Camelot, la patria della cavalleria

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Guisgard 07-01-2018 01.12.07

Il filibustiere rise ed ignorò Gwen, dedicandosi ad arruolare i volontari.
“Beh, direi di tornarcene sulla nostra nave, capitano.” Disse Limas a Gwen.
“Si.” Annuì d'accordo Griz.

Il governatore rise forte.
“Come desiderate.” Disse divertito ad Altea. “Ho sentito servono sempre buone cameriere nelle bettole del porto.” Fissandola. “Peccato, Serenica non esiste più ed io vi avrei reso una vera signora...”

Lady Gwen 07-01-2018 01.14.35

Restai un altro istante ad assaporare l'odore del mare che essudava dal legno, poi annuii.
"Sì, andiamo" ai due.
"Beh, buon vento, signori" al filibustiere e gli altri, toccando appena la falda del cappello in segno di saluto, mentre imboccato la passerella per scendere.

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Clio 07-01-2018 01.17.18

Annuii e mi alzai, scendendo le scale che dividevano il mio trono dalle due donne.
Senza dire nulla, feci loro cenno di seguirmi e raggiungemmo la stanza dell'oracolo.

Altea 07-01-2018 01.22.38

"Già mi avreste fatto una buona signora....e in cambio...dovevo essere la vostra amante?" puntandogli il dito sul petto.

Guisgard 07-01-2018 01.34.48

Gwen ed i suoi due compagni lasciarono il molo e tornarono dove era ormeggiata la Dorian Gray.
“Dobbiamo cercare gente in gamba da arruolare.” Disse Limas.
Era tardo pomeriggio ed ormai il crepuscolo tingeva il cielo del porto di Vacules.
Griz e Limas allora cominciarono a fare qualche lavoretto a bordo.

Il governatore rise.
“Madama, mi sorprendete...” disse ad Altea “... potrei mai trattarvi come una volgare baldracca?” Divertito e crudele.

Clio, seguita da Vivian e da Kyra, raggiunse la sala dell'oracolo.
Però nel megaron, ossia la sala della preveggenza, poteva accedere solo la dea.

Lady Gwen 07-01-2018 01.40.00

Scendemmo dalla Dorian Gray e tornammo sulla Norrena, dove loro iniziarono a fare qualche lavoro a bordo.
Io invece andai in cabina e mi versai del rum, mentre osservavo le carte di quelle terre lontane e fantastiche che mio padre avrebbe sognato raggiungere ed io sognavo ardentemente di solcare quei mari, prima o poi, glielo dovevo.

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Altea 07-01-2018 01.41.42

Ero come in una trappola...."Datemi del tempo, devo pensarci.." si dovevo ponderare bene magari un giorno avrei riavuto il mio regno ma mio padre avrebbe accettato io mi vendessi al nemico?
"Se tornerò entro stasera significa che avrò accettato, vorrei un bel Palazzo a picco su questo bel mare...se non torno significa sono ancora una povera Principessa, ma di Serenica".
Mi congedai, non volevo vederlo un momento di più..la vita era stata ingrata con me e uscii da Palazzo e feci cenno ad Aos di tornare a Palazzo nel frattempo e mi addentrai in un piccolo mercatino sul porto...già Aos, i miei servitori.
Vidi su una bancarella un invitante dolce e presi la borsetta cercando degli spiccioli, la pancia gorgogliava per la fame.

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Clio 08-01-2018 00.01.02

Un passo dopo l'altro, raggiunsi la stanza dell'oracolo.
Potevo sentire alle mie spalle i passi delle due donne che camminavano in silenzio.
Ma poi, giungemmo davanti al Megaron.
Lì le nostre strade si sarebbero divise, lì era concesso entrare solo alla dea.
L'oracolo era antico come il mondo e rivelava il passato, il presente e il futuro solo alla dea in persona, poiché solo l'essenza divina era in grado di comprenderne il senso.
Solo la dea poteva unirsi a lui nell'estasi più completa e riuscire così a comprendere ogni cosa volesse mostrarle.
Un umana non sarebbe mai stata in grado di sopportare una tale energia, una tale forza, intensità, sarebbe rimasta sconvolta, avrebbe perso il senno, forse sarebbe anche morta.
Ma per la dea non valgono i comuni dettami delle leggi umane, la dea risponde unicamente a quelle divine.
"Vi comunicherò il responso dell'oracolo!" comunicai alle mie due accolite che mi avrebbero aspettato sulla soglia, fedelmente.
Poi mi voltai, e oltrepassai la soglia di quello che divide il mondo dei mortali dal mondo riservato unicamente agli dei.
Lunghi e lenti passi mi portarono davanti all'oracolo.
Allargai le braccia e iniziai a pronunciare le formule antiche per evocarlo.
Potevo vedere il suo fuoco svilupparsi e guizzare davanti a me, potevo assistere alla crescita della sua potenza, ad ogni parola si faceva più maestoso, più grande, immenso, lo vedevo crescere sempre più fino a superarmi in altezza, quel fuoco eterno, indomabile, che presto sarebbe stato in mio potere.

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Guisgard 08-01-2018 00.27.25

Il crepuscolo trascorreva lento, il mare era piatto e le luci ormai scintillanti lungo la costa tingevano quel cielo che annunciava la sera.
La Norrena era ormeggiata in un molo secondario, ma ben protetto dalle mareggiate e dai venti di Ponente.
Nella sua cabina Gwen continuava il suo lavoro, senza però badare alle ombre che pian piano il crepuscolo disegnava sulla scia malinconica della Luna sulle acque.
Ma non tutte le ombre sono naturali.
Senza che la ragazza se ne accorgesse qualcuno scivolò nella cabina, dopo aver aperto silenziosamente la finestrina.
Come un serpente strisciò alle spalle del giovane capitano, portandole un panno intriso di un qualche siero e lei subito perse conoscenza.

“Qualsiasi cosa vedrete non vi saprò negare, madama.” Disse con un inchino il governatore ad Altea. “Stasera attenderò il vostro ritorno e troverete il palazzo che mi avete domandato.”
La principessa si congedò, si separò dai suoi servitori e raggiunse il porto di Vacules, ormai avvolto in quel morente crepuscolo invernale.
Qui su una bancherella comprò per pochi spiccioli un dolce del posto.

Clio raggiunse il centro del Megaron e subito cominciò a suscitare le forze divinatorie di quell'antico luogo.
Alte e dense colonne di fumo bianco si elevarono da alcuni bracieri, probabilmente frutto di erbe allucinogene capaci di alterare i sensi.
Cominciò a sentire caldo ed ardenti vampate di fioco cominciarono a tingere il suo volto.
Avvertiva brividi e fremiti ed i vestiti le sembravano ormai quasi insopportabili da tenere.

Lady Gwen 08-01-2018 00.30.16

Sentivo il gusto caldo e forte del rum, mentre continuavo ad osservare quelle mappe.
Fuori, era il crepuscolo, infatti aumentai il livello della fiamma nella lanterna.
Avvertii come un sibilo, come il fruscio delle gonne ricche e sontuose delle nobildonne, ebbi solo il tempo di sentire un odore forte, non riuscii a urlare, dimenarmi, che era già il buio.

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