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Annuii fra me e me vedendo che, a quanto pareva, la mia lezione aveva finalmente sortito il suo effetto.
Era anche ora. "Va bene" annuii poi ad Ivan e non sapendo che fare, andai in camera mia, mi sedetti sul divano ed aspettai. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen andò a chiudersi nella sua camera, in attesa degli sviluppi di quella situazione.
Sentiva i rumori giungere dalla soffitta, dove van era andato a prendere il solo specchio presente in quella casa. Sentì poi i colpi del martello che lo inchiodavano alla parete. Ad un tratto la vampira sentì qualcosa. Una carrozza davanti al portone del palazzo. Poi qualcuno bussò. Non era ancora pomeriggio. |
Restai lì da sola, in silenzio, a meditare, a riflettere, a riordinare i pensieri.
Sentivo Ivan inchiodare al muro lo specchio, ma poi... Sentii una carrozza e quasi rabbrividii. Lo avrei fatto se avessi potuto. No, non eravamo pronti. Mi precipitai di sotto e cercai di vedere alla finestra. "Una carrozza! Credo sia arrivato..." inquieta agli altri. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen guardò dalla finestra attraverso le tendine, vedendo una modesta carretta trainata da un cavallo tutt'altro che magnifico.
Il cocchiere era vestito in modo scialbo, comune, mentre sulla carretta c'era una bara di legno tenuta chiuda da una robusta catena. Il cocchiere bussò ancora al portone. https://www.meme-arsenal.com/memes/1...6edef7d337.jpg |
Guardai meglio e aggrottai la fronte.
Vidi una modesta carretta ed un uomo con una bara. "No, aspettate... Non credo sia il dottore." Guardai dallo spioncino. "Cosa cercate?" a quell'uomo che aveva bussato. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lo stalliere sorrise a Clio, quasi divertito dal candore della ragazza.
“La bellezza vedo è un marchio di famiglia.” Disse divertito. “Rubarmi ai miei doveri? Madama non sa che i miei doveri stanno tutti nella parola ubbidire? Siete voi padrone che pagate, dunque ogni vostro desiderio è un ordine.” Con un inchino irriverente. “Preparo un cavallo per me e poi accompagnerò madama dove vorrà.” E canticchiando una canzone audace andò a sellare un cavallo anche per sé. Era un uomo di mezz'età, con il viso solcato da rughe ed i vestiti logori per il troppo lavoro. Guardò gli occhi di Gwen dallo spioncino e salutò togliendosi il berretto. “Perdonate, madama...” disse col suo accento da campagnolo “... sono in viaggio verso il cimitero di Chanty, ma il mio cavallo è stanco e volevo chiedere il permesso di riposare qualche ora, per poi riprendere il cammino verso il tramonto.” |
Era di mezza età, un contadino probabilmente.
Ma no. Non poteva restare. Chiunque egli fosse. "Mi dispiace. Fra un'ora o poco più giungeranno degli ospiti, dunque non potete fermarvi. Dovrete andare altrove" dissi solo, con tono freddo. Chiusi lo spioncino e mi allontanai, passeggiando nervosamente per il corridoio. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Gwen sentì di nuovo bussare con insistenza.
Evidentemente quel cocchiere non si era dato per vinto. |
"Ma è possibile?" esclamai, esasperata.
Tornai allo spioncino. "Vi ho già detto che non possiamo ospitarvi. Se proprio volete, dormirete nelle stalle" con tono molto più duro di prima. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Vi ringrazio per l'ospitalità, madama.” Disse con tono sottomesso il cocchiere a Gwen. “E' più di quanto potessi sperare. Col vostro permesso porto la carretta ed il cavallo nella stalla. Grazie ancora.” E si diresse verso la stalla con la carretta ed il suo macabro carico.
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Non risposi, mi limitai a sospirare e chiudere lo spioncino.
"Speriamo che Elv si sbrighi..." mormorai, insofferente ed impaziente, riprendendo a camminare nervosamente. Aspettavo con ansia il momento in cui tutto si fosse concluso e avrei potuto dedicarmi tranquillamente ad Elv, io e lui, a parlare della sua trasformazione e a far finta per un paio di ore che il mondo lì fuori non esistesse. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Gwen...” disse Tatiana arrivando “... ho sentito dei rumori giungere dalla stalla...”
Nella stanza entrò anche Ivan. “Ho sistemato lo specchio...” mormorò “... manca solo il Crocifisso ora.” |
Arrossii lievemente a quelle parole del ragazzo.
Mi trovava bella? Poi il suo tono, così irriverente, quasi volesse provocarmi. "Sono fortunata dunque, se posso contare su tanta devozione!" con una voce più calda di quanto avessi in programma, e un sorriso. Dovevo imparare ad essere più autoritaria, effettivamente, ad avere più polso coi servi, ricordandomi che erano tenuti a fare tutto ciò che desideravo. Prospettiva allettante, certo, ma a volte avrei desiderato la compagnia di qualcuno che apprezzasse davvero la mia compagnia e non che fosse obbligato a sopportarmi. Il ragazzo, però, sembrava andarci a nozze col mio imbarazzo, quasi che lo divertisse vedere una padrona che non riusciva nemmeno a dare ordine. Lo osservai andare via, sparire nelle scuderie, mentre restavo accanto ad Ercole, che accarezzavo distrattamente. "Come ti chiami, ragazzo?" cercando di fare una voce più distaccata e autoritaria rispetto a prima. https://i.pinimg.com/564x/6b/06/08/6...1ff304e5c1.jpg |
Arrivò Tatiana.
"Sì, c'è un uomo che voleva ospitalità, ma l'ho spedito lì perché non voglio gente fra i piedi, durante la visita." Poi guardai Ivan. "Speriamo che faccia in tempo..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“Mi chiamo Aegos, madama.” Disse lo stalliere arrivando col suo cavallo. “Madama è pronta?” Aiutandola così a montare in sella su Ercole.
Lasciarono allora il palazzo e si diressero verso Monsperone. Era un primo pomeriggio di Sole, con l'aria molto gradevole. Aegos non diceva nulla, limitandosi a canticchiare quella sua canzoncina audace, forse volta a mettere in imbarazzo Clio. “Forse non era il caso di accettare forestieri in casa oggi.” Disse Tatiana a Gwen. “Magari banchetteremo con il suo sangue per festeggiare la fine di questa giornata piena.” arrivando con tono sarcastico Nikolaj. “Credo proprio che non andrà più via da qui.” Divertito. |
"Infatti non è in casa ma nella stalla" puntualizzai.
Poi Nikolaj, che era di già in astinenza da sarcasmo, fece il suo ingresso teatrale. Ed io mi limitai a guardarlo senza dire una parola. Intanto Elv ancora non arrivava e iniziavo a perdere la pazienza, oltre che la speranza. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Aegos.." ripetei, guardandolo di sottecchi con un sorriso leggero, nascosto, quasi non volessi dargli la soddisfazione di vedere che mi aveva messo in imbarazzo "Partiamo?" continuai, senza mostrare nessuna emozione.
Ma non riuscii a nascondere un lieve rossore quando mi aiutò a montare in groppa ad Ercole, e fu così vicino che potei sentirne l'odore forte, inebriante. I suoi occhi erano ancora più belli da vicino, anche se il suo sguardo mi ricordava che non potevo permettermi di stare lì con gli occhi sbarrati a fissarlo o mi avrebbe preso per una ragazzina stupida. Invece io ero la padrona, lo aveva detto anche lui, ogni mio desiderio era un ordine, dovevo smetterla di comportarmi come una ragazzina. Una volta in sella ci dirigemmo verso Monsperone, con lui che non faceva che canticchiare quella canzoncina sconcia che mi faceva arrossire fino alle orecchie. Ma possibile gli sembrasse appropriato davanti a una signora? Tuttavia, mi resi conto che se mi fossi arrabbiata probabilmente gli avrei dato ancora più soddisfazione, così cercai di concentrarmi sulla cavalcata, allungando il passo ridendo, mentre mi voltavo verso Aegos come sfidandolo a raggiungermi. https://i.pinimg.com/564x/b2/d2/a2/b...52a6602d5a.jpg |
“Non mi sembra di aver detto nulla di che...” disse Nikolaj davanti al silenzio degli altri “... appena ci libereremo del dottore bigotto io mi divertirò con il forestiero nella stalla.” Con un ghigno.
Ma ad un tratto si udirono dei rumori, poi il calpestio di un cavallo. Infine qualcuno bussò al portone. “E' Elv!” Tatiana sbirciando dalla finestra. Aegos guardò il sorriso di sfida di Clio e poi la vide galoppare via. “Ah, ecco...” disse lui tirando le redini del suo cavallo, accettando così quella sfida. Spronò il suo destriero e cominciò a galoppare dietro di lei. Per un po' Ercole fu davanti, ma poi Aegos, che ben conosceva quei boschi, saltò su un dosso, ritrovandosi così davanti dove il sentiero curvando, facendo nitrire, come in segno di vittoria, il suo cavallo dinanzi a quello della padrona. Ma Ercole si impennò di colpo, facendo cadere Clio sull'erba. |
"Porta una bara, che sarà sicuramente piena, perché era diretto al cimitero. Abbi un minimo di decenza" dissi solo, con tono incolore, mentre gli passavo accanto.
Ormai eravamo talmente tanto ai ferri corti che mi dava fastidio la sua sola presenza. Sospirai di sollievo quando Tatiana vide Elv arrivare. "Finalmente, non ci speravo più" dissi, mentre aprivo il portone. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
“La nostra Gwen è diventata generosa, umana...” disse con tono sarcastico e sprezzante Nikolaj, mentre lei apriva ad Elv.
“Eccomi...” questi entrando in casa “... qui ho il Crocifisso...” mostrando una teca di legno ai vampiri. “Attento a come lo maneggi...” intimorito e nervoso Nikolaj. “Lo specchio è là.” Indicò Ivan. “Allora vado a sistemare il Crocifisso.” Mormorò Elv. Così inchiodò il Crocifisso tra due pilastri che dal soffitto racchiudevano uno degli angoli del salone. Lo aveva messo in alto, in modo che si riflettesse perfettamente nello specchio. “Ora speriamo che quel dottore arrivi presto...” Tatiana “... prima sarà, prima andrà via...” |
Lo ignorai volutamente, perché ero stufa e perché ora mi interessava solo sua di Elv che di quella maledetta visita.
Mi allontanai istintivamente quando Elv mostrò la teca di legno, come un riflesso spontaneo e incondizionato. Lo assicurò al muro e ora non restava altro da fare se non aspettare. Lo presi un po' in disparte e gli presi le mani. "Ti prometto che quando tutto questo finirà, ci dedicheremo solo a noi due per un bel po'. Te lo giuro" dissi piano, sincera. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Sembrava aver funzionato, Aegos piantò lì quella sua canzoncina oscena e prese ad inseguirmi.
Io risi e mi lanciai al galoppo, desiderosa di perdermi in quel momento di spensieratezza rubato alla vita. Mi piaceva cavalcare, mi distraeva da tutti i pensieri che mi opprimevano, come se in sella ad Ercole tutto potesse scomparire, anche il terrible incanto che mi aveva rovinato la vita. E in quel momento, tutto era amplificato dalla presenza di Aegos, che non sapevo perché ma mi piaceva, mi metteva di buon umore anche se non faceva che tentare di mettermi in imbarazzo. Lui accettò la sfida e si lanciò al mio inseguimento, riuscii a tenerlo per un po' ma poi mi superò senza quasii che me ne accorgessi. "Ehi!" ridendo, e spronando nuovamente Ercole, che però si impennò e mi scaraventò a terra. Fortuna che nei miei lunghi ed estenuanti addestramenti di combattimento, imparare a cadere era una cosa fondamentale, e ormai il mio corpo aveva recepito perfettamente il messaggio anche se ormai era molto tempo che non combattevo più. Lo sapevo che era parte di me e che non sarei stata più me stessa senza combattere, ma sapevo anche che era per colpa di quel mio desiderio innaturale per una ragazza che mi ero cacciata in quel guaio, ogni volta che accarezzavo la mia spada non facevo che pensare al fatto che avevo barattato la vita della mia famiglia con quella lama perfetta. Non lo sapevo, certo, ma questo non mi faceva sentire meno in colpa. E mentre nei primi anni la mia reazione era imparare a combattere con tutte le mie forze proprio perchè se non l'avessi fatto tutto sarebbe stato ancora più vano, ora che non c'era arma che non avesse segreti per me era subentrato il senso di colpa, e il desiderio di voler fare un sacrificio nella speranza che potesse aiutarmi nel mio processo di redenzione. Ad ogni modo, il mio corpo non sa tutte queste elucubrazioni mentali e quello che ha imparato lo mette in pratica, specie in una situazione di pericolo come quella. Immediatamente quindi porto il braccio destro davanti alla faccia, il palmo rivolto verso l'esterno, piego la schiena appallottolandomi, e cado facendo una capriola che mi permette però di rialzarmi in guardia, un ginocchio a terra e l'altro pronto a scattare, le mani protese in avanti.... arrossii violentemente quando mi resi conto di aver mostrato quell'automatismo davanti allo stalliere. Abbassai le braccia da quella posizione bellicosa, e alzai timidamente lo sguardo su di lui. "Aiutami ad alzarmi!" ordinai, cercando di essere un po' più autoritaria di quanto non fosse il mio primo istinto. |
Elv sorrise ed accarezzò il volto di Gwen, spostando una ciocca rossa dalla sua gota pallida.
“Spero davvero riuscirai a rinnegare la tua natura...” disse teneramente, sfiorandole le labbra con un dito. |
Non seppi bene come decifrare la sua frase.
Io non potevo cambiare me stessa, era un dato di fatto. "Non potrò mai farlo del tutto... Io sono così e lo sarò per sempre..." dissi piano, poi distolsi lo sguardo "Non la meriti una vita così... Meriti una vita tranquilla, felice, in una casa di campagna sempre inondata dal sole, con due bambini che giocano in giardino, un cane..." mormorai, ridacchiando appena e poi tornando seria "Con una donna più normale di me..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Aegos saltò subito giù di sella, ma restò sorpreso dall'agilità e dall'abilità con le quali Clio seppe cadere e pararsi sul terreno.
“Aiutarvi...” disse lui avvicinandosi “... mi sembrate in gran forma, madama... e di certo non vi occorre nessun aiuto...” le tese la mano “... su, alzatevi o finirete per insozzarvi quel vostro vestito da brava ragazza.” Sorridendo. |
Elv scivolò alle spalle di Gwen, cingendole i fianchi e stringendola al suo petto.
“Mi annoierei a morte in quella casa inondata dal Sole e con una donna più normale di te... ” disse sorridendo fra i capelli rossi di lei “... non ti chiedo certo di cogliere fiori nei prati a Mezzogiorno...” divertito “... magari facciamo un accordo... tipo non morderai i compagni di classe dei nostri figli quando verranno a casa a studiare con loro.” Facendole l'occhiolino. |
Arrossii a quelle parole, rendendomi conto che aveva notato, eccome se aveva notato.
Maledizione! Cercavo sempre di tenere nascosta quella parte di me, a volte era perchè essere sottovalutata poteva tornare utile, a volte perchè avevo imparato che non era a modo, dunque tenevo per me quelle abilità che tanto mi erano costate certa che nessuno avrebbe potuto comprendere. Aegos aveva ragione, non mi serviva nessun aiuto... eppure mi piaceva l'idea che mi avrebbe aiutato ad alzarmi, che avrei sentito la sua mano sulla mia. Quel modo irriverente di rivolgersi a me mi irritava e mi piaceva contemporaneamente. Di solito nessuno si prende quelle confidenze con me, i servi sono deferenti, gli aristocratici spesso impostati e fasulli, e poi io non parlo molto con nessuno. Allungai la mano per prendere la sua, guardandolo negli occhi, con uno sguardo luminoso e chiaro, per un momento volevo dimenticare che era un servo e credere che volesse davvero essere lì con me. "Grazie..." arrossendo, per poi alzarmi, senza mai staccare gli occhi dai suoi. Il vestito si era leggermente sporcato, era inevitabile purtroppo. Sospirai quando me ne accorsi. "Oh immagino che tu preferisca gli abiti di mia sorella eh?" con lo stesso tono irriverente che aveva usato lui con me "Non serve immaginazione, effettivamente!". Eravamo vicinissimi ora, la mano ancora sulla sua, gli occhi azzurri che si fissavano, quasi come se si sfidassero. |
Subito mi chiesi dove stesse andando, ma poi lo sentii stringermi forte.
E ricambiai teneramente il suo sorriso. Accennai un risolino, ma poi la risata mi morì sulle labbra. Ecco il punto cruciale. Che avessimo trovato l'unico inghippo che c'era? Probabile. "Elv, io... Non... Non ce ne saranno..." mormorai, a mezza voce "Noi vampire... Noi... Non possiamo averne..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
I loro occhi restarono a lungo gli uni negli altri.
Aegos non temeva di fissare la sua padrona, di sembrare inopportuno e fuori luogo. Poi sorrise. “Non temete, madama...” disse con il suo modo beffardo di parlare, anzi sussurrare “... ho molta fantasia io.” Ridendo piano. |
Era irriverente in un modo che riusciva contemporaneamente a innervosirmi e a irritarmi.... ma anche a farmi arrossire.
Tuttavia non volevo che lo vedesse, perché diamine io ero la padrona e non poteva parlarmi in quel modo! Dovevo essere più distaccata, sì, dovevo imporlo a me stessa. E anche se quel tono mi faceva venire la pelle d'oca, anche se riusciva a smuovere corde del mio essere che nemmeno sapevo di avere, mi sforzai di rimanere impassibile, anche se non ci sarei mai riuscita del tutto. "Ah si?" con un sorrisetto divertito, con una punta di malizia, fissandolo dritto negli occhi, quasi volessi scrutare i suoi pensieri. Poi feci un passo per avvicinarmi ad Ercole che brucava beato. "Meglio per te..." gli sussurrai quasi all'orecchio, passandogli accanto per superarlo. Subito dopo voltai il viso, arrossendo violentemente, con il cuore che batteva fortissimo per l'essere stata così audace. |
Per un attimo Elv restò in silenzio, senza smettere di stringerla.
“Meglio...” disse fra i capelli rossi di Gwen “... sarei geloso anche di un tuo bacio innocente dato ad un bambino...” tenendola più forte contro il suo petto. Aegos sorrise piano e guardò tutta la figura di Clio, ora voltata verso il suo cavallo. “Con tutto il rispetto” disse riprendendo le redini del suo destriero “però dubito di poter immaginare tutto. Donne come vossignoria non ce ne sono molte in giro.” Sfrontato. “Ed io temo di non averne abbatanza di fantasia, ahimè.” Divertito. “Rimontiamo in sella, signora?” |
Non mi piacque il suo silenzio, ma il fatto che ancora mi stringesse forse voleva dire che non era ancora tutto perduto.
Quel "meglio" sollevò un peso enorme dal mio cuore. Mi voltai a guardarlo. "Ora ti burli di me..." appena divertita "O forse sei davvero così geloso?" incuriosita. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Lo guardai divertita, sostenendo il suo tono sfrontato.
"Donne rispettabili, vuoi dire?" con un tono lievemente malizioso per poi porgergli la mano a indicare che mi aiutasse a montare. "Beh, mi dispiace per te..." con aria fintamente contrita "Oh, raccogliere le mele da terra è meno faticoso certo, ma quelle in cima all'albero spesso sono più buone..." con lo sguardo divenuto serio mentre lo fissavo "Certo, non tutti hanno la capacità e la determinazione di arrampicarsi" con un sorriso enigmatico. Anche se Lys era parte di me, odiavo tutto ciò che lei rappresentava, e a volte ero grata che quella parte avesse vita propria purificandomi da certi istinti animaleschi e peccaminosi che lei considerava la normalità. Continuavo a porgergli la mano, con gli occhi sempre nei suoi. "Risaliamo?" chiedo, mentre in realtà gli sto ordinando di aiutarmi a salire, e se il ragazzo è abbastanza sveglio capirà. E lo è sveglio, eccome se lo è... |
“Certo che sono geloso.” Disse divertito Elv a Gwen, facendola voltare e guardandola negli occhi. “Sono originario dell'Afragolignone e laggiù tutti gli uomini sono gelosi e possessivi.” Facendole l'occhiolino. “Per questo siamo così passionali. L'uomo che non è geloso della proprio donna allora non sa quanto ella sia preziosa.” Baciandola e stringendola ancor più a sé.
“Le mele sui rami, specie su quelli più alti, sono sempre più buone, madama...” disse Aegos con tono malizioso ed allusivo, senza timore di apparire sfrontato o peggio “... la signora permette?” E senza attendere risposta o cenno da parte di Clio, strinse le sua mani virili sui fianchi di lei, sollevandola e facendola sedere sulla sella. Quella sua mascolinità era così chiara, netta, quei suoi modi erano così vigorosi che avrebbe potuta prenderla all'istante, strapparle di dosso quell'abito casto e farla sua più e più volte. “Andiamo?” Montò anch'egli sul suo cavallo e ripresero il cammino. |
Assunsi un sorrisetto divertito e mi voltai verso di lui.
Mi piacque ciò che disse, fu terribilmente tenero. In effetti non avevo mai visto la cosa sotto questo punto di vista, ma mi piaceva. Risposi al suo bacio con un braccio attorno al suo collo, mentre con la mano accarezzavo distrattamente i suoi capelli. "Io invece sono nata qui, proprio in questa casa..." mormorai, baciandolo ancora. Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
"Lo so bene..." fissandolo negli occhi "Ma solo chi ha la volontà e la determinazione di arrampicarsi sull'albero riuscirà a gustarle!" con il suo stesso tono malizioso ed enigmatico.
No, stavolta non avevo paura di apparire sfrontata. Andavo fiera della mia virtù, fiera di essere diversa da quella depravata di Lys, e dunque non avrei avuto nessun timore a mostrarglielo. Riuscii solo ad annuire a quelle parole, quando sentii le sue mani sui miei fianchi, così salde e sicure, virili e forti, che un fremito incontrollato si impossessò di me, quasi volesse confutare i miei pensieri di un attimo prima. Arrossii violentemente, maledicendo me stessa e sperando che lui non se ne accorgesse. La verità era che anche io sentivo quelle emozioni, anche il mio corpo aveva tremato davanti agli occhioni di Icarius, davanti al suo corpo nudo e perfetto, e ora davanti a queste mani forti, al suo sguardo irriverente, al suo modo di fare. Ma a differenza di mia sorella sapevo controllarmi, sapevo cosa era giusto, appropriato. Lei si faceva guidare solo dall'istinto. Sospirai pianissimo, cercando di calmare il mio corpo che si era esaltato un po' troppo per quel breve contatto. "Sì, riprendiamo il cammino.." dissi poi, sorridendogli. |
Aegos e Clio ripresero il cammino, sotto il Sole pomeridiano di Chanty.
Lui riprese a canticchiare quella canzone allegra e sfrontata, fatta di strofe di novelle scandalose, di padrone affascinanti e furbi servi, mariti traditi e giovani amanti. Quelle note poco cortesi ed irrispettose sembravano accompagnare il calpestio dei cavali, il fruscio del vento tra i cipressi, gli spiazzi ammantati di ulivi e vigneti. Elv guardò Gwen negli occhi. “Parlami di te...” disse “... voglio sapere tutto di te... sin dall'inizio... anche le cose più insignificanti... tutto...” |
Ridacchiai appena.
"Ci sarebbe così tanto da dire che non rimarrebbe più spazio per le cose insignificanti... Ma soprattutto non basterebbe nemmeno una vita per quanto eterna..." risposi, con un leggero sorriso. "Beh, sono nata in un periodo di grandi tumulti bellici, conquiste, imperi che si scindevano, alcuni cadevano, altri ancora sorgevano. Questo posto non era proprio così" riferendomi al palazzo "Lo abbiamo sistemato tutti insieme quando ci sono tornata, un bel po' di anni fa. Non è stato facile tornarci, ma ce l'abbiamo fatta..." con un sorriso un po' amaro. "Mio padre amministrava questa contea, avevamo una vita tranquilla, parecchio agiata e, beh, non c'è molto da dire dei miei primi vent'anni..." Inviato dal mio LG-D331 utilizzando Tapatalk |
Era tutto così bello in quel momento, il sole primaverile scaldava ogni cosa intorno a me, illuminando le dolci colline, il bosco, i rami in fiore di una luce nuova, soffusa che mi faceva sembrare tutto ancora più sognante.
Per un momento mi abbandonai, spensierata, a quella cavalcata, mentre lui continuava a canticchiare quelle canzoni scollacciate e inopportune. in un altro momento forse me la sarei presa con lui, gli avrei mostrato che non era il caso, ma non lo feci, mi limitai a guardarlo sorridendo di tanto in tanto mentre cavalcavamo fianco a fianco. Mi piaceva averlo intorno, nonostante il suo modo irrverente di rivolgersi a me, mi faceva sorridere, e non era cosa da poco. "Manca molto a Monsperone?" chiesi, avvicinandomi a lui. |
“Purtroppo no, oltre quel colle a breve si vedrà spuntare Monsperone...” disse Aegos a Clio, indicando il panorama davanti a loro e fissandola con un sorriso impertinente.
Mentre Gwen parlava e raccontava di sé, Elv la stava ad ascoltare intrecciando le dita nei lunghi e rossi capelli di lei. “Dimmi quando è successo...” disse “... quando sei diventata... beh, quando ti hanno reso una vampira...” |
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