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Britty si fece coraggio e imboccò il sentiero, racchiuso da quegli alti e inquietanti noci.
Nell'attraversare quella sorta di antro vegetale, la ragazza avvertì un che di strano, come se lasciasse il mondo reale per un altro, sconosciuto, remoto. Avvertì un capogiro, leggero ma in grado di confonderla per un istante. In un attimo, come se guardasse da un caleidoscopio, un isieme di luci, di colori, tutti velocissimi, iniziarono a volteggiare intorno a lei. Dovette chiudere gli occhi per un istante e quando li aprì si ritrovò in un luogo buio, incerto e freddo. Garrison, nell'udire la voce di Marin, si voltò di scatto verso di lei. "Si, volevo invitarla a mangiare con noi." Disse col suo solito tono garbato. La condusse così al centro del campo, dove era stata preparata quella grossa brace. Sul fuoco c'era la carne frutto di quella veloce battuta di caccia, mentre intorno c'rano quegli uomini di colore. Fra essi Marin notò, oltre a Garrison e a Pablos, anche un terzo uomo abbigliato come loro. Era di bell'aspetto e dallo sguardo indagatore, di quelli che fissano e studiano tutto e tutti. "Le presento" disse Garrison a Marin, indicando proprio il terzo uomo "il signor Skylar." "Molto lieto." Skylar a Marin. https://upload.wikimedia.org/wikiped...in_%281%29.JPG |
Aveva detto proprio così..libera di amare chi volevo...io volevo amare lui, lo aveva compreso e con apprensione risposi "Io...io volevo dirti che.."
Ma mi bloccai poichè udii delle voci provenire da fuori "Chi potrebbe essere?Il fabbro? Non mi sembra questo castello sia molto abitato" osservando dal grande finestrone nel giardino. https://i.pinimg.com/564x/db/c1/da/d...66b8a9225b.jpg |
"Con piacere" risposi, sorridendo, sollevata che non avesse notato la bugia.
Mi condusse quindi dagli altri e lì mi presentò il tipo di cui parlavamo prima, Sylar. Era un bell'uomo, dovevo ammetterlo e sembrava una persona a modo. "Lieta di conoscervi anch'io, signore, io sono Marin" con tono educato. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Blangey guardò dalla finestra, ma stranamente non vide nessuno.
Tutto taceva ora. "Dunque..." disse Robertstein ancora seduto a fare colazione "... chi c'è la fuori? Ancora quel fabbro?" Chiese alla sua assistente. "Molto lieto." Disse Skylar a Marin. "Mi avevano detto che avevamo un ospite." Sorridendo. "Ma non pensavo si trattasse di una ragazza così giovane." Fissandola. "Si, Marin è l'unica a essersi salvata dal naufragio della sua nave." Spiegò Garrison. "Se gli altri dell'equipaggio" intervenne Pablos "sono sbarcati sull'isola e si sono avventurati verso l'interno, forse a quest'ora sono già morti. Gli indegini con ogni probabilità sono ostili." |
Ridacchia piano, arrossendo lievemente.
"Che disdetta..." scuotendo la testa. "Avevo ipotizzato che, nel caso in cui avessi potuto ricongiungermi con l'equipaggio, avrei potuto lasciare l'isola con loro senza recare disturbo a voi altri... Ma non si come si concluderà, tutto ciò..." ammisi in tutta onestà. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Non è detto." Disse Skylar ai suoi compagni. "L'isola è sconosciuta e quindi ignoriamo ogni cosa qui. La ragazza potrebbe unirsi a noi nella nostra spedizione verso l'interno, così se incontrassimo i suoi compagni lei potrà tornare con loro." si voltò verso Marin. "Lei è d'accordo?"
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Imboccai la via per il sentiero, cercando di tenere la mia arma salda tra le mani.
Ad un tratto avvertii un capogiro. Barcollai chiudendo gli occhi e quando li riaprii, mi ritrovai in un luogo buio e freddo. Non mi piaceva nemmeno un po’, quel posto. Fu difficile farmi forza per proseguire ma, convinta che ormai mi fossi spinta troppo oltre, proseguii. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Skylar mi sembrò inaspettatamente propenso a rendermi partecipe, cosa che gli altri non avevano considerato, forse era lui il responsabile della spedizione ed aveva potere decisionale.
"Oh, per me va bene, nessun problema" annuendo, in realtà con un certo entusiasmo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Fui felice nel notare che finalmente sul viso di mio zio ci fosse un sorriso.
Accettai la sua mano e lo segui alle scuderie, sebbene fossi un po’ perplessa da principio. Ero più che certa che al mio arrivo non ci fosse alcun cavallo eppure i nitriti non davano spazio a fraintendimenti. Spalancai gli occhi nel vedere due meravigliosi cavalli e ancora di più fui entusiasta nell’apprendere che uno dei due, un magnifico esemplare dal manto candido, era mio. Trovare il nome di più difficile di quando poteva apparire, ero piuttosto in difficoltà poiché mi sentivo investita di una grande responsabilità. Alla fine, recuperando qualche nozione dei miei studi classici e visto il colore del manto, optai per un semplice “Albus”. Mi resi conto di essere stata lenta nel mio processo decisionale poiché alla fine i cavalli erano già sellati e pronti a partire. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Bene." Disse Skylar. "Allora è deciso. Marin si unirà a noi e se dovessimo incontrare lungo il cammino i suoi compagni lei potrà tornare con loro."
In quel momento però Marin vide qualcosa muoversi tra i folti cespugli che racchiudevano quella radura tropicale. Con uno sguardo più attento si accorse che era un ragazzo. Cammibsva piano e la fissava, con un sorrisino sul volto. |
"Vi ringrazio tantissimo, signor Skylar" con un sorriso grato.
Si erano rivelati tutti molto gentili ed accoglienti, era davvero un sollievo. C'era fin troppa gente, in giro, pronta ad approfittarsi del prossimo e per fortuna loro non lo erano. Notai, poi, un movimento fra i cespugli. Sembrava un ragazzo e mi guardava con uno strano sorriso, al ché io ricambiai lo sguardo, piegando appena il capo di lato e cercando di guardare meglio. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Britty decise di proseguire.
Man mano una tenue foschia si abbassò intorno a lei e un profumo di fiori, intenso e insolito, cominciò a sentirsi. La ragazza arrivò presso un tamarindo proprio mentre il bagliore dell'aurora iniziava a tingere il cielo di levante. Era già giorno? Possibile? Britty non poté ragionare oltre su questa cosa che si ritrovò in un vasto campo fiorito, ingentilito dai mille e più riverberi policromi dei suoi tanti fiori illuminati dal Sole nascente. Allora una voce giovanile che cantava attirò la sua attenzione. |
"Un bel nome, brava." Disse lo zio ad Abigail.
I cavalli erano già sellati, con splendide pelli foderate di pregiato ermellino e borchie d'oro, alla moda asburgica così in voga a quei tempi. Un attimo dopo lo zia e sua nipote erano già a galoppare nella vasta brughiera, dove il Sole fingeva ogni cosa rendendola di infinite tonalità di verde. Dossi e fossati animavano quel pittoresco e selvaggio panorama, dove solo gli alberi più alti vedevano le loro come sferzate dal vento. Abigail avvertiva l'aria gradevole della Primavera intorno a lei e i mille profumi che quella landa romantiche e primordiali enanavano. Di tanto in tanto appariva qui e là qualche rudere ammantato d'edera, tra storpi e rovi, ultima testimonianza di un passato lontano e ormai dimenticato. I 2 galopparono a lungo, fino ad arrivare presso quella che un tempo era stata una torre nobiliare, oggi però ridotta a muri fatiscenti. Qui, all'ombra di un faggio, stava una donna intenta a pestare bacche e semi selvatici. Guardò Abigail e suo zio e scoppiò a ridere. Una risata stridula. |
I neri servirono la carne ormai pronta, accompagnata da alcuni frutti colti al momento, così che tutti poterono mangiare, compresa Marin.
Nessuno però pareva badare a quel giovane, che continuava a girare per il campo, sempre fisso con lo sguardo sulla ragazza. Era uno sguardo confidenziale, accompagnato da un sorrisino insistente. |
La carne fu servita, insieme a della frutta ed era tutto molto buono.
Nessuno però pareva essersi accorto di quel ragazzo, il cui sorriso si faceva sempre più impertinente ed interessante. Ero tentata di raggiungerlo, ma non mi sembrava giusto, proprio mentre stavamo cenando tutti insieme. Dovevo aspettare che avessimo finito prima, sperando fosse ancora lì. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Partimmo e finalmente potei godere a pieno della bellezza delle terre che circondavano il castello.
I miei occhi si nutrivano di ogni dettaglio, il mio respiro veniva riempito di aria pura e sentivo il mio animo leggero e rilassato. Mi era stato facile ricordare come si andava a cavallo tanto che alla fine mi pareva di non aver mai smesso. Seguivo mio zio e di tanto in tanto lo superavo, per poi venir superata a mia volta. Continuammo per il bel tratto fino a giungere dinanzi a quella che appariva una torre diroccata. Rallentai e così notai una signora poco distante. Quella nel vederci scoppio a ridere in modo stridulo. Rimasi sorpresa e guardai verso mio zio. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Osservai Roberstein dubbiosa "No, non vi è nessuno, eppure io udivo del forte chiacchiericcio. D' altronde in questo posto è tutto strano, e chissà chi avrà preparato quella colazione, tu hai visto servitori?" sospirando. Il mio cuore accellerò il battito, quella sensazione che qui fosse tutto più morto che vivo.
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Una voce ci fece girare di scatto verso la porta alle nostre spalle.
Quel nome.. Emile Zola. Cercai rapidamente nei meandri della memoria qualcosa che me lo ricordasse, eppure non mi veniva in mente. Pessimo inizio, visto che ci eravamo spacciati per studiosi. "Oh ecco il nostro salvatore!" sorrisi, divertita "È così fastidioso quando non si riesce a venire a capo di un enigma!". Cercai di sviare l'attenzione con un sorriso e un tono allegro. Chissà se questi sarebbero cascati nella trappola. Poco male, dovevamo restare lì giusto per il tempo necessario a rubare il libro. |
La foschia attorno a me cominciò lentamente ad abbassarsi, mentre il profumo dei fiori mi raggiunse le narici.
Continuai a camminare fin quando la luce dell’aurora non mi accolse. Non ebbi troppo tempo di farmi domande, che subito mi ritrovai in una distesa fiorita. Fu uno spettacolo meraviglioso. Attirata da una voce giovanile, decisi di seguirla. “Chi sei?” domandai non appena fui abbastanza vicina “E dove siamo?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La cena trascorse tra lo strano idioma mormorato dai neri, i racconti di caccia di Pablos, le valutazioni su possibili ostilità dell'isola da parte di Garrison e la descrizione della mappa da sguire fatta da Skylar.
Marin era fra loro e li ascoltava, con gli occhi sempre fissi verso quello strano ragazzo, che continuava a passeggiare avanti e indietro per il campo, quasi fosse un corpo estraneo in quello scenario. La cena poi terminò e i tre uomini, Garrison, Pablos e Skylar si accesero sigari e sigarette per rilassarsi e continuare i loro discorsi. A quella risata gracchiante della vecchia, lo zio di Abigail non battè ciglio, né mostro alcuna emozione particolare. “Questa” disse l'uomo a sua nipote, ignorando la risata continua e fastidiosa della vecchia “fu eretta dagli antichi longobardi. Poi gli Afragolignonesi, conquistando queste terre, ne fecero un castello. Oggi non puoi vederlo perchè fu distrutto e proclamata poi questa terra sconsacrata.” “Dillo alla ragazza cosa fecero...” ridendo la vecchia “... avanti, così saprà la verità... diglielo, bel signore...” mostrando la lingua in modo lascivo verso l'uomo. Robertstein posò gli scritti sul tavolo e si alzò, raggiungendo Blangey alla finestra. Era dietro di lei, l'assistente poteva sentire il robusto petto di lui contro la schiena della bella orientale. “Si, è tutto molto strano qui...” disse lo studioso. A un tratto un rumore metallico, molto pesante e sordo, si udì provenire da fuori. Britty udì quella voce, seguita da tante altre. Tutte voci che a un tratto risero piano. Ridevano e parlavano fra loro. Quelle voci e quelle risate provenivano da dietro ad alcuni folti cespugli fioriti. Era un uomo alto, dal portamento fiero e sulla sessantina. Tuttavia, nonostante l'età non più giovane, tradiva un aspetto forte, mostrando un fisico asciutto e movenze tutt'altro che incanutite. Lo sguardo era strano, con occhi di un colore vago che il chiarore delle vetrate impediva di riconoscere. “Non crucciarvi, signora.” Disse lui a Sunis. “Non potevate conoscere quel nome, poiché Emile Zola non è ancora nato, oggi.” Fissando la donna. https://culturedvultures.com/wp-cont...nt-Price-1.jpg |
La cena proseguì, mentre i tre continuavano nei loro discorsi in merito alla spedizione.
E così fecero anche dopo, accendendo dei sigari. A quel punto, ero libera di alzarmi e gironzolare per il campo, avvicinandomi poi di poco allo strano ragazzo che continuava a passeggiare lì. "Vi è mai passato per la testa che sia impertinente fissare la gente?" Dissi, con un sorriso. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Sentii un turbinio di voci che si mescolarono insieme e risero.
Decisi di seguirle dietro ai cespugli. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Mio zio rimase impassibile e cercai quindi di fare altrettanto, tenendo salde le redini e distogliendo lo sguardo dalla donna per concentrarmi sulla torre.
Ascoltai la storia di quell’edificio diroccato ma nuovamente la donna si intromise. “Che cosa intende?” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
La donna guardò Abigail e rise di nuovo.
"Chiedilo a tu zio, ragazza." Disse ridacchiando. "Ora basta, donna." L'uomo guardando la vecchia con occhi cupi e tono fermo. Quasi come un re che parla a una sottoposta. La vecchia allora, continuando a ridre, si alzò e si ritirò nella torre diroccata. Marin si alzò e raggiunse il giovane. "Ma io non guardavo te." Disse lui candidamente, ma anche con un tono vagamente impertinente. Britty seguì allora quelle voci e quelle risate. Attraverso quel campo fiorito e arrivò davanti a un grande palazzo, tutto in marmi bianchi e celesti. Era un edificio alto e persino monumentale, ma che pareva trovarsi in uno stato di abbandono, come se nessuno ne curasse l'aspetto. Ma la cosa strana furono i tantissimi giovani, maschi e femmine, che stavano davanti al palazzo, guardando divertiti Britty. Poi, a un tratto, avanzarono verso di lei. https://64.media.tumblr.com/3bba622c...5tdo2_400.gifv |
Sollevai le sopracciglia, ammettendo con me stessa di essere intrigata da quella risposta.
"Ah no? Illuminami allora" dissi, con un sorriso divertito. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Aspetto la maestra." Disse il giovane. "Sto aspettando che arrivi. Non mi interessa certo guardare te." Con un vago sorrisino a Marin.
Intanto gli altri continuavano a fumare e a parlare fra loro. "Non se ne stia troppo in disparte, Marin..." Garrison alla ragazza "... siamo in una foresta tropicale, di sera, starsene da soli può essere rischioso." Mettendola in guardia. |
"Oh beh, di certo la favella non ti manca" dissi ridendo.
"Non temete, dottore" lo rassicurai. Poi guardai di nuovo il mio interlocutore. "Chi è più questa maestra che stai aspettando" Chiesi curiosa. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il ragazzo guardò Marin, sorrise con suo fare impertinente, per poi avvicinarsi ai capelli di lei.
"Tu lo sai bene..." disse sussurrando all'orecchio della ragazza. |
Mi irrigidii vedendolo avvicinarsi.
Rimasi ancora più perplessa a ciò che disse. Ma a chi si riferiva? "Non credo di comprendere ciò che dici" risposi, con tono incolore. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il giovane rise piano e senza rispondere nulla si allontanò, riprendendo a camminare per il campo.
E nessuno sembrava accorgersi di lui. "Avanti, sciacquetta... levati di torno..." Disse quella voce dentro Marin. |
Aggrottai la fronte, quando si allontanò senza rispondere.
Un attimo dopo, sentii ancora la voce. Oh. E se fosse stata lei che aspettava? Beh, era un'idea. Specie perchè nessuno sembrava averlo notato e già questo era strano. Ma dentro di me non era forte ancora la voglia di lasciare il posto all'entità, sebbene sapessi che presto avrei dovuto farlo. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
Il giovane continuava a camminare per il campo, senza che nessuno si accorgesse di lui, mentre gli uomini della spedizione se ne stavano a fumare e a chiacchierare.
Era una splendida sera tropicale, con stelle sconosciute che scintillavano in un cielo profondamente scuro e con il ritmico fruscio delle palme animate dal caldo vento di scirocco. Marin era in piedi, in quella radura equatoriale. |
Nel voltarmi vidi un uomo alto, fiero, che doveva essere il gran visir degli atei, o giù di lì a giudicare da come si atteggiava.
Lo squadrai in un istante, con un sorrisetto divertito, ma sempre rispettoso. Eppure gli occhi mi si spalancarono ugualmente al sentire quelle parole. Cercai, per quanto possibile, di non scompormi. "Ebbene, voi possedete una macchina del tempo, dunque?" guardandolo incuriosita. |
"Qui" disse l'uomo a Sunis "possediamo la scienza. Ciò ci permette di conoscre le leggi naturali che regolano la materia. Nulla è impossibile a gli uomini di scienza, madama." Chiamò uno dei servitori e gli ordinò di accompagnare i nuovi arrivati nelle loro camere, per ospitarli.
A Suis fu così assegnata una camera, ampia, comoda e ben arredata. Un'altra fu offerta a Padre Alphy e una doppia per Todd e Smiley. Un'ora dopo, mentre Sunis era in camera pensando come agire, da fuori arrivò il suono di un flauto. |
Non mi aspettai la sua presenza di me, mi voltai di scatto e sentii il suo calore vicino a me e quel profumo che inebriava la sua stanza, di cui mi beava durante le sue ore di assenza alla università.
Ma quel momento fu interrotto anche se sapevo Roberstein non avrebbe rotto il patto, in quanto un forte rumore sordo, quasi un tonfo si udì. "Che è stato, veniva da fuori" lo presi per mano "Andiamo fuori a vedere" e presi la via del giardino. |
Quel rumore attirò fuori Robertstein e Blangey.
I 2 corsero verso il cortile e poi nel giardino inconto del castello, racchiuso da ciò che restava della conta originaria, oggi ridotta a pochi muri fatiscenti. "Ecco cos'è stato quel rumore..." disse lo studioso alla sua assistente, indicando una voragine nel terreno del giardino. Si era infatti aperto un fossato che sembrava dare su un ambiente sotterraneo. "Forse si tratta delle cantine o della cisterna..." Robertsein cercando di vedere cosa ci fosse sul fonde della voragine "... vafo a dare un'occhiata, ma tu resta qui... potrebbe essere poco piacevole per una donna... magari lì sotto c'è la fossa biologica del castello..." lui a lei, toglindosi poi la giacca. |
"Io vengo con te" afferrandolo per il braccio "E se per caso tu cadessi, potresti fare male e rimarrei sola qui" pensierosa "A mio avviso se si è aperta non è un caso".
Lo vidi togliersi la giacca ed era rimasto con la camicia, che evidenziava i suoi muscoli, questo mi piaceva di Roberstein, sapeva di attrarre le donne ma non si era mai messo in vista. |
"Va bene..." disse Robertstein a Blangey, mentre si toglieva la giacca "... tanto so che sei testarda e irrequieta, finendo sempre per fare di testa tua." Con una smorfia divertita.
Così i 2 si calarono in quella voragine. Appena messi i piedi sul trreno sottostante, che si aspettavano essere stato fatto di mattoni o di calce, rstarono parecchio colpiti. Infatti ora si trovavano su una superficie di metallo. Lo studioso tirò fuori da una tasca i fiammiferi e ne accese uno, cercando di illuminare lo spazio intorno a loro. "Sembra un passomano... seguimi, Blangey..." mormorò. Pochi passi e davanti a loro apparve una porta in ferro. Il lucchetto che la chiudeva era però ossidato e consumato, al punto che non fu difficile al fascinoso studioso forzarlo con il suo taglierino. Un attimo dopo la porta si aprì e i 2 si trovarono in un'ampia stanza dall'aspetto insolito. Era fatto di mattoni levigatissimi, squadrati con perfezione matematica e racchiusa da una serie di archi che ne inquadravano perimetro e aerea. Al centro del soffitto pendeva un pesante lampadario alimentato con lampade al cherosene, così da illuminare l'intero ambiente. Inoltre vi erano diversi attrezzi e strumenti particolari, come non si erano mai visti prima d'ora. Ma la cosa più insolita era la grossa tavola, di forma circolare, al centro della sala, sulla cui superficie brillava una luce pallida dallo strano chiarore. http://www.shelf-awareness.com/files...ings061011.jpg |
Risi alla sua battuta "Oh noto inizi a conoscermi bene".
Poi scendemmo in quella botola, molto lentamente ma fui sorpresa nel comprendere che poggiavamo sul metallo. Sembrava un labirinto nascosto e lasciai Roberstein agire da solo mentre osservavo quelle strane stanze appena il bel professore aprì con facilità e la porta "E se questa fosse quella stanza scritta nel diario da tuo nonno, ricordi vi era una stanza scrisse ma perchè mai farcela trovare cosi facilmente, guarda che oggetti strani". Roberstein si fermò davanti ad un tavolo circolare e sopra vi stava una luce che brillava "Cosa mai potrebbe essere questa luce?". La osservai e avvicinai la mano per capire se emanava calore. |
"Si, potrebbe essre..." disse Robertstein a Blangey, riferendosi alla sala.
Poi i 2 cominciarono a cencentrare la loro attenzione su quella tavolo. "Sembra fatta in una misteriosa lega..." mormorò lo studioso toccando la tavola "... non ho mai visto un materiale simile... dubito sia mai stato catalogato... e poi questa luce... sembra rifletta dall'interno..." In quel momento Blangy notò una scritta, una sorta di incisione, che così diceva: "Questa fu la Tavola Rotonda dove giurarono i cavalieri di Re Artù e dove il sovrano mangiò con i suoi l'agnello nel giorno di Pasqua. Mancava però Merlino perchè impegnato a cercare il Frutto Proibito della Conoscenza." |
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