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E mentre Dacey usciva dalla sala, udì il Maresciallo che ordinava ad un servo di chiamare Betta.
Intanto la principessa aveva raggiunto gli alloggi di Svevos e di sua madre. |
"Un terribile incanto..." disse Josephine a Gwen "... talmente oscuro e potente che voi non potete nemmeno immaginare..."
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Tornammo così in città, passeggiare non era poi così male.
"Vuoi la versione ufficiale o la verità?" Guardandola con la coda dell'occhio. Non c'era bisogno che rispondesse. "La versione ufficiale è che c'è una taglia sulla sua testa.." Sospirai "La verità e che ho un conto in sospeso con lui, anche se lui non se lo sogna nemmeno... E ho giusto due o tre idee in testa che potrebbero fare al caso mio.." Con un sorrisetto perfido "Dopotitto c'è da considerare che lui ci ha visto a casa del barone.. Quindi metti che lo riconosco ma faccio finta di niente... Dopotutto lui penserà che l'ho visto una volta sola di sfuggita, mai più si ricorderà di me da ragazza... Quindi non posso neanche recitare più di tanto... Però.." Pensierosa "Non so, ma ho idea che le cose potrebbero farsi interessanti... Dopotutto la taglia non specificava che il barone lo volesse vivo, no?" Sospirai "Tolto di mezzo lui, forse riuscirò a trovare pace... La sua sola presenza in questa città mi distrae, mi sconcentra dai nostri veri obbiettivi, e non lo sopporto..." Scocciata io "Mi sono salvata da quel vortice una volta, non ho intenzione di farlo di nuovo... Ma fortunatamente non sono più quella ragazzina sciocca e sognatrice.." Scuotendo la testa. Già, se Lila fosse stata lì ora forse sarebbe stata divisa tra il voler combattere e il sogno proibito di essere la sua madrina. Anche se il sogno vero era fare entrambe le cose. Quante volte aveva sognato il momento in cui lui sarebbe venuto da lei, chiedendole un pegno da portare in torneo, mentre lei gli ribatteva che glielo avrebbe concesso solo se lui gliene avesse dato uno a sua volta, da portare in lizza quando fosse stato il suo turno. Allora sarebbe stato uno scambio, ed entrambi avrebbero combattuto per l'altro. Sogni, sciocchi oltre che inutili... Ci sarà un motivo se non comandi più tu, Lila.. La voce imperiosa di Clio aveva ragione. Una scena così non sarebbe mai stata scritta, pensai amaramente. Con nessuno, tanto meno con lui. Chi mai avrebbe voluto una come me? Anche se era buffo pensare che avevo ancora con me quel pegno, quello che nei sogni Lila consegnava a lui, un pegno diverso da quello di qualsiasi altra dama, naturalmente. Beh, dopotutto è giusto così, lo custodisce l'unica persona che difenderebbe i tuoi colori in torneo.. Tu, Clio.. Più che buffo era doloroso. Non pensarci era la cosa migliore. Sì,decisamente. "Allora.." Per cambiare discorso "Come proponi di procedere nella ricerca?". |
Finii di mangiare mentre ascoltavo Josephine.
Poi mi cambiai e mi misi sotto le coperte. "E non c'è modo di spezzarlo?" |
"Forse un modo c'è..." disse Josephine a Gwen "... bruciando il giardino ed i suoi fiori..."
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"Ma è orribile... E lui è disposto a non rompere l'incanto pur di tenere il giardino... Deve esserci un altro modo..." sospirando.
Poi la stanchezza iniziò a farsi sentire. "Resteresti ancora un po' qui?" le chiesi "Almeno finchè non prendo sonno... Non ho altri che te al mondo ormai, Josephine... anche Emon è sparito..." mormorai piano, con tono mesto. |
"Si, aspetterò..." disse Josephine a Gwen "... resterò qui fino a quando non vi addormenterete..."
E poco dopo la giovane si addormentò. [I]Emon era davanti al giardino e sorrideva a Gwen. Poi ad un tratto il ragazzo entrò nel verziere. Un attimo dopo la giovane udì uno spaventoso ululato provenire proprio dal giardino. Allora decise di entrare e vide allora una scena agghiacciante. Emon non c'era più e da tutti i fiori gocciolava sangue vivo./I] Gwen si svegliò di colpo da quell'inquietante sogno. Era ancora notte fonda e Josephine era andata via. |
Sorrisi a Josephine e dopo poco mi addormentai.
Feci un sogno orribile. Emon era entrato nel giardino, da cui poi si udì l'ululato, Emon era poi svanito e dentro al giardino i fiori gocciolavano sangue. Mi svegliai sconvolta e terrorizzata. Cercai di regolarizzare prima il respiro, poi il cuore. In fondo, era stato solo suggestione per i nostri discorsi, nulla di più. Era stato solo un sogno. Intanto era notte fonda ed io mi preparavo ad un'altra nottata insonne. |
"Aspetta, fammi capire..." disse Estea fissando Clio con un'espressione tra la curiosità ed il divertito "... ma stai parlando dei tuoi sensi? È questo il vortice di cui parli? Quel cavaliere davvero ti scuote tanto? Al punto da volerlo morto?" Rise forse per lo stupore. "Dai, davvero?"
Poi Clio riporto' il discorso sulla loro missione. "Quella locanda..." indicò Estea "... lì pare che i cavalieri giunti in città si rechino per passare il tempo in attesa che cominci il torneo... magari raccoglieremo informazioni utili..." |
Riprendere sonno per Gwen non fu affatto facile.
L'inquietudine, l'angoscia, la paura, la suggestione ora dimoravano in lei. La poca luce che filtrava nella stanza generava cupi giochi di chiaroscuro, animando inquiete ombre che parevano danzare in modo macabro intorno alla ragazza. A tutto ciò sembrava di udire tormentate voci lontane, forse frutto del vento che soffiava sulla finestra. Voci che si abbandonavano a lamenti, a velate risate, a pianti, persino a grugniti. Come se uomini e bestie si alternassero nel far emergere la loro voce. Ad un tratto a Gwen parve di sentire le voci di alcuni bambini che piangevano nella notte. Piangevano impauriti. Impauriti forse da qualcosa di sinistro che si annidavano nelle tenebre che avvolgevano il maniero. |
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