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Le parole del servitore mi inquietarono di più.. Ma dovevo pazientare.. "Io.. Non ho presente bene il volto del vostro padrone e non conosco nemmeno il suo nome.. Chiamatelo appuntamento al buio" con sorriso enigmatico.. "É bello si? Ma non si è mai innamorato" quasi con una punta di gelosia.
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Guardai Elv, poi il carretto.
Annuii e li seguimmo in silenzio, cosa in cui eravamo infallibili, lasciandoci alle spalle i corpi senza vita, e senza sangue, dei due pescatori. Ero davvero perplessa riguardo Vanbelv, chiunque fosse era stato bravo a celare la sua vera identità. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lys allora si alzò ed indossò il suo abito per coprirsi.
Aegos cercò di trattenerla, ma senza riuscirci. Lei aprì la porta e trovò con sua sorpresa Icarius sulla soglia. Camminava appoggiato ad un bastone, senza appoggiare il piede a terra ed era visibilmente sbronzo, sorridendo infatti come un ebete. “Certo che si è innamorato.” Disse con orgoglio il vecchio ad Altea. “Molte donne Afragolignonesi si sono accese d'amore per lui. Non è mica un Taddeo che non può amare!” Ridendo. “Egli è libero di amare.” Annuendo. “Davvero non conoscete il suo nome ed il suo volto, madama?” Gwen ed Elv, silenziosi come ombre, seguirono il carretto. Quello arrivò ad una piccola casa nel bosco, qui Vanbelv e gli altri scesero ed entrarono nell'abitazione. Qui presero altre armi e sulla parete era inciso uno strano simbolo. http://application.denofgeek.com/ima...l/AWIL_004.jpg |
Mi trovavo in piedi, nel cuore della notte, illuminata dalla Luna amica e dalla stelle più luminose e finalmente il mio sogno a occhi aperti si stava realizzando.
Lui, proprio Lui era dinanzi a me. I suoi occhi non mentivano, quel rosso era per me la prova certa, la conferma a ogni mia speranza. E allora faticai a restare calma, ferma, composta perché tutto in me scalpitava, il cuore era in festa, lo sentivo battere impazzito nella cesta del mio petto, i muscoli delle mie gambe e braccia fremevano, così come le mie ossa, i miei nervi. Tutto in me fremeva e bruciava, di un fuoco vivo, un fuoco che poteva essere spento solo se veniva alimentato ancora. Socchiusi gli occhi, immaginando le mani del Barone su di me, le sue labbra che depredavano la mia pelle, facendola ardere, libera dai tessuti... “ Sono qui da te perché questo è il mio posto, appartengo al tuo richiamo... Ne ebbi paura, quel giorno, nella mia stanza , io bambina. Ma imparai a comprenderlo, a desiderarlo, ad amarlo conscia che quello ero il mio destino. Oggi il tuo richiamo mi accende, mi rende folle, folle per te... Mantieni la tua promessa, ora...” Imploravo, sospiravo, con tono suadente e conturbante, supplicavo, domandavo, con intensità e desiderio, parlandogli in confidenza, abbattute tutte le barriere tra noi. Vicinissimi, tanto da avvertire il respiro uno dell’altro, prossimi a suggellare il patto vecchio di anni... Passi sul selciato, una voce rude ed io avvertii per la prima volta nella mia vita il desiderio viscerale di uccidere. Anche se era mio fratello, sangue del mio sangue, avrei voluto ucciderlo perché avevo osato interromperci. Aveva osato spezzare l’idillio intromettendosi senza alcun ritegno. Se avessi potuto ucciderlo con uno sguardo lo avrei fatto, tanto i miei occhi lo stavano fulminando, carichi di fastidio, risentimento, astio, persino odio. “ Che c’è?!” Lo apostrofai in malo modo, forse per la prima volta in vita mia. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
"Ah davvero i Taddei non possono amare.. Non lo sapevo e tale fatto non mi era mai stato narrato.. Ma li capisco pure io ho un Incanto in Corpo" le parole del servitore accesero in me una certa gelosia.. "Buon per lui se ha avuto molte donne. Davvero.. Non conosco né il nome né le fattezze. Ho avuto solo strane visioni fin da bambina". Era davvero un uomo reale.. Forse la Dama Nera mi aveva mostrato colui che era il destinato e se invece il guardiano era pure un fantasma.
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Li seguimmo fino ad una piccola costruzione, dove presero altre armi e c'era un simbolo sulla parete.
"È un pentacolo, come mai è disegnato sul muro di questo posto?" chiesi, quasi fra me e me. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Stiamo per brindare, milord.” Disse il Maresciallo al barone, lanciando a Dacey solo un'occhiata da ammonimento. “Venite con noi. Tutti aspettano il vostro discorso, vi aspettiamo da anni.”
Il barone guardò Dacey. “Il dovere pare chiamare, madama...” porgendole la mano “... ma la notte è ancora lunga... una notte fatta di sogni, di promesse, di giochi...” con un sorriso enigmatico “... prego... andiamo...” “Bene!” Esclamò soddisfatto il Maresciallo. |
Un brindisi, uno stupidissimo brindisi.
Che mio fratello si strafogasse con il vino nel brindare! Questo pensai mentre lo guardavo, tenendo fisso gli occhi nei suoi che volevano ammonirmi. Ma io non sentivo più alcuna forma di rispetto reverenziale nei suoi confronti, non ora che avevo al mio fianco Lui. Solo Lui mi avrebbe detto cosa fare. E Lui decise di stare al gioco richiesto dalla festa e il suo stupido brindisi. “ Per Voi ho tutto il tempo, non solo quello di una notte...” Sussurrai con tono caldo e provocante all’orecchio del Barone, così vicina da sfiorare il suo petto coi miei seni nascosti appena dalla generosa scollatura che più volte lui aveva guardato. “ Spero che questo brindisi valga la pena, deve esserci per lo meno un bel discorso.” Questa volta a voce alta e chiara, anche verso mio fratello e tutti e tre tornammo dentro, alla sala adibita a festa. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Quando aprii la porta restai immensamente stupita, non era il mio signore, era Icarius, ferito e sbronzo.
Questa poi! “Icarius!” Strabuzzando gli occhi “che ci fai qui? Ti abbiamo cercato nel bosco, sembravi scomparso...”. Gli faccio cenno di entrare, guardando però come zoppica. “Oh povero piccolo, che ti sei fatto?” così dicendo muovo la mano e la ferita guarisce in un lampo. Richiudo la porta dietro di lui, e torno a spogliarmi nuda, e dirigermi nuovamente verso Aegos. “Già che sei qui perché non ti unisci alla festa?” Con voce calda e sensuale, per poi fargli l’occhiolino. Chissà che la sbronza non l’avesse svegliato un po’, ma sopratutto... un amplesso a tre avrebbe eccitato ancora di più il mio signore! |
“A breve egli sarà qui, madama.” Disse il vecchio ad Altea. “Si, ormai non dovrebbe tardare oltre. Lo vedremo arrivare.” Entusiasta. “Prego, volete vi mostri il castello? Così passeremo il tempo in attesa del suo arrivo. Volete?”
“Forse è il simbolo di cui parlava Vanbelv...” disse Elv a Gwen “... il simbolo del loro clan... forse sono cacciatori di vampiri... o forse no, visto quel simbolo non è precisamente contro i vampiri, no?” Quella vicinanza con Dacey, quel contatto, quello sfiorarsi e lui che ancora una volta guardò la sua generosa e sensuale scollatura, strappandogli un sorriso malizioso. Prese il braccio di lei e col Maresciallo entrarono tutti e tre nel salone. Reddas non c'era più col suo spettacolo. “Ditemi...” disse il barone “... è stato di buon gusto lo spettacolo?” “Si, passabile, milord.” Rispose il Maresciallo. “Questi artisti girovaghi hanno un certo loro lato artistico che li rende sicuramente apprezzabili.” Col viso che diceva il contrario. Dacey era riuscita a mandare a monte i piani di Reddas. Almeno per stasera. Ci fu il brindisi ed il barone fece il suo discorso. Ma i suoi occhi, enigmatici e mutevoli, più volte cercarono quelli di Dacey durante la serata. |
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