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Mi rilassavano le sue dita intrecciate nei miei capelli mentre parlavo.
Abbassai per un attimo lo sguardo, poi lo guardai. "Era il 549, avevo vent'anni. Sentii uno strano rumore nella notte. Ci riversammo nel corridoio per vedere cosa stesse succedendo. Lo vidi lì, aveva già ucciso la servitù e mia madre e stava finendo mio padre, cercai di fuggire ma mi raggiunse. Capii che era finita, ma sentii le sue parole, distintamente e disse che ero troppo bella e che sarebbe stato un peccato per me morire o invecchiare. E mi trasformò. Fu la cosa più dolorosa e sofferta della mia vita, mai avrei immaginato una cosa simile..." risposi con voce lontana, quasi assorta "Nella Seconda Guerra dei Vampiri ho cercato di vendicare la mia famiglia, la mia vita, non ci sono riuscita, ma ora gli devo la mia felicità, perché non ti avrei conosciuto se non fossi stata ancora qui..." sorridendo adesso. "Dicono che non faccia male se si è consenzienti... Ecco perché ho aspettato che tu accettassi, mi distruggerebbe il pensiero di farti del male... Potrebbe addirittura piacerti, chissà..." con una leggera risata. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Sorrisi a quelle parole, guardandolo negli occhi per poi distogliere lo sguardo un momento e sospirare piano.
Anche io avrei voluto che quella passeggiata fosse più lunga, era da molto tempo che non mi sentivo così spensierata, leggera, serena. Non sapevo se era la compagnia di Aegos, oppure la primavera, il fatto di essere viva e cosciente, la libertà. Sorrisi poi, voltandomi nuovamente verso Aegos e sorridendogli, con uno sguardo complice a cercare il suo. "La giornata è appena cominciata!" sorrisi, spensierata, come a dire che avevamo ancora tempo, tempo per stare insieme. Monsperone era sempre più vicina, e io avrei potuto continuare con la mia ricerca, ma anche passare del tempo spensierato non sarebbe stato male. "Io devo passare in libreria ma..." guardandolo con un sorriso timido "Magari portesti farmi vedere il paese, fare un giretto insomma.." azzardai, con le gote appena arrossate. http://www.ragazzamoderna.it/rmod-da...mes-disney.jpg |
Elv guardò Gwen e tirò un lungo sospiro.
“Dimmi...” disse “... in cosa consiste questa trasformazione... devi solo mordermi? O altro?” “La padrona chieda ed otterrà.” Disse con un vistoso inchino Aegos a Clio. “Dopotutto il suo fedele stalliere è qui per soddisfare ogni suo capriccio.” Divertito ed irriverente. Ormai Monsperone si poteva ammirare e non mancava molto all'arrivo. |
Mi sentii una persona orribile dopo quel suo lungo sospiro.
Il pensiero di trasformarlo anche per sottrarlo alle grinfie di Nikolaj e del resto del mondo in parte smorzava l'egoismo che mi attanagliava. Mi sentivo comunque egoista in questa scelta, ma mi rendevo conto che fosse la migliore. "Dopo dovrai bere questo..." presi il ciondolo in cristallo e argento che avevo al collo "È una fiala del mio sangue. Ognuno di noi ha diritto ad una sola fiala, non di più, è il regolamento stabilito dal Consiglio della Congrega. Dovrai berlo dopo che io avrò bevuto il tuo. È come un patto di sangue, uno di quelli che si stabiliscono con chi abbiamo a cuore e che durano per sempre. Ma molto più profondo..." conclusi dolcemente sorridendo. Poi lo abbracciai e lo strinsi forte. "Non soffrirai, te lo giuro sul mio amore per te, che è la cosa più preziosa che ho. Devi solo fidarti di me" dissi piano. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...9a7776e85a.jpg |
Lui irriverente e spavaldo, io timida e sognante... eravamo così diversi, eppure sembravamo godere della reciproca compagnia.
Anche se infondo lui era un servo, non avrebbe certo potuto dirmi di no. Ma in quel momento non mi importava, non mi importava di niente. "Come sono fortunata ad avere uno stalliere tanto devoto!" con lo stesso tono divertito e scanzonato. Monsperone era sempre più vicina. "Per prima cosa devo andare in libreria, poi pensa a qualche bel posto che potresti mostrarmi..." sorridendo, con aria sognante "Non so, qualcosa di bello che ci sia da vedere in queste terre!" con gli occhi nei suoi. |
Elv annuì a Gwen.
“Si...” disse piano. Ma proprio in quel momento qualcuno bussò con forza al portone. Tatiana corse a vedere attraverso le tendine. “Credo sia il dottore... è arrivato.” Tutta tesa. La cittadina di Monsperone consisteva in una serie di abitati, pressopiù assemblati gli uni sugli altri in cerchio, seguendo il corso del fortilizio alto medioevale che ancora sosteneva con un basso muro a scarpa i fianchi del colle sul quale si ergeva. Case, palazzi e chiese erano racchiuse dalle mura antiche, scandite su ogni lato da un pesante barbacane, con al centro il palazzo baronale. Rimasta invariata per secoli, la cittadina negli ultimi anni, col suo aspetto pittoresco e la posizione nel cuore di Chanty, aveva attirato molti danarosi residenti, perlopiù legati da relazioni feudali e di vassallaggio col barone, le cui ville facevano capolino nei boschi circostanti. Aegos e Clio raggiunsero la porta principale ed entrarono in città. “Magari, madama, ciò che ai miei occhi è bello e lodevole ai vostri, invece, potrebbe risultare futile, banale, se non addirittura licenzioso.” Disse lui facendole l'occhiolino. http://www.hotelcertaldo.it/images/a...teriggioni.jpg |
Gli sorrisi e lo baciai dolcemente.
Era indispensabile che si fidasse di me e inoltre, quel pensiero mi faceva sentire straordinariamente bene. Poi bussarono. Il momento era arrivato. Presi un bel respiro, controllai che tutto fosse a posto in casa e poi andai ad aprire col sorriso più smagliante che avevo in repertorio. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
La cittadina si presentò ai nostri occhi dietro quella collina, bellissima e pittoresca, nel cuore del bosco.
Cavalcavo piano, accanto ad Aegos, guardandomi continuamente intorno per ammirare il panorama. "È davvero bellissimo qui.." sussurrai, rapita da quel panorama così fiabesco. Entrammo in città e tutto mi apparve ancora più interessante, con le sue botteghe, le case, il suo allegro via-vai. "Beh, lascialo decidere a me.." sorridendogli, guardandolo negli occhi. "Allora, dove posso trovare una libreria?" gli chiesi, incuriosita. |
“In verità non saprei...” disse Aegos a Clio “... solitamente vengo in città per recarmi dal maniscalco, o per comprare avena e cereali... vediamo un po', dovrà pur esserci...”
Vagarono un po' per le stradine cittadine, fino a quando videro una libreria. Era metà pomeriggio o poco dopo ed un Sole gradevole splendeva su Chanty, con un vento tiepido a sferzare le cime degli alberi. Gwen aprì la porta e si ritrovò davanti un uomo robusto, dai capelli chiari, il pizzetto non lungo ma accurato, gli occhi chiari e penetranti, il naso piccolo e la fronte alta. Indossava abiti borghesi e con educazione si tolse il cappello per salutarla. “I miei omaggi, madama.” Disse. “Sono il dottor Vanbelv.” Sorridendo con garbo. https://i.pinimg.com/originals/8c/d6...02f510d848.jpg |
Mi trovai davanti un uomo dall'aspetto borghese, garbato, ben vestito e composto.
Risposi al suo sorriso. "Piacere di conoscervi, dottore. Io sono la contessa Gwen Ygraal. Prego, accomodatevi" lo feci entrare e poi chiusi la porta dietro di lui. "Questi sono i miei cugini: Ivan, Tatiana e Nikolaj" essendo mori, era più facile farli passare per fratelli fra loro, poi mi avvicinai ad Elv "Costui invece è Elv, mio marito" sorridendo. "Gradite da bere? Un vino, un liquore? O magari del tè?" gli chiesi poi, facendogli cenno di accomodarsi in salotto. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Un liquore sarebbe perfetto, contessa.” Disse Vanbelv dopo aver salutato tutti gli altri presenti. “E' uno splendido palazzo.” Guardandosi intorno nella stanza. “Di certo tra i più belli di quelli di questo bosco.” Annuendo a Gwen e di certo incuriosito dalla penombra che dominava all'interno di quella dimora.
Poi notò il Crocifisso in alto riflesso sullo specchio ed allora un'espressione più distesa accarezzò il suo volto. |
Cercai di non ridere a quelle parole di Aegos, effettivamente in una libreria non riuscivo ad immaginarlo, ma probabilmente non sarebbe stato molto cortese farglielo notare, effettivamente.
Annuii a quella proposta di cercare una libreria insieme, mi piaceva l'idea di vagare per il borgo con lui, in quel panorama urbano così caratteristico. Poi vidi una libreria, e mi avvicinai con lui al negozio. Smontai da cavallo, lo legai e poi gli sorrisi. "Mi accompagni?" con un tono un po' troppo gentile rispetto a quello che avrei dovuto mantenere in sua presenza. Dovevo ricordarmi di essere più distaccata, più autoritaria, ero la padrona, dopotutto! Sospirai ed entrai nel negozio. "Buongiorno..." sorridendo gentilmente, fermandomi ad osservare tutti libri del negozio ammaliata. |
Aegos annuì con un sorriso.
“Agli ordini, madama.” Disse divertito. Con Clio allora entrarono nella libreria. A gestirla era un vecchietto ed intorno al banco c'erano varie mensole tutte piene zeppe di ogni sorta di libro. “In cosa posso aiutarvi?” Chiese il vecchietto. |
Sorrisi e annuii.
Mi avvicinai alla vetrina e presi la bottiglia che mi sembrò più adatta. Anche perché, era ovvio che non ne avessimo mai bevuto. Versai il contenuto ambrato nel bicchierino e glielo porsi. "Oh, vi ringrazio molto, dottore. È una delle tante proprietà dei miei genitori, a dire il vero" buttai lì. Ma non mi era sfuggito il sollievo sul suo viso quando aveva visto il crocifisso. Bene, molto bene.https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...1d7d106614.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Mi ci volle un po' per riprendermi dall'osservare tutto quello che avevo intorno.
Ero come una bambina in un negozio di giocattoli, mi sembrava tutto magico, unico, i libri avevano sempre suscitato in me un fascino speciale, particolare, storie narrate, luoghi magistralmente descritti, personaggi di cui innamorarsi. Mi guardavo intorno con gli occhi sognanti, luminosi, come persa nel mio mondo fatto di carta, rilegature e parole, fiumi di parole. Sorrisi poi al vecchietto. "Sto cercando un libello di un certo dottor Fagianus..." gli chiesi "Non ho molte altre informazioni, mi chiedevo se voi poteste aiutarmi..." con un tono gentile, affabile e un sorriso leggero. |
“Dottor Fagianus...” disse il vecchio libraio guardarsi intorno, come a cercare ciò che ha in mente “... non credo di averlo qui, non è un genere di opuscolo per tutti... purtroppo viviamo in un mondo dove si legge poco o nulla...” raggiungendo una porticina laterale “... torno subito...” uscendo.
Tornò dopo qualche minuto con un libricino sgualcito e consumato. Come se quel testo ne avesse passate un bel po'. “Questo è uno degli ultimi esemplari rimasti...” il vecchio a Clio “... la censura imposta durante il dominio Capomazdese ne ha fatti bruciare parecchi... è molto raro, ma badate che per molti Fagianus è considerato un autore maledetto... a me bastano 50 Fiorini ed è vostro...” porgendolo alla ragazza. Vanbelv assaggiò ed apprezzò il liquore ambrato offerto da Gwen. “Davvero molto buono...” disse il medico “... un ottimo liquore...” annuendo a Gwen. Poi chiese di poter visitare qualche ambiente del palazzo ed Ivan si propose di fargli da guida. Si limitarono a girare per il pianoterra e Vanbelv si definì molto soddisfatto. “Perdonatemi...” rivolto a Gwen “... spero di non essere inopportuno ed indelicato, ma essendo un medico mi ha molto colpito la perenne penombra che domina in questo palazzo... probabilmente è uno dei motivi che ha spinto scioccamente qualche ingenuo villano a credere questo luogo come dimora di vampiri...” con tono ironico “... posso chiedervi come mai la luce del giorno sia bandita da questa casa?” |
Feci un cenno riconoscente e composto del capo al complimento del dottore.
Poi Ivan lo accompagnò per visitare il piano terra del palazzo. Ero pronta a quella domanda, più che pronta. Assunsi un'espressione rattristata. "Non è una bella storia, dottore..." piazzai un sospiro ad arte "Vedete, sono certa che siate avvezzo alle usanze aristocratiche che stabiliscano matrmoni fra parenti anche molto stretti... Ecco, come nel caso dei miei cugini" indicando i vampiri "I loro genitori erano cugini di primo grado fra loro, mentre i miei erano fratelli. Abbiamo consultato tanti dottori negli anni, troppi e tutti hanno fornito ahimè lo stesso responso... Si tratta di un male irreversibile dovuto alla consanguineità dei nostri genitori, un male che ci causa una grave anemia, che ci impedisce di esporci alla luce del sole, poiché altrimenti le conseguenze sarebbero davvero gravi, abbiamo difficoltà a dormire la notte, la nostra dieta è molto rigorosa... Capirete che è una vita tutt'altro che semplice..." utilizzai la massima fioritura della mia dialettica, esposi il concetto con sicurezza, benché la mia espressione e il mio tono dovessero esprimere disagio e sofferenza. "Spero che la mia spiegazione sia stata esaustiva a sufficienza e temo di dover essere d'accordo con ciò che dicevate nella vostra riguardo la diagnosi del visto paziente..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Ascoltai il vecchio libraio con il terrore sempre crescente che quel libretto potesse essersi volatilizzato nel nulla.
Quante volte era stato così? Un indizio che portava a un altro indizio, e un altro, e un altro. Sospirai, cercando di mantenere un sorriso cordiale. Autore maledetto? Mai che ci fosse qualcosa di allegro nella mia ricerca eh! Ricordavo quelle poche righe che avevo letto su Fagianus, e non erano rassicuranti, ad ogni modo, forse aveva un indizio e io non potevo lasciarmelo scappare. Sospirai di sollievo quando arrivò con il libretto sgualcito e costoso. "Vi ringrazio!" sorrisi, porgendogli la somma che mi aveva richiesto "Siete stato molto gentile..." prendendo invece tra le mani il libretto per dargli una prima occhiata. |
Clio sfogliò il libello e vi notò subito uno stile arcaico, solenne, con una grafia gotica e misterioso.
Inoltre vi erano varie illustrazioni, molto antiche, raffiguranti immagini demoniache, mostruose ed inquietanti. Intanto il pomeriggio volava via velocemente e l'imbrunire indicava l'avvento imminente del crepuscolo sulla città. Vanbelv annuì a Gwen. “Sono rammaricato e mortificato.” Disse infine. “Ma era mio dovere accertarmi di ogni cosa. Purtroppo conosco la patologia di cui dite e della quale siete affetti. Purtroppo l'ignoranza porta spesso a vedere fantasmi e demoni dove invece c'è solo l'imperfezione umana e le sue miserie.” “Si...” fingendosi afflitta Tatiana. Ad un tratto si sentì una risata grottesca e delirante giungere dal piano superiore. Era Roze, rinchiusa nella sua camera, come se il senno l'avesse del tutto abbandonata. “In Nome del Cielo...” stupito ed impressionato Vanbelv “... cos'è?” |
Annuii gravemente alle sue parole.
Dentro di me però esaltavo, perché ero stata convincente e perché la mia spiegazione, seppur costruita, sembrava fondata. Avevo anche ricordato quello che Elv aveva detto quella notte al suo amico riguardo una patologia simile alla nostra condizione. Se ci mettevamo le conoscenze apprese da me nei secoli, il gioco era fatto. All'improvviso, delle risate urlate e grottesche. Una scusa, una scusa, in fretta. "Oh, cielo..." mormorai mortificata "Domando umilmente perdono se avete assistito a questo, dottore. Si tratta di mia sorella, purtroppo nel suo caso la malattia ha avuto effetti ben più nefasti. Da parecchi anni infatti versa in uno stato avanzato di declino psicologico... Noi abbiamo sempre fatto il possibile per farla sentire amata, accudita, ma non c'è più nulla che possiamo fare..." con tono afflitto "Devo, per l'appunto, invitarvi a lasciarci, purtroppo gli estranei la indispongono e per di più non voglio turbarvi..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Il libello sembrava essere molto interessante, antico, colmo di informazioni che, ben analizzate, potevano portare a qualcosa di buono.
O per lo meno ci speravo, ci speravo con tutto il cuore. Usciti dal negozio mi resi conto che era già pomeriggio inoltrato e il crepuscolo si avvicinava. Sentii una stretta al cuore. E se una civetta fosse arrivata in quel momento? Che potevo fare? Lys avrebbe rubato il libello, sicuro. "Aegos..." sussurrai poi avvicinandomi a lui "Avrei un favore da chiederti.." guardandolo negli occhi, e porgendogli il libello. "Tienimelo tu, per favore... e consegnamelo quando saremo in casa... non fare parola con mia sorella di questa nostra gita in paese, né del libello..." parlavo in modo serio, preoccupato "È molto importante Aegos.." mettendo il libro nelle sue mani e stringendole tra le mie "Mi fido di te.." fissando intensamente, con il mio sguardo pulito, i suoi occhi meravigliosi, azzurri e profondi. |
Vanbelv fu tentato di chiedere di poter vedere Roze, ma poi lo stato in cui, credeva, si trovavano Gwen e gli altri lo spinsero a desistere.
“Si, comprendo...” disse, per poi guardando verso una delle finestre “... credo a breve giungerà la sera... sarà dunque meglio che vada...” “Vi accompagnerò io alla vostra carrozza, dottore.” Fece Elv. Vanbelv allora salutò tutti loro e ringraziò Gwen, seguendo infine Elv verso la sua carrozza. Ma prima che potesse salire sulla sua vettura, il dottore notò qualcosa. “Guardate!” Ad Elv indicando la stalla, dove sulla porta si vedeva il corpo senza vita di un uomo. Il medico ed Elv corsero a vedere. Si trattava del cocchiere giunto poco prima con una carretta con sopra una bara. “E' morto...” constatò Vanbelv. “Morto?” Incredulo Elv. “Com'è successo, dottore?” “Guardate il collo...” il medico “... è stato morso...” Elv impallidì. “Non da un animale, ma da un vampiro.” Sentenziò Vanbelv. “Un non morto.” Allora tornarono in casa e raccontarono tutto a Gwen ed agli altri. Aegos prese il libello e guardò Clio negli occhi. "Quanti segreti fra le due sorelle...” disse lui “... beh, come detto, siete la padrona e mi pagate per obbedirvi...” mettendo il libello in una tasca “... il vostro segreto è al sicuro con me.” Ridendo piano. “Avete fame? Volete fermarvi a mangiare?” |
Arrossii lievemente a quelle parole di Aegos.
Già, quanti segreti tra due sorelle... e lui non immaginava nemmeno quanti fossero. Mi aveva bruciato tutto almeno tre volte, tutto il mio lavoro, le mie ricerche. Era diabolica, e doveva essere fermata. Ma lui certo non poteva capire, per lui eravamo solo due sorelle che, evidentemente, non andavano d'accordo. "Beh.." con un timido sorriso "Avrai notato che siamo molto diverse tra noi..." spiando il suo sguardo per cercare di comprendere se aveva avuto modo di conoscere Lys. Figurati se si è fatta scappare un bocconcino così! Arrossii a quel pensiero. "Ti sono davvero grata Aegos.." sorridendo, per poi illuminarmi ancora di più alle sue parole "effettivamente sì, non abbiamo mangiato niente da stamattina, conosci qualche posticino dove si mangia bene da queste parti?" guardandolo spensierata e luminosa, ora che avevo messo un piccolo tassello nella mia ricerca potevo godermi ogni attimo della vita che mi restava. |
Annuii al dottore.
"Vi ringrazio per la visita e per la comprensione, dottore, mille grazie e arrivederci. Poi Elv lo accompagnò alla carrozza. "Beh pare sia andata bene, no?" con un sorriso sollevato ai miei compagni. Già, maledettamente bene. Era filato tutto liscio. Improvvisamente, Elv e il dottore tornarono e mi paralizzai. Subito il mio sguardo corse ai vampiri: no, loro erano tutti qui. Allora? "Ne è sicuro dottore?" con tono inquieto che lui poteva scambiare per paura, ma in realtà era sconvolgimento dato dal non sapere chi ci fosse in casa nostra. Poi un pensiero improvviso. La bara. "Ivan, posso parlarti un attimo?" chiesi al vampiro, intendendo implicitamente che volevo farlo in privato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Aegos lanciò uno sguardo profondo, l'ennesimo, su tutta la figura di Clio, senza preoccuparsi minimamente di apparire scortese o, peggio, irriguardoso.
“Si, le due padrone sono effettivamente diverse fra loro” disse con il tono di chi conosce bene ciò di cui parla “ma devo dire, con tutto il rispetto, mi piacete entrambe... e non poco.” Facendole l'occhiolino. “Perfetto. Qui si mangia bene ovunque. Prego, madama.” Invitandola a seguirla. Raggiunsero così un'osteria del posto, molto caratteristica con grosse botti davanti all'ingresso e viti rampicanti che scendevano dal tetto in tegole d'argilla. I due si sedettero ad uno dei tavoli posti su un terrapieno che dava sulla valle sottostante, con un paesaggio mozzafiato e sognante. “Consiglio a madama” Aegos “di provare la fettunta, quella ossia che ad Afragolignone chiamano bruschetta... qui la fanno davvero buona.” Per poi chiedere all'oste di portare un buon vino della casa. https://www.toscanainside.com/files/.../2_chianti.jpg Ivan annuì a Gwen e la seguì in un'altra stanza. “Dimmi...” disse. |
Andammo in un'altra stanza dove io potevo parlare tranquillamente.
"Credo di sapere come potrebbero essere andate le cose. Quell'uomo trasportava un carretto con una bara sopra, diceva di essere diretto al cimitero, ma è chiaro che chi era lì dentro non era morto del tutto" dissi "Il problema è capire chi ci fosse in quella bara. Nessuno di noi ha sentito un odore diverso. Lo avremmo capito, se ci fosse stato un nuovo vampiro qui... Tu cosa pensi?" nervosa a lui. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Neanche io ho sentito odori diversi, nè avvertito la presenza di un nuovo vampiro..." disse Ivan a Gwen "... appena fa buio andrò a vedere quella bara... ora cosa facciamo? Ormai Vanbelv sa che in giro c'è un vampiro..."
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Ecco, era questo il punto.
"Senti, sono venuti qui quei soldati, dicevano di cercare uno strano animale qui nei paraggi, secondo loro un lupo molto feroce ma ovviamente cercavano quella bestia orripilante che ho visto insieme a Roze. Potremmo convincerlo che magari si tratta di quello, di un animale. In fondo avanti, chi è che crede così facilmente ai vampiri? No?" ipotizzai. Poi,mi resi conto da sola di quello che dicevo. "E se fosse stata davvero quella?" a mezza voce al vampiro. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Restai ad osservarlo come rapita.
Sì, aveva conosciuto Lys, era chiaro da quel sorrisetto malizioso che gli era spuntato sul viso quando l'aveva nominata. Arrossii appena a quel pensiero, ma poi le sue parole, il fatto che dicesse che gli piacevamo entrambe.... dapprima mi illuminai, poi mi resi conto che probabilmente lo diceva per cortesia, dopotutto era una servo che cercava di ingraziarsi la padrona. Però era bello pensare che gli piacessi davvero. "Sei gentile.." con un sorriso lievemente malinconico, che si rischiarò quando lui mi parò del posto dove mangiare. Lo seguii e presi volentieri la specialità che mi aveva consigliato. Quando l'oste arrivò, quindi, mi limitai a dire. "Per me una fettunta per favore!" sorrisi, luminosa, voltandomi poi verso Aegos "Tu cosa prendi?" guardandolo negli occhi con un'espressione spensierata. |
“Beh, potrebbe essere...” disse perplesso Ivan a Gwen “... però bada che Vanbelv mi sembra esperto... bisogna essere convincenti... dovrai sfoderare tutta la dialettica...”
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Sospirai e annuii.
Mi fidavo di Ivan, per me era come un fratello e gli ero molto affezionata. Lo avevo conosciuto insieme a Nikolaj ed era l'unico, fra noi, ad essere stato un succube prima di essere un vampiro. Durante la Prima Guerra la sua padrona intuì che forse sarebbe morta durante lo scontro, così lo trasformò. "Questa giornata sembra non finire mai, dannazione... Avanti, torniamo di là, se manchiamo troppo potrebbe essere sospetto..." al vampiro bruno. https://uploads.tapatalk-cdn.com/201...cbd3187ba8.jpg Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen ed Ivan tornarono nel salone, dove Vanbelv e gli altri erano molto pensierosi.
"Bisogna avvertire le autorità, madama." Disse il medico a Gwen. "Subito." |
Certo, le autorità.
Così avremmo avuto la casa piena di gente. No grazie. "Dottore, ho ragione di credere che si tratti del feroce animale che alcuni soldati cercavano proprio poche ore fa, sono venuti anche qui a chiederci se avessimo visto qualcosa nei dintorni. Dopotutto, ho sentito di molti animali che si nutrono del sangue di altre creature, sia umane che animali, certe specie di pipistrelli, ad esempio. Benché io abbia ragione di credere che si tratti di un animali di stazza più importante, almeno dalla descrizione dei soldati" dissi, con l'aria della persona traumatizzata che cerca di essere razionale "E poi, voglio dire, non mi dirà che lei crede ai vampiri, spero..." sconcertata io, sgranando gli occhi. "È tutta fantasia, come nei libri... No?" impaurita, cercando la mano di Elv come per dare più credibilità alla mia interpretazione. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Le fettunte vanno assaggiate in più sapori.” Disse Aegos a Clio. “Portate vri tipi di fettunte...” all'oste “... e poi dei salumi.”
L'oste annuì ed andò via. “Comunque...” fece lo stalliere riempiendo i loro bicchieri “... non sono gentile, madama... non lo sono mai con le mie padrone... dunque se dico che mi piacciate entrambe, allora è la verità... alla salute.” Alzando il bicchiere e guardandola irriverente. Elv prese Gwen per mano, facendole sentire la sua presenza. “Un animale...” disse Vanbelv “... si, ne ho sentito parlare... forse un lupo di grossa stazza... ma a maggior ragione vanno avvertite le autorità... altrimenti chi potrebbe dargli la caccia?” |
Lanciai un'occhiata fugace ad Elv per fargli capire di continuare a reggerli il gioco.
Soprattutto ora che sembrava convincersi. "Sono certa che potrete parlare coi soldati alla Caserma di Monsperone, dottore. Sono già sulle tracce di quell'animale e di sicuro potrebbe fargli comodo avere queste informazioni" annuii con convinzione, stringendomi ora al braccio di Elv "Oh cielo, che brutta situazione..." fingendo un tono disperato e quasi petulante. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Si...” disse annuendo Vanbelv a Gwen “... avvertirò i soldati di Monsperone.”
“Prego, vi accompagno, dottore.” Elv. Vanbelv salutò di nuovo ed uscì con Elv, ma prima di partire caricò il corpo del cocchiere morto e lo portò via, per consegnarlo ai soldati. Elv allora rientrò in casa. “Dobbiamo trovare il colpevole!” A Gwen. |
Annuii e finalmente andò via, portandosi il corpo dell'uomo.
"Molto probabilmente sappiamo già chi è. È la stessa bestia in parte umana e in parte animale che ho visto insieme a Roze, quella che l'ha morsa e ha morso anche Marko. Potrebbe anche trattarsi comunque di un vampiro. I vampiri più anziani sono dei Mutaforma, è una caratteristica che si è persa poi nel tempo, man mano che nuove generazioni entravano a far parte della razza. Ma ciò che mi lascia perplessa è che non ce ne siamo accorti, come è possibile?" quasi innervosita io "Ce lo avevamo sotto il naso!" Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"I soli mutaforma ormai sono solo i vampiri di classe superiore, come il maestro." Disse Nikolaj a Gwen. "Nessun altro vampiro può avere tale potere."
"E' buio, vado a controllare la bara." Fece Ivan. Intanto Roze, da sopra, lanciò ancora quella riata disperata e stridula, che echeggiò folle nella casa. |
"Lo so, è proprio questo il problema..." dissi io, cupa, a Nikolaj.
Annuii ad Ivan e un attimo dopo Roze lanciò un altro urlo. "Mi sembra di impazzire..." soffiai, quasi sfiancata, affondando le mani fra i capelli. "Come può aver fatto a ridurla in quello stato? È una vampira, è già stata infettata a suo tempo, cosa può averle fatto? Io non capisco..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Oh benissimo allora!" tutta entusiasta per le fettunte di diversi tipi, e per i salumi.
"Muoio di fame..." ridendo piano, spensierata. Mi piaceva essere lì con lui, fuori dal mondo a gustarci prelibatezze e a chiacchierare. Lui si fece serio e mi ribadì che gli piacciamo entrambe. Entrambe, quindi anche me... "Lo so.." sussurro piano, accarezzando piano la sua mano posata sul tavolo, una carezza leggera, rubata dalle convenzioni sociali ma incredibilmente vera. Come il sorriso che ne seguì. "Allora Aegos..." sorridendogli "Parlami un po' di te..." guardandolo tutto. |
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