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Aegos guardava Lys inginocchiata ai suoi piedi.
La guardava con una smorfia d'eccitazione, mostrandole la lingua in modo lascivo. Nessuno però rispose e di nuovo si sentì bussare alla porta della camera. “Si, il ciondolo raffigura il simbolo del casato del mio signore, madama.” Disse annuendo il vecchio ad Altea. “Non lo vedo da tempo poiché egli è un cavaliere e probabilmente è tornato ad Afragolignone... ed io aspetto qui il suo ritorno.” Elv sorrise. “Che spiritosa...” disse guardando con ironia Gwen. Poi quei passi. Provenivano dalla boscaglia. Era un carretto e sopra vi erano alcuni uomini, alcuni dei quali armati. “E' fuggito...” uno di quelli “... la tomba è vuota... ci sono stato due giorni fa... sotto la Torre degli incantesimi... lì era stato imprigionato.” Gwen ed Elv riconobbero quella voce: era Vanbelv. |
La brezza, si mosse tra le sete del mio abito e ancora lo sguardo del Barone che mi fece desiderare di non indossare nulla, affinché potesse saziare la sua vista con tutto ciò che potevo offrirgli.
Se lui era davvero il Lui che mi aveva fatto visita da bambina, ero pronta ad abbracciarlo e lasciare che mi avesse, per placare il desiderio e la lussuria che, ero certa, si annidava in entrambi i nostri corpi. “ Le stelle sono come gli occhi della volta celeste, da tempo immemore si stagliano lì in alto, a contrasto con il buio e ci osservano, silenziose, ci osservano giorno dopo giorno, anno dopo anno, vegliano su di noi, vedono i nostri passi incerti, i nostri successi e le cadute, vedono la nostra crescita e la nostra maturità e infine restano sempre magnifiche e splendenti anche quando chiudiamo gli occhi per l’ultima volta.” Ero rivolta proprio verso il cielo, pronunciando quelle parole verso le stelle e solo dopo tornai con il viso, sempre rosso, verso quello, sempre pallido, del Barone. “ I vostri occhi sono capaci di incantarmi molto più che la Luna o le stelle, mi appaiono come noti e famigliari, mi sembrano tanto attesi... Fermatemi se vi appaio come una folle che parla senza senso alcuno, fermatemi se non riuscite a comprendermi, fermatemi oppure mi convincerò di conoscervi da molto, molto tempo e esigerò da lui l’esaudire della promessa.” Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Annuii.."Devo ammettere siete un bel po' di annetti o secoli che lo aspettate, allora visto sono qui per sapere chi sia...visto ha detto che mi aspettava proprio qui, almeno parlatemi di lui affinché io possa conoscere il suo nome e da dove proveniva, il vostro Signore non potrà mai venire qui in quanto è essenza di spirito ma sono venuta qui per scoprirlo" sempre più interessata.
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"Beh, io lo avevo detto che era buffo..." divertita.
Poi prestai attenzione ai passi e poi alle voci. "Vanbelv!" dissi piano ad Elv "Hai sentito? Secondo me si riferiscono davvero al Barone..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Nessuno rispose.
Eppure quel bussare si fece più insistente. Allora sospirai, e mi alzai. Forse se era davvero il mio signore non gli andava di annunciarsi. Presi l’abito a terra e me lo misi addosso in qualche modo, per poi andare ad aprire. |
“Continua, Dacey...” disse il barone fissandola “... continua... lasciati andare e torna indietro... a quei giorni di solitudine, indifferenza, quando tutti ti emarginavano e ti credevano folle, diversa, infelice...”
La Luna era muta, l'aria frizzante, mentre le stelle scintillavano lontane ed indifferenti in quel giardino i cui fiori ora erano solo i boccioli misteriosi che fioriscono nei segreti delle tenebre. “No no...” disse il vecchio ad Altea “... il mio padrone è vivo, forte... io lo sto aspettando e magari stanotte arriverà... forse per questo vi ha invitata proprio ora.” Annuì. “Volete sapere di lui? E' un nobile afragolignonese giunto qui alleandosi con i Taddei e gli altri cavalieri Capomazdesi. Finita la guerra è rimasto qui, sebbene il barone detestasse tutti i reduci Afragolignonesi.” Gwen ed Elv si misero ad ascoltare. “Dobbiamo dargli la caccia.” Disse Vanbelv agli altri. “Non so come abbia fatto a fuggire da quella prigione secolare... dobbiamo ucciderlo. Dissemineremo il simbolo del nostro clan ovunque a Chanty, fino a quando lo avremo preso e distrutto.” |
Ascoltai con attenzione le parole dell' anziano e il mio cuore sussultò e sorrisi sfiorando la mia veste.."Allora mi aspettava, voleva la mia presenza..il mio cuore è pieno di gioia, mi auguro di vederlo presto" e la mano si pose sul petto stringendo il ciondolo e in me qualcosa di vivo fece capolino in quel cuore freddo.."Il barone avete detto...aspettate, io sono stata nel castello del barone, vi era il Maresciallo, sapevo il barone era imprigionato e nelle segrete vi era imprigionato l' ultimo degli Afragolignonesi rimasti qui a Chanty...è imprigionato..forse ho perso qualcosa, confermate le mie perplessità" stupita.
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Rimasi senza parole e guardai Elv.
"Hai sentito? Hanno parlato di clan..." incredula "Ma di che clan parleranno? E perché c'è Vanbelv in mezzo?" ancora più perplessa. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Coscientemente mi sarei dovuta domandare come lui sapesse.
Avrei indagato, gli avrei chiesto se aveva parlato della mia infanzia magari con mio fratello o ne aveva sentito parlare dalla servitù. Coscientemente... Dove si trovava la mia coscienza? Inghiottita dagli occhi scuri come un abisso del Barone. “ Sono ricordi dolorosi, che tento sempre di dimenticare...” Provai a oppormi, non volevo rivangare in quel passato di cui avevo vergogna. Provai inutilmente perché alle mie orecchie le parole del Barone suonavano come dolci richieste da esaudire. “ Ero sempre da sola ma allo stesso tempo non lo ero mai. Anche quando gli altri bambini, mio fratello stesso, evitavano di coinvolgermi nei loro giochi, mi lasciavano da parte, io non ero mai davvero solo. Vedevo ciò che i più non riescono a vedere, ciò che relegano a fantasie e leggende. Vedevo creature figlie dalla notte, di altri mondi, e loro vedevano me. Ma soprattutto sapevo di avere sempre Lui che vegliava su di me. È per Lui che ho sopportato, è per Lui che ho fatto buon viso a cattivo gioco sapendo che un giorno sarei stata premiata per la mia sopportazione e pazienza. Lui coi suoi occhi... Occhi che a volte, oh forse sono davvero una folle, folle ragazza, a volte mi sembra di ritrovai nei vostri di occhi.” Confessai, sentendomi libera di un grosso peso. Confessai con la speranza di chi attente . Confessai senza battere ciglio, per non perdermi assolutamente nulla della reazione che il nobile avrebbe avuto. Confessai fremendo per ricevere in risposta un tanto anelato sguardo da quei famosi occhi rossi come il sangue. Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk |
Elv guardò Gwen con la stessa perplessità.
Il carretto però proseguì. “Forse dovremmo seguirli e scoprire cos'è questo clan...” disse lui a Gwen. “No, il padrone è libero.” Disse il vecchio ad Altea. “Lui non si farà mai catturare.” Sicuro il vecchio. “Ma ditemi... come mai tenete tanto a lui? Perchè è bello e nobile, vero?” Annuendo divertito. Il barone la guardò con un sorriso enigmatico, senza smettere di guardarla. Quegli occhi sembravano seguire il corso delle ombre che danzavano assecondando la luce inquieta e sinistra della Luna, mutando come i fiori che al pallore di quell'astro parevano assumere colori sempre diversi, eppure tutti derivanti dal rosso. Un rosso cupo, profondo, come il sangue, come le fiamme dell'Inferno. “Forse per questo se qui...” disse a Dacey “... non per volere di tuo fratello o per desiderio di tua madre... ma perchè io ti ho chiamata... sin da quei lunghi pomeriggi estivi, fatti di solitudine e fantasmi... fantasmi simili a rimpianti, paure, desideri, promesse...” sfiorandole il viso con una carezza. Ad un tratto dei passi, poi arrivò qualcuno. “Mio signore...” arrivando il Maresciallo. |
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