rumore sordo.
Non era il vento e Guisgard si voltò di scatto verso la finestra con sguardo inquieto.

Clio 07-10-2015 18.17.13

"Non importa, io posso cavarmela.." sentenziai, per poi sorridere ad Hansiner "No, infatti.." divertita.
Poi accadde qualcosa.
Qualcosa di inaspettato e spaventoso.
La bestia, la bestia ci aveva trovati, e si avventò sul borgomastro con rabbia e odio.
E se avesse fatto lo stesso con Icarius e la nostra ricerca fosse vana?
No, non volevo nemmeno credere ad una cosa del genre.
L'avrei saputo, ripetevo a me stessa che l'avrei saputo se gli fosse capitato qualcosa.
Ora però la bestia era lì, feroce e terribile come non mai.
Avrei dovuto scappare, forse, ma Hansiner sarebbe stato una preda troppo facile.
Così mi spostai, in modo che fosse costretto a girarsi.
Forse non era saggio usare subito la spada, pensai.
Così estrassi lentamente la pistola e sparai, mirando agli occhi del mostro che illuminavano quel bosco di luce sinistra.
Sparai più volte, mirando punti strategici come la gola, le fauci spalancate, e appunto gli occhi.
Non sapevo quanto spessa fosse la sua pelle, ma sapevo che quei punti erano i più vulnerabili.
E quando la pistola esaurì i suoi colpi, impugnai Damasgrada e caricai la bestia dalla parte opposta rispetto a dov'era Hansiner, in modo da distogliere lo sguardo da lui che non poteva scappare.
Sentivo il cuore battere all'impazzata per la paura, l'adrenalina, la rabbia e tutti i sentimenti che avevo provato in quella folle notte.
Riversai su di lei ogni cosa, traendo forza da tutte quelle emozioni terribili che mi avevano attraversato.

Guisgard 07-10-2015 18.25.20

Dension annuì a Dacey e la baciò.
“Tornerò presto...” disse, per poi andare via.
Raggiunse gli altri soldati e nessuno di quelli smascherò il suo travestimento.
La ragazza invece raggiunse il nascondiglio che si era scelta.
Era un luogo silenzioso e tranquillo, quasi rassicurante nonostante l'ansia e l'inquietudine figlie di quella notte.
E fu in quel momento che comprese di aver già visto quel luogo.
In uno dei suoi sogni fatti sulla Divina Miserircordia.

Marwel 07-10-2015 18.33.28

Di nuovo il calore delle sue mani premeva in quelle della giovane, ed ella sentì il cuore raggiungerle la gola e mancare un battito. Le chiedeva di dirgli che si era pentita di averle rivelato il suo nome e le disse che lui non l'avrebbe più pronunciato se era quel che voleva. Ma lei non voleva.
Quel "fatelo guardandomi negli occhi" spezzò ogni resistenza che la fanciulla aveva costruito intorno al suo cuore e si ritrovò, in un attimo, a perdersi nel blu, ad annegare in quell'oceano profondo.
"No..." sussurrò, ma non ci fu tempo per altre parole, poichè uno strano suono riempì il silenzio dell'oscurità e Guisgard la liberò dalla trappola del suo sguardo per poterlo spostare sulla finestra.
Marwel tremava dalla testa ai piedi e si disse ch'era terribile provare quelle emozioni e non poterle nascondere, ma cercò di non dar peso a ciò che le stava accadendo, poichè, probabilmente, c'era qualcosa di più importante a cui pensare.
Si voltò dunque verso la finestra e strinse la mano di Guisgard, come se avesse paura che qualcuno lo stesse portando via.
"Cosa può essere stato?"

Guisgard 07-10-2015 18.38.37

Come un animale abituato alla lotta, ma disperato e braccato, Clio cominciò ad attaccare la misteriosa e feroce creatura, mentre essa ancora era a far scempio del povero borgomastro.
Prima sparò con la pistola, poi usò la fiera Damasgrada.
Ma tutto sembrava inutile.
Quell'infernale bestia pareva invulnerabile.
Inviolabile da qualsiasi cosa che fosse umana e naturale.
Anche Hansiner, dopo un attimo di sgomento, impugnò la postala ed aprì il fuoco contro la bestia.
Ma anche i suoi colpi non sortirono effetto, se non quello di far inferocire ancor più l'animale.
Allora con una poderosa artigliata la belva colpì Clio, lacerandole una coscia e sbattendola contro un albero.
E per un attimo restò confusa.
Poi altri spari.
Stavolta di fucili.
Un sordo latrato e la belva svanì così com'era venuta.
E la ribelle cominciò ad udire voci confuse, fino a voltarsi e vedere accanto a sé il corpo martoriato e senza vita del borgomastro.
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Guisgard 07-10-2015 18.47.30

“La morte...” disse Guisgard a Marwel, stringendole la mano e con gli occhi fissi verso la finestra “... la morte in agguato nell'oscurità...”
Si udirono dei passi ed il tintinnio delle armi.
“Aiutatemi a raggiungere la finestra, Sophie...” mormorò Guisgard appoggiandosi alla ragazza.
E con uno sforzo, avvertendo il bruciore delle ferite ancora aperte, riuscì insieme alla giovane a raggiungere la finestra.
Spostò appena le tendine e vide alcuni uomini armati vicino alla porta.
Ed indossavano le uniformi di Maruania.
Un attimo dopo bussarono con vigore alla porta.
“Dobbiamo andare via...” lui a lei “... Sophie, dobbiamo uscire da qui e scappare... c'è un'uscita secondaria o una botola che porti fuori?”
Ma non c'era molto tempo.
Quegli uomini infatti non avrebbero atteso molto là fuori.

Clio 07-10-2015 18.50.42

Nulla sembrava scalfirla, nulla sembrava infastidire quell'essere immondo.
Nè le mie pallottole o quelle di Hansiner, nemmeno l'acciaio di Damsgrada, di cui ben conoscevo l'efficacia.
Ma continuai a colpirla, ancora e ancora, finché non finii sbalzata, e un dolore lancinante alla coscia mi stordì.
Mi ritrovai a terra, per un attimo.
E per un attimo temetti fosse la fine.
Lì, a Bocca della Selva, dove ogni cosa era oscura e misteriosa.
Ma poi, d'un tratto, degli spari.
E la bestia se ne andò.
Possibile?
Avevamo sparato fino ad un attimo prima io e Hansiner e non aveva detto "beh", e adesso se ne andava per degli spari.
Che stregoneria era mai quella?
Mi voltai e vidi il borgomastro, di cui aveva fatto scempio.
Una fitta di dolore mi attraversò, non solo per la ferita alla coscia che sanguinava copiosamente, a quello ero abituata.
Ma mi dispiaceva per quell'uomo, che sembrava l'unica persona a posto in quelle oscure lande.
Poi la domanda successiva si fece strada nella mia mente.
Chi diavolo aveva sparato?
Icarius?
Possibile?
Mi guardai intorno, e sorrisi piano nel vedere che Hansiner stava bene.
Così, appoggiandomi alla corteccia dell'albero, provai ad alzarmi.

Marwel 07-10-2015 19.10.13

Rimase impietrita di fronte alla risposta di Guisgard e non capì subito cosa intendesse, fin quando non le chiese di aiutarlo ad alzarsi. Non era molto d'accordo, poichè le ferite, per quanto ben cucite, si sarebbero riaperte se avesse fatto grandi sforzi.
Lo sostenne per tutto il tempo, mentre lui guardava dalla finestra e il suo sguardo si faceva sempre più accigliato e la preoccupazione cominciava ad attanagliare il corpo di Marwel.
Guisgard disse che doveva fuggire da quella casa e la fanciulla non le chiese nemmeno il motivo, poichè sentì un vigoroso bussare alla sua porta che la fece sobbalzare.
"C'è una porta nascosta dall'erbaccia nella stanza dove tengo le erbe... potremmo uscire da li, ma voi potreste farvi male!" quelle parole erano più rivolte a se stessa che a Guisgard, infatti, sempre sorreggendo il ferito, Marwel prese la sua bisaccia con gli unguenti e le erbe, il suo rosso mantello e poi, più veloce che potè, si diresse insieme all'uomo verso la porta che forse avrebbe salvato la vita ad entrambi.
Prese una chiave appesa tra le erbe essiccate ed aprì la porta che fece un po' di resistenza all'inizio, ma poi si aprì sulla scura foresta e diede loro la possibilità di scappare.
"Dove vi porto? Non potete correre, ne sforzarvi troppo!"
La bionda treccia della giovane si sciolse e la chioma cominciò a muoversi libera da ogni costrizione, solleticando di tanto in tanto il suo viso diafano.
Fu in quel momento che ricordò, non senza provare terrore, di aver dimenticato l'unico oggetto che poteva rivelare al mondo chi lei fosse per davvero.
Aveva saputo che suo padre aveva sparso la voce che avrebbe dato un grande compenso a colui o colei che fosse riuscito a riportargli sua figlia.
Non poteva tornare indietro, era ormai troppo tardi, ma poteva pregare affinchè nessuno trovasse il ciondolo dorato sul suo letto in cui ci era inciso il suo nome e il suo cognome.

Lady Gwen 07-10-2015 19.31.14

Riprendemmo il cammino.
Ad un tratto Cq avverti` qualcosa, o meglio, qualcuno.
"Si, ho udito dei passi" voltandomi indietro "Chi e` la?" mettendo mano alla pistola, che avevo nascosto nel mantello.

Dacey Starklan 07-10-2015 20.03.57

C'era qualcosa di strano. Mi guardai intorno con insistenza, senza capire inizialmente. Poi qualcosa balenò nella mia mente. Quel luogo aveva qualcosa di famigliare ma ero certa di non esserci mai stata, eppure...

Eppure vedevo cose che conoscevo già in un certo senso e infine capii. Un sogno. Avevo già vissuto quel luogo in uno dei miei sogni!

Guisgard 07-10-2015 23.20.36

“Non importa dove, Sophie...” disse Guisgard a Marwel “... l'importante è andare via da qui... subito...” mentre quegli uomini continuavano a bussare alla porta.
“Aprite!” Intimò uno di loro dall'esterno. “Aprite o butteremo giù la porta!”
Il ferito e la giovane raggiunsero la porta nascosta dall'erbaccia e da lì riuscirono a lasciare la casa, ritrovandosi pochi istanti dopo nella fitta e scura boscaglia.
“Forse le ferite mi faranno un po' male” Guisgard a Marwel “ma se quegli uomini ci trovano sarà anche peggio...” avanzando entrambi, sebbene lui fosse dolorante, tra sterpi e rovi “... abbiamo pochissimi istanti di vantaggio, ma il favore della notte... dobbiamo approfittarne per allontanarci prima che faccia giorno...”
Intanto, nell'abitazione, gli uomini avevano sfondato la porta.
Cercarono a lungo, ma non trovarono nessuno, fino a quando uno di loro scoprì la porta fra le erbacce.
“Signore...” uno dei soldati a colui che sembrava il capo “... c'è una porta secondaria... sono fuggiti di là... chiunque fossero.”
“Vi sono unguenti ed erbe mediche...” fissando la stanza Capitan Nero “... ciò vuol dire che qui vi era un ferito... era di certo lui... Guisgard... qualcuno lo ha curato e poi è fuggito con lui... ma chi?” Si accorse del ciondolo dimenticato da Marwel sul letto e lo prese, per poi osservarlo con attenzione. “Molto interessante...” mormorò con un ghigno enigmatico.
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Guisgard 07-10-2015 23.23.51

Gwen teneva puntata la pistola nella direzione in cui avevano sentito dei passi tra la vegetazione.
Passarono alcuni lunghissimi istanti, poi finalmente una sagoma emerse dall'oscurità.
“Amlin...” disse stupita la vecchia “... sei tu... ci hai spaventati... dove sei stato?”
“La bestia” mormorò Amlin “ha ucciso ancora... un uomo... e forse un altro...”

Lady Gwen 07-10-2015 23.29.36

Era Amlin.
"Un altro?" Mormorai con un filo di voce "Ditemi, avete per caso incontrato i miei compagni o l'uomo che era con noi a casa vostra? Lo ricordate? Aveva un bastone con un mastino."
Speravo che Icarius e gli altri stessero bene e mi sentivo impotente in quel momento.

Guisgard 07-10-2015 23.35.42

Nonostante la coscia lacerata dalla misteriosa creatura, Clio tentò di alzarsi, mentre Hansiner, a fatica, la raggiunse.
“Clio...” disse l'artista “... tutto bene?” Poi alzò lo sguardo e vide degli uomini a cavallo.
Erano stati loro a sparare e a mettere in fuga la belva.
Possibile?
Hansiner con un cenno indicò i nuovi arrivati alla ribelle.
Erano dei cavalieri ed armati di tutto punto e con loro vi erano due uomini i cui abiti tradivano la loro appartenenza al Clero.
“Chi siete?” Chiese Hansiner.
“Sono Udino di Monsarch, messo di Sua Grazia il vescovo” rispose uno dei chierici “e questi” indicando il messere che guidava gli uomini armati “è Jean di Saint Germain, Gran Bracconiere del barone di Carcassonne.” Guardò il corpo sventrato del borgomastro, mentre gli uomini di Jean lo coprivano con un telo. “Allora è vero... sono dunque reali le voci giunte a Sua Grazia riguardo ad una misteriosa belva che terrorizza Bocca della Selva...” facendosi il Segno della Croce dopo aver benedetto il cadavere.

Guisgard 07-10-2015 23.38.57

Amlin fissò Gwen e poi annuì.
“Si...” disse “... ho incontrato l'uomo che possedeva quel bastone... è stato attaccato anch'egli dalla bestia... forse mortalmente...”
“Bontà Divina!” Trasalì Cq. “No... non può essere...”

Guisgard 07-10-2015 23.41.16

Dacey comprese.
Quel luogo lo aveva visto in uno di quegli inquietanti sogni.
Era identico, in tutto e per tutto, a come lo aveva sognato.
Ed all'improvviso si accorse di qualcosa.
Su un grosso noce era inciso un simbolo.
Il simbolo della setta di Amich.

Lady Gwen 07-10-2015 23.42.12

"Oh miei Dei..." mormorai, coprendomi il volto con le mani "Sono certa che sta meglio ora, non puo` essere morto" dissi con voce ferma, non mi sarei data per vinta finche` non l'avessi visto coi miei occhi.
"Potete portarci da lui?"

Guisgard 07-10-2015 23.55.19

“L'ho portato in un'abitazione isolata, nel bosco...” disse Amlin a Gwen “... un luogo sicuro, dove una ragazza se ne sta prendendo cura... ma le ferite che ha riportato sono molti gravi... venite, vi porterò da lui.”
Così il gruppo si avviò verso l'abitazione in cui Amlin aveva portato Icarius.
“Amlin è un buon uomo...” la vecchia a Gwen durante il cammino “... molti lo credono pazzo, ma egli in realtà ha un animo gentile... da ragazzo fu rapito da alcuni fanatici che lo torturarono, imprimendogli il loro simbolo come tatuaggio... da allora vive rifuggendo gli altri uomini... si fida solo di me...”
Giunse l'alba e le perenni ombre della notte cominciarono a ritirarsi.
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Lady Gwen 08-10-2015 00.00.00

"Bene, spero di poter fare qualcosa per lui" annuendo ad Amlin e ci incamminammo.
Ascoltai la donna e pensai prima alle parole del borgomastro riguardo la "licantropia" di Amlin e poi quelle di Dacey riguardo la setta, ma evitai di rivelare particolari privati altrui e mi mi limitai a sorridere lievemente e annuire, per poi voltarmi verso l'orizzonte mentre l'alba illuminava il cielo e infondeva speranza.

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Dacey Starklan 08-10-2015 00.03.58

E come nel sogno, ancora una volta, qualcosa di ricorrente. Un simbolo. Quello della setta.

Accarezzai il tronco d'albero in cui era inciso, come fosse la fronte di Amlin.

Ed ora temevo per Dension

Clio 08-10-2015 00.10.53

Il Falco dei Mari e la ricerca del perduto Re dei Fiori
 
Sorrisi ad Hansiner e annuii.
"Sì, sto bene.." Dissi, stringendo i denti per il dolore.
Poi alzai gli occhi su quegli uomini.
Che fossero stati i cavalli a metterlo in fuga?
Perché i nostri spari non l'avevano spaventata?
"Si temo sia piuttosto vera, signore..." Osservando la mia coscia dilaniata.
"Pensate voi a quell'essere?" Chiesi "Noi dobbiamo trovare i nostri amici, e scoprire se sono ancora vivi.." Guardai Hansiner, anche lui non era messo benissimo.
"Magari senza morire nel frattempo.." Sorridendo all'artista.
Dove diavolo poteva essersi cacciato Icarius?
Perché non riuscivano a trovarlo?
Quel posto era vasto ma non così immenso!
Ma finalmente il sole stava sorgendo.

Marwel 08-10-2015 10.28.37

Mentre fuggivano tra i rovi e l'erba bagnata, Marwel non riusciva a non pensare al grosso errore che aveva fatto nel lasciare il ciondolo sul letto in bella vista.
Glielo aveva regalato la sua omonima nonna prima delle nozze, mai avvenute, dicendole di ricordarsi sempre chi fosse e da dove venisse. "Sophie Elisabeth Leroux" recitava l'incisione al suo interno. Quella stramaledetta incisione pensò Marwel sistemandosi meglio la bisaccia con le erbe e stringendo Guisgard in modo che non cascasse.
Era stanca, affaticata da quella notte che non aveva in programma di lasciarla rapire da Morfeo. Poi le venne in mente un rifugio nascosto tra gli alberi che ella utilizzava d'estate, quando non riusciva a rincasare prima che facesse troppo buio.
"Mon Dieu Guisgard! Non lontano da qui c'è un... abri! Refuge!" le capitava spesso di parlare francese nei momenti di pura agitazione e finchè lo faceva da sola non recava problema alcuno, ma quando era in compagnia spesso le venivano rivolte occhiate stranite "Un rifugio, insomma...".
L'alba era vicina e la fioca luce di un sole freddo cercava di passare attraverso le chiome per illuminare il tetro paesaggio.
Marwel lo vide, o meglio, riconobbe gli arbusti e le erbacce che divoravano l'abitazione scavata nel terreno. Era un nascondiglio perfetto, poichè, da quanto ne sapeva, nessuno conosceva la sua ubicazione ed era quasi impossibile da scorgere in quanto mimetizzata tra la natura.
"Nous sommes arrivés!" sussurrò avvicinandosi piano e guardandosi attorno. Spostò le erbacce e trovò una porta di fortuna fatta con sassi e rametti, facilmente ricostruibile dall'interno, ma sapeva che una volta dentro avrebbero patito un po' il freddo, poichè non c'era la possibilità di accendere fuochi in quel rifugio.
Era piccolo e per nulla accogliente, ma era un luogo sicuro dove poter stare, almeno per un po'. Dall'altro lato dell'unica stanza che c'era, si trovava una porta simile a quella principale, ma ancora più difficile da trovare dall'esterno.
Marwel sistemò Guisgard in modo che potesse poggiare la schiena alla parete rocciosa; la temperatura la dentro era molto bassa e già la fanciulla si ritrovava con le mani ghiacciate e la punta del naso arrossata. Prese il suo mantello cremisi e coprì Guisgard "Non dovete prendere freddo" disse mentre cercava le erbe e gli unguenti nella sua bisaccia.
"Devo controllare le vostre ferite Guisgard, specialmente dopo una corsa così" fece avvicinandosi a lui. Sotto il primo strato di bende si potè vedere con chiarezza del sangue e ciò voleva dire che una delle ferite si era aperta e andava ricucita. Non sarebbero stati minuti felici per il ferito.
"Oh non... mi dispiace Guisgard, dovrò ricucirvi" disse senza guardarlo. Doveva concentrarsi e i suoi occhi la distraevano sempre; gli diede del tempo per prepararsi al dolore, intanto ella ricostruì la porta di pietra e diede un ultima occhiata fuori. Poi prese delle forbici, ago e filo e si avvicinò a Guisgard. Tagliò più delicatamente possibile i punti precedenti, li sfilò dalla sua pelle e guardò l'uomo. Grosso errore.
Lo stomaco cominciò a fare le capriole e le sue gote s'infiammarono; aveva una mano appoggiata al petto di Guisgard e si stava beando del suo calore sulle dita fredde.
Scosse il capo e chiuse gli occhi per un istante, poi strinse l'ago e appoggiò la punta su un lembo dello squarcio.
"Siete pronto? farà male" disse Ma non quanto fanno male i vostri occhi pensò.
Unì il primo centimetro di pelle, poi un altro e un altro ancora, finchè non ebbe completato l'opera e si disse soddisfatta più di prima. Spalmò gli unguenti su tutte le ferite e bendò nuovamente il torace di Guisgard; lo coprì fino al collo con il suo mantello, mentre il corpo della giovane veniva scosso da brividi per il freddo.
"Dovete riposare Guisgard" disse, illuminata solo dalla debole luce di una lanterna che aveva lasciato nel rifugio qualche mese prima e che, ringraziando il cielo, aveva olio a sufficienza per poter donare un po' di luce nel momento del bisogno. La spense e tutto crollò in una fitta oscurità e Marwel si ritrovò a cercare la mano di Guisgard.

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Guisgard 08-10-2015 17.16.56

Il bosco cominciò a schiarirsi, come il cielo d'Oriente e pian piano le ombre della notte si ritirarono, per poi svanire nel nulla.
Ma l'inquietudine dominava ancora su quelle lande, come se una paura primordiale pulsasse da ogni cosa verso un terrore inesorabile.
Gwen, Cq e la vecchia seguirono Amlin attraverso la boscaglia selvaggia, fino ad intravedere un'abitazione isolata.
“Ecco la casa...” disse Amlin “... lì si trova il vostro amico ferito.”
E raggiunsero l'abitazione.
Ma qui, con loro grande sorpresa, non trovarono nessuno.
Tutto era sottosopra, come se qualcuno avesse rovistato con foga.
“Ma cosa diavolo è accaduto qui?” Perplesso Amlin.

Guisgard 08-10-2015 17.20.32

Dacey si avvicinò al tronco dell'albero e lo accarezzò.
Il simbolo della setta era propri lì, inciso nel legno secolare, quasi fosse un segnale.
Ad un tratto avvertì un fruscio alle sue spalle e poi un rumore di passi.

Guisgard 08-10-2015 17.25.20

“Siamo qui per questo.” Disse Udino a Clio. “Per scoprire la verità su quella creatura. Così vuole Sua Grazia.”
“L'abbiamo vista e messa in fuga” fece Jean “ma sul mio onore non ho mai veduto una bestia simile. Se dovessi descriverla non riuscirei a paragonarla a nessun altro animale presente al mondo.”
“Comunque voi non potete restare qui nel bosco in queste condizioni.” Udino rivolto alla ribelle e a Hansiner. “Vi porteremo a Bocca della Selva per essere medicanti. Altrimenti finirete per morire dissanguati.”
“No...” mormorò Hansiner “... dobbiamo trovare il nostro compagno...”
“In queste condizioni” Jean “troverete solo una rapida e dolorosa morte.”

Guisgard 08-10-2015 17.29.20

Guisgard e Marwel a fatica trovarono quel rifugio.
La ragazza sistemò il tutto per renderlo ancora più sicuro ed introvabile.
Poi si occupò delle ferite dell'uomo.
Furono momenti lunghi e dolorosi, dove lui a denti stretti, tra gemiti e moti di dolore, soffrì parecchio mentre lei gli ricuciva la pelle viva.
E a dargli sollievo vi era solo la mano della giovane sul suo petto.
Alla fine le sue ferite furono ricucite e medicate.
Poi Marwel spense l'unica lanterna che avevano e tutto divenne buio.
Lei allora cercò la mano di lui e la trovò.
Le loro mani si strinsero, quasi a darsi calore reciproco in quel freddo rifugio.
“Mi piace il suono della vostre voce...” disse lui, con il respiro rotto ancora per il dolore di poco prima “... e mi piace quando spaventata parlate in francese...” accennò un lieve sorriso, immaginando il suo volto che il buio invece gli celava “... venite... divideremo questo mantello... è freddo questo luogo e non voglio certo che patiate a causa mia... magari così, essendo ora al sicuro, potrete riposare un po'...”

Dacey Starklan 08-10-2015 17.29.41

Attesi mentre vedevo il mio fiato unirsi alla notte e sentivo il mio cuore battere nel mio petto. Dopo il ritrovamento del simbolo avvertivo un crescente senso di paura. Mi accucciai ancora di più, tenendo comunque occhi e orecchie vigili. E fu così che sentii del fogliame muoversi alle mie spalle.

Clio 08-10-2015 17.31.50

Oh, meno male che erano arrivati loro.
Un problema in meno, forse...
Ma restava ancora il fatto che Icarius non si trovava, e cominciavo a preoccuparmi seriamente.
Perché lui non ci cercava?
Non gli veniva in mente che lo stavamo cercando disperatamente?
Che ero spaventata a morte non trovandolo?
Possibile non pensasse a noi?
... a me?
E la risposta poteva essere una soltanto: era incosciente.
Magari ferito da quella bestia, impossibilitato a muoversi chissà dove.
Certo, non c'era altra spiegazione, altrimenti in qualche modo l'avremmo trovato.
Perché, mi dicevo, come noi stavamo cercando lui, lui di certo stava cercando noi.
Non era preoccupato che ci fosse successo qualcosa?
A maggior ragione ora che era spuntata l'alba.
"No!" dissi categorica, alzando lo sguardo su quegli uomini.
"Posso fermare il sangue in qualche modo, ma non me andrò da questo bosco senza averlo trovato..".
Mi sembrava di rivivere Vacolis in tutto e per tutto, quando quel dolore mi aveva fatto comprendere di amarlo.
Ma ora era diverso, ora era tutto diverso, e come allora non mi sarei arresa.
Anche se forse non l'avrei trovato, come quel giorno.
Non mi sarei mai arresa.
Strappai un lembo della mia sottoveste di seta e fasciai la coscia che perdeva sangue strettissima, in modo da fermare l'emorragia.
Non mi importava di niente e di nessuno, nemmeno del dolore, se non di trovarlo.

Guisgard 08-10-2015 17.46.13

Quel fruscio.
Poi il rumore di passi.
“Guarda guarda...” disse una voce alle spalle di Dacey “... che sorpresa... una fata dei boschi forse?” Per poi ridere il militare.
“Già, si fanno strani incontri in queste lande.” Fece il suo compagno.
Erano infatti due soldati.
Due soldati di Maruania.

Guisgard 08-10-2015 17.48.08

Davanti a quella scena, a quella cieca determinazione di Clio, Udino scosse il capo.
“Siete pazza.” Disse il chierico. “Non troverete nessuno e non andrete troppo lontana in queste condizioni. Tra un'ora cadrete a terra senza conoscenza.”
“Io invece posso comprenderla.” Fece Jean. “Si, anche io farei di tutto per cercare colei che ci ha spinti a giungere fin qui.” Fissò Clio. “E sta bene... verrete con noi e vi daremo due cavalli. Dubito riusciate a farcela, ma da ciò che vedo siete un soldato come me, sebbene donna. E morire in un letto non è nel nostro Destino.”
Così diede ordine ai suoi uomini di far salire lei e Hansiner in sella a due cavalli e tutti insieme ripresero le ricerche.
Ognuno cercava qualcosa.
Qualcosa di diverso.

Dacey Starklan 08-10-2015 17.50.05

Mi irrigidii subito coprendomi attentamente le spalle con uno scialle alla vista di quei due soldati. Dovevo essere estremamente attenta, la situazione poteva diventare pericolosa, davvero pericolosa.

- Buonasera - mormorai senza guardarli e poi rimasi un attimo in silenzio. Che cosa potevo dire senza rischiare nulla.

- Non vi ho mai visti da queste parti... Siete stranieri vero? Ora vi chiedo scusa ma devo tornare a casa, si sta facendo tardi e ormai si staranno preoccupando per me-

Marwel 08-10-2015 17.54.36

Il buio era a suo favore, poichè in quel modo non avrebbe potuto affogare negli occhi di Guisgard, ne far vedere le sue gote arrossate. Sorriso quando sentì la mano dell'uomo stringere la sua e riscaldarla da quel gelo.
Disse che gli piaceva quando parlava in francese e che pure il suono della sua voce era cosa bella d'ascoltare ed ella avrebbe voluto, a quel punto, farsi imprigionare nelle sue iridi, ma il buio non glielo permetteva e si disse che forse era meglio così.
Le offrì rifugio sotto il mantello. A quel punto Marwel si bloccò e temette di non riuscire più a respirare; non era mai stata tanto vicina ad un uomo come nelle ultime ore e ora quest'ultimo le chiedeva di condividere il giaciglio. Certo, era sicuramente pura gentilezza verso una ragazza che tremava dal freddo, ma ella era così giovane e il suo cuore batteva più velocemente per ogni minima cosa, proprio come stava facendo in quel momento.
Nessun rumore spezzava il silenzio di quella pericolosa mattina a Bocca della Selva, solo il suono dei loro respiri.
Marwel si avvicinò lentamente a Guisgard e si accucciò sotto il suo mantello; era impacciata e non sapeva bene come muoversi per non fargli del male. Con il calore del mantello e quello dell'uomo a scaldarle il corpo, la stanchezza e il sonno mancato bussarono alla sua porta ed ella non potè far altro che accoglierli e lasciarsi andare.
Appoggiò il capo sulla spalla di Guisgard, chiuse le palpebre e sussurrò "Je ne pense pas que je peux vous laisser aller...". Fu quasi una frase detta nel dormiveglia, come se non controllasse le sue parole, ma al posto suo fosse il cuore a farlo.
Qualunque cosa fosse successa, era certa che sarebbe rimasta ferita.

Clio 08-10-2015 18.02.39

Stavo per perdere la pazienza.
Non che ne avessi in realtà, pensai con un mezzo sorriso.
Infondo non era la prima volta che mi davano della pazza, ci ero abituata.
L'altro uomo invece comprese.
Non sapevo di chi parlava ma sorrisi e annuii.
Era vero, avrei fatto qualunque cosa per trovarlo.
Poi restai piacevolmente colpita dalle parole di Jean, era la prima volta che qualcuno mi si rivolgeva in quel modo, scorgendo prima il soldato e poi la donna.
Annuii, sorridendo piano.
"Vi ringrazio.." dissi, gravemente.
Così salii sul cavallo, con un dolore atroce alla gamba che non mostrai sul mio viso.
Come i gladiatori dell'arena, avevo imparato a non mostrare mai il dolore, a soffrire senza emettere un suono.
Così, insieme ai nostri nuovi compagni di viaggio, la ricerca riprese.
E forse sarà stato il sole, o il fatto di non dover camminare, ma per la prima volta in quella notte nutrii un po' di speranza.

Lady Gwen 08-10-2015 18.11.33

Raggiungemmo la casa, ma questa era vuota e sottosopra.
"Che siano stati presi da qualcuno? Ma non lo credo possibile, in quanto Icarius non e` un fuggiasco e spero non lo fosse nemmeno la donna che lp ha curato..." dissi pensierosa "A meno che qualcuno non sia arrivato dopo e loro erano gia` andati via" voltandomi verso di loro.
Mi guardai in giro e notai l'occorrente per le medjcazioni e vari prodltti che anche io a volte avevo utilizzato.
"Se sono andati via, non credo abbiano percorso molta strada, con Icarius ferito..."

Guisgard 08-10-2015 18.19.21

I due soldati mostrarono un ghigno a Dacey.
“Non preoccuparti...” disse uno di quelli “... ti accompagneremo noi a casa...” ridendo.
“E se prima ci divertissimo un po'?” L'altro soldato. “Non capita tutti i giorni di imbattersi in una morettina così bella...” con tono lascivo.
“Idiota...” mormorò l'altro “... dobbiamo condurla subito dal capitano... sai bene che punizione tocca a chi gli disubbidisce...”

Dacey Starklan 08-10-2015 18.24.43

Increspai il labbro sentendo un disagio crescente per quella situazione.

- Come ho detto mi aspettano a casa... Sono sicura che troverete altre ragazze con cui divertirvi signore-

Erano in due, erano armati ed io avevo solo un pugnale. Tuttavia non potevo lasciare che mi prendessero, se avessero scoperto la mia vera identità poi sarebbe stata la fine. Mi chiesi dove fosse finito Dension ma sapevo che in quel momento potevo contare solo sulle mie forze. Se sarei stata abbastanza tenace, coraggiosa e spietata, probabilmente lo avrei scoperto presto. Sapevo che non mi sarei lasciata prendere e che avrei agito, avrei estratto il mio pugnale contro di loro se necessario.

Guisgard 08-10-2015 18.29.29

Sebbene imbarazzata ed impacciata, Marwel raggiunse Guisgard sotto quel mantello e si appoggiò a lui, quai intimorita di potergli fa male.
Ma l'uomo la accolse sul suo petto, senza avvertire dolore alcuno, quasi fosse il fiore più leggero e delicato del mondo.
Poi coprì entrambi con il mantello, mentre lei appoggiò il capo sulla spalla di lui e subito dopo cadde addormentata.
Ma un istante prima che la stanchezza la facesse abbandonare alla magia incantata del sonno, la giovane sussurrò qualche parole in francese.
Parole che Guisgard ripetè nella sua mente, nel tentativo di svelarne il significato.
Infine poggiò anch'egli il capo contro la parete fredda di quel rifugiò e cercò di rilassarsi, sebbene cosciente di dover restare a vegliare su loro due.
Allora a fargli compagnia ci furono il delicato respiro di lei e le carezze dei suoi lunghi capelli biondi che scendevano sul petto di lui.

Era una delicata mattinata d'Autunno e la campagna si destava dorata tra i manti di foglie secche che ammantavano i sentieri lungo il corso del ruscello vicino.
La piccola casa, all'ombra di alcuni alti faggi e protetta dal vento di ponente grazie ai robusti castagni che lambivano lo spiazzo, si mostrava un rifugio tranquillo lungo quello scorcio di felice e vecchia Francia.
Era un'abitazione piccola ma accogliente, curata con devozione, dal tetto di tegole e i rampicanti che rivestivano l'intonaco bianco.
Insomma era una delle tante casette che si possono vedere ancora oggi lungo le strette stradine che dal Carcassonne corrono verso la Linguadoca ed il Rossiglione.
Marwel era davanti al piccolo pozzo, con il fresco alito della campagna che gonfiava i suoi lunghi capelli biodi.
Ad un tratto si voltò di scatto e vide giungere un cavaliere.
Il trotto del suo cavallo era docile e si avvicina alla casa della ragazza.
Ed infine lo riconobbe.
L'uomo a cavallo era Guisgard.
Allora come una bambina gli corse incontro, gettando a terra il secchio e lasciandosi andare quasi sospinta dal vento.
Ma poi, ad un tratto, tutto mutò.
La campagna si fece scura e si trovò tra le stradine di un paese desolato ed avvilito.
Il rintocco lento della campana scandiva il passo austero di un corteo funebre, dove tre bare venivano portate in spalla da alcuni uomini, mentre delle anziane seguivano la processione recitando il Santo Rosario.
“Era così giovane e bello...” disse in lacrime una donna “... che fine orribile...”
“Lo sapeva...” fece un'altra donna “... non doveva innamorarsi... non doveva...”

E Marwel si svegliò all'istante da quell'inquietante sogno.
Era ancora col capo sulla spalla di Guisgard, avvolta dal buio del rifugio.

Guisgard 08-10-2015 18.34.02

Il gruppo si rimise in cammino, portandosi dietro anche Clio e Hansiner.
Tuttavia le loro ferite erano tutt'altro che lievi, soprattutto quelle della ribelle ed il restare in sella per una buona ora cominciò presto a farsi sentire.
Ad ogni passo restare dritti sul cavallo sembrava un'impresa indicibile, sebbene lei fosse abituata al sacrificio e alle sofferenze.
Dopotutto era Lupo Nero.
Alla fine, dopo un bel tratto, intravidero una casetta isolata.
“Sarà bene controllare.” Disse Jean ad Udino.
Così la raggiunsero.
“Arriva qualcuno.” Cigolò Cq, mentre Gwen ragionava su ciò che era potuto accadere in quella casa prima del loro arrivo.
Poco dopo gli uomini a cavallo arrivarono.
E Subito Gwen riconobbe con loro Clio e Hansiner.

Clio 08-10-2015 18.45.14

Stare dritta era sempre più difficile, cercavo di stringere le redini, di tenere duro.
Dovevo farlo per lui.
Mi starà aspettando, mi dicevo..
Sarà preoccupato per me come io lo sono per lui.
Non posso deluderlo, non posso mollare, continuavo a ripetermi.
Ha bisogno di me..
E io di lui...
Poi intravedemmo Gwen e Cq.
"Gwen.." Chiamai la ragazza "State bene che fortuna.. Avete notizie di Icarius? È tutta la notte che lo cerchiamo inutilmente..".
Il cuore batteva sempre più forte, mentre paura e speranza lottavano tra loro.

Marwel 08-10-2015 18.59.06

Quel sogno era stato così terribile e reale da svegliarla in modo brusco e con la tristezza nel cuore; trattenne a stento le lacrime e risentì le parole della donna in lacrime che diceva che non doveva innamorarsi. Sarebbe morto se il suo cuore avesse provato la gioia immensa di un amore puro? O forse, si disse Marwel, quello era stato solo un brutto sogno causato dalla serie di eventi che si erano verificati durante la notte e dall'estraneo sentimento che provava.
Come può l'amore portare morte? pensò. Avrebbe dovuto chiederlo ad Elena e Paride che con il loro amore avevano portato morte e distruzione, oppure a Tristano e Isotta, Romeo e Giulietta. Forse la morte era l'altro lato della medaglia.
"Guisgard..." sussurrò la ragazza, come se avesse paura di trovarlo morto accanto a se e allora le sue ultime parole sarebbero state "Non penso che potrò lasciarvi andare", dette in una lingua che l'uomo non conosceva e allora sarebbe stato come se non le avesse dette affatto.
E se davvero Guisgard avesse gli occhi chiusi non per riposare per qualche ora, ma in eterno? E così si sarebbe pentita di non averli guardati più a lungo, fino a perdere la capacità d'intendere e di volere.
Alzò il capo dalla sua spalla, cercò la lanterna nell'oscurità e l'accese non appena l'ebbe sotto mano. Di nuovo il rifugio si ricoprì di una debole luce che le permise però di rivedere Guisgard e di darsi della sciocca.
Sei te che non devi innamorarti di lui pensò, convinta però che ormai fosse troppo tardi e se allora la belva l'avesse uccisa, sarebbe morta contenta di aver provato quel sentimento, anche se forse per l'uomo più sbagliato del mondo.
Tornò sotto il mantello e posò una mano sul suo viso, poi si avvicinò tanto da poter sentire il suo respiro sulla pelle e disse: "non innamoratevi Guisgard, a quanto pare non vi farebbe bene".
Era tanto vicina al suo viso che avrebbe potuto facilmente unire le labbra con le sue, ma il terrore del sogno appena fatto era così grande da farla retrocedere di qualche centimetro e farle abbassare il capo in segno di resa.


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