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L'odore della terra bagnata, l'umidita' che scendeva tra le fronde degli alberi, fina , impalpabile.......mi sembrava di non poter respirare.....davanti a miei occhi uno spettacolo senza uguali, un lago.....e all'orizzonte un temporale, la cui furia potevo udire e respirare...." O Madre, mi sembra di dover affrontare un' altro passaggio, un lago amato da bambina, e adesso vissuto con i sentimenti di donna......>> mi avvicinai alla sponda del lago e solo allora mi accorsi di una barca edi un uomo assopito all'interno...sorrisi....ricordi di bambina.....Caronte....dove mi porterai ?...
<< Scusatemi, se disturbo il vostro sonno.....ma vorrei sapere chi siete, sembra un posto cosi' dimenticato da Dio e dagli uomini che trovarvi qui sembra una visione......ma se cosi' non fosse, vorrei sapere se potreste "traghettarmi" sull'altra sponda del lago....ho la necissita' di raggiungere quel "Temporale"..se non mi unissi a lui la mia anima non troverebbe pace.... e se il destino vorra', affrontero' l'ultimo Cavaliere...>> Guardai il volto dell' uomo, era giovane, il suo incarnito era chiaro e gli occhi azzurri come il cielo di primavera....i capelli scuri come la notte........Toccai con le dita l'anello che avevo alla mano sinistra, aveva la forma di una margherita.....lo sfilai e istintivamente lo gettai nel lago....se fosse stato destino che quell'anello fosse tornato alla mia mano.....quando tutto fosse finito......qualcuno o qualcosa l'avrebbe riportato a me....... |
<<E' forse del castello del doloroso amore che state parlando?>> chiese Perry chinandosi per avvicinarsi alla dona, quasi volesse dirle un segreto.
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Gusigard mi fissò, potevo leggere la perplessità o meglio il terrore nei suoi occhi. Avrei voluto urlargli: "Sono io! Sono sempre io! Ti prego non temere..guardami con gli occhi dell'anima e mi riconoscerai..."
Ma sembrava che le paure avessero preso il sopravvento nel suo cuore ed iniziò la corsa. Con il cuore che mi batteva all'impazzata, lo seguivo con discrezione e quando lo vidi arrestarsi e crollare a terra mi fermai a debita distanza. Lo osservai...povero Cuore mio cosa ti toccava vedere, quali orribili sensazioni starai provando ed io non posso neanche coccolarti per rassicurarti. Ricordo che quando da piccoli ti imbronciavi per delle sciocchezze che io dicevo e ti chiudevi a riccio, mi bastava saltarti al collo ridendo e lasciarti un sonoro bacio sulla guancia per riportare l'armonia. Ed ora come potevo fare? Mentre mi osservava mi avvicinai a testa china con umiltà, giunta davanti a lui gli misi le zampe anteriori attorno al collo a gli leccai la guancia scodinzolando...magari un ricordo gli sarebbe apparso. Poi mi accovacciai accanto a lui. "Affronterò l'ultimo cavaliere"...Elisabeth...."respingete quindi il suo terzo cavaliere ed occupatevi voi del Doloroso Amore..." Queste parole riecheggiarono nella mia testa...cavaliere25...Hastatus...compagne incontrate al Castello del Doloroso Amore... Il terzo cavaliere..il cavaliere bianco...forse avremmo dovuto raggiungere gli altri per aiutarli? Ma il nostro incantesimo non era rotto...e poi quella figura demoniaca aveva detto che dovevamo accettare il lato bestiale di entrambi quindi questo cosa voelva dire? Madre te ne supplico..aiutaci! Cosa dobbiamo fare? Balzai sulle zampe e mi allontanai un po' da Guisgard, mi fermai e fissandolo negli occhi gli abbaiai come per dirgli: "su avanti fidati di me..sono sempre io la tua Pol! Dai cuore dobbiamo andare..." |
"Bene"dissi guardando gli altri compagni d'avventura"se l'ultimo cavaliere ci sta già cercando noi gli andremo in contro...siamo in quattro e lo fronteggeremo facendoci onore.."e rivolta verso Alcibiades dissi"voi conoscete il luogo in cui si trova adesso?"
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Ringrazia lo scudiero di Guisgard per la sua offerta di aiuto.. mi sentivo debole, ma ero sicuro che sarei riuscito ad alzarmi con le mie forze, poi mi rivolsi a llamrei: “Sono in debito con voi milady..”.
Sentii poi la richiesta di lady rainbow dama: “Dolce signora, sono pronto a rimettere in gioco la mia vita per aiutare tutti noi.. ma purtroppo non so dove possa essere il cavaliere bianco. Forse anche questa volta sarà lui a trovare noi”. “Prima di andare avanti però, avrei bisogno di medicare le mie ferite.” |
"Non preoccupatevi,coraggioso cavaliere"dissi rivolta ad Hastatus "se il destino ha deciso che non è ancora giunta l'ora di combattere assecondiamolo,ora riposatevi e ditemi dove siete ferito?"
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Mi sedetti su una panca, perché avevo un leggero capogiro.. stavo sottovalutando la ferita infertami dal cavaliere.. solo ora, guardandomi, mi accorsi che il sangue era tanto.
Guardai lady rainbow, e poi tolsi la mano che tamponava la ferita al braccio destro. |
Osservai la donna di fronte a me... sembrava una buona donna, dopotutto! Sebbene il suo sguardo tradisse una certa tensione: era evidentemente preoccupata per ciò che le avrei chiesto, temeva che potessi metterla in difficoltà? O c'era forse dell'altro?
Le sorrisi: "Non dovete temermi, mia buona ancella..." dissi con la voce più carezzevole che riuscii a tirar fuori data la situazione "Io non desidero nuocervi. Aiutarvi, forse… se posso. Vedete... i vostri occhi parlano di timori antichi!” Il mio cervello, intanto, lavorava freneticamente, mettendo insieme - pezzo per pezzo - tante sensazioni, informazioni, osservazioni… “Il Castello del Doloroso Amore…” mormorai dopo un momento, ricordando le parole del castellano al mio arrivo “Non è un nome un po’ insolito per un maniero? E’ Cembelus che lo ha costruito, non è vero? Ma perché? Perché questo nome?” La donna mi scrutava con strani occhi, uno sguardo intenso, penetrante. “Ed Ermaus… che ruolo ha in questo, povero il mio adorato Cavaliere?” proseguii più piano, come sospinta dallo sguardo della donna “Perché è ancora qui? Perché non ha abbandonato queste terre in cerca della sua grande impresa? Era questo che cercava, che desiderava: una grande impresa degna di un grande Cavaliere!” Sospirai e un altro pensiero mi assalì: “E la selva…” dissi, memore delle sensazioni di disagio che mi aveva causato più volte “Cosa c’è in quella selva? Cos’è quella selva?” Tacqui infine e alzai di nuovo lo sguardo sul volto della donna. Forse mi considerava una pazza. Forse non sapeva niente di tutto ciò… ma era improbabile! Sapevo fin troppo bene per esperienza quanto vigile e attento potesse essere l’occhio di un servo! C’era solo da sperare che in quel momento quella donna si fidasse di me… |
"La ferita è molto profonda,Hastatus,volete fidarvi di me?..sono abbastanza esperta nel trattamento di ferite,dobbiamo fermare l'emorragia anzitutto e poi lavarla e pulirla...mi serve dell'acqua dove posso trovarla?.."e mentre dissi queste parole strappai un lembo di stoffa dalla mia veste...dovevo fare in fretta...
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Dissi a lady Rainbow: vado a prenderla io l'acqua basta che mi dite il posto correrò subito a prenderla.
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"Cercate un pozzo,una fontana...basta che fate presto,cavaliere"..dissi a cavaliere25 senza nascondere la mia preoccupazione..
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mi misi a cercare un pozzo nei dintorni e vidi da lontano che c'era un piccolo pozzetto corsi il piu velocemente possibile, arrivai e presi il secchio che era vicino al pozzo e lo immersi nel pozzo e lo ritirai su fui fortunato l'acqua c'era presi il secchio e corsi da lady Raimbow e dissi: eccovi l'acqua mylady ho fatto il piu presto possibile, avete bisogno altro guardandola.
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"Vi ringrazio cavaliere,no non mi occorre altro.."dissi a cavaliere25 e iniziai a lavare la ferita di Hastatus velocemente intingendo la stoffa della mia veste nel secchio..
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Lasciai fare a lady rainbow, mentre cercavo di stringere i denti per resistere al dolore. La donna sembrava sapere quello che stava facendo.
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Hastatus sembrava fidarsi e ciò mi facilitò il compito..lavai accuratamente la ferita e feci una fasciatura alla men peggio con la stoffa..appena ebbi finito dissi al cavaliere "ora dovete riposare,avete bisogno di riprendere le forze..e cercate di tenere fermo il braccio..in seguito vedrò di trovare qualcosa per immobilizzarlo.."
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"Vi ringrazio milady"
Mi distesi un attimo e chiusi gli occhi per cercare di recuperare le forze, mentre gli altri decidevano cosa fare. |
Raimbow era stata bravissima.
Le sue arti magiche avevano curato le ferite subite da Hastatus durante lo scontro con il Cavaliere Rosso. "Dobbiamo trovare il terzo cavaliere..." disse Llamrei "... ma come? Quel cavaliere sembra tanto misterioso quanto invisibile!" "Egli è molto più vicino di quanto immaginate, milady." Intervenne Alcibiades. Poi, rivolto a Raimbow, disse: "Mia signora... questa selva è il luogo in cui i tre cavalieri hanno deciso di incontrarsi. Come il Cavaliere Verde e quello Rosso, anche il Cavaliere Bianco si aggira in questa selva." "Perchè dunque non ci affiancate, facendoci da guida? Siete saggio e sapreste condurci da lui." Propose Llamrei ad Alcibiades. "Milady..." rispose questi "... io sono legato a questa cappella. E' qui che discuto sull'unica disciplina che conosco... la filosofia. Essa è retta dalla saggezza. Ma il Cavaliere Bianco obbedisce ai dettami del cuore e dell'anima, non a quelli della mente. Io quindi non saprei mai prevedere e seguire i suoi passi." "Posso condurvi io da lui!" Gridò una voce all'improvviso. "Anaclerio!" Esclamò Alcibiades. "Sai bene che non puoi lasciare questo posto da solo!" "Ma... io posso aiutarli... lasciatemi andare... sarò in loro compagnia e non correrò rischi!" Era questo un ragazzotto dall'aspetto sgraziato e dai modi poco raffinati. Tarchiato e dalla voce stridula, gesticolava nervosamente ogni qualvolta cominciava a parlare. "Chi è questo ragazzo?" Chiese Llamrei. "Anaclerio" rispose Alcibiades "è un orfanello. Fu abbandonato in questa selva in tenerà età e da quel giorno ce ne siamo occupati noi. E' un semplice ed ingenuo ragazzo, sincero e di buoni sentimenti, ma non è mai uscito fuori da questa cappella e temo non saprebbe badare a se stesso." "Lasciate che io vada con loro..." supplicò Anaclerio. "Signore..." intervenne Llamrei "... sembra che questo ragazzo conosca il luogo in cui si nasconde il terzo cavaliere. Lasciate che venga con noi." "Ma come può conoscere quel luogo, se non è mai uscito da qui?" "Lo conosco... fidatevi!" Rispose Anaclerio ad Alcibiades. "L'ho... sognato... e so come raggiungere quel luogo!" "Avete detto voi che questo ragazzo è sincero e di buoni sentimenti." Disse Llamrei ad Alcibiades. "Quindi sta dicendo il vero. E se vi fiderete di noi, io ed i miei compagni sapremmo badare a lui." Alcibiades restò un attimo in silenzio, col viso pensieroso. "E sia..." rispose dopo qualche istante "... lo affido a voi... ma ricordate, è come un bambino e dipenderà in tutto e per tutto da voi." "A nome di tutti noi... grazie..." Disse Llamrei. "Grazie, mia signora!" Esclamò raggiante Anaclerio. "Vi indicherò io come giungere dal Cavaliere Bianco!" "Bene." Disse llamrei. "Appena sir Hastatus si sentirà meglio, partiremo seguendo le indicazioni di Anaclerio." |
Al Castello del Doloroso Amore, Talia cercava di scoprire i segreti di quel luogo.
L'ancella fissava Talia con uno sguardo intimorito. Ma la gentilezza ed i modi cortesi di quella dama, suscitarono serenità e fiducia nell'ancella. "Milady..." cominciò a dire "... questo castello è desolazione, apatia, solitudine e dolore. Se ne avete la possibilità, richiamate l'abate che era con voi e lasciate questo luogo." E dopo qualche istante aggiunse: "Fu eretto da lord Cembalus per rinchiudervi i suoi cari e sottrarli dalla forza dell'amore. L'unica che si oppose fu sua moglie che impose su di lui una terribile maledizione... e cioè che Amore arrivasse con i suoi cavalieri a distruggere questo visionario maniero! Cembalus, odiando ormai sua madre, le sfigurò il volto e la rinchiuse in una segreta. E da quel giorno invita ogni anno i migliori cavalieri del mondo, affinchè giungano per sconfiggere i campioni di Amore e liberare dalla loro minaccia questo sacrilego castello." Poi, fissando Talia, concluse: "La selva un tempo era un meraviglioso verziere. Ma la l'angoscia di questo luogo, l'ha reso questa selva oscura ed inospitale... proprio come è accaduto a chi abita in questo castello... compreso lord Ermaus..." Nel frattempo, in quella piccola capanna in mezzo alla selva, Perry stava cercando un modo per uscire da quel luogo. "No, damigella." Rispose la donna. "Il palazzo del signore di questa terra è molto più lontano. Anzi, fossi in voi, mi terrei lontana dal Doloroso Amore!" Ad un tratto, Perry si sentì tirare la gonna. Era la piccola Sophia. "Hai detto di avere un figlio piccolo." Disse lei. "Dov'è ora? Non ne senti la mancanza?" |
Guisgard fissava quel lupo che sembrava chidergli di seguirlo.
Quella selva era ricca di incanti e di misteriose ed indecifrabili figure. Ed ora tutto nell'animo e nel cuore del cavaliere era confuso. Aveva le gambe piegate e la mani incrociate sulle ginocchia. Era stanco e sfiduciato. Forse anche arrabbiato. Poggiò il capo tra le mani e fu in balia dei suoi dubbi e dei suoi tormenti... Il Sole del tardo pomeriggio era già quasi sceso a baciare l'orizzonte ad occidente. Il lago sembrava un grande e lucente specchio, dove il Sole morente andava a spegnere i suoi ultimi bagliori su quelle limpide acque. "Ecco..." disse lei "... con queste erbe ho finito!" "A cosa ti servono?" Chiese Freys, il figlio del podestà del paese. "Ah-ah... non sai che non bisogna mai chiedere i segreti ad una maga?" "Sei una maga?" Chiese Freys. "E da quando le maghe sono così belle? Non sono tutte brutte e racchie?" "Quelle sono le streghe!" Rispose lei. "Noi maghe siamo giovani e belle!" "Mi prendi in giro!" Disse Freys. "Chissà!" Rispose lei, ridendo di gusto. "Senti... cosa c'è tra te e quel Guisgard?" "Perchè mi fai questa domanda?" "Così... state sempre insieme... e tu a volte lo hai chiamato cuore..." "Cuore è una parola affettuosa, tenera." Disse lei. "Chiami altre persone così?" Chiese Freys. "Tempo fa chiamavo così qualche vecchio amico... ma perchè mi domandi queste cose?" "Allora chiameresti anche me cuore, qualche volta?" Ma appena ebbe finito di parlare, Freys si sentì preso per la giubba e si ritrovò scaraventato a terra. Tentò allora di rialzarsi ma si ritrovò Guisgard davanti. "Sei il solito spaccamontagne!" Urlò Freys. "Voi gente del sud siete tutti dei villani e dei bifolchi!" "Ecco..." ringhiò Guisgard "... ora ho due motivi per darti una lezione!" E colpì violentemente con un bastone le gambe ed il capo di Freys. "Fermati, Guisgard!" Urlò Polgara, tentando di fermarlo. "Dannato!" Disse Freys mentre si teneva il capo sanguinante. "Quando lo saprà mio padre... dovrai lasciare il villaggio!" "Ora vattene o su quanto ho di più sacro ti farò rimangiare tutto!" Ringhiò Guisgard fuori di sè. "E se ti ritrovo ancora da queste parti... ti ucciderò!" Freys scappò via attraverso la boscaglia. "Ma cosa diamine ti è preso?" Chiese arrabbiata Polgara. "Lasciami in pace tu!" "Ce l'hai anche con me? Perchè?" "Perchè dovrei avercela con te?" Chiese lui. "Sei liberissima di fare ciò che meglio credi. Dopotutto io e te non siamo niente!" "Lo pensi davvero?" "Si, certo!" "Non ci credo... io ti conosco e so che non sei sincero..." "Tu non sai nulla di me!" Urlò lui. "Ma chi credi di essere? Parli sempre di Andromeda, Ginevra... ma loro erano donne vere!" A quelle parole Polgara lo schiaffeggiò. "Se tu non fossi una donna io..." "Scusami... scusami, cuore..." "E non chiamarmi mai più cosi! Conservalo per i tuoi amici!" E detto questo, Guisgard corse via. http://www.guerrestellari.net/athena...nakin_runs.jpg |
Abbaiai di nuovo e girai su me stessa, ma Guisgard era troppo sconvolto e disorientato per seguirmi. Pazienza voleva dire che avrei aspettato che si fidasse nuovamente di me.
Ritornai sui miei passi e mi accoccolai a terra accanto a lui, appogiandogli il muso sulla gamba. |
<<E' a Camelot piccolina...e si, mi manca da morire...è l'unico ricordo che mi resta dell'amore>> rispose Perry accarezzando i capelli di Sophia.
<<Non ho paura di camminare in terre sconosciute e nemmeno di affrontare Re e cavalieri signora...ho un figlio da crescere lontano dai miei errori>>. |
Hastatus sembrava riprendersi..avevo trovato un legnetto e cosi riuscii a fargli tenere fermo il braccio...non restava che attendere...sentii la proposta del giovane Anaclerio,i sogni spesso riflettono la realtà,quindi perchè non affidarci a lui?il ragazzo avrebbe aiutato noi e noi avremmo badato a lui...mi volsi verso Llamrei e le dissi:"mylady avete ragione ce ne occuperemo noi del ragazzo,se dovesse avere bisogno,d'altronde ci sono due valenti uomini che potranno vegliare su di lui e noi siamo due donne e nelle donne è innato l'istinto materno..."e rivolta ad Alcibiades dissi"Non preoccupatevi,il ragazzo è in buone mani":
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“No!” gridai, non appena la donna ebbe finito di parlare. Mi allontanai un poco da lei e presi a camminare su e giù per la stanza, in preda all’angoscia: “Non Ermaus… Non lui…”
La donna mi guardava come se fossi pazza. E forse aveva ragione, ma… “Non posso andarmene!” le spiegai “Voi non capite… Se Ermaus è qui, se è diventato ciò che voi dite è soltanto per causa mia! La pazzia di Cembelus non è che una scusa, poiché la vera colpevole sono io: sono io che non avrei dovuto lasciarlo partire, io che non avrei dovuto permettere a Cembelus di separarci… Ho fatto un errore in passato e non intendo ripeterlo ancora. Combatterò per ciò che è giusto, combatterò per la verità e per la salvezza del cuore del mio povero Cavaliere, e del mio, e… se soccomberò nella lotta, tanto peggio! Poiché non ho intenzione di tirarmi indietro!” Lentamente, mi avvicinai ad una delle mie borse, la aprii e ne estrassi un involto di ricca stoffa vellutata rossa. Accarezzai per un momento il fagotto, in preda ai ricordi, poi sciolsi i lacci che lo tenevano stretto e ne trassi un lucido pugnale finemente cesellato. Era un oggetto molto bello: l’elsa era arricchita da un complicato gioco di filigrana, perle e pietre preziose che si intrecciavano in mille forme diverse, la lama a doppio taglio era affilatissima. Quel pugnale, degno di un principe, era stato fatto fare da mio padre per me… anzi, per suo figlio, quando ancora sperava che avrebbe avuto un maschio come primogenito e non me. Tra le mie mani giunse soltanto alcuni anni dopo quando, dopo la sua tragica prematura morte in battaglia, il mio buon duca e zio dispose che mi fosse dato come ultimo ricordo del suo amato fratello. Non sapeva mio zio il duca quanto spesso io avessi giocato e mi fossi esercitata in segreto con quel coltello negli anni a seguire… Con cura lo infilai sotto l’ampia manica del mio ricco abito e lo fissai con due lacci all’avambraccio, poi tornai a guardare la donna. “Su di una cosa, tuttavia, avete ragione: il pio e buon abate deve partire da questo luogo, non è giusto che egli paghi per qualcosa di cui non ha colpa!” |
La nebbia sembrava accarezzare quel luogo reso incantato da una natura stanca e muta.
Banchi di foschia sembravano aleggiare sulle calme e piatte acque di quel lago, mentre il cielo appariva indecifrabile nella sua eterea staticità. "Sono il nocchiere che traghetta i viaggiatori verso l'Isola dei Lamenti..." Disse l'uomo sulla barca ad Elisabeth, indicando con la mano il centro del lago. E qui, incredibilmente, le nebbie si erano dissipate facendo emergere la sagoma di una'isola avvolta nella foschia. "In cambio dell'anello che avete gettato in acqua" aggiunse il nocchiere "vi condurrò su quell'isola..." http://www.copia-di-arte.com/kunst/a...ninsel_III.jpg |
Mentre riposavo, dopo le cure di lady rainbow, continuavo a pensare al cavaliere bianco.
Restando disteso: "Il ragazzo dice di sapere dove trovare il cavaliere bianco... ma voi siete sicure di sapere come sconfiggerlo? Prima di andare è meglio ripensare attentamente alla questione, nessuno di noi è ancora stato minacciato da questo caval..." mentre dicevo questo mi ricordai di non avere visto tutti. "Dove sono lady Perry? Sir Guisgard? E gli altri? Perché non sono qui con noi?" |
"Non vi agitate cavaliere",dissi ad Hastatus"siete ancora troppo debole" e rivolta agli altri "Il cavalier Hastatus ha detto il vero:se ci troverà da solo il cavaliere bianco come organizzeremo la nostra difesa o il nostro contrattacco?"...e cosi aspettai suggerimenti dagli altri miei compagni...
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Guardai Hastatus e dissi: cavaliere è vero anche io me ne sono accorto non so dove siano finiti, so che sir Guisgard è andato a combattere anche lui un cavaliere, poi rivolto a lady Rainbow dissi:dobbiamo trovare una strategia di attacco e anche di difesa se non vogliamo morire tutti in questa maledetta avventura.
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"E se lo cogliessimo di sorpresa?o mandiamo in avanscoperta qualcuno di noi?quali armi possediamo?"dissi rivolgendomi a cavaliere25.."considerate inoltre che non possiamo esporci cosi senza aver aspettato la guarigione di Hastatus..."
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Mi specchiai negli occhi del giovane "nocchiere"....vidi Polgara nelle sembianze del lupo.....avvertii il suo tormento, le tenebre possono affievolire la luce di noi maghe, ma solo un'attimo..solo l'attimo in cui le cose appaiono per quelle che non sono...." Polgara....mi senti ?.....medita Sorella mia ..medita, hai un'arma dentro di te, per sconfiggere le tenebre....hai la luce dell' Amore......Ama te stessa come non mai, credi in te, Ama il lupo che racchiude la tua anima....Lui riuscira' a vederla nei tuoi occhi, fai si...che lui riesca a guardare i tuoi occhi...li' trovera' racchiusa Polgara...."......Mi riscosse la voce del " nocchiere".....il mio anello, per il traghettamento....quell'anello che era finito tra le profondita' del lago.....<< Volete quell' anello ?.....non ne' conoscete il valore......non posso prendervi in giro, anche se non vi conosco non riuscirei a farlo. Esso non ha alcun valore, se non quello di nottate passate a consultarte i suoi petali.....essi racchiusero....la promessa di un Amore effimero, scoppiato come il tremore improvviso della terra,dove esso lascia le sue macerie e svanisce.......Ma se a voi basta, perche' io passa toccare le sponde di quell' isola....allora prendetelo pure, non so come facciate a trovarlo, ma se doveste riuscirci, vi auguro vi porti tutto il bene del mondo ......>>.......Cosi' salii sulla barca, il tragitto sembrava breve, c'era silenzio tra di noi.....e io guardavo quell'isola, una lieve foschia la circondava...ma lasciava intravedere le sue coste frastagliate....una fitta boscaglia.....e un edificio in pietra grigia, elegante e austero, sembrava un monastero.......<< perdonate, se interrompo il decorso dei vostri pensieri,ma voi conoscete Il luogo dove mi state portando ? L'isola dei lamenti.....chi traghettate di solito su quell'isola..........e' come se il mio cuore si sentisse piu' pesante di quello che non sia gia'.......Sapete se vi dimora un Cavaliere ?.......Il Cavaliere Bianco..........forse volete rimanere in silenzio, non siete obbligato ad essere cortese e a rispondermi se non volete...>>.........Rimasi seduta cercando di non guardare il volto dell' uomo....
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Vedendoli titubanti, Alcibiades prese la parola:
"Nessuno, fra coloro che hanno affrontato il Cavaliere Bianco, è sopravvisuto per raccontarlo. Nessuno quindi potrà darvi, fra i mortali, consigli ed aiuti per poterlo affrontare." Guardò poi Raimbow ed aggiunse: "Milady... cogliere di sorpresa colui che fa dell'istintività, delle sensazioni e della passione le sue armi, difficilmente potrà farsi beffare dall'estro altrui. Io credo che dobbiate interrogare solo i vostri cuori... perchè solo in essi alberagano le passioni più vere ed assolute. Ed esse sono l'unico linguaggio che quel grande cavaliere comprende e rispetta..." "Quando vorrete..." intervenne il giovane e goffo Anaclerio "... io vi condurrò da lui..." "Allora è deciso!" Esclamò Llamrei. "Porteremo con noi il ragazzo ed egli ci guiderà dall'ultimo cavaliere!" Poi rivolto a Hastatus: "Cavaliere, attendiamo un vostro cenno... appena vi sentirete pronto, partiremo. E tenteremo di ritrovare anche gli altri che si sono smarriti in questa selva!" Intanto, Talia era decisa a lottare per ciò che il suo cuore le dettava. "Mia signora..." disse l'ancella "... io non conosco le cose di cui mi parlate... ma mi spaventa vedervi con quel pugnale... vi prego, riponetelo... siete giovane e bella e nessuna gioia potrebbe mai negarvi la vita." In quel momento qualcuno bussò alla porta. Un attimo dopo, Heylde e l'abate entrarono nella stanza. "Milady..." cominciò a dire Heylde "... l'abate era in pena per voi, non avendo più notizie. Siamo tutti lieti di rivedervi salva e tranquilla... ma, per il futuro, siate più accorta e prudente..." "Dio Sia lodato..." disse l'abate "... sono lieto di ritrovarvi sana e salva. Ero in pena per voi, milady." E detto questo a Talia, le sorrise con infinita tenerezza. Nel frattempo, Perry era ospite in quella capanna. "Amare non è mai un errore, damigella..." disse la donna "... e sono certa che voi siete una degna madre per vostro figlio." Ad un tratto però si sentì qualcosa provenire da fuori. Sembrava il pianto di un bambino. E Perry, incredibilmente, riconobbe il pianto di suo figlio... |
Il lago era uno specchio d'acqua che la barca solcava increspando lievemente, quasi come un alito che si posa in una coppa di vino, la sua superficie.
"Milady..." disse il nocchiere ad Elisabeth "... di quell'isola io ne conosco solo le bianche rive. Poi tutto mi è sconosciuto in quel luogo. In passato vi condussi molti cavalieri, che sembravano animati dalla volontà di sfidare e battere un misterioso e potente cavaliere. Ma nessuno di loro io ritrovai al mio ritorno, per ricondurlo indietro." E dopo alcuni istanti, la barca finalmente toccò le rive di quell'isola. Ma, ad attenderla, il nocchiere trovò una misteriosa ed inquietante figura. Era un uomo alto e robusto. Aveva il viso sporco e rugoso, i capelli lunghi e disordinatamente legati dietro in una treccia stretta da lacci. Aveva con sè alcuni cani che sembravano molto feroci e diverse pelli di lupo legate fino alla spessa cintura che gli stringeva i fianchi. "Domando perdono..." cominciò a dire "... mi chiamo Toraus e sto cercando un grosso e pericoloso lupo grigio... quella bestia ha assalito alcune pecore del mio signore... ho disseminato l'isola di trappole e tagliole... ora cercherò nella selva... e lì, sono sicuro, riuscirò a portare la pella di quella bestia al mio signore..." E mentre diceva ciò, un delirante ghigno sorse sul suo sgradevole volto, mentre una sinistra luce si accese nei suoi enigmatici occhi neri. Il bosco era immerso in una lieve e delicata penombra, rischiarata da un etereo alone, frutto della pallida Luna. Guisgard accellerava il passo. Il crepuscolo stava ormai cedendo il passo alla sera ed il suo maestro lo attendeva per la cena. Una leggera nebbia sembrava calare, piano, tra i fitti alberi ed i corposi cespugli. Ad un tratto sentì come dei gemiti. Si guardò intorno, mentre un senso di ansia misto a tristezza si diffuse nel suo animo. E dopo alcuni istanti riprese il suo cammino. Ma, alcuni attimi dopo, udì ancora quei gemiti. Era sicuro si trattasse di un animale. Forse un lupo. Si guardò di nuovo attorno e finalmente notò qualcosa nei cespugli. Si avvicinò e vide accavacciata a terra Polgara. "Cosa ci fai qui?" Chiese Guisgard. "Sto cercando di recuperare un pò delle mie forze..." Rispose lei. "Cosa ti è accaduto?" "Non importa..." Rispose lei. "Dai su..." disse lui "... dammi la mano ed andiamo via da qui." "Non posso venire con te... non più..." "Come sarebbe?" Chiese stupito lui. "Ed il nostro viaggio in Provenza? Ricordi? Io non l'ho certo dimenticato." Lei, a quelle parole si rattristò. "Va via, Guisgard... io non posso seguirti..." "Ma si può sapere cosa ti prende?" Chiese lui abbassandosi e sfiorando con la mano il suo vestito. "Vattene, Guisgard..." Disse lei con gli occhi lucidi. "... quando non si è destinati alla felicità, non c'è niente che possa cambiare le cose..." "Insomma, basta!" Esclamò lui. "Devo portarti via in braccio?" Tentò allora ti prenderla fra le braccia, ma lei si scostò. "Cosa c'è?" Chiese lui. Ma proprio in quel momento vide le sue mani. Erano ricoperte di sangue. Guardò incredulo Polgara. Questa allora si sollevò leggermente la gonna e mostrò a Guisgard la sua gamba destra: era nella morsa di una grossa tagliola e dalla pelle lacerata fuoriusciva tantissimo sangue. "No!" Urlò Guisgard. Ed il suo grido si diffuse nella muta ed incatata notte. Si guardò intorno e comprese di aver fatto un terribile sogno. Si accorse allora del lupo accanto a se. E nel vederlo sano e salvo, sentì un forte sollievo. |
Neanche lui aveva saputo dirmi di piu' sul Cavaliere Bianco, soltanto il fatto che chi lo incontrava, non aveva avuto la possibilita' di raccontarlo a nessuno, la cosa era demoralizzante, ma per principio portavo a termine ogni cosa che iniziavo......la scelta era vivere o morire ?....nessuno poteva conoscere il proprio destino neanche io che ero una maga.....<< Vi ringrazio, non so' se il destino ci fara' rincontrare ancora, ma ricordate..se mi ritrovaste ad attendervi su questa sponda..l'anello dovra' pagarmi anche il viaggio di ritorno...>> ....Nello scendere dall'imbarcazione mi trovai difronte, un essere nausebondo, tanto nella persona quanto nell'animo.....ascoltai le parole di Toraus al nocchiere, Polgara era nella selva, intrappolata nel corpo di un lupo.....Guardai istintivamente il nocchiere, era il suo lavoro...lo avrebbe traghettato, fosse stato il diavolo in persona, le trappole erano sull'isola, ma se lui fosse arrivato nella Selva per Polgara non ci sarebbe stato scampo.....<< Perdonatemi se mi intrometto, credo di aver sentito che il vostro nome e' Toraus, mi chiedo perche' andare nella Selva se il lupo che dite, sta divorando le pecore che vivono su quest'isola, perche' cercate altrove cio' che si aggira tra queste terre..?....avete messo delle trappole, credetemi conosco bene i lupi, ne ho incontrati tanti sul mio cammino...e se il fiuto non mi inganna.....la vostra pazienza sara' premiata.......>>....cercai di parlare modulando il tono della voce, se solo avessi catturato la sua curiosita', era troppo devoto al suo padrone......<< Credetemi.....stanotte troverete il vostro lupo...e la sua pelliccia sara' la piu' bella di quelle che avete alla vostra cinta...>>...Una cosa che Madre mi aveva insegnato era il dono della bilocazione, in senso fisico e non solo ancestrale..nessuno si sarebbe accorto di nulla...e cosi' la mia mente comincio a concentrarsi su un unico pensiero...Polgara.....fu un solo attimo un flasch energetico.....e mi ritrovai accanto a Polgara.......dormiva, le accarezzai il capo e le poggia una mano sul cuore, mentre guardavo Guisgard.......<< Leggo la paura nei vostri occhi, i sogni Messere alle volte ci trasmettono angoscia, paura, l'orrore di perdere una persona cara.....ma rimaniamo chiusi, abbiamo paura di comprendere.....Polgara e' in pericolo, colei a cui tenete cosi' tanto, per amor vostro rischia la sua stessa vita.........se veramente cio' che provate e' Amore, specchiate i vostri occhi nei suoi......non vedrete quelli di un lupo...vedrete i suoi occhi....devota ella vi sta accanto.......non siate cieco, tornare indietro nella vita non e' sempre cosi' semplice.....>>.......rimasi in ginocchio a coccolare quella Sorella a me cara, mi ricordava me qualche qualche tempo prima....lei non doveva subire le miei pene.....
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Mi alzai.
"Va bene" dissi "ma prima di tutto vediamo di cercare gli altri. Uniti avremo più possibilità di affrontare il cavaliere bianco." |
Guardai Hastatus e gli dissi: siete certo di farcela? non siete ancora troppo debole? gurdai gli altri del gruppo e dissi, siete tutti pronti per rimetterci in cammino? questa volta cerchiamo di non perderci per la strada.
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"Io sono pronta,non preoccupatevi per Hastatus se ancora dovesse sentir male userò tutti gli artifici in mio potere per farlo stare meglio",dissi a cavaliere25
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Mentre sonnecchiavo distesa ai piedi di Guisgard sentii il calore di una mano che mi accarezzava. Aprii un occhio e mi ridestai...
Elisabeth! Sorella mia, come sono felice di vederti! So che tu puoi sentire i miei pensieri...come stai? Dove sei in questo momento? Come vedi sono vittima di un triste incantesimo che mi tiene relegata nella mia forma da lupo..solo io e Guisgard possiamo scioglierlo ed io attendo e confido, ma grazie per essere giunta in nostro aiuto! Ha perso la fiducia o forse è solo attonito e disorientanto, del resto come biasimarlo..Ascolta sorella io nutro infinita fiducia in lui e sono certa che presto si ridesterà da questo torpore causato dalla paura e dall'insicurezza e potremmo portare a termine l'opera per cui qui tutti siamo giunti. Sono ancora una maga e se hai bisogno di me non esitare a contattarmi..io verrò! Detto ciò strusciai il mio muso sulla sua mano e la guardai con occhi pieni di nostalgia. Guardai Guisgard sperando che poco a poco la sua fiducia in me riaffiorasse...magari le parole di Elisabeth avevano toccato il suo cuore spaventato. Sentivo che un pericolo era alle porte ma chissò quale forma avrebbe preso. |
La voce della donna mi riscosse dai miei pensieri. Avevo parlato in fretta, più a me stessa che non a lei e l’avevo spaventata. Dovevo essere più cauta!
“Non badate alle mie parole precipitose…” le dissi con voce carezzevole “La preoccupazione è cattiva consigliera. E non dovete temere il coltello che vedeste poco fa, poiché esso non è un’arma di attacco ma solo un cimelio. Un oggetto…” soggiunsi in preda ad un antico ricordo, avvertendo la stoffa morbida premere contro il mio braccio “che fa sì che io non dimentichi mai che spesso il nemico più temibile è solo quello che abbiamo nel cuore!” Gioia! pensai triste alle sue parole… Quale gioia? La vita mi aveva donato la gioia una volta sulle rive di un lago soltanto per poi togliermela di nuovo! In quel momento qualcuno bussò alla porta. Dopo un istante l’abate entrò nella mia stanza insieme ad una donna che non avevo mai visto prima. “Perdonatemi, padre mio, se vi ho fatto stare in pena!” dissi sorridendo al mio confessore “Non era mia intenzione darvi una preoccupazione!” Poi mi voltai verso la donna e la osservai in silenzio… chi era quella donna? Potevamo fidarci di lei? “Mi parlate di prudenza, signora! Credete forse che potrebbe accadermi qualcosa in questo castello?” la osservai un momento, poi soggiunsi “Perdonate, se vi sembrerò sfacciata, ma… voi chi siete?” |
Sorrisi a Polgara.....Ciao sorellina, certo che ti sento..e come potrei non sentirti, lo so cosa prova il tuo Guisgard...almeno spero che sia vero cio' che prova, ma forse hai ragione tu..ha solo paura...e presto si rendera' conto che si ama solo quando si vede oltre.......non mi intrometterei mai tra di voi, so perfettamente che e' una cosa che dovrete risolvere da soli......so quando devo tirarmi indietro.....sono venuta solo a sincerarmi che tu stessi bene e a dirti che devi stare molto attenta non allontanarti mai da lui...promettimi che lo farai, lui no ti scaccera'......dove mi trovo non ha importanza...pensate a voi adesso..per il resto c'e' tempo........Mi alzai e mi rivolsi a Guisgard..<< Polgara e' in pericolo, se non riprende le sue sembianze rischia di morire, un uomo sta cercando un lupo......forse la mia e' solo la ferneticazione di una Maga visionaria.....ma credetemi e' una forte certezza cio' che provo.......il lupo che cerca e' lei >>.....detto questo....mi preparai per tornare indietro...
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Hastatus si alzò a fatica, ma sapeva che di li a poco avrebbe recuperato tutte le sue forze.
"Avete ragione, cavaliere. Sagge parole le vostre." Disse Llamrei rivolgendosi allo stesso Hastatus. "L'unione fa la forza. Anche io credo che dovremmo ritrovare gli altri. Solo così avremo una possibilità di uscire salvi dall'incontro con il Cavaliere Bianco." Guardò poi Raimbow e Cavaliere25 e strinse loro forte le mani. "Se usciremo vivi da questa selva..." disse "... lo faremo tutti insieme." "Anaclerio..." intervenne Alcibiades "... va con loro e fa ciò per cui ti sei impegnato." "Si... fidatevi di me!" Rispose con tono incerto ma bonario il ragazzo. E così, la nobile compagnia, guidata da quella curiosa guida, lasciò la cappella e si addentrò nei meandri della sconosciuta selva. E fatto un pò di cammino, arrivò presso una casa costruita in legno e pietre grezze. Fuori vi era un vecchio che scolpiva un rilievo su un grosso blocco di marmo. E con straordinaria maestria, quel vecchio, realizzava immagini incredibili, dotate di una raffinatezza stilistica senza eguali, come se i suoi modelli appartenessero ad un mondo bellissimo ed incantato. Intanto, al Castello del Doloroso Amore, l'abate e Heylde avevano raggiunto Talia nella sua stanza. "I pericoli sono ovunque, se la prudenza abbandona i nostri passi." Disse Heylde alla ragazza. "Milady..." intervenne l'abate rivolgendosi a Talia "... costei è la figlia del nobile signore di questo castello. Il suo nome è lady Heylde." "Ora vi lascio da soli." Disse Heylde. "Perdonatemi se non mi trattengo con voi, ma mio fratello Ermaus è stranamente inquieto stanotte e mi causa pensieri e preoccupazioni. E' da solo a camminare nel cortile e non vuole farsi avvicinare da nessuno. Ordinerò ai servi di preparare una tisana speciale... ora scusatemi, ma mi ritiro." E fatto un delicato inchino, Heylde uscì dalla stanza. |
Guisgard ascoltava confuso le parole di Elisabeth.
Sembrava vittima di un incanto. L'assurda trasformazione di Polgara, le misteriose figure che animavano quell'irreale selva ed ora l'eterea immagine di Elisabeth... Lui era abituato a combattere, a sentire il freddo e temprato acciaio della sua Parusia nelle sue mani. A guardare in faccio il suo nemico. Un nemico che aveva un volto. Riconoscibile. Ora invece tutto gli appariva confuso, irreale, sfuggente. Come poteva quel lupo essere la sua Polgara? Era davvero Polgara? Un lato "bestiale" che egli non conosceva. E per fidarsi avrebbe dovuto far leva solo sulla fiducia che nutriva verso di lei. Riconoscere, cioè, nello sguardo freddo di quel lupo l'anima ed il cuore di Polgara... "Oggi è il gran giorno..." disse lei, mentre la fresca brezza soffiava nella verde campagna "... l'hai atteso da tanto tempo ed è giunto..." "Già..." rispose lui guardandola negli occhi "... oggi lascerò questo paese... e potrò diventare un apprendista cavaliere..." Parlava senza smettere di guardarla negli occhi. Guisgard aveva sempre pensato che lei fosse la più bella fra le belle, eppure non era mai stata tanto bella come in quel momento. Era come una visione ed in quello sguardo c'erano tutti i suoi sogni, la sua giovinezza. "Oggi dovevo rivelarti una cosa..." disse lei lasciandosi accarezzare dalla rosa bianca che aveva fra le mani "... una cosa che penso da tempo... ma forse è solo una sciocchezza..." "Dimmela, ti prego..." "No..." rispose lei "... te lo dirò quando tornerai..." Lui avrebbe voluto dirle tante cose, ma restò a guardare quegli occhi lucidi ed enigmatici, senza dire niente... Un leggero alito di vento sembrò destarlo dai suoi ricordi. Come se quella selva si fosse svegliata, per un istante, dal suo infinito torpore. E quel silenzio fu all'improvviso rotto dal lacerante ululato di un lupo lontano, finito in una trappola al di là del lago... http://www.thepensieve.net/moigaller...001/12%7E4.jpg Un attimo dopo Elisabeth era di nuovo su quella misteriosa isola. "Oh, non temete, mia signora..." disse Toraus "... lo troverò molto presto quel lupo..." e di nuovo quel grottesco ghigno sorse sul suo sgraziato volto. Poi si girò di scatto, attirato dai dolorosi lamenti di un lupo caduto in una delle sue tagliole. Si avvicinò allora al lupo e lo uccise con un preciso colpo della scure che aveva con sè. "Era quello il lupo che cercavate?" Chiese il nocchiere. "No, non era lui..." Rispose Toraus mentre squartava il corpo di quel lupo. "E che motivo avevate per ucciderlo, allora?" Chiese ancora il nocchiere. "Perchè, mi chiedete? Perchè odio questi maledetti animali! Li odio con tutto me stesso... e li ucciderò tutti, prima o poi!" E la sua delirante risata si diffuse in quell'irreale e macabro scenario. |
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