Chiedemmo al vecchio dove imbarcarci, ma quello sembrava avere un problema con me.
"Se lei non ha problemi, allora ritengo che sia tutto risolto" tagliai corro, a muso duro, fissando il vecchio contrariata.
Potevamo essere nel futuro, ma la mentalità restava indietro di secoli...

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Il vecchio rise ed annuì.
Poi fece cenno a Gwen e ad Elv di seguirlo.
Raggiunsero un veicolo molto strano, su 4 ruote, ma che i due non avevano mai visto.
Salirono tutti e 3 sopra ed il vecchio accese il motore, per poi partire.
In pratica si ritrovarono dall'altra parte dello spazioporto, davanti ad un locale dove molti, fra piloti, mercanti e qualche operaio del posto si trovavano a bere.
Vi era molta gente e tutti sembravano parecchio allegri.
Scorreva birra a fiumi e si intonavano cazoni di cieli e di viaggi.

Alzai gli occhi in su.
Che situazioni...
Seguimmo il vecchio su di un veicolo mai visto e ci ritrovammo lontani dall'astroporto.
C'era un locale pieno di piloti, militari, intenti a bere e passare il tempo.
"Ma che goliardia...." mormorai io, storcendo un po' il naso e stringendo la mano di Elv.

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Elv strinse la mano di Gwen e i 2 attesero di saperne di più, restando in un angolo di quel chiassoso locale.
Tutti bevevano, ridevano e cantavano forte.
Era un locale molto scialbo, con una puzza di alcool e di fumo praticamente ovunque, con disegni di varie astronavi alle pareti.
"Chiedo scusa..." disse Elv a qualcuno di quegli uomini allegri "... tra quanto è fissata la partenza?"
"Quanto prima!" Rispose divertito uno di quelli.
"E dove siamo diretti?" domandò ancora Elv.
"Beh, per i cieli, ovvio!" Ridendo l'uomo. "Nei cieli più aperti, alti, profondi e sterminati, dove i monti più alti sono simili a scogliere di perla e le nuvole al tramonto ricordano i banchi di corallo più preziosi!"
"Si, nei cieli dove nulla può ergersi, oltre le altezze boreali e dei tropici!" Un altro di quelli. "Dive la terra è invisibile ed appare dal nulla come in un miraggio!"
Tutti risero di nuovo ed intonarono una nuova canzone.

Ci guardavano intorno spaesati ed incerto, mentre attorno a noi tutti ridevano, cantavano e bevevano.
Elv chiese informazioni ad un tizio.
"Ma siamo in un'osteria o nell'Orlando furioso?" dissi piano ad Elv, sarcasticamente, dopo la descrizione super poetica dell'uomo.
Bah...
L'importante era cercare di capire come diamine avessimo fatto ad attraversare un secolo in un secondo, delle scogliere di perla potevo anche farne a meno.

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Quegi uomini continuavano a bere, a cantare e a divertirsi.
Elv guardò perplesso Gwen, per poi avvicinarsi ad uno di quelli interrogati prima.
"Quando" disse "ci imbarcheremo?"
"Appena arriverà il capitano." L'uomo.
"Il capitano?" Chiese Elv.
"Si, il capitano dei capitani!" Esclamò l'uomo. "Il più temerario degli uomini volanti! Noi tutti siamo qui per imbarcarci sulla sua nave, l'Arcadia!"

Ah, ecco.
Finalmente un'informazione utile.
Avevamo anche scoperto il nome della nave.
"E voi da quanto conoscete il capitano? Avete già navigato con lui?"

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"Tutti qui conoscono il capitano." Disse l'uomo a Gwen. "Persino gli uccelli del cielo sanno il suo nome. Non vi è angolo di cielo che egli non abbia solcato, nè alcuno dei 7 venti che non abbiano gonfiato le vele dei suoi astrovelieri. Il capitano è figlio dei cieli e delle loro rotte."
"Ben detto, Tesuia!" Uno di quelli a colui che aveva parlato.
Tutti annuirono.
Arrivò in quel momento una donna, la moglie del taverniere e subito il vecchio le si avvicinò, parlandole poi ad un orecchio, indicando a bassa voce Gwen ed Elv.
La donna li fissò ed annuì.

Sì, okay, belle parole.
Ma aspettavo di muoverci e capire cosa ci aspettasse.
Ad un certo punto, arrivò la moglie del taverniere, il vecchio le parlò di noi e quella annuì.
Beh, almeno sembrava che tutto andasse bene.
"Allora, qual è il come del capitano?" chiesi all'uomo con cui stavamo parlando.

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Prima però che l'uomo potesse rispondere a Gwen, tornò la moglie del taverniere con dei vestiti.
"Ecco, indossate questi." Disse lei a Gwen e ad Elv.
"Si, per imbarcarvi meglio usare abiti più ortodossi." Il vecchio ai 2 giovani. "siete vestiti troppo stranamente, senza offesa." Ridendo.

La moglie del taverniere tornò con dei vestiti.
Ed io guardai l'uomo sbigottita.
Poi Elv, alla stessa maniera.
Abiti ortodossi?
Vestiti strani? Noi?
Bah...
Scossi la testa e feci segno ad Elv.
"Abbiamo bisogno di un posto dove cambiarci" con tono svogliato alla donna.

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"Venite con me." Disse la donna a Gwen e ad Elv.
Li portò in un vestibolo laterale, dove potevano cambiarsi gli abiti, usando anche un piccolo bagno.

La donna ci portò in un vestibolo, dove avremmo potuto usare anche un bagno.
Allora mi rinfrescai e rimasi lì, davanti al lavandino, il viso affondato nella tovaglia, a pensare.
Pensavo a tutto ciò che avevamo perso, se davvero erano passate centinaia e centinaia e centinaia di anni, lavoro, famiglia, tutto.
Tutto.
Ogni cosa.
Non riuscivo a capacitarmene, era più forte di me.
Dopotutto, non era certo normale ciò che ci era accaduto e finché non avessi avuto la prova che era tutto un maledetto incubo, non mi sarei rassegnata.

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Gwen ed Elv indossarono infine quei vestiti.
Erano particolari, curiosi, quasi anacronistici.
Avevano un taglio vittoriano sotto un certo aspetto, ma rivisitato, come se fosse una riproposizione di abiti del tardo XIX secolo.

"Grazie, ci andremo subito!" Sorrisi.
Volevo proprio vederlo, questo astroporto di cui la federazione non sapeva nulla.
Dopo poco F22 si svegliò.
"Buongiorno dormiglione!" Risi "Allora, ricognizione!" Ordinai per vedere se era stato messo a posto bene.
"Cosa le devo?" Al meccanico, intanto.

Quei vestiti sembravano usciti da un libro di storia, come appartenenti all'epoca tardo-vittoriana.
"Assurdo... Veramente assurdo..." commentai, guardandomi allo specchio del bagno.
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"5 crediti, grazie." Disse il meccanico sorridendo a Destresya.
Lei aveva con sè un macchinario capace di realizzare all'istante qualsiasi tipo di valuta usata nella galassia.



Gwen ed Elv indossarono quegli abiti che ai loro occhi apparivano molto strani.
Tornarono allora nell'altra parte della locanda, dove c'erano tutti gli altri, ancora intenti a bere, cantare e ridere.

Tornammo nella locanda, mentre cercavo di muovermi decentemente in quegli strani abiti e tutti erano intenti a bere e ridere, ancora.
"Mi sa che il capitano non è ancora arrivato..." dissi sarcasticamente ad Elv.
Allora mi avvicinai di nuovo all'uomo.
"Dunque, tra quanto arriverà il capitano?"

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"Tra non molto, ragazza." Disse Tesuia a Gwen. "Egli è come il vento equatoriale, caldo e pesante. Ma anche come lo zefiro boreale, salato ed intenso. Può giungere con la prima stella del mattino, o anche con l'ultimo bagliore del crepuscolo morente." Bevendo un intero boccale di birra.

Alzai gli occhi al cielo sconfortata.
Oh ma tutti poeti, qui?
Cos'era, una nuova dimensione dell'amor cortese?
"Vuoi restare qui a fare il pieno di poesie per un Master in letteratura, o magari aspettiamo fuori?" sarcastica ad Elv, sperando rispondesse la seconda.

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"Aspetta..." disse Elv a Gwen, per poi avvicinarsi a Tesuia "... ma questo fantomatico capitano avrà un nome immagino, no?"
"Certo!" Annuì l'uomo. "Si tratta del capitano Gozz!"
E nell'udire quel nome tutti alzarono il proprio boccale in alto per brindare.

Mi fermai quando Elv mi bloccò e chiese il nome del capitano.
Gozz.
No, non mi diceva nulla...
Tutti gli altri però esultarono, che nemmeno al sentire il nome del Papa in convento.
"Deve essere davvero una celebrità, da queste parti..." dissi ad Elv.
Ero tentata di chiedere all'uomo come mai, ma temevo un altro sermone biblico che parlava di venti caldi e scogliere di perla, quindi evitai accuratamente.

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Gli sorrisi, e pagai i miei 5 crediti.
Essere in missione per la federazione aveva il vantaggio di non essere mai a corto di denaro, per lo meno!
"Grazie!" Al vecchietto, per poi voltarmi verso F22.
"Cos'è, sei diventato silenzioso adesso?" Dando un buffetto al robottino "Ti ho chiesto una ricognizione, piccoletto!" Ridendo.
F22 silenzioso si che era una novità!

"Si, deve essere una vera celebrità qui quel capitano..." disse Elv a Gwen mentre tutti brindavano al nome di Gozz "... e di cosa andremo in cerca una volta partiti?" Chiese poi a Tesuia.
"Oh, bella!" Rise forte questo. "Dei peggiori mostri in circolazione! Gli eretici!" Sputando a terra.
"Eretici?" Stupito Elv.
"Certo, il peggio che esista!" Tesuia. "Se il diavolo volesse farsi uomo allora sarebbe di certo un eretico! Gli eretici non temono nulla, neanche Dio Onnipotente! Non hanno nulla da perdere in battaglia, perchè ormai sono destinati alla dannazione eterna!"

F22 riprese le sue funzioni e guardò Destresya.
"I miei omaggi, altezza imperiale." Disse. "Ogni vostro desiderio è un ordine per me."

Elv entrò nello specifico con le domande ed io sbarrai gli occhi.
Eretici?
Ma facevano sul serio?
Cioè... Davvero?
"E poi? Voglio dire... Che succede quando li trovate?" chiesi incerta.
Non ero sicura di voler conoscere la risposta, ma ormai ero incuriosita.

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Scoppiai a ridere.
"Sì come no!" Alzando gli occhi al cielo.
"Temo sia ancora difettoso!" All'omino "Gli chiedo una ricognizione e mi dice cose senza senso!" Sbuffai.
"Potete darci un'occhiata?" Cominciavo ad essere insofferente, F22 in quella missione invece che aiutarmi mi faceva perdere un sacco di tempo.
E io che non vedevo l'ora di scoprire che cosa si celasse in quell'astroporto!

"Li abbattiamo." Disse Tesuia a Gwen. "Ecco cosa. Puliamo il mondo dalla loro presenza."
"Cosa hanno fatto per essere così pericolosi questi eretici?" Chiese Elv.
"Vogliono far rinascere il regno del male!" Tesuia.
"Ossia?" Fissandolo Elv.
"Uaaropolis!" Rivelò Tesuia.

"No no, il droide è perfettamente funzionante." Disse il meccanico a Destresya. "Le assicuro che è come nuovo, davvero." Annuì.

Oh.
Ecco.
Adesso si ragionava.
Stavamo capendo qualcosa in più, in tutto questo marasma.
"Com'è crollata Uaaropolis?" chiesi a quel punto.

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"E allora perché invece di riconoscermi mi chiama altezza imperiale?" Fissando il meccanico "Ho l'aria di una regina intergalattico? Sono Crysaliana e volendo potrei anche sembrarlo, ma non sto giocando alla piccola principessa ora!" Furibonda.
"F22, dimmi data stellare e coordinate!" Tentai di nuovo con il droide.

"Perché era uno sporco covo di eretici." Disse ad un tratto una voce nuova a Gwen.
Apparteneva ad un uomo robusto, dalle spalle larghe ed il petto ampio.
Aveva corti capelli, sguardo serioso ed un'espressione perennemente pensierosa.
Nel vederlo tutti si votarono verso di lui, assumendo una posa che sembrava quella di chi vuol salutare.

"Non so che dirle..." disse pensieroso il meccanico a Destresya "... eppure ogni ingranaggio funziona perfettamente."
"Data astrale 2130 del calendario terrestre, altezza." Il droide a lei. "Coordinate 71b, 78c a 129° gradi latitudine equatoriale."

Mi voltai quasi sobbalzando sentendo una voce nuova fuori dal coro.
Vidi un uomo dall'espressione seriosa e non ci misi molto ad intuire chi fosse.
"Lei è il capitano Gozz, dell'Arcadia?" chiesi, con tono quasi retorico.

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A quelle parole di Gwen tutti scoppiarono a ridere forte, eccetto il nuovo arrivato che si limitò a mostrare un lieve sorriso divertito.
"No, ragazza..." disse ridendo Tesuia "... non ci hai preso davvero!

Guardai il vecchio contrariata.
Diamine mi era costata 5 crediti la riparazione!
Poi alle parole del robottino lo fissai ancora più intensamente.
"2130 del calendario terreste, peccato che 10 minuti fa fossimo nel 2019!" Alzando gli occhi al cielo.
"O qui vicino c'e un passaggio spaziotemporale, o il droide è rotto, non trova?".

"Signora..." disse il meccanico a Destresya "... guardi che siamo davvero nel 2130..."

No, evidentemente no.
Scrollai le spalle con noncuranza.
"Per me uno vale l'altro..." commentai, mentre ordinavo da bere al banco della locanda.

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"Costui" disse Tesuia a Gwen "è il signor Dambros, mastro di bordo e capitano in seconda della nostra nave."
"Voi invece siete?" Chiese Dambros a Gwen e ad Elv.

Annuii guardando l'uomo.
"Bella domanda, noi chi siamo?" dissi piano ad Elv, sorniona.
Poi guardai Dambros.
"Siamo arrivati da poco, ci eravamo persi nel deserto e ci siamo ritrovati qui."

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