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Quel giovane fissò Cheyenne con un sorriso enigmatico.
Smontò allora da cavallo e si avvicinò alla ragazza. Era snello, con i capelli corti e biondi, gli occhi chiari e abbigliato come i rampolli dell'aristocrazia spagnola. “Ospite del colonnello...” disse mentre fece abbeverare anche il suo cavallo “... interessante... eppure è strano, sapete? E' un anno ormai che vivo qui e non ho mai visto rivere ospiti da lui, fatta eccezione per qualche visita diplomatica o da parte del curato del paese. Si, perchè gli uomini come mio zio sono attaccati solo al proprio onore e alle tradizioni, che siano civili o religiose. Ed allora mi chiedo come mai si sia deciso a rivere qualcuno che non fosse un politicante, un militare o un religioso. Qualcuno molto particolare, come voi...” la fissò con ancora più attenzione “... che oltre ad essere molto bella è anche... una ragazza dalle pelle scura...” |
A Portuga, in quella locanda, l'atmosfera era diventata tesa.
Gurenaiz e Parsifal, con false identità, erano entrati e subito avevano attirato l'attenzione su di loro. Un bucaniere grande e grosso aveva cominciato a spintonare Parsifal, ma subito Gurenaiz, con uno sguardo eloquente, aveva fatto cenno al suo Guardiamarina di non reagire. Ma un attimo prima che Gurenaiz rispondesse a quel bucaniere, Clio si alzò dal suo tavolo e intervenne in quella complicata situazione. Il capitano olandese restò un attimo sorpreso dalle parole della ragazza. Forse a causa del modo in cui riusciva ad essere così naturale in quel covo di pirati. Poi, comprendendo di non avere molta scelta e soprattutto molto tempo, scosse il capo e voltandosi verso il locandiere ordinò da bere per lui e per il suo compagno. “Già, quando si beve si dicono molte cose...” disse a Clio, per poi bere il rum servito dal locandiere “... e quasi sempre, poi, si realizzano se si è bevuto abbastanza...” comprese che serviva un atto estremo “... già...” scolò allora il suo bicchiere e prese poi la bottiglia di rum come a voler riempirlo di nuovo. Ma, con un gesto improvviso quanto rapido, spaccò la bottiglia contro il bancone, per poi puntare ciò che restava al collo del bucaniere che aveva spintonato Parsifal. “Si, è vero!” Esclamò agitando il vetro tagliente sotto gli occhi di quel bucaniere. “Le nostre sono facce nuove qui! Ma non trovo sia un buon motivo per prenderci in antipatia, non ti pare? Del resto anche a me la tua brutta faccia non piace per niente e nonostante una gran voglia di spaccartela a sangue mi sono trattenuto, limitandomi a bere del rum! Rum naturalmente che offrirò a tutte le donne che avranno il coraggio di avvicinarsi a questa tua gran brutta faccia!” Quelle parole echeggiarono nella stanza maleodorante e subito calò un silenzio quasi irreale intorno a loro. “Se stai cercando guai” mormorò il bucaniere contro il quale Gurenaiz aveva puntato la bottiglia rotta “allora sappi che ne hai trovati un bel po'...” Allora tre uomini che stavano al bancone, limitandosi fino a quel momento ad ascoltare in silenzio, estrassero i loro pugnali e circondarono Gurenaiz e Parsifal. “Non cerchiamo guai, io e il mio amico...” fissandoli Gurenaiz “... ma se li state cercando voi, allora sarete accontentati...” “Cosa succede qui?” Avvicinandosi Giuff al bancone. “Sapete che detesto le risse quando vengo qui a bere. “Capitano, questi due” disse uno di quelli che avevano estratto i pugnali “sono arrivati e cercano guai... nessuno di noi li hai mai veduti prima d'ora, fatta eccezione per la ragazza che è con voi...” indicando Clio “... visto che afferma di averli visti a Las Baias...” “Davvero?” Voltandosi Giuff verso Clio. “Ne sei certa?” http://i42.tinypic.com/5mmsm8.jpg |
Sulla Santa Rita procedevano i canti e i balli dell'equipaggio, felice del bottino guadagnato e poi diviso fra tutti in parti uguali.
“Non c'è che dire...” disse Rynos facendo tintinnare le monete della sua parte di bottino “... il tintinnio dell'oro è la musica più bella che esista al mondo.” “Non vedo l'ora di arrivare a Portuga” fece Emas “e spendere tutto in rum e belle donne!” “Puoi dirlo forte!” Esclamò Fidan. “Rum e donne! Ma non necessariamente in quest'ordine!” E tutti risero. Ad un tratto si udì uno sparo. Sul ponte arrivò allora zoppicando uno dell'equipaggio. Il suo nome era Giwin ed era stato arruolato come carpentiere dopo l'ultimo arrembaggio portato a termine dalla ciurma di Guisgard. Costui era prigioniero sulla nave portoghese predata perchè accusato di non aver pagato i propri debiti di gioco e per questo messo ai ferri. “Capitano!” Correndo Giwin da Guisgard. “Poca fa, nella spartizione del bottino... ecco... c'è stato un errore...” “Davvero?” Fissandolo Guisgard. “Si...” annuì Giwin “... vedete, capitano... mi spettano altri duecento Fiorini d'oro per la perdita del dito... perdita dovuta al mio coraggio ed eroismo, capitano...” “Quanto hai avuto” sorridendo Guisgard “è quanto ti spetta. Compreso per quel dito su cui ti sei sparato poco fa.” E tutti risero di gusto. “Ehi, Gwin!” Chiamò Rynos. “Avresti dovuto spararti alla testa e tenerti il dito. Ci avresti guadagnato di più!” L'atmosfera sulla Santa Rita era gaia, mentre si avvicinavano a Portuga. “E tu, Cavaliere25” fissandolo Emas “come spenderai la tua parte di bottino a Portuga?” |
Ero rimasta seduta in quella piccola stanza rotonda per più di un’ora... ero agitata, ma mi sforzai di non lasciarlo trasparire, restando immobile e con lo sguardo fisso davanti a me per tutto il tempo, nonostante i soldati che continuavano ad andare e a venire dalle tre porte che si aprivano sulle pareti.
Presto iniziai a chiedermi se non fosse stata una mossa azzardata, quella... chiedere di essere portata lì... ero certa che mio padre non avrebbe approvato. Eppure, allo stesso tempo, sapevo di non aver avuto altra scelta... sapevo che, di qualsiasi cosa si trattasse, ciò che stava accadendo non era un caso: non era un caso che Passapour fosse stato arrestato, non era un caso che avessero cercato di venire a prendere anche il nonno...e, con mio sommo orrore, iniziavo a pensare che neanche quanto era successo a Balunga fosse stato un caso. Ero certa, ormai, che dietro ci fosse ben altro ed ero più che decisa a scoprire di che cosa si trattasse... era necessario capire, se volevo proteggere il nonno da quelle ridicole accuse. E questa era la ragione per cui ero lì: nessuno se non Passapour poteva darmi le risposte che volevo... ammesso che fosse ancora in condizione di darmele, pensai con orrore... conoscevo, infatti, quell’uomo da abbastanza tempo da sapere che avrebbe preferito farsi uccidere prima di tradire il nonno... Improvvisamente, interrompendo il filo dei miei pensieri, un soldato entrò nella saletta e mi chiese di seguirlo... fui così portata in un’altra stanza, se possibile ancora più piccola ed angusta, il cui unico arredo era costituito da un vecchio tavolo sciupato e due sedie, una di fronte all’altra. Qui mi sedetti ed attesi. Un istante dopo, con mio sommo sgomento, entrò l’unica persona che avrei preferito non vedere... Citazione:
“Si...” iniziai a dire “In effetti, come ho spiegato ai soldati che sono venuti a prenderlo, mio nonno non può assolutamente venire qui... la sua condizione, voi capirete, è tale da rendere anche il più piccolo spostamento, ad esempio dalla nostra casa a qui, assolutamente impossibile. E’ chiaro, tuttavia, che mio nonno non ha assolutamente niente da nascondere... e dunque, se lo desiderate, potrete certamente interrogarlo a casa. Sono certa che sarà ben lieto di fornirvi le informazioni di cui necessitate... anche se, purtroppo, sempre a causa di quell’incidente cui accennavo, la sua capacità di parlare si è molto ridotta...” Tacqui. Avvertivo lo sguardo penetrante di Musan su di me... e se era vero che riuscivo piuttosto bene a tenergli testa quando eravamo a casa, dove mi sentivo sicura e tranquilla, era altrettanto vero che lì, in quella minuscola stanza della caserma, quello sguardo e la sua stessa presenza, che avvertivo così sconvenientemente vicina, mi mettevano molto in difficoltà. E, cosa per me ancora più sgradevole, era la netta sensazione che Musan avvertisse quel mio disagio con assoluta chiarezza. Esitai per un istante... poi mi costrinsi ad alzare lo sguardo su di lui. “Il motivo per cui sono qui è semplice...” dissi “Il sergente mi ha informata delle accuse, bugiarde e tendenziose, del signor Passapour contro mio nonno... desidero perciò incontrarlo. In rappresentanza della parte lesa, infatti, vorrei fronteggiare Passapour ed udire ciò che ha da dire. Credete, milord, che vi sarà possibile accontentarmi?” |
Quella locanda non era il massimo, ma un sano e caldo rifugio, mi sedetti ad un tavolo bene lontano dalla porta di entrata, ero stanca....e per un momento avrei voluto non pensare, STorm odino' per noi due....del rum, non avevo bevuto nulla in vita mia......chissa' come sarebbe stato l'essere ubriachi.....avevo visto lo stalliere una volta, ma Ingrid mi porto' via prima che dicesse un'indecenza dopo l'altra....." Vi ringrazio per quello che dite Storm, ma quando la persona a qui volete molto bene e' in mano di non so chi, si diventa quasi bravi in tutto...anche a dire le piu' grosse bugie e ultimamente credo di averne dette moltissime..."...Fui ineterrotta dall'entrata dei due ufficiali...visi Storm far finta di nulla....." Mi spiace ma non credo piu' alle coincidenze da quando sono qui......ma se vi avessere riconosciuto, perche' non arrestarvi, forse vogliono sapere che parte ho io in tutto questo....o forse hanno fame anche loro e dal Governatore si mangia male......o forse, se io mi ubriacassi, avreste una ragione per cercare una stanza in questo lercio posto...e se rimangono anche loro per la notte......Storm caro, fatevi venire un'idea, perche' finche' io non ritrovo Ingrid, saro' la vostra palla al piede......"......Storm aveva le mani sul tavolo e in modo confidenziale le presi tra le mie accarezzandole......uno di loro ci osservava con immenso interesse.....ed era quello che aveva acquistato il profumo....
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Come avevo sospettato, l'atmosfera non era delle migliori....infatti, incontrammo il primo guaio: un bucaniere alto e grosso che con uno spintone mi strattonò ad impatto, compresi che era meglio agire di astuzia.......
Parlaì sottovoce all'oste e dissi: "Adesso ci divertiamo....." . Con fare silenzioso, allungaì il braccio verso la cintola di uno di loro e la slacciaì leggermente cosicchè se avesse fatto qualche movimento brusco......avremo riso di gusto. Fatto il tutto, tornaì al mio bicchiere e rimasi in silenzio. |
Mi sedetti al tavolino e mi servii il the, il giardino emanava profumi di freschi fiori esotici mai sentiti prima..era tutto perfetto..se non fossero iniziati i soliti discorsi dei miei genitori.
"Cara madre, noto siete rimasta totalmente affascinata dal maestro Lin..ed e' successo una sorta di miracolo noto, visto non aprite libri da anni a parte quelli di modelli di vestiti." Dissi guardandola in tono di sfida.. poi sorrisi a mio padre "Non saprei, ieri abbiamo fatto poca lezione e parlato poco, e' una persona particolare lo ammetto e penso dovrei conoscerlo meglio." |
Non so ancora come spenderò i miei soldi quando arriveremo vedrò il dafarsi dissi guardando Emas chissà che non trovo fortuna dove andremo e sorrisi
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Non penso stia a me parlare delle motivazioni che hanno spinto il colonnello a farmi venire qui.
Credo che la cosa migliora sia parlarne direttamente con lui. Ora io torno a casa, se volete potete seguirmi e parlare cosi col colonnello della mia presenza, che ha quanto pare vi disturba assai. Saltai in groppa a Gulltoppr, feci qualche passo poi mi voltai verso il giovane " allora, venite con me, Signor??" |
“Accontentarvi...” disse Musan sempre con il suo sguardo indagatore su Talia “... sapete bene che non chiedo di meglio, Analopel...” sorrise “... ma stavolta, temo, di non potervi accontentare... almeno in questo... vedete, il domestico di vostro nonno in questo momento sarà impegnato a fronteggiare qualcun altro... il demonio spero. Sono infatti impegnato a scrivere un rapporto...” prendendo alcuni registri “... e sono indeciso sulle cause che hanno portato alla morte del signor Passapour... mentre tentava di fuggire, oppure nel tentativo di assalire uno dei soldati?” Alzò di nuovo lo sguardo su Talia e restò a fissarla con un'espressione enigmatica.
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“Già...” disse Storm fissando Elisabeth “... ma credo scopriremo presto se i nostri due amici trovino così cattiva la cucina del governatore...” riempì i loro due bicchieri di rum “... ora bevete, milady... bevete senza farvi troppi problemi... e parlate. Parlate senza fermarvi, di qualsiasi cosa vi salti in mente. Su...” prese il bicchiere e lo avvicinò a lei “... brindiamo a questa nostra vacanza, mia cara!” Esclamò in modo che tutti potessero sentire. “E brindiamo a questa notte che ci attende!” Le fece l'occhiolino e buttò giù tutto il rum con un sorso solo.
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A quelle parole di Musan i miei occhi si spalancarono e le mie mani tremarono violentemente.
...le cause che hanno portato alla morte... Rimasi senza fiato, per la sorpresa e lo sgomento... ...le cause... ...la morte... Aprii bocca per ribattere, ma nessun suono mi uscì dalla labbra. Così, infine, le richiusi. Continuavo a fissare Musan... quel suo sguardo enigmatico, sicuro, vagamente sorridente... e non riuscivo a provare altro se non orrore e paura... “Forse...” dissi infine “Forse, per compilare quel vostro rapporto in fretta, vi basterebbe scrivere semplicemente la verità... a proposito... come è morto? E quando?” |
La madre di Altea, a quelle parole della figlia, scosse il capo e la fissò in malo modo.
“Il tuo modo di fare non mi piace, signoria.” Disse contrariata. “Forse è colpa nostra che ti abbiamo dato troppa libertà. Forse sarà il caso di una regolata. E non sto scherzando.” Odette ascoltava in silenzio. “Dille anche tu due parole.” Voltandosi poi la madre verso suo marito. Ma proprio in quel momento Hitiky annunciò l'arrivo del maestro. “Accomodatevi, prego!” Alzandosi Fletcher e andando incontro a Lin. “Gradite del tè?” “No, grazie.” Sorridendo Lin. “Ho da poco fatto colazione.” “Parlavamo di voi, sapete?” Fissandolo Fletcher. “Davvero?” Sorpreso Lin. “Spero in bene.” “Ma certo!” Esclamò Fletcher. “E poi, una persona scelta da sua eccellenza, beh, voglio dire, sarà degna di ogni rispetto!” “Anche l'imperatore Marco Aurelio” disse Lin “era un grande uomo, ma nonostante questo scelse come successore un pessimo principe nella persona di suo figlio Commodo.” Fletcher lo guardò perplesso. “Anche se, a dire il vero, fu quasi obbligato a sceglierlo come successore.” Aggiunse Lin. Fletcher fissò sua moglie. “Stavo scherzando.” Sorrise Lin. “Non temete, non sono un visionario malato di onnipotenza come molti degli imperatori di Roma. Si, sua eccellenza non sbaglia mai.” Allora Fletcher e sua moglie risero anche loro a quelle parole. |
Guardai prima Odette e dopo quel simpatico quadretto appena formatosi con l'arrivo del maestro Lin...trattenni un sorriso ironico.
Il maestro iniziava quasi a piacermi, e i miei genitori non si accorgevamo che in un certo qual modo egli si divertiva a prendersi gioco di loro.."Amate molto la storia antica, noto sir Lin...eppure io sono fremente oggi di sentirvi parlare della storia flegeese come promesso...e dei pirati" mi alzai dal tavolino per recarmi in biblioteca col maestro Lin. Strada facendo gli confessai.."Mi avete salvato la vita..mia madre stava pensando a una punizione esemplare nei miei confronti, vi sembro così irriverente maestro? Posso chiedervi una cortesia? Cosa vi ha detto il Governatore nei miei confronti e quelli della mia famiglia? Vi giuro rimarrà un segreto tra noi". |
“La verità” disse Musan a Talia “è spesso complicata. O anche difficile da definire. Ma infondo, cosa cambia? Sarebbe morto comunque. Era un reo confesso. E da ciò che dite, anche un traditore, visto che ha accusato anche vostro nonno.” Lasciò scivolare i registri sul tavolo. “Tuttavia, è mio dovere indagare su questa cosa, voi capite. Quanto a vostro nonno, beh, dubito che sua eccellenza, che vi ricordo, secondo lo statuto coloniale vigente, è massima carica politica, amministrativa e giuridica, si lascerà convincere dall'interrogare un imputato a casa propria e non in un aula qui nel suo palazzo. Sfortunatamente per voi, Analopel, non tutti sono così influenzabili da vostro fascino come lo sono io...” si alzò e si avvicinò a Talia “... pare che io sia il vostro solo protettore... il vostro solo alleato... l'unico in grado di aiutare vostro nonno... vostro nonno che amate tanto...” e le sfiorò i capelli.
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Lin sorrise a quelle parole di Altea.
“Non immaginavo” disse “che una sola notte bastasse a farvi interessare della storia flegeese. Quanto al governatore... egli mi ha detto che siete molto bella e che lui tiene molto sia a voi che alla vostra famiglia.” La fissò. “Ma perchè mi chiedete questo?” |
Come sempre..ironico..il maestro era cosi.. di una intelligenza ironica.
Aspettai di entrare in biblioteca e quando fummo soli risposi alla sua domanda.."Davvero vi ha parlato della mia bellezza e che tiene alla mia famiglia? Si..lo immaginavo...ma vedete, io.." sospirai e mi sedetti un attimo..e se era uomo di sua fiducia e parlando avrebbe spiattellato tutto al Governatore? Lo fissai..no, era una persona saggia oltre che colta. "Vedete..i miei genitori sono convinti che egli sia interessato a me e premono perchè trovi marito..ditemi, maestro, perchè una dama a volte sembra importante solo in base al marito che decide o decidono debba prendere? E io temo che il Governatore...vi abbia detto di cercare di farmi innamorare di lui, poichè in verità non lo trovo nelle mie simpatie...ecco tutto" dissi le ultime parole velocemente e il cuore mi batteva forte. |
Quel giovane sorrise alle parole di Cheyenne.
Sorrise in un modo indecifrabile, quasi sfuggente. Poi, montato in groppa al suo cavallo, raggiunse quello di Cheyenne. “E dimmi...” disse afferrando le briglie di Gulltopr, per impedire alla ragazza di andare “... tu cosa sei? La servetta personale del vecchio? Una specie di passatempo? Se è così, allora trovo davvero fortunata questa faccenda... magari poi anche il resto della famiglia potrà... usufruire della situazione, no?” La fissò con quei suoi occhi ormai piantati in quelli di lei. “E non è detto che la cosa possa dispiacerti poi... lui è vecchio... io no...” e si abbandonò ad una sonora risata, lasciando poi le briglie di Gulltopr. |
La situazione precipitò, Guerenaiz spacco una bottiglia e la puntò alla gola dell'uomo con la bandana.
Non potevo fare niente per loro, se non stare ferma e guardare inorridita quello spettacolo, senza che un'espressione di terrore si posasse sul mio viso. Poi Giuff intervenne, e si rivolse a me. Ormai avevo iniziato questa faccenda, dovevo andare fino in fondo. Fissai il capitano con sguardo deciso, quasi divertito. "Eccome, erano alla locanda.. Me li ricordo bene, erano sbronzi al bancone e mi fissavano in un modo..." Risi, scuotendo la testa. "Ricordo di aver pensato che, evidentemente, non avevano mai visto una donna... Ehm.. Perbene.. Entrare in quella topaia." Mi lasciai sedere sulla panca, come se la faccenda non mi riguardasse. "Perché chiedete informazioni a me? Chiedetelo a loro, no? Sono sicura che avranno una storia interessante da raccontarci". Mi sporsi sul tavolo con i gomiti e gli avambracci. "E non sono ancora ubriachi, io ne approfitterei!" Con un gran sorriso gelido. |
Il giovane prese le briglie di Gulltoppr e guardandomi fisso negli occhi insinuò che fossi una poco di buono al servizio del colonnello.
Sentii la rabbia crescere dentro di me, quel giovane, oltre ad aver mancato di rispetto a me lo aveva fatto anche con il colonnello ,grazie al quale a qudiosonto paeva, il giovane viveva agiatamente. Certo che il colonnello voglia ritrovare la nipote -pensaii tra me- con un parente come questo. Cercai di calmarmi e di non tirargli un pugno sul suo ghigno. Presi un respiro profondo e semplicemente lo ignorai fino a che non giungemmo alle scuderie della villa. Smontai a cavallo e consegnai Gulltoppr ad uno stalliere. Mi incamminai verso le scale e dissi ad un servitore di annunciare al colonnello il mio arrivo e quello del nipote. |
Quelle parole di Musan... il tono ammiccante... e poi quella mano che sfiorava i miei capelli... mi irrigidii ed un brivido mi scese lungo la schiena, scuotendomi.
D’istinto, dunque, ruotai appena la testa dalla parte opposta, allontanando così il viso dalla mano dello spagnolo... “Siete mio alleato?” dissi poi, alzandomi e facendo mezzo passo indietro, così da lasciare la sedia tra noi “Bene. Volete proteggermi? Accontentarmi? Ottimo... non mi negherete, allora, la possibilità di vedere almeno il corpo di Passapour, signor Musan... così... in modo che io possa almeno riferire di averlo veduto!” I miei occhi erano fissi nei suoi, tentando di cogliere la seppur minima incertezza... tesa com’ero nella sciocca speranza che stesse mentendo e che Passapour fosse ancora vivo. |
Nella locanda la tensione si poteva ormai tagliare quasi con un coltello.
Gurenaiz fissava Clio, che con quel suo sorriso sembrava farsi scivolare addosso tutta quella situazione con una certa naturalezza. Parsifal era tornato a bere, chinandosi sul bancone e un attimo dopo l'uomo a cui aveva slacciato la cintola fece un passo verso di lui. Ma in quel momento, tra le risa generali, i suoi calzoni cascarono a terra, facendolo inciampare e cadere rovinosamente. “Silenzio, ciurmaglia...” disse Giuff “... silenzio, ho detto! Silenzio, razza di bastardi!” Fissò prima Clio, poi Gurenaiz. “Avanti, chi diavolo siete voi due?” “Siamo due marinai rinnegati...” mormorò Gurenaiz “... il mio nome è Daiser, mentre Casaran è quello del mio compagno.” Indicando Parsifal. “Cosa vuol dire che siete marinai rinnegati?” Domandò Giuff. “Che siamo stati condannati all'impiccagione.” Rispose Gurenaiz. “Per aver picchiato il nostro capitano.” “E avete pensato bene di venire a rifugiarvi qui a Portuga...” fece Giuff. “Già...” annuì Gurenaiz. “E magari trovare anche lavoro, vero?” “Era quella l'idea...” “Bene...” con un ghigno Giuff “... ma prima c'è da superare la prova, vero, ciurma?” “Si!” Gridarono in coro i bucanieri. “Che prova?” Chiese Gurenaiz. “Lo vedrete!” Esclamò Giuff. “Ora però beviamo!” E il locandiere servì a tutti loro altro rum. Giuff allora prese una prostituta e con lei si allontanò cantando a squarciagola. |
Respiravo piano, il mio sguardo impenetrabile vagava nella stanza affilata. Seguii con lo sguardo carico di disgusto Giuff che si ritirava con quella ragazza. Il ricordo di Dydas mi attraversò la mente, e sorrisi pensando a lei. Ora non doveva più sopportare le voglie del capitano.
Mi guardai attorno, ogni uomo era impegnato a immergersi in una scollatura o in una bottiglia di rum. Nessuno badava a me. Nessuno tranne Guerenaiz, ovviamente, che mi osservava come sbigottito. Mi chiesi cosa lo turbasse tanto. Allora mi alzai, e andai verso di loro. "È un piacere conoscervi, messeri" dissi con un lieve inchino e uno sguardo ironico mentre mi sedevo accanto a Guerenaiz. "Avete l'aria triste. Qualcosa vi turba?" Puntai i miei occhi nei suoi, restammo legati da quello sguardo così intenso per qualche lunghissimo istante. Mi avvicinai a lui, e sussurrai. "Avete finalmente imparato a leggermi nel pensiero?" Sorrisi, dolcemente. "Qualcuno una volta mi ha detto che si può mentire con le parole, ma non con gli occhi." E gli feci l'occhiolino. |
Ma il servitore fece cenno a Cheyenne che nessuno era giunto insieme a lei.
Infatti il giovane incontrato da lei durante la cavalcata ora sembrava essere sparito. Probabilmente ad un certo punto si era allontanato senza farsene accorgere. Il servitore allora fece cenno a Cheyenne che il colonnello la stava aspettando. Fu così condotta nella sala dove si trovava l'uomo. “Eccoti.” Disse sorridendo il colonnello a Cheyenne. “Allora, dimmi... cosa ne dici del tuo cavallo? Avete fatto amicizia?” |
Gurenaiz fissò Clio.
“Già, comincio a credere che sia possibile farlo...” disse “... leggervi nel pensiero, intendo. E forse per questo sono riuscito a giungere in questa tana di taglia gole e ritrovarvi.” Si guardò intorno, attento a non attirare o destare sospetti. “Ma ditemi... come state? Vi hanno fatto qualcosa questi maledetti pirati?” E senza accorgersene mise la sua mano su quella della ragazza. Ma proprio in quel momento arrivò Boyuke. “Vedo che avete fatto amicizia...” mormorò fissandoli, mentre Gurenaiz tolse istintivamente la sua mano da quella di Clio “... ma sarà meglio che tu vada a riposare...” rivolgendosi a Clio “... il capitano non vuole vederti in giro fino a tardi... la tua stanza è al piano di sopra...” per poi lanciare un'occhiata verso Gurenaiz. |
Lin restò pensieroso a quelle parole di Altea.
“Sapete...” disse “... io non conosco benissimo sua eccellenza. E' stato nominato da poco ed io solitamente non mi occupo di politica. Il mio nome gli è stato riferito, così come la mia reputazione. Ed allora lui ha deciso di nominarmi vostro maestro. Quanto al fatto che io possa o meno farvi innamorare di lui, beh, forse chiedete all'ingegno umano un po' troppo.” Sorrise. “Far innamorare una donna è un qualcosa di assolutamente straordinario, unico. Ci sono stati artisti che hanno fatto di una donna la propria musa e solo per poterla conquistare. Grandi uomini che devono tutta o quasi la loro fortuna alla propria compagna. Come Pericle con Aspasia, o l'imperatore Augusto con Livia. Altri grandi, poi, pur di conquistare il cuore della propria amata hanno realizzato i loro più grandi desideri... come il re babilonese Nabucodonosor, che per scacciare la malinconia della sua sposa realizzò i leggendari Giardini Pensili nel bel mezzo del deserto. Vedete? Far innamorare una donna, conquistare il suo cuore, è un miracolo, un qualcosa che va oltre la comprensione e la Ragione umana. Credete dunque che basti un semplice maestro che cita storia antica o le quattro operazioni matematiche per far innamorare una donna? Dovrei forse essere messer Amore sotto spoglie mortali allora!” E rise di gusto. Poi, fissò Altea facendosi serio. “E comunque, solo uno sciocco” mormorò “ingaggerebbe qualcun altro per far innamorare una bella ragazza, perdendosi così la possibilità di corteggiarla giorno dopo giorno.” Annuì. “E sua eccellenza non è uno sciocco.” |
Musan sorrise a quelle parole di Talia.
“Sapete, Analopel...” disse “... non so cosa mi affascina di più in voi... se la bellezza, o il vostro coraggio. Si, decisamente è una bella sfida... in fondo si tratta di due doni che la sorte vi ha fatto... tuttavia il coraggio maschera molte altre cose... come l'imprudenza, o la superficialità... il credersi intoccabili, inattaccabili e solo perchè si ritiene che un padre potente possa esserlo più della legge e dell'ordine...” la fissò, con occhi che sembravano divenire sfuggenti “... ma voi siete intelligente, Analopel e sono certo che non farete l'errore di ritenervi inattaccabile... anche il Viceré si riteneva tale...” un lampo corse nel suo sguardo “... eh, già... una bella lotta davvero... oltre alla bellezza e al coraggio, anche la vostra intelligenza esercita su di me una straordinaria attrazione...” si avvicinò allora alla porta e fece cenno alla ragazza di seguirlo. Attraversarono così un lungo corridoio, fino a raggiungere una rampa di scale che scendeva in una piccola cantina. Qui, su una brandina e coperto da un lenzuolo, stava un corpo senza vita. “Non sarà un bello spettacolo...” mormorò Musan “... ma mi avete chiesto voi di accontentarvi...” fece cenno al boia che era accanto alla brandina e questi tirò via il lenzuolo. Il cadavere portava gli abiti che Passapour aveva indosso quando fu arrestato, presentava la sua stessa corporatura ed il suo volto era sfigurato al punto da essere irriconoscibile. Un colpo di moschetto gli era infatti scoppiato in faccia. “Ecco ciò che mi avete chiesto, Analopel...” disse Musan a Talia “... non è un bello spettacolo, ma siete stata voi a chiederlo...” |
Il giovane era sparito.
Mi diressi comunque dal colonnello che mi stava aspettando per sapere che ne pensavo del cavallo. "Sono davvero entusiasta di questo stallone, è davvero fantastico. Risponde ai miei comandi senza esitazione, ogni suo movimento è leggero e aggrazziato. L'ho chiamato Gulltoppr, che nella lingua vichinga significa criniera dorata, dato che il suo manto brilla al riflesso coi raggisolari. Sono giunta fino al lago senza che Gulltoppr mi desse alcun problema. Il problema, se così si può chiamare, è giunto a suo volta a cavallo. Sto parlando di un giovane biondo e dal portamenti altezzoso di cui, a ciò che ho capito, siete zio. A quanto pare non è stato informato del mio arrivo poiché ha fatto alcune battute di cattivo gusto sul mio ruolo in questa casa. Rispettando i patti con voi, mi sono trattenuta dal regolare i conti alla maniera nordica, e mi sono comportata da gentildonna, invitandolo ad accompagnarmi da voi ora, per poter porsi domande circa la mia presenza, ma, come potete notare, il giovane rampollo si è dileguato." |
“E sua eccellenza non è uno sciocco.” .. a quelle parole mi parve davanti l'immagine del Governatore che rideva scioccamente davanti ai suoi giocattoli di legno, ovvero la sua collezione personale di vascelli e navi varie.
Mi destai da quel pensiero..."Si maestro Lin, è ciò che desidererei..avete ragione..che qualcuno potesse fare qualcosa di straordinario per conquistare il mio cuore, per farmi sorridere nei giorni bui e non solo di pioggia, che possa capirmi solo con uno sguardo..e non occorrono grandiosi monumenti per conquistarmi ma piccoli gesti quotidiani. Io...sono diversa...da tutte le ragazze aristocratiche che si sfidano a colpi di vestiti, acconciature e gioielli per prendere il miglior partito..senza nemmeno esserne innamorata. Forse per questo..sono ancora qui" e risi di gusto "sembra essere il discorso quotidiano della casa, sapete? Il fatto che non trovo marito." Poi ebbi un sussulto..."Maestro andiamo al molo? Cosi mi mostrate un pò di questo posto e delle sue isole? So che vi sono altre piccole isolette nelle vicinanze o sbaglio?" |
Sentii la mano di Guerenaiz sfiorare la mia, e un brivido mi attraversò la schiena. Sarebbe riuscito a salvarmi? Avrebbe trovato un modo per ingannare il Gufo Nero?
Però era lì, poco mi importava se per me o per il pirata, era lì, e questo solo importava. Sorrisi. Ma poi Boyuke arrivò e mi destò da quei pensieri. "Lasciarlo stare, Boyuke" dissi senza togliere lo sguardo da Guerenaiz: "non puoi pretendere che sappia chi sono io. Sono certa che se sapesse che nemmeno il capitano si azzarda a toccarmi per non compromettere il riscatto, ci penserebbe due volte prima di allungare le mani. O no?" Dissi sorridendo verso Guerenaiz, rispondendo indirettamente alla sua domanda. "E sia, non oserei mai contraddire un ordine del capitano" alla volta del tagliagole "Messeri, è stato un piacere conoscervi, ma vogliate perdonarmi, mi ritirerò nelle mie stanze" dissi accennando ad una mal riuscita riverenza. E così facendo mi incamminai verso le scale, certa che avrei riconosciuto la mia stanza dalle guardie del capitano davanti alla porta. |
A quelle parole di Cheyenne, il colonnello restò turbato.
Poi scosse il capo ed un moto di nervosismo mutò l'espressione del suo volto. “Posso immaginare il fastidio che hai provato...” disse alla ragazza “... anzi, ti chiedo scusa per ciò che ha potuto dire o fare in tua presenza. Appena rientrerà gli parlerò io, imponendogli di non infastidirti ancora con il suo cattivo gusto. Ti prego, dimentica l'accaduto. Ti prometto che non accadrà mai più.” La fissò e nel suo sguardo era palese l'inquietudine causatagli da quell'episodio. “E ti ringrazio per non aver risposto alle sue basse provocazioni.” |
Lin sorrise anch'egli a quelle parole di Altea.
“Beh, io credo che l'unico motivo per il quale siate ancora qui dipenda esclusivamente dal vostro recente arrivo a Las Baias. Ma appena la vostra famiglia comincerà a frequentare le altre famiglie aristocratiche allora sono certo che molti giovanotti cominceranno a farvi la corte.” Annuì. “E sicuramente, colui che mirerà al vostro cuore farà qualcosa di straordinario per conquistarlo.” Fissò poi la ragazza un po' perplesso. “Al molo dite? Veramente ci sarebbe una lezione da cominciare...” poi sorrise di nuovo “... massi, perchè no. Del resto per imparare la storia di un luogo bisogna anche conoscere la sua morfologia. E sia. Preparatevi, così usciremo subito.” |
Gurenaiz, con al suo fianco sempre Parsifal, fissò Clio andar via, seguendola con lo sguardo fino a quando prese le scale e salì al piano superiore.
Ora il capitano, per quanto possibile, era più sereno. Le parole di Clio avevano risposto alla sua domanda ed ai suoi timori. Guardò allora Boyuke. “La ragazza parlava di un riscatto...” disse “... di che riscatto si tratta?” “Pensa a te.” Fissandolo Boyuke. “Hai già abbastanza problemi, per iniziare a preoccuparti di quelli degli altri.” “Problemi?” Ripeté Gurenaiz. “Io non ho problemi.” Boyuke non rispose niente e si allontanò, lasciando il capitano olandese ed il suo Guardiamarina in balia di dubbi ed inquietudini. http://static.thecia.com.au/reviews/...e-cristo-3.jpg Intanto, al piano superiore, Clio aveva riconosciuto la sua stanza grazie a due sentinelle ferme davanti alla porta. Vi entrò e si accorse che il letto era insolitamente comodo. “Non avvicinarti oltre!” Disse John fermandola sulla porta. “Cosa succede?” Chiese Clio con un vago sorriso sul volto. “E cosa stai disegnando?” “Aspetta ancora un po' e lo vedrai...” Aveva fra le mani un grosso foglio sul quale stava disegnando qualcosa. “E non sbirciare da lì!” Aggiunse. “Ti vedo, sai!” “Dai, dimmi di cosa si tratta almeno?” “Pazienta ancora un pò” rispose John “e lo saprai...” “E' un nuovo tipo di pianta descritto da qualche marinaio?” John non rispose nulla, continuando a disegnare. “O forse qualche animale esotico?” “Manca solo un ultimo passaggio...” sempre impegnato a disegnare John “... ed il gioco è fatto...” “Insomma, dai...” impaziente Clio “... guarda che vengo a vedere!” John sorrise, senza alzare mai gli occhi dal foglio. “Dimmi solo...” mormorò la ragazza “... è qualcosa di bello?” “Si.” “Quanto bello?” “Molto bello.” “E...” “Su, pazienta ancora un po'.” Interrompendola lui. “Anzi, dammi una mano...” “A fare cosa?” “Alza lo sguardo e fissami.” Fece lui. “Intensamente. Ovviamente senza parlare o almeno gesticolare tanto.” Clio sbuffò e incrociò le braccia. “Su, guardami...” “Lo sto facendo.” “Ecco, un po' di azzurro qui...” apportando qualche correzione lui “... il nero intorno...” “Guarda che vengo a vedere!” Sbottò Clio. “Anzi, conto fino a tre! Uno... due... tre!” Arrivo. John allora si alzò e portò il foglio dietro la schiena. “Dai, fammi vedere cosa disegnavi!” “Vuoi vederlo davvero?” “Si!” John allora mostrò il foglio alla ragazza. “Ma...” sorpresa lei “... è... bellissimo...” “Lo trovi somigliante?” “E' bello...” senza smettere di guardare il disegno lei “... anzi, bellissimo... forse anche troppo...” “Cosa vuoi dire?” “Che non sono così bella...” “Che sciocchezza.” Disse lui. “Tu lo sei molto di più.” “Lo credi davvero?” “Certo...” annuendo John “... e un giorno riuscirò a ritrarti in tutta la tua bellezza...” Un raggio di Sole sfiorò il viso di Clio e i rumori dal piano inferiore cominciarono a diffondersi nella stanza. La ragazza fu allora destata da quel sogno, svegliandosi in quella triste ed austera stanza. |
La Santa Rita procedeva a passo spedito, con le vele al vento ed il canto dei suoi uomini che sembrava volerla accompagnare in quel suo viaggio, sotto le stelle flegeesi e seguendo la scia della Luna sulle acque.
“Capitano...” disse Emas a Guisgard “... fra quanto arriveremo a Portuga?” “Sei impaziente di sperperare il tuo bottino?” “In verità si!” Esclamò ridendo Emas. “Io invece sono curioso di vedere quell'isola.” Fece Austus. “Un'isola completamente in balia di pirati e corsari... lo trovo affascinante.” “Le isole sono tutte uguali.” Disse il dottor Musmot. “Vista una, viste tutte.” “Un po' semplicistica questa teoria, no?” Sorridendo Austus. “Affatto, ragazzo mio!” Replicò il dottore di bordo. “Io le ho viste tutte. Tutte quelle conosciute, s'intende. E proprio su un'isola mi fu amputata la gamba. Si... fu nel... si, insomma, una trentina di anni fa... ricordo che ad amputarmela fu un medico... un medico portoghese... lui mi diceva di star fermo in portoghese ed io lo insultavo in inglese.” Tutti risero. “Mandiamo un uomo sull'albero di maestra, Austus.” Ordinò Guisgard. “Così che subito si avvisti Portuga.” “Si, Guisgard.” Annuì Austus. “Cavaliere25, sali in vedetta ed avvertici appena avvisti Portuga.” |
si vado subito dissi sorridendo e mi incamminai per salire sulla vetta e dare il segnale quando eravamo vicini all'isola di Totuga scrutai al orizzonte con occhio vigile e attento
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Mi si paro' un bicchiere che dire pulito sembrava una parola di cattivo gusto....e cosi' come due attori di grande esperieza iniziammo a recitare....." Mio caro..lo sai da quanto aspettavo questa nostra vacanza....anche se le notti con te sono stupende anche in fondo al mare...." Lo accarezzai sul volto......avendo gia' le'ffetto del rum..che mi faceva vedere Storm duplicato........." Lo sapete che siete un uomo focoso...per questo vi ho sposato...." Tracannando un secondo bicchiere di rum......incominciai a ridere, sguaiatamente......Alzandomi in piedi presi il mio bicchiere..." Alle donne e a gli uomini che si amano.....e a quelli che fuggono.....dall'amore".......Il terzo bicchiere non arrivo' mai alle mie labbra...mi cadde dalle mani in un grande fragore...e poi il buio
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Come avevo prospettato lo spettacolo è stato divertente, infatti, quando il bucaniere mi si avvicinò cadde rovinosamente in balia delle sue braghe. Risi con gusto sotto i baffi......così, avrà imparato che oltre la forza e i muscoli bisogna utilizzare anche il cervello.
Il silenzio venne rotto dalle urla del capitano Giuff che indispettito di ciò mise tutti a tacere, un'ennesima volta si avvicinò a noi e chiese le nostre origini.......raccontammo il tutto e poco dopo ci disse che per essere accettati dal gruppo dovevamo superare una prova e tra me dissi: "Mai che le cose possano filar liscie.....sempre prove.....che tristezza!!!!" e sbuffaì. |
Accettai le scuse del colonnello anche se avrei preferito sentirle dal diretto interessato.
"Non preoccupatevi signore, sono abituata a trattare con uomini del calibro di vostro nipote; fingerò di non aver mai avuto quel colloquio con lui, se questo vi da piacere ma ho almeno diritto a sapere come si chiama questo giovane irrispettoso. Sapete, al lago si è rifiutato di presentarsi dato che mi considera così inferiore." Ma ora non ho più voglia di parlare di lui, avete qualche cosa che volete fare? |
Andai a cambiarmi e indossai un vestito più leggere e soprattutto più semplice, visto andavamo verso il molo era meglio essere vestite il più semplice possibile.
Scesi nel giardino e vidi il maestro che fissava il golfo.."Sono pronta maestro, ho detto di far preparare la carrozza, possiamo andare." |
Un tenue raggio di luce mi svegliò.
Mi accorsi di avere un sorriso beato dipinto sul volto. Com'era dolce quel ricordo.. Com'erano avvolti di tenera poesia i momenti passati con lui... Una lacrima mi scese sul viso, mi sedetti sul letto, le ginocchia strette al petto e la testa appoggiata ad esse. Dove sei amor mio? Dove sei? La sorte mi permetterà di vedere ancora una volta il tuo viso? Non sapevo se stavo pensando, sperando, o piangendo.. Probabilmente tutte e tre le cose insieme. Chiusi gli occhi così forte che iniziarono a bruciarmi, asciugai le lacrime con la manica e fissai un un punto indefinito davanti a me. No, per quanto la sorte sembri avversa, non mi arrenderò! Ti ritroverò.. dovessi metterci una vita intera! Senza accorgermene avevo portato la mano al collo, al piccolo ciondolo a forma di scudo da cui non mi separavo mai. Sospirai. Per quanto ritenessi importante la ricerca di Jhonn, sapevo bene che non avrei potuto fare molto finché ero prigioniera. E, sebbene Guerenaiz fosse a poche stanze di distanza da me, non riuscivo a vedere una via d'uscita. |
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