Mi avvicinai a lui e seguii le sue dita e le sue indicazioni sul tablet.
Beh, quale posto migliore di un deposito abbandonato per far sparire qualcuno?
Il suo ragionamento non faceva una piega, infatti annuii e mi alzai, prendendo la giacca.

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Arrivai di corsa nella stanza, ma non c'era più.
No, no, no... iniziai a guardarmi in giro, ormai preda di un moto senza fine.
Dove l'avete portato, maledetti bastardi?
Allora mi guardai intorno e trovai Monter a terra, e un vassoietto con un proiettile bloccato all'interno.
Guisgard!
Per un momento sperai, sperai che potesse essere ancora vivo, ed il cuore riprese a battere.
Bravo, fingiti morto e fammi venire un infarto...
Adesso dovevo trovarlo, sempre che fosse ancora lì, ma erano morti entrambi ormai.
E se fosse ancora lì?
"Guisgard?" azzardai a chiamare, titubante "L'altro è morto, l'ho ucciso io.." guardandomi attorno co la pistola pronta.

Sospirai e vidi i due ragazzi, presi un coltellino e li liberai. ."Non so come ci hanno portati nella casa dello scrittore..Monter. Quella risata grottesca e il gas rosso..è stato quel pagliaccio. .magari è un pazzo uscito dall'Imperion."
Narrai in breve il legame tra i libri dello scrittore con i delitti del maniaco.."Ci conviene uscire da questa stanza..sembra la casa degli orrori".

Ascoltai la ragazza mentre ci liberava, rimanendo perplessa. "Non capisco... Come può un pupazzo essere pazzo? Cioè... Non sto capendo... Cosa diamine sta succedendo?" dico nervosa.

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Gwen ed Elv presero l'auto e sfrecciarono verso i vecchi depositi dietro la stazione.
Era notte ormai e le strade fi Afragolopolis appariva sgombre quasi del tutto dal traffico.
Elv correva, sperando di arrivare in fretta.
Ma ad un tratto udirono la sirena della polizia.
“Dannazione...” disse lui “... correvo troppo... ma non posso fermarmi... ed accelerò.
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Salimmo in macchina ed Elv iniziò a correre, cercando di arrivare il prima possibile.
Dovevamo farcela, per forza.
Ad un tratto, la polizia.
Sospirai esasperata, guardando continuamente dietro, mentre Elv continuava la sua folle corsa verso i depositi.
Ci mancava solo che la polizia ci fermasse ed eravamo a posto; ma noi non potevamo fermarci, dovevamo fare il possibile e arrivare.

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Altea liberò Nyoko e Pier e subito il poliziotto si sincerò delle condizioni della sua giovane amante.
“Grazie...” disse poi ad Altea “... mi perdoni se inizialmente ho dubitato di lei... ma è il mio mestiere... comunque ha ragione...questa casa è degna di un noir... dobbiamo uscire e chiamare la mia squadra... cerchiamo un'uscita.”

"No..Non è un pupazzo" perplessa pure io.."Era una persona in carne ed ossa..ma completamente folle..Non comprendo pure io..e temo lui, Monter e Rio..il nipote dello scrittore. .abbiano a che vedere con la morte dei ragazzini. .forse dovremmo chiamare i tuoi colleghi" al ragazzo annuendo alla sua stessa idea.

Clio, preda di dubbi e preoccupazioni, non si accorse di un'ombra dietro di lei.
Ad un tratto udì una risata grottesca.
“Vediamo se sei brava a ragionare nel crepuscolo al pallore spettrale di Venere morente...” disse qualcuno.
Era un bizzarro pagliaccio.
Il suo sguardo però era sinistro e carico d'odio.
"Se aspettavo te per uscire da quel posto stavo fresco..." aggiunse divertito.
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Sorrisi a Pier, abbracciandolo come se mi fosse mancato da secoli, un po' era così per me. "Ma è pazzesco..." dissi rivolta alla ragazza. Poi guardai Pier e annuii "non so come possa esservi utile io, in questo momento, ma se ci sarà bisogno io ci sono" dissi un po' spaventata.

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