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A quell'invito di Dacey, tutti i soldati si fecero avanti.
“Io sono il sergente...” disse il più alto in grado "... dunque sarò il primo." Si avvicinò alla ragazza e la prese sottobraccio. “Vieni, bellezza...” fissandola lascivo “... appartiamoci dietro qualche albero...” |
Non mi sorprese che tutti i soldati si proposero. Deglutii tornando subito a sorridere ma lanciavo occhiate a Dension cercando di capire che diavolo fare. Le cose si stavano facendo troppo vivaci per i miei gusti.
- Quanta fretta, sergente...- mormorai quando mi prese al suo braccio,- non mi offrite neanche da bere prima?- gli accarezzai il braccio risalendo fino al collo,- vi ringrazierei a dovere per il vostro cortese gesto- |
Il ferito si lasciò togliere le bende da Marwel.
La ragazza cominciò allora a spalmare il composto cremoso sulle ferite ancora aperte. “Il...” disse lui a denti stretti per il bruciore avvertito “... il... mio nome è...” la guardò “... è Guisgard...” sbuffò per il dolore “... e forse voi avete fatto un errore a portarmi qui... chi siete? Come vi chiamate?” Fissandola. |
Il sergente sorrise a Dacey, per poi annuire.
“Certo, bellezza...” disse strappando una bottiglia dalle mani di uno dei soldati “... non sono certo un rozzo militare che piomberà su di te con la foga di un barbaro... ecco, prendi...” dandole la bottiglia di vino “... buttane giù un bel sorso... ti renderà ancor più vispa ed arrendevole...” ridendo. Dension, seduto accanto al fuoco fissò la ragazza e le fece cenno di appartarsi col sergente nella vegetazione. |
Quella donna era davvero inquietante.
E anche Hansiner ebbe il mio stesso pensiero. Poi quel nome, mi tornò in mente l'orologio trovato vicino a quello che dovevano essere i panni che Icarius usava per impersonare il cappellano. Era dunque una delle sue tante maschere? O era Icarius la maschera? "Cerchiamo Icarius.." Dissi, più per vedere la reazione della donna. Non avevo mai dimenticato le parole di Hold sul nome di Icarius. Ma sapevo che nascondeva qualcosa per proteggersi e non volevo indagare oltre e metterlo in pericolo. "E lo troveremo.." Sentenziai "Andiamo?" Rivolta ai due uomini. |
Stava scherzando, non potevo crederci. Dension voleva che andassi con il sergente dietro qualche albero, come poteva volere che quell'uomo mi toccasse.
Mi attaccai alla bottiglia, bevendone lunghi sorsi e poi mi pulii la bocca con la manica. Diedi nuovamente la bottiglia ad uno dei soldati e lanciai un'altra occhiata a Dension, questa volta carica di astio e poi afferrai per mano il sergente mentre con l'altra accarezzai il mio pugnale. Non mi sarei fatta problemi ad usarlo, non gli avrei permesso di toccarmi. |
Marwel allontanò delicatamente la mano dalle ferite dell'uomo quando vide nuovamente la sua espressione dolorante, ma doveva continuare o si sarebbero infettate irrimediabilmente.
"Vi chiedo scusa..." sussurrò mentre ricominciava a spalmare le erbe "ve l'ho detto, mi chiamo Marwel e non sono altro che una ragazza appassionata di erbe". Aveva sempre timore di raccontare la verità su di lei, ma in molti si insospettivano quando percepivano l'accento francese nelle sue parole. "Io non credo di aver fatto un errore nel salvarvi la vita. Tutti meritano una seconda occasione e io non mi tiro mai indietro quando c'è una vita in pericolo" disse finendo il lavoro. Era in imbarazzo, poichè le pareva più facile bendare un uomo mezzo nudo incosciente, piuttosto che uno vigile e con lo sguardo fisso su di lei. "Vi...vi devo bendare..." disse prendendo le lunghe garze e cominciando a passarle dalla schiena all'addome e poi più in su, fino ad arrivare al petto. Con le gote arrossate e le mani tremanti, legò i lembi delle bende e sorrise gentilmente. Si alzò e andò a scaldare la zuppa, poichè per una buona guarigione Guisgard avrebbe dovuto nutrirsi e dissetarsi. Il problema era metterlo seduto. "Guisgard, dovreste appoggiare la schiena al muro, sennò non so come potreste mangiare" si avvicinò nuovamente all'uomo e cercò di aiutarlo come meglio poteva e senza farlo soffrire troppo. |
“Non troverete nessun Icarius.” Disse la donna a Clio.
“Andiamo ora.” Fece Hansiner. La donna sorrise e tornò a sedersi accanto al fuoco, per poi cominciare a cantare. I tre lasciarono quella casa e ripresero la loro ricerca. Camminarono per alcuni istanti, quando di colpo il borgomastro si fermò. “Quella donna, non capite?” A Clio e a Hansiner. “Nasconde qualcosa.” “Forse è solo una povera pazza.” Hansiner. “Aspettate, voglio capire chi sia davvero.” E tornò indietro, verso la casa. “Avanti, è inutile!” Gridò Hansiner. “Venite!” “Presto, venite qui!” Agitato il borgomastro, che era tornato indietro, al punto in cui si poteva scorgere ancora la casa. Ma incredibilmente essa non c'era più. “Ma come può essere...” incredulo Hansiner. L'artista corse allora dove poco prima c'era la casa e fece una scoperta inquietante. Tra sterpi e rovi, al posto dell'abitazione, ora c'era una lapide. E su di essa era inciso questo nome: “Guisgard de'Taddei” |
Non lo troveremo?
Certo che lo troveremo, ma guarda un po'.. Poi ce ne andammo e annuii ad Hansiner. "Certo che nasconde qualcosa, ed è anche parecchio inquietante... ma dobbiamo trovare Icarius, assolutamente.." sospirai. Poi il borgomastro insistette per tornare indietro, e alla fine lo seguimmo. Trasalii. "Che stregoneria è mai questa?" esclamai. La casa non c'era più e al suo posto c'era una lapide con inciso ancora quel nome. Un lungo brivido mi percorse. "Andiamo via di qui.." guardandomi attorno "Dobbiamo trovare Icarius, maledizione!". Ero sempre più preoccupata e spazientita da quella ricerca vana. L'avremmo trovato, a qualunque costo |
“Avete ragione...” disse Guisgard a Marwel, mentre lei si occupava delle sue ferite “... ero ancora mezzo tramortito e non avevo compreso bene il vostro nome...” sorridendo, sebbene di tanto in tanto il bruciore facesse assumere al suo volto un'espressione dolorante.
Lasciò che la ragazza lo bendasse e poi restò a fissarla mentre andò a preparare da mangiare. “Mi spiace avervi dato tanto disturbo...” mormorò quando lei tornò da lui “... soprattutto mi da noia vedervi così imbarazzata...” mentre col suo aiuto cercava di mettersi seduto contro il muro “... Guisgard... era tanto tempo che nessuno pronunciava più il mio nome... è di origine francese...” sorridendo “... e pronunciato da voi ha un suono molto bello...” poi una fitta per la posizione assunta lo portò quasi a piegarsi ed allora si tenne stretto al braccio di lei, restando a guardare da vicino i suoi occhi verdi “... perdonatemi, vi prego...” sussurrò. |
Il sergente e Dacey si appartarono tra la vegetazione, mentre i soldati attorno al fuoco speravano che lui facesse presto, impazienti com'erano a volersi accompagnare con la bellissima prostituta.
Ma approfittando della situazione, Dension era riuscito a scivolare via, tra i cespugli senza essere visto, ritrovandosi dove Dacey ed il sergente si erano appartati. Il militare aveva già portato le sue mani sulla ragazza, nell'atto di accarezzarla, quando silenziosamente il contrabbandiere lo afferrò da dietro e gli spezzò il collo, uccidendolo così senza dargli il tempo di gridare. “Sei stata bravissima, amore...” disse Dension, per poi baciare Dacey “... non gli avrei permesso di sfiorarti ancora...” con le sue labbra su quelle di lei. |
Raggiunta la boscaglia il sergente prese a toccare le mie braccia, scendendo poi sul mio collo e stava per raggiungere il mio petto mentre io restavo rigida ma vigile, pronta ad afferrare il mio pugnale,ma non ce ne fu bisogno.
Vidi Dension spuntare dietro la schiena del sergente e serrare le sue mani al collo dell'uomo che, senza emettere un gemito, morì stramazzando a terra. Mi gettai al collo del mio uomo assaporando le sue labbra. - Grazie per essere intervenuto subito amore- mi strinsi a lui e poi richiusi il corpetto. -Ed ora? - |
“Qualcosa di oscuro sta accadendo in questo posto...” disse Hansiner fissando la lapide.
“Si...” annuì incredulo il borgomastro “... e noi tutti lo abbiamo sottovalutato...” “Andiamo...” Hansiner a Clio ed al vecchio. Fecero alcuni passi e qualcosa gelò loro il sangue. Un cupo, selvaggio, feroce ed innaturale latrato echeggiò intorno a loro. Qualche attimo passò e di nuovo si udì quel bestiale verso. “Cosa...” guardandosi intorno il borgomastro “... cosa è stato?” “Andiamocene da qui...” preoccupato Hansiner. E Damasgrada cominciò a vibrare intensamente, mentre la Luna brillava sulla boscaglia. http://static.screenweek.it/2009/9/2...ing-11_mid.jpg |
Aveva capito che la fanciulla era Francese, ma non le importava, poichè ella ormai si trovava molto lontana dalla sua gabbia dorata e quello straniero non l'avrebbe riportata laggiù.
Guisgard strinse il braccio della giovane e lei lo sorresse con tutta la forza che aveva in corpo per evitare di farlo cadere. Era imbarazzata, si, ma non poteva lasciarlo soffrire in quel modo; voleva prendersi cura di lui e fare in modo che potesse tornare a casa. "Non vi scusate, non avete fatto nulla, mi scuso io se vi faccio del male senza volerlo" disse Marwel cercando di sfuggire alle sue iridi. Lasciò che si appoggiasse al muro prima di allontanarsi per prendere la ciotola con la zuppa; gliela porse prendendogli la mano e appoggiandoci sopra la scodella di legno, poichè non era così calda da potersi bruciare. "Dovete mangiare qualcosa e sappiate che non disturbate affatto" sussurrò, quasi impaurita di poterlo ferire con un tono di voce troppo alto. Aggiunse qualche ciocco di legno al focolare e vide le fiamme guizzare leggermente, poi tornò al fianco di Guisgard. "Abbiamo una cosa in comune: non sentiamo pronunciare il nostro nome da tanto tempo. Io so cosa mi ha spinto a nasconderlo, ma voi? Perchè negarvi il suono della sua pronuncia?" |
Annuii.
"Già, qualcosa di terribilmente oscuro.." Sussurrai. Poi quel latrato sinistro. "La bestia..." Mormorai, rendendomi conto che anche Damasgrada avvertiva il pericolo. "Andiamocene si, o saremo costretti ad affrontarla.." Cupamente. |
“Ora, anima mia, faremo un po' di fuochi d'artificio...” disse Dension sorridendo a Dacey.
Si calò allora sul corpo senza vita del sergente e prese dalla sua cintura una granata a piccolo getto. Strinse la mano della ragazza nella sua e insieme si sporsero dai cespugli, fissando i militari attorno al fuoco. “Abbassati e copriti le orecchie, Dacey...” lui a lei, per poi lanciare la granata verso il fuoco. Un attimo dopo si udì un boato e la boscaglia per un istante si illuminò a giorno, tra le urla di dolore dei soldati uccisi dall'esplosione. |
Guisgard prese la ciotola dalle mani di Marwel e sorrise appena, per poi mangiare piano.
“E' molto buono...” disse gustandolo “... davvero non disturbo affatto?” Guardandola negli occhi. “Una ragazza così bella che vive da sola in un luogo dimenticato dagli uomini e dal Cielo avrà di certo un motivo per nascondersi agli altri...” assaggiando ancora la zuppa “... solitamente sono le eroine di Menandro, di Plauto, di Terenzio a vivere segregate o isolate, rivelandosi poi come principesse o nobili fanciulle...” rise appena “... perdonate, sono uno sciocco... non ho il diritto di piombare qui e chiedere di voi... forse l'ho fatto perchè fuggite al mio sguardo...” terminò la zuppa “... il mio nome... si, il mio nome non dovrebbe essere pronunciato, Marwel... perchè?” Con i suoi occhi in quelli di lei. “Perchè è maledetto... maledetto, come lo sono io...” senza distogliere lo sguardo dalla ragazza. http://3.bp.blogspot.com/_yiA6EbbHbn...600/Image2.jpg |
Hansiner annuì a Clio.
I tre così presero a correre nella boscaglia, tra i cespugli e la sterpaglia, mentre la Luna illuminava col suo alone spettrale quelle lande selvagge. Si udì allora di nuovo quel terrificante latrato, ma stavolta più lontano. “Sembra distante...” disse Hansiner correndo “... lo abbiamo distanziato, qualunque cosa fosse...” Ma all'improvviso l'artista gridò e si ritrovò a terra. “Aiutatemi...” stringendosi la caviglia “... ho... ho messo il piede in una dannata tagliola...” “Per poco mi facevate prendere un colpo...” ansimando il borgomastro “... presto, aiutiamolo...” fissando Clio, mentre l'artista si dimenava per il dolore. |
Gli sorrisi di rimando e solo quando vidi la granata capii. Mi accucciai con lui dietro i cespugli e portai le mani sulle mie orecchie ma quel gesto non bastò a nascondere le urla di dolore di quei soldati, unite all'odore di carne bruciata e morte.Chiusi gli occhi a quello spettacolo ripugnante respirando a fatica. Cercai nuovamente la mano di Dension e trovai la forza di riaprire gli occhi.
-Sono...sono tutti morti?- mormorai infine prima di alzarmi. |
Così ci allontanammo, e per un momento parve che quella bestia fosse lontana.
Eravamo in salvo? No, nulla di quella notte presagiva di essere in salvo, neanche un po'. Poi Hansiner cadde a terra e ci fermammo immediatamente. Mi chinai su di lui col borgomastro. E insieme a lui cercai di aprire quella tagliola e liberare la caviglia di Hansiner. |
Marwel sorrise ed abbassò lo sguardo, poichè seriamente non riusciva a sostenere quello di Guisgard a lungo; ogni volta che incrociava i suoi occhi si ritrovava come incastrata tra i rovi e tentava sempre di liberarsene. Era passato molto tempo da quando aveva avuto compagnia nella sua casa e non era abituata a ricevere visite maschili.
Non ci era andato molto lontano quando parlò di fanciulle nascoste negli angoli più remoti del mondo, che si rivelavano poi nobili fanciulle dal sangue blu. Ma non poteva dargli ragione, poichè anche se Guisgard non era una minaccia alla sua libertà, ella custodiva il suo segreto nel profondo del cuore e difficilmente sarebbe venuto a galla. Le sue labbra non avrebbero proferito parola sul suo passato. "Questo è vero, sfuggo al vostro sguardo e posso sembrare una ragazzina intimidita talvolta..." disse arrossendo nuovamente. Rosse son le gote degli animi gentili pensò alle parole di sua madre e diede ragione a colei che le aveva dato la vita e che poi, con tanta facilità, aveva gioito nel pensarla maritata ad un uomo ricco e potente. Quando l'uomo disse che il suo nome era maledetto come lo era lui, Marwel sospirò. Non credeva alle maledizioni, alle streghe, alla magia in generale. Così ebbe il coraggio di abbracciare il suo sguardo e di avvicinarsi quel tanto che le permise di appoggiare le dita sulla sua guancia e di accarezzarne la pelle calda. "Non potete essere maledetto Guisgard, nessun uomo con un destino sfortunato sarebbe sopravvissuto a queste ferite." |
"Si, avete ragione" dissi alla vecchia "Ho sottovalutato quella donna... e credetemi, so di cosa parlate quando vi riferite alla magia oscura..."
Avevo fin da piccola ricevuto precisi insegnamenti su come riconoscere, evitare e contrastare la magia oscura, soprattutto da mio padre. "Il demone, o chi lo comanda... Avete detto che cerca proprio lui, no? Non puo` farlo di testa sua." |
La tagliola era chiusa ed il piede di Hansiner era bloccato tra i suoi denti.
L'artista si dimenava e torceva dal dolore, senza riuscire però ad aprire quella trappola. Allora Clio ed il borgomastro tentarono di liberarlo. Alla fine i due riuscirono ad aprire la tagliola e liberare così il piede di Hansiner. “Quel Guren...” disse ansimando il vecchio “... ha disseminato tagliole ovunque... riuscite ad alzarvi?” “Si, voglio provarci...” mormorò Hansiner “... aiutatemi...” Il borgomastro lo aiutò ad alzarsi. “Non credo di poter fare molta strada...” scuotendo il capo l'artista, mentre il vecchio gli fasciava la caviglia sanguinante con un lembo di camicia “... proseguite voi...” “Ma cosa dite?” Fissandolo il borgomastro. “Non vi lasceremo qui.” “La ricerca di Icarius è più importante...” Hansiner “... io sarei solo un peso e vi rallenterei...” “E se arriva la bestia?” Preoccupato il borgomastro. “Non siate sciocco. Lasciarvi qui in queste condizioni, equivale ad uccidervi.” |
L'esplosione, la fiammata nella notte, le urla di dolore dei soldati ed i pezzi di legno e pietrisco che volarono ovunque.
Dension strinse la mano di Dacey, per poi cercare il suo volto. “Si...” disse annuendo “... sono tutti morti... ora però sbrighiamoci, prima che l'esplosione attiri qualcun altro qui...” Si alzarono e raggiunsero la zona dove ancora vi era il fuoco dell'esplosione. “Bisogna cercare le tracce ora che vi è ancora la luce del fuoco...” guardando nel terreno il contrabbandiere “... le tracce che indichino la provenienza dei soldati... rifaremo così la loro strada a ritroso e raggiungeremo la nave nera... lì troveremo il modo di rubare un Corvo e andare via...” |
“Parliamo di una maledizione, ragazza mia...” disse la vecchia a Gwen “... un'antica maledizione lanciata secoli fa su un'intera stirpe... una maledizione terribile che nega all'uomo la cosa che rende vivi... l'Amore... ora la maledizione ha trovato l'ultimo rampollo... e vuole completare la sua opera iniziata una notte di tanti secoli fa tra le colline di Sygma...”
“Come fate a conoscere tutte queste cose, signora?” Cigolò Cq. “Le forze del male” rispose la vecchia “non nascondono mai i loro propositi a chi sa leggerli nei segni e nei sogni... mentre il vostro amico cercava il suo Tesoro, la maledizione cercava lui... ora affrettiamoci, non abbiamo molto tempo...” |
Capitolo VII: La furia dei Taddei
“Nel trovarsi di nuovo a fianco di Ivanhoe, Rebecca fu sorpresa dall'acuta sensazione di piacere che provava, perfino mentre tutto intorno a loro incombeva il pericolo, se non la disperazione.” (Walter Scott, Ivanhoe) Quella carezza di Marwel sul volto di Guisgard. Lui allora, istintivamente, sfiorò con le dita quelle di lei. “Se ciò vi sarà di sollievo” disse lui guardandola “allora cercherò di non seguirvi più con lo sguardo, sebbene, lo ammetto, ciò mi costa fatica...” sorrise appena “... siete la sola cosa bella che ho visto in queste lande... la sola cosa pura e luminosa... guardarvi è un po' come guardare un fiore sbocciato spontaneo tra i rovi...” prese la mano della giovane nella sua “... da piccolo amavo fissare le mani degli adulti...” accarezzando il palmo della mano di Marwel “... cercavo la linea della Luna... volevo leggere il futuro... scorgere il Destino...” rise piano “... e lo facevo anche con la mia mano... rammento che chiedevo spesso a mio zio del futuro...” senza smettere di accarezzarle la bianca mano “... ma lui era sempre vago... poi un giorno mi parlò del nostro nome... dell'incantamento che lo marchia da secoli... pochi giorni dopo morì...” alzò lo sguardo su di lei, nei suoi occhi chiari “ Goffredo di Strasburgo affermava che Tristano si innamorò di Isotta ben prima di bere il filtro d'Amore... si innamorò di lei guardandole le bianche mani...” un velo d'inquietudine attraversò i suoi occhi azzurri “... sono maledetto, milady... maledetto da sempre... condannato ad una vita che non è una vita... una vita senza la cosa più bella... la ferita che ho nel cuore è ben più profonda di quelle che ho sul petto...” stringendole la mano nella sua. http://images5.fanpop.com/image/arti...che=1341571672 |
Cercai di non guardare i corpi ormai senza vita tenendo il mio sguardo concentrato. I miei occhi vagavano sul terreno alla ricerca delle tracce. Rapidi scrutavano ogni centimetro, bisognava fare in fretta.
- Lì!- esclamai puntando il dito,- sembra un piccolo sentiero... Vedi dove l'erba é stata più volte calpestata?- |
La calda mano di Guisgard la sfiorò e quel contatto le fece sobbalzare il cuore, tanto che ne sentì il suono e il calore risalirle il collo e bruciarle il viso.
Sfuggì nuovamente al suo sguardo celeste; era come se lui fosse il Re della foresta e lei nient'altro che un agnellino che tentava di sfuggire alle sue fauci, ma il campanellino attaccato al collo faceva in modo che il leone la trovasse senza fatica. Era combattuta, poichè non riusciva a non guardarlo per più di qualche minuto, ma nemmeno a guardarlo a lungo. Non le era mai capitato. Era come se Marwel volesse perdersi in quel mare, ma sapeva di non essere in grado di nuotare. Le parlò di come da bambino s'intratteneva a cercare le linee del destino sulle mani delle persone e lo fece passando le dita sul suo palmo. La ragazza sorrise addolcita da quel gesto, ma nulla disse, poichè si era riscoperta un'amante nell'ascoltare i racconti altrui. Parlò della maledizione che affliggeva la sua famiglia e il sorriso di Marwel sparì dalle sue labbra e gli occhi le divennero liquidi. Le strinse la mano ed ella chiuse gli occhi facendo sfuggire due lacrime che le rigarono il volto. Non voleva credere che un uomo con degli occhi così buoni e profondi fosse maledetto. Non poteva ricucirgli il cuore con ago e filo, ne poteva utilizzare i suoi unguenti e le sue erbe, ma poteva stargli vicino per quei pochi giorni, prima che tornasse Amlin a prenderlo. "Sophie...questo è il mio vero nome" disse senza nemmeno capirne il perchè, ma le sembrava giusto che Guisgard lo sapesse, come se ciò potesse spezzare la maledizione. |
Quella tagliola teneva stretta e imprigionata la caviglia di Hansiner, rendendogli quasi impossibile muoversi.
Non ci voleva, maledizione! Ma alla fine ci riuscimmo, e liberammo la sua caviglia, che però sanguinava. Insieme al borgomastro poi, cercai di alzarlo mentre lui cercava di bendare la camicia ferita. "Ha ragione.." annuii, per poi voltarmi verso Hansiner "Non ti lasceremo qua alla mercè della bestia, tanto Icarius potrebbe essere ovunque, che si proceda in fretta o lentamente non cambia dato che non sappiamo dove cercare..". Ero sempre più preoccupata, sempre più inquieta in quella notte misteriosa e oscura. Ma sapevo che in un modo nell'altro l'avremmo trovato. O se non noi, magari gli altri. |
Ascoltai la donna.
"Si, lo so... So della maledizione... Si avete ragione, dobbiamo sbrigarci." |
“Ottimo, Dacey.” Disse Dension alla ragazza.
I due, così, imboccarono quello stretto sentiero appena visibile per il calpestio sull'erba. Zigzagarono allora tra alti olmi e castagni, fino a raggiungere un gruppo di frondose querce che parevano essere l'ingresso di qualcosa. Oltre infatti i due finti coniugi si ritrovarono in una radura irregolare ed in lontananza intravidero dei bagliori. “Forse ci siamo...” mormorò il contrabbandiere. E cominciarono ad udire diverse voci. |
Guisgard con un gesto dolce e leggero raccolse con un dito le due lacrime che rigavano il bel viso di Marwel.
“E' peccato se due occhi così belli piangono...” disse lui in un sussurro “... non volevo rattristarvi...” sorrise “... dimenticate ciò che vi ho detto... stanotte, in questa casa, non vi è nessuna maledizione...” Poi lei gli rivelò il suo vero nome. “Sophie...” ripetè Guisgard “... il nome dell'amata del poeta Novalis, colei che nei suoi scritti e nei suoi sogni raffigurò il vero aspetto del Fiore Azzurro... è un nome bellissimo... perchè me lo avete rivelato? Dopotutto per voi sono solo un estraneo, un forestiero... non sapete nulla di me... ed io niente di voi..." |
Il borgomastro fasciò alla meglio la caviglia di Haniner e poi annuì a Clio.
“Si, procederemo insieme...” disse il vecchio “... tra non molto spunterà l'alba e finalmente terminerà questa notte maledetta... su, aggrappatevi a me...” Percorsero qualche metro, ma poi Hansiner si lasciò cadere a terra. “E' inutile, andate voi...” mormorò con rabbia “... vi rallenterò... avanti, andate, io me la caverò...” “Non siate sciocco.” Il borgomastro. “Andate vi dico!” Gridò Hansiner. “Andate a cercare Icarius! Non pensate a me!” |
In silenzio seguimmo il sentierino che avevo a stento individuato. Speravo davvero che ci conducesse alla nave. Poi udimmo delle voci, probabilmente c'era qualcuno a guardia.
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Gwen, Cq e la vecchia ripresero il cammino tra le ombre della boscaglia, quando all'improvviso udirono dei passi alle loro spalle.
“Avverto la presenza di qualcuno...” disse preoccupato il piccolo droide. |
Dacey e Dension intravidero la luce e si avvicinarono accorti tra la vegetazione, fino a quando arrivarono ad udire diverse voci.
Erano alcuni soldati che facevano la guardia all'imbocco di una gola rocciosa, dalle cui fessure pietrificate uscivano fasci di luce. “La nave nera è dentro la gola rocciosa...” disse sottovoce il contrabbandiere a Dacey “... dobbiamo raggiungerla... io indosso quest'uniforme e posso sperare di passare inosservato... tu invece dovrai trovarti un nascondiglio qui vicino ed attendere... attendere e sperare... se tutto va bene tornerò con un corvo...” |
Già, l'alba era vicina, e noi non avevamo trovato Icarius.
Ogni minuto che passava poteva essere pericoloso e fatale. Poteva essere ferito e stanco, in pericolo. E noi non eravamo con lui. Io non ero con lui. L'ansia e la preoccupazione mi divoravano, come il sole con le ombre di quella notte. Poi Hansiner si lasciò cadere a terra, chiedendoci di lasciarlo lì. Sospirai. Non l'avrei lasciato solo, certo, ma nemmeno avrei smesso di cercare Icarius. Che potevo fare? "Restate voi.." dissi perentoria al borgomastro "Badate a lui se non se la sente di proseguire, andrò io da sola..." sentenziai. "So badare a me stessa.." dissi, anticipando le solite proteste dettate dal fatto che ero sola e donna "Devo trovarlo.." mormorai piano. |
Era l'unico in quelle terre a conoscere il suo vero nome, l'unico al quale lei aveva svelato ciò che di più pericoloso poteva svelare. In molti l'avevano cercata come "l'amata figlia del Barone, perduta chissà dove", ma lei si era nascosta bene per molto tempo. Guisgard le asciugò le lacrime, ma una profonda tristezza era stata scavata nel suo cuore, come la consapevolezza che ciò che stava provando in quel momento era terribilmente sbagliato.
"Non lo so, mi fido di voi, ma forse non dovrei..." disse voltandosi e alzandosi da terra. Quella notte aveva preso una strana piega, solo qualche ora prima aveva ricucito le sue ferite e ora si ritrovava ad averne una anche lei e nemmeno ne capiva il motivo. Il mio cuore sanguina prima di lacerarsi pensò la ragazza incrociando le braccia al petto e andando alla finestra. Il vetro sottile era striato di pioggia e i rami di quell'oscura foresta si muovevano danzando con il vento; non riusciva a veder lontano, ma sentiva di non essere la sola in quel luogo, quella notte. Non puoi infatuarti di lui pensò voltandosi a guardarlo per un secondo. "Io...non avrei dovuto dirvi il mio nome. Dovete riposare ora" disse avvicinandosi a lui. "Vi aiuto a distendervi" aggiunse rimettendo in ordine le coperte e cercando di non trovare il suo sguardo, poichè sapeva che se lo avesse incontrato non sarebbe più riuscita a sfuggirgli. |
Avevo indovinato. C'erano altri soldati. Dension non si fece scoraggiare e subito ideò un piano.
- Sta attento... Io mi nasconderò lì - e indicai un punto più nascosto tra gli alberi |
Il borgomastro guardò Clio.
“Andare da sola potrebbe essere pericoloso...” disse il vecchio. “Insomma, non vi fidate proprio a lasciarmi qui da solo, eh?” Scuotendo il capo Hansiner. In quel momento Damasgrada vibrò come non mai. Un attimo dopo accadde qualcosa. Un ringhio e qualcosa di spaventosamente grande e scuro balzò dalla vegetazione, aggredendo con una ferocia primordiale il borgomastro. Era notte e quella sagoma appariva ricoperta da un pelo scuro e folto, dai movimenti rapidi e quasi innaturali ed un odio che animava ogni suo respiro. E cominciò a far scempio della sua vittima, mentre il vecchio gridava disperato. E tra le ombre delle tenebre solo gli occhi di quella creatura sembrava visibili. Occhi carichi di un odio innaturale. https://i.vimeocdn.com/video/442822644_640.jpg |
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