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“Che io sappia nessuno di rilevante.” Disse Mundus ad Altea. “Ma mi occupo ormai molto poco di chi va e di chi viene. Dopotutto Sant'Agata di Ghotya è l'ultimo centro di una certa importanza tra Capomazda ed i confini più estremi del ducato.” Mangiando.
“Signore...” il maggiordomo “... mi permetto di informarla che un nuovo arrivo in città in effetti è avvenuto.” “Davvero?” Fissandolo il nonno di Altea. “Si, signore.” Annuì il maggiordomo. “Si tratta di una donna, immagino molto ricca, che ha preso alloggio nel grande palazzo prima del crostone.” |
Elv sorrise ed accarezzò il volto di Gwen.
Erano entrambi nudi e sudati, sotto i raggi della Luna nascente, tra i cespugli di bacche selvatiche persi nel bosco. Il mantello di lui avvolse il corpo di lei, la prese in braccio e la riportò in casa. Qui riempì due calici di sangue e ne offrì uno alla bella vampira. “Brindiamo alla notte...” disse fissandola “... troppo breve come l'eternità, così restia a durare un solo infinitesimale istante di più, affinchè io possa dirti ancora una volta che sei tutta la mia vita...” e prese a bere. |
Alle parole del servitore sorrisi.."E voi presumo lo avete notato, se si tratta di una bella donna. Sono felice la nostra cittadina si riempia di persone, altrimenti rischierebbe di morire" finendo la cena e sventolando il ventaglio.."Questa afa è insopportabile, domani mattina vorrei andare all' atelier per fare degli acquisti, nuovi vestiti. Poi al pomeriggio andrò dal barone, io mantengo le mie promesse".
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“Ti occorrono dei vestiti” disse Mundus ad Altea “per recarti al castello?” Fissandola.
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Mi prese in braccio e tornammo in casa, io avvolta nel suo mantello.
Prese la bottiglia e due bicchieri, poi mi rivolse quelle parole stupende. "Che romantico... Bellissimo e meraviglioso come un angelo dannato e letale come il più potente veleno..." mormorai, con un sorriso. Lo baciai dolcemente sulle labbra e presi la bottiglia. "Cin cin" dissi allora, bevendo direttamente da lì e ignorando completamente il calice. La dimezzai in un paio di sorsi e presi qualche respiro, sentendomi subito rinata e rigenerata. Ah, molto meglio. Presi un altro lungo sorso privando ancora la bottiglia di quel nettare che mi scivolava in gola, tiepido, dolce e denso, con quella viscosità che ti rimetteva al mondo. "Ora va decisamente meglio..." dissi, posando la bottiglia. Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
"Oh nonno Mandus, non è che li compro per andare al castello, non penso proprio il barone sia uomo di avventure, puoi stare tranquillo" ridendo "Ho bisogno di evadere i pensieri" e assunsi uno tono serio.
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Si erano amati per tutta la notte e poco dopo l'alba prese ad illuminare il cielo sopra il bosco.
La bottiglia era ormai vuota ed il sangue in esso contenuto aveva già preso a rinvigorire i corpi di Gwen e di Elv. Ad un tratto, quando il Sole aveva già lasciato l'orizzonte, in casa i due vampiri sentirono dei rumori. |
“Bene.” Disse Mindus ad Altea.
Finirono così di cenare e poi si ritirarono, vista l'ora. La notte trascorse lenta, ma serena, senza sogni, ma illuminata da una Luna ambigua. Altea si svegliò il giorno seguente, col dolce Sole del mattino che screziava il suo bel viso. |
Ruotai il capo e aumentai l'attenzione come un predatore in ascolto.
"Ho sentito un tumore. Cos'era?" dissi, cercando di sentire altro. Cosa poteva essere stato? Inviato dal mio Redmi Note 5 utilizzando Tapatalk |
“Non lo so...” disse Elv divenendo cupo “... aspetta qui...” a Gwen.
Così raggiunse il salotto, dove trovò Missan seduto su una poltrona. “Arrivi sempre in questo modo?” Elv. “Buongiorno, padrone.” Sorridendo l'altro. “Già qui a quest'ora?” “Oh, mio padrone...” fece Missan “... in verità sono qui da diverse ore, ma non ho osato disturbare né te, né la tua signora... ed allora ho atteso che terminaste.” |
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