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Clio fece l'impossibile, ma la Divina Misericordia era troppo vicina.
Intanto attorno a loro sibilavano i colpi dei Corvi ed il rumore delle loro virate. “E' finita...” disse Dort fuori di sé. Ma ad un tratto sullo scafo del vascello volante si aprì un boccaporto che un attimo dopo ingoiò il Corvo dei ribelli. Poi fu solo buio. |
La nave era lì, immensa, inevitabile.
E io certo non ero il miglior pilota in circolazione. Forse aveva ragione Dort, forse era finita, ma non avevo rimpianti. Avevo fatto ciò che ritenevo giusto. Trattenni il fiato, mentre sentivo il cuore accelerare. Poi, però, accadde qualcosa. La nave stessa ci inghiottì. Non sapevo se per salvarci o per farci prigionieri. Probabilmente non si erano nemmeno accorti di noi, del nostro tentativo di aiutarli. Forse avevo solo una speranza, ma non osavo nemmeno sperare. "Se ci ammazzano loro è il colmo.." mormorai, in quell'oscurità che ci aveva accolti. |
La villa era una lussuosa tenuta immersa nel verde di campi ampi e curati con maniacale attenzione.
Ovunque dominava un gusto classico ed armonioso, come se quel luogo fosse il centro pulsante di un mondo idilliaco. Sapien presentò Elisabeth come sua compagna alla numerosa servitù e poi le mostrò i suoi ricchi appartamenti. E dopo anche un magnifico cavallo. “Scegli pure il nome di questo puledro.” Disse Sapien alla maga. “E' tuo.” |
Era dannatamente vicino. Potevo sentire il suo respiro caldo sul mio viso, coi suoi occhi sempre fissi nei miei, come se cercassero dei celati segreti; avevo una strana sensazione allo stomaco e la testa mi vorticava freneticamente.
"Non saprei, tu stesso hai detto che le brave ragazze come me non frequentano le canaglie come te" dissi piano. Sarei impazzita se si fosse avvicinato solo di un millimetro in piu`. |
Quelle parole di Clio.
Echeggiarono nello stretto abitacolo del Corvo, tra i gemiti impauriti degli altri tre ribelli. Il buio, assoluto ed avvolgente, poi un nanosecondo di silenzio. Allora il clangore delle ali del Corvo contro le pareti di ferro del boccaporto. Un urto, uno scossone e poi ancora urti e scossoni. Si ballò parecchio, fino a quando, finalmente il veicolo arrestò la sua corsa. “Ed ora...” disse piano Dort “... cosa facciamo?” “Meglio non uscire...” mormorò uno dei due ribelli “... meglio di no...” “Preferisci morire come un topo in gabbia?” A lui Dort. |
“E tu” disse pianissimo Elv a Gwen “invece? Tu invece cosa dici? Io sono una canaglia? E tu? Tu, soprattutto, sei una brava ragazza?” Accarezzandole lievemente le labbra con un dito. “Le brave ragazze baciano gli sconosciuti?”
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Ma appena Altea si stese sul letto, da fuori udì dei rumori.
Era un carro. Poi il mezzo si fermò proprio davanti alla baita. E la gitana udì allora dei passi. Qualcuno si stava avvicinando alla porta della baita. |
"Fifoni.." mormorai, scuotendo la testa.
Cominciavo a capire perché ultimamente era il Falco a portare a termine le nostre missioni. Il Corvo si fermò, in quell'oscurità. "Beh, io scendo.." sentenziai "Certo non ho l'aspetto di un militare di Maruania, non credete.." sospirai "E se siamo fortunati potrebbe esserci qualcuno capace di riconoscermi a bordo.." mormorai piano. Così, aprii il portellone del Corvo e scesi, lentamente. "C'è nessuno?" lasciai che la mia voce risuonasse nell'oscurità. Il Falco non mi sembrava il tipo che sparava a una donna a sangue freddo. Ma forse se ci avessero voluto sparare, l'avrebbero fatto prima di farci entrare. |
Avvicino` il suo viso al mio e sfioro` le mie labbra con un dito. Quel contatto leggerissimo non fece che peggiorare la situazione.
"Devo ricordarti che sei stato tu a baciarmi la prima volta quel giorno, sul battello?" dissi sorridendo lievemente "Quanto a me chi lo sa, non si e` mai sicuri della propria identita`" avvicinando di poco il mio viso al suo. "Magari ognuno ha la propria idea della brava ragazza..." |
“Aspetta, Clio...” disse Dort, ma fu inutile.
La ragazza era già scesa dal Corvo. Ad un tratto si accese una luce in lontananza e Clio intravide delle sagome. Erano indefinite, quasi sicuramente armate e con indosso qualcosa, forse corazze o qualcosa di simile. Poi si udirono dei rumori, come se le prese d'aria si fossero accese all'improvviso. Ma da esse uscì un denso fumo e un attimo dopo Clio perse i sensi. |
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